Gazzetta n. 120 del 26 maggio 2025 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 23 aprile 2025
Nomina della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del Comune di Badolato.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visto il proprio decreto in data del 24 febbraio 2025, con il quale il consiglio comunale di Badolato (Catanzaro) e' stato sciolto ai sensi dell'art. 141, comma 1, lettera b), n. 4, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 per dimissioni dei consiglieri a meno della meta' dei componenti;
Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico ed assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 18 aprile 2025;

Decreta:

Art. 1

La gestione del Comune di Badolato (Catanzaro) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott.ssa Costanza Pino - viceprefetto;
dott. Alessandro Mellace - viceprefetto aggiunto;
dott. Berardino Nuovo - funzionario economico finanziario.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Nel Comune di Badolato (Catanzaro), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 3 ottobre 2021, sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione locale, nonche' il buon andamento e il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Occorre premettere che, a seguito della riduzione dell'organo assembleare per dimissioni dei consiglieri a meno della meta' dei componenti, il consiglio comunale di Badolato e' stato sciolto con decreto del Presidente della Repubblica del 24 febbraio 2025 ai sensi dell'art. 141, comma 1, lettera b), n. 4, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Peraltro, il Comune di Badolato, il cui consiglio comunale e' stato gia' sciolto con decreto del Presidente della Repubblica del 23 maggio 2014 per infiltrazioni della criminalita' organizzata ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e' collocato in un contesto territoriale notoriamente interessato dalla presenza di sodalizi criminali.
All'esito di una complessa e articolata attivita' investigativa della direzione distrettuale antimafia della procura della Repubblica di Catanzaro, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro, in data 20 gennaio 2025, ha emesso un'ordinanza di misure cautelari nei confronti di quarantaquattro soggetti, a vario titolo accusati di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, scambio elettorale politico-mafioso, estorsione, minacce, procurata inosservanza di pena, trasferimento fraudolento di valori, reati in materia di armi, detenzione e spaccio di stupefacenti, traffico di tabacco a lavorazione estera.
La gravita' dei fatti e la significativita' del condizionamento dell'amministrazione comunale e' emersa anche dall'esecuzione delle misure cautelari degli arresti domiciliari (tutte confermate in sede di riesame, eccettuata la misura concernente il vicesindaco) nei confronti del sindaco del Comune di Badolato, del vicesindaco, del presidente del consiglio comunale e di due assessori, alcuni dei quali indagati per il reato di cui al combinato disposto degli articoli 416-bis e 110 del codice penale e tutti per il delitto di scambio elettorale politico-mafioso di cui all'art. 416-ter del codice penale.
Il presidente del consiglio comunale, figlio di un imprenditore affiliato alla locale cosca di cui si dira' in seguito, risulta inoltre accusato del reato di procurata inosservanza di pena per avere, in concorso con altri soggetti, agevolato la latitanza di un esponente di vertice della locale cosca di 'ndrangheta.
A seguito dell'applicazione delle misure cautelari nei confronti dei suddetti amministratori, il prefetto di Catanzaro ha disposto la sospensione dalla carica degli stessi ai sensi dell'art. 11, comma 2, del decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235 nominando contestualmente un commissario prefettizio per l'esercizio delle funzioni di sindaco e giunta.
Le risultanze d'indagine - che si sostanziano in ipotesi di reato gravissime dalle quali emerge in modo netto ed inequivocabile il condizionamento dell'ente locale e l'esistenza di dinamiche gestionali tese ad asservire l'apparato elettivo-burocratico comunale al perseguimento degli interessi della locale criminalita' organizzata - hanno inoltre determinato il prefetto di Catanzaro a richiedere lo scioglimento del Comune di Badolato ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, senza esperire preliminarmente le procedure di accesso di cui al comma 2 della stessa norma.
Il prefetto di Catanzaro, dunque, sentito nella seduta del 26 marzo 2025 il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, ha trasmesso l'allegata relazione che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, ed ha pertanto riscontrato i presupposti per l'applicazione della misura di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
I contenuti della menzionata ordinanza cautelare, cui rinvia la relazione prefettizia, hanno posto in rilievo un quadro di sostanziale compromissione dei principi di buon andamento e di imparzialita' dell'attivita' dell'ente ed hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato in favore degli illeciti interessi di soggetti appartenenti o comunque riconducibili alla criminalita' organizzata.
La relazione del prefetto di Catanzaro pone in evidenza il ruolo assunto dal citato imprenditore, soggetto intraneo alla locale cosca criminale, nei cui confronti e' stata applicata la misura della custodia cautelare in carcere, che risulta essersi attivamente impegnato nella campagna elettorale dell'ottobre 2021, risultando determinante per l'elezione dei suddetti amministratori, interessandosi alla formazione delle liste e della giunta comunale addirittura imponendo la nomina di un assessore esterno, sebbene tale nominativo non fosse gradito al sindaco: allo scopo di controllare il comune e condizionare l'attivita' amministrativa, anche attraverso la partecipazione a riunioni, sebbene privo di qualsiasi titolo e assumendo, di fatto, le relative decisioni.
Sintomatica al riguardo la circostanza, riportata nella relazione prefettizia, secondo la quale in tutte le occasioni in cui il sindaco - abitualmente residente in altra regione - si recava a Badolato per adempiere a impegni istituzionali non delegabili, l'affiliato alla cosca locale prendeva parte a tutti gli incontri informali che il primo cittadino organizzava con il vice sindaco ed altri componenti del suo staff.
La stessa relazione mette in rilievo la perfetta intraneita' nella locale consorteria criminale del sindaco, del vicesindaco, del Presidente del consiglio comunale e di due assessori, tutti indagati, come evidenziato, per il delitto di «scambio elettorale politico-mafioso» previsto dall'art. 416-ter del codice penale. Il sindaco, il vicesindaco e un assessore risultano altresi' indagati per concorso esterno in associazione di tipo mafioso, ai sensi degli articoli 110 e 416-bis del codice penale, per aver fornito un contributo concreto, specifico e volontario per la conservazione o il rafforzamento delle capacita' operative della locale consorteria, con la consapevolezza dei metodi e dei fini da essa perseguiti, ponendosi a disposizione del citato imprenditore per garantire vantaggi connessi allo svolgimento delle attivita' amministrative dell'ente, in tal modo consentendo il conseguimento di profitti illeciti all'associazione, ovvero rafforzando la percezione della capacita' di intimidazione e condizionamento del sodalizio.
La relazione prefettizia si sofferma sulla figura del primo cittadino di Badolato, evidenziandone il ruolo rivestito gia' nel corso di passate consiliature, in quanto ha diretto l'amministrazione locale, una prima volta, nel 1977, successivamente nel 2008 ed e' stato poi nuovamente confermato nella stessa carica nella consiliatura del 2013, amministrazione che, come evidenziato, e' stata sciolta con decreto del Presidente della Repubblica del 23 maggio 2014 per infiltrazioni della criminalita' organizzata, ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
A tal riguardo si precisa che, a seguito del citato provvedimento dissolutorio del 2014, il sindaco con sentenza della corte d'appello di Catanzaro n. 666 del 2 maggio 2016 venne dichiarato incandidabile ai sensi dell'art. 143, comma 11, del decreto legislativo n. 267/2000 in quanto responsabile delle condotte che avevano causato lo scioglimento del consiglio comunale.
La stessa relazione da' conto del rapporto di pregressa conoscenza e documentata frequentazione, a partire dal 2005, del primo cittadino con il menzionato imprenditore, esponente del sodalizio criminoso, come detto attinto dalla custodia cautelare in carcere, con la consapevolezza da parte del sindaco della sua caratura criminale.
Sono al riguardo significativi i contenuti di fonti tecniche di prova precedenti alle elezioni comunali dell'ottobre 2021, dai quali emerge che il candidato sindaco evidenziava all'esponente del clan locale come fosse importante farsi vedere insieme sul territorio e chiedeva l'intervento di quest'ultimo per la risoluzione di questioni che lo riguardavano direttamente, tra cui quella relativa agli usi civici che bloccavano l'edificazione edilizia sui terreni intestati ad una sua societa', in un'ampia fascia della costa di Badolato, gia' lottizzata.
Il compendio probatorio dell'operazione da cui e' scaturita l'ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro ha evidenziato ulteriori ingerenze da parte di uno stretto congiunto del citato esponente 'ndranghetista, ingerenze volte, come sara' dettagliatamente descritto in seguito, alla stabilizzazione di un agente di polizia municipale a fronte del prospettato conseguimento di obiettivi perseguiti dalla cosca locale.
La relazione prefettizia analizza anche la posizione del vicesindaco, ponendo in rilievo lo stretto rapporto del medesimo con il suddetto componente del sodalizio mafioso, cosi' come comprovato da numerose fonti di prova.
Come analiticamente riportato nella relazione del prefetto di Catanzaro, e' emerso che nel corso della campagna elettorale del 2021 il futuro vicesindaco si e' prodigato, significativamente, fornendo un apporto essenziale, per la formazione di una lista civetta di cui egli era il candidato sindaco, lista che si era resa necessaria per abbassare il quorum di partecipazione dell'elettorato e cosi' scongiurare un eventuale commissariamento prefettizio.
L'influenza e la pervicacia mafiosa del citato esponente della locale cosca sul vicesindaco si e' altresi' estrinsecata mediante ripetute minacce rivolte allo stesso amministratore comunale, alcune di esse implicanti il veto di assegnare incarichi e lavori senza il suo consenso e senza un vantaggio diretto, il divieto di procedere ad impegni di spesa senza il suo consenso, nonche' l'allontanamento dal comune di un avvocato, non gradito al citato affiliato, che era stato nominato dal sindaco quale collaboratore a supporto dell'organo di governo locale.
Dall'ordinanza del giudice per le indagini preliminari, inoltre, risulta che il vicesindaco abbia deliberato l'approvazione della perizia tecnica relativa ad un immobile alienato - con trattativa agevolata, sia nella procedura amministrativa sia nella determinazione del prezzo - in favore del fratello del citato esponente della locale cosca. In particolare, risulta che il congiunto del citato imprenditore si sia interfacciato, ripetutamente, con il vicesindaco ed il responsabile dell'area tecnica per sollecitare la definizione della compravendita dell'immobile suddetto in favore della propria moglie.
Risulta inoltre, emblematicamente, dalla stessa ordinanza, che il vicesindaco abbia promesso ad un altro parente dell'imprenditore controindicato, titolare di un'impresa individuale avviata appena cinque mesi dopo l'insediamento della nuova amministrazione comunale, di intermediare per l'assegnazione in suo favore di lavori per conto del comune. Nello specifico, pur non essendosi concretizzati tali affidamenti, la promessa suddetta risulta essersi estrinsecata nell'adozione di due atti, uno di giunta e l'altro di consiglio comunale, prodromici al successivo affidamento di lavori per la realizzazione di parcheggi nel comune di Badolato.
La relazione del prefetto di Catanzaro esamina poi la posizione del presidente del consiglio comunale ponendo in rilievo - quale elemento significativo della forza intimidatrice della locale cosca nell'ambito della campagna elettorale - il conseguimento del piu' alto numero di preferenze da parte di costui nonostante inizialmente non avesse alcuna intenzione di candidarsi alle elezioni dell'ottobre 2021. Lo stesso inoltre ricevera' anche l'importante delega in materia di bilancio, tributi, attuazione programmatica, sistemi informatici.
Questi dati, come evidenziato dal prefetto di Catanzaro, restituiscono un quadro di significativa pervasivita' della criminalita' organizzata fin dalla fase della competizione elettorale.
Ulteriori elementi che attestano una gestione dell'ente, da parte degli amministratori, avulsa dal rispetto di principi di buon andamento e legalita' emergono dall'analisi della vicenda relativa ai lavori di pavimentazione stradale di alcune vie comunali.
Le indagini giudiziarie hanno evidenziato l'intenzione del sindaco di far effettuare i suddetti lavori di pavimentazione solo una volta che fosse stata raggiunta la certezza, della fornitura del relativo bitume, da parte di una ditta di fatto riconducibile al predetto esponente criminale, peraltro destinataria di due provvedimenti interdittivi antimafia.
Le stesse indagini hanno inoltre evidenziato l'indebita ingerenza del presidente del consiglio comunale nell'individuazione della ditta, anch'essa afferente al locale contesto criminale che in concreto risultera' aggiudicataria della commessa.
La vicenda nel suo insieme, oltre ai menzionati profili di condizionamento e illegittimita', attesta l'evidente violazione del principio di separazione del potere di indirizzo politico da quello di gestione.
Ulteriore episodio dal quale emerge l'indebita ingerenza del presidente del consiglio comunale e' quello relativo alla rimozione di un'imbarcazione, con a bordo migranti extracomunitari, giunta sulla costa di Badolato nel novembre del 2021, ed arenatasi a pochi metri dalla riva.
Risulta dalle indagini giudiziarie che lo stesso presidente del consiglio comunale abbia manifestato al sindaco ed al vicesindaco la necessita' di affidare i lavori di rimozione dell'imbarcazione alla ditta del padre, come detto affiliato alla locale cosca, in luogo della ditta inizialmente individuata dall'amministrazione comunale. A tal riguardo la relazione prefettizia, nel precisare che il suddetto affidamento non ha poi avuto seguito in ragione dell'intervento della procura di Catanzaro che ha disposto la distruzione dell'imbarcazione, sottolinea come l'insieme di tali vicende sia emblematico dell'ingerenza diretta della politica nella gestione di procedimenti amministrativi e, nel caso concreto, di una politica che non solo e' apparsa permeabile agli interessi della cosca, ma da questa si e' fatta anche indirizzare.
Altra persona di riferimento dell'esponente della locale cosca, all'interno del Comune di Badolato, risulta essere colui che assumera' l'incarico di assessore esterno, soggetto che inizialmente era stato proposto dallo stesso membro del sodalizio al fine della valida presentazione della lista collegata con il futuro sindaco. Pur non risultando eletto ed avendo ottenuto un numero esiguo di preferenze, tale profilo veniva scelto dal componente del sodalizio mafioso quale soggetto piu' idoneo ad assumere la predetta carica di assessore esterno. Al riguardo, occorre sottolineare che tale persona, nel corso di molteplici intercettazioni, aveva manifestato le proprie perplessita' ad accettare l'incarico suddetto ritenendo di non avere le competenze necessarie. A fronte di tali titubanze, l'esponente della locale cosca gli forniva ogni rassicurazione facendo presente che lui stesso, di volta in volta, gli avrebbe fornito dettagliate istruzioni da seguire nello svolgimento dell'incarico di assessore.
Altro episodio significativo del rapporto privilegiato intercorrente tra il soggetto controindicato e l'assessore in questione e' quello relativo alle minacce indirizzate dal medesimo controindicato al vicesindaco, volte a far dimettere due consiglieri eletti e cosi' legittimare la presenza dell'assessore, esterno, in seno all'amministrazione comunale.
Emerge inoltre dall'ordinanza del giudice per le indagini preliminari che anche tale assessore, cosi' come un altro assessore abbiano deliberato l'approvazione della perizia tecnica relativa all'immobile sopra citato, e l'alienazione dello stesso per favorire il fratello dell'esponente della locale cosca.
Come sopra evidenziato, il compendio probatorio dell'operazione da cui e' scaturita l'ordinanza cautelare ha ravvisato ulteriori ingerenze da parte di uno stretto parente del piu' volte citato esponente 'ndranghetista in relazione alla stabilizzazione di un agente di polizia municipale, figlia di un dipendente di un comune limitrofo collegato al locale contesto criminale che si era adoperato per favorire la regolarizzazione, e la riapertura, dell'impianto di una societa' riconducibile, di fatto, al predetto esponente della cosca locale, impianto nel quale risulta essere stata agevolata la latitanza del vertice della cosca medesima.
Emerge infatti, dall'esame del richiamato provvedimento cautelare, che il primo cittadino si sia prodigato a stabilizzare la posizione del suddetto agente di polizia municipale trasformando il contratto di lavoro in essere da rapporto a tempo determinato a rapporto a tempo indeterminato, con aumento delle ore lavorative.
Le circostanze sopra descritte, analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto, hanno dunque rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Badolato volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Tali elementi, come gia' evidenziato, sono stati oggetto di esame e valutazione nel corso del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. In tale sede il procuratore della repubblica della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha evidenziato che, nel caso di specie, piu' che di condizionamento della vita dell'ente locale da parte della criminalita' organizzata si e' di fronte ad una infiltrazione diretta della cosca nella compagine politico-gestionale del Comune di Badolato.
Sebbene il processo di ripristino della legalita' nell'attivita' del comune sia gia' iniziato con la gestione provvisoria dell'ente affidata al commissario straordinario, ai sensi dell'art. 141 del decreto' legislativo 18 agosto 2000 n. 267, in considerazione dei fatti suesposti e per garantire il completo affrancamento dalle influenze della criminalita', si ritiene, comunque, necessaria la nomina della commissione straordinaria di cui all'art. 144 dello stesso decreto legislativo, anche per scongiurare il pericolo che la capacita' pervasiva delle organizzazioni criminali possa di nuovo esprimersi in occasione delle prossime consultazioni amministrative. L'arco temporale piu' lungo previsto dalla vigente normativa per la gestione straordinaria consente anche l'avvio di iniziative e di interventi programmatori che, piu' incisivamente, favoriscono il risanamento dell'ente.
Rilevato che il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143 del citato decreto legislativo, per le caratteristiche che lo configurano, puo' intervenire finanche quando sia stato gia' disposto provvedimento per altra causa, differenziandosene per funzioni ed effetti, si propone, pertanto, l'adozione della misura di rigore nei confronti del Comune di Badolato, con conseguente affidamento della gestione dell'ente locale ad una commissione straordinaria cui, in virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite specifiche competenze e metodologie di intervento finalizzate a garantire, nel tempo, la rispondenza dell'azione amministrativa alle esigenze della collettivita'.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.

Roma, 10 aprile 2025

Il Ministro dell'interno: Piantedosi
 
Art. 2

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.

Dato a Roma, addi' 23 aprile 2025

MATTARELLA

Meloni, Presidente del Consiglio dei
ministri

Piantedosi, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 5 maggio 2025 Ministero dell'interno, registro n. 1546
 
Prefettura di Catanzaro
Prot. n. ...omissis... 26 marzo 2025

Al Sig. Ministro dell'Interno
OGGETTO: Comune di Badolato (CZ) - proposta di scioglimento - art. 143 D.Lgs. n. 267/2000.

Parte di provvedimento in formato grafico