Gazzetta n. 118 del 23 maggio 2025 (vai al sommario) |
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 23 aprile 2025 |
Nomina della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del Comune di Aprilia. |
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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visto il proprio decreto in data 31 luglio 2024, con il quale il consiglio comunale di Aprilia (Latina) e' stato sciolto ai sensi dell'art. 141, comma 1, lettera b), n. 3, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 a seguito delle dimissioni dalla carica rassegnate da oltre la meta' dei consiglieri assegnati all'ente; Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale; Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale; Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico ed assicurare il risanamento dell'ente locale; Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 18 aprile 2025;
Decreta:
Art. 1
La gestione del Comune di Aprilia (Latina) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da: dott.ssa Vincenza Filippi - prefetto a riposo; dott.ssa Enza Caporale - viceprefetto; dott.ssa Rita Guida - dirigente di II fascia area I. |
| Allegato
Al Presidente della Repubblica
Nel Comune di Aprilia (Latina), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 14 e 15 maggio 2023, sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione locale, nonche' il buon andamento e il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica. All'esito di un'indagine di polizia giudiziaria denominata «Assedio», in data 3 luglio 2024, la Direzione investigativa antimafia di Roma, unitamente al Comando provinciale dei Carabinieri di Latina, ha dato esecuzione all'ordinanza di applicazione di misura cautelare personale coercitiva emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Roma nei confronti di venticinque persone ritenute, a vario titolo, collegate ad un'associazione di tipo mafioso operante nel territorio laziale e, segnatamente, nella Citta' di Aprilia. Nell'ambito del suddetto procedimento penale risultano indagati, tra gli altri, il sindaco - per i reati di scambio elettorale politico-mafioso (art. 416-ter del codice penale), concorso esterno in associazione mafiosa (articoli 110 e 416-bis del codice penale), turbata liberta' degli incanti (art. 353 del codice penale) e traffico di influenze illecite (art. 346-bis del codice penale) - e due consiglieri comunali, gia' presenti nella precedente consiliatura nel ruolo di sindaco e assessore, per il reato di turbata liberta' degli incanti (art. 353 del codice penale), nonche' il dirigente del settore lavori pubblici del comune, nei confronti del quale e' stata disposta la misura cautelare interdittiva della sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio. Nei confronti degli indagati sottoposti a misura cautelare, fra cui il sindaco, il giudice per le indagini preliminari di Roma ha da ultimo disposto il giudizio immediato. In esecuzione della suddetta ordinanza il sindaco e' stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, per effetto della quale il prefetto di Latina ha disposto la sospensione dalla carica ai sensi dell'art. 11, comma 2, del decreto legislativo n. 235/2012, e lo stesso ha poi rassegnato le dimissioni. Successivamente, in conseguenza delle dimissioni contestuali rassegnate da oltre la meta' dei consiglieri, il consiglio comunale di Aprilia e' stato sciolto con decreto del Presidente della Repubblica in data 31 luglio 2024, ai sensi dell'art. 141, comma 1, lettera b), n. 3, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Pertanto, il prefetto di Latina, con decreto del 14 agosto 2024, ha disposto l'accesso presso il suddetto comune per gli accertamenti di rito, attivita' ispettiva che e' stata poi prorogata per ulteriori tre mesi ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Al termine del predetto accesso, la commissione d'indagine ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il prefetto di Latina ha convocato in data 17 marzo 2025 il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica f.f. presso il Tribunale di Latina e dal procuratore della Repubblica - Direzione distrettuale antimafia di Roma, che ha espresso parere unanimemente favorevole all'adozione della proposta di scioglimento del consiglio comunale di Aprilia. In particolare, i referenti dell'autorita' giudiziaria hanno rappresentato che l'associazione mafiosa non si e' limitata ad infiltrarsi nel comune ma lo ha «occupato» nei suoi settori nevralgici, e hanno, altresi', evidenziato che l'attuale pericolosita' del sodalizio e' comprovata dall'esistenza di una struttura organizzata che consente la latitanza del capo clan. Il prefetto di Latina ha poi trasmesso l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000. Il Comune di Aprilia e' inserito in un territorio interessato dalla presenza di cosche mafiose di matrice soprattutto calabrese che, nel tempo, vi si sono radicate, infiltrandone il tessuto sociale ed economico. Attualmente e' egemone un sodalizio criminale che, come ricostruito dalla sopracitata indagine, nasce dalla perfetta sintonia delle cosche calabresi con la consorteria autoctona apriliana, ed e' principalmente dedito: al traffico di stupefacenti; alle attivita' illecite di estorsione aggravata, rapina, lesioni e minaccia, finalizzate alla affermazione del sodalizio rispetto ad altre organizzazioni concorrenti; all'usura e all'esercizio abusivo dell'attivita' finanziaria ai danni di commercianti e imprenditori; alla detenzione e al porto di armi, occorrenti per la commissione dei reati-fine e per mantenere il controllo del territorio. Le risultanze della citata indagine hanno messo in luce lo stabile inserimento del suddetto sodalizio nei gangli della pubblica amministrazione e nel tessuto economico della citta', operando nei circuiti legali per mezzo di imprese riconducibili alla consorteria o ad essa collegate, mirando ad acquisire in modo diretto o indiretto la gestione e, comunque, il controllo di attivita' economiche, di appalti e servizi pubblici, oltre al rilascio di autorizzazioni e provvedimenti amministrativi di favore per realizzare profitti o vantaggi di natura illecita, a tal fine avvalendosi dell'ausilio di esponenti delle pubbliche istituzioni locali. Il prefetto di Latina ha, innanzitutto, posto in risalto come l'attuale amministrazione comunale sia in assoluta continuita' politico-amministrativa con la precedente consiliatura (2018-2023), particolarmente riguardo alle figure di vertice della compagine, atteso che il sindaco aveva ricoperto il ruolo di vicesindaco e assessore nella precedente giunta. In ragione della sopra descritta continuita', l'azione ispettiva si e' focalizzata anche su fatti e comportamenti riconducibili alla precedente consiliatura, da ritenersi idonei ad assumere rilievo e valenza sintomatica anche dell'attuale situazione politica e amministrativa dell'ente. Le risultanze investigative hanno fatto emergere per buona parte degli amministratori, oltre che per alcuni dipendenti dell'ente, legami di parentela e/o solide frequentazioni con soggetti appartenenti o vicini alla locale criminalita' organizzata. In particolare, la commissione d'indagine ha accertato la presenza, tra i sottoscrittori di una lista collegata al sindaco nella tornata elettorale del 2023, di soggetti collegati direttamente o indirettamente all'associazione mafiosa apriliana. Al riguardo, viene evidenziato che nel corso della precedente tornata elettorale ha avuto origine il patto politico-mafioso tra il primo cittadino eletto e i sodali del clan apriliano, impegnati nel procurare voti e sostegno finanziario alla sua candidatura a consigliere prima e a sindaco poi, come certificato dalla sottoscrizione della lista collegata al sindaco da parte dei familiari di uno dei principali promotori e organizzatori di detto sodalizio. Rapporti parentali, diretti o indiretti, con esponenti criminali ovvero soggetti contigui al locale contesto malavitoso vengono rilevati anche nei riguardi di dipendenti comunali e delle societa' partecipate, alcuni di questi, peraltro, direttamente gravati da precedenti penali. Un significativo indice di concreta compromissione dell'attivita' amministrativa in favore della logica mafiosa e' stato rinvenuto nella vicenda relativa alla realizzazione di medie strutture di vendita in zona F1 del Piano regolatore generale, oggetto di due diverse deliberazioni del consiglio comunale, la prima nel 2022, la seconda nel 2024 sotto l'ultima amministrazione eletta, in cui e' apparsa evidente l'influenza esercitata nei confronti dell'amministrazione comunale da parte di imprenditori vicini alla criminalita' organizzata. In particolare, in entrambe le deliberazioni - l'ultima delle quali corredata del parere favorevole di regolarita' tecnica reso dal dirigente ad interim del settore urbanistica, al contempo dirigente del settore lavori pubblici - veniva ammessa la possibilita' di localizzare strutture medie di vendita in aree a destinazione d'uso pubblico locale (segnatamente adibite a scuole elementari), senza approvare alcuna variante ai sensi della normativa urbanistica vigente, sulla scorta di un mero atto d'indirizzo interpretativo volto ad eludere le attuali specifiche indicazioni di destinazione d'uso previste dal Piano, reputate indicative e non vincolanti al fine di consentire ad un'impresa contigua al sodalizio criminale apriliano di presentare due istanze di permesso di costruire per la realizzazione di fabbricati da adibire ad esercizi di somministrazione di bevande e vendita alimentare. Dagli atti della sopracitata operazione «Assedio» e' emerso un sistema di malaffare, gestito dal sodalizio apriliano, che si e' insinuato nel comune, traducendosi nella commissione di una serie di illeciti volti all'acquisizione della gestione e del controllo di interi settori economici e all'aggiudicazione «privilegiata» di appalti pubblici, questi ultimi, peraltro, offerti dall'amministrazione come corrispettivo dell'appoggio elettorale assicurato dal clan. E' stato quindi tratteggiato un sistema di gestione degli appalti basato su un ricorso ingiustificato agli affidamenti diretti, molto spesso a favore delle medesime ditte riconducibili ai sodali o a soggetti ad essi contigui, in cui veniva sistematicamente omesso l'inserimento degli aggiudicatari nel portale di ANAC della Banca dati nazionale contratti pubblici, cosi' da rendere impossibile ogni controllo successivo, e in cui le tempistiche dei pagamenti dei corrispettivi venivano ridotte in favore di quegli operatori economici. In primo luogo, attraverso l'analisi delle fatture emesse dalle suddette societa' e' stato riscontrato dall'organo ispettivo che a fronte di un numero esiguo di aggiudicazioni inserite nel portale di ANAC, il numero degli affidamenti e' stato ben piu' elevato, per importi rilevanti, principalmente riguardanti lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, interventi di messa in sicurezza di strade comunali ed edifici, gran parte dei quali avrebbero potuto essere affidati ad un'azienda speciale dell'ente. La commissione di indagine ha poi passato in rassegna i rapporti contrattuali intercorsi nell'arco temporale 2018 - 2024 fra il comune e diverse imprese, direttamente o indirettamente riconducibili al sodalizio apriliano, per la maggior parte delle quali le richieste di verifica della documentazione antimafia non erano state inoltrate alle competenti prefetture e sono state presentate dopo l'esecuzione della piu' volte citata operazione «Assedio». Fra queste imprese, molte di quelle sottoposte a controllo dalla Prefettura di Latina sono state attinte da provvedimenti interdittivi antimafia, che, laddove oggetto di impugnazione, hanno superato il vaglio della magistratura amministrativa in sede cautelare. Peraltro per una di queste, riconducibile ad un esponente di vertice del sodalizio, la Corte d'appello di Roma ha revocato il controllo giudiziario volontario previsto dall'art. 34-bis del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, sottolineando il carattere risalente della relativa infiltrazione mafiosa. L'altrettanto esiguo numero di richieste di comunicazione ai sensi dell'art. 87 del codice antimafia ha fatto emergere una generale inosservanza della normativa antimafia in materia di controlli a campione sui titoli autorizzatori rilasciati. Particolarmente degna di nota e' la vicenda relativa al pagamento di una fattura fiscale avente ad oggetto l'anticipazione del 20% dell'importo contrattuale per interventi di rigenerazione urbana finanziati con i fondi del PNRR, interventi appaltati ad un consorzio che aveva affidato l'esecuzione dei lavori ad una sua consorziata. In sede di indagine ispettiva e' emerso che il pagamento della suddetta fattura e' stato effettuato direttamente alla societa' consorziata esecutrice - incaricata dal consorzio giusta procura speciale a gestire il contratto con il comune nonche' a riscuotere ogni somma dovuta quale corrispettivo su un conto corrente dedicato - a seguito di apposita integrazione contrattuale conseguita all'intervento personale dell'amministratore unico della stessa societa' consorziata - quest'ultimo imparentato strettamente con un soggetto ritenuto promotore e organizzatore del sodalizio criminale apriliano - volto ad esercitare pressione sugli uffici comunali competenti. Tanto avveniva in spregio al principio di diritto, condiviso dalla giurisprudenza maggioritaria, in base al quale «la configurazione giuridica del consorzio stabile comporta che il consorzio e' il solo soggetto che domanda di essere ammesso alla procedura e va a stipulare il contratto con l'amministrazione in nome proprio, anche se per conto delle consorziate cui affida i lavori». La commissione d'accesso si e' poi soffermata sull'affidamento del servizio di trasporto pubblico locale rinnovato e piu' volte prorogato in favore di una societa' il cui contitolare viene indicato negli atti dell'indagine «Assedio» come imprenditore «grande elettore» e contiguo all'organizzazione criminale apriliana. In particolare, viene riferito che, sulla base del contenuto di conversazioni riportate nell'ordinanza del GIP, i titolari dell'impresa in questione avevano avuto accesso al contenuto del bando di gara prima della sua pubblicazione e che, attraverso l'intervento diretto degli esponenti politici nei confronti del responsabile unico del procedimento e dei membri della commissione aggiudicatrice, le sorti della gara sono state indirizzate si' da far conseguire la vittoria alla stessa impresa. In relazione a tale vicenda, viene inoltre posta in risalto la posizione del segretario verbalizzante, il quale ha dichiarato di ignorare i fatti e di non essere stato presente al momento finale dell'attribuzione dei punteggi, in aperta contraddizione con i doveri dell'incarico assunto. Il prefetto rileva che tale vicenda appare emblematica dell'essenza del c.d. «comune nel comune», che riflette il progetto voluto e realizzato dal clan apriliano, ossia la disponibilita' di «una schiera di amministratori compiacenti, eletti con il supporto dei voti procacciati dalla cosca, posti al servizio degli interessi dell'organizzazione». Il prefetto evidenzia che la ricostruzione offerta dal giudice per le indagini preliminari nell'ordinanza cautelare trova riscontro nelle risultanze dell'attivita' della commissione d'indagine nell'ambito della gestione degli appalti pubblici, in cui viene rilevata la costante presenza negli uffici comunali dei titolari delle imprese - in particolare quelli contigui o intranei al sodalizio criminale - la scarsa trasparenza e tracciabilita' delle procedure con particolare riguardo alle modalita' di scelta del contraente, la sistematica ingerenza degli esponenti politici nelle scelte gestionali al fine di favorire le richiamate imprese. Viene quindi delineato un contesto ambientale condizionato in cui, attraverso il ripetuto ricorso ad affidamenti diretti e procedure negoziate senza bando per i lavori sottosoglia, sono di fatto elusi, sicuramente in favore delle ditte riconducibili ai sodali del clan o ad essi collegate, i principi di libera concorrenza, rotazione, trasparenza, tracciabilita' e economicita'. Con riferimento al settore degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, che fino al 2023 era incardinato nel settore lavori pubblici, sono emerse numerose criticita' connesse a situazioni di morosita' diffuse protratte nel tempo e carente attivita' di vigilanza e controllo sotto il profilo amministrativo e contabile, finalizzate al mantenimento dei privilegi acquisiti dagli occupanti abusivi, tra cui figurano soggetti imparentati con appartenenti al sodalizio criminale. In ordine alle concessioni in uso di immobili comunali e degli impianti sportivi, il prefetto sottolinea le gravi disfunzionalita' in termini di irregolarita' e di opacita' gestionali, riconducibili a difficolta' oggettive riferite dagli stessi dipendenti del settore preposto e attribuite ad ostacoli frapposti dagli amministratori. Emblematica in tal senso e' la vicenda del chiosco bar all'interno della piscina comunale estiva affidata alla gestione dell'azienda speciale del comune. Da verifiche in loco della guardia di finanza e dagli accertamenti dell'organo ispettivo risulta che il suddetto punto di ristoro e' gestito, di fatto, da un membro di una nota famiglia criminale nonche' affine del capo clan del locale sodalizio apriliano - presidente dell'associazione titolare della concessione d'uso dell'impianto sportivo durante i mesi estivi - in contrasto con quanto previsto dal disciplinare d'uso, in assenza delle prescritte autorizzazioni amministrative e sanitarie. Tale situazione di conclamata illegalita', come evidenziato dal prefetto, e' risultata non solo nota ma anche avallata dagli organi di vertice dell'amministrazione, i quali si sono fattivamente adoperati compulsando l'organismo di liquidazione dell'azienda concessionaria al fine di salvaguardare gli interessi economici e privatistici della stessa famiglia criminale. Quanto alla gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalita' organizzata, il prefetto rileva il perdurante disinteresse dell'amministrazione comunale all'acquisizione di tali beni, che si e' tradotto in una immotivata assenza dalle conferenze di servizi indette nel 2023 dall'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalita' organizzata (ABNSC) per l'assegnazione di diversi immobili, anche di pregio, fra cui un immobile confiscato ad un membro della sopracitata famiglia criminale. Disinteresse che e' stato da ultimo ribadito in occasione della riunione preliminare all'ultima conferenza dei servizi indetta dall'ABNSC nel mese di luglio 2024, all'indomani dell'arresto del sindaco. Come attentamente sottolineato dal prefetto, «cio' ha impedito alla collettivita' apriliana di fruire di beni sottratti ai patrimoni illeciti, disconoscendone la valenza simbolica e, quindi, in spregio ai principi fondamentali che fondano l'azione di contrasto alla criminalita' organizzata.». Analoghe criticita' sono state, infine, riscontrate nella riscossione delle entrate tributarie e dei canoni concessori, rispetto alla quale e' stata segnalata una diffusa approssimazione che ha contribuito a creare i presupposti di una condizione finanziaria delicata, in parte attribuibile anche all'insussistenza di un meccanismo di controllo esterno che consentisse di verificare l'effettivo pagamento delle entrate comunali da parte dei contribuenti, situazione ben nota ai vertici politici e burocratici che si inserisce in un contesto caratterizzato da sacche di grave evasione. I contenuti delle menzionate relazioni hanno evidenziato la sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti tra componenti dell'amministrazione locale ed esponenti della criminalita' organizzata di tipo mafioso. Tali elementi, come condiviso all'unanimita' nella riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica integrato con la partecipazione del Procuratore della Repubblica f.f. presso il Tribunale di Latina e del Procuratore della Repubblica-DDA di Roma, concorrono a delineare un quadro complessivo connotato, da un lato, dalla presenza nel contesto territoriale di gruppi criminali di tipo mafioso in rapporto con il tessuto politico-amministrativo, dall'altro, da una precarieta' delle condizioni funzionali dell'ente, che assumono un evidente significato indiziario anche di permeabilita' all'ingerenza della criminalita' organizzata che da parte dell'apparato burocratico-amministrativo, la cui azione si e' caratterizzata per comportamenti omissivi sul piano dei controlli e per aver rinunciato ad ogni funzione diretta a ripristinare il pieno rispetto della legalita'. L'analisi complessiva dei fatti innanzi descritti, le connessioni e le contiguita' tra amministratori, imprese e criminalita' organizzata, nonche' il disordine amministrativo, verificato in diversi settori dell'ente, porta ad una valutazione di forti condizionamenti dell'imparzialita' degli organi elettivi e di compromissione del buon andamento dell'azione amministrativa. Cio' ha determinato un grave pregiudizio agli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. Sebbene il processo di ripristino della legalita' nell'attivita' del comune sia gia' iniziato con la gestione provvisoria dell'ente affidata al commissario straordinario, ai sensi dell'art. 141 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in considerazione dei fatti suesposti e per garantire il completo affrancamento dalle influenze della criminalita', si ritiene, comunque, necessaria la nomina della commissione straordinaria di cui all'art. 144 dello stesso decreto legislativo, anche per scongiurare il pericolo che la capacita' pervasiva delle organizzazioni criminali possa di nuovo esprimersi in occasione delle prossime consultazioni amministrative. L'arco temporale piu' lungo previsto dalla vigente normativa per la gestione straordinaria consente anche l'avvio di iniziative e di interventi programmatori che, piu' incisivamente, favoriscono il risanamento dell'ente. Rilevato che il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143 del citato decreto legislativo, per le caratteristiche che lo configurano, puo' intervenire finanche quando sia stato gia' disposto provvedimento per altra causa, differenziandosene per funzioni ed effetti, si propone l'adozione della misura di rigore nei confronti del Comune di Aprilia, con conseguente affidamento della gestione dell'ente locale ad una commissione straordinaria cui, in virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite specifiche competenze e metodologie di intervento finalizzate a garantire, nel tempo, la rispondenza dell'azione amministrativa alle esigenze della collettivita'. In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 10 aprile 2025
Il Ministro dell'interno: Piantedosi |
| Parte di provvedimento in formato grafico |
| Art. 2
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 23 aprile 2025
MATTARELLA
Meloni, Presidente del Consiglio dei ministri
Piantedosi, Ministro dell'interno
Registrato alla Corte dei conti il 5 maggio 2025 Interno, reg. n. 1550 |
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