Gazzetta n. 96 del 26 aprile 2025 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 27 marzo 2025
Scioglimento del consiglio comunale di Tremestieri Etneo e nomina della commissione straordinaria.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel Comune di Tremestieri Etneo (Catania) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 14 e 15 marzo 2021;
Visto il decreto del Presidente della Regione Siciliana in data 29 maggio 2024, con il quale e' stata dichiarata la cessazione dalla carica del sindaco e della giunta comunale del Comune di Tremestieri Etneo a seguito delle dimissioni rassegnate dal primo cittadino dell'ente locale e, contestualmente, nominato il commissario straordinario;
Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico ed assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 27 marzo 2025, alla quale e' stato debitamente invitato a partecipare il presidente della Regione Siciliana;

Decreta:

Art. 1

Il consiglio comunale di Tremestieri Etneo (Catania) e' sciolto.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Nel Comune di Tremestieri Etneo (Catania), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative tenutesi il 14 e 15 marzo 2021, sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica.
All'esito dell'indagine di polizia giudiziaria denominata «Pandora», che aveva evidenziato possibili forme di condizionamento dell'amministrazione locale da parte di organizzazioni della criminalita' organizzata, il prefetto di Catania, con decreto del 31 maggio 2024, successivamente prorogato, ha disposto, per gli accertamenti di rito, l'accesso presso il suddetto comune, ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Pochi giorni prima, a seguito delle dimissioni dalla carica rassegnate dal sindaco del Comune di Tremestieri Etneo, il presidente della Regione Siciliana, con decreto del 29 maggio 2024, aveva nominato un commissario straordinario conferendogli i poteri del sindaco e della giunta comunale.
Al termine dell'accesso ispettivo la commissione incaricata ha depositato le proprie conclusioni sulle cui risultanze il prefetto di Catania, sentito il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica nella seduta del 3 dicembre 2024 - consesso integrato per l'occasione con la partecipazione del Procuratore generale della Repubblica presso la Corte d'appello e del procuratore della Repubblica della direzione distrettuale antimafia di Catania, che si e' espresso condividendo all'unanimita' le valutazioni e le conclusioni dell'organo ispettivo - ha trasmesso l'allegata relazione che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
La posizione geografica del Comune di Tremestieri Etneo, il cui territorio e' unito in una sostanziale continuita' urbanistica a quello del capoluogo metropolitano, ha favorito la presenza dei medesimi sodalizi criminali catanesi riferibili a famiglie mafiose affiliate a «cosa nostra», consorterie che operano interferendo illegalmente sia con il tessuto economico di quel territorio sia con alcuni amministratori locali al fine di condizionare la gestione della cosa pubblica. Il quadro generale sopra descritto e' stato confermato ed attualizzato dagli esiti della predetta operazione giudiziaria che, peraltro, ha fatto rilevare proprio su quel territorio, come evidenziato nella relazione del prefetto di Catania, una nutrita, e quantomeno anomala, presenza fisica di numerosi affiliati a uno dei clan egemoni del catanese.
L'accesso ispettivo ha posto in rilievo una continuita' politico-amministrativa protrattasi per molti anni, come del resto comprovato dalla stessa conferma del primo cittadino, al suo secondo mandato consecutivo, ottenuta nelle elezioni del 2021. Tale valutazione, ben rappresentata nella relazione prefettizia, e' ulteriormente avvalorata dal fatto che, salvo la posizione di un solo componente, la giunta comunale di Tremestieri Etneo e' costituita da amministratori che in buona parte vantano un lungo «curriculum» politico nell'ambito locale. Analoghe considerazioni possono essere estese a molti dei componenti l'organo consiliare.
L'indubbia continuita' politico-amministrativa, che ha caratterizzato l'amministrazione comunale di Tremestieri Etneo soprattutto a decorrere dall'anno 2015 e fino al marzo del 2024, ha indotto la commissione d'indagine a estendere l'attivita' di verifica anche a fatti o elementi considerati significativi ai fini ispettivi, anche se temporalmente antecedenti alle elezioni amministrative del 2021. Infatti, la relazione prefettizia, sulla base delle risultanze della menzionata operazione giudiziaria - che ha preso l'avvio nel 2018 e che si e' conclusa nel 2022 - nonche' delle verifiche effettuate in sede ispettiva, ha posto in rilievo l'esistenza di un potere coeso che, almeno dal 2015, governa le sorti del Comune di Tremestieri Etneo.
Come diretta conseguenza delle indagini di cui sopra e su richiesta della locale direzione distrettuale antimafia, e' stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania un'ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di trenta soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di scambio elettorale politico-mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione e istigazione alla corruzione e turbata liberta' degli incanti. Inoltre, l'operazione giudiziaria ha fatto emergere molti episodi di natura corruttiva concernenti il rilascio di concessioni e permessi edilizi nonche' l'assegnazione di lavori a imprenditori vicini all'amministrazione comunale.
Nell'ambito della stessa indagine sono emerse significative compromissioni del procedimento elettorale relativo alle consultazioni svoltesi nel marzo 2021, con il coinvolgimento di quarantaquattro persone tra consiglieri comunali uscenti e altri soggetti del contesto locale, poiche' erano state raccolte a sostegno delle liste elettorali alcune firme risultate false. Cosi' come falsamente autenticate da alcuni consiglieri comunali sono risultate oltre 500 firme di sottoscrittori di diverse liste a sostegno del sindaco.
Tra i soggetti colpiti dalla misura cautelare figurano anche amministratori dell'ente locale, tra cui il sindaco e un ex consigliere comunale, nonche' funzionari comunali, professionisti e imprenditori, tutti soggetti ritenuti facenti parte di un sistema distorto e illecito volto ad assicurare, tra l'altro, il sostegno di esponenti mafiosi alla candidatura del sindaco nella tornata amministrativa del 2015; risultato elettorale di fatto ottenuto e poi riconfermato con il secondo mandato nelle elezioni tenutesi nel marzo 2021.
A tal riguardo, viene precisato che al primo cittadino vengono contestati i reati di cui agli articoli 110 e 416-ter comma 1 e 2 c.p., in quanto, avvalendosi in particolare della intermediazione di un ex amministratore comunale ritenuto contiguo alle locali consorterie, avrebbe accettato la promessa di voti utili alla sua elezione da parte del crimine organizzato.
In particolare l'impianto accusatorio, che risulta avvalorato da acquisizioni documentali e da riscontri tratti da dichiarazioni di collaboratori di giustizia, ha messo in rilievo il ruolo assunto nella vicenda giudiziaria anzidetta dal sindaco di Tremestieri Etneo, al quale viene imputato di aver accettato la promessa di voti per la sua elezione in cambio di illecite intromissioni nelle concessioni di appalti pubblici e di altri favori concretizzatisi in numerosi episodi di natura corruttiva, soprattutto in materia di concessioni edilizie.
Quanto emerge dagli esiti ispettivi e dall'analisi complessiva degli atti di indagine, comprensivi dei contenuti delle intercettazioni effettuate ai soggetti indagati, ha consentito di disvelare l'esistenza di un consolidato contesto di contiguita' tra esponenti di vertice del clan mafioso egemone con politici locali, in particolare, con il primo cittadino di Tremestieri Etneo, il quale, pienamente consapevole di entrare in contatto con soggetti controindicati, mostrava di avere piena contezza del contesto criminale mafioso «cui poter eventualmente fare affidamento in caso di necessita'».
Come conseguenza dell'applicazione nei confronti del sindaco di una delle misure coercitive di cui agli articoli 284, 285 e 286 c.p.p., il prefetto di Catania, in data 17 aprile 2024, ha riconosciuto che nel caso specifico ricorresse la sussistenza della causa di sospensione dalla carica dello stesso amministratore, e cio' ai sensi dell'art. 11, comma 2, del decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235.
Le richieste avanzate dalla Procura di Catania nell'ambito del processo svolto con il rito abbreviato nato dall'inchiesta Pandora, su presunte infiltrazioni della criminalita' organizzata ed episodi di corruzione, sono state accolte dal competente tribunale che ha condannato il primo cittadino di Tremestieri Etneo ad otto anni di reclusione per voto di scambio politico mafioso e per alcuni presunti atti di corruzione, mentre un ex consigliere comunale, indicato dall'accusa come il collegamento tra la politica e l'organizzazione criminale «cosa nostra» e' stato condannato a sette anni e due mesi di reclusione per concorso esterno e voto di scambio-politico mafioso.
Il quadro rappresentativo e certamente non edificante della compagine politico-amministrativa dell'ente locale e' ulteriormente aggravato dal fatto che sette consiglieri comunali, molti dei quali vicini al sindaco per esperienze pregresse e per affinita' politiche, nel gennaio 2023 sono stati rinviati a giudizio per gravi illeciti correlati alle operazioni elettorali riferite alla tornata amministrativa il cui svolgimento era previsto nell'anno 2020, ma che poi, anche a causa delle irregolarita' denunziate, e' stata rinviata all'anno successivo.
Il prefetto di Catania ha sottolineato che dal contesto risultante dalla soprariferita operazione giudiziaria emerge la compromissione complessiva della gestione dell'ente locale, dalla quale si delinea un quadro di insieme caratterizzato da uno specifico e distorto modus operandi che ha consentito, da un lato, di privilegiare anche interessi di soggetti vicini, contigui o intranei ad organizzazioni criminali e, dall'altro, il consolidarsi di un sistema amministrativo-gestionale acquiescente a fenomeni distorsivi che ha favorito l'estendersi della illegalita' nel comune, determinando uno sviamento degli interessi pubblici in favore di quelli della criminalita' organizzata.
Gli accertamenti ispettivi hanno fatto emergere che gli episodi corruttivi non solo hanno riguardato il vertice politico-amministrativo dell'ente, ma anche parte dell'apparato burocratico, nonche' tecnici e titolari di imprese, figure queste ultime esterne all'amministrazione; peraltro lo stesso sindaco di Tremestieri Etneo nel corso di un interrogatorio reso all'autorita' giudiziaria inquirente il 12 giugno 2024 ha ben descritto il suo ruolo all'interno di quel sistema qualificandosi come «un facilitatore tra l'imprenditore, il progettista e l'ufficio tecnico».
In particolare, l'analisi degli atti acquisiti in sede ispettiva e riferibili all'arco temporale 2018/2023 ha confermato gli esiti delle indagini, disvelando una gestione personalistica del primo cittadino soprattutto in materia urbanistica e di gestione del territorio; a cio' si aggiunge l'assenza di controlli sul territorio per la sostanziale inoperativita' del locale comando di polizia municipale che, di fatto, ha favorito il fenomeno dell'abusivismo edilizio.
A questo proposito e' significativo quanto riferito dall'organo ispettivo in merito alla giacenza presso gli uffici comunali competenti di circa un migliaio di istanze di sanatoria edilizia, dato abnorme se si considera il dato demografico (poco piu' di 19.000 abitanti) del Comune di Tremestieri Etneo.
Da tale grave situazione gestionale sono derivati i numerosi episodi di corruzione in cui sono coinvolti anche alcuni dipendenti comunali. La relazione prefettizia, a titolo esemplificativo delle illiceita' rilevate, fa menzione della irregolare determinazione degli oneri urbanistici, tutti effettuati a danno delle casse comunali, o alle omesse verifiche e controlli degli abusi edilizi. Viene anche fatto riferimento alle pressioni provenienti da piu' parti volte a sollecitare l'approvazione del piano commerciale comunale, atto predisposto dalla passata amministrazione che si e' avvalsa di un professionista coinvolto anch'egli nelle vicende giudiziarie che riguardano il comune.
La commissione d'indagine ha segnalato molteplici profili di criticita' riguardanti le procedure di appalto e di affidamento poste in essere dagli uffici comunali. Nello specifico e' stata approfondita la posizione di una ditta che ha percepito nel periodo 2018/2023 oltre 123.000 euro per svolgere assistenza tecnica al software web per la gestione della trasparenza del servizio rifiuti, societa' riferibile a un soggetto compartecipe di interessi riconducibili alla malavita organizzata calabrese. Rapporti controindicati sono stati ben descritti dal prefetto di Reggio Calabria nella parte motivazionale del provvedimento ex art. 94-bis, commi 1 e 2 del decreto legislativo n. 159/2011 emesso nei confronti di un'altra societa' il cui contesto gestionale e' anch'esso riconducibile al suddetto imprenditore.
Viene riferito anche della posizione di una associazione cinofila che ha ricevuto dal comune pagamenti ammontanti a oltre 123.000 euro tra il 2018 e il 2024 per il ricovero di cani randagi, e cio' in assenza di alcun contratto o convenzione di affidamento del servizio; inoltre, dalla documentazione rinvenuta agli atti, non risultano effettuati controlli ne' registrazioni del numero di animali affidati in custodia. Rileva inoltre che alle dipendenze della societa' risultano alcuni soggetti controindicati di cui uno inserito (benche' privo di precedenti penali ostativi) «in circuiti limitrofi alla locale criminalita' organizzata».
L'attivita' ispettiva ha posto una particolare attenzione al patrimonio immobiliare comunale e, segnatamente, alla gestione dei beni confiscati alla criminalita' organizzata. A questo proposito, e' stato approfondito l'iter amministrativo/giudiziario relativo a un immobile confiscato a un esponente di un locale clan mafioso, affidato sin dal 2017 al comune e sul quale e' in corso la realizzazione di un progetto finanziato con i fondi del PNRR per la sua riqualificazione e successiva assegnazione alla polizia municipale.
Dagli accertamenti effettuati e' risultato che il bene, benche' oggetto di sgombero forzoso degli occupanti gia' dal 2016, e' stato utilizzato ininterrottamente dai familiari dell'ex proprietario fino al mese di agosto 2024, allorche' e' stato riconsegnato alla ditta incaricata dei lavori di ristrutturazione. Viene evidenziato, altresi', che le chiavi dell'immobile fossero conservate negli uffici della polizia municipale, cio' a dimostrazione del fatto che il comune, nel caso specifico, ha tenuto un comportamento di sostanziale complicita' con gli occupanti abusivi lasciando che l'immobile continuasse per anni a essere utilizzato dagli stessi soggetti ai quali era stato confiscato.
Anomalie e irregolarita' sono state individuate dalla commissione d'indagine riguardo all'iter procedurale seguito nella fase istruttoria e in quella decisionale in una pratica di sanatoria edilizia presentata da soggetti ritenuti intranei alla locale consorteria mafiosa egemone e in rapporto di parentela con un ex amministratore comunale. E' stato accertato che risultano pendenti presso gli uffici comunali istanze di sanatoria presentate dai suddetti, richieste formalmente gia' esitate negativamente con l'avvio del procedimento di diniego delle sanatorie sin dal marzo 2008, senza pero' che siano state portate a conclusione, nonostante i molti anni trascorsi, omettendo cosi' di procedere secondo legge con la demolizione dei manufatti abusivi. E' al riguardo sintomatico che il relativo fascicolo, concernente la predetta sanatoria, fosse depositato in luogo diverso dal pertinente archivio, presumibilmente per renderne difficile il reperimento.
Irregolarita' gestionali e finanziarie sono state rilevate anche nel contratto di affidamento del servizio di illuminazione pubblica, nel corso della cui esecuzione sono stati registrati notevoli incrementi dei costi rispetto a quelli preventivati, aumenti dovuti a errori nella stipula della relativa convenzione del servizio nonche' nelle fatturazioni successive nelle quali sono stati pagati illegittimamente costi aggiuntivi a quelli pattuiti, determinando gravi danni alle casse comunali e ripercussioni sugli stessi equilibri di bilancio.
Tali elementi, come gia' evidenziato, sono stati oggetto di esame e valutazione nel corso del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. In tale sede i rappresentanti dell'organo giudiziario - considerato il quadro d'insieme cosi' come emerso dai contenuti della menzionata ordinanza di custodia cautelare, nonche' dai diversi significativi episodi evidenziati dall'organo ispettivo - hanno sottolineato come il contesto e il funzionamento del Comune di Tremestieri Etneo sia, allo stato, assolutamente compromesso, ritenendo sussistenti le condizioni per lo scioglimento dell'ente locale.
Le circostanze analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno dunque rilevato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Tremestieri Etneo, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Tremestieri Etneo (Catania), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 24 marzo 2025

Il Ministro dell'interno: Piantedosi
 
Art. 2

La gestione del Comune di Tremestieri Etneo (Catania) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dr.ssa Giuseppina Maria Patrizia Di Dio Datola - viceprefetto;
dr.ssa Maria Salerno - viceprefetto;
dr. Vincenzo Lo Fermo - dirigente di seconda fascia Area 1.
 
Allegato

Prefettura di Catania
Ufficio Territoriale del Governo
OGGETTO: Comune di Tremestieri Etneo - Commissione d'Indagine per
l'accesso ai sensi dell'art. 143 del Decreto Legislativo 18 agosto
2000 n. 267, come sostituito dall'art. 2 comma 30 della Legge 15
luglio 2009 n. 94

Parte di provvedimento in formato grafico

 
Art. 3

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 27 marzo 2025

MATTARELLA

Tajani, il Vicepresidente ex
articolo 8, comma 1, della legge 23
agosto 1988, n. 400

Piantedosi, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 4 aprile 2025 Ufficio di controllo sugli atti del Ministero dell'interno, n. 1064