Gazzetta n. 190 del 16 agosto 2023 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 18 luglio 2023
Nomina della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del Comune di Orta Nova (Foggia).


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visto il proprio decreto in data 12 giugno 2023, con il quale, ai sensi dell'art. 141, comma 1, lettera b), n. 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, il consiglio comunale di Orta Nova (Foggia) e' stato sciolto a causa delle dimissioni del sindaco;
Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico ed assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 17 luglio 2023;

Decreta:

Art. 1

La gestione del Comune di Orta Nova (Foggia) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott.ssa Maria Rita Iaculli - viceprefetto a riposo;
dott. Angelo Caccavone - viceprefetto;
dott. Francesco Fasano - dirigente di seconda fascia - Area I.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Nel Comune di Orta Nova (Foggia), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 26 maggio 2019, sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione locale, nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Gli esiti di attivita' investigative, dettagliati esposti su presunte irregolarita' nello svolgimento di attivita' amministrative, nonche' l'emergere di vicende che hanno interessato i vertici dell'amministrazione comunale di Orta Nova, hanno posto in evidenza possibili collegamenti tra amministratori e dipendenti comunali con ambienti della criminalita' organizzata, motivi per i quali il prefetto di Foggia con decreto del 12 ottobre 2022, ha disposto l'accesso presso il suddetto comune per gli accertamenti di rito, attivita' ispettiva che e' stata poi prorogata per ulteriori tre mesi ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Al termine dell'accesso ispettivo la commissione incaricata ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il prefetto di Foggia, sentito nella seduta del 23 maggio 2023 il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica della direzione distrettuale antimafia di Bari e del procuratore aggiunto della Repubblica di Foggia, ha trasmesso l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
Successivamente, a seguito delle dimissioni del sindaco rassegnate in data 28 aprile 2023, l'amministrazione comunale e' stata sciolta con decreto del Presidente della Repubblica del 12 giugno 2023 ai sensi dell'art. 141, comma 1, lettera b), n. 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Il Comune di Orta Nova, come altre aree della Provincia di Foggia, e' caratterizzato dalla presenza di «un sodalizio criminale radicato in quella zona» attivo nel narcotraffico, nelle rapine, nel traffico di rifiuti e nella sistematica contaminazione dell'economia legale tipica della «mafia degli affari» che viene attuata anche attraverso il condizionamento della vita politica e sociale di quella comunita', forte dei collegamenti con i principali gruppi mafiosi della Provincia di Foggia come hanno dimostrato le numerose operazioni di polizia avviate gia' dagli anni '90 e i successivi sviluppi avutisi anche in anni piu' recenti.
A tal riguardo, riferisce il prefetto di Foggia che i principali componenti della locale cosca mafiosa «presentano collegamenti con esponenti dell'attuale Amministrazione comunale o con appartenenti alla compagine gestionale del Comune Ortese», rapporti tanto intensi che, come ricostruito dalla commissione d'indagine, hanno determinato «una vera e propria decomposizione del munus pubblico» di fatto asservito agli interessi della criminalita' organizzata.
Rapporti personali e di vicinanza alla locale cosca sono stati evidenziati nei riguardi del sindaco di Orta Nova e del presidente del consiglio comunale, i quali con le loro condotte si sono mostrati succubi se non in una condizione «di vera e propria compiacenza» che, in particolare, si e' manifestata in occasione dei funerali di uno stretto congiunto del capo clan locale, alle cui esequie i predetti amministratori hanno partecipato nonostante che l'ordinanza del questore di Foggia disponesse il divieto di celebrazione di funerali in forma pubblica e la prescrizione che il rito si dovesse tenere presso il cimitero di Orta Nova alla sola presenza dei piu' stretti parenti.
In totale dispregio del provvedimento questorile, peraltro motivato da ragioni di ordine e sicurezza pubblica, oltreche' degli indirizzi forniti verbalmente al sindaco dal prefetto di Foggia circa l'opportunita' di condividere ed appoggiare le prescritte restrizioni, il primo cittadino di Orta Nova ha invece proclamato il lutto cittadino ed invitato i titolari delle attivita' produttive cittadine a sospendere il lavoro durante la celebrazione dei funerali, fatto che ha avuto ampia risonanza anche sulla stampa nazionale; a cio' si aggiunge la personale e premurosa partecipazione al rito del sindaco e del presidente del consiglio comunale in spregio al ruolo istituzionale che quelle cariche elettive avrebbero dovuto tenere nella particolare circostanza per il dovuto rispetto a prescrizioni disposte da un'autorita' di pubblica sicurezza.
Sul punto la relazione prefettizia ha sottolineato l'«inammissibile asservimento» mostrato dal primo cittadino di Orta Nova alla locale cosca mafiosa, atteggiamento che si e' accompagnato nel tempo a «un generale disimpegno istituzionale che di fatto ha consentito "una compiacenza" dell'ente per imprese contigue a realta' mafiose accertate».
Il consigliere comunale e presidente dell'organo consiliare, oltre alla surriferita vicenda, e' risultato avere numerose frequentazioni con soggetti controindicati del contesto mafioso locale. Egli riveste, ininterrottamente, cariche in seno all'amministrazione comunale di Orta Nova dal 2011; e' stato anche assessore alle attivita' produttive e vice sindaco e risulta essere il cognato di un noto pregiudicato. Nella relazione prefettizia vengono dettagliatamente esaminate le molteplici compartecipazioni societarie che uno stretto congiunto del citato amministratore condivide con soggetti riconducibili alla predetta consorteria. Inoltre, i contenuti di un'annotazione di polizia giudiziaria redatta dal comandante pro-tempore dei vigili urbani di Orta Nova, compendiata in un esposto indirizzato alla competente autorita' giudiziaria, evidenziano il ruolo di promotore che il presidente del consiglio ha avuto in una procedura di affidamento del servizio di igiene urbana. Viene in particolare riferito dell'indebita ingerenza che il citato amministratore e soggetti contigui al locale contesto criminale, alla presenza dello stesso sindaco, hanno esercitato nelle attivita' preparatorie degli atti amministrativi concernenti il bando di gara per la gestione del menzionato servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani, con cio' esulando dal ruolo riservato alla funzione politica per ingerirsi in attivita' di natura gestionale di esclusiva competenza dell'apparato amministrativo.
L'organo ispettivo pone in rilievo come anche altri amministratori comunali tra i quali il vice sindaco e alcuni assessori abbiano stretti rapporti parentali o di frequentazione con soggetti contigui al locale contesto malavitoso nonche' cointeressenze economiche o compartecipazioni con soggetti gravati da precedenti penali.
Analoghe criticita' vengono rilevate nei riguardi di alcuni dipendenti comunali - tre dei quali sono stati segnalati dal prefetto ai fini dell'adozione delle misure di cui all'art. 143, comma 5, del decreto legislativo n. 267/2000 - per i quali sono state registrate, anche in questi casi, contiguita' con soggetti di notevole spessore criminale, ai vertici del locale contesto mafioso e il cui comportamento ha contribuito a determinare nell'ente un grave stato di compromissione dell'azione amministrativa nel suo complesso con riflessi negativi sul funzionamento dei servizi comunali.
Viene a tal riguardo posto in rilievo come tra gli uffici piu' compromessi vi siano quello economico-finanziario e quello della polizia municipale.
Con riguardo al primo dei menzionati uffici viene messa in risalto la figura di un dipendente molto vicino, per legami familiari, agli esponenti di vertice dell'organizzazione criminale egemone a Orta Nova, dipendente che e' stato favorito nell'espletamento delle procedure interne effettuate dall'ente per la progressione verticale di qualifica professionale; tale procedura, caratterizzata da numerose, gravi e sintomatiche irregolarita', e' subito apparsa orientata alla scelta di quell'unica candidato che di fatto e' stato poi assunto con funzioni di responsabilita' di uno dei settori comunali piu' strategici. Sulla questione la commissione d'indagine ha sottolineato come gli «aggiustamenti» riscontrati nella procedura utilizzata per l'assunzione del dipendente hanno viziato in radice la procedura stessa, in quanto si e' svolta e conclusa in mancanza dei previsti atti di programmazione economico-finanziaria quali, appunto, l'approvazione del bilancio di previsione 2021/2023, il rendiconto di gestione 2020, il piano triennale delle azioni positive 2021/2023, il piano delle eccedenze del personale e del fabbisogno del personale 2021/2023.
Come evidenziato rilevanti criticita' caratterizzano anche l'ufficio di polizia municipale, che, come anche emerso dalle risultanze investigative di una precedente operazione giudiziaria, registra al suo interno l'allarmante e significativa presenza di alcuni soggetti legati alla cosca locale.
Viene in particolare segnalata la figura di un dipendente, pubblico ufficiale, gia' coinvolto in passato in vicende relative ad un'operazione di polizia giudiziaria per la sua vicinanza al locale contesto criminale. La relazione del prefetto di Foggia pone in rilievo come anche la procedura seguita per l'assunzione del citato dipendente - avvenuta in passato nel corso di una precedente consiliatura - «rifletta quella tendenza agli aggiustamenti» gia' evidenziata per il menzionato funzionario dell'ufficio economico-finanziario; peraltro risulta che il citato dipendente sia stato assunto ed assegnato alle delicate funzioni di agente di polizia municipale nonostante che al momento della prova selettiva fosse privo della patente di guida di categoria B, requisito richiesto per la stessa ammissione al concorso comunale.
Come segnalato dal prefetto di Foggia, tale dipendente della polizia locale e' inserito in un contesto relazionale in cui «torreggia» storicamente la famiglia del locale capo cosca.
L'intensita' di tali rapporti e' stata ulteriormente confermata dalla sentita partecipazione manifestata dal suddetto, anche attraverso la pubblicazione di messaggi sui «social» in occasione dei funerali del menzionato congiunto del locale capo clan.
Viene inoltre riferito di un altro tentativo di «infiltrazione» nell'apparato amministrativo dell'ente da parte di uno stretto congiunto del capo cosca locale che ha partecipato con esito negativo alle prove concorsuali di istruttore economico-finanziario; per tale procedura di selezione il predetto candidato risulta indagato per i reati di falso ideologico commesso da privato e di tentata truffa in quanto accusato di aver presentato un elaborato non suo nell'espletamento della prova scritta.
La relazione prefettizia segnala altresi' la posizione di un altro dipendente comunale, assunto quale autista di scuolabus, gravato da precedenti penali e destinatario di un avviso orale del questore di Foggia. Viene riferito che lo stesso e' stato tratto in arresto in esecuzione di un'ordinanza emessa dal Tribunale di Avellino in quanto accusato, in concorso, dei reati di fabbricazione o detenzione di materiale esplodente, di furto aggravato ed altro, nonche' indagato in quanto facente parte di una banda criminale dedita all'assalto degli sportelli bancomat.
Anche in questo caso viene posto in rilievo il contesto relazionale del menzionato autista «costellato», per rapporti parentali e relazionali, da soggetti contigui alla criminalita' organizzata.
A questo proposito il prefetto di Foggia ha tenuto a rimarcare la «disattenzione istituzionale dell'Amministrazione comunale» concernente la scelta di assegnare il delicato ruolo di trasportare alunni, con i relativi e delicati aspetti di sicurezza degli stessi, ad un soggetto contiguo a pericolosi ambienti criminali foggiani.
Gli esiti ispettivi hanno rilevato una diffusa mala gestio nelle principali attivita' amministrative quale conseguenza, ha riferito il prefetto di Foggia, di «un inquietante intreccio tra gestione del "bene pubblico" e il mondo criminale del malaffare, che passa attraverso la costante disattenzione per le cautele antimafia previste dalla normativa attuale a tutela dell'attivita' contrattuale pubblica».
Piu' nel dettaglio, la commissione d'indagine ha analizzato la procedura di affidamento dei lavori di costruzione di una residenza socio-sanitaria assistenziale a Orta Nova. L'appalto, il cui valore e' di oltre 1.400.000,00 euro, e' stato aggiudicato ad una societa' verso la quale gli uffici comunali non hanno previamente effettuato i prescritti controlli antimafia. Tale societa' risulta legata da rapporti economici con altra ditta riconducibile ad un imprenditore edile che, come emerso da indagini di polizia giudiziaria e da fonti tecniche di prova, risulta contiguo ad esponenti del locale clan mafioso. Inoltre, viene riferito che la predetta aggiudicataria ha stipulato un contratto di subappalto con altra societa' anch'essa riconducibile all'ambiente criminale di Orta Nova che annovera numerosi dipendenti inseriti in un contesto di frequentazione con esponenti malavitosi. Il subappalto e' stato prontamente autorizzato dal comune senza che fosse preventivamente esperito il controllo antimafia, specificamente richiesto nel caso in questione, atteso che le attivita' svolte dall'azienda attengono a quelle elencate nell'art. 1, commi 52 e 53 della legge n. 190/2012, attivita' che obbligano la stazione appaltante a verificare che l'impresa sia iscritta nelle c.d. white list provinciali. Peraltro, risulta che il capitale sociale della ditta subappaltatrice sia stato acquisito da un imprenditore, anch'esso legato alla predetta famiglia mafiosa.
Si osserva altresi' che la menzionata societa' subappaltatrice - cancellata dalle white list provinciali per la mancata istanza di rinnovo dell'iscrizione all'elenco prefettizio - e' stata destinataria da parte del Comune di Orta Nova di affidamento diretto per la fornitura di materiale di cava; cosi' come anche un'altra impresa - gia' riferibile al predetto imprenditore - alla quale e' stata piu' volte richiesta dal comune la fornitura di materiale edile e stradale, senza che venisse preventivamente effettuato il controllo antimafia e senza ricorrere al Mercato elettronico della pubblica amministrazione (MEPA), in assenza di alcuna motivazione di urgenza e in palese violazione dei principi di trasparenza e libera concorrenza
L'azione ispettiva ha inoltre analizzato le modalita' di gestione dei servizi cimiteriali, settore su cui, notoriamente, si concentrano gli interessi della criminalita' organizzata, soffermandosi in particolare sulla procedura per la realizzazione, manutenzione e gestione di loculi per un valore di oltre 1.381.000,00 euro. L'appalto, come piu' dettagliatamente riportato nella relazione prefettizia, e' stato aggiudicato ad un raggruppamento di imprese che a sua volta ha costituito una societa' di scopo per l'esecuzione dei lavori, societa' il cui assetto sociale evidenzia come la stessa sia partecipata da una impresa appartenente ad imprenditori contigui con il locale contesto criminale. Al riguardo viene sottolineata la circostanza che anche in questo caso sono stati omessi i controlli antimafia, risultando acquisita agli atti solo una mera comunicazione antimafia riferita ad una delle societa' che costituivano l'originario raggruppamento (ATI). Sostanzialmente, nei confronti della costituita societa' di scopo non risultano effettuate le prescritte verifiche in violazione, tra l'altro, della legge n. 40/2020 che richiede espressamente l'iscrizione nelle white list provinciali delle imprese che operano nel settore dei servizi cimiteriali.
Come evidenziato dal prefetto di Foggia le vicende societarie descritte adombrano uno schema elaborato per consentire l'esecuzione di lavori ad operatori diversi dal vincitore della procedura di gara e, nel caso di specie, riconducibili ad ambienti controindicati.
Analoghe irregolarita' sono state rilevate in sede ispettiva anche nelle procedure di aggiudicazione dei lavori della pubblica illuminazione e del sistema di videosorveglianza nella villa comunale.
Anche in questa circostanza sono stati omessi i controlli antimafia, limitandosi il Comune di Orta Nova ad acquisire la certificazione dal portale ANAC della ditta aggiudicataria senza invece richiedere la prescritta certificazione antimafia.
Cosi' pure nei riguardi della ditta subappaltatrice dei lavori verso la quale gli uffici comunali, prima ancora di autorizzare il subappalto, avrebbero dovuto accertare l'iscrizione nelle white list atteso che l'oggetto sociale della stessa riguarda l'attivita' di movimento terra. Il prefetto di Foggia, nell'evidenziare che la suddetta societa' subappaltatrice non e' iscritta nelle predette liste prefettizie e che un suo amministratore societario ha frequentazioni con ambienti della criminalita' foggiana, sottolinea che allo stesso indirizzo in cui ha sede la societa' in argomento hanno sede altre due societa' destinatarie di informazione interdittiva antimafia.
Viene al riguardo posta in rilievo la particolare gravita' dei fatti sopra riferiti in quanto i lavori in oggetto, come evidenziato, riguardano anche il sistema di videosorveglianza, strumento aggiuntivo a disposizione delle forze di polizia per la prevenzione e la repressione di reati in un contesto, quale quello ortese, caratterizzato da un alto indice criminale.
Il piu' volte evidenziato atteggiamento inerte ed omissivo dell'amministrazione comunale nelle cautele antimafia si e' manifestato anche nelle modalita' di gestione dei beni confiscati alla criminalita' organizzata atteso che alcuni beni immobili assegnati all'ente sin dal dicembre 2014 sono tuttora inutilizzati.
Analoghe osservazioni valgono anche per la significativa assenza di iniziative evidenziata in occasione delle richieste formulate all'amministrazione comunale dall'agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati (ANBSC) e dal prefetto di Foggia concernenti la presa in possesso di immobili confiscati a componenti del clan mafioso locale. Tali richieste ignorate dal sindaco di Orta Nova manifestano, come evidenziato dal prefetto di Foggia, il « (...) totale spregio del ruolo che il Codice antimafia (art. 48) attribuisce alle amministrazioni comunali, quali attori privilegiati nell'attuazione della strategia di contrasto alla criminalita' organizzata».
Irregolarita' amministrative ed assenza della relativa documentazione agli atti del comune sono stati rilevati in sede ispettiva nelle procedure di rilascio dei permessi di costruire, alcuni dei quali concessi in favore di un familiare del capocosca locale sebbene non siano stati posti in essere alcuni prescritti adempimenti quali, tra gli altri, il versamento degli oneri urbanistici, la mancata comunicazione di inizio lavori, l'autorizzazione sismica, l'indicazione della ditta esecutrice dei lavori, la relativa attestazione del DURC. Irregolarita' in parte analoghe sono state evidenziate per altri permessi a costruire rilasciati a soggetti contigui alla criminalita' organizzata.
Le piu' volte evidenziate condotte accondiscendenti dell'amministrazione comunale nei confronti di esponenti della predetta consorteria locale sono state evidenziate anche per la procedura - caratterizzata da una sintomatica celerita' oltreche' da ripetute illegittimita' - finalizzata al rilascio del permesso di costruire una cappella cimiteriale che la commissione di indagine ritiene sia destinata alla suddetta famiglia mafiosa benche' il titolo edilizio risulti intestato a terze persone. A questo riguardo viene riferito del rilascio «in sanatoria» del permesso di costruzione del manufatto nonostante che lo stesso fosse stato sequestrato dalle forze di polizia per abusi edilizi, titolo rilasciato in violazione dell'art. 31, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 380/2001, ai sensi del quale il responsabile del competente ufficio comunale, una volta accertata l'esecuzione di interventi in assenza di permesso o in totale difformita' dal medesimo, deve ingiungere al proprietario e al responsabile dell'abuso la rimozione o la demolizione del manufatto.
Dall'esame delle risultanze della commissione di indagine e dalla relazione del prefetto di Foggia si evidenzia, oltre a una grave mala gestio della cosa pubblica, una evidente assenza di legalita' dell'azione amministrativa e uno stato di precarieta' degli uffici comunali.
Tali elementi rivelano una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Orta Nova volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Sebbene il processo di ripristino del corretto andamento amministrativo sia gia' iniziato con la gestione provvisoria dell'ente affidata al commissario straordinario, ai sensi dell'art. 141 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in considerazione dei fatti suesposti e per garantire il completo affrancamento dalle influenze della criminalita', si ritiene, comunque, necessaria la nomina della commissione straordinaria di cui all'art. 144 dello stesso decreto legislativo, anche per scongiurare il pericolo che la capacita' pervasiva delle organizzazioni criminali possa di nuovo esprimersi in occasione delle prossime consultazioni amministrative.
L'arco temporale piu' ampio previsto dalla vigente normativa per la gestione straordinaria consente anche l'avvio di iniziative e di interventi programmatori che, piu' incisivamente, favoriscono il risanamento dell'ente.
Rilevato che il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143 del citato decreto legislativo, per le caratteristiche che lo configurano, puo' intervenire anche quando sia stato gia' disposto un provvedimento dissolutorio per altra causa, differenziandosene per funzioni ed effetti, si propone l'adozione della misura di rigore nei confronti del Comune di Orta Nova (Foggia), con conseguente affidamento della gestione dell'ente locale ad una commissione straordinaria cui, in virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite specifiche competenze e metodologie di intervento finalizzate a garantire, nel tempo, la rispondenza dell'azione amministrativa alle esigenze della collettivita'.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 14 luglio 2023

Il Ministro dell'interno: Piantedosi
 
Art. 2

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 18 luglio 2023

MATTARELLA

Meloni, Presidente del Consiglio
dei ministri

Piantedosi, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 25 luglio 2023 Reg. n. 2687
 

Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo di Foggia

Parte di provvedimento in formato grafico