Gazzetta n. 148 del 27 giugno 2023 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 25 maggio 2023
Scioglimento del consiglio comunale di Castiglione di Sicilia e nomina della commissione straordinaria.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel Comune di Castiglione di Sicilia (Catania) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 12 giugno 2022;
Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico ed assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 23 maggio 2023 alla quale e' stato debitamente invitato il Presidente della Regione Siciliana;

Decreta:

Art. 1

Il consiglio comunale di Castiglione di Sicilia (Catania) e' sciolto.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Nel Comune di Castiglione di Sicilia (Catania), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 12 giugno 2022, sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione locale, nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Dalle risultanze di un attento monitoraggio condotto sull'ente locale, basato anche sulle informazioni fornite dalle forze di polizia e sugli approfondimenti operati dal locale centro operativo della direzione investigativa antimafia, riguardanti gli amministratori eletti e i componenti dell'apparato burocratico comunale, sono emerse possibili forme di condizionamento dell'amministrazione locale da parte di organizzazioni criminali operanti sul territorio di Castiglione di Sicilia. Pertanto, il prefetto di Catania, con decreto del 29 luglio 2022, ha disposto l'accesso presso il suddetto comune per gli accertamenti di rito, attivita' ispettiva che e' stata poi prorogata per ulteriori tre mesi ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Al termine della predetta indagine, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il prefetto di Catania, sentito nella seduta del 24 febbraio 2023 il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica integrato con la partecipazione del procuratore distrettuale antimafia, ha trasmesso l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
La relazione prefettizia pone innanzitutto in rilievo il contesto territoriale nel quale e' inserito il territorio di Castiglione di Sicilia, di evidente interesse per le associazioni a delinquere di tipo mafioso, i cui gruppi locali sono storicamente legati ad una delle famiglie mafiose di «cosa nostra» egemone sul versante jonico pedemontano del catanese, come accertato anche giudizialmente in numerose sentenze passate in giudicato che hanno ricostruito l'operativita' di quelle cosche criminali sin dagli anni duemila.
L'attuale amministrazione comunale e' in assoluta continuita' politica e gestionale con la precedente, essendo guidata dallo stesso sindaco e nella quale sono stati confermati molti amministratori gia' eletti o nominati nella consiliatura precedente. La commissione di accesso ha percio' ritenuto di estendere l'azione ispettiva a tutto l'arco temporale «delle due sindacature», e quindi a decorrere dall'anno 2017.
L'organo ispettivo, muovendo la sua attivita' dalle informazioni fornite dalle forze di polizia, ha quindi posto in evidenza i rapporti e le cointeressenze sussistenti tra una parte dell'apparato politico e burocratico comunale con esponenti del locale crimine organizzato. In particolare, viene riferito di un intrecciato e fitto «tessuto relazionale, costituito da rapporti di parentela e di affinita', fra gli amministratori e soggetti gravati da condanne per associazione di stampo mafioso» che riguardano alcuni degli assessori e dei consiglieri comunali, eletti o nominati nelle due ultime consiliature sia nelle file della maggioranza che della minoranza consiliare. Relazioni personali riferite a soggetti «chiave» dell'amministrazione comunale dalle quali non e' esente il primo cittadino, controllato gia' nel giugno 2017, all'indomani delle elezioni amministrative, in compagnia di un noto esponente della cosca locale; peraltro, riferisce il prefetto, che il predetto soggetto controindicato e' sempre stato una costante presenza nelle dinamiche politiche e amministrative del Comune di Castiglione di Sicilia. Rapporti tra amministratori locali ed esponenti della criminalita' organizzata di cui il primo cittadino era perfettamente a conoscenza e che il prefetto di Catania valuta cosi' intensi da poter essere considerati «elemento sintomatico del plausibile sviamento dal perseguimento dell'interesse pubblico nell'azione amministrativa, in favore di quello mafioso».
La commissione prefettizia evidenzia come tali stretti e ininterrotti rapporti tra amministratori comunali e criminalita' organizzata, peraltro rilevati anche in periodi precedenti alle due ultime consiliature, si riflettono ed interferiscono sulle funzioni pubbliche esercitate, come e' avvenuto nel caso (esemplificativamente segnalato dal prefetto di Catania e che meglio sara' precisato in seguito) di percezione di contributi elargiti dall'agenzia per le erogazioni in agricoltura; cosi' anche in favoritismi verso attivita' commerciali ed imprenditoriali.
Il prefetto di Catania formula analoghe considerazioni anche per una parte del personale comunale le cui relazioni parentali dimostrano in tutta evidenza la permeabilita' dell'ente locale agli interessi della criminalita' organizzata; inoltre, viene sintomaticamente posta in rilievo la circostanza che durante l'intero periodo dell'accesso ispettivo il personale assegnato ai diversi uffici comunali non ha mai offerto piena collaborazione alla commissione d'indagine, «mantenendo un atteggiamento dilatorio nella consegna della documentazione richiesta o nel fornire quest'ultima in maniera lacunosa e parziale», nonostante specifiche segnalazioni e sollecitazioni rivolte anche al primo cittadino; al riguardo viene segnalato che il protocollo elettronico richiesto dall'anno 2017 fino all'insediamento della commissione di accesso non e' stato integralmente consegnato in quanto mancante dei dati riferiti al periodo gennaio - maggio 2018, cosi' come in ciascun settore e' risultato mancante il registro delle determine, motivo per cui non e' stato possibile reperire molti di tali provvedimenti, elementi che hanno reso particolarmente difficoltosa la ricostruzione integrale del percorso gestionale dell'amministrazione comunale.
L'organo ispettivo ha comunque potuto accertare «la grave precarieta' funzionale degli uffici e dell'intero apparato burocratico dell'Ente» nonche' la debole legalita' che ha pervaso l'azione amministrativa operata dall'ente locale, come nel caso evidenziato nella relazione prefettizia concernente la nomina del vicesegretario comunale, incarico il cui affidamento risulta viziato sia per quanto attiene agli aspetti procedurali sia per l'assenza dei requisiti soggettivi richiesti dall'art. 13 del decreto del Presidente della Repubblica 4 dicembre 1997, n. 465 in capo al dipendente nominato; analogamente, si e' constatato anche nell'espletamento dei procedimenti di maggior rilievo per l'ente locale che risultano tutti inficiati dalla totale assenza di controlli antimafia, cautele preventive previste obbligatoriamente dalla legge che risultano siano mai state adottate.
Viene riferito, infatti, che da quando e' operativa (dal 2016) la Banca dati nazionale antimafia (BDNA) nessun accesso e' stato effettuato dal Comune di Castiglione di Sicilia, il cui personale, peraltro, risulta abbia mai utilizzato la relativa abilitazione, e cio' nonostante il richiamo inviato dalla prefettura di Catania nel luglio 2020 direttamente al sindaco e all'ufficio del segretario comunale con il quale e' stata segnalata la necessita' di consultare preventivamente la predetta banca dati per richiedere la certificazione antimafia o per verificare l'iscrizione nell'elenco prefettizio dell'operatore economico non soggetto a tentativo di infiltrazione mafiosa (c.d. white list), «circostanza che ha impedito, di fatto, di eseguire le verifiche ed i riscontri antimafia previsti dalla normativa di settore». Solo dal mese di agosto 2022, e dunque successivamente all'insediamento della commissione di accesso, sono pervenute le richieste di abilitazione alla BDNA di tre dipendenti dell'ente, le cui credenziali, pur tempestivamente rilasciate dalla prefettura, sono risultate, a gennaio 2023, non ritirate dagli interessati, con un ulteriore ritardo dell'accreditamento dell'ente e con il perpetuarsi della violazione della normativa antimafia; cio' a dimostrazione di una pervicace ostinazione al non rispetto delle relative procedure di legge «nonostante i ripetuti richiami di attenzione rivolti nel tempo, e anche nel corso dell'attuale gestione amministrativa dell'ente, da parte della prefettura di Catania».
L'assoluta inerzia tenuta in materia dall'amministrazione comunale e dagli uffici preposti ha di fatto comportato l'affidamento diretto di lavori e servizi (talvolta operato in somma urgenza) ad un numero ristretto di ditte, «in spregio a quanto disposto dal codice dei contratti e dal codice antimafia in materia di rotazione». Tali modalita' operative hanno peraltro consentito al comune in questione di procedere alla concessione di beni del patrimonio immobiliare dell'ente locale e al rilascio di licenze comunali a soggetti o imprese privi dei requisiti soggettivi per poter contrattare con la pubblica amministrazione in quanto direttamente o indirettamente legati o riconducibili alla criminalita' organizzata.
La commissione di indagine ha preso in esame gli affidamenti di lavori in somma urgenza che il Comune di Castiglione di Sicilia ha affidato tra il 2017 e il 2022 (nel corso delle due sindacature dell'attuale primo cittadino) evidenziando che alcuni di essi sono stati concessi a ditte direttamente o indirettamente collegate alla criminalita' organizzata, tra le quali anche una ditta individuale appartenente ad un ex amministratore avente stretti rapporti familiari con un noto esponente della locale cosca mafiosa e con un altro ex amministratore che ha svolto il ruolo di assessore e di consigliere comunale, societa' dalla quale il Comune di Castiglione di Sicilia ha noleggiato mezzi d'opera e con affidamenti diretti, ha dato incarico di eseguire lavori di sistemazione di un condotto idraulico.
Assume altresi' particolare significato, come evidenzia il prefetto di Catania, il fatto che il servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti solidi urbani «a partire dal 2017, sia stato affidato - senza che gli uffici comunali abbiano richiesto la documentazione antimafia - a ditte in seguito interdette ai sensi del decreto legislativo n. 159/2011».
Gli elementi del condizionamento dell'amministrazione comunale ed in ogni caso della mala gestio sono inoltre emersi, significativamente, dall'analisi delle procedure seguite per l'esecuzione di lavori, alcuni dei quali, anche in questo caso, riferibili al servizio raccolta rifiuti, eseguiti da un'associazione privata che annovera tra i propri soci persone legate a vario titolo a pregiudicati per reati di mafia. E' a tal riguardo emblematico che il Comune di Castiglione di Sicilia abbia liquidato alla societa' in argomento, in assenza di preventivo e di formale incarico, quindi in assenza del titolo giustificativo della spesa, oltre 330.000 euro, dei quali 69.750 versati dall'economato, per lavori che sarebbero stati invece di pertinenza della ditta regolarmente affidataria del servizio.
La commissione di accesso rileva inoltre che l'assenza di controlli successivi alla presentazione della SCIA (segnalazione certificata di inizio attivita') ha comportato il rilascio di licenze commerciali a soggetti controindicati, gravati da precedenti penali specifici.
L'organo ispettivo ha evidenziato criticita' nella gestione del patrimonio immobiliare comunale. Come gia' accennato in precedenza, e' stato segnalato il rilascio di una concessione di terreni pubblici adibiti a pascolo in favore di un soggetto, il cui coniuge e' gravato da precedenti penali per reati mafiosi nonche' stretto parente di un assessore, che da oltre venti anni conduce alcuni beni comunali; grazie a tale concessione e' stato beneficiario nel solo quinquennio 2017/2022 di oltre 208.000 euro di contributi dall'agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA).
A questo riguardo la relazione della commissione d'indagine ha posto in rilievo che all'atto della stipula della concessione del 24 ottobre 2017 era pienamente operativo uno specifico protocollo d'intesa predisposto il 26 settembre 2016, a cui ha aderito l'ANCI Sicilia e il Parco dell'Etna - di cui fa parte anche il Comune di Castiglione di Sicilia - finalizzato proprio a prevenire le infiltrazioni criminali nel settore agricolo e zootecnico.
Si aggiunge inoltre che nei riguardi della ditta individuale formalmente intestataria della concessione comunale e' stata avviata da parte della prefettura competente per territorio l'istruttoria, ancora in corso, finalizzata all'eventuale emissione di interdittiva antimafia.
Alle rilevate criticita', la relazione prefettizia aggiunge l'inerzia mostrata dal Comune di Castiglione di Sicilia nella gestione dei beni confiscati alla criminalita' organizzata ed assegnati all'ente locale dalla competente agenzia nazionale (ANBSC). Viene riferito infatti di cinque terreni gia' appartenuti ad un imprenditore di riferimento della cosca mafiosa egemone su quel territorio provinciale, beni che attualmente versano in completo stato di abbandono.
La commissione d'indagine ha, inoltre, rilevato che - analogamente a quanto avvenuto per i terreni di proprieta' comunale adibiti a pascolo, per alcuni dei quali, come evidenziato, sono beneficiari soggetti legati alla criminalita' organizzata - l'amministrazione comunale non ha adottato alcun regolamento atto a disciplinarne la corretta gestione.
L'attivita' ispettiva ha fatto emergere gravi disfunzionalita' del servizio economico-finanziario e la totale assenza di controlli e direttive da parte dell'amministrazione comunale, rilevando innanzitutto un non corretto ricorso al servizio economato, frequentemente utilizzato per effettuare pagamenti di somme ingenti, superiori al limite previsto dal regolamento comunale, «in favore di soggetti e imprese gravati da pregiudizi penali o di polizia ovvero contigui ad ambienti criminali» e che risultano in qualche modo «vicine» all'amministrazione comunale. Peraltro, viene segnalato che il responsabile di quell'ufficio non ha mai provveduto a depositare il conto giudiziale alla competente sezione della Corte dei conti.
Per quanto attiene ai tributi locali, viene rilevato come l'attivita' di accertamento e quella di riscossione siano assolutamente inconsistenti, modus procedendi che ha determinato un grave danno per le casse dell'ente. Analoghe inefficienze sono state rilevate anche per la riscossione delle tariffe del servizio idrico ed elettrico gestite dal comune tramite aziende municipalizzate.
Dall'esame delle risultanze della commissione di indagine e dalla relazione del prefetto di Catania si evidenzia, oltre a una grave mala gestio della cosa pubblica, una evidente assenza di legalita' dell'azione amministrativa e uno stato di precarieta' degli uffici comunali.
Tali elementi rilevano una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Castiglione di Sicilia volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Castiglione di Sicilia (Catania), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 22 maggio 2023

Il Ministro dell'interno: Piantedosi

Parte di provvedimento in formato grafico

 
Art. 2

La gestione del Comune di Castiglione di Sicilia (Catania) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott.ssa Maria Salerno - viceprefetto;
dott. Fulvio Alagna - viceprefetto aggiunto;
dott.ssa Mirella Portaro - funzionario economico finanziario.
 
Art. 3

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 25 maggio 2023

MATTARELLA

Meloni, Presidente del Consiglio
dei ministri
Piantedosi, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 31 maggio 2023 Reg. n. 1971