Gazzetta n. 273 del 16 novembre 2021 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 18 ottobre 2021
Nomina della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del Comune di Calatabiano.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel Comune di Calatabiano (Catania) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative dell'11 giugno 2017;
Visto il decreto del Presidente della Regione Siciliana del 9 aprile 2021, con il quale si e' preso atto della decadenza del Consiglio comunale di Calatabiano a causa delle dimissioni contestuali della meta' dei consiglieri comunali assegnati all'ente e, contestualmente, nominato il commissario straordinario in sostituzione del predetto organo decaduto;
Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico ed assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 15 ottobre 2021; alla quale e' stato debitamente invitato a partecipare il Presidente della Regione Siciliana;

Decreta:

Art. 1

La gestione del Comune di Calatabiano (Catania) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott.ssa Alfonsa Calio' - Viceprefetto;
dott. Cosimo Gambadauro - Viceprefetto aggiunto;
dott. Pasquale Crupi - Funzionario amministrativo.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Nel Comune di Calatabiano (Catania), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative dell'11 giugno 2017, sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica.
In relazione ad indagini svolte dalle forze di polizia, che avevano evidenziato possibili forme di condizionamento dell'amministrazione locale da parte di un'organizzazione criminale, il prefetto di Catania con decreto del 24 dicembre 2020, successivamente prorogato, ha disposto, per gli accertamenti di rito, l'accesso presso il suddetto comune, ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
A seguito delle intervenute dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali assegnati all'ente, con decreto del 9 aprile 2021 il presidente della Regione Siciliana ha dichiarato la decadenza del consiglio comunale di Calatabiano e, contestualmente, ha nominato un commissario straordinario con i soli poteri del consiglio comunale.
Al termine dell'accesso ispettivo, in data 26 giugno 2021, la commissione incaricata ha depositato le proprie conclusioni sulle cui risultanze il prefetto di Catania, sentito nella seduta del 21 luglio 2021 il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica della Direzione distrettuale antimafia di Catania, che si e' espresso all'unanimita' con voto favorevole, ha trasmesso l'allegata relazione che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
Le numerose indagini giudiziarie susseguitesi negli anni hanno accertato la pervasiva presenza sul territorio di Calatabiano di diversi gruppi criminali riconducibili alle consorterie mafiose catanesi e messinesi, dalle quali si e' originato un locale clan malavitoso che nel tempo ha permeato e condizionato la vita politico-amministrativa dell'ente locale attuando strategie diversificate per consolidare rapporti con gli organi decisionali dell'ente locale.
In tal senso, la relazione prefettizia ha evidenziato l'esistenza di una intricata e fitta rete di frequentazioni, cointeressenze e parentele, dirette o acquisite, tra diversi amministratori, in particolare il primo cittadino ed altri che ricoprono cariche di vertice nell'amministrazione locale e soggetti controindicati.
L'accesso ispettivo ha posto in rilievo la continuita' amministrativa protrattasi negli anni, atteso che il primo cittadino e' al suo secondo mandato consecutivo ed ha svolto le stesse funzioni anche nel corso della consiliatura sciolta per condizionamenti di tipo mafioso con decreto del Presidente della Repubblica del 10 luglio 2000; inoltre la quasi totalita' dei consiglieri eletti nel 2017 aveva fatto parte del civico consesso gia' nella precedente consiliatura.
Un ulteriore elemento caratterizzante tale continuita' nella rappresentanza amministrativa, oltreche' una gestione «familistica» dell'ente, e' rappresentato dal fatto che l'attuale presidente del consiglio comunale e' legata per motivi di stretta parentela all'indiscusso capo storico della locale organizzazione criminale ed e' sorella del presidente del consiglio in carica all'epoca del citato provvedimento di scioglimento ex art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000 adottato nel 2000. Il predetto risulta, peraltro, coinvolto in recenti operazioni giudiziarie disposte nei confronti di soggetto indagato per il reato di cui all'art. 416-bis c.p. L'attuale presidente del consiglio comunale e', poi, coniuge del figlio di un noto pregiudicato, ucciso a Calatabiano durante una lunga e sanguinosa guerra di mafia.
La relazione prefettizia, avvalendosi delle risultanze della menzionata indagine giudiziaria, ha rappresentato la sussistenza di una commistione di interessi politico affaristici tra il primo cittadino, esponenti del clan mafioso locale ed un imprenditore - in passato eletto consigliere comunale, anch'egli facente parte dell'amministrazione sciolta nel 2000 per condizionamenti di tipo mafioso e riconducibile, come emerso nell'ambito di operazioni giudiziarie alla predetta consorteria - dei quali il sindaco si e' avvalso per avere sostegno elettorale, assicurando in cambio affidamenti diretti di commesse pubbliche o stabilita' e vantaggi lavorativi a soggetti controindicati assunti da ditte o societa' operanti per il Comune di Calatabiano, in cio' facilitato anche da un debolissimo apparato amministrativo, carente delle figure apicali degli uffici comunali spesso sostituite da personale scelto con incarichi a carattere temporaneo o a scavalco con altri enti. E' al riguardo significativo che a uno dei settori strategici dell'ente sia preposto un soggetto individuato con un incarico in convenzione, benche' fosse noto che era stato tratto in arresto nel 2015 per reati aggravati dal metodo mafioso commessi in altro comune presso il quale presta servizio.
L'attivita' della commissione d'accesso ha permesso di accertare come in diversi settori chiave dell'amministrazione, in particolare in quelli preposti alla gestione dei rifiuti solidi urbani e all'affidamento dei lavori e servizi pubblici, si sia operato in «un generale contesto di alterazione» dei procedimenti amministrativi, in assenza di adeguati controlli - in particolare di quelli antimafia posti a tutela del circuito economico legale dai tentativi di infiltrazione della criminalita' organizzata - e della rotazione nella scelta dei contraenti nell'assegnazione dei pubblici affidamenti, in chiara violazione dei principi di trasparenza, imparzialita' e buon andamento dell'azione amministrativa; in relazione a tali aspetti il prefetto di Catania sottolinea come la mala gestio il generale senso di illegalita' «appaiono elementi caratterizzanti la gestione del Comune di Calatabiano».
A tal proposito, assumono valenza emblematica le illecite modalita' seguite dall'amministrazione comunale nelle procedure di affidamento del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani che, come riferito dal prefetto di Catania, hanno contribuito a condizionare la campagna elettorale della primavera del 2017, favorendo la rielezione dell'attuale primo cittadino. Viene posto in rilievo che, negli anni antecedenti l'espletamento della gara con la quale attualmente e' stato affidato il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, il primo cittadino ha volutamente favorito una ditta, alla quale e' stato assegnato direttamente il predetto servizio in virtu' dello stato di emergenza rifiuti in Sicilia, affidamenti poi prorogati ripetutamente alla stessa societa' con ordinanze sindacali per ben quattordici volte senza l'acquisizione delle prescritte certificazioni antimafia.
Dagli atti giudiziari si rileva, inoltre, come il predetto amministratore, dopo le elezioni, abbia mantenuto la promessa elettorale effettuata e sia intervenuto nel rapporto di lavoro dei dipendenti dell'impresa assegnataria del servizio, per alcuni dei quali viene segnalata la loro riconducibilita' alle locali consorterie criminali, interloquendo direttamente con gli stessi per decidere sull'organizzazione del lavoro, sulle stabilizzazioni, sulle promozioni e persino sul pagamento degli stipendi, interventi che peraltro hanno trovato tacita accettazione da parte del datore di lavoro.
Per quanto attiene all'affidamento di lavori e servizi pubblici, la commissione d'accesso ha rilevato come nel tempo l'amministrazione comunale abbia effettuato nella quasi totalita' dei casi un generalizzato ricorso agli affidamenti diretti delle pubbliche commesse, unitamente ad un frequente utilizzo delle procedure di somma urgenza in carenza dei prescritti presupposti, senza quindi espletare gare e in assenza dei dovuti controlli antimafia. Le indagini esperite hanno evidenziato che la maggior parte degli interventi manutentivi sono stati assegnati ad una rosa ristretta di ditte, alcune delle quali considerate vicine al locale contesto della criminalita' organizzata, che di fatto hanno operato su quel territorio in regime di oligopolio; infatti, come anche riferito dal sindaco nel corso delle audizioni disposte dalla commissione d'indagine il criterio di scelta del contraente e' stato quello della conoscenza personale, senza seguire alcuna rotazione negli incarichi assegnati ne' verifica circa il possesso da parte delle aziende assegnatarie dei requisiti richiesti dalla normativa di settore.
Rilevano al riguardo i numerosi incontri, attestati da fonti tecniche di prova, avvenuti tra il primo cittadino ed uno dei titolari delle menzionate ditte affidatarie riconducibile al locale contesto criminale, alcuni dei quali avvenuti con la presenza di un locale pregiudicato.
Analoghe anomalie e irregolarita' hanno caratterizzato anche l'assegnazione dei lavori di rimozione della cenere vulcanica, affidati alle sopra menzionate imprese, individuate su espressa indicazione di un amministratore, e quindi anche in questo caso in violazione della vigente normativa concernente la separazione dei poteri tra organi politici e apparato burocratico, con il ricorso alle procedure di somma urgenza, senza espletare alcuna gara, in totale mancanza dei controlli antimafia, anche della semplice verifica dell'iscrizione delle imprese incaricate nelle c.d. «white list», e cio' nonostante il fatto che il genere di attivita' rientri tra quelle indicate a forte rischio di infiltrazione mafiosa.
La commissione si sofferma sull'affidamento disposto dal responsabile dell'area tecnica e «suddiviso» in favore delle menzionate imprese per un importo totale dei lavori pari a 57.600 euro al quale ha fatto seguito un ulteriore incarico, conferito dopo soli nove giorni ad una di queste senza alcuna verifica dei lavori svolti risultante agli atti, per un ulteriore importo di oltre 15.000 euro, evidenziando al riguardo come tale suddivisione abbia costituito un modo per eludere gli obblighi derivanti dagli affidamenti per importi superiori a 40.000 euro previsti dalla normativa di settore; in ogni caso le descritte modalita' operative non rispettano in alcun modo le indicazioni delle linee guida dettate in materia dall'Autorita' nazionale anticorruzione (ANAC).
Nella relazione prefettizia viene riferito che la carenza istruttoria degli uffici comunali nella parte relativa alle verifiche antimafia e' altresi' testimoniata dal numero estremamente ridotto degli accessi effettuati alla banca dati nazionale antimafia (BDNA); peraltro le verifiche disposte dall'anno 2016, sono tutte relative a richieste di comunicazione antimafia e nessuna di informativa antimafia, certificazione quest'ultima che comporta controlli societari piu' capillari da parte delle forze di polizia. L'assenza di puntuali indicazioni da parte dell'apparato politico e comunque la trascuratezza dell'amministrazione nell'effettuare i controlli antimafia, attivita' fondamentale per prevenire infiltrazioni della criminalita' organizzata nelle pubbliche commesse soprattutto in un contesto territoriale quale quello di Calatabiano, e' emblematicamente attestata anche dal fatto che le credenziali per l'accesso alla BDNA sono state attribuite ad un solo dipendente e che alla verifica dell'organo ispettivo sono risultate scadute da alcuni mesi; solo nel mese di febbraio 2021, nel corso dell'accesso ispettivo, si e' provveduto al loro rinnovo.
Le verifiche disposte dalla commissione d'indagine hanno interessato anche il settore amministrativo contabile rilevando una critica situazione finanziaria e l'impatto negativo che su di essa ha avuto la complessiva mala gestio della cosa pubblica da parte dell'amministrazione comunale.
In tal senso risultano particolarmente significative le relazioni degli organi di revisione e le deliberazioni della Corte dei conti che hanno rilevato una carente capacita' di riscossione dei tributi locali e il frequente ricorso alle anticipazioni di tesoreria per importi considerevoli; viene segnalato, altresi', che l'ammontare dei debiti fuori bilancio riconosciuti negli anni 2017/2018 appare spropositato rispetto alla ridotta dimensione del Comune di Calatabiano.
Rileva al riguardo che nel corso delle audizioni disposte dalla commissione d'indagine e' emerso, quale ulteriore elemento critico, che i carteggi relativi ai diversi lavori affidati erano privi della documentazione attestante la loro effettiva realizzazione; tali gravi carenze istruttorie, che non hanno consentito di procedere alla regolare liquidazione in via ordinaria degli importi dovuti, hanno inciso notevolmente anche sull'elevato numero dei debiti fuori bilancio.
A questo proposito, il prefetto di Catania sottolinea come il costante ricorso delle ditte affidatarie ad azioni esecutive, alle quali peraltro, significativamente, l'amministrazione comunale non ha mai proposto alcuna opposizione, abbia costituito in realta' un sistema per superare le evidenziate carenze documentali.
Ulteriore vicenda che attesta come una gestione dell'ente caratterizzata da disfunzioni amministrative e carenza di controlli, in particolare per quanto attiene i requisiti dei soggetti affidatari di servizi, possa costituire veicolo privilegiato per favorire soggetti riconducibili alla criminalita' organizzata e' quella relativa al parcheggio «Regia Trazzera», infrastruttura che costituisce una delle principali fonti di gettito per le casse comunali. Il parcheggio, destinato al servizio di un'area balneare molto frequentata da residenti e turisti, e' stato gestito da una societa' cooperativa fino al 2015, anno dal quale il comune ha deciso di gestire autonomamente il servizio avvalendosi dell'ausilio di alcune associazioni di volontariato locali cui affidare la vendita dei biglietti per la sosta.
Tuttavia solo a seguito delle indagini esperite dalla guardia di finanza, nel corso del 2019, e' emerso che il servizio veniva espletato in modo irregolare nella vendita dei biglietti, nella tenuta del registro di carico e scarico e nella determinazione degli incassi; e' risultato inoltre che i volontari preposti all'area di sosta in realta' percepivano un compenso fisso giornaliero senza che tale rapporto fosse stato preventivamente determinato contrattualmente. E' al riguardo significativo che tra i menzionati volontari vi fossero numerosi soggetti pluripregiudicati o tratti in arresto per reati associativi o ancora, contigui o riconducibili per legami familiari ad esponenti della locale criminalita' organizzata. Il cattivo funzionamento del servizio e lo spreco di risorse pubbliche che ne e' conseguito e di cui hanno beneficiato soggetti controindicati e' dimostrato plasticamente dall'aumento esponenziale degli introiti affluiti alle casse comunali in seguito alla installazione nel 2020 di parchimetri automatici.
Le circostanze analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno dunque rilevato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Calatabiano, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, puo' intervenire anche quando sia gia' stato emesso provvedimento per altra causa, differenziandosene per funzione ed effetti. Nell'ipotesi di Calatabiano, peraltro, a seguito della decadenza del solo consiglio comunale, come prima precisato, continuano a svolgere le proprie funzioni il sindaco e la giunta comunale. Pertanto, si propone l'adozione della misura di rigore nei confronti del Comune di Calatabiano (Catania), con conseguente affidamento della gestione dell'ente locale ad una commissione straordinaria cui, in virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite specifiche competenze e metodologie di intervento finalizzate a garantire, nel tempo, la rispondenza dell'azione amministrativa ai principi di legalita' ed al recupero delle esigenze della collettivita'.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 6 ottobre 2021

Il Ministro dell'interno: Lamorgese
 
Art. 2

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 18 ottobre 2021

MATTARELLA

Draghi, Presidente del Consiglio
dei ministri

Lamorgese, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 21 ottobre 2021, foglio n. 2885
 
Parte di provvedimento in formato grafico