Gazzetta n. 206 del 28 agosto 2021 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 9 luglio 2021
Affidamento della gestione del Comune di San Giuseppe Jato ad una commissione straordinaria.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel Comune di San Giuseppe Jato (Palermo) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative dell'11 giugno 2017;
Visto il decreto del presidente della Regione Siciliana del 13 novembre 2020, con il quale a causa delle dimissioni rassegnate dal sindaco e della meta' piu' uno dei consiglieri comunali assegnati all'ente e' stato nominato un commissario straordinario con i poteri di sindaco, giunta e consiglio comunale;
Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico ed assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione dell'8 luglio 2021, alla quale e' stato debitamente invitato a partecipare il presidente della Regione Siciliana;

Decreta:

Art. 1

La gestione del Comune di San Giuseppe Jato (Palermo) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott.ssa Esther Mammano - viceprefetto;
dott.ssa Federica Nicolosi - viceprefetto aggiunto;
dott.ssa Susanna Conte - funzionario economico finanziario.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Nel Comune di San Giuseppe Jato (Palermo), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative dell'11 giugno 2017, sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione, nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica.
All'esito di indagini svolte dalle forze dell'ordine sugli amministratori eletti e sui componenti dell'apparato burocratico, che hanno evidenziato possibili forme di condizionamento dell'amministrazione locale da parte di organizzazioni criminali operanti sul territorio di San Giuseppe Jato, il prefetto di Palermo ha disposto, per gli accertamenti di rito, con decreto del 29 settembre 2020, l'accesso presso il suddetto comune, ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Nel corso dell'accesso ispettivo, a seguito delle intervenute dimissioni del sindaco, dei membri della giunta e del consiglio comunale, il presidente della Regione Siciliana, con decreto del 13 novembre 2020, nel prendere atto della decadenza degli organi del Comune di San Giuseppe Jato, ha nominato in loro sostituzione un commissario straordinario.
Al termine dell'indagine ispettiva, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il prefetto di Palermo, sentito nella seduta del 5 maggio 2021 il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Palermo - direzione distrettuale antimafia, ha trasmesso l'allegata relazione che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
Le indagini giudiziarie e le conseguenti operazioni di polizia susseguitesi negli anni hanno attestato l'alto indice criminale assunto dalle famiglie mafiose presenti sul territorio di San Giuseppe Jato nell'assetto operativo dell'organizzazione di stampo mafioso denominata «cosa nostra», cosche mafiose la cui pericolosita' e' stata acclarata nei numerosissimi procedimenti giudiziari nei quali risultano spesso associate agli esponenti di vertice di «cosa nostra».
La relazione prefettizia ha evidenziato l'esistenza di una fitta rete di frequentazioni e parentele, dirette o acquisite, di esponenti delle locali famiglie mafiose con numerosi amministratori sia della maggioranza che della minoranza consiliare del Comune di San Giuseppe Jato.
Rapporti di vicinanza che si sono manifestati anche in contesti pubblici quali matrimoni, cerimonie o altri eventi come nel caso dei festeggiamenti di un centenario, stretto parente di un noto esponente mafioso, ai quali hanno partecipato l'ex sindaco, l'ex vicesindaco e l'ex presidente del consiglio comunale, recatisi nell'abitazione del festeggiato, circostanza che ha avuto un ampio risalto sulla stampa locale. Cosi' anche in occasione della prima edizione di un festival di cultura agroalimentare, svoltosi in Germania, al quale hanno attivamente presenziato alcuni dei suddetti ex amministratori, presentando sei aziende del territorio di San Giuseppe Jato, quattro delle quali sono risultate amministrate da soggetti legati alla criminalita' organizzata. Altro episodio segnalato e' la partecipazione del sindaco e del vicesindaco ai funerali di una persona strettamente congiunta a componenti di una notissima famiglia mafiosa locale.
A questo riguardo, la relazione prefettizia sottolinea come tali episodi, di carattere pubblico, testimoniano la vicinanza degli amministratori di San Giuseppe Jato alle locali consorterie mafiose ed «attengono ad una caratteristica forma di controllo del territorio storicamente operata da "cosa nostra" in quanto manifestano forme di rispetto che soggetti delle istituzioni mostrano nei confronti di chi e' notoriamente appartenente o comunque vicino all'organizzazione criminale».
Strette relazioni con ambienti criminali vengono segnalate anche nei riguardi di numerosi dipendenti comunali, tra i quali un ex responsabile di un servizio, ora in quiescenza, un dipendente coniugato con un esponente mafioso attualmente detenuto in regime di 41-bis per il reato di associazione di tipo mafiosa, nonche' un dipendente dell'ufficio tecnico che risulterebbe - da dichiarazioni rese da diversi collaboratori di giustizia - essere organico ad una delle locali famiglie mafiose.
La relazione prefettizia ha trattato con particolare attenzione la gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani nel Comune di San Giuseppe Jato. Gli esiti ispettivi emersi in tale settore hanno messo in luce molteplici violazioni di legge negli affidamenti comunali che di fatto hanno favorito due societa', entrambe riconducibili al locale contesto mafioso.
La normativa regionale in materia di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani prevede un complesso iter istruttorio in base al quale - previa individuazione degli ambiti territoriali ottimali (ATO) e delle A.R.O. (Aree raccolta ottimali) - e' riconosciuto ai comuni, in forma singola o associata, l'esercizio delle funzioni in materia di rifiuti, compresa la stipula del contratto d'appalto. In particolare, le leggi regionali n. 9/2010 e n. 3/2013 prevedono che i comuni - previa costituzione di un A.R.O. - per procedere in forma singola o associata, all'affidamento del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti devono preventivamente presentare all'assessorato regionale un apposito piano di intervento completo degli atti di gara affidando poi il servizio dopo aver acquisito il parere dell'assessorato regionale.
Il Comune di San Giuseppe Jato in associazione con altro ente locale procedeva alla costituzione dell'A.R.O. denominata «Jato ambiente» che, effettuati i numerosi, preliminari, adempimenti istruttori predisponeva il prescritto progetto unico di gestione del servizio raccolta e smaltimento rifiuti approvato dalla regione con decreto dell'11 marzo 2015. Conseguentemente, da quella data, il Comune di San Giuseppe Jato e l'ente locale associato costituiti in A.R.O. assumevano, sulla base delle disposizioni regionali, la titolarita' esclusiva della gestione del servizio in questione che avrebbero dovuto garantire e svolgere secondo le menzionate normative.
L'amministrazione comunale di San Giuseppe Jato ha pero' poi proceduto disattendendo le regole previste dall'A.R.O. e - come dettagliatamente rilevato nella relazione del prefetto - ha adottato, reiteratamente, numerose determine dirigenziali che hanno dato luogo, in un ristretto arco temporale, a numerose procedure negoziate e ripetute proroghe, arbitrariamente disposte, realizzando quindi una sistematica, artificiosa frammentazione del servizio in deroga all'obbligo di espletare gare ad evidenza pubblica e di acquisire la certificazione antimafia.
La relazione del prefetto pone in rilievo come il descritto modus operandi abbia prodotto un sostanziale monopolio del servizio dal quale hanno tratto vantaggio due imprese - i cui titolari sono «vicini» al primo cittadino e/o stretti congiunti di soggetti contigui o riconducibili alla locale criminalita' - le quali hanno agito come fossero un unico centro di interesse alternandosi, tra il 2017 e il 2019, nell'espletamento del servizio di raccolta dei rifiuti a San Giuseppe Jato. Peraltro, per una delle suddette societa', nel 2019 e' stato disposto dall'autorita' giudiziaria il sequestro preventivo «per equivalente» del 100% delle quote nominali del capitale (pag. 9).
Il prefetto di Palermo ha evidenziato che le predette societa' affidatarie sono state destinatarie di provvedimenti prefettizi interdittivi antimafia emessi in data 13 agosto 2019 e 6 settembre 2019 e successivamente confermate. Una delle predette societa' e' risultata de facto amministrata da un imprenditore indicato da alcuni collaboratori di giustizia come appartenente ad una nota famiglia mafiosa di San Giuseppe Jato e con documentate frequentazioni di esponenti della criminalita' organizzata; cosi' anche nei riguardi dell'altra societa' affidataria del servizio rifiuti sono stati accertati legami di parentele tra l'assetto societario di questa ed esponenti delle locali famiglie mafiose.
Anche le verifiche effettuate nel settore edilizio e in particolare presso lo sportello unico per l'edilizia comunale (S.U.E.) hanno posto in rilievo una gestione «familistica» dei relativi procedimenti; la relazione del prefetto evidenzia come una parte consistente delle pratiche edilizie risultano presentate da tre liberi professionisti, uno dei quali gia' assessore e consigliere comunale mentre un altro ha legami familiari con noti esponenti mafiosi di San Giuseppe Jato, nonche' stretti rapporti di frequentazioni con l'ex primo cittadino e con un dipendente comunale dello sportello S.U.E.
Dal lavoro svolto dalla commissione d'accesso e' risultato che su un totale di 150 pratiche in materia edilizia presentate agli atti del comune, circa un terzo e' riconducibile ai predetti tre professionisti, percentuale assai elevata se si considera che l'esame complessivo delle suddette pratiche ha attestato che le stesse sono state trattate complessivamente da 31 professionisti; analoga proporzione e' stata riscontrata dalle verifiche dei fascicoli relativi alle concessioni o rinnovi di concessioni cimiteriali.
In relazione a tali fatti, accertati anche da indagini dell'Arma dei carabinieri e suffragati da fonti tecniche di prova, il prefetto di Palermo evidenzia la possibile sussistenza di una «cabina di regia» occulta, in grado di influire sulla regolare trattazione delle pratiche edilizie presentate allo sportello S.U.E.
Ulteriori elementi che attestano una gestione dell'ente avulsa dal rispetto dei principi di legalita' sono emersi in merito alle attivita' di somministrazione di bevande e alimenti, la cui apertura e' soggetta a S.C.I.A., atteso che molte di queste risultano operare nonostante i loro titolari siano soggetti notoriamente legati alle locali consorterie mafiose.
Viene al riguardo segnalata, tra le altre, la procedura - curata da uno dei sopra menzionati professionisti - relativa ad un esercizio commerciale il cui titolare e' un soggetto pregiudicato, sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale per due anni, ostativa alla titolarita' di licenza commerciale.
Nella relazione prefettizia viene evidenziato che l'amministrazione comunale ha omesso di effettuare, anche solo a campione, i dovuti accertamenti antimafia sulle richieste pervenute al comune, inerzia tanto piu' grave se si considera il numero ridotto degli esercizi commerciali in attivita' e delle relative S.C.I.A. presentate ai Comune di San Giuseppe Jato.
Il prefetto di Palermo si sofferma inoltre sulla vicenda concernente la realizzazione del locale palazzetto dello sport ponendo in rilievo come il complessivo iter dei lavori evidenzi uno sviamento dell'azione amministrativa dal perseguimento dei pubblici interessi a beneficio di quelli della criminalita' organizzata.
I relativi lavori, finanziati con oltre 6 milioni di euro che avrebbero dovuto concludersi nel triennio 2005/2007, sono stati costellati da ripetute interruzioni e numerose irregolarita', susseguitesi nel tempo e continuate anche nel corso della consiliatura oggetto dell'accesso ispettivo. Viene infatti evidenziato che sebbene si tratti di lavori sopra soglia non risulta che l'amministrazione comunale eletta nel 2017 abbia definito il procedimento di acquisizione della necessaria certificazione antimafia nei confronti della ditta affidataria che, a sua volta, ha concesso in subappalto il servizio di rifornimento pietrame ad altra ditta i cui gestori hanno collegamenti con esponenti della criminalita' organizzata di tipo mafioso.
Peraltro, l'operato della ditta subappaltatrice, come ampiamente documentato nella relazione della commissione d'indagine, si e' dimostrato irregolare, avendo la medesima fornito materiale inerte non proveniente da cava autorizzata, causando l'ennesima interruzione dei lavori a seguito del conseguente provvedimento giudiziario di sequestro del cantiere. Nonostante le inadempienze contrattuali e i danni subiti dal Comune di San Giuseppe Jato quale stazione appaltante dell'opera, non sono state intraprese azioni legali nei confronti delle predette ditte a favore delle quali, anzi, risulta siano stati eseguiti diversi pagamenti.
L'insufficiente attivita' istruttoria e la mancanza di controlli e' stata evidenziata dal prefetto anche nelle modalita' seguite dall'amministrazione comunale per l'erogazione dei buoni spesa alimentari o di prima necessita' destinati alla fascia piu' bisognosa della cittadinanza a seguito dell'emergenza da COVID-19. La verifica delle istanze presentate al comune per ottenere il sussidio ha evidenziato che circa un terzo delle domande accolte risulta irregolare per la mancata verifica dei requisiti soggettivi e/o socio-economici richiesti per poter beneficiare degli aiuti. Tale modus procedendi ha comportato che parte dei buoni spesa sono stati assegnati a soggetti che non ne avevano diritto o aventi legami con la criminalita' organizzata.
La cattiva gestione della cosa pubblica si manifesta anche dalla inefficace riscossione dei tributi locali, in particolare dell'IMU e della TARI, con grave danno per le finanze comunali; la commissione di accesso ha accertato una consistente area di evasione dei tributi comunali che si e' ulteriormente incrementata durante l'ultima amministrazione comunale superando nell'anno 2020 la percentuale del 60% dei contribuenti. A questo riguardo il prefetto di Palermo ha sottolineato che i mancati introiti dei tributi locali sono dovuti soprattutto alla scarsa capacita' di riscossione dell'ente, inefficienza aggravata dallo scarso senso civico di una parte consistente della cittadinanza, compresi numerosi ex amministratori, dipendenti comunali e loro familiari, ai quali si aggiungono molti soggetti affiliati o riconducibili alle locali cosche mafiose.
Le circostanze analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno dunque rilevato una serie di condizionamenti, nell'amministrazione comunale di San Giuseppe Jato, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, puo' intervenire anche quando sia gia' stato emesso provvedimento per altra causa, differenziandosene per funzione ed effetti. Nell'ipotesi di San Giuseppe Jato, con decreto del presidente della Regione Siciliana del 13 novembre 2020, e' stato nominato un commissario straordinario, il quale in sostituzione degli organi ordinari esercita i poteri di sindaco, giunta e consiglio comunale.
Pertanto si propone l'adozione della misura di rigore nei confronti del Comune di San Giuseppe Jato (Palermo), con conseguente affidamento della gestione dell'ente locale ad una commissione straordinaria cui, in virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite specifiche competenze e metodologie di intervento finalizzate a garantire, nel tempo, la rispondenza dell'azione amministrativa ai principi di legalita' ed al recupero delle esigenze della collettivita'.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 28 giugno 2021

Il Ministro dell'interno: Lamorgese
 
Art. 2

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 9 luglio 2021

MATTARELLA

Draghi, Presidente del Consiglio dei ministri

Lamorgese, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 14 luglio 2021 Foglio n. 2232
 

Parte di provvedimento in formato grafico