Gazzetta n. 45 del 23 febbraio 2021 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 30 gennaio 2021
Nomina della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del comune di Squinzano.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visto il proprio decreto in data 11 dicembre 2020, con il quale, ai sensi dell'art. 141, comma 1, lettera b), n. 3, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, il consiglio comunale di Squinzano (Lecce) e' stato sciolto a causa delle dimissioni contestuali della meta' piu' uno dei consiglieri comunali assegnati all'ente;
Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico ed assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 29 gennaio 2021;

Decreta:

Art. 1

La gestione del Comune di Squinzano (Lecce) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott.ssa Beatrice Agata Mariano - viceprefetto;
dott. Angelo Caccavone - viceprefetto aggiunto;
dott. Vincenzo Calignano - funzionario economico finanziario.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Nel Comune di Squinzano (Lecce), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 10 giugno 2018, sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica.
All'esito di indagini svolte dalle forze di polizia nell'ambito dell'operazione denominata «My Home» incentratasi, per la parte d'interesse, sugli amministratori eletti e sui componenti dell'apparato burocratico, sono emerse possibili forme di condizionamento dell'amministrazione locale da parte di un'organizzazione criminale organizzata. Pertanto il Prefetto di Lecce ha disposto, per gli accertamenti di rito, con decreto del 12 ottobre 2020, l'accesso presso il suddetto comune, ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
L'indagine in questione prende avvio da un esposto/denuncia presentato dal presidente e dal vicepresidente della Commissione provinciale di edilizia residenziale pubblica di Lecce, sottoscritto congiuntamente al presidente della Regione Puglia.
Nel periodo di attivita' della commissione di accesso, a seguito delle intervenute dimissioni contestuali della meta' piu' uno dei consiglieri comunali assegnati all'ente, il consiglio comunale di Squinzano e' stato sciolto con decreto del Presidente della Repubblica in data 11 dicembre 2020, adottato ai sensi dell' art. 141, comma 1, lettera b, n. 3, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Al termine dell'accesso ispettivo, la commissione incaricata ha depositato le proprie conclusioni sulle cui risultanze il prefetto di Lecce, sentito nella seduta del 18 dicembre 2020 il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Lecce, ha trasmesso l'allegata relazione che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
Le numerose indagini giudiziarie e le conseguenti operazioni di polizia susseguitesi dagli anni '80 hanno acclarato la presenza nella Provincia di Lecce dell'organizzazione criminale di stampo mafioso denominata Sacra corona unita, 1e cui diramazioni territoriali hanno permeato anche il territorio del Comune di Squinzano, come confermano le indagini condotte dalla direzione investigativa antimafia di Lecce con la menzionata operazione «My Home», compendiate nell'informativa di polizia giudiziaria depositata il 27 gennaio 2020; da tali indagini sono emersi riscontri oggettivi circa la sussistenza di elementi di collegamento diretto e indiretto con la criminalita' organizzata di tipo mafioso di amministratori locali e funzionari comunali elo forme di condizionamento degli stessi.
Il prefetto di Lecce ha evidenziato, preliminarmente, una sostanziale continuita' amministrativa, attesa la costante presenza, nel corso degli anni, delle medesime persone negli organi elettivi del Comune di Squinzano, rilevando in particolare che l'ultimo sindaco in carica ha ricoperto ininterrottamente l'incarico dal maggio 2003 fino ad aprile 2012, per poi essere rieletto sindaco nel giugno 2018.
La relazione prefettizia, riportandosi agli esiti delle indagini giudiziarie e delle attivita' ispettive, ha segnalato numerose illegittimita' nelle procedure concorsuali di assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica del Comune di Squinzano; in particolare, e' stata accertata una alterazione del punteggio valido per la formazione della graduatoria per l'assegnazione dei predetti alloggi a vantaggio di soggetti fortemente contigui alla criminalita' organizzata o con legami di parentela con affiliati ai locali clan mafiosi, a seguito di false attestazioni di domicilio e di illegittime concessioni della residenza anagrafica non supportate dalle necessarie verifiche degli uffici comunali. Le surriferite illegittimita', rappresentate al sindaco pro tempore dal segretario comunale, che ha prospettato anche l'opportunita' di un annullamento della graduatoria di assegnazione, non sono state corrette, facendo emergere, sulla vicenda, un atteggiamento dolosamente omissivo del predetto amministratore locale che in quella occasione ha addirittura minacciato di dimettersi dall'incarico a fronte della paventata possibilita' dell'annullamento del procedimento.
Il prefetto di Lecce ha riferito, altresi', che dalle indagini della locale direzione distrettuale antimafia sono emerse una serie di condotte ascrivibili al reato di corruzione elettorale, delle quali si sono resi protagonisti soggetti vicini agli ambienti della criminalita' organizzata locale in rapporto con numerosi amministratori del Comune di Squinzano.
Proprio riguardo ai legami degli ex amministratori con esponenti del locale contesto malavitoso, la relazione prefettizia sottolinea, in particolare, il rapporto di stretta collaborazione esistente tra l'ex sindaco di Squinzano con un esponente di spicco della locale criminalita' organizzata, e cio' a conferma della sussistenza di un forte condizionamento della componente politica e dell'apparato burocratico comunale per realizzare gli interessi illeciti della consorteria mafiosa del territorio.
In particolare, sono stati accertati ripetuti contatti tra esponenti del locale contesto mafioso con il precedente sindaco, vicesindaco e assessore con delega alle politiche sociali dai quali emerge che i predetti amministratori si sono adoperati per far ottenere a tali soggetti controindicati, come compenso all'appoggio elettorale ricevuto nelle elezioni amministrative del 10 giugno 2018, contributi economici comunali di natura assistenziale e l'assunzione di uno di essi in una cooperativa sociale operante per il Comune di Squinzano nella raccolta e riciclaggio di cascami e rottami metallici, nonche' la promessa di un posto di lavoro per un altro esponente della medesima famiglia mafiosa. Sintomo del condizionamento nell'amministrazione comunale e' anche la circostanza che sia il sindaco che un consigliere comunale abbiano accettato di pagare le bollette delle utenze ad un elettore vicino ad ambienti della criminalita' locale, in cambio del suo voto.
Tra gli elementi tratti dalle indagini e dagli esiti ispettivi risulta, altresi', che l'ex vicesindaco, avvalendosi del suo impiego presso l'INPS, abbia abusivamente utilizzato il sistema informatico dell'istituto previdenziale al fine di favorire cittadini ed amici suoi sostenitori, tra i quali anche soggetti legati al contesto malavitoso locale, nella gestione di pratiche di disoccupazione, del reddito di inclusione e di vari benefici assistenziali. Viene inoltre segnalato l'interessamento - a seguito del sostegno elettorale ricevuto - di un altro ex assessore in favore di un soggetto controindicato sul contenzioso sorto a seguito della revoca contrattuale per morosita' disposta nei confronti di un'associazione affidataria della gestione di campi di calcetto di proprieta' comunale; la predetta associazione, condotta di fatto da un soggetto pregiudicato, risulta peraltro destinataria di due distinti provvedimenti interdittivi emessi il 22 febbraio 2016 e il 27 marzo 2017 dalla prefettura di Lecce.
Il prefetto di Lecce evidenzia al riguardo che il Consiglio di Stato, in sede di giudizio istaurato avverso le predette interdittive, ha sottolineato il ruolo ricoperto da tale persona affiliata alla locale organizzazione mafiosa all'interno della stessa societa' affidataria «quale sicario pronto a minacciare di morte a fini estorsivi e a procurare anni, coinvolgendo in tali ultime attivita' anche il fratello». I predetti impianti sportivi, nonostante i provvedimenti prefettizi ostativi e la risoluzione contrattuale, sono rimasti in possesso di quella societa' fino al mese di marzo 2019, quando il bene illegittimamente occupato e' stato recuperato alla disponibilita' comunale a seguito di sgombero forzoso piu' volte sollecitato dalla prefettura di Lecce al Comune di Squinzano.
La commissione d'accesso ha accertato, altresi', una perdurante occupazione «sine titulo» di alloggi residenziali di edilizia popolare da parte di soggetti legati alla criminalita' organizzata, nonche' l'impossessamento da parte di persone controindicate di un immobile di proprieta' comunale, gia' adibito a caserma dei carabinieri, destinato alle emergenze abitative. A fronte di tali comportamenti illeciti, che si riflettono negativamente sulla cittadinanza per l'immagine di conclamata illegalita' nella gestione del patrimonio pubblico, e' stato rilevato un comportamento di sostanziale inerzia da parte del sindaco del Comune di Squinzano che ha favorito in tal modo il perpetuarsi degli abusi facendo emergere, con ragionevole evidenza, l'atteggiamento arrendevole dell'amministrazione comunale alle volonta' del sodalizio criminale locale.
L'organo ispettivo, nell'esaminare la documentazione relativa ai contributi socio assistenziali erogati nel triennio 2018/2020, ha accertato che tra i percettori dei suddetti benefici economici figurano alcuni esponenti della locale criminalita' organizzata; al riguardo, la commissione ha precisato che sebbene tali sovvenzioni sono a carico di ente sovracomunale (ambito sociale di zona), l'elenco degli aventi diritto, quali soggetti in situazione di fragilita' sociale, e' stabilito dall'amministrazione comunale competente.
La cattiva gestione della cosa pubblica nel Comune di Squinzano si rileva anche nella inefficace riscossione dei tributi locali, con grave danno per le finanze comunali; infatti, e' stato accertato il mancato versamento delle imposte TARI, TASI ed IMU per gli anni 2014/2019 da parte di numerosi esponenti di locali clan mafiosi, oltreche' di alcuni ex amministratori comunali ed ex dipendenti dell'Ente; a tal riguardo, la commissione di accesso ha sottolineato che l'amministrazione comunale non ha mai attivato azioni di riscossione coattiva del debito ne' tantomeno adottato alcuna iniziativa utile a ridurre l'area di evasione. Irregolarita' ed omessi controlli nella verifica dei requisiti di legge sono inoltre emersi riguardo al rilascio di alcune licenze per esercizi commerciali; attivita' di fatto controllate o gestite da esponenti legati alle locali consorterie mafiose.
Le circostanze, analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto di Lecce rilevano una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Squinzano volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', che rendono necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Sebbene il processo di ripristino della legalita' nell'attivita' del comune sia gia' iniziato con la gestione provvisoria dell'ente affidata al commissario straordinario, ai sensi dell'art. 141 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in considerazione dei fatti suesposti e per garantire il completo affrancamento dalle influenze della criminalita', si ritiene, comunque, necessaria la nomina della commissione straordinaria di cui all'art. 144 dello stesso decreto legislativo, anche per scongiurare il pericolo che la capacita' pervasiva delle organizzazioni criminali possa di nuovo esprimersi in occasione delle prossime consultazioni amministrative.
L'arco temporale piu' ampio previsto dalla vigente normativa per la gestione straordinaria consente anche l'avvio di iniziative e di interventi programmatori che, piu' incisivamente, favoriscono il risanamento dell'ente.
Rilevato che il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143 del citato decreto legislativo, per le caratteristiche che lo configurano, puo' intervenire anche quando sia stato gia' disposto un provvedimento dissolutorio per altra causa, differenziandosene per funzioni ed effetti, si propone l'adozione della misura di rigore nei confronti del Comune di Squinzano (Lecce), con conseguente affidamento della gestione dell'ente locale ad una commissione straordinaria cui, in virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite specifiche competenze e metodologie di intervento finalizzate a garantire, nel tempo, la rispondenza dell'azione amministrativa alle esigenze della collettivita'.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durate della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 26 gennaio 2021

Il Ministro dell'interno: Lamorgese
 
Art. 2

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fmo all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 30 gennaio 2021

MATTARELLA

Conte, Presidente del Consiglio dei
ministri

Lamorgese, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 4 febbraio 2021 Ministero dell'interno, foglio n. 301
 

Parte di provvedimento in formato grafico