Gazzetta n. 270 del 20 novembre 2018 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 29 ottobre 2018
Scioglimento del consiglio comunale di Crucoli e nomina della commissione straordinaria.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel Comune di Crucoli (Crotone) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 25 maggio 2014;
Considerato che, dall'esito di approfonditi accertamenti, sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale di Crucoli, si rende necessario far luogo allo scioglimento del consiglio comunale e disporre il conseguente commissariamento, per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 25 ottobre 2018;

Decreta:

Art. 1

Il consiglio comunale di Crucoli (Crotone) e' sciolto.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Il Comune di Crucoli (Crotone), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 25 maggio 2014, presenta forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Con ordinanza del 28 dicembre 2017 il giudice per le indagini preliminari di Catanzaro ha disposto l'applicazione di misure coercitive nei confronti di due amministratori comunali entrambi inquisiti per il reato di cui agli articoli 110 c.p., 12-quinquies del decreto-legge n. 306/1992 e 7 del decreto-legge n. 152/1991.
In relazione a tali vicende ed al fine di verificare la sussistenza di forme di condizionamento e di infiltrazione delle locali consorterie nell'amministrazione comunale, il prefetto di Crotone, con decreto del 18 gennaio 2018, successivamente prorogato, ha disposto l'accesso presso il suddetto comune, ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per gli accertamenti di rito.
Al termine dell'indagine ispettiva, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni sulle cui risultanze il prefetto di Crotone, sentito nella seduta del 26 luglio 2018 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore aggiunto della Repubblica presso la direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, ha inviato l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
I lavori svolti dalla commissione d'accesso hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, la cornice criminale ed il locale contesto ambientale ove si colloca l'ente, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le locali consorterie, ed hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, in favore di soggetti o imprese collegati direttamente od indirettamente ad ambienti malavitosi.
Il Comune di Crucoli, di ridotte dimensioni demografiche e' collocato sulla fascia ionica ed insiste in un contesto territoriale caratterizzato dalla presenza di organizzazioni criminali che controllano sia le economie private, attraverso il meccanismo delle estorsioni, che quelle pubbliche insinuandosi, direttamente o tramite prestanome, nel sistema degli affidamenti.
La relazione della commissione d'indagine pone il rilievo che in occasione delle elezioni amministrative del maggio 2014 nelle immediate vicinanze del seggio sostavano, oltre ai due candidati sindaco anche alcuni elementi di spicco della locale consorteria che, come riportato in rapporti informativi, svolgevano un ruolo attivo di ricerca del consenso, circostanze che inducevano i rappresentanti delle forze dell'ordine a disciplinare gli accessi ai plessi elettorali.
L'indagine ispettiva ha rilevato una sostanziale continuita' amministrativa - atteso che buona parte degli amministratori eletti nel 2014 ha fatto parte, con incarichi diversi, di precedenti consiliature - riscontrando forti legami tra taluni amministratori, alcuni dei quali gravati da pregiudizi di natura penale e di polizia, ed esponenti di ambienti controindicati.
L'organo ispettivo, avvalendosi delle risultanze giudiziarie evidenzia il ruolo svolto dai menzionati amministratori destinatari dell'ordinanza cautelare nell'assetto amministrativo di una societa' - avente ad oggetto la ricerca, progettazione e commercializzazione di materiale plastico - della quale ciascuno dei due detiene una quota pari al 5%. A tale riguardo viene posto in rilievo come la 'ndrangheta, per il tramite della fedele collaborazione dei due amministratori, consapevoli ed acquiescenti della presenza di soci occulti nella gestione della societa', intendesse controllare il lucroso settore della plastica attraverso l'affermazione di un regime di monopolio compulsando tutte le imprese preposte alla raccolta dei rifiuti nella zona.
La relazione del prefetto si sofferma sulla figura di un altro amministratore comunale titolare, in forza di decreto sindacale, di funzioni gestionali in materia di urbanistica, ambiente, servizio raccolta e smaltimento rifiuti, evidenziando l'incisivo ruolo svolto dallo stesso all'interno della sopra menzionata societa' - della quale e' legale rappresentante la figlia - e l'esistenza di interessi economici tra il citato amministratore ed un imprenditore suo affine operante nel ciclo dei rifiuti plastici e destinatario della menzionata ordinanza cautelare.
Elementi univoci che delineano il quadro di un'amministrazione pervicacemente gestita nel mancato rispetto del principio di legalita' sono inoltre emersi dall'analisi delle procedure di affidamento dei lavori e servizi pubblici, dalle verifiche sugli atti di gestione dei beni del patrimonio comunale nonche' dall'esame delle concessioni demaniali.
La relazione del prefetto rileva che nel sistema degli appalti di lavori e forniture si e' riscontrato che numerosi affidamenti di lavori, assegnati in favore di societa' formalmente aggiudicatarie, sono stati di fatto eseguiti da imprese destinatarie di interdittive antimafia o comunque riconducibili ad ambienti criminali. Peraltro, relativamente a lavori o forniture al di sotto della soglia, che impone l'obbligo di acquisire la certificazione antimafia, e' emerso che sono state disposte aggiudicazioni in favore di imprese destinatarie di interdittiva.
Emblematica e' la vicenda dei lavori di riqualificazione di un tratto del lungomare affidati, all'esito di una gara pubblica, in relazione ai quali e' stata riscontrata, sin dalle fasi di allestimento del cantiere, la presenza di maestranze e mezzi di proprieta' non dell'azienda aggiudicataria ma di due imprese di costruzione locali, una delle quali e' risultata positiva ai controlli antimafia e l'altra e' riconducibile agli stessi titolari di altra impresa interessata da provvedimento interdittivo del prefetto di Cosenza del febbraio 2016.
Anche la verifica dei relativi mandati di pagamento ha posto in rilievo la pervicacia dell'ente ad operare in violazione dei principi di legalita' e la sussistenza di cointeressenze tra amministratori locali ed esponenti della criminalita' organizzata. I mandati di pagamento sono stati emessi infatti non in favore delle due citate ditte sub appaltatrici ma in favore di altra azienda comunque riconducibile allo stesso nucleo familiare del titolare della ditta che ha eseguito le opere in sub appalto nonche' a beneficio di un'altra societa' riferibile ad un amministratore comunale che, in quanto titolare di competenze gestionali su delega del sindaco, ha sottoscritto le determine relative all'appalto in questione.
Le indagini ispettive hanno inoltre evidenziato che l'azienda riconducibile al citato amministratore comunale, che opera nel settore delle forniture di materiale da costruzione, ha ottenuto dall'ente, sulla base di un consolidato meccanismo di gestione della spesa pubblica, numerose commesse per la fornitura di materiali da costruzione e di facile consumo i cui importi sono stati liquidati, nella maggior parte dei casi, con determine a firma del sindaco e di un altro amministratore comunale, responsabile della gestione di alcuni settori dell'ente.
Fonti tecniche di prova documentano altresi' che il menzionato amministratore era presente, unitamente ad altri esponenti della locale cosca criminale, ai festeggiamenti organizzati in un'abitazione privata per una persona riconducibile anch'essa ad ambienti criminali e considerata finanziatrice di progetti criminosi.
La relazione del prefetto effettua inoltre una compiuta analisi di diverse procedure di assegnazione di lavori aggiudicati a ditte riconducibili ad esponenti della criminalita' organizzata, tutte connotate da assenza dei dovuti controlli.
E' in tal senso emblematico che l'amministrazione comunale, negli anni 2015-2016, ha disposto numerosi affidamenti di lavori in favore di quella ditta destinataria del provvedimento interdittivo del prefetto di Cosenza il cui nucleo familiare e' proprietario della societa' che, senza alcuna autorizzazione, ha effettuato in subappalto le menzionate opere di riqualificazione di un tratto del lungomare. Le indagini ispettive hanno peraltro evidenziato che l'ente ha disposto i citati affidamenti nonostante alcuni beni immobili, riconducibili al suddetto nucleo familiare, siano stati oggetto di confisca da parte dell'autorita' giudiziaria ed assegnati al comune per essere destinati a finalita' sociali.
Ulteriori aspetti che delineano uno sviamento dell'attivita' amministrativa dai principi di buon andamento e legalita' emergono anche dall'esame dell'autorizzazione al sub ingresso in una concessione demaniale, rilasciata da uno dei menzionati amministratori destinatari della citata misura cautelare, in favore di persona - coniuge di un noto esponente della locale famiglia di 'nrangheta, anch'egli destinatario di provvedimento restrittivo nell'ambito della predetta indagine giudiziaria - interessata da procedimento penale per il reato di truffa aggravata per il perseguimento di erogazioni pubbliche conclusosi con decreto di archiviazione per prescrizione.
E' evidente come il rilascio di concessioni comunali, in violazione dei principi della legalita' e con benefici diretti o indiretti per le locali consorterie, assume anche un valore altamente simbolico in quella realta' territoriale, traducendosi, inevitabilmente, in una consacrazione ufficiale del metodo mafioso al cospetto della collettivita'.
Le circostanze, analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto, hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Crucoli volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Crucoli (Crotone), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.

Roma, 16 ottobre 2018

Il Ministro dell'interno: Salvini
 
Art. 2

La gestione del comune di Crucoli (Crotone) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dr. Aldo Lombardo - viceprefetto a riposo;
dr. Salvatore Tedesco - viceprefetto aggiunto a riposo;
dr. Francesco Giacobbe - funzionario economico finanziario.
 

Parte di provvedimento in formato grafico

 
Art. 3

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.

Dato a Roma, addi' 29 ottobre 2018

MATTARELLA

Conte, Presidente del Consiglio dei
ministri

Salvini, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 31 ottobre 2018 Ufficio controllo atti Ministeri interno e difesa, reg.ne succ. n. 2333
 
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