Gazzetta n. 86 del 13 aprile 2018 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 22 marzo 2018
Scioglimento del consiglio comunale di Scilla e nomina della commissione straordinaria.



IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel comune di Scilla (Reggio Calabria) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 31 maggio 2015;
Considerato che, dall'esito di approfonditi accertamenti, sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale di Scilla, si rende necessario far luogo allo scioglimento del consiglio comunale e disporre il conseguente commissariamento, per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 21 marzo 2018;

Decreta:

Art. 1

Il Consiglio comunale di Scilla (Reggio Calabria) e' sciolto.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Nel comune di Scilla (Reggio Calabria), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 31 maggio 2015, sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione, nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica.
A seguito di un'attivita' di indagine svolta dalla locale compagnia dei Carabinieri, che ha evidenziato possibili legami tra gli esponenti dell'amministrazione locale e soggetti riconducibili alla locale criminalita' organizzata, nonche' irregolarita' sulle procedure amministrative, il prefetto di Reggio Calabria con decreto del 27 giugno 2017, successivamente prorogato, ha disposto l'accesso presso il suddetto comune ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Al termine dell'indagine ispettiva, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il prefetto di Reggio Calabria, sentito nella seduta del 20 dicembre 2017 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica vicario - direzione distrettuale antimafia presso il locale tribunale, ha trasmesso l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
I lavori svolti dalla commissione d'indagine hanno preso in esame, oltre alla generale gestione dell'amministrazione comunale, la cornice criminale ed il locale contesto ambientale, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le locali cosche, ed hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, nel favorire soggetti o imprese collegati direttamente od indirettamente ad ambienti controindicati, per l'esistenza di una fitta ed intricata rete di cointeressenze, amicizie e frequentazioni, che lega alcuni amministratori ad esponenti delle locali consorterie criminali o a soggetti ad esse contigui.
Il territorio del comune di Scilla fa parte del cosi' detto «comprensorio di Villa San Giovanni», importante luogo di transito di persone e merci tra la Calabria e la Sicilia e snodo nevralgico di attivita' illecite, caratterizzato dalla storica e pervasiva presenza di una locale organizzazione criminale, profondamente radicata nel territorio e che esercita, come attestato da resoconti di indagini giudiziarie, il controllo delle attivita' economiche e degli appalti pubblici e privati, attraverso estorsioni, intimidazioni agli imprenditori, danneggiamenti con uso di armi ed esplosivi avvalendosi, per dette finalita', della forza del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omerta'.
L'organo ispettivo nella verifica effettuata sulle liste presentatesi nella competizione elettorale del 2015 ha riscontrato, tra i sottoscrittori di tutte le liste concorrenti, la presenza di soggetti affiliati o riconducibili alla criminalita' organizzata.
La relazione del prefetto si sofferma sulla figura del sindaco, presente nella vita politica scillese da piu' tempo, ed a carico del quale vengono evidenziati frequenti rapporti con soggetti controindicati. Da fonti tecniche di prova richiamate in un'ordinanza di custodia cautelare del 2011 e' emerso che il predetto amministratore avrebbe anche elargito denaro in favore di un esponente malavitoso detenuto in carcere.
Anche relativamente alla figura del vice sindaco sono emerse, da fonti investigative, frequentazioni con ambienti controindicati.
La limitata estensione del comune e la sua contenuta dimensione demografica, elementi che favoriscono una capillare conoscenza delle dinamiche territoriali, avrebbero dovuto indurre coloro che rivestono cariche pubbliche ad esercitare un adeguato controllo sociale e ad adottare prudenziali scelte politico-amministrative e, soprattutto per quanto attiene alla sfera relazionale, un'effettiva presa di distanza dalle locali organizzazioni criminali.
Gli accertamenti disposti hanno, peraltro, evidenziato che cinque dei dodici consiglieri assegnati al consiglio comunale sono gravati da pregiudizi di polizia e penali per varie tipologie di reato e che analoghe controindicazioni sussistono a carico di diversi esponenti dell'apparato burocratico.
In particolare, nei confronti di quattro componenti del consiglio comunale e di un dipendente e' stato disposto il rinvio a giudizio per una serie di reati, tra i quali l'abuso d'ufficio continuato in concorso e la falsita' materiale e ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici in quanto, nell'esercizio delle loro funzioni, nelle loro rispettive qualita' di amministratore o dirigente di area comunale ed in violazione di norme di legge, intenzionalmente procuravano un danno ingiusto all'ente locale consistente nel determinare lo stato di dissesto ed il suo progressivo aggravamento.
In tale contesto e' emblematica la circostanza che nei confronti del citato dipendente rinviato a giudizio, componente dell'ufficio di disciplina, l'amministrazione comunale non ha avviato alcun procedimento disciplinare ne', successivamente a tali fatti, ha variato la composizione del citato ufficio.
L'attivita' di accesso ha appurato, all'interno dell'ente, una gestione amministrativa non improntata ai principi di legalita' e buon andamento oltre ad un generale disordine amministrativo, elementi questi che, notoriamente, costituiscono nel loro insieme le condizioni prodromiche al determinarsi del condizionamento mafioso, atteso che l'ingerenza criminale nella gestione della cosa pubblica risulta piu' agevole in condizioni di mancato rispetto delle procedure amministrative.
Significative in tal senso sono le ripetute anomalie e irregolarita' che, come descritto nella relazione del prefetto, sono state riscontrate nella gestione dei lavori pubblici, frequentemente assegnati con il sistema degli affidamenti diretti e di somma urgenza, in assenza dei presupposti richiesti per tale tipo di affidamenti e senza lo svolgimento di procedure ad evidenza pubblica.
Di particolare rilievo e', la circostanza che alcune delle ditte risultate affidatarie dei lavori disposti con le modalita' di assegnazione sopra descritte sono state destinatarie di informazione interdittiva antimafia.
In tale contesto rileva, significativamente, che l'amministrazione ha affidato, senza alcuna gara, i lavori di sgombero e pulizia di aree comunali ad un'impresa attualmente sottoposta ad amministrazione giudiziaria a seguito di sequestro preventivo ed il cui titolare e' detenuto per il reato di associazione di tipo mafioso, estorsione ed altri reati.
Parimenti rilevante e' anche l'affidamento diretto di lavori di protezione e messa in sicurezza di un'area di cantiere, disposto in favore di una societa' che sin dal 2010 e' stata destinataria di provvedimento interdittivo antimafia ed il cui titolare e' per stretti rapporti familiari riconducibile ad un soggetto controindicato.
La relazione della commissione d'indagine ha posto in rilievo che anche nei casi in cui gli affidamenti di lavori sono stati assegnati a societa' non destinatarie di provvedimenti interdittivi, nella maggior parte dei casi i soci sono soggetti gravati da pregiudizi di polizia o penali, ed uno di questi, peraltro, e' anche proprietario di altra azienda destinataria di provvedimento interdittivo antimafia.
La relazione del prefetto rileva inoltre che l'ente, sebbene sul territorio comunale sia fortemente diffuso l'abusivismo edilizio, non ha posto in essere alcuna regolamentazione amministrativa del settore urbanistico, ne' alcuna attivita' di vigilanza e sanzionatoria attraverso la polizia municipale ed i competenti uffici tecnici.
La relazione della commissione d'indagine rileva altresi' che il comune di Scilla, ente locale ad alta vocazione turistico-balneare non si e' dotato del piano comunale di spiaggia, che non risulta nemmeno in corso di redazione, sebbene tale strumento, nel delineato contesto ambientale sia di fondamentale importanza per una corretta programmazione e gestione del territorio e tutela della legalita' in un settore ove solitamente gravitano gli interessi della criminalita' organizzata.
Elementi univoci che delineano il quadro di un'amministrazione pervicacemente gestita nel mancato rispetto del principio di legalita' sono emersi dall'analisi dei provvedimenti di concessione dei beni comunali in merito ai quali viene evidenziato, nella relazione del prefetto, che e' attualmente pendente un procedimento penale presso la locale procura per violazione delle norme del codice delle leggi antimafia in ordine ad una concessione demaniale rilasciata in favore di un congiunto di un esponente di spicco della locale criminalita'.
In tale ambito e' altresi' significativa la circostanza che il locale campo di calcio e' stato concesso in comodato d'uso - in assenza della necessaria certificazione di agibilita' prescritta dall'art. 80 T.U.L.P.S. - ad un'associazione dilettantistica, mentre di fatto e' gestito da altra associazione sportiva che annovera tra i suoi amministratori soggetti che, per frequentazioni e/o parentele, sono affiliati o riconducibili alla locale criminalita' organizzata.
E' evidente come la messa a disposizione di beni comunali, in violazione dei principi della legalita', con benefici diretti o indiretti per le locali consorterie, assume un valore altamente simbolico in quella realta' territoriale, traducendosi, inevitabilmente, in una consacrazione ufficiale del metodo mafioso al cospetto della collettivita'.
Gli accertamenti disposti nel settore amministrativo contabile hanno inoltre evidenziato che l'attivita' di riscossione dei tributi, da parte dell'ente locale, e' risultata estremamente carente o addirittura inesistente per quanto riguarda le posizioni debitorie della quasi totalita' degli amministratori, sanate solo dopo l'insediamento della commissione d'indagine.
Le circostanze, analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto, hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Scilla volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Scilla (Reggio Calabria), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 20 marzo 2018

Il Ministro dell'interno: Minniti
 
Art. 2

La gestione del comune di Scilla (Reggio Calabria) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott. Samuele De Lucia - viceprefetto;
dott. Filippo Lacava - viceprefetto aggiunto;
dott. Antonio Costa - dirigente di II fascia area I.
 
Allegato

Prefettura di Reggio Calabria
Ufficio territoriale del Governo

ORGANO ESECUTIVO DI SICUREZZA
Prot. nr. 76 /2018/ Segr.Sic. 9 gennaio 2018

All'Onorevole signor Ministro dell'interno
piazza del Viminale n. 1
Roma
Oggetto: Comune di Scilla - Commissione d'indagine ex art. l comma 3 della legge 7 agosto 1992 n. 356.
Con decreto ministeriale n. 17102/128/69(50) - Ufficio V - Affari territoriali - n. 2646/3 RIS datato 24 giugno 2017, veniva concessa la delega per l'effettuazione dell'accesso presso l'Amministrazione comunale di Scilla, ai sensi di cui all'art. 1 comma 3 della legge 7 agosto 1992 n. 356.
Con atto prefettizio n. 2859/2017/Segr.Sic. del 27 giugno 2017 veniva nominata la Commissione d'indagine alla quale e' stato assegnato un termine di tre mesi per il perfezionamento degli accertamenti e delle attivita', termine successivamente prorogato per un analogo periodo con provvedimento n. 3927/2017/Segr.Sic. del 9 settembre 2017.
La Commissione citata ha concluso i propri lavori e depositato la relazione conclusiva presso questo Ufficio in data 30 novembre 2017, da cui si desume quanto segue.

Premessa

La Commissione, al fine di fornire un quadro introduttivo anche di carattere statistico alla propria relazione, fornisce alcuni dati esplicativi del territorio, riferendo, tra l'altro, che «il territorio del Comune di Scilla, situato sul versante tirrenico della Provincia di Reggio Calabria, si estende per una superficie di 44,13 km² e confina con i Comuni di Villa San Giovanni, Fiumara, San Roberto, Bagnara Calabra, Sant'Eufemia d'Aspromonte, Santo Stefano in Aspromonte, Sinopoli e Roccaforte del Greco. Il centro abitato, che si affaccia sul mar Tirreno, e' costituito prevalentemente da colline e monti su cui insistono le frazioni di Solano Superiore e Melia di Scilla, e dalle zone costiere di Marina grande, Marina piccola e della frazione di Favazzina.
La popolazione residente, alla data del 31 dicembre 2016 e' com-posta da 4.901 cittadini, di cui 2.371 maschi, 2.530 femmine, 2.161 famiglie. Il tasso di natalita' e' pari al 7,1% e l'eta' media e' di 44,47 anni.
La popolazione straniera residente e' pari a 132 unita', di cui 38 maschi e 94 femmine.
L'economia del Paese e' in fase di recessione con la conseguente propensione, per buona parte della popolazione piu' giovane, a spostarsi in altri Comuni del nord-Italia in cerca di opportunita' lavorative.
Nel territorio comunale l'industria e' pressoche' inesistente e la economia si basa fondamentalmente sul turismo (tenuto conto che Scilla e' una importante localita' turistica e balneare), sulla ristorazione e sul terziario con piccoli nuclei attinenti alla pesca ed all'agricoltura. (1) »

Situazione generale dell'ordine e della sicurezza pubblica

In un apposito capitolo, la Commissione espone (2) la situazione relativa all'ordine ed alla sicurezza pubblica esistente sul territorio comunale d'interesse, rappresentando che il «il Comune di Scilla fa parte del c. d. comprensorio di (Omissis) (3) snodo tra la Calabria e la (Omissis), che rappresenta non solo il luogo di transito di merci e persone, ma anche un punto nevralgico per le attivita' illecite.
La principale articolazione territoriale della «'ndrangheta» operante, allo stato attuale, sul territorio del centro abitato di Scilla e' stata individuata nella cosca denominata «(Omissis)», dal nome delle principali (Omissis) famiglie che la compongono (4) .
(...) la Corte di appello di Messina, il 13 febbraio 1999, con sentenza passata in giudicato, ha stabilito che:
«Esiste a Scilla un'associazione mafiosa denominata «(Omissis)» costituita ed organizzata al fine di assumere il controllo del territorio sul Comune di Scilla delle attivita' economiche, degli appalti pubblici e privati a mezzo estorsioni, intimidazioni sugli imprenditori, anche a mezzo dell'eliminazione fisica, con danneggiamenti con armi ed esplosivi, avvalendosi, per dette finalita', della forza e dell'intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omerta' che ne deriva.»
Di fatto questo e' il primo documento che ufficializza l'esistenza di una cosca di 'ndrangheta operante a Scilla.
«Omissis».

Gli Organi comunali

Il Consiglio comunale di Scilla e' stato rinnovato in occasione delle consultazioni elettorali svoltesi il 31 maggio 2015, che hanno visto eletto Sindaco, con 1.558 voti di preferenza (47,31% dei voti espressi - 8 seggi), (Omissis), esponente della lista civica n. 3 denominata «Noi per Scilla», prevalsa sulle liste n. 2 «Progetto Scilla» (891 voti di preferenza, pari al 27,05 dei voti espressi - 2 seggi) e n. 1 denominata «Uniti per cambiare» (844 voti di preferenza, pari al 25,63% dei voti espressi - 2 seggi), capeggiate rispettivamente da (Omissis) e (Omissis).
(Omissis).
La composizione della compagine politica, dal suo insediamento, ha subito le seguenti modifiche:
(Omissis).
Nello stesso capitolo (5) la Commissione riporta i precedenti, i collegamenti e le frequentazioni dei componenti gli Organi politici.
(Omissis).
(Omissis).
(Omissis).
Per quanto concerne i dipendenti comunali, la Commissione sottolinea che per molti di essi, sussistono (Omissis).
Relativamente ai lavori pubblici la Commissione ha evidenziato alcune irregolarita' riscontrate nella relativa gestione: in particolare, il frequente ricorso al sistema degli affidamenti diretti e per interventi di somma urgenza, quindi senza lo svolgimento di alcuna procedura di gara che, pero', non hanno comportato il superamento dei limiti sia regolamentari che di legge degli importi previsti.
Fra le ditte incaricate di lavori e servizi e' risultata la (Omissis) che, nel passato, (Omissis)
Dall'esame degli atti svolto, la Commissione d'indagine ha accertato in effetti:
un frequente ricorso al sistema degli affidamenti diretti in urgenza senza lo svolgimento di alcuna procedura di gara;
un frequente ricorso ad affidamenti in urgenza, senza alcuna programmazione ne' tecnica ne' finanziaria degli interventi.
(Omissis).
In ordine alla situazione economico-finanziaria dell'Ente l'Organo ispettivo ha riferito la precaria situazione inerente la riscossione tributaria generalmente attestata su percentuali molto basse che, addirittura, raggiungono percentuali quasi nulle per quanto riguarda i tributi dovuti dagli amministratori che erano per la quasi totalita' debitori nei confronti dell'Ente. Infatti, i debiti degli amministratori sono stati sanati solo a seguito della richiesta di notizie da parte della Commissione d'indagine.
Cio' perche' sino all'avvio dell'accesso, la competente Area non aveva provveduto ad inviare gli avvisi di messa in mora ne' agli amministratori, ne' alla cittadinanza. Tale modus operandi appare essere stata chiara con-causa dei due dissesti subiti dall'Ente.
Sono invece risultate regolari le riscossioni dei proventi per le sanzioni elevate per infrazioni al Codice della Strada, nonche' il pagamento e, quindi, gli introiti per quanto concernente il pagamento dei fitti attivi e delle concessioni demaniali nel periodo in esame.
L'attivita' di contrasto da parte del Comando di Polizia locale, relativamente al fenomeno dell'abusivismo edilizio, e' risultata del tutto inesi-stente ed e' stata compensata dall'attivita' svolta dalla Stazione Carabinieri di Scilla; risulta, invece, elevata l'attivita' di contrasto delle violazioni alla circolazione stradale. In proposito e' stata rilevata da parte dell'Amministrazione comunale la volonta' di assumere personale stagionale da assegnare al corpo di Polizia locale durante il periodo di maggiore afflusso turistico.
Inadempienze sono state riscontrate in merito alla mancata adozione del Piano Comunale di Spiaggia che non risulta nemmeno in corso di redazione, tenuto conto della fondamentale importanza di tale strumento programmatorio del territorio in una localita' ad accentuata vocazione turistico-balneare quale Scilla.
Per quanto riguarda la materia urbanistica non risulta che l'Ente abbia provveduto a definire le procedure relative alle dichiarazioni di inottemperanza alle pur emesse ordinanze di demolizione, ne' di aver provveduto alle procedure di acquisizione degli immobili abusivamente realizzati ed alla loro demolizione.
Per quanto concerne la gestione degli impianti sportivi e' da evidenziare che il campo da calcio, nonostante sia in uso, non appare dotato dei nulla osta e delle autorizzazioni previste dalla legge.
Peraltro, come pure indicato, la Stazione dei Carabinieri di Scilla ha intrapreso (Omissis) in merito alla (Omissis), ( -Omissis -), (Omissis).
Infine, nel formulare le sue conclusioni la Commissione si e' richiamata alla giurisprudenza in materia e, da ultimo, alla recentissima Ordinanza del Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione terza) n. 03978/2017 R.P.C., n. 05248/2017 reg. ric. nella quale e' stato messo in evidenza - ancora una volta - il carattere preventivo del provvedimento adottato ai sensi dell'art. 143 TUOEL, e degli accertamenti posti a base dell'emissione dei predetti provvedimenti, svolti dalle Commissioni d'indagine, finalizzati non al perseguimento di ipotesi di reato, bensi' alla verifica di situazioni riconducibili a fenomeni di inquinamento e/o condizionamento da parte della criminalita' organizzata, di comportamenti amministrativi che sono causa di disservizi e di mala gestione spesso indizio della presenza di collegamenti diretti o indiretti della criminalita' organizzata di tipo mafioso o similari tali da determinare un'alterazione del procedimento di formazione della volonta' degli Organi elettivi e amministrativi con la compromissione del buon andamento, dell'imparzialita' dell'amministrazione e della regolarita' dei servizi.
La Commissione ha ritenuto possibile affermare che per il comune di Scilla risultano accertati concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalita' organizzata di tipo mafioso o similare di amministratori dell'Ente tali da consentire l'applicazione della misura di rigore prevista dall'art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000, cio' in considerazione:
delle riscontrate relazioni parentali e delle frequentazioni con soggetti d'interesse investigativo da parte di amministratori;
dell'esistenza, fra i presentatori di tutte le tre liste presenti nella competizione elettorale del maggio 2015, di soggetti con precedenti penali e di polizia anche specifici;
della totale inattivita' dell'Ente in relazione al contrasto all'abusivismo edilizio in particolare, nonche' del generalizzato mancato completamento dell'iter procedimentale finalizzato all'acquisizione degli immobili abusivi e all'inesecuzione delle relative ordinanze di demolizione;
dei molteplici affidamenti diretti di lavori pubblici in urgenza, senza lo svolgimento di alcuna procedura di gara, anche a soggetti con precedenti penali o, in qualche caso, destinatari di interdittive antimafia;
del rinvio a giudizio di amministratori in carica a seguito della dichiarazione di dissesto dell'Ente;
della generalizzata prescrizione dei tributi comunali a seguito di mancanza di messa in mora, da parte dell'Ente, dei contribuenti inottemperanti;
dell'esistenza di procedimenti penali pendenti in relazione ad attivita' dell'Ente.

Conclusioni

Dalla lettura della relazione della Commissione d'Indagine si desume il controllo che le cosche criminali hanno sul territorio di riferimento.
Gli accertamenti e le indagini effettuate hanno pertanto rilevato una compromissione del buon andamento e dell'imparzialita' dell'Amministrazione di Scilla, in un contesto territoriale caratterizzato dalla presenza della criminalita' organizzata.
L'esame dell'integrale situazione del Comune di Scilla e' stato, peraltro, effettuato nella seduta del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza pubblica tenuto presso questa Prefettura in data 20 dicembre 2017, alla presenza del Procuratore della Repubblica Vicario - Direzione Distrettuale Antimafia - presso il locale Tribunale. In tale sede il Consesso ha concordato con le valutazioni dello scrivente sopraesposte ai fini dell'applicazione dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Pertanto, lo scrivente ritiene, per le sopraesposte ragioni, che sussistono i presupposti al fine di un eventuale provvedimento di scioglimento presso il Comune di Scilla, ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000, come modificato dall'art. 2, comma 30, della legge 15 luglio 2009 n. 94.
(Omissis).

Il prefetto: di Bari

(1) Cfr. pag. 10 della Relazione della Commissione d'Indagine

(2) Cfr. pag. 12/16 della Relazione della Commissione d'Indagine

(3) Che comprende i comuni di (Omissis), (Omissis), (Omissis),
(Omissis), (Omissis), (Omissis), (Omissis), (Omissis), e
(Omissis),

(4) Cfr. pag. 12 della Relazione della Commissione d'Indagine

(5) Cfr. pagg. 29/49 della Relazione della Commissione d'Indagine.
 
Art. 3

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 22 marzo 2018

MATTARELLA

Gentiloni Silveri, Presidente del
Consiglio dei ministri

Minniti, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 28 marzo 2018 Interno, foglio n. 682
 
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