Gazzetta n. 200 del 28 agosto 2017 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 31 luglio 2017
Scioglimento del Consiglio comunale di Cropani e nomina della commissione straordinaria.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel Comune di Cropani (Catanzaro) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 25 maggio 2014;
Considerato che, dall'esito di approfonditi accertamenti, sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale di Cropani, si rende necessario far luogo allo scioglimento del consiglio comunale e disporre il conseguente commissariamento, per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 28 luglio 2017;

Decreta:

Art. 1

Il consiglio comunale di Cropani (Catanzaro) e' sciolto.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Il Comune di Cropani (Catanzaro), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 25 maggio 2014, presenta forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi, il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per l'ordine e la sicurezza pubblica.
In base alle risultanze di un'inchiesta giudiziaria, il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catanzaro ha emesso in data 10 novembre 2016, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 48 persone, nonche' un provvedimento di sequestro preventivo nei confronti di imprese e societa'.
Tra i destinatari dell'ordinanza cautelare figura anche il vice sindaco, per il quale e' stata disposta la custodia in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, successivamente convertita in arresti domiciliari.
In relazione a tali vicende ed al fine di verificare la sussistenza di forme di condizionamento e di infiltrazione delle locali consorterie nell'amministrazione comunale, il Prefetto di Catanzaro, con decreto del 22 dicembre 2016, successivamente prorogato, ha disposto, per gli accertamenti di rito, l'accesso presso il suddetto comune ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
All'esito delle indagini, la commissione incaricata delle verifiche ispettive ha depositato le proprie conclusioni, in base alle quali il Prefetto di Catanzaro, sentito nella seduta del 29 maggio 2017 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del Procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, ha predisposto l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando pertanto i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
I lavori della commissione d'indagine hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, la cornice criminale ed il locale contesto ambientale, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le cosche presenti sul territorio, ed hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato nel favorire soggetti o imprese collegati direttamente od indirettamente ad ambienti malavitosi, per l'esistenza di una fitta ed intricata rete di parentele, affinita', amicizie e frequentazioni, che lega alcuni amministratori ad esponenti delle locali consorterie criminali o a soggetti ad esse contigui.
Il Comune di Cropani e' ricompreso in un ambito territoriale notoriamente caratterizzato dalla pervasiva presenza di una locale organizzazione criminale, profondamente radicata nel tessuto economico e sociale, con un raggio di azione che si estende anche a molti altri comuni della provincia.
Le indagini giudiziarie hanno posto in rilievo come la richiamata organizzazione criminale, in occasione delle consultazioni elettorali della primavera 2014, abbia sostenuto sia la candidatura di colui che all'esito della tornata elettorale sarebbe stato eletto sindaco per la seconda volta consecutiva, sia quella del vice sindaco destinatario della menzionata ordinanza restrittiva.
Dal provvedimento cautelare emerge che quest'ultimo, pur consapevole dei metodi e dei fini dell'associazione criminale ha fornito in cambio del sostegno elettorale un contributo concreto al rafforzamento delle capacita' Operative dell'organizzazione criminale assicurando la sua disponibilita' al fine di consentire alla consorteria di esercitare la propria influenza sulle funzioni amministrative del comune.
L'indagine ispettiva ha posto in rilievo una sostanziale continuita' amministrativa tra la compagine eletta nel 2009 e quella proclamata nel 2014, atteso che otto degli attuali componenti il consiglio comunale oltre al sindaco, pari al 69 % dell'intero collegio, hanno fatto parte della precedente consiliatura.
Ulteriore rilevante elemento, che evidenzia un contesto ambientale compromesso, e' rappresentato dalla circostanza che numerosi amministratori componenti dell'organo esecutivo e di quello consiliare sono gravati da precedenti di polizia o sono riconducibili, per rapporti parentali o per frequentazioni, ad ambienti controindicati.
Pregiudizi di natura penale sono segnalati anche nei confronti di alcuni componenti dell'apparato burocratico.
La relazione del prefetto pone in rilievo un'illegittima ed anomala ingerenza degli organi politici sull'operato dell'apparato burocratico, in contrasto con il principio di separazione tra il potere di indirizzo e programmazione e quello gestionale.
La giunta, organo di indirizzo politico amministrativo, ha piu' volte travalicato i propri ambiti di competenza individuando i criteri e le modalita' di svolgimento delle diverse procedure di affidamento dei servizi e in taluni casi addirittura indicando, per l'affidamento di taluni servizi, le societa' beneficiarie.
La commissione d'indagine ha riscontrato un ripetuto ricorso ad artificiosi frazionamenti di lavori o servizi ed un illegittimo e reiterato affidamento diretto degli stessi o con gare a procedura ristretta per importi di modesta entita' in violazione della normativa sui contratti pubblici.
Tale modus operandi ha permesso, altresi', di eludere le disposizioni in materia di informazioni antimafia.
Elementi concreti che evidenziano un sistematico sviamento dell'attivita' amministrativa dai principi di buon andamento sono rinvenibili nei numerosi affidamenti di servizi pubblici disposti in favore di alcune cooperative sociali.
L'attivita' di accertamento ha rilevato l'esistenza di un «sistema» delle cooperative. Il primo cittadino emanava propri atti di indirizzo rivolti ai responsabili di settore con i quali, in palese violazione di legge, stabiliva i criteri di assegnazione degli appalti di servizi. In attuazione di tali indirizzi l'ente disponeva affidamenti sempre in favore delle stesse cooperative, carenti dei presupposti soggettivi ed amministrativi e riconducibili a soggetti che in precedenza erano stati destinatari di incarichi fiduciari da parte delle giunta. Con tale sistema, rileva la commissione d'indagine, e' stata sostanzialmente impedita la partecipazione di altre imprese.
Le verifiche disposte hanno evidenziato che, anche nei rari casi in cui l'ente ha indetto procedure ad evidenza pubblica mediante il sistema dell'offerta economicamente piu' vantaggiosa si e' fatto ricorso a criteri di attribuzione dei punteggi - quali ad esempio quelli relativi al radicamento territoriale - tali da rendere quanto meno difficoltoso l'ampliamento della platea dei partecipanti. Non a caso a tali procedure ha quasi sempre partecipato una sola cooperativa.
Significativa in tal senso e' la vicenda relativa alla procedura concernente l'esternalizzazione di alcuni servizi tra i quali quello idrico e quello di pulizia e manutenzione ordinaria di edifici comunali.
I servizi sono stati affidati ad una delle cooperative che proprio in virtu' del menzionato «sistema» e sulla base di ripetute delibere di giunta e determine dirigenziali con le quali sono state disposte proroghe, integrazioni e ampliamenti, ha ricevuto nel corso degli armi affidamenti per oltre 1.300.000 euro, in totale spregio delle disposizioni di settore.
La relazione della commissione d'indagine ha rilevato che l'amministratore unico dell'impresa in argomento e' persona gravata da precedenti di polizia e strettamente riconducibile per rapporti parentali ad uno dei soggetti destinatati della citata ordinanza cautelare.
Controindicazioni di analoga natura sono state registrate anche in capo ad altri soci, consiglieri o soggetti operanti nella cooperativa, uno dei quali, peraltro, e' stato tratto in arresto per il reato di cui all'art. 416-bis codice penale, in esecuzione della menzionata ordinanza.
Ulteriori univoci elementi che delineano un agire dell'amministrazione non improntato ai principi di buona gestione e legalita' sono emersi anche dall'esame delle procedure per l'affidamento del servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani assegnato ad alcune societa' riconducibili alla criminalita' organizzata che gia' nel corso della precedente amministrazione, guidata anch'essa dall'attuale primo cittadino, erano state affidatarie del servizio.
Viene segnalato come, anche per tale settore, l'amministrazione comunale, anziche' predisporre un piano di interventi programmati e strutturali, abbia disposto una serie numerosissima di affidamenti di «fatto» di minimo importo con relative proroghe alle stesse ditte, alcune delle quali riconducibili alla criminalita' organizzata ed in assenza dei prescritti atti negoziali.
In tale ambito il prefetto di Catanzaro segnala, quale elemento emblematico del condizionamento dell'attivita' amministrativa da parte della criminalita' organizzata, che un'azienda, affidataria fin dal 2012 del servizio smaltimento rifiuti ingombranti, ed il cui amministratore e' stato tratto in arresto a seguito della piu' volte citata operazione giudiziaria, nel dicembre 2016 e' stata destinataria di un'informazione interdittiva antimafia.
Rileva la circostanza che l'amministrazione comunale, pur dopo il verificarsi di tali fatti, anziche' adottare prudenziali scelte di selezione delle aziende cui conferire tale incarico, ha prontamente affidato lo stesso servizio ad un'altra ditta appartenente al medesimo gruppo familiare del titolare della societa' destinataria dell'interdittiva.
Numerosi e ripetuti affidamenti sono stati disposti anche in favore di un'altra ditta, che effettua il noleggio di automezzi per il trasporto di rifiuti, destinataria, anch'essa, di informazione interdittiva antimafia.
Non diversamente da quanto accertato nel settore dei servizi, anche nelle aggiudicazione degli appalti di lavori e' stata individuata, la ricorrenza di alcuni di quegli elementi che, secondo quanto rilevato dall'autorita' per gli appalti pubblici, connotano i sistemi di gestione illegale delle procedure ad evidenza pubblica, quali la lottizzazione di opere unitarie e la presenza sistematica delle medesime ditte, riconducibili a cosche mafiose locali.
La relazione del prefetto richiama, in particolare, gli affidamenti disposti in favore di una ditta specializzata in lavorazioni cementizie, il cui titolare e' stato tratto in arresto per associazione di tipo mafioso nell'ambito della menzionata operazione giudiziaria. Nei confronti della predetta societa' la prefettura di Catanzaro, nel mese di dicembre 2016, ha rigettato la domanda di iscrizione nell'elenco dei fornitori prestatori ed esecutori non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa (c.d. white list).
Anche altre societa' riconducibili per vincoli parentali al menzionato imprenditore sono risultate, nel corso, delle ultime due consiliature, affidatane di numerosi lavori pubblici.
Ulteriori concreti elementi che evidenziano una gestione dell'ente comunale finalizzata a favorire ambienti controindicati sono emersi dall'esame delle procedure concernenti l'assegnazione di suoli in zona interessata dal piano di insediamenti produttivi.
Emblematica in tal senso e' la vicenda relativa all'assegnazione di un suolo in favore di una societa' il cui titolare e' stato anch'egli tratto in arresto nell'ambito della piu' volte menzionata operazione giudiziaria per numerosi capi d'imputazione, tra i quali quello di associazione di stampo mafioso in quanto, quale organizzatore delle attivita' dell'associazione criminale, ha interferito nell'ambito della pubblica amministrazione mediante accordi con il vice sindaco.
La commissione che ha deliberato l'assegnazione del terreno in favore della societa' in argomento, composta da tre consiglieri, e' stata addirittura presieduta dal sindaco in violazione delle norme in materia di separazione tra la funzione di indirizzo politico-amministrativo e quella di gestione.
Le circostanze analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Cropani volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Cropani (Catanzaro), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 28 luglio 2017

Il Ministro dell'interno: Minniti

Parte di provvedimento in formato grafico

 
Art. 2

La gestione del comune di Cropani (Catanzaro) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott.ssa Antonia Maria Grazia Surace, viceprefetto;
dott. Cesare De Rosa, viceprefetto aggiunto;
dott.ssa Carla Fragomeni, funzionario economico finanziario.
 
Art. 3

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 31 luglio 2017

MATTARELLA

Gentiloni Silveri, Presidente del
Consiglio dei ministri

Minniti, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 4 agosto 2017 Interno, foglio n. 1679
 
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