Gazzetta n. 276 del 25 novembre 2016 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 28 ottobre 2016
Scioglimento del consiglio comunale di Rizziconi e nomina della commissione straordinaria.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel comune di Rizziconi (Reggio Calabria) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 17 e 18 giugno 2012;
Considerato che, dall'esito di approfonditi accertamenti, sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale di Rizziconi, si rende necessario far luogo allo scioglimento del consiglio comunale e disporre il conseguente commissariamento, per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 27 ottobre 2016;

Decreta:

Art. 1

Il consiglio comunale di Rizziconi (Reggio Calabria) e' sciolto.


 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Il comune di Rizziconi (Reggio Calabria), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 17 e 18 giugno 2012, presenta forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi, il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica.
I contenuti di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. di Reggio Calabria ed eseguita il 4 giugno 2014 nei confronti di 16 persone, tra le quali ex consiglieri ed assessori comunali di Rizziconi, hanno evidenziato la capacita' della locale cosca criminale di condizionare l'operato della compagine elettiva dell'ente locale.
Al fine di svolgere mirati accertamenti per verificare possibili forme di infiltrazione o condizionamento di tipo mafioso o similare da parte della criminalita' organizzata che determinano un'alterazione del procedimento di formazione della volonta' degli organi elettivi ed amministrativi, il prefetto di Reggio Calabria, con decreto del 22 dicembre 2015, successivamente prorogato, ha disposto, per gli accertamenti di rito, l'accesso presso il suddetto comune, ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
All'esito dell'indagine ispettiva, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il prefetto di Reggio Calabria, sentito nella seduta del 27 luglio 2016 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del Procuratore distrettuale antimafia di Reggio Calabria e del Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, ha redatto in data 4 agosto 2016 l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando pertanto i presupposti per lo scioglimento del consiglio comunale ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
I lavori svolti dalla commissione d'accesso hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, la cornice criminale ed il contesto ove si colloca l'ente locale, gia' interessato dal provvedimento di scioglimento per infiltrazioni mafiose nell'anno 2000, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e la locale consorteria.
Il territorio del comune di Rizziconi e' caratterizzato dalla pervasiva presenza di una locale organizzazione criminale, capeggiata da un «reggente storico», profondamente radicata nel tessuto economico, sociale e istituzionale che, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo, ha esteso i propri interessi nel settore della grande distribuzione, del commercio di carburanti, dell'industria agroalimentare e degli appalti pubblici.
Tali aspetti sono posti in particolare rilievo nella menzionata ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. di Reggio Calabria nel mese di giugno 2014.
Il provvedimento cautelare ha fatto emergere come la locale cosca, agendo con metodi tipici mafiosi, abbia condizionato la volonta' dell'ente a tal punto da fare apparire quale frutto di libere scelte politiche le vicende che hanno portato allo scioglimento del consiglio comunale, disposto nel 2011 a seguito delle dimissioni dei consiglieri.
La caduta dell'amministrazione comunale nel 2011 - come emerso dalle risultanze giudiziarie - e' dipesa invero da una precisa strategia della locale organizzazione criminale che ha esercitato forme di intimidazione o minacce nei confronti degli amministratori.
Anche le successive elezioni, svolte nella tornata elettorale del 2012, sono state condizionate dalla consorteria che ha destinato il proprio appoggio politico in favore di colui che risultera' eletto primo cittadino; rileva anche la circostanza che le stesse elezioni hanno registrato il successo di coloro che, per volere della 'ndrina locale, erano stati gli artefici dello scioglimento dell'amministrazione nel 2011.
E' emerso altresi' che la lista di colui che sara' eletto sindaco e' stata sottoscritta da soggetti gravati da precedenti penali, nonche' da un ex consigliere comunale arrestato nel 2014 nell'ambito della menzionata operazione giudiziaria, denominata «Deus», gia' facente parte dell'amministrazione sciolta per mafia nell'anno 2000, anch'egli gravato da precedenti penali, indagato per associazione a delinquere e ritenuto partecipe della locale 'ndrina.
E' inoltre significativo che le amministrazioni avvicendatesi alla guida dell'ente sono connotate da una sostanziale continuita', atteso che sette degli undici componenti il consiglio comunale, pari a circa il 64% dell'intero collegio, hanno fatto parte delle precedenti amministrazioni; anche il sindaco ha ricoperto piu' volte incarichi diversi, compreso quello di consigliere di maggioranza nell'amministrazione sciolta per infiltrazioni mafiose nell'anno 2000. Nella menzionata ordinanza cautelare il primo cittadino viene indicato tra i promotori dell'iniziativa che, come sopra rappresentato, unitamente ad altri esponenti della locale organizzazione criminale, ha portato alle dimissioni della maggioranza del consiglieri nel 2011 beneficiando poi, come gia' evidenziato, dell'appoggio elettorale offertogli dal locale capo 'ndrina.
Ulteriore rilevante elemento che evidenzia un contesto ambientale compromesso e' rappresentato dalla circostanza che numerosi amministratori componenti dell'organo esecutivo e di quello consiliare sono gravati da precedenti di polizia o sono riconducibili per rapporti parentali o per frequentazioni ad ambienti controindicati. Pregiudizi di natura penale vengono segnalati anche per alcuni componenti dell'apparato burocratico.
Elemento concreto, che attesta, inequivocabilmente, il dominio della cosca criminale su quel territorio e' rappresentato dall'episodio accaduto nel mese di settembre 2013 in occasione della processione in onore della festa patronale di San Teodoro Martire.
Viene riferito dalle Forze dell'ordine che, mentre era in corso la rituale manifestazione religiosa per le vie del centro, la processione cambiava l'originario e tradizionale percorso, dirigendosi verso la dimora del locale capo cosca. Il corteo religioso, dopo essere transitato per ben due volte davanti alla predetta abitazione, vi sostava dando inizio all'esibizione della banda musicale, fino a quel momento in silenzio. La statua del Santo era sorretta da circa venti fedeli tra i quali un consigliere comunale ed uno stretto congiunto del primo cittadino, mentre alla testa del corteo religioso erano presenti il sindaco e diversi esponenti dell'amministrazione comunale.
Elementi univoci che delineano il quadro di un'amministrazione pervicacemente gestita nel mancato rispetto del principio di legalita' e comunque sulla base di logiche familistiche sono emersi dall'analisi dei provvedimenti di concessione dei contributi comunali.
In particolare, in ordine alla gestione del campo di calcio comunale dalle risultanze ispettive e' emerso che non e' stato adottato dall'ente alcun atto generale di regolamentazione e la sua utilizzazione e' rimessa alla discrezionalita' degli amministratori comunali, in particolare del sindaco.
Significativa e' la circostanza che il primo cittadino ha concesso l'utilizzo del campo sportivo ad una societa' il cui rappresentante legale e' un suo stretto parente e che nella compagine societaria sono presenti persone segnalate per frequentazioni con soggetti controindicati o con precedenti di polizia. Uno di essi, peraltro, viene qualificato nella menzionata ordinanza «Deus» come uno dei referenti della locale cosca mafiosa. L'organo ispettivo rileva inoltre che un pluripregiudicato, esponente della citata organizzazione criminale, in occasione delle partite frequenta i locali interni dello stadio accompagnato dai menzionati amministratori della societa'.
Le verifiche effettuate hanno evidenziato che, sebbene il campo sportivo venga utilizzato gratuitamente dalla suddetta societa', tutte le spese per le utenze e per la manutenzione sono state assunte dall'amministrazione comunale che, peraltro, ha erogato alla societa' sportiva numerose e ripetute contribuzioni annuali, per circa 50.000 euro, disposte dall'ente locale senza alcuna programmazione, sia per le iscrizioni ai diversi campionati sia per l'organizzazione di eventi; viene al riguardo rappresentato che le relative delibere sono tutte caratterizzate da profili di illegittimita' e da motivazioni illogiche.
Quanto ai servizi pubblici locali viene rappresentato dalla commissione d'indagine che l'amministrazione comunale non ha posto alcuna attenzione alla manutenzione delle strade, che si presentano prive di segnaletica orizzontale e verticale; nel centro abitato, inoltre, non vi sono marciapiedi cosi' come carente ed obsoleto e' l'impianto di illuminazione pubblica, non di rado, infatti, si verificano guasti con conseguente assenza del servizio nelle zone interessate. E' emerso, dunque, come la gestione dei servizi pubblici sia stata inefficace e come l'ente locale si sia rivelato incapace di fornire le risposte di cui la collettivita' ha bisogno.
Popolose frazioni del territorio sono sprovviste della rete idrica ed, inoltre, l'amministrazione comunale non ha posto alcuna attenzione alla realizzazione e cura di luoghi di incontro, quali piazze o spazi di verde pubblico sebbene disponga di consistenti contributi provenienti da societa' per azioni insediate nel territorio, produttrici di fonti energetiche.
Ripetute illegittimita' hanno caratterizzato l'affidamento dei servizi pubblici, in particolare il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani e' stato disposto, nel periodo 2012-2016, attraverso ripetuti frazionamenti degli importi, ricorrendo ad affidamenti in forma diretta, procedure di somma urgenza, procedure negoziate. I contratti sono stati reiteratamente prorogati, in totale elusione della normativa di settore e quindi dei criteri di trasparenza e pubblicita'.
Cio' ha consentito ad una stessa societa', la cui sede legale ed il luogo di esercizio sono variati nel tempo, di svolgere per diversi anni il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani e di ottenere quindi, pur in assenza dei requisiti previsti dalla normativa di settore, l'affidamento di un pubblico servizio per importi rilevanti.
E' significativa la circostanza che, fino ai primi mesi del 2014, amministratore unico della societa' e' stata una persona condannata per il reato di turbata liberta' degli incanti in relazione ad una gara, indetta da altro comune, per l'affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
Elementi concreti che attestano una gestione amministrativa non aderente al principio di legalita' sono emersi anche dall'esame degli affidamenti, relativi al periodo 2012-2013, per lo spazzamento delle strade, delle aree pubbliche, per la manutenzione del verde pubblico e per la pulizia del cimitero comunale.
I predetti servizi sono stati affidati ricorrendo ripetutamente sia al cottimo fiduciario che ad atti di proroga, dando luogo in tal modo ad un sostanziale monopolio di un'unica ditta per un importo di oltre 130.000 euro.
Tali affidamenti, sulla base del principio di buon andamento, avrebbero dovuto essere oggetto di programmazione pluriennale e, ove non frazionati, avrebbero richiesto il ricorso alle procedure di gara ad evidenza pubblica, in applicazione di quanto prescritto dalla vigente normativa.
Sono peraltro stati accertati nei confronti dei soci dell'azienda in questione pregiudizi per reati contro la pubblica amministrazione.
Ulteriori concreti elementi che evidenziano una gestione dell'ente avulsa dal rispetto dei principi di legalita' e buon andamento sono emersi dalle indagini svolte presso l'ufficio vigilanza, settore nel quale prestano servizio numerosi dipendenti gravati da pregiudizi di polizia o riconducibili, per frequentazioni, ad ambienti criminali.
E' stata riscontrata una generale condizione di disordine amministrativo ed e' emerso che pur a fronte di un implemento di organico, le attivita' svolte dall'ufficio sono scarsamente incisive e del tutto esigue, al punto da concretizzare una sostanziale inattivita' del settore, attestata anche dall'esiguo numero di determine emesse nel periodo di riferimento; le stesse peraltro si riferiscono esclusivamente a spese per l'autoparco, per il vestiario e per l'acquisto di manuali. E' stata, inoltre, riscontrata la mancata collaborazione tra il predetto ufficio vigilanza e l'ufficio tributi, in relazione all'attivita' di notifica dei ruoli dei tributi locali o alla mappatura dell'abusivismo edilizio.
Peraltro la giunta non ha dettato indirizzi o linee guida per far fronte alle anomalie riscontrate nel settore.
Per contro alcuni elementi sintomatici attestano come i vertici dell'ente abbiano posto maggiore attenzione nel soddisfare logiche affaristico-clientelari piuttosto che nella gestione dell'amministrazione; cio' e' comprovato dai conferimenti di incarichi che hanno interessato l'ufficio, disposti con ordinanze sindacali fondate su motivazioni illogiche e comunque in violazione di norme regolamentari.
Al riguardo, la relazione della commissione d'indagine evidenzia che all'ufficio e' preposta una funzionaria assunta a tempo indeterminato nell'anno 2010 con concorso.
Tuttavia, negli anni 2014-2015, sulla base di alcune preliminari delibere con le quali la giunta aveva autorizzato il comando presso altra amministrazione della funzionaria nonche' di alcune reiterate convenzioni per un utilizzo «part time» della predetta dipendente in altri comuni, la responsabilita' dell'ufficio e' stata attribuita, con decreti sindacali e senza alcuna valutazione comparativa, ad un altro funzionario appartenente ad una categoria di livello inferiore.
In particolare, viene posto in rilievo che nel corso del 2015 si sono succedute, sovrapponendosi, alcune delibere con le quali la responsabilita' dell'ufficio e' stata attribuita ai due funzionari senza che venisse revocato il precedente conferimento di incarico.
Dalle indagini esperite e' emerso che il dipendente chiamato a sostituire la funzionaria assunta a tempo indeterminato e' uno stretto parente di un consigliere comunale facente parte dell'amministrazione sciolta per infiltrazioni mafiose nel 2000. Lo stesso funzionario viene peraltro citato nella menzionata ordinanza cautelare perche', in occasione della procedura per la selezione del comandante della Polizia municipale, per ottenere quell'incarico aveva ripetutamente pressato il sindaco dell'amministrazione dimissionaria nel 2011.
La documentazione reperita evidenzia alcune anomalie ed illegittimita' quali l'approvazione delle relative convenzioni con delibere di giunta anziche' di consiglio, l'assenza di una pur minima motivazione, il rinnovo della convenzione nonostante i dubbi formulati dal segretario comunale.
E' peraltro emblematica la circostanza che l'amministrazione comunale ha provveduto a sciogliere la convenzione in forma associata con altro comune subito dopo l'insediamento della commissione d'indagine.
Il penetrante condizionamento posto in essere dalla criminalita' organizzata nei confronti dell'amministrazione emerge, altresi', dall'analisi dei procedimenti concernenti l'affidamento di beni del patrimonio immobiliare comunale e di quelli confiscati alla criminalita' organizzata.
Significativo in tal senso si e' rivelato l'esame del procedimento relativo alla concessione di un fondo rustico per il quale e' stata accertata un'indebita ingerenza degli organi politici sull'operato degli organi amministrativi, in contrasto con il principio di separazione dei poteri di indirizzo e programmazione, propri degli organi politici, da quelli gestionali dell'apparato dirigente.
Con delibera del febbraio 2013, infatti, la giunta comunale dava indirizzo al responsabile dell'ufficio tecnico di avviare le procedure di gara per l'individuazione del contraente cui affidare il fondo, definendo anche il canone di locazione, adempimento invero di competenza dell'organo di gestione.
La procedura di gara, per la quale perveniva un'unica offerta, con un incremento minimo rispetto alla base d'asta, ha evidenziato anomalie ed irregolarita' atteso che non risulta sia stata effettuata alcuna valutazione tecnica per determinare il valore del bene posto in gara; emblematica e' anche la circostanza che la procedura di locazione non teneva conto che sul fondo insisteva un plesso comunale adibito a scuola materna per il quale l'amministrazione comunale solo successivamente, ben dopo l'aggiudicazione della gara, provvedeva, nel corso del 2015, alla regolarizzazione catastale.
Gli accertamenti disposti dalle Forze dell'ordine hanno evidenziato che l'aggiudicatario del bene e' stato indagato per reati di particolare gravita' ed e' ritenuto persona di fiducia del locale capo cosca per lo svolgimento di affari illeciti.
Quanto alle modalita' di gestione dei beni confiscati alla criminalita' viene segnalato che, ad eccezione di tua campo di calcetto, dato in concessione nel 2012 dal commissario che in quel periodo gestiva l'ente, i beni confiscati giacciono in uno stato di sostanziale abbandono.
E' inoltre significativo che solo dopo l'insediamento della commissione d'indagine, decorso quindi un consistente lasso di tempo dalla loro assegnazione, e' stato pubblicato l'avviso per l'utilizzo dei beni.
La relazione del prefetto pone al riguardo in rilievo come la condotta omissiva dell'ente ha vanificato le finalita' dell'istituto ed ha altresi' privato la collettivita' del beneficio di utilizzare i beni stessi.
Le circostanze analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno rivelato una serie di condizionamenti, nell'amministrazione comunale di Rizziconi, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Rizziconi (Reggio Calabria), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale si determinata in diciotto mesi.
Roma, 26 ottobre 2016

Il Ministro dell'interno: Alfano


 
Allegato

Parte di provvedimento in formato grafico



 
Art. 2

La gestione del comune di Rizziconi (Reggio Calabria) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott. Aldo Lombardo, viceprefetto;
dott. Roberto Micucci, viceprefetto aggiunto;
dott. Francesco Giacobbe, funzionario economico finanziario.


 
Art. 3

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 28 ottobre 2016

MATTARELLA
Renzi, Presidente del Consiglio dei
ministri

Alfano, Ministro dell'interno
Registrato alla Corte dei conti il 4 novembre 2016 Ufficio controllo atti Ministeri interno e difesa, reg.ne prev. n. 2074


 
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