Gazzetta n. 128 del 3 giugno 2016 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 11 maggio 2016
Nomina della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del comune di Trentola Ducenta.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visto il proprio decreto, in data 15 gennaio 2016, con il quale, ai sensi dell'art. 141, comma 1, lettera b), n. 3 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, il consiglio comunale di Trentola Ducenta e' stato sciolto a causa delle dimissioni rassegnate dalla maggioranza dei consiglieri eletti nelle consultazioni amministrative del 15 e 16 maggio 2011;
Considerato che, all'esito di approfonditi accertamenti, sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'ente locale a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'ente locale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico ed assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 10 maggio 2016;

Decreta:

Art. 1

La gestione del comune di Trentola Ducenta (Caserta) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott. Luca Rotondi - viceprefetto;
dott. Roberto Esposito - viceprefetto;
dott. Pasquale Trocchia - dirigente Area I.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Il Comune di Trentola Ducenta (Caserta), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 15 e 16 maggio 2011, presenta forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi, il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Il 10 dicembre 2015, all'esito di un'operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, e' stata data esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di numerose persone, tra le quali l'allora sindaco di Trentola Ducenta, in quel momento resosi irreperibile, nonche' del responsabile dell'Ufficio tecnico, di un dipendente dell'Ufficio di polizia locale e di un consigliere di minoranza, fratello del suddetto dipendente, nei confronti del quale e' stata invece applicata la misura del divieto di dimora nella regione Campania. Tra i destinatari della misura di custodia cautelare in carcere figurano altresi' due amministratori in carica nella passata consiliatura.
Per alcuni dei destinatari della misura sono stati contestati, tra gli altri, i reati di cui agli articoli 110, 416-bis I, II, III, IV, V, VI e VIII comma codice penale in quanto, quali concorrenti esterni, aderivano ad un'associazione armata di tipo mafioso.
In relazione a tali vicende il prefetto di Caserta, con decreto del 14 dicembre 2015, ha disposto l'accesso presso il suddetto comune ai sensi dell'art. 11, comma 8, del decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235, per gli accertamenti di rito.
A seguito delle dimissioni dalla carica, rassegnate il successivo 16 dicembre 2015 dalla maggioranza dei consiglieri, con decreto del Presidente della Repubblica in data 15 gennaio 2016, il consiglio comunale di Trentola Ducenta e' stato sciolto ai sensi dell'art. 141, comma 1, lettera b), n. 3 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, con la conseguente nomina di un commissario straordinario per la provvisoria gestione dell'amministrazione.
Nelle more dell'emanazione del menzionato decreto del Presidente della Repubblica il Tribunale del riesame di Napoli, il 29 dicembre 2015, ha annullato in parte l'impugnata ordinanza nei confronti del responsabile dell'Ufficio tecnico, confermando tuttavia l'imputazione del reato di truffa e, previa esclusione dell'aggravante di cui all'art. 7 del decreto-legge n. 152/1991, ha sostituito la misura cautelare della custodia in carcere con quella degli arresti domiciliari.
All'esito delle indagini, la commissione incaricata delle verifiche ispettive ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il prefetto di Caserta, sentito nella seduta del 15 marzo 2016 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato a norma del comma 3 dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ha redatto, il 18 marzo 2016, l'allegata relazione che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando pertanto i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
Successivamente, con ulteriore provvedimento del 6 aprile u.s., il Tribunale del Riesame ha sottoposto l'ex sindaco alla misura degli arresti domiciliari fuori regione.
I lavori svolti dalla commissione d'accesso hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, la cornice criminale ed il contesto ove si colloca l'ente locale, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e la locale consorteria.
L'organo ispettivo ha posto in rilievo che il Comune di Trentola Ducenta insiste in un contesto geografico caratterizzato dalla presenza di una potente organizzazione camorristica che, anche con gravi azioni delittuose, ha consolidato nel tempo il proprio controllo sul tessuto economico e sociale. Il grado di penetrazione della locale criminalita' organizzata e' evidenziato dalla menzionata inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli che ha interessato direttamente l'amministrazione di Trentola Ducenta per vicende che si collocano tra la fine degli anni '90 e il primo decennio degli anni 2000 e che hanno trovato il loro naturale prosieguo in attivita' amministrative poste in essere fino all'ultima consiliatura.
In particolare dalle indagini dell'autorita' giudiziaria e' emerso che esponenti della locale consorteria criminale hanno, negli anni, assunto un ruolo determinante nella gestione dell'ente locale, influenzandone le scelte, con il preciso scopo di assicurarsi il controllo di rilevanti settori dell'economia imprenditoriale della zona.
I lavori svolti dalla commissione d'indagine, che si e' avvalsa anche delle risultanze della menzionata inchiesta giudiziaria, hanno posto in rilievo come alcuni esponenti politici dell'amministrazione comunale, tra i quali il sindaco, hanno aderito, quali concorrenti esterni a vario titolo e con ruoli differenti, alla suddetta organizzazione criminale che si avvale della forza intimidatrice del vincolo associativo per commettere delitti, acquisire attivita' economiche, concessioni, autorizzazioni, permessi a costruire, nonche' per interferire e incidere sui risultati elettorali.
Significativa in tal senso e' la vicenda concernente la realizzazione e la successiva espansione di un centro commerciale che, da piccola struttura locale, e' stato nel tempo piu' volte ampliato fino a diventare una delle maggiori strutture dell'intera area casertana.
La relazione della commissione d'indagine pone in rilievo come proprio gli eventi connessi al menzionato centro denotino la capacita' di condizionarnento della locale organizzazione criminale nei confronti dell'amministrazione comunale.
All'ex sindaco ed agli altri indagati viene contestato di aver favorito la suddetta organizzazione rilasciando illegalmente diversi titoli abilitativi per l'espansione dell'area del centro commerciale. Agli stessi viene peraltro imputato che, nel periodo immediatamente successivo a ottobre 2011, abusando delle funzioni pubbliche, con artifizi e raggiri ed al fine di procurare un ingiusto vantaggio a societa' riconducibili all'organizzazione malavitosa, sottostimavano il valore delle realizzande opere per determinare l'importo dei contributi di costruzione in misura nettamente inferiore a quella dovuta ex lege.
Viene inoltre evidenziato che i suddetti ex amministratori esercitavano le loro funzioni pubbliche in modo da soddisfare le richieste dell'organizzazione criminale in cambio del sostegno elettorale.
La relazione prefettizia si sofferma sulla figura dell'ex sindaco nei confronti del quale sono emerse frequentazioni con persone che annoverano precedenti penali, rilevando il diretto coinvolgimento dello stesso e di altri ex amministratori comunali in fatti commessi fino a luglio 2015.
Vicenda emblematica, che attesta la forza prevaricatrice della criminalita' organizzata ed al contempo il condizionamento dell'amministrazione comunale, e' quella concernente la costruzione, in deroga alle vigenti norme in materia di sicurezza, di un nuovo svincolo realizzato su una locale strada provinciale per favorire l'accesso al predetto centro commerciale.
L'inchiesta giudiziaria ha accertato come la relativa gara, effettuata nel 2003 - ed alla quale sono seguiti ulteriori provvedimenti per favorire l'espansione della menzionata struttura commerciale - sia stata alterata, atteso che la quasi totalita' delle buste contenenti le offerte era stata previamente aperta per consentire all'azienda riconducibile all'organizzazione egemone di formulare l'offerta idonea ad aggiudicarsi i lavori.
La relazione prefettizia pone in rilievo come la delineata continuita' amministrativa e la complessa rete di connivenze abbiano condizionato l'azione politico-amministrativa dell'ente; l'ex sindaco, infatti, e' stato ininterrottamente presente nella compagine politica, a diverso titolo, per oltre venti anni cosi' come altri amministratori parimenti interessati dalla richiamata ordinanza cautelare. Viene inoltre posto in rilievo, a conferma della sostanziale continuita' amministrativa, che le elezioni del 2011 non hanno portato alcun effettivo rinnovamento nella guida dell'ente atteso che 11 amministratori facevano gia' parte della compagine che ha gestito l'ente a decorrere dal 2007 e buona parte di questi era gia' stata eletta nella tornata del 2002. Peraltro, un consigliere comunale, gia' vice sindaco da maggio 2011 a giugno 2013, indagato per corruzione, e' stato tratto in arresto nel mese di aprile 2015 e poi condannato a 3 anni e 2 mesi di reclusione con interdizione dai pubblici uffici, mentre altri componenti del consiglio o della giunta sono stati in passato tratti in arresto.
La menzionata indagine giudiziaria ha inoltre consentito di verificare, attraverso fonti tecniche di prova, come il sodalizio criminale, in occasione delle consultazioni amministrative del 2011, avesse deciso di sostenere la candidatura di colui che, all'esito della tornata elettorale, sarebbe stato proclamato sindaco.
Dalle verifiche concernenti l'apparato burocratico e' emerso inoltre che 17 dipendenti risultano imputati per il reato di truffa aggravata in relazione a casi di assenteismo commessi nel corso di anni precedenti.
Viene evidenziata una gestione dell'ente in cui l'uso distorto della cosa pubblica ha favorito soggetti e imprese collegati ad ambienti malavitosi. Tali modalita' operative sono attestate oltreche' dai fatti accertati dall'autorita' giudiziaria anche da una serie di procedure contrattuali irregolari rilevate dalla commissione d'indagine nonche' dall'assenza di un'attivita' di vigilanza da parte delle diverse amministrazioni che si sono succedute nel corso delle ultime consiliature.
La puntuale disamina effettuata dalla commissione d'indagine sul settore degli appalti di lavori e servizi ha posto in rilievo che, sebbene il Comune di Trentola Ducenta avesse aderito alla stazione unica appaltante della Provincia di Caserta, per le procedure contrattuali gestite direttamente dall'ente, gli amministratori ed i vertici burocratici non hanno adottato, in quel contesto ambientale notoriamente caratterizzato da un'elevata presenza di esponenti della criminalita' organizzata, dovuti e idonei criteri per la corretta individuazione e affidamento dei lavori e servizi.
Viene fatta menzione di alcune procedure avviate nel mese di novembre 2015 per l'affidamento dei lavori di manutenzione stradale. Si tratta di otto interventi appaltati accorpando due lavori per ogni procedura di gara, modalita' che ha consentito ad una sola impresa di aggiudicarsi tre interventi per un importo complessivo di circa 204.000 euro.
Si osserva al riguardo che, nel rispetto dei principi di buon andamento e trasparenza e come anche riportato in pareri dell'Autorita' di vigilanza sui contratti pubblici, l'indizione di un unico appalto suddiviso in lotti con la previsione nel bando che i partecipanti possono aggiudicarsi un solo lotto tra quelli messi a gara, avrebbe evitato la concentrazione di piu' interventi nelle mani di un solo soggetto.
Peraltro, l'utilizzo di tale modalita' avrebbe anche comportato l'obbligo per l'amministrazione comunale richiedere l'informativa antimafia nei confronti della societa' vincitrice secondo le previsioni del protocollo di legalita' in materia di appalti, sottoscritto dall'ente il 13 dicembre 2012, presso la prefettura di Caserta.
Viene inoltre posto in rilievo che, per i lavori oggetto delle menzionate gare, l'ente avrebbe dovuto prevedere nel relativo bando, cosi' come richiesto dal decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito con modificazioni dalla legge 11 agosto 2014, n. 114, che gli operatori dichiarassero di essere iscritti nelle white list istituite presso la prefettura.
Irregolarita' hanno caratterizzato anche l'affidamento dei lavori in economia e in via diretta disposti negli anni 2012-2013: il criterio applicato dall'ente per individuare le ditte alle quali affidare i lavori in questione e' quello della rotazione «fino alla conclusione dell'elenco» nonostante l'espressa previsione del codice dei contratti pubblici che richiede il rinnovo dell'elenco con cadenza almeno annuale.
Inoltre, per la fornitura di materiale e assistenza informatica nel periodo 2010-2015, l'amministrazione, ricorrendo all'affidamento diretto, si e' sempre avvalsa di una locale ditta senza utilizzare, secondo quanto previsto dalla vigente normativa, il mercato elettronico della pubblica amministrazione (M.E.P.A.).
La ditta in questione, peraltro, e' di proprieta' di persona che, sebbene non annoveri precedenti di polizia, e' stata segnalata in compagnia di un soggetto pluripregiudicato ed e' inoltre stretto parente di un ex assessore, in carica nel periodo 2011-2013, che, a sua volta, risulta avere frequentazioni con soggetti controindicati.
Anche dall'esame dei lavori per la messa in sicurezza della palestra comunale, per la realizzazione di un campo sportivo polivalente e per la costruzione e l'esercizio di un impianto fotovoltaico sono emerse ripetute illegittimita'. Sono state evidenziate, infatti, reiterate violazioni della normativa di settore quali l'omessa indicazione, nei verbali di gara, delle imprese che hanno fatto ricorso all'istituto dell'avvalimento e delle relative comunicazioni all'autorita' di vigilanza; inoltre non e' stato rispettato il termine di pubblicazione del bando di gara fissato dall'art. 70 del citato decreto.
Peraltro, le imprese aggiudicatarie avrebbero dovuto essere escluse dalla gara in quanto hanno omesso di indicare nell'offerta i costi di sicurezza aziendali cosi' come previsto dalla normativa di settore.
Viene inoltre rilevato che nel periodo esaminato molte ditte riconducibili a soggetti con precedenti per gravi reati, quali associazione di tipo mafioso o turbata liberta' degli incanti hanno avuto con frequenza, affidamenti di lavori o servizi pubblici per importi consistenti.
Anche nell'Area edilizio-urbanistica e' stata riscontrata una gestione finalizzata a favorire interessi privati in luogo dell'interesse pubblico.
L'accesso ispettivo ha evidenziato una serie di abusi edilizi favoriti dal rilascio di titoli abitativi illegittimi e da una poco incisiva attivita' di prevenzione e vigilanza da parte dell'ufficio di polizia municipale.
Emerge dalla relazione della commissione d'indagine che le vicende e le violazioni che interessano il settore edilizio, riportate nella menzionata ordinanza cautelare, sono proseguite nel corso degli anni con il rilascio di permessi a costruire illegittimi e con ordinanze di demolizione non eseguite.
Rileva la circostanza che alcuni permessi, privi dei requisiti minimi richiesti dalla normativa e tali da non poter essere rilasciati nemmeno in sanatoria, sono stati emessi in favore di una persona legata da rapporti di stretta parentela con un consigliere comunale, poi sospeso di diritto ai sensi del decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235. Uno stretto congiunto della beneficiaria dei permessi in questione, peraltro, e' un imprenditore edile coinvolto in vicende giudiziarie e legato, per vincoli parentali, ad un noto esponente del clan dei casalesi.
Considerazioni in parte analoghe valgono per i permessi a costruire rilasciati in favore di un assessore facente parte dell'ultima consiliatura nei confronti del quale, nel 2012, solo a seguito di segnalazione del locale comando dell'Arma dei Carabinieri, sono state adottate delle ordinanze di demolizione alle quali peraltro non e' stata data esecuzione per l'inerzia dei competenti uffici comunali. Nei confronti dell'interessato sono state registrate anche frequentazioni con soggetti che annoverano precedenti penali e/o di polizia.
La commissione d'accesso ha poi evidenziato che l'ente, in totale elusione dei principi di trasparenza ed imparzialita', non ha adottato il regolamento recante i criteri e le modalita' per erogare sovvenzioni, contributi e sussidi.
Gravi illegittimita' hanno caratterizzato la procedura in esito alla quale la giunta comunale ha approvato lo schema di convenzione per l'affidamento del servizio di assistenza materiale di alunni disabili ad un'associazione costituita solamente due giorni prima dell'adozione della relativa delibera, in violazione della normativa di settore che impone di stipulare convenzioni con organizzazioni di volontariato, di comprovata attitudine e capacita' operativa, iscritte da almeno sei mesi nei registri regionali e operanti nel territorio da almeno un anno.
Dagli accertamenti svolti e' inoltre emerso che, tra gli operatori reclutati, figurano stretti congiunti di soggetti gravati da gravi pregiudizi penali, anche per reati associativi.
Le circostanze analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del Prefetto hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Trentola Ducenta, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Rilevato che, per le caratteristiche che lo configurano, il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143 del decreto legislativo citato puo' intervenire finanche quando sia stato gia' disposto provvedimento per altra causa, differenziandosene per funzioni ed effetti, si propone l'adozione della misura di rigore nei confronti del Comune di Trentola Ducenta (Caserta), con conseguente affidamento della gestione dell'ente locale ad una commissione straordinaria cui, in virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite specifiche competenze e metodologie di intervento finalizzate a garantire, nel tempo, la rispondenza dell'azione amministrativa ai principi di legalita' ed al recupero delle esigenze della collettivita'.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 9 maggio 2016

Il Ministro dell'interno: Alfano

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Allegato n. 6

PREFETTURA
UFFICIO TERRITORIALE DEL GOVERNO DI CASERTA
Prot. n. 513/S.D.S./ENTO LOCALI/2016/R

Al Ministro dell'interno - Roma OGGETTO: Comune di Trentola Ducenta (Caserta) - Relazione ai sensi dell'art. 143 decreto legislativo n. 267/2000.
Il Comune di Trentola Ducenta (1) , i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 15 e 16 maggio 2011, come noto, nel dicembre 2015, e' stato al centro di un'inchiesta giudiziaria condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che ha svelato una fitta rete di rapporti illeciti fra il clan dei Casalesi - fazione Omissis e l'apparato politico-amministrativo dell'Ente, tali da rendere possibili contestazioni di concorso esterno in associazione mafiosa a carico di taluni amministratori e dipendenti dell'ente, che esercitavano le loro funzioni pubbliche in modo da soddisfare, specie nel settore degli appalti e delle licenze edilizie, le richieste provenienti dal precitato clan e dalle imprese ad esso contigue, in un contesto in cui, il sodalizio criminale garantiva l'appoggio elettorale ai pubblici amministratori collusi.
Piu' nello specifico, con ordinanza di custodia cautelare n. 515/15 OCC, emessa in data 30 novembre 2015 dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli ed eseguita il 10 dicembre 2015, e' stata, tra l'altro, disposta la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di Omissis, ex sindaco di Trentola Ducenta, resosi irreperibile, di Omissis, responsabile dell'Ufficio tecnico dello stesso comune, e di Omissis, dipendente dell'Area polizia locale - Ufficio ecologia e fratello del consigliere comunale di minoranza Omissis, nei cui confronti e' stata invece applicata la misura del divieto di dimora nella Regione Campania.
Tra i destinatari della misura custodiale in carcere, figura anche Omissis, dal 2007 al 2009 consigliere di maggioranza ed assessore nell'amministrazione comunale guidata da Omissis, quest'ultimo raggiunto dalla misura del divieto di dimora in regione Campania.
Con decreti prefettizi n. 69815 e 69817 del 10 dicembre 2015, e' stata, cosi', dichiarata la sospensione di diritto dei predetti Omissis e Omissis dalle cariche rispettivamente rivestite presso il comune di che trattasi.
Al fine di verificare la sussistenza di pericoli di infiltrazione di tipo mafioso in seno alla struttura politico-burocratica dell'ente, con decreto n. 70607 del 14 dicembre 2015, lo scrivente ha nominato, ai sensi dell'art. 11, comma 8, del decreto legislativo n. 235/2012, apposita commissione di accesso, che si e' insediata il 16 dicembre 2015.
In data 16 dicembre 2015, undici consiglieri comunali hanno, contestualmente, rassegnato le proprie dimissioni dalla carica, determinando l'ipotesi dissolutoria della civica Assise, ai sensi dell'art. 141, comma 1, lettera b) n. 3 del TUEL. Pertanto, con nota in data 18 dicembre 2015, lo scrivente ha formulato proposta di scioglimento di quel Consiglio comunale, disponendone, nel contempo, la sospensione, con conseguente nomina del Commissario prefettizio per la provvisoria gestione dell'Ente, cui e' seguito il decreto del Presidente della Repubblica in data 15 gennaio 2016, recante lo scioglimento dello stesso Consesso e la contestuale nomina del Commissario straordinario.
In data 19 febbraio 2016, la commissione di indagine ha rassegnato la relazione conclusiva sugli accertamenti svolti, della quale si unisce copia (all. 1).
Gli esiti degli accertamenti svolti, in questa sede riepilogati, hanno fatto emergere la presenza di forme di condizionamento da parte della criminalita' organizzata, tali da compromettere la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione, il buon andamento ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per l'ordine e la sicurezza pubblica.
L'Organo ispettivo, dopo aver tracciato i profili e l'evoluzione del clan dei casalesi in provincia di Caserta, si sofferma, in particolare, sul contesto territoriale dell'Agro aversano, ove si colloca il Comune di Trentola Ducenta, evidenziando come in tale realta' si riscontri il modello piu' evoluto del «sistema camorristico», che ha assunto sempre piu' i contorni di quella che e' stata definita la camorra imprenditrice e di cui e' ben nota la capacita' di infiltrarsi nel tessuto economico e sociale.
Con specifico riferimento al comune in esame, e' emerso un tessuto socio-economico-ambientale fortemente connotato dalla radicata presenza della criminalita' organizzata, riconducibile sia alla fazione Omissis che al Gruppo Omissis del clan dei casalesi. In particolare, nel territorio opera il gruppo facente capo alla famiglia «Omissis», detti «i Omissis», i cui esponenti principali sono detenuti.
In tale contesto viene, dunque, a collocarsi la recente inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, nota con il nome convenzionale di Operazione Zenit (proc. n. 43420/14 R.G.N.R.), che ha investito, con l'esecuzione della predetta ordinanza di custodia cautelare (all. 2), direttamente l'amministrazione comunale di Trentola Ducenta, per vicende che si collocano tra fine anni '90 e il primo decennio degli anni 2000.
Ed invero, le indagini dell'A.G. hanno fatto emergere come alcuni esponenti della locale consorteria criminale abbiano, da tempo, assunto un ruolo determinante nella gestione della vita amministrativa dell'Ente locale, influenzando le scelte di governo al precipuo fine di assicurarsi il controllo assoluto di rilevanti settori dell'economia imprenditoriale della zona. Del resto, gli intrecci e le cointeressenze tra apparati politico-amministrativi e le consorterie malavitose assumono, nella fattispecie, una significativa pregnanza, tanto che il Gip ha riservato, nel testo dell'ordinanza cautelare, un intero capitolo ai «...rapporti con la politica e le amministrazioni locali» (cfr. cap. 4 pag. 212 e ss. OCC).
Gli eventi piu' significativi afferiscono alla vicenda della realizzazione e dell'espansione del centro commerciale Jambo, ubicato in Trentola Ducenta. Sulla base di plurime e convergenti fonti di prova di diversa natura (accertamenti patrimoniali, dichiarazioni di collaboratori e di testi, consulenze tecniche e intercettazioni), l'Autorita' giudiziaria procedente ha, infatti, rivelato come, nel corso del tempo, un piccolo centro commerciale, nato all'inizio degli anni '90, e' stato progressivamente ampliato, fino a diventare una struttura che, per ampiezza, equilibrio economico-finanziario, strade di collegamento, parcheggi, ristorazione, ecc..., valore delle immobilizzazioni, affidamenti bancari ha pochi rivali nell'intera area casertana. Da centro commerciale del valore di circa due miliardi di lire, il Jambo di Trentola Ducenta, e' diventato una imponente realta' commerciale del valore di 60 milioni di euro.
L'indagine, in particolare, ha evidenziato come la crescita del centro commerciale de quo sia stata possibile grazie agli investimenti effettuati dal clan Omissis, la cui buona riuscita e' stata garantita attraverso l'uso della forza economica, politica e mafiosa dello stesso sodalizio, tant'e' che la struttura e' stata sottoposta a sequestro preventivo, in quanto ritenuta dal giudice per le indagini preliminari nella sostanziale disponibilita' del capo clan, Omissis.
Al riguardo, la commissione di indagine ha evidenziato che proprio gli eventi connessi al centro commerciale Jambo denotano, in tutta evidenza, la capacita' di condizionamento del clan dei Casalesi (fazione capeggiata da Omissis) nei confronti dell'amministrazione comunale di Trentola Ducenta. Ed invero, dalla lettura delle contestazioni mosse nei confronti degli indagati, emerge come gli stessi, a vario titolo e con ruoli differenti:
- aderivano all'associazione di tipo mafioso armata denominata clan dei Casalesi, in particolare al gruppo facente capo al pluripregiudicato Omissis, a lungo latitante fino alla cattura nel dicembre del 2011;
- attraverso le societa' Omissis, dei fratelli Omissis, ed «Omissis», gestivano il piu' rilevante investimento della famiglia Omissis, vale a dire il centro commerciale denominato «Jambo», del valore di oltre 60 milioni di euro, costruito a Trentola Ducenta;
- costringevano diversi proprietari a vendere i loro terreni, sui quali negli anni si realizzava l'espansione del centro commerciale Jambo;
- illegalmente (in contrasto con il P.I.P. vigente a Trentola Ducenta), al fine di procurare un ingiusto vantaggio patrimoniale alla «Omissis», rilasciavano diversi permessi a costruire che costituivano autorizzazione a realizzare, nell'area del centro commerciale Jambo, importanti opere di espansione;
- abusando delle relative pubbliche funzioni, con artifizi e raggiri, consistiti nel sottostimare i computi di spesa per la realizzazione di diverse opere del centro commerciale Jambo, determinavano il pagamento dell'imposta denominata «contributo su costo di costruzione», di cui era beneficiario il Comune di Trentola Ducenta, in maniera nettamente inferiore a quella che avrebbe dovuto essere;
- sottraevano e si impossessavano di tutte le buste sigillate, contenenti le offerte economiche delle imprese partecipanti alla gara di appalto per la realizzazione dei nuovi rami di svincolo di Trentola Ducenta e Lusciano sulla ex. ss. 265 «Asse mediano» (creato appositamente per favorire l'accesso della clientela al centro commerciale Jambo), buste che si trovavano custodite all'interno dell'Ufficio tecnico comunale, aprendole abusivamente al fine di conoscere l'entita' di ciascuna offerta in modo da calcolare quella che economicamente avrebbe garantito la vittoria dell'appalto, ed inserendo, poi, nella relativa busta l'offerta economica della ditta «Omissis», amministrata da Omissis, imprenditore di fiducia di Omissis.
Significative appaiono, in tale contesto, le vicende legate ai terrenti su cui, negli anni, sono stati realizzati gli ampliamenti del centro commerciale nonche' le opere pertinenziali allo stesso connesse, quali parcheggi e vie d'accesso: il clan, infatti, attraverso la connivenza con amministratori e dipendenti pubblici, riesce ad assicurarsi l'illegittimo rilascio dei titoli abilitativi edilizi necessari per la realizzazione delle predette opere (in proposito, cfr. pag. 212 OCC).
Sempre nella prospettiva di accrescere la capacita' economica e finanziaria del centro Jambo, il sodalizio si adopera anche per la costruzione di un nuovo svincolo sulla sp 335 (ex s.s. 265), che, come segnalato inutilmente dagli organi preposti, non rispettando alcune distanze di sicurezza mette in pericolo gli automobilisti in transito.
Ebbene, gli approfondimenti investigativi su tale vicenda, che, secondo il giudice delle indagini preliminari, conferma «l'asservimento della macchina comunale al potere camorristico» (cfr. pag. 363 e 348 OCC), hanno permesso di acclarare che la gara d'appalto per la realizzazione dello svincolo suddetto sia stata manipolata per favorire imprenditori del clan. Nel testo della citata ordinanza di custodia cautelare (cfr. contestazione sub capo cc pag. 24 e pag. 351 e ss. OCC), infatti, viene descritto come la quasi totalita' delle buste contenenti le offerte di gara erano state previamente aperte, grazie alla complicita' di funzionari dell'UTC, in modo da consentire all'impresa del clan di aggiudicarsi la gara formulando l'offerta vincente.
L'analisi della commissione d'accesso si sofferma, poi, diffusamente sulla posizione degli indagati che, a vario titolo, hanno rivestito ruoli in seno all'amministrazione comunale di Trentola Ducenta.
Con particolare riferimento all'ex sindaco, Omissis, oltre a rilevare frequentazioni con persone che annoverano precedenti penali, tra cui anche precedenti di polizia per reati di criminalita' organizzata, va evidenziato il diretto coinvolgimento dello stesso nell'Operazione Zenit, contraddistinto altresi' dal singolare contegno consistito nell'essersi reso per alcuni giorni irreperibile alle forze di polizia incaricate dell'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare, fino alla costituzione avvenuta solo il 19 dicembre 2015 presso la Casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Secondo la ricostruzione fatta dall'A.G., a carico di Omissis, unitamente ad altri indagati tra cui Omissis (gia' sindaco di Trentola Ducenta dal 2007 al 2010) e l'ex consigliere comunale Omissis (colpito dalla misura cautelare del divieto di dimora in Campania), sono emersi gravi indizi di colpevolezza, per fatti commessi fino a luglio 2015, in ordine al delitto di cui agli articoli 110 - 416-bis - IV, V, VI, ed VIII comma c.p.), in quanto «quali concorrenti esterni, aderivano all'associazione di tipo mafioso armata denominata clan dei casalesi, confederazione camorrista egemone su tutta la provincia di Caserta fondata da Omissis, Omissis di Omissis e Omissis ed in particolare a quella articolazione interna del gruppo facente capo a Omissis e ai suoi familiari - caratterizzata da specifiche competenze interne, regole organizzative e comportamentali, divisione di compiti tra i singoli associati e rapporti gerarchici - che si avvale della forza di intimidazione del vincolo associativo e delle condizioni di assoggettamento e di omerta' che ne derivano, per commettere delitti quali estorsioni, commercio e detenzione di anni, omicidi, incendi, danneggiamenti, nonche' per interferire ed incidere sui risultati di consultazioni elettorali, per acquisire il controllo di attivita' economiche, concessioni, autorizzazioni, servizi ed appalti anche di opere pubbliche e comunque per realizzare profitti e vantaggi ingiusti, che venivano successivamente impiegati nell'esercizio di ulteriori attivita' economiche ed imprenditoriali.
In particolare:
...
Omissis, Omissis, Omissis, Omissis, Omissis, Omissis, quali concorrenti esterni del gruppo di Omissis, essendo il secondo, il quarto ed il quinto esponenti politici di rilievo dell'amministrazione comunale trentolese che esercitavano le loro funzioni pubbliche - Omissis quale sindaco, Omissis prima quale assessore, poi, quale sindaco, Omissis quale assessore - in modo da soddisfare le richieste provenienti dal clan Omissis e dalle aziende a questo clan riferibili, specie nel settore delle licenze edilizie, delle convenzioni e degli appalti pubblici, in cambio di sostegno elettorale ed essendo il primo ed il terzo quali imprenditori che, ricevendo sostegno dal clan nell'aggiudicazione degli appalti pubblici e privati, in cambio mettevano a disposizione del sodalizio le proprie aziende, la propria persona ed il proprio patrimonio, onde consentire all'associazione camorrista di avere, in. relazione agii appalti aggiudicati ed ai servizi, sia controllo del movimento terra, delle forniture e della stessa manodopera, che una quota dei guadagni» (cfr. pag. 3-5 OCC).
Nei confronti del predetto Omissis e di altri indagati, e' stata, inoltre, ritenuta la gravita' indiziaria per diversi fatti di abuso d'ufficio e truffa, aggravati ai sensi dell'art. 7 decreto-legge n. 152/1991, per aver favorito il clan dei casalesi. In particolare, viene contestato che, al fine di procurare un ingiusto vantaggio patrimoniale alla Omissis, societa' riconducibile al boss Omissis, illegalmente rilasciavano diversi titoli abilitativi necessari per costruire importanti opere di espansione nell'area del centro commerciale Jambo; inoltre, in epoca immediatamente successiva al 14 ottobre 2011, abusando delle relative pubbliche funzioni, con artifizi e raggiri, consistiti nel sottostimare i computi di spesa per la realizzazione di diverse opere del centro commerciale Jambo, determinavano il pagamento del c.d. «contributo di costruzione», di cui era beneficiario il Comune di Trentola Ducenta, in maniera nettamente inferiore a quella ex lege dovuta (cfr. capo z) OCC).
Trattasi, invero, di condotte criminose realizzate anche grazie alla complicita' Omissis, dirigente dell'area tecnica-urbanistica del comune di che trattasi, che, come gia' riferito, e' stata tratta in arresto in data. 19 dicembre 2015, in esecuzione della piu' volte richiamata per il reato di truffa, abuso d'ufficio e falsita' materiale commessa da pubblico ufficiale.
Al riguardo, la commissione di accesso ha rilevato che il Tribunale del riesame di Napoli, in data 29 dicembre 2015, ha annullato, in parte, l'impugnata ordinanza, confermando tuttavia l'imputazione per il delitto di truffa, ascritto alla Omissis al capo z), e previa esclusione dell'aggravante di cui all'art. 7 del decreto-legge n. 152/1991, ha sostituito la misura cautelare della custodia in carcere con quella degli arresti domiciliari. Rimane, pertanto, la gravita' indiziaria per il delitto di truffa, commesso dalla Omissis unitamente ad altri indagati, tra cui lo stesso Omissis, con riferimento alla gia' descritta artificiosa determinazione dell'imposta relativa al pagamento del «costo di costruzione».
La fitta rete di connivenze e collusioni, svelata grazie all'Operazione Zenit, ha investito anche l'Area di polizia locale ed, in particolare, Omissis dipendente dell'Ufficio ecologia, nonche' fratello del precitato consigliere comunale Omissis.
In data 1° gennaio 2016, infatti, Omissis veniva tratto in arresto in esecuzione della medesima OCC n. 515/15, in quanto ritenuto «partecipe ed intraneo», unitamente ad altri correi tra cui l'ex amministratore Omissis, all'organizzazione camorristica del clan dei casalesi-fazione Zagaria.
Agli stessi viene, in particolare, contestato: «...Omissis e Omissis sia dando supporto materiale alle attivita' del gruppo Omissis nel territorio di Trentola, sia prestandosi il Omissis a reinvestire in attivita' economiche i proventi illeciti dell'organizzazione, sia provvedendo entrambi ad agevolare all'interno dell'amministrazione comunale di Trentola Ducenta accelerando le pratiche amministrative di interesse del clan ovvero condizionando gli esiti degli iter amministrativi in modo tale da consentire che le aziende e comunque gli interessi riferibili al clan fossero in ogni caso soddisfatti (essendo Omissis funzionario dell'amministrazione municipale e Omissis consigliere e/o assessore comunale della predetta amministrazione) sia, infine individuando i soggetti economici da sottoporre ad estorsione da cui pure ritiravano le cosiddette tangenti destinate al sodalizio» ... «Fatti commessi in Provincia di Caserta e su tutto il territorio nazionale ...fino a luglio 2015» (cfr. pag. 4-5 OCC).
Vale la pena osservare, sotto il profilo della continuita', come la descritta rete di connivenze abbia condizionato l'azione politico-amministrativa dell'ente da oltre un decennio, posto che soggetti ritenuti dall'A.G. quali intranei e/o concorrenti esterni al clan dei casalesi hanno, per lungo tempo, ricoperto cariche politiche o svolto attivita' lavorativa alle dipendente dello stesso Ente: Omissis ha rivestito le cariche di consigliere comunale e/o sindaco quasi ininterrottamente dal 1988 fino al dicembre 2015; Omissis e Omissis hanno ricoperto le cariche di consigliere e/o assessore comunale, rispettivamente, dal 1993 fino al 2010 e dal 1993 a dicembre 2015; Omissis e' stato consigliere, assessore dal 1988 al 2006 e sindaco dal 2007 al 2010 e nuovamente consigliere dal maggio al settembre 2011.
Limitando l'analisi alle due ultime consiliature, e' possibile osservare che le elezioni del 2011 non hanno, in effetti, portato alcun reale rinnovamento nella guida dell'Ente: l'ex sindaco Omissis aveva rivestito la carica di consigliere nella precedente consiliatura, su 16 consiglieri 7, tra cui anche Omissis, erano presenti nell'amministrazione eletta nel 2007 e per alcuni, peraltro, sussistono, come si vedra', gravami di natura penale e di polizia.
Risulta dimostrata, pertanto, la sussistenza di elementi di «sostanziale continuita' nel rapporto di contiguita'» con il clan dei casalesi - fazione Omissis tra le amministrazioni che hanno governato il comune di Trentola Ducenta negli ultimi anni.
Del resto, le indagini giudiziarie hanno permesso di acclarare come il sodalizio criminale abbia garantito il sostegno elettorale al Omissis anche in occasione delle consultazioni amministrative del 2011. In particolare, il collaboratore di giustizia Omissis, in data 18 febbraio 2015, ha dichiarato «... omissis... A.D.R. A livello politico Omissis, ha sempre appoggiato Omissis che di fatto e' stato sindaco di Trentola quasi interrottamente da quando Omissis comanda a Trentola. Io stesso mi sono impegnato in campagna elettorale a suo favore. Preciso che, l'appoggio a Omissis, fratello del predetto Omissis fornito dal nostro clan era comunque un appoggio inferiore rispetto a quello che davamo a Omissis, non a caso Omissis non e' mai riuscito a fare il sindaco .... omissis...». Ed ancora, Omissis in data 12 maggio 2015, in riferimento alle consultazioni del 2011: «... a poche settimane dalle elezioni Omissis e Omissis mi dissero che Omissis aveva mandato un ordine di scuderia e che cioe' non bisognava piu' votare per la lista Omissis ma per quella di Omissis in quanto, spiega il dichiarante, Omissis temeva che la lista Omissis «... fosse composta da troppi soggetti contigui clan dei casalesi. Cio' avrebbe non solo comportato un'eccessiva attenzione della magistratura e delle forze dell'ordine ma anche il pericolo della cattura della sua stessa cattura, visto che i suoi interessi erano molto radicati sul territorio di Trentola. Inoltre, vi era il rischio del commissariamento "antimafia". Per questo, l'indicazione di Omissis, fu di sostenere a livello di sindaco il Omissis, mentre per i consiglieri si poteva dare appoggio anche alla lista del Omissis ...» (cfr. pag. 224 e ss. OCC).
Assume, dunque, una maggiore connotazione logica come il sostegno elettorale del clan sia stato ricambiato con specifici favori, soprattutto attraverso una gestione del servizio tecnico comunale tesa a favorire gli interessi del gruppo Omissis.
Le considerazioni che precedono acquistano, inoltre, particolare pregnanza anche in considerazione che le contestazioni mosse dal giudice per le indagini preliminari in sede cautelare, nei confronti di Omissis, Omissis, Omissis e Omissis, sono state confermate dal Tribunale del riesame Napoli, come risulta dall'unita nota della Questura di Caserta in data 10 marzo u.s. (all. 3).
Gli elementi emersi dalle indagini dell'A.G. vanno, inoltre, contestualizzati all'interno di un'amministrazione comunale, contraddistinta dalla ulteriore presenza di amministratori e dipendenti, sul cui conto la commissione di accesso ha evidenziato significativi pregiudizi penali, nonche' relazioni parentali e frequentazioni con persone «controindicate», laddove i rapporti di connivenza con soggetti malavitosi sono stati ritenuti dalla giurisprudenza quale elemento sintomatico di condizionamento camorristico.
Il Collegio ispettivo ha, dunque, rilevato che a carico di Omissis, vice sindaco dal 17 maggio 2011 al 28 giugno 2013, nonche' cognato del noto ex Sottosegretario all'Economia Omissis di Casal di Principe (Caserta), nell'aprile 2015, e' stato tratto in arresto in quanto indagato per corruzione e, in data 22 gennaio 2016, all'esito del giudizio abbreviato dinnanzi al G.I.P./G.U.P. de,1 Tribunale di Napoli Nord, e' stato condannato a 3 anni e 2 mesi di reclusione, con interdizione di 5 anni dai pubblici uffici.
In data 1° settembre 2015, ha rassegnato le proprie dimissioni da consigliere comunale, per le quali vi e' presa d'atto con deliberazione di consiglio comunale n. 33 del 24 settembre 2015.
Sul conto di Omissis, vice sindaco dal 1° luglio 2013 al 19 maggio 2014, e' emerso che lo stesso e' coniugato con Omissis, zia diretta di Omissis (classe Omissis), pregiudicato affiliato al Clan dei Casalesi - Gruppo Setola. Omissis e' figlio di Omissis (classe Omissis) fratello di Omissis. Inoltre Omissis e' cugina di primo grado di Omissis (classe Omissis), e zia di Omissis (classe Omissis), pregiudicati ed elementi di spicco del Clan dei Casalesi.
A carico di Omissis, assessore dal 17 maggio 2011 al 28 giugno 2013 e dal 18 settembre 2015 al 15 dicembre 2015, risultano frequentazioni con individui che annoverano precedenti penali/di polizia, come Omissis (classe Omissis), Omissis (classe Omissis), Omissis (classe Omissis), Omissis (classe Omissis), quasi tutti imparentati con personaggi legati alla criminalita' organizzata riconducibile al Clan dei Casalesi. Nel 1995 il Omissis faceva parte, in qualita' di sindaco effettivo, della Cooperativa Omissis, con sede in Trentola Ducenta, di cui facevano parte soggetti con precedenti penali, tra cui Omissis (classe Omissis), ritenuto vicino al Clan dei Casalesi, come dalle ultime indagini della D.D.A. di Napoli (Operazione Zenit).
Rilievi pressoche' analoghi in ordine a Omissis, assessore dal 17 maggio 2011 al 28 giugno 2013 e dal 18 settembre 2015 al 15 dicembre 2015, notato e/o controllato con individui che annoverano precedenti penali/di polizia, quali Omissis cl. Omissis, che risulta uomo di fiducia di Omissis, gia' elemento di spicco del clan dei Casalesi. Inoltre controllato con l'ex assessore Omissis, colpito da custodia cautelare in carcere in data 10 dicembre 2015 (Operazione Zenit).
Sul conto di Omissis, assessore dal 17 maggio 2011 al 28 giugno 2013 e dal 3 giugno 2014 al 21 ottobre 2014, e' emerso che lo stesso il 23 ottobre 2013, all'interno del Porto Commerciale di Gaeta (Latina), veniva controllato con Omissis (classe Omissis), raggiunto dalla misura della custodia cautelare in carcere in data 10 dicembre 2015 (Operazione Zenit).
Omissis, assessore dal 17 maggio 2011 al 28 giugno 2013 e dal 19 maggio 2014 al 15 dicembre 2015, e' legato da vincoli di parentela con soggetti, a loro volta, imparentati con Omissis, (classe Omissis), attualmente detenuto, con numerosi precedenti tra cui associazione per delinquere di stampo camorristico, affiliato al «Clan dei Casalesi».
Omissis, assessore dal 1° luglio 2013 al 15 dicembre 2015, e' stato arrestato nel 1986 per associazione per delinquere e reati contro la fede pubblica.
Il consigliere di maggioranza, nonche' presidente del Consiglio comunale, Omissis, in data 13 aprile 2014, e' stato notato a dialogare con Omissis (classe 1951), imprenditore operante nel campo dei rifiuti e pregiudicato legato al Clan dei Casalesi, e con Omissis, legato da vincoli di parentela ad esponenti del Clan dei Casalesi (famiglia Omissis).
Omissis, consigliere di maggioranza dal 27 maggio 2011 al 1° agosto 2012 e dal 5 aprile 2013 al 24 settembre 2015, gia' sospeso dalla carica con decreto prefettizio 2 settembre 2015, ai sensi del combinato disposto degli articoli 10-11 del decreto legislativo n. 235/2012, in data 6 giugno 2012 e' stato tratto in arresto dal R.O.S. Carabinieri di Roma, in esecuzione o.c.c. n. 263/12, emessa in data 18 aprile 2012 dal giudice per le indagini preliminari di Napoli, per i reati di associazione di tipo mafioso e detenzione di armi clandestine.
In data 21 dicembre 2012 tratto in arresto dalla Stazione Carabinieri di Itri, in esecuzione o.c.c.c. n. 46584/098 pubblico ministero e n. 19728/11 del giudice per le indagini preliminari di Napoli, per associazione di tipo mafioso. Scarcerato il 10 gennaio 2013 su disposizione dello stesso GIP.
E' figlio di Omissis, (classe Omissis), ex consigliere comunale di Trentola Ducenta, anch'egli indagato e colpito da provvedimenti cautelari per reati di competenza della D.D.A. di Napoli.
Omissis, consigliere di minoranza, e' stato notato e/o controllato con tale Omissis (classe Omissis) e con Omissis (classe Omissis), pregiudicati, gravati dall'art. 416-bis, affiliati al «Clan dei Casalesi», nonche' notato in piu' occasioni presso l'abitazione di Omissis, sorvegliato speciale di PS con obbligo di soggiorno per mafia, cognato del predetto Omissis e figlio di Omissis, sorvegliato speciale di PS con obbligo di soggiorno per mafia. Cugino di primo grado di Omissis, (classe Omissis), in atto detenuto, killer del Gruppo Omissis del Clan dei Casalesi.
Omissis, consigliere di minoranza, controllato con persone che annoverano precedenti penali, tra cui personaggi collegati al «Clan dei Casalesi». E' fratello di Omissis, che registra numerosi precedenti penali ed e' ritenuto affiliato al Clan, tanto che nella nota operazione SPARTACUS si rese latitante. Entrambi (Omissis e Omissis) sono cognati di Omissis, esponente di spicco del predetto clan.
Omissis, consigliere di minoranza, risulta controllato con Omissis, (classe Omissis), fratello di Omissis (classe Omissis) e zio di Omissis (classe Omissis), pluripregiudicati ed esponenti di spicco del «Clan dei Casalesi».
Quanto alla struttura burocratica dell'ente, oltre a quanto emerso dagli atti di indagine dell'A.G., la commissione di accesso (cfr. pag. 39 e ss. relazione accesso) ha ulteriormente evidenziato che diciassette dipendenti risultano imputati nell'ambito di procedimento penale per il reato di truffa aggravata (caso di assenteismo), commessa nel 2006. A carico di altri funzionari figurano, inoltre, precedenti penali nonche' pendenze per reati quali truffa, furto ed altro.
Al contempo, sono emersi fitti rapporti di parentele e frequentazioni con soggetti, direttamente o indirettamente, collegati ad ambienti della criminalita' organizzata. Riscontri pressoche' analoghi quelli relativi ad alcuni lavoratori socialmente utili.
Le risultanze dell'indagine svolta hanno, cosi', messo in rilievo come un consistente numero di consiglieri e/o assessori comunali, nonche' componenti dell'apparato burocratico siano trasversalmente collegati ed intrattengono rapporti con esponenti della criminalita' organizzata o con imprenditori locali a loro volta legati al sodalizio: tutto cio' in un contesto ambientale in cui simili rapporti concorrono sicuramente a condizionare l'attivita' amministrativa, determinando uno sviamento della stessa dai principi di legalita' e buon andamento.
Passando, ora, all'esame dell'attivita' contrattuale dell'ente, si osserva preliminarmente che il Comune di Trentola Ducenta ha aderito alla stazione unica appaltante della Provincia di Caserta e, successivamente, a seguito della deliberazione di Consiglio comunale n. 63 del 27 settembre 2012, ha sottoscritto la Convenzione Rep. n. 7291 del 17 ottobre 2012 con la S.U.A. costituita presso il Provveditorato alle OO.PP. sede di Caserta, demandandole il compito di curare le procedure di aggiudicazione dei contratti di lavori pubblici, di prestazioni di servizi, di acquisto di beni e forniture, dalla redazione e pubblicazione del bando fino all'aggiudicazione definitiva, con carattere di vera e propria centrale di committenza.
In proposito, corre l'obbligo rappresentare che i rapporti tra l'Amministrazione comunale e la suddetta Stazione unica appaltante, come segnalato dal citato Provveditorato con nota in data 9 novembre 2015 (all. 4), sono stati contraddistinti da forti divergenze. Il sindaco Omissis, invero, con una serie di missive dai toni alquanto irriverenti, ha piu' volte compulsato la predetta Stazione appaltante in ordine a talune procedure in corso di istruttoria, fintantoche' lo stesso Provveditorato ha manifestato, con la medesima nota del 9 novembre 2015, l'intenzione di recedere unilateralmente dalla Convenzione in atto, atteso che le divergenze emerse non permettevano di assicurare una proficua gestione degli appalti pubblici. Al riguardo, poi, la commissione di accesso ha esaminato la documentazione relativa a tale specifica vicenda, osservando che le note, a firma del sindaco, indirizzate alla SUA, se per un verso dimostrano la preoccupazione per la perdita di finanziamenti di rilevante entita', d'altro lato sembrano denotare, al di la' del tenore delle stesse, una gestione fortemente accentratrice da parte dello stesso sindaco, che cura in prima persona la trattazione di tematiche, in linea di principio di competenza dirigenziale, riguardanti procedure amministrative e, nello stesso tempo, una apparente «incomprensione» delle normative e dei tempi dalle stesse previsti in tema di procedure di appalto.
Non appare superfluo evidenziare che la convenzione con la summenzionata SUA e' stata rinnovata, in data 9 febbraio 2016, dal Commissario straordinario, cui e' attualmente affidata la provvisoria gestione dell'Ente.
Cio' posto, si rileva che, in sede ispettiva, e' stato accertato che le procedure contrattuali gestite direttamente dal comune, in quanto non rientranti nelle previsioni della citata convenzione, sono risultate inficiate da profili di illegittimita', puntualmente evidenziati nella relazione della commissione di accesso.
Con particolare riferimento ai lavori in economia e in affidamento diretto, nonche' alle procedure di acquisizione in economia di beni e servizi, la commissione ha acquisito gli atti concernenti la formazione degli elenchi delle ditte di fiducia per l'esecuzione di lavori in economia e in affidamento diretto relativi all'anno 2012 e all'anno 2013.
Il criterio che risulta applicato ai fini dell'individuazione delle ditte cui affidare le categorie di lavori in questione e' quello della rotazione, «fino alla conclusione dell'elenco», nonostante l'espressa previsione del codice dei contratti pubblici (art. 125, comma 12) in ordine alla necessita' del rinnovo dell'elenco con cadenza almeno annuale. Tale procedura e' apparsa, pertanto, palesemente in contrasto con le regole del predetto codice.
Per quanto attiene all'acquisizione di beni e servizi in economia, che deve avvenire sul MEPA ovvero sulla scorta del regolamento adottato dall'ente, emblematica appare la vicenda relativa alla ditta Omissis, con sede legale in Trentola Ducenta (Caserta), che ha esercitato dal 23 febbraio 2009 al 30 dicembre 2015 (data di cessazione), l'attivita' di commercio al dettaglio non specializzato elettronica, elettrodomestici.
Da un controllo eseguito dall'Organo ispettivo sulle determine assunte nel periodo 2010-2015 in riferimento alla citata ditta individuale, risulta che la stessa ha fornito, mediante affidamento diretto, assistenza e materiale informatico al Comune di Trentola Ducenta per un importo complessivo nel quinquennio di 29.625,00 curo.
La commissione di accesso evidenzia che Omissis, pur se non annovera precedenti di polizia, tuttavia risulta controllato, tra l'altro, in data 10 marzo 2012, dai Carabinieri della Stazione di Aversa, a bordo di un'autovettura targata DB268NG unitamente a Omissis, pluripregiudicato. Lo stesso e' fratello di Omissis, assessore con delega alla pubblica istruzione, vigili urbani dal 17 maggio 2011 al 28 giugno 2013 e dal 18 settembre 2015 al 15 dicembre 2015, che, pur non risultando avere precedenti di polizia, tuttavia e' stato piu' volte controllato con soggetti controindicati.
Significativi elementi sono emersi anche all'esito delle verifiche sulle procedure di gara.
La commissione ha preso in esame i verbali delle procedure di seguito indicate: 1. a) Lavori manutenzione strada via Salvo D'Acquisto 2° tratto - cup
d29j15001030005 cig 642229557d; b) lavori manutenzione strade vie:
Cottolengo - De Curtis. Cup d29j15000950005 cig 6422415883.
La scadenza per la presentazione dell'offerta era fissata al 16 novembre 2015 e il totale dell'importo posto a gara assommava ad € 128.981,61 (€ 69.234,60+59.747,01).
Dal verbale di gara n. 2 risulta aggiudicataria per l'affidamento dei lavori manutenzione strada via Salvo D'Acquisto 2° tratto l'impresa Omissis, sedente in Casal di Principe (Caserta), con il ribasso del 37,196%.
Risulta essere l'aggiudicataria della gara per l'affidamento Lavori manutenzione strade vie: Cottolengo - De Curtis l'impresa Omissis, con sede in Caserta che ha offerto il ribasso del 37,211%. 2. Lavori manutenzione strade vie: a) nunziale S. Antonio 1° tratto
Botticelli - cup d29j15001020005 cig 6422494984: b) lavori
manutenzione strada via Salvo D'Acquisto - 1° tratto cup
d29j15001040005 cig 6422514a35.
La scadenza per la presentazione dell'offerta era fissata al 10 novembre 2015, e il totale dell'importo posto a gara assommava ad € 137.256,10 (€ 72.996,08+64.290,02).
Dal verbale di gara n. 3 risulta aggiudicatari, per l'affidamento dei lavori manutenzione strade vie: Nunziale S. Antonio I° tratto Botticelli, l'impresa Omissis, sedente in Aversa (Caserta), con il ribasso del 37,165%.
Risulta, altresi', aggiudicataria della gara, per l'affidamento dei lavori manutenzione strada via Salvo D'Acquisto - I° tratto, l'impresa Omissis, con sede in Roma, con il ribasso del 37,165%. 3. a) Lavori manutenzione strada via Nunziale S. Antonio 2° tratto -
cup d29j15001050005 cig 64219053a7; b) lavori manutenzione strade
vie: Natale di Roma - Sette Colli - Anco Marzio - cup
d29j15001000005 cig 6422474933.
La scadenza per la presentazione dell'offerta era fissata al 17 novembre 2015 e il totale dell'importo posto a gara assommava ad € 134.390,25 (€ 72.938,40+61.451,85).
Dal verbale di gara n. 2 risulta aggiudicataria, per l'affidamento lavori manutenzione via Nunziale S. Antonio 2° tratto, l'impresa Omissis, con sede in Casal di Principe (Caserta), ribasso del 37,237%.
Risulta, altresi', aggiudicataria della gara per l'affidamento dei lavori manutenzione strade vie: Natale di Roma - Sette Colli - Anco Marzio la predetta Omissis, con il ribasso del 37,251%. 4. a) Lavori manutenzione strade vie: IV° novembre II° tratto -
Calessieri - Vittorio Veneto - cup d29j15001010005 cig 6453537b32;
b) lavori manutenzione strada via IV° novembre I° tratto - Dei
Mille II° tratto - cup d29j 1500970005 cig 6453497a30.
La scadenza per la presentazione dell'offerta era fissata al 3 dicembre 2015 e il totale dell'importo posto a gara assommava ad € 129.995,20 (€ 72.373,83+57.621,37).
Risulta gli atti che la gara di cui sopra non e' stata conclusa per la sopraggiunta indisponibilita' del Presidente di gara, in quanto, a seguito dell'Operazione Zenit, l'Arch. Omissis, anche responsabile del procedimento e' stata destinataria di provvedimento cautelare.
In ordine alle suevidenziate procedure di gara, la commissione di accesso ha rilevato che, pur rispecchiando le aspettative dettate dalle recenti modifiche normative volte ad agevolare la partecipazione delle piccole e medie imprese, l'Ente avrebbe potuto gestire le stesso procedendo all'indizione di un unico appalto, opportunamente suddiviso in lotti. In effetti, gli otto interventi posti a gara sono stati appaltati - precisa la commissione - accorpando due interventi per ogni procedura di gara, provvedendo, di fatto, all'aggiudicazione di ogni singolo intervento.
Tale circostanza ha sostanzialmente favorito una sola impresa che e' risultata aggiudicataria di n. 3 interventi per un importo complessivo pari ad € 203.624,85 (€ 72.938,40 + € 61.451,85 + € 69.234,60), circostanza questa che avrebbe implicato l'obbligo di richiedere l'informativa antimafa di cui all'art. 91 del decreto legislativo n. 159/2011, nei confronti della societa' risultata vincitrice.
Il collegio ispettivo ha, inoltre, sottolineato che l'indizione di una sola gara, con suddivisione in piu' lotti (in questo caso in 8 lotti), unitamente alla previsione, nel disciplinare e bando di gara, della clausola di estromissione dagli altri lotti del concorrente in caso di aggiudicazione di uno dei lotti messi a gara, avrebbe evitato la concentrazione di piu' interventi nelle mani di un solo soggetto.
E' stato, infine, osservato che per le tipologie di lavorazioni oggetto delle precitate procedure di gara (fornitura e posa in opera di conglomerato bituminoso) pur non superando il limite imposto dal decreto legislativo n. 159/2011 per la richiesta dell'informazione antimafia, nel bando e nel disciplinare si sarebbe dovuto prevedere che gli operatori dichiarassero di essere iscritti alle white list, istituite presso la prefettura, come previsto dall'art. 29 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90 convertito con modificazioni dalla legge 11 agosto 2014, n. 114.
La commissione ha, inoltre, proceduto all'esame del faldone di gara e all'acquisizione della documentazione concernente le seguenti procedure: A. Lavori di messa in sicurezza della palestra comunale circolo
didattico via Rossini. Intervento di demolizione
In data 11 giugno 2014 il Comune di Trentola Ducenta ha indetto procedura di gara per l'affidamento dei lavori di messa in sicurezza della palestra comunale circolo didattico di Via Rossini - Interventi di demolizioni cig 58055771B3.
L'importo dell'appalto ammontava ad € 78.412,13, esclusa IVA.
Dal verbale di gara n. 1 risulta che l'appalto e' stata aggiudicato all'operatore Omissis, con sede in Casal di Principe, che ha offerto il 43,828% in avvalimento con il consorzio Stabile Dinamico. Il Presidente, nonostante i ribassi al di sopra dei 40 punti percentuali non ha ritenuto di dover valutare la congruita' di quanto offerto come stabilito dall'art. 87 comma 3.
Dall'esame degli atti di gara (bando e disciplinare), il Collegio ispettivo ha rilevato taluni profili di illegittimita', in quanto la commissione di gara avrebbe dovuto procedere all'esclusione dell'impresa Omissis, per l'omessa indicazione, nella offerta, dei costi di sicurezza aziendali, come previsto dal comma 4 dell'art. 87 del decreto legislativo n. 163/2006 e confermato dalla recente giurisprudenza amministrativa (CDS, Adunanza Plenaria, 20 marzo 2015, n. 3). E' stata, infine, sottolineata l'omessa indicazione, nei verbali di gara, delle imprese che hanno fatto ricorso all'istituto dell'avvilimento di cui all'art. 49 del decreto legislativo n. 163/2006 e della relativa comunicazione all'autorita' di vigilanza. A.1) Lavori di messa in sicurezza della palestra comunale circolo
didattico via Rossini. Realizzazione campo sportivo polivalente.
I lavori in questione vengono affidati, nel mese di ottobre 2014, alla societa' Omissis, per un importo di € 26.842,42, escluso IVA. Al riguardo, la commissione d'accesso ha rilevato che le due lavorazioni non attengono alla medesima opera e' pertanto si sarebbe dovuto procedere ad una nuova gara mediante una procedura negoziata ai sensi del comma 8 dell'art. 125 o attraverso indagine di mercato o attingendo all'elenco delle imprese di fiducia costituito presso l'Ente a salvaguardia del principio di trasparenza, rotazione e parita' tratta. B. Affidamento dei lavori per le misure finalizzate all'attuazione
del protocollo di Kyoto, mediante la realizzazione e messa in
esercizio di un impianto fotovoltaico della potenza nominale di
picco di 21,00 kwp sulla copertura della scuola elementare in via
Rossini cig. 562866594a.
In data 2 ottobre 2014, il Comune di Trentola Ducenta ha indetto procedura di gara per l'affidamento dei lavori per le misure finalizzate all'attuazione del protocollo di Kyoto, mediante la realizzazione e messa in esercizio di un impianto fotovoltaico della potenza nominale di picco di 21,00 KWp sulla copertura della scuola elementare in via Rossini CIG. 562866594A. L'importo dell'appalto ammontava ad € 73.684,21 esclusa IVA.
Dal verbale di gara n. 1 risulta che l'appalto e' stato aggiudicato alla societa' Omissis, con sede in Parete, che ha offerto il 46,887%, facendo altresi' ricorso all'avvalimento di cui all'art. 49 del decreto legislativo n. 163/2006.
Anche per detta procedura sono stati riscontrati gli stessi profili di illegittimita' emersi per la gara indicata sub lettera B).
La commissione di indagine ha, infine, effettuato un'accurata disamina (cfr. pag. ... relazione accesso) degli atti relativi alle societa' e/o ditte, che hanno avuto, con frequenza e nel periodo esaminato, rapporti contrattuali con il Comune di Trentola Ducenta, evidenziando, in particolare, come talune imprese affidatarie siano risultate formalmente riconducibili a soggetti gravati da precedenti di polizia degni di rilievo, che, in taluni casi, hanno comportato l'adozione di provvedimenti interdettivi antimafia.
Per quanto attiene la funzione di governo del territorio, la relazione ispettiva ha evidenziato un generale contesto di illegalita', testimoniato dagli abusi edilizi favoriti dal rilascio di titoli abilitativi rivelatisi illegittimi (2) nonche' dall'assenza o comunque da una scarsa e poco incisiva attivita' di prevenzione e vigilanza da parte dell'ufficio di polizia municipale, denotando un quadro di subalternita' totale alla politica locale e agli interessi (almeno di una parte) di essa. Ne discende che, pure nel settore urbanistica, si e' riscontrata una gestione dell'ente comunale disinvolta e finalizzata a favorire interessi privati in luogo dell'interesse pubblico.
Al riguardo, la commissione di accesso ha osservato come i fatti descritti nella richiamata ordinanza di custodia cautelare, con specifico riferimento alle attivita' dell'ufficio tecnico e del suo responsabile, l'arch. Omissis, hanno trovato in qualche modo un loro naturale prosieguo e conferma nei permessi a costruire rilasciati dall'ufficio e nelle ordinanze ingiunzione di demolizione adottate nel corso delle ultime due consiliature.
Gli accertamenti effettuati in ordine ai permessi a costruire hanno svelato una situazione fortemente sintomatica della incapacita' delle strutture gestionali ad operare secondo canoni di legalita' ed indipendenza, rispetto ai condizionamenti della politica.
Da un esame condotto a campione, il Collegio ispettivo ha fatto rilevare che alcuni permessi, che non avrebbero potuto essere rilasciati, neppure in sanatoria, sono stati emessi in favore della Omissis, sorella del consigliere comunale Omissis, sospeso di diritto con provvedimento prefettizio adottato ai sensi del decreto legislativo n. 235/2012, ed il cui padre, imprenditore edile (Omissis) e' stato coinvolto in rilevanti vicende giudiziarie, oltre ad essere imparentato con un noto esponente del Clan dei casalesi, tale Omissis.
Considerazioni analoghe sono state svolte per i permessi a costruire rilasciati in favore di Omissis, assessore ai lavori pubblici dell'ultima consiliatura, nei confronti del quale le ordinanze ingiunzione di demolizione - adottate nel 2012, e soltanto perche' gli immobili avevano costituito oggetto di segnalazione da parte del competente Comando Carabinieri - sono rimaste inattuate, senza che ne' l'U.T.C. ne' il Comando della polizia municipale ponessero in essere gli atti di loro competenza, successivi all'inottemperanza dell'interessato, peraltro anch'egli piu' volte notato e/o controllato con individui che annoverano precedenti penali/di polizia, quasi tutti imparentati con personaggi legati alla criminalita' organizzata riconducibile al Clan dei Casalesi.
Nello stesso contesto e' stato evidenziato come la polizia municipale abbia omesso qualsivoglia controllo del territorio, con specifico riguardo al contrasto all'abusivismo edilizio, con cio' venendo meno ad uno dei doveri istituzionali ad essa devoluti.
Rilevanti profili di illegittimita' sono stati riscontrati dalla commissione d'accesso anche in ordine all'erogazione di sovvenzioni, contributi e sussidi. Al riguardo, si e' accertato che l'Ente non ha adottato (come previsto dall'art. 12 della legge n. 241/1990) l'atto recante i criteri e modalita' per concedere le predette agevolazioni; non sono state garantite le regole di trasparenza attraverso adeguate forme di pubblicita', pregiudicando anche il principio di imparzialita' nell'individuazione dei beneficiari.
Con specifico riferimento, poi, al personale volontario, impiegato dall'Associazione nell'assistenza ai bambini disabili, e' emerso che il Presidente dell'Associazione, «Per reclutare gli assistenti materiali da avviare alle scuole,» pubblicava un manifesto dove faceva presente «che si era in cerca di operatori socio assistenziali o di assistente materiale. Chi aderiva alla ... associazione doveva sostenere un colloquio ... finalizzato ad accertare solo se i futuri membri erano dotati di competenza specifica;». In tal modo sono stati reclutati 11 «operatori» per gli anni scolastici 2012/2013 e 2013/2014, mentre per l'anno scolastico 2014/2015 gli operatori reclutati sono stati 22. Tra questi sono risultati compresi:
- Omissis, (classe Omissis), moglie del pluripregiudicato Omissis, con precedenti per associazione mafiosa, estorsione, riciclaggio ed altro, esponente del Clan dei Casalesi, e' oggetto di attentato dal Gruppo Omissis;
- Omissis, (classe Omissis), moglie di Omissis, (classe Omissis), con precedenti per estorsione aggravata dall'art. 7, inoltre la Omissis e' la cognata di Omissis, alias Omissis, (classe Omissis), con precedenti di polizia per associazione mafiosa ed esponente del Clan dei Casalesi - Gruppo Omissis;
- Omissis, (classe Omissis), figlia di Omissis, (classe Omissis), imputato per art. 74 decreto del Presidente della Repubblica n. 309/1990 unitamente a Omissis, (classe Omissis), esponente del Clan dei Casalesi ed ora Collaboratore di Giustizia.
Gli accertamenti esperiti hanno, in sintesi, fatto emergere che l'Ente non ha rispettato l'art. 12 della legge n. 241/1990, che non vi e' conoscenza delle normative nazionali e regionali in tema di volontariato; che, conseguentemente, sono state erogate risorse comunali senza alcuna forma di verifica o controllo, come invece previsto dalle disposizioni vigenti, sui beneficiari; che ne' la Giunta in carica, ne' la responsabile del settore, hanno tenuto in alcun conto le modalita' di individuazione del contraente.
Sulla base dei suesposti rilievi, si svolgono le seguenti considerazioni conclusive. La relazione redatta dalla commissione d'indagine, avvalendosi anche delle risultanze dell'attivita' svolta dall'autorita' giudiziaria, ha messo in rilievo che un consistente numero di consiglieri, assessori nonche' componenti dell'apparato burocratico e' trasversalmente collegato ed intrattiene rapporti con esponenti della criminalita' organizzata e con imprenditori locali, a loro volta legati alle suddette organizzazioni, e come tali rapporti abbiano condizionato l'attivita' amministrativa determinando uno sviamento della stessa dai principi di legalita' e buon andamento.
L'esame complessivo degli esiti dell'attivita' di accesso delinea, dunque, un apparato politico-burocratico avvinto da un reticolo di collegamenti, parentele, affinita', contiguita' e connivenze, nonche' di frequentazioni con esponenti delle consorterie malavitose locali e, in particolare, con i referenti del gruppo Omissis.
E' stato, cosi', svelato un sistema in cui l'uso distorto della cosa pubblica, in un rapporto di sostanziale continuita' nella guida dell'ente, ha favorito soggetti e/o imprese collegati direttamente o indirettamente ad ambienti malavitosi. Tali modalita' operative, che hanno avuto origine nel corso di precedenti consessi e sono proseguite, consolidandosi, negli anni successivi, risultano evidenti, oltre che nei fatti acclarati dall'Autorita' giudiziaria, anche nella serie di procedure contrattuali irregolari evidenziate dalla commissione d'accesso, nonche' nel governo del territorio improntato a logiche in contrasto con la tutela degli interessi pubblici, in un contesto caratterizzato da una forte precarieta' delle condizioni funzionali dell'Ente, che favoriscono la permeabilita' degli organi amministrativi ai condizionamenti criminali.
Le considerazioni che precedono denotano la presenza di una «pressione esterna», che, nel tempo, investendo anche gli organi elettivi, ha condizionato l'attivita' dell'apparato politico-burocratico del Comune di Trentola Ducenta, determinando effetti deleteri sulla gestione della cosa pubblica, ben lontana dall'osservare criteri di buona amministrazione e di imparzialita' amministrativa.
Ne' si potrebbe obiettare che parte delle condotte censurabili siano direttamente e formalmente imputabili a responsabilita' dei dirigenti e dipendenti dell'ente, posto che da tale responsabilita' non restano immuni gli organi di governo. Anche laddove le irregolarita' riscontrate sono ascrivibili alla sfera prettamente gestionale, di competenza dei singoli responsabili dei settori comunali, traspare nettamente l'incapacita' dell'organo politico, in un contesto ambientale caratterizzato dalla diffusa presenza di soggetti organici ai sodalizi criminali, di assumere incisive deteiminazioni a garanzia dei principi di buon andamento ed imparzialita' dell'azione amministrativa.
Valga qui l'osservazione che, secondo un consolidato indirizzo giurisprudenziale, «nonostante lo spostamento delle competenze relative alla gestione dell'ente, gli organi di vertice politico-amministrativo hanno comunque compiti pregnanti di pianificazione, di direttiva, di impulso, di vigilanza e di verifica che impongono l'esigenza di intervenire ed apprestare tutte le misure e le risorse necessarie per un'effettiva e sostanziale cura e difesa dell'interesse pubblico dalla compromissione derivante da ingerenze estranee, nonche' al fine di garantire che ogni attivita' si svolga nella necessaria cornice, formale e sostanziale, di legalita'» (cfr. tribunale amministrativo regionale per il Lazio, sezione prima, 19 maggio 2011, n. 4370).
I complessi accertamenti effettuati hanno, in buona sostanza, evidenziato numerosi elementi sintomatici di condizionamento degli organi elettivi, cui ancorare le valutazioni relative alla eventuale adozione della misura di rigore nei confronti del civico consesso del comune in esame.
Nella stessa prospettiva si pongono, del resto, le osservazioni conclusive della commissione di accesso, secondo cui il contesto considerato appare connotato da quelle circostanze concrete, univoche e rilevanti richieste dalla vigente normativa, ai fini della individuazione di elementi su collegamenti, diretti o indiretti, con la criminalita' organizzata e della configurabilita' di forme di condizionamento dell'attivita' amministrativa dell'ente.
Va, infine, osservato che il Commissario straordinario, cui e' attualmente affidata la provvisoria gestione dell'ente, ai sensi dell'art. 141 TUEL, con l'unita relazione in data 14 marzo u.s. (all. 5), ha ulteriormente rimarcato le condizioni di grave compromissione del regolare svolgimento delle attivita' e del funzionamento dell'ente di che trattasi.
Una siffatta situazione, consolidatasi negli anni e alla quale l'Amministrazione, peraltro gravata dalle forme di collegamento ampiamente esposte, non e' apparsa in grado di porre rimedio, non puo' che essere risolta mediante l'adozione di un'incisiva azione di ripristino della legalita' e di buone prassi che rendano il Comune di Trentola Ducenta, capace di respingere i tentativi di infiltrazione da parte della criminalita' organizzata.
Gli esiti dell'attivita' di indagine sono stati, infine, esaminati, nella riunione in data 15 marzo u.s., in sede di Comitato provinciale per l'Ordine e la sicurezza pubblica integrato con la partecipazione del Procuratore aggiunto coordinatore della DDA di Napoli, del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord e dal coordinatore della commissione di accesso, i cui componenti hanno all'unanimita' ritenuto che le risultanze emerse configurino i presupposti di fatto e di diritto richiesti dall'art. 143 del TUEL (univoci, concreti e rilevanti elementi) per l'adozione della misura di rigore dello scioglimento del civico consesso (all. 6).
Per quanto innanzi, lo scrivente avanza formale proposta di scioglimento del Consiglio comunale di Trentola Ducenta, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 143 citato.
Caserta, 18 marzo 2016

Il prefetto: De Felice

(1) Abitanti 17.797 al censimento del 2011 e 14.126 al censimento del
2001.

(2) Si vedano, in proposito, i puntuali rilievi svolti dalla
commissione di indagine, riportati a pag. 120 e ss, della
relazione conclusiva.
 
Art. 2

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 11 maggio 2016

MATTARELLA
Renzi, Presidente del Consiglio dei
ministri

Alfano, Ministro dell'interno
Registrato alla Corte dei conti il 20 maggio 2016 Interno, foglio n. 1085
 
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