Gazzetta n. 271 del 21 novembre 2014 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 31 ottobre 2014
Scioglimento del consiglio comunale di San Ferdinando e nomina della commissione straordinaria.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel comune di San Ferdinando (Reggio Calabria) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 15 e 16 maggio 2011;
Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Visto il decreto del Prefetto di Reggio Calabria in data 14 ottobre 2014, con il quale, ai sensi dell'art. 19 del regio decreto 3 marzo 1934, n. 383, richiamato dall'art. 273, comma 5, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, la gestione dell'amministrazione comunale e' stata assegnata ad un commissario con le funzioni di sindaco e giunta;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario far luogo allo scioglimento del consiglio comunale e disporre il conseguente commissariamento dell'ente locale per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 30 ottobre 2014;

Decreta:

Art. 1

Il consiglio comunale di San Ferdinando (Reggio Calabria) e' sciolto.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Nel comune di San Ferdinando (Reggio Calabria) sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata, che hanno compromesso la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi eletti nelle consultazioni amministrative del 15 e 16 maggio 2011, nonche' il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi.
Il 14 ottobre 2014 e' stato eseguito un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia presso il Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di 26 soggetti, tra i quali il sindaco del comune di San Ferdinando, il vice sindaco ed un ex consigliere comunale di minoranza dimessosi il 2 luglio 2014; risulta altresi' indagato in stato di liberta' il responsabile dell'area tecnica.
Il sindaco e' indagato per il reato di cui agli artt. 110 e 416-bis del codice penale, poiche', pur non facendo parte dell'associazione, forniva un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo ad una consorteria locale, come referente politico del sodalizio, e per il reato previsto dall'art. 479 del codice penale, aggravato ai sensi dell'art. 7 della legge 12 luglio 1991, n. 203.
A sua volta, il vicesindaco e' sottoposto ad indagini per il reato di cui all'art. 416-bis, commi 1, 2, 3, 4, 5 e 6 del codice penale, nella qualita' di referente politico del sodalizio mafioso, «con il compito di assicurare le comunicazioni tra gli associati, eseguire le direttive dei vertici dell'associazione nell'interesse dell'intera organizzazione criminale; con compiti operativi nel settore delle armi e dei danneggiamenti; piu' in generale, e' a completa disposizione degli interessi della cosca, cooperando con gli altri associati nella realizzazione del programma criminoso del gruppo», nonche' per il reato di cui agli artt. 2 e 7 della legge 2 ottobre 1967, n. 895, come modificati dagli artt. 10 e 14 della legge 14 ottobre 1974, n. 497, e 7 della legge n. 203 del 1991, per avere detenuto illegalmente una pistola, e per i reati di cui all'art. 110 del codice penale, artt. 2, 4 e 7 della legge n. 895 del 1967, art. 61 n. 2 del codice penale, art. 635, commi 1, 2 e 3, del codice penale, in relazione agli artt. 625 n. 7 del codice penale e 7 della legge n. 203 del 1991, «perche' in concorso e quali mandanti e con persone allo stato identificate incaricate della materiale esecuzione del delitto, detenevano, portavano in luogo pubblico armi comuni da sparo ed esplodevano numerosi colpi di arma da fuoco contro un veicolo» quale atto ritorsivo ad uno «sgarbo» ricevuto.
Nei confronti dell'ex consigliere comunale, che, secondo quanto riferito dagli inquirenti, e' «intraneo» alla `ndrangheta locale, nonche' legato da vincoli di parentela a personaggi di spicco della stessa, il provvedimento di fermo e' stato emesso in relazione al reato previsto dall'art. 416-bis, commi 1, 2, 3, 4, 5 e 6 del codice penale.
Il responsabile dell'area tecnica risulta indagato per il reato di' cui all'art. 323 del codice penale, aggravato ai sensi dell'art. 7 della legge n. 203 del 1991, poiche', nello svolgimento delle funzioni, procurava al titolare di un autolavaggio un ingiusto vantaggio patrimoniale con l'aggravante di aver agito allo scopo di agevolare ed avvantaggiare l'attivita' della criminalita' organizzata.
A seguito dell'esecuzione del richiamato provvedimento di fermo, al fine di garantire la funzionalita' dell'ente, il Prefetto di Reggio Calabria, con decreto del 14 ottobre 2014, ha nominato un commissario, ai sensi dell'art. 19 del regio decreto 3 marzo 1934, n. 383, per reggere temporaneamente l'amministrazione con le funzioni di sindaco e di giunta.
Con ordinanza del 17 ottobre 2014 il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Palmi ha convalidato il fermo di indiziato di delitto nei confronti di 22 indagati, tra i quali il sindaco ed il vice sindaco.
Con successivi provvedimenti del 22 ottobre 2014 il Prefetto di Reggio Calabria ha dichiarato la sussistenza di una causa di sospensione di diritto nei confronti dei citati amministratori, ex art. 11 del decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235.
Le risultanze della predetta operazione di polizia giudiziaria hanno formato oggetto di un apposito esame in sede di riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica in data 22 ottobre 2014 con la partecipazione del Procuratore della Repubblica titolare della Direzione Distrettuale Antimafia, all'esito della quale il Prefetto ha redatto l'allegata relazione del 24 ottobre 2014, che costituisce parte integrante della presente proposta.
Nella menzionata relazione il Prefetto di Reggio Calabria, ritenendo non necessaria la richiesta di delega per l'avvio del procedimento di accesso agli atti del comune, da' conto dell'esistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione della misura prevista dall'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Gli accertamenti svolti in ambito giudiziario hanno interessato la cornice criminale ed il contesto ambientale ove si colloca l'ente, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le consorterie locali, ed hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato nel favorire soggetti o imprese collegati direttamente o indirettamente ad ambienti controindicati.
Il comune di San Ferdinando e' ricompreso in un ambito territoriale notoriamente caratterizzato dalla radicata ed invasiva presenza della `ndrangheta ed e' stato interessato da provvedimenti di scioglimento per condizionamenti da parte della criminalita' organizzata nel 1992 e nel 2009.
Risultano pregiudizi penali a carico di alcuni dipendenti e del primo cittadino, il quale presenta altresi' vincoli familiari con un soggetto controindicato.
Nella relazione del Prefetto viene anche posto in rilievo che il 22 luglio 2013 il comandante della polizia locale era stato arrestato, unitamente ad altra persona vicina ad ambienti criminali, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria, in quanto ritenuti responsabili dei reati di falso ideologico in concorso e favoreggiamento personale in concorso, con l'aggravante di avere commesso il fatto al fine di agevolare l'attivita' dell'associazione mafiosa denominata `ndrangheta.
Secondo quanto riferito dalla magistratura inquirente, la capacita' di controllo della criminalita' organizzata sul territorio di San Ferdinando e' stata capillare e si e' manifestata, tra l'altro, attraverso l'assoggettamento delle libere e democratiche istituzioni locali. In questo ambito, il sindaco ha svolto un ruolo di «equilibrista» tra le due `ndrine localmente egemoni e di «ago della bilancia» tra le due figure politiche referenti delle medesime, vale a dire il vicesindaco e l'ex consigliere comunale, consentendo di fatto la permeabilita' dell'ente a pregiudizievoli condizionamenti.
Tra gli episodi piu' significativi, il Prefetto segnala l'incendio di un veicolo di proprieta' della ditta che svolgeva il servizio di raccolta dei rifiuti, di chiara matrice `ndranghetista, in relazione al quale, come si evince da prove tecniche, e' risultata una dichiarata totale disponibilita' dell'organo di vertice del comune nei confronti della criminalita' organizzata.
Lo stesso sindaco e' indagato anche per avere costituito atti pubblici ideologicamente falsi, essendosi adoperato al fine di far ottenere ad un esponente di un sodalizio locale, ristretto in carcere, un certificato attestante un rapporto di convivenza non corrispondente al vero ed, in tal modo, consentendo al detenuto di fruire di colloqui personali con l'asserita convivente.
Il provvedimento di fermo ha poi messo in luce la posizione del vicesindaco, la cui appartenenza alla locale criminalita' organizzata e' emersa con evidenza dalle risultanze dell'attivita' investigativa, tanto da essere definito una longa manus della `ndrangheta, alla quale ricorrere anche per la soluzione di questioni contrattuali di natura privata.
In particolare, dagli accertamenti giudiziari si evince come il predetto amministratore sia stato uno dei mandanti ed esecutori di un atto ritorsivo, posto in essere ai darmi dei titolari di un ristorante ubicato sul lungomare di San Ferdinando, che avevano presentato doglianze al comune ed alla capitaneria di porto in ordine all'apertura di un chiosco stagionale, gestito di fatto da uno stretto parente del vicesindaco e da altro soggetto controindicato, a sua volta mandante ed esecutore della ritorsione in questione.
Fattori che attestano la penetrazione malavitosa nella vita dell'ente sono stati riscontrati nell'affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti in favore di una ditta, sulla quale sono confluiti gli interessi dei sodalizi radicati nel territorio. A suggello dell'accordo in tal senso raggiunto, e' stata organizzata un'occasione conviviale con la partecipazione di esponenti delle `ndrine rivali e soltanto pochi giorni dopo si e' verificato l'incendio, del quale si e' detto e che ha danneggiato un veicolo di proprieta' dell'impresa che al tempo svolgeva il servizio in parola. In relazione a tale vicenda, gli accertamenti giudiziari hanno evidenziato il coinvolgimento del piu' volte citato ex consigliere comunale, il quale, secondo quanto emerso da un'intercettazione telefonica, ha garantito protezione ai dipendenti dell'impresa vittima del danneggiamento, consigliandoli sul comportamento da tenere.
Emblematico di indebite ingerenze e', infine, l'episodio relativo ad un'autorizzazione per lo scarico di acque reflue nella condotta fognaria rilasciata in favore di un autolavaggio, gestito dallo stesso soggetto controindicato individuato come uno dei mandanti ed esecutori dell'atto ritorsivo di cui si e' fatto cenno, compiuto in danno dei titolari del ristorante sito sul lungomare del comune. Come accertato a seguito di apposite indagini, il provvedimento di autorizzazione allo scarico, rilasciato dal responsabile dell'area tecnica del comune, e' risultato illegittimo ed e' stato revocato in autotutela solo a seguito delle predette indagini.
Le vicende analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del Prefetto hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di San Ferdinando, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, con pregiudizio dei principi di buon andamento, imparzialita' e trasparenza, che rendono necessario l'intervento dello Stato per recidere il veicolo delle infiltrazioni e per assicurare il risanamento dell'ente.
Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di San Ferdinando (Reggio Calabria), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 30 ottobre 2014

Il Ministro dell'interno: Alfano

Parte di provvedimento in formato grafico

 
Art. 2

La gestione del comune di San Ferdinando (Reggio Calabria) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott.ssa Immacolata Fedele - viceprefetto;
dott. Alfredo Minieri - viceprefetto aggiunto;
dott. Francesco Greco - funzionario economico finanziario.
 
Art. 3

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 31 ottobre 2014

NAPOLITANO

Renzi, Presidente del Consiglio dei
ministri

Alfano, Ministro dell'interno
Registrato alla Corte dei conti il 10 novembre 2014 Interno, foglio n. 2312
 
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