Gazzetta n. 167 del 20 luglio 2011 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 18 luglio 2011, n. 115
Abrogazione, a seguito di referendum popolare, dell'articolo 1, commi 1, 2, 3, 5 e 6, e dell'articolo 2 della legge n. 51 del 2010, quale risultante a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 23 del 2011 in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visto l'articolo 75 della Costituzione;
Visto l'articolo 37 della legge 25 maggio 1970, n. 352;
Visti gli atti trasmessi in data 14 luglio 2011 da parte dell'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di cassazione, relativi alla proclamazione del risultato del referendum indetto con decreto del Presidente della Repubblica 23 marzo 2011, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 77 del 4 aprile 2011, per l'abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte costituzionale;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri;

Emana
il seguente decreto:

Art. 1

1. In esito al referendum di cui in premessa, l'articolo 1, commi 1, 2, 3, 5 e 6, e l'articolo 2 della legge 7 aprile 2010, n, 51, recante «Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza» quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 13-25 gennaio 2011 della Corte costituzionale, sono abrogati.
2. L'abrogazione di cui al comma 1 ha effetto a decorrere dal giorno successivo a quello della pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Roma, addi' 18 luglio 2011

NAPOLITANO
Berlusconi, Presidente del Consiglio
dei Ministri
Visto, il Guardasigilli: Alfano
 
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