Gazzetta n. 105 del 7 maggio 2011 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 5 maggio 2011
Revoca dell'indizione del referendum popolare per il distacco del comune di Magliano Sabina dalla regione Lazio e la sua aggregazione alla regione Umbria, a norma dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visti gli articoli 132, secondo comma, e 87 della Costituzione;
Vista la legge 25 maggio 1970, n. 352, recante norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo, e successive modificazioni;
Visto il proprio decreto del 7 marzo 2011, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 56 del 9 marzo 2011, con il quale e' stato indetto, per i giorni di domenica 15 maggio e lunedi' 16 maggio 2011, nel territorio del comune di Magliano Sabina (RI), il referendum popolare per il distacco del predetto comune dalla regione Lazio e la sua aggregazione alla regione Umbria ;
Rilevato che il citato decreto presidenziale e' stato emanato a seguito dell'ordinanza dell'Ufficio centrale per il referendum costituito presso la Corte di Cassazione, emessa e comunicata il 15 dicembre 2010, con la quale e' stata dichiarata legittima la richiesta di referendum, che, ai sensi dell'art. 132, secondo comma, della Costituzione e dell'art. 42 della legge 25 maggio 1970, n. 352, e' stata formulata con deliberazione del consiglio comunale di Magliano Sabina e, quindi, su esclusivo atto di iniziativa del predetto ente locale;
Vista la nota del Sindaco del comune di Magliano Sabina, in data 14 aprile 2011, indirizzata al Ministero dell'interno, con la quale si chiede di voler revocare l'indizione della consultazione referendaria di che trattasi "in attuazione della volonta' espressa dal Consiglio comunale, a maggioranza, nella seduta del 23.03.2011, con l'atto n. 13";
Vista la deliberazione n. 13 del 23 marzo 2011 del Consiglio comunale di Magliano Sabina, richiamata e allegata alla nota del Sindaco dell'ente, concernente "annullamento in autotutela" della precedente deliberazione consiliare n. 43 del 17 novembre 2010 che ha dato impulso alla iniziativa referendaria;
Esaminata, in quanto richiamata e allegata anch'essa alla nota del Sindaco di Magliano Sabina, l'ordinanza del 31 marzo 2011 dell'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di Cassazione, Organo adito in via primaria dal predetto comune, mediante il deposito della anzidetta deliberazione consiliare n. 13 del 23 marzo 2011, "onde addivenire al blocco e revoca" del procedimento referendario avviato con decreto presidenziale del 7 marzo 2011;
Considerato che l'Ufficio centrale per il referendum, nel dichiarare il "non luogo a provvedere" sull'istanza del comune, ha ritenuto, poiche' dopo la propria ordinanza di ammissione del chiesto referendum sono state "attivate le fasi successive da parte di organi costituzionali", che l'eventuale caducazione dell'ordinanza stessa costituirebbe una interferenza sulle decisioni riservate alle attribuzioni di tali organi;
Ritenuto, pertanto, anche alla luce del principio affermato dall'Ufficio centrale presso la Corte di Cassazione, che, a seguito del decreto presidenziale di indizione del referendum e prima dell'effettivo svolgimento dello stesso, l'eventuale esercizio del potere di revoca della indizione rientri nelle attribuzioni presidenziali, su proposta delle competenti Autorita' di governo;
Vista l'ulteriore deliberazione n. 16 del 22 aprile 2011, resa immediatamente esecutiva e trasmessa, con nota del Sindaco del comune in data 27 aprile 2011, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero dell'interno, con la quale il Consiglio comunale di Magliano Sabina, nel manifestare nuovamente la volonta' di recedere dal proposito di svolgere il referendum di che trattasi, ha formalmente e conseguentemente revocato la propria precedente deliberazione consiliare, n. 43 del 17 novembre 2010, che aveva dato impulso al procedimento referendario;
Considerato che l'iniziativa finalizzata alla revoca del procedimento referendario promana dallo stesso soggetto giuridico, cioe' il comune di Magliaro Sabina, e dallo stesso organo, cioe' il Consiglio comunale, per il tramite del Sindaco dell'ente, da cui e' stata promossa l'indizione della consultazione popolare referendaria;
Preso atto, quindi, della volonta' univocamente e reiteratamente espressa dagli organi politico-elettivi del comune di Magliano Sabina di interrompere le operazioni preparatorie e lo svolgimento del referendum di che trattasi;
Ritenuto, inoltre, che, a prescindere dalle argomentazioni che, all'interno della rappresentanza politico-elettiva dell'ente locale, avevano sostenuto l'iniziativa referendaria e che, ora, invece, depongono per la revoca del procedimento referendario, appare ragionevole disporre l'interruzione del procedimento stesso per non dare ulteriore e inutile corso ad adempimenti giuridici e tecnico-amministrativi di notevole complessita', ivi compresa la chiamata alle urne del corpo elettorale di Magliano Sabina, con ulteriori e presumibilmente piu' gravosi oneri finanziari per il comune stesso e per la Pubblica Amministrazione nel suo complesso;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 5 maggio 2011;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con i Ministri dell'interno e della giustizia;

Emana
il seguente decreto:

E' revocata l'indizione, gia' disposta per i giorni di domenica 15 e lunedi' 16 maggio 2011, nel territorio del comune di Magliano Sabina, del referendum popolare per il distacco del predetto comune dalla regione Lazio e la sua aggregazione alla regione Umbria.
Il Sindaco del comune di Magliano Sabina e' incaricato della esecuzione del presente decreto, ai fini della interruzione del procedimento referendario nell'ambito territoriale interessato.
Il presente decreto sara' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

Dato a Roma, addi' 5 maggio 2011

NAPOLITANO
Berlusconi, Presidente del
Consiglio dei Ministri

Maroni, Ministro dell'interno

Alfano, Ministro della giustizia
 
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