Gazzetta n. 15 del 20 gennaio 2011 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 23 dicembre 2010
Scioglimento del consiglio comunale di San Procopio e nomina del commissario straordinario.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel comune di San Procopio (Reggio Calabria), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 27 e 28 maggio 2007, sussistono forme di ingerenza della criminalita' organizzata;
Considerato che tali ingerenze espongono l'amministrazione stessa a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'amministrazione comunale di San Procopio;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata arreca grave pregiudizio allo stato della sicurezza pubblica e determina lo svilimento delle istituzioni e la perdita di prestigio e di credibilita' degli organi istituzionali;
Ritenuto che, al fine di rimuovere la causa del grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario far luogo allo scioglimento degli organi ordinari del comune di San Procopio, per il ripristino dei principi democratici e di liberta' collettiva;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 17 dicembre 2010;

Decreta:

Art. 1

Il consiglio comunale di San Procopio (Reggio Calabria) e' sciolto per la durata di diciotto mesi.
 
Art. 2

La gestione del comune di San Procopio (Reggio Calabria) e' affidata alla commissione straordinaria composta da:
dott. Salvatore Concetto Francesco Fortuna - vice prefetto aggiunto;
dott. Antonio Scozzese - dirigente di area I a riposo;
dott.ssa Carla Fragomeni - direttore amministratore contabile.
 
Art. 3

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 23 dicembre 2010

NAPOLITANO
Berlusconi, Presidente del
Consiglio dei Ministri

Maroni, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 30 dicembre 2010 Ministeri istituzionali - Interno, registro n. 21, foglio n. 17
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Il comune di San Procopio (Reggio Calabria), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 27 e 28 maggio 2007, presenta forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi, il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio per lo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica.
All'esito di specifica attivita' investigativa condotta dalla locale Procura della Repubblica, nel mese di giugno sono stati tratti in arresto, in esecuzione di un'ordinanza applicativa di misura cautelare in carcere emessa dal G.I.P. di Reggio Calabria, il sindaco del comune di San Procopio ed un consigliere di minoranza.
Nell'ambito di tale procedimento il primo cittadino risulta indagato per il reato di trasferimento fraudolento dei beni avendo concorso, unitamente ad altri, nell'attribuzione fittizia dell'intestazione, della titolarita' e della gestione di una casa di cura al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniale e per agevolare l'attivita' dell'organizzazione malavitosa egemone, avvalendosi di modalita' associative, mentre il consigliere comunale risulta indagato per l'attribuzione fittizia di un lido e di un ristorante.
In relazione a tale vicenda ed al fine di verificare la sussistenza di forme di condizionamento e di infiltrazione delle locali consorterie nei confronti degli amministratori dell'ente, il prefetto di Reggio Calabria, con decreto del 6 luglio, ha disposto l'accesso presso il suddetto comune ai sensi dell'art. 59, comma 7, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
All'esito degli accertamenti effettuati, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il prefetto di Reggio Calabria, sentito il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria, ha redatto l'allegata relazione in data 28 settembre 2010, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando pertanto i presupposti per lo scioglimento del consiglio comunale.
I lavori svolti dalla commissione d'indagine hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, la cornice criminale ed il contesto ambientale ove si colloca l'ente locale, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e la locale consorteria.
L'organo ispettivo ha evidenziato come, sebbene la limitata estensione territoriale dell'ente avrebbe dovuto consentire, a coloro che rivestono cariche pubbliche, di avere piena conoscenza della realta' locale in cui operano e di adottare misure che assicurino una convivenza democratica gli amministratori, indipendentemente dalla compagine politica di appartenenza, non hanno posto in essere una effettiva presa di distanza da ambienti controindicati.
Le intercettazioni ambientali disposte dall'autorita' giudiziaria hanno fatto emergere che la stessa cosca ha fortemente condizionato le elezioni amministrative avvenute nel mese di maggio 2007, con il fine di favorire la candidatura e l'elezione di colui che, all'esito delle consultazioni stesse, verra' effettivamente eletto sindaco.
Il legame dell'organo di vertice con la locale cosca risale gia' al 2001, come risulta da una denuncia per aver favorito la latitanza di elementi di spicco della criminalita' organizzata.
Nella relazione prefettizia viene messo in rilievo che, allo scopo di evitare episodi di dissenso della cittadinanza, gia' manifestati nelle precedenti elezioni con lo scrutinio di numerose schede bianche, nelle elezioni del 2007 l'organizzazione malavitosa locale ha appositamente sottoscritto una seconda lista. Tale lista, formalmente contrapposta a quella che risultera' poi vincente, e' stata un espediente in quanto vi erano inserite persone vicine al futuro sindaco ed alla stessa cosca.
Viene evidenziato che il raggiunto accordo elettorale ha dato luogo a precise promesse di vantaggi nell'aggiudicazione di appalti pubblici, nonche' nell'esecuzione di lavori relativi ad una casa per anziani.
L'attivita' d'accesso ha altresi' riscontrato un contesto generale di diffusa illegalita', elemento che costituisce una delle condizioni tipiche per il determinarsi del condizionamento mafioso, essendo evidente che di fronte ad un sistema rigoroso e rispettoso delle norme, l'infiltrazione mafiosa si manifesta con il ricorso a sistemi coercitivi, diversamente la penetrazione risulta piu' agevole a fronte del disordine organizzativo, dello sviamento dell'attivita' di gestione, alla mancanza di rispetto generalizzata delle procedure amministrative, consentendo tali circostanze che l'illegalita' faccia da schermo all'infiltrazione delle cosche locali.
Nel settore degli appalti di lavori e forniture l'ente locale ha operato un ricorso pressoche' costante all'affidamento diretto dei lavori, tipologia alla quale e' possibile ricorrere esclusivamente in casi determinati, supportati da adeguata motivazione. Le procedure analizzate evidenziano, inoltre, una ripetuta violazione delle disposizioni previste dalla normativa di settore, in particolare per quanto attiene la mancata predisposizione dell'elenco delle ditte fiduciarie e l'inosservanza dei principi di trasparenza, rotazione e parita' di trattamento negli incarichi. Tali lavori sono sostanzialmente stati affidati a due sole ditte, per una delle quali sono state verificate frequentazioni degli amministratori con ambienti controindicati, mentre la compagine proprietaria dell'altra societa' e' riconducibile ad esponenti della locale cosca.
Anche per quanto attiene i lavori qualificati come somme urgenze vengono messi in rilievo profili di illegittimita', atteso che la tipologia dei lavori descritti nelle determinazioni analizzate dall'organo ispettivo non rientra in quella individuata dal quadro normativo di riferimento.
Segnali evidenti di una condizione di generale disordine organizzativo attengono alla predisposizione degli atti di gestione, in relazione ai quali e' stato evidenziato che alcune delibere, sebbene registrate, non sono mai state redatte, mentre su altre sono state riscontrate cancellature sui documenti originali.
Elementi sintomatici di un condizionamento dell'amministrazione comunale da parte della criminalita' organizzata sono rinvenibili nel rilascio, in violazione delle norme in materia di urbanistica e di governo del territorio, di un permesso di costruire al figlio di un noto esponente della cosca dominante.
La condizione di permeabilita' e condizionamento e' stata altresi' rilevata nel settore che si occupa delle attivita' socio assistenziali. In particolare il progetto per la realizzazione dei servizi domiciliari a sostegno di nuclei familiari in condizioni di disagio, attuato con finanziamento regionale, e' stato assegnato direttamente ad un'associazione con sede in Reggio Calabria senza che sia stata predisposta una procedura ad evidenza pubblica. Nessuna procedura e' stata avviata per la selezione delle operatrici e dei beneficiari del menzionato servizio domiciliare, atteso che l'organo ispettivo non ha rinvenuto alcuna documentazione comprovante lo svolgimento di un'idonea forma di pubblicita', anche con riferimento ai criteri o ai requisiti necessari per beneficiare del servizio. Le verifiche svolte hanno mostrato che tre, delle sei persone che complessivamente hanno usufruito del servizio in questione, presentano stretti legami di parentela con gli amministratori locali o con i dipendenti del comune.
La commissione d'indagine ha messo in rilievo alcune illegittimita' poste in essere nella procedura per il conferimento dell'incarico di dirigente dell'area economico finanziaria, sottoscritto dal sindaco e non dal responsabile dell'area competente. Inoltre, e' stata accertata una indebita commistione tra il potere di indirizzo riservato agli organi politici e quello di gestione riservato all'apparato dirigente, tradottasi in una sovrapposizione dell'attivita' del sindaco che ha assunto la responsabilita' di servizi comunali compresi nell'area economico finanziaria.
L'accesso ispettivo ha inoltre rilevato la mancanza di un'adeguata politica di indirizzo, ed un carente esercizio del potere di impulso e controllo da parte degli amministratori locali nella gestione dell'ente. In particolare, per quanto attiene al settore tributi, benche' il comune di San Procopio sia stato dichiarato ente dissestato all'indomani delle elezioni amministrative del 2007, nessuna adeguata iniziativa e' stata adottata al fine di porre rimedio alle problematiche che avevano portato l'ente al dissesto finanziario. Non sono state infatti poste in essere direttive o provvedimenti al fine di riorganizzare i servizi tributari ed allo stesso tempo migliorare l'attivita' di accertamento e riscossione delle relative entrate. Non sono stati peraltro approvati i ruoli relativi alle entrate degli anni 2008 e 2009, con conseguente inattendibilita' delle somme iscritte nei relativi bilanci; il che rappresenta un segnale tangibile della mancata volonta', da parte degli amministratori comunali, di avviare un'effettiva opera di riorganizzazione dell'ente comunale.
Le evidenziate forme di ingerenza della criminalita' organizzata, analiticamente e dettagliatamente esaminate nella relazione del prefetto, unitamente al venir meno da parte degli organi elettivi ai propri doveri di vigilanza e controllo sull'apparato gestionale amministrativo, hanno comportato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di San Procopio, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, con pregiudizio dei principi di buon andamento, imparzialita' e trasparenza.
Ritengo pertanto che, sulla base di tali elementi, ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di San Procopio (Reggio Calabria) ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, con l'affidamento della gestione dell'ente locale ad una commissione straordinaria, per rimuovere gli effetti delle predette anomalie, anche in virtu' degli speciali poteri di cui all'art. 145 del medesimo decreto legislativo.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 10 dicembre 2010

Il Ministro dell'interno: Maroni
 
Allegato
Parte di provvedimento in formato grafico




Il Prefetto: Varratta
 
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