Gazzetta n. 170 del 23 luglio 2010 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 2 luglio 2010
Scioglimento del consiglio comunale di Borgia e nomina del commissario liquidatore.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel comune di Borgia (Catanzaro), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 28 e 29 maggio 2006, sussistono forme di ingerenza della criminalita' organizzata;
Considerato che tali ingerenze espongono l'amministrazione stessa a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'amministrazione comunale di Borgia;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata arreca grave pregiudizio allo stato della sicurezza pubblica e determina lo svilimento delle istituzioni e la perdita di prestigio e di credibilita' degli organi istituzionali;
Ritenuto che, al fine di rimuovere la causa del grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario far luogo allo scioglimento degli organi ordinari del comune di Borgia, per il ripristino dei principi democratici e di liberta' collettiva;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 18 giugno 2010;

Decreta:

Art. 1

II consiglio comunale di Borgia (Catanzaro) e' sciolto per la durata di diciotto mesi.
 
Art. 2

La gestione del comune di Borgia (Catanzaro) e' affidata alla commissione straordinaria composta da:
dott.ssa Roberta Lulli - viceprefetto;
dott. Giuseppe Di Martino - viceprefetto aggiunto;
dott. Giuseppe Chiofalo - direttore amministrativo contabile.
 
Art. 3

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 2 luglio 2010

NAPOLITANO

Berlusconi, Presidente del Consiglio
dei Ministri

Maroni, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti l'8 luglio 2010 Ministeri istituzionali - Interno, registro n. 7, foglio n. 384
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Il comune di Borgia (Catanzaro), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 28 e 29 maggio 2006, presenta forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi, il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio per lo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica.
A seguito di attivita' giudiziarie ed investigative, che hanno evidenziato situazioni di diffusa illegalita' riconducibili a forme di condizionamento e di infiltrazione delle locali consorterie nei confronti degli amministratori dell'ente, il Prefetto di Catanzaro ha disposto l'accesso presso il suddetto comune ai sensi dell'art. 1, comma 4, del decreto-legge 6 settembre 1982, n. 629, convertito dalla legge 12 ottobre 1982, n. 726, per gli accertamenti di rito.
All'esito degli accertamenti effettuati, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il Prefetto di Catanzaro, sentito il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica integrato con la partecipazione del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, ha redatto l'allegata relazione in data 13 aprile 2010, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando pertanto i presupposti per lo scioglimento del consiglio comunale.
La criminalita' organizzata, nell'area del comune di Borgia, ha sviluppato un capillare controllo del territorio, assoggettandolo alla propria egemonia.
In particolare un gruppo criminale, sviluppatosi anche mediante stretti legami parentali tra esponenti delle locali famiglie malavitose, avvalendosi della forza intimidatrice derivante dal vincolo associativo ha costituito, nel tempo, un considerevole apparato imprenditoriale in grado di sfruttare le numerose opportunita' economiche presenti sul territorio, segnatamente per quanto attiene alle opere pubbliche.
L'attivita' svolta dalla commissione d'indagine ha evidenziato numerosi elementi che testimoniano l'elevata capacita' della menzionata cosca di condizionare a proprio vantaggio l'andamento delle consultazioni elettorali e conseguentemente le scelte di indirizzo politico gestionali degli organi di governo. In particolare, tale gruppo criminale, nel corso degli ultimi anni ha sviluppato un'elevata capacita' di infiltrazione nella vita politico-amministrativa dell'ente locale, esercitando pressioni tali da determinare dapprima la caduta della precedente amministrazione comunale e svolgere successivamente, in un clima di prevaricazione del corpo elettorale, un determinante ruolo di sostegno alla lista risultata poi vincitrice. Sostegno prontamente ricompensato, tra l'altro, con la nomina a vicesindaco del personaggio che aveva garantito l'appoggio della criminalita' organizzata locale. Il ruolo svolto dalla menzionata consorteria in occasione delle ultime consultazioni amministrative emerge, altresi', dall'esame dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di alcuni esponenti della criminalita' organizzata dal giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di Catanzaro, che ha evidenziato il forte condizionamento esercitato dalla locale criminalita' organizzata.
La relazione del prefetto rileva che, sebbene la limitata estensione territoriale dell'ente avrebbe dovuto consentire a coloro che rivestono cariche pubbliche di esercitare un positivo controllo sociale sui fatti cittadini e favorire l'adozione di prudenziali scelte politico amministrative, soprattutto per quanto attiene alla sfera relazionale, i diversi personaggi politici non hanno in alcun modo posto in essere una effettiva presa di distanza dalle locali consorterie.
In particolare, nel settore edilizio l'assenza da parte dei vertici politici e burocratici di un controllo sulla funzionalita' degli uffici preposti al contrasto dell'abusivismo ha consentito il proliferare di edificazioni prive di titolo autorizzatorio, talune di proprieta' di soggetti riconducibili alla criminalita' organizzata. Le segnalazioni effettuate dall'Arma dei Carabinieri, che di fatto si e' sostituita nell'attivita' di vigilanza all'amministrazione comunale, non si sono mai tradotte in ordinanze di sospensione dei lavori o di demolizione delle opere abusive. Paradigmatica dell'acquiescenza degli amministratori pubblici nei confronti delle illegalita' realizzate da ambienti controindicati e' la vicenda concernente l'apposizione abusiva, da parte del capo della locale consorteria, di un cancello posto all'imbocco di una strada comunale, rimosso solo a seguito dell'insediamento della commissione d'indagine.
Nel settore dei lavori pubblici, l'amministrazione comunale ha fatto ricorso ad una sistematica serie di espedienti, quali il frazionamento delle prestazioni in una moltitudine di affidamenti, giustificati di volta in volta, in assenza di un'attivita' di programmazione e previsione finanziaria, da pretestuosi ed infondati motivi di urgenza e finalizzati all'assegnazione di lavori a ditte riconducibili alla locale cosca. L'evidenziata e consolidata prassi di affidamento dei lavori, oltre ad essere in contrasto con la vigente normativa prevista dal codice degli appalti anche per quanto riguarda gli aspetti pubblicitari, ha altresi' consentito di eludere le disposizioni in materia di certificazione antimafia.
Infatti, in quanto riconducibili prevalentemente ad interventi di manutenzione, i lavori in economia affidati potevano essere oggetto di un'adeguata programmazione e previsione finanziaria mentre, con le modalita' di frazionamento evidenziate, che peraltro non hanno reso necessaria l'acquisizione da parte del comune della certificazione antimafia, si e' ingenerato, in deroga anche alle vigenti norme sul cottimo fiduciario, un sistema finalizzato all'assegnazione diretta dei lavori a ditte gradite all'amministrazione, tra le quali alcune riconducibili direttamente o indirettamente alla criminalita' organizzata.
Un'ulteriore rilevante anomalia nella gestione degli affidamenti pubblici e' data dalla partecipazione di alcuni assessori comunali alle commissioni di gara, partecipazione che rappresenta un'indebita ingerenza degli organi politici sull'operato degli organi amministrativi, in contrasto con il principio di separazione dei poteri di indirizzo e programmazione propri degli organi politici da quelli gestionali imputabili all'apparato dirigente.
L'evidenziata anomalia si e' riscontrata non solo negli affidamenti di incarichi di progettazione, avendo in piu' occasioni la giunta operato la scelta del tecnico cui affidare la progettazione delle opere, ma anche nell'espletamento di gare informali finalizzate all'aggiudicazione di lavori.
Anche per quanto attiene alla concessione di appalti pubblici e' stato evidenziato il mancato esercizio dei poteri di controllo dell'apparato amministrativo. In piu' occasioni alcune ditte aggiudicatarie hanno richiesto al responsabile unico del procedimento di essere autorizzate all'affidamento in cottimo dei lavori per importi pari al 2%, in modo tale da non qualificare l'affidamento come subappalto ai sensi della vigente normativa. In particolare, in un sub appalto qualificato come cottimo, e' stato accertato che la ditta che ha effettuato le opere, societa' riconducibile alla locale cosca, ha fatturato lavori per un importo di gran lunga superiore al previsto 2%, realizzando un vero e proprio appalto, in palese elusione della normativa di settore. Il mancato esercizio dei poteri di controllo si e' verificato anche in occasione dei lavori di ristrutturazione di un ex carcere, da destinarsi a nuova sede del comando stazione dei Carabinieri, ove la ditta aggiudicataria ha sub affidato parte dei lavori, sulla base di motivazioni che sfuggono a qualsiasi logica connessa al regolare e sollecito svolgimento di un lavoro nel pubblico interesse, ad una ditta vicina alla locale consorteria, consentendo in tal modo che nell'edificazione di un presidio della sicurezza e legalita' abbiano operato imprese riconducibili ad ambienti controindicati.
Ulteriori aspetti che denotano la vicinanza tra pubblici amministratori ed esponenti della criminalita' organizzata sono rinvenibili nella gestione di un complesso realizzato dall'amministrazione comunale a pochi metri dal mare, da utilizzare nel periodo estivo, con strutture rimovibili e la cui concessione avviene a seguito di bando pubblico.
E' significativo che, salvo talune eccezioni, i nuclei familiari che hanno usufruito di tale beneficio nel corso degli anni sono stati, in buona parte, sempre gli stessi ed in particolare pubblici amministratori e personaggi collegati alla locale criminalita', mentre le strutture che avrebbero dovuto essere rimovibili, hanno nel tempo assunto carattere di stabilita' con conseguente alterazione dell'assetto del territorio. Operando in tal modo l'amministrazione comunale ha di fatto abilitato gli iniziali assegnatari, tra i quali come evidenziato figurano componenti della locale cosca ed altri pregiudicati, a trasformare le proprie strutture in stabili abitazioni in assenza dei prescritti requisiti di legge.
Il diffuso disordine amministrativo, la confusa ripartizione dei compiti, l'evidenziato venire meno da parte degli organi elettivi ai propri doveri di vigilanza e controllo sull'apparato gestionale amministrativo hanno consentito l'instaurarsi di un ambiente ove la criminalita' organizzata ha trovato spazio per la gestione dei propri affari.
Le vicende analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del Prefetto hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Borgia volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, con pregiudizio dei principi di buon andamento, imparzialita' e trasparenza.
Ritengo pertanto che, sulla base di tali elementi, ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Borgia (Catanzaro) ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, con l'affidamento della gestione dell'ente locale ad una commissione straordinaria, per rimuovere gli effetti delle predette anomalie, anche in virtu' degli speciali poteri di cui all'art. 145 del medesimo decreto legislativo.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 10 giugno 2010

Il Ministro dell'interno: Maroni
 
Allegato

Al Ministro dell'interno

Relazione conclusiva della Prefettura di Catanzaro - Ufficio territoriale di Governo, ai sensi dell'art. 143 del Decreto Legislativo 18.8.2000 nr. 267 come sostituito dall'art. 2 comma 30 della Legge 15 Luglio 2009 nr. 94 - Comune di Borgia (CZ).

Si fa seguito alla relazione prot. nr. 1425/09/O.E.S./R. in data 21 luglio 2009 per riferire che la Commissione incaricata dell'accesso presso il Comune di Borgia ha rassegnato la relazione conclusiva le cui deduzioni ed elementi sono stati condivisi pienamente dai componenti il Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica nella seduta all'uopo convocata e allargata alla partecipazione del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, tenutasi il 13 aprile 2010, e, quindi, appare quanto mai urgente la necessita' di rimuovere la causa del grave inquinamento e deterioramento dell'Amministrazione Comunale al fine di restituire credibilita', funzionalita' e prestigio all'Ente con conseguente proposta di scioglimento del consiglio comunale di Borgia ai sensi dell'art. 143 del d. lvo 267/2000.
Si premette che il Comune di Borgia, 7200 abitanti, insiste in un'area da sempre permeata dalla criminalita' organizzata, che e' stata piu' volte teatro di cruente guerre di mafia finalizzate ad ottenere il predominio sul territorio e sulla gestione delle importanti opere pubbliche che, negli anni, sono state realizzate. Le consorterie, infatti, oltre alle "classiche" attivita' delittuose (quali estorsioni, detenzione e traffico di stupefacenti, omicidi ed altro) hanno costituito, nel tempo, un notevole apparato imprenditoriale in grado di sfruttare le numerose opportunita' economiche presenti sul territorio procurandosi profitti e vantaggi ingiusti ed acquisendo in modo diretto e indiretto il controllo delle attivita' economiche di Borgia e frazione ed interferendo anche nelle consultazioni elettorali del medesimo territorio.
L'evoluzione del contesto criminale ha portato all'affermazione della supremazia, nella prima meta' del decennio in corso, del gruppo... omissis...
Il quadro criminale viene delineato nell'ordinanza di custodia cautelare emessa, ...omissis..., dal G.I.P. presso il Tribunale di Catanzaro, di cui al procedimento penale nr. ...omissis Quest'ultimo risulta, allo stato, pendente avendo gli indagati richiesto ed ottenuto il rito abbreviato.
Fondamentali, ai fini dell'adozione della sopra citata ordinanza, sono risultate le intercettazioni telefoniche ed ambientali.
Infatti, dalle conversazioni intercettate, sono emersi elementi piu' che probatori atti a dimostrare un forte condizionamento della criminalita' organizzata al Comune di Borgia che, negli anni, ha di fatto sviluppato un'elevata capacita' di infiltrazione nella vita politico-amministrativa dello stesso, come emerge, con assoluta chiarezza, da un'analisi complessiva dei fatti che hanno portato dapprima alle dimissioni (nell'anno 2005) dell'ex Sindaco e, successivamente, all'elezione dell'attuale Giunta che, di seguito, vengono brevemente ricostruiti.
Il citato ex Sindaco, peraltro, ha confermato alla Commissione incaricata dell'accesso quanto gia' precedentemente denunciato agli organi di polizia ovvero le costanti pressioni e le esplicite minacce alle quali e' stato sottoposto durante il suo mandato ad opera della suddetta cosca, soprattutto tramite...omissis....
Al di la' delle motivazioni esplicitate dall'ex Sindaco, e' indubitabile che la crisi della Giunta dallo stesso presieduta, sia stata provocata dalle dimissioni, avvenute in data 5 settembre 2005, di quattro Assessori e sei Consiglieri Comunali, due dei quali sono stati nominati nella Giunta successiva.
Le elezioni amministrative del maggio 2006 hanno portato all'elezione dell'attuale amministrazione comunale.
Dall'esame della citata ordinanza emessa dal GIP presso il Tribunale di Catanzaro risulta il chiaro tentativo della consorteria mafiosa ...omissis...di ottenere il controllo politico del territorio mediante il condizionamento delle elezioni comunali del 2006.
Effettivamente, dall'analisi delle intercettazioni riportate nell'ordinanza, emerge con assoluta chiarezza lo spasmodico impegno di ...omissis... (uno dei principali esponenti della cosca ...omissis...nel sostenere la lista capeggiata dall'attuale sindaco e, in particolare, la campagna elettorale della candidata... omissis.... Il omissis... afferma di dover raccogliere almeno 150 voti e giunge, in piu' occasioni, ad usare toni ed atteggiamenti intimidatori di indubbio carattere mafioso. L'impegno del ...omissis...e' assolutamente condiviso dai ...omissis...che risultano altrettanto attenti e preoccupati per i risultati elettorali.
La campagna elettorale condotta dal ...omissis...ha come punto di riferimento costante... omissis..., il quale, seppure formalmente non candidato, e' impegnato in prima persona e mira, attraverso il sostegno alla candidatura della... omissis..., ad essere determinante nel successo della lista del candidato Sindaco cosi' da ottenere... omissis....
L'apprezzato impegno del... omissis..., peraltro, riceve un primo concreto riscontro gia' durante la campagna elettorale allorquando omissis.. gli corrisponde un assegno dell'importo di 1.000,00 euro a titolo di rimborso spese.
Le elezioni amministrative del maggio 2006 hanno visto concorrere tre liste:
- lista nr.. 1... omissis...;
- lista nr.. 2... omissis...;
- lista nr.. 3... omissis....
Le consultazioni si sono concluse con la vittoria della lista capeggiata da ...omissis...
Dal raffronto dei dati elettorali, emerge chiaramente che l'impegno profuso dal... omissis..., nei termini risultanti dalle intercettazioni, e' stato determinante per l'affermazione elettorale della lista capeggiata dal ...omissis...che ha prevalso, sulla seconda lista piu' votata, con uno scarto di voti di 173 voti.
In data 13 giugno 2006, si e' insediata la nuova Giunta Comunale composta da:
...omissis...
Va rappresentato come, successivamente all'esecuzione della citata ordinanza e alla conseguente pubblicita' acquisita dai fatti nella stessa ricostruiti, al ...omissis...sia stato revocato ...omissis... ("rimpasto" di Giunta operato dal Sindaco ...omissis...) mentre ...omissis...abbia rassegnato le proprie dimissioni... omissis....
Peraltro, oltre al ...omissis...risultano avere vincoli di parentela, affinita' e frequentazioni con la criminalita' organizzata locale.
Dalle risultanze degli accertamenti svolti dalla Commissione d'accesso e' emerso come il condizionamento esercitato dal gruppo mafioso c.d. omissis...abbia condotto ad un uso distorto della cosa pubblica, che si e' concretizzato nel favorire soggetti collegati direttamente o indirettamente ad ambienti malavitosi. A favorire tale condizionamento ha certamente contribuito la delineata fitta e intricata rete di parentele, affinita', amicizie e frequentazioni che lega alcuni amministratori e/o loro stretti parenti ad esponenti delle locali consorterie criminali od a soggetti ad esse contigui. Gli aspetti di condizionamento si evincono da un esame complessivo della gestione della cosa pubblica ove si sono riscontrate radicate anomalie procedurali nonche' illegittimita' gravi tendenti, di fatto, a favorire soggetti direttamente o indirettamente collegati alla criminalita' organizzata per come di seguito viene analiticamente evidenziato.
In particolare, dagli accertamenti svolti dalla Commissione di Accesso, e' emerso che le attivita' imprenditoriali riconducibili a soggetti appartenenti al gruppo ...omissis...o, comunque, alla criminalita' organizzata locale, sono state favorite dall'attivita' gestionale del Comune di Borgia che ha disapplicato le vigenti normative specie nei settori dei lavori pubblici, delle attivita' commerciali e della gestione del territorio, soprattutto omettendo atti dovuti per legge.
Emblematica al riguardo e' risultata essere la vicenda riscontrata nel settore del contrasto all'abusivismo edilizio, di seguito illustrata, settore ove sono state rilevate diverse anomalie ed omissioni.
In un quadro di sostanziale disapplicazione della normativa vigente e d'inerzia da parte degli organi comunali, assume particolare rilevanza la vicenda relativa all'abuso commesso dal piu' volte citato... omissis..., capo dell'omonima consorteria mafiosa (assassinato in data 18 settembre 2007), relativamente all'apposizione abusiva di un cancello (a due ante in ferro, sostenuto da due pilastri in cemento armato) posto all'imbocco della strada comunale denominata "Pieta' Priola". L'abuso segnalato dai Carabinieri, in data 30 maggio 2007, al Sindaco del Comune di Borgia per gli accertamenti ed i provvedimenti di competenza, ha portato all'adozione in data 11 luglio 2007 di ordinanza con la quale e' stato intimato al ...omissis...di "procedere all'immediata rimozione del cancello in ferro a due arde posto sulla strada comunale ... omissis... che impediscono il pubblico transito ed al ripristino dello stato dei luoghi a sua cura e spese". Detto provvedimento non solo e' rimasto ineseguito da parte dell'interessato, quanto piuttosto, stante la perdurante inerzia da parte del Comune, l'opera abusiva e' stata ulteriormente ampliata mediante la costruzione di due muretti laterali e l'apposizione di elementi di rifinitura. Solo a seguito dell'attenzione riservata dalla Commissione di Accesso alla vicenda, il Comune di Borgia, in data 09 novembre 2009 (ad oltre due anni dalla segnalazione dell'abuso) ha emesso un'ulteriore ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi a fronte della quale la ...omissis...ha ottemperato procedendo alla demolizione della struttura.
L'omissivita' dell'Ente nell'esecuzione degli adempimenti a carico del ...omissis...appare di assoluta rilevanza, in quanto il Comune non ripristinando prontamente la legalita' ha consentito all'allora principale esponente della criminalita' locale di appropriarsi di una strada comunale sottraendola alla cittadinanza. L'episodio, infatti, e' paradigmatico dell'acquiescenza degli amministratori pubblici nei confronti della cosca... omissis....
Per quanto attiene il settore dei lavori pubblici, la Commissione ha avuto modo di rilevare come dal giugno 2006 all'agosto 2009 sono stati affidati dal Comune di Borgia un numero complessivo di 168 lavori in economia, ovvero al di fuori delle procedure dell'evidenza pubblica.
Il pressoche' sistematico e costante ricorso a tale tipologia di affidamento dei lavori pubblici, riscontrato in sede di accertamenti, e' stato reso possibile con il ricorso ad una serie di espedienti quali: il frazionamento delle prestazioni in una miriade di affidamenti; l'inesatta interpretazione del presupposto dell'urgenza; la mancanza di attivita' di programmazione e di previsione finanziaria; la mancata verifica del possesso dei requisiti delle imprese affidatarie; la totale inosservanza degli obblighi di post-informazione.
Infatti, i lavori in economia affidati nel periodo in riferimento hanno prevalentemente oggetti similari inquadrabili in una serie ristretta di tipologie d'intervento e riconducibili a lavori di manutenzione, che sarebbero potuti rientrare nel contenuto di contratti di manutenzione e, soprattutto, oggetto di un'attivita' di programmazione. Contratti di gestione e manutenzione che solo in alcuni casi, per vari settori d'intervento ed anche per importi consistenti, sono stati assunti.
La prassi instaurata e consolidata appare in contrasto con la regola imprescindibile (sancita dall'art. 125, comma 13° del Codice degli Appalti) per i lavori in economia.
A giustificazione degli affidamenti manutentivi in deroga all'evidenza pubblica, in effetti, viene sistematicamente invocata l'urgenza dell'intervento stesso. Nei casi esaminati risulta, invece, insussistente il presupposto della situazione d'urgenza come chiarito dall'Autorita' per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture in varie deliberazioni (nn. 18/2000; 250/2001; 69/2003; 48/2006).
In quanto riconducibili prevalentemente ad interventi di manutenzione, i lavori in economia affidati dal Comune di Borgia ben potevano essere oggetto di una congrua attivita' di programmazione e di previsione finanziaria, giuste apposite e puntuali previsioni normative di cui agli art. 125 comma 7 del Codice degli Appalti e 88 comma 4 del D.P.R. 554/99. Dalla verifica operata dalla Commissione sui documenti finanziari risulta che entrambe le disposizioni non trovano corretta applicazione nel Comune di Borgia.
La conclusione che si puo' trarre e' che nell'Ente la gestione dei lavori in economia sfugge a logiche di programmazione e di sostenibilita' finanziaria.
In tal modo, si e' ingenerato un sistema finalizzato all'assegnazione diretta di lavori a ditte gradite al Comune, tra le quali alcune riconducibili, direttamente o indirettamente, alla criminalita' organizzata locale e segnatamente la ...omissis...
Va sottolineato, inoltre, come l'aspetto fondamentale del cottimo fiduciario sia dato proprio dal rapporto fiduciario intercorrente tra Stazione Appaltante e ditte prescelte. A fronte dell'abusato ricorso a tale strumento, pero', il Comune di Borgia sembra ignorare la correlata prescrizione secondo la quale nell'affidamento di lavori pubblici con tale sistema devono essere rispettate le norme di carattere generale che regolano e disciplinano i rapporti tra i privati e la pubblica amministrazione quali il possesso dei requisiti di idoneita' morale, capacita' tecnico-professionale ed economico-finanziaria. Al riguardo non risulta essere stata esperita alcuna attivita' di verifica del possesso dei requisiti di legge alle imprese affidatarie dei lavori in questione ne', infine, risulta siano mai stati stilati gli elenchi relativi agli operatori economici in possesso dei prescritti requisiti da parte degli uffici comunali a cio' preposti.
Trattandosi poi di lavori artatamente frazionati non si e' resa nemmeno necessaria l'acquisizione da parte del comune della certificazione antimafia di cui al D.P.R. 3 giugno 1998, nr. 252, come peraltro accertato da un riscontro agli atti di questa Prefettura.
Sempre in tema di requisiti morali per lavori affidati al di fuori dell'evidenza pubblica, significativo risulta quanto avvenuto relativamente all'intervento per il ripristino funzionale del complesso c.d. Villaggio Comunale a mare. L'Amministrazione Comunale, infatti, dopo aver indetto una trattativa privata mediante invito informale per il ripristino delle strutture del lungomare antistante il Villaggio Comunale, vinta dalla... omissis...., ha successivamente eseguito in economia i citati lavori, procedendo alla revoca del verbale di aggiudicazione della gara e giustificando tale operazione con un'asserita mancanza della copertura di cassa. Tale mutato atteggiamento risulta immotivato stanti le precisazioni dello stesso responsabile dell'area finanziaria che, in sede di audizione, ha chiarito come i lavori appaltati godevano della necessaria copertura finanziaria e del relativo impegno di spesa mancando solo la liquidita' immediata. Detta situazione temporanea e per nulla ostativa all'assegnazione dei lavori oggetto di gara, non puo' non collegarsi alla circostanza che la revoca della procedura di gara interviene in data ... omissis...ovvero all'indomani dell'esecuzione dell'Ordinanza di Custodia Cautelare emessa dall'A.G. di Catanzaro nell'ambito della c.d. indagine ...omissis...che aveva reso di pubblico dominio il sostegno elettorale fornito proprio dalla cosca... omissis..., nonche' pochi giorni prima dell'insediamento della Commissione d'Accesso (2 settembre 2009). L'operazione, pertanto, appare verosimilmente dettata dall'avvertita necessita' di interrompere il rapporto fiduciario, sino ad allora instaurato, con una ditta notoriamente appartenente alla ...omissis...col malcelato fine di prevenire prevedibili future "censure'.
Ulteriore significativa anomalia nella gestione di tali affidamenti di lavori pubblici e' data dalla sistematica violazione degli obblighi di pubblicita' imposti dalla legge e connessi all'affidamento dei lavori in economia. Sembra, infatti, totalmente disconosciuta la disposizione dell'art. 144, comma 4°, del D.P.R. 554/1999 la quale prevede che gli affidamenti tramite cottimo siano sottoposti a "post informazione", mediante comunicazione all'Osservatorio e pubblicazione nell'albo della stazione appaltante dei nominativi degli affidatari, al fine di garantire la trasparenza dell'azione amministrativa nello specifico settore.
Si e' riscontrata, inoltre, la partecipazione di alcuni Assessori Comunali alle Commissioni di gara costituite per l'espletamento di gare informali finalizzate all'aggiudicazione di lavori in economia e precisamente: ...omissis.... Tale partecipazione rappresenta un'indebita ingerenza degli organi politici sull'operato degli organi amministrativi in palese contrasto con il principio di separazione dei poteri di indirizzo e programmazione propri degli organi politico-elettivi da quelli burocratico-gestionali da imputarsi ai quadri dirigenti di cui all'art. 107 del d. Leg.vo nr. 267/2000.
Altra rilevante interferenza dell'organo politico nella sfera gestionale si e' riscontrata negli affidamenti degli incarichi di progettazione. La Giunta Municipale, infatti, ha operato la scelta del tecnico a cui affidare l'incarico di progettazione nei seguenti tre casi: lavori di elettrificazione rurale strada... omissis...; vendita del materiale legnoso proveniente dal taglio del lotto boschivo... omissis...; lavori di «Realizzazione impianto di depurazione". Anche l'affidamento degli incarichi professionali con delibera di Giunta Comunale e' in contrasto con l'art. 107 del Decreto Legislativo nr. 267/2000 e con il principio di separazione di attribuzioni tra organi politici ed organi amministrativi; inoltre, esso si configura quale violazione dell'art. 91 del Codice degli Appalti. Infatti, come evidenziato ripetutamente ed esaurientemente dall'Autorita' per la Vigilanza sui Lavori Pubblici (Deliberazioni nr. 43 del 5 maggio 2005, nr. 28 del 9 marzo 2005, nr. 8 del 9 febbraio 2005) trattasi di una scelta che non compete all'organo politico ma al responsabile del procedimento.
Ulteriore episodio d'intromissione degli amministratori nell'attivita' gestionale, infine, si e' riscontrato relativamente ai lavori di ripristino... omissis.... Dalla lettura della stessa, difatti, emerge che l'Assessore ...omissis...ha apposto un visto di "approvazione" all'ordinanza medesima.
Anche esaminando le procedure di concessione di appalti pubblici e' emerso un atteggiamento, quanto meno omissivo, dell'Ente che, talvolta, ha consentito a ditte riconducibili alla criminalita' locale di eseguire parte dei lavori in violazione delle normative vigenti.
Il riferimento e' diretto innanzitutto all'affidamento dei lavori di «Recupero ...omissis...per la riqualificazione dell'itinerario Turistico-Culturale dell'area dei Comuni ...omissis...e del relativo subappalto mascherato da sub-affidamento.
In particolare, la ditta aggiudicataria ...omissis...ha avanzato richiesta, al Responsabile Unico del Procedimento, di autorizzazione all'affidamento in cottimo, pari o inferiore al 2%, alla... omissis..., tale da non qualificare lo stesso come subappalto ai sensi dell'art. 118, comma 11, del Codice degli Appalti. Gli accertamenti esperiti hanno, invece, consentito di accertare che la ...omissis...ha effettuato (e fatturava alla... omissis...) lavori per un importo di gran lunga superiore al previsto 2%, realizzando un vero e proprio appalto abusivo. Cio' che colpisce maggiormente e' un evidente ed ammesso mancato esercizio dei poteri di controllo che la stazione appaltante ha titolo ad esercitare in relazione ai sub-affidamenti non qualificabili come subappalti a norma di legge. Nel caso di specie, infatti, ne' il direttore dei lavori nominato dal Comune ne' il responsabile del procedimento risulta abbiano esercitato alcun controllo al fine di garantire il rispetto della legalita' negli affidamenti in questione. In tal modo, si e' consentito ad un'impresa della cosca ...omissis...di eludere la normativa sugli appalti pubblici effettuando lavori per un importo ben superiore al limite del 2% costituente il discrimine tra subappalto e mero sub-affidamento.
Altro caso di mancato esercizio dei poteri di controllo e' stato riscontrato nell'ambito dei lavori di ristrutturazione dell'... omissis... da destinare a nuova sede del... omissis.... Nello specifico, la ditta aggiudicataria ha fatto ricorso a due distinti sub-affidamenti uno dei quali all'impresa edile ...omissis...di...omissis..., non giustificati dal regolare e sollecito svolgimento di un lavoro nel pubblico interesse quanto piuttosto riconducibili a dinamiche familistiche e personalistiche svincolate da qualsiasi tipo di controllo da parte degli organi preposti, rendendo cosi' possibile la situazione paradossale che, nell'edificazione di un fondamentale presidio di sicurezza e legalita' nel territorio comunale quale l'erigenda Caserma dei Carabinieri, abbiano operato anche imprese legate ad ambienti criminali.
L'omissivita' del Comune ha agevolato la criminalita' organizzata anche nell'ambito delle attivita' commerciali ad essa collegate come nel caso della... omissis..., societa' appartenente alla famiglia... omissis.... Infatti, sin ...omissis...ha avviato (a seguito della presentazione di D.I.A.) un esercizio commerciale che, ad oggi, deve essere qualificato come abusivo, in quanto privo della necessaria autorizzazione sanitaria. A fronte del diniego della citata autorizzazione operato dell'...omissis..., infatti, il Comune non ha emesso i provvedimenti dovuti volti a far cessare l'esercizio dell'attivita' commerciale intrapresa. La ...omissis...quindi, ha esercitato la vendita al dettaglio di merce senza le necessarie autorizzazioni sanitarie ed il Comune di Borgia non ha mai avviato, ne' tramite il competente Ufficio ne' tramite i Vigili Urbani, un controllo finalizzato a verificare e sanare tale situazione di illegittimita'.
Ulteriore vicenda suscettibile di denotare la vicinanza tra pubblici amministratori ed esponenti della criminalita' locale e' quella relativa alla gestione del c.d. Villaggio Comunale a Mare. Si tratta di un complesso realizzato dall'Amministrazione Comunale di Borgia alla fine degli anni ottanta nella Frazione Roccelletta a pochi metri dal mare e si compone di piazzole in cemento, complete di servizi (luce e acqua), finalizzate all'installazione di una struttura precaria, facilmente smontabile, da utilizzare nel solo periodo estivo, la cui concessione avviene a seguito di un bando pubblico. Dall'esame del contesto in oggetto, la commissione ha accertato che salvo alcune eccezioni, i nuclei familiari che hanno fruito di tale beneficio sono sempre stati gli stessi; delle 77 piazzole affidate in concessione, peraltro, alcune risultano concesse a pubblici amministratori ed a personaggi collegati alla criminalita' organizzata locale. Tra gli amministratori, ad esempio, risultano il ...omissis...ed alcuni loro parenti. Tra le persone note emergono ...omissis...ed alcuni loro parenti.
La quasi totalita' delle strutture, che come detto devono essere facilmente rimovibili, nel tempo ha assunto carattere di stabilita' mediante la trasformazione dei manufatti, insistenti sulle piazzole, da precari in permanenti, con evidenti conseguenze sulla trasformazione edilizia del territorio. Cio' e' stato reso possibile dalla prassi confermata dall'attuale Amministrazione Comunale di consentire che le strutture non venissero smontate al termine della stagione estiva, come originariamente previsto, a fronte del pagamento di un modesto canone mensile nonche' a causa della totale assenza di controllo, relativamente al rispetto delle prescrizioni previste dal bando, da parte dei soggetti a cio' deputati. La situazione ovviamente non poteva essere sconosciuta agli amministratori pubblici atteso che tra i concessionari vi sono proprio il sindaco ed alcuni componenti della giunta.
Pertanto, l'Amministrazione Comunale di Borgia, nel regolamentare e nell'assegnare le piazzole del villaggio comunale nei termini sopradescritti, ha di fatto abilitato gli assegnatari primitivi, tra cui come gia' sopra detto anche componenti della cosca ...omissis...e altri pregiudicati collegati alla criminalita' organizzata locale, a trasformare le proprie strutture precarie in strutture abitative stabili in assenza dei requisiti di legge prescritti per le trasformazioni urbanistiche del territorio e delle necessarie autorizzazioni amministrative. Da una ricognizione dei luoghi, inoltre, e' risultata, palesemente evidente, una serie di infrazioni alle norme vigenti segnalate all'Autorita' Giudiziaria competente.
Altro aspetto rilevante della vicenda riguarda la concessione delle piazzole pubbliche del villaggio comunale da adibire a bar.
Tale concessione e' stata annualmente rinnovata dall'amministrazione in carica in favore di un soggetto con una assegnazione diretta, ovvero al di fuori della procedura delineata col bando pubblico, anche a fronte della morosita' relativamente ai canoni pregressi. In altri termini, una concessione "gratuita" all'utilizzo di un bene pubblico a soggetti privati per lo svolgimento di un'attivita' economica.
Il "modus operandi" del continuo ricorso all'affidamento di lavori in economia oltre che pregiudizievole alla libera concorrenza nonche' anticamera della turbativa degli appalti, rende sicuramente ancora piu' permeabile il sistema esponendolo a concreto pericolo di infiltrazioni e condizionamenti da parte della criminalita' organizzata. Detta prassi e' da imputare soprattutto al responsabile del servizio... omissis....
Gli accertati fenomeni di interferenza rivelano che gli organi elettivi sono gravemente venuti meno ai propri doveri di vigilanza e controllo sull'apparato gestionale-amministrativo dell'Ente locale dando luogo a gestioni parziali e condizionate, ben lontane da quei concetti cari al legislatore costituente dell'imparzialita' e buon andamento della pubblica amministrazione.
Al riguardo, e' stato opportunamente evidenziato, da parte della giurisprudenza amministrativa (cfr. sentenza T.A.R. Campania, Sezione 1^, nr. 1622 del 2006), come il principio della separazione tra funzione di gestione, devoluta ai dirigenti dell'apparato burocratico degli enti, e funzione di indirizzo e di controllo, rientrante nelle attribuzioni degli organi elettivi, non escluda le responsabilita' in capo a questi ultimi, attraverso l'esercizio dei poteri a loro devoluti, qualora emergano azioni od omissioni tali da manifestare l'inidoneita' dell'organo collegiale, considerato nel suo complesso, ad assicurare l'indipendenza dell'attivita' amministrativa da pressioni o condizionamenti della criminalita' mafiosa.
Infatti, nonostante il passaggio agli apparati burocratici delle competenze relative alla gestione dell'ente, gli organi di vertice politico-amministrativo hanno comunque compiti pregnanti di pianificazione, di direttiva, di impulso, di vigilanza e di verifica che impongono l'esigenza di intervenire ed apprestare tutte le misure e le risorse necessarie per una effettiva e sostanziale cura e difesa dell'interesse pubblico dalla compromissione derivante da ingerenze estranee.
Si ritiene, dunque, che i fatti sin qui riportati, sulla base degli elementi concreti descritti, risultano tali da arrecare grave e perdurante pregiudizio per lo stato della sicurezza pubblica, gia' fortemente provata per il vivo fermento della criminalita' locale che ha ripreso le ostilita' per il predominio sul territorio e che conseguentemente ricorrono i presupposti e le condizioni per l'adozione della misura di rigore di cui all'art 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, nr. 267, come sostituito dall'art. 2, comma 30, della legge 15 luglio 2009, nr. 94.

Il Prefetto di Catanzaro: Di Rosa
 
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