Gazzetta n. 197 del 26 agosto 2009 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 27 luglio 2009
Scioglimento del consiglio comunale di Fabrizia e nomina della commissione straordinaria.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel comune di Fabrizia (Vibo Valentia), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 27 e 28 maggio 2007, sussistono forme di ingerenza della criminalita' organizzata, rilevate dai competenti organi investigativi;
Considerato che tali ingerenze espongono l'amministrazione stessa a pressanti condizionamenti, compromettendo la libera determinazione degli organi ed il buon andamento della gestione comunale di Fabrizia;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata arreca grave pregiudizio allo stato della sicurezza pubblica e determina lo svilimento delle istituzioni e la perdita di prestigio e di credibilita' degli organi istituzionali;
Ritenuto che, al fine di rimuovere la causa del grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario far luogo allo scioglimento degli organi ordinari del comune di Fabrizia, per il ripristino dei principi democratici e di liberta' collettiva;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'Interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 24 luglio 2009;
Decreta:
Art. 1.

II consiglio comunale di Fabrizia (Vibo Valentia) e' sciolto per la durata di diciotto mesi.
 
Art. 2.

La gestione del comune di Fabrizia (Vibo Valentia) e' affidata alla commissione straordinaria composta da:
dott.ssa Giuseppina Valenti - viceprefetto;
dott. Leonardo Guerrieri - viceprefetto aggiunto;
dott.ssa Francesca Ianno' - direttore amministrativo-contabile.
 
Art. 3.

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 27 luglio 2009

NAPOLITANO

Berlusconi, Presidente del
Consiglio dei Ministri
Maroni, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 5 agosto 2009 Ministeri istituzionali, registro n. 8 Interno, foglio n. 20
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Il comune di Fabrizia (VV), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 27- 28 maggio 2007, presenta forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi, il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio per lo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica.
A seguito di attivita' giudiziarie ed investigative, che hanno evidenziato situazioni di diffusa illegalita' riconducibili a forme di condizionamento e di infiltrazione delle locali consorterie nei confronti degli amministratori dell'ente, il Prefetto di Vibo Valentia ha disposto l'accesso presso il comune di Fabrizia ai sensi dell'art. 1, comma 4, del decreto legge 6 settembre 1982, n. 629, convertito dalla legge 12 ottobre 1982, n. 726, per gli accertamenti di rito.
L'esito degli accertamenti svolti ha messo in risalto come, nel tempo, l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato nel favorire soggetti collegati direttamente od indirettamente ad ambienti malavitosi, grazie anche ad una fitta ed intricata rete di amicizie e frequentazioni che lega alcuni amministratori e parte dell'apparato burocratico ad esponenti delle locali consorterie criminali od a soggetti ad esse contigue.
In particolare la commissione d'accesso ha rappresentato come, sebbene la limitata estensione territoriale dell'ente avrebbe dovuto suggerire, a coloro che rivestono cariche pubbliche in contesti sociali caratterizzati dalla presenza di organizzazioni criminali, l'adozione di prudenziali scelte politico amministrative, soprattutto per quanto attiene alla sfera relazionale, l'attuale compagine politica ed in particolare il primo cittadino del comune di Fabrizia non hanno posto in essere una effettiva presa di distanza dalle locali cosche.
In particolare, gli aspetti di condizionamento risultano evidenti in una serie di elementi quali lo svolgimento della campagna elettorale culminata con l'elezione della compagine amministrativa in carica per effetto del documentato intervento della criminalita' organizzata, il ruolo svolto dal sindaco, primo cittadino e nel contempo avvocato difensore di alcuni esponenti di ambienti controindicati, la mancata costituzione di parte civile del comune di Fabrizia nel processo instaurato contro le cosche del luogo.
In ordine al primo degli aspetti emarginati la relazione dell'organo ispettivo pone in rilievo come la stessa sentenza di assoluzione del sindaco dal reato di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso metta in luce elementi di interesse, atteso che lo stesso giudice dell'udienza preliminare evidenzia nel comportamento e nelle frequentazioni del sindaco alcune perplessita' in ordine alle modalita' di gestione del mandato amministrativo: in particolare, nella menzionata sentenza, non vengono escluse forme di convergenze tra il sindaco e esponenti delle locali consorterie processati per lo stesso tipo di reato, con riflessi nell'amministrazione dell'ente locale.
All'esito dell'indagine svolta la commissione d'accesso ha accertato una cospicua serie di dettagliati incontri e frequentazioni tra il sindaco e locali capo clan, particolarmente intensificatisi nel corso della campagna elettorale per le elezioni amministrative svolte nel mese di maggio 2007 che, nel loro insieme, mettono in rilievo la sussistenza di un preventivo accordo, in base al quale le locali consorterie esercitando il loro potere intimidatorio avrebbero imposto ad esercenti ed imprenditori di votare per l'attuale sindaco, che per ricambiare il favore avrebbe tollerato talune ingerenze della criminalita' organizzata. Peraltro, come risulta dalla menzionata relazione in alcuni casi le intimidazioni effettuate dalla locale consorteria sui votanti si sono spinte al punto di minacciare gravi ritorsioni nel caso le direttive imposte non fossero state eseguite.
Aspetti parimenti rappresentativi dell'intreccio di interessi tra apparato amministrativo ed ambienti controindicati e la pervicacia che connota tali rapporti possono ricavarsi dalla vicenda processuale sopra menzionata che ha visto il sindaco, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa unitamente ad altri esponenti delle locali consorterie, svolgere nello stesso tempo il ruolo di difensore di fiducia di questi ultimi. Come rappresentato dalla commissione d'accesso, solamente dopo che l'inopportunita' di tale incarico e' stata evidenziata da parte della stampa locale ed a seguito della «pressione sociale» scaturita da tale episodio, il primo cittadino del comune ha ritenuto di rinunciare all'incarico, assumendolo tuttavia nuovamente in occasione di una perquisizione domiciliare a carico di uno dei menzionati esponenti della locale cosca.
L'accesso ispettivo ha evidenziato inoltre che l'episodio forse piu' emblematico dell'assoggettamento dell'amministrazione locale, nel suo insieme, alla locale consorteria e lo sviamento dell'attivita' amministrativa dai principi di buon andamento e trasparenza puo' essere individuato nella mancata costituzione di parte civile del comune di Fabrizia contro la cosca predominante sul territorio sebbene su tale argomento la prefettura di Vibo Valentia avesse provveduto ad emanare due circolari nelle quali veniva ampiamente posta in rilievo la necessita', allorquando vengano compromessi i valori della pacifica convivenza sociale e vengano turbati l'ordine e la sicurezza pubblica, della costituzione di parte civile degli enti che rappresentano la comunita' locale.
La serie di colloqui svolti dall'organo ispettivo con gli amministratori locali ha fatto emergere come, sull'argomento, non sia stata avviata in sede comunale una benche' minima riflessione o un approfondimento su eventuali iniziative da adottare, con cio' evidenziando un profondo condizionamento degli amministratori a seguito delle vicende personali e giudiziarie del sindaco e delle locali consorterie ed una conseguente destabilizzazione del libero dispiegarsi delle funzioni rappresentative che dovrebbero sovrintendere alla vita dell'ente locale.
La situazione di precarieta' in cui versa l'amministrazione comunale di Fabrizia e' stata inoltre messa in rilievo dall'esame della posizione del vicesindaco, a carico del quale e' stato proposto il divieto di detenzione delle armi e l'avviso orale di P.S., condizione che, anche per le assidue frequentazioni con soggetti gravati da reati specifici, conferma la promiscuita' tra l'apparato amministrativo e le cosche criminali operanti sul luogo.
L'inosservanza del principio di legalita' nella gestione dell'ente e l'uso distorto delle pubbliche funzioni incidono in modo fortemente negativo sulle legittime aspettative della popolazione ad essere garantita nella fruizione dei diritti fondamentali, minando la fiducia dei cittadini nella legge e nelle istituzioni.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Ritenuto pertanto che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di cui all'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, si propone lo scioglimento del consiglio comunale di Fabrizia (Vibo Valentia).
Roma, 21 luglio 2009
Il Ministro dell'interno: Maroni
 
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