Gazzetta n. 199 del 26 agosto 2008 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 4 agosto 2008
Scioglimento del consiglio comunale di Amantea e nomina della commissione straordinaria.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel comune di Amantea (Cosenza), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 27 e 28 maggio 2006, sussistono forme di ingerenza della criminalita' organizzata, rilevate dai competenti organi investigativi;
Considerato che tali ingerenze espongono l'amministrazione stessa a pressanti condizionamenti, compromettendo la libera determinazione degli organi ed il buon andamento della gestione comunale di Amantea;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata arreca grave pregiudizio allo stato della sicurezza pubblica e determina lo svilimento delle istituzioni e la perdita di prestigio e di credibilita' degli organi istituzionali;
Ritenuto che, al fine di rimuovere la causa del grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario far luogo allo scioglimento degli organi ordinari del comune di Amantea, per il ripristino dei principi democratici e di liberta' collettiva;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 1° agosto 2008;

Decreta:

Art. 1.

Il consiglio comunale di Amantea (Cosenza) e' sciolto per la durata di diciotto mesi.
 
Art. 2.

La gestione del comune di Amantea (Cosenza) e' affidata alla commissione straordinaria composta da:
dott. Giorgio Criscuolo;
dott. Francesco Sperti;
dott. Pietro Tescione.
 
Art. 3.

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 4 agosto 2008

NAPOLITANO

Berlusconi, Presidente del Consiglio
dei Ministri
Maroni, Ministro dell'interno Registrato alla Corte dei conti l'8 agosto 2008 Ministeri istituzionali, Interno, registro n. 9, foglio n. 155
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Il comune di Amantea (Cosenza), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 27 e 28 maggio 2006, presenta forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi, il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per lo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Il comune di Amantea, che e' situato sulla costa tirrenica della provincia di Cosenza a circa sessanta chilometri dal capoluogo, rappresenta una realta' economica dinamica in cui predominano le attivita' di tipo commerciale e quelle connesse alla sua vocazione turistica. Tale contesto territoriale e' caratterizzato dalla presenza di due consorterie mafiose che operano in situazione di reciproca tolleranza, le cui principali attivita' sono l'estorsione e lo spaccio di sostanze stupefacenti.
Nel dicembre scorso, nell'ambito di una operazione di contrasto della criminalita' organizzata del basso tirreno coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, venivano emessi provvedimenti di fermo giudiziario che colpivano, tra gli altri, un assessore del comune di Amantea. Nel provvedimento giudiziario, che ricostruisce l'intreccio di interessi costituito da associazioni criminali, politici locali, aziende e funzionari pubblici, si ipotizza che l'assessore comunale sottoposto a fermo giudiziario rappresentasse il politico di riferimento di una locale organizzazione criminale dal 2004 al 2007, in quanto, «eletto alla carica di consigliere comunale con i voti procacciati dal clan, ha favorito il sodalizio nell'acquisizione di appalti e servizi pubblici». Il predetto amministratore rivestiva la medesima carica esecutiva nel corso della precedente amministrazione.
Nella stessa operazione risultavano raggiunti da informazione di garanzia l'ex sindaco in carica dal 2004 al 2006, e al momento consigliere regionale, nonche' il dirigente dell'ufficio tecnico comunale, successivamente arrestati con ordinanza del 19 marzo 2008.
La compromissione della libera determinazione degli organi elettivi e del buon andamento della civica amministrazione, fortemente ipotizzata dall'autorita' giudiziaria, ha indotto il prefetto di Cosenza a disporre, con provvedimento del 18 gennaio 2008, su specifica delega, la costituzione di una commissione ispettiva per gli accertamenti di rito presso il comune di Amantea, ai sensi dell'art. 1, comma 4, del decreto-legge 6 settembre 1982, n. 629, convertito dalla legge 12 ottobre 1982, n. 726, cosi' come integrato dalla legge 15 novembre 1988, n. 486.
In esito all'attivita' ispettiva, la commissione di accesso ha rassegnato, in data 26 maggio 2008, la relazione conclusiva che si sofferma in particolare: sulle connessioni tra l'ex sindaco, l'assessore raggiunto dal provvedimento di custodia cautelare e l'attuale amministrazione; sull'attualita' dei rapporti tra l'amministrazione in carica e la criminalita' organizzata; sulla confusione di ruoli nell'ambito dell'attivita' di indirizzo e di quella di gestione a vantaggio di un disegno finalizzato a perseguire e raggiungere scopi illeciti.
Nella relazione ispettiva viene delineata una netta linea di continuita' tra l'attuale amministrazione e quella precedente guidata dal politico poi eletto consigliere regionale, identificabile principalmente nel sistema relazionale facente capo all'assessore comunale arrestato, portatore di consenso elettorale decisivo in occasione delle due elezioni amministrative del 2004 e del 2006.
Particolare rilievo assume quanto riferito da un componente del consiglio comunale nel corso delle audizioni svolte dalla commissione di accesso in merito alla fase di composizione della lista dei candidati collegata al sindaco in carica. In tale occasione alcuni candidati avrebbero voluto dare un segno di discontinuita' con il passato, non inserendo in lista soggetti appartenenti alla maggioranza uscente, tra i quali significativo risalto assumeva l'assessore sopraindicato. Tale auspicio si era piegato, pero', di fronte alla volonta' della maggioranza e nella consapevolezza che la fuoriuscita dalla lista di quel candidato avrebbe - come dichiarato dallo stesso sindaco in carica nel corso della sua audizione - determinato una sconfitta sicura. Il calcolo elettoralistico da parte del sindaco aveva prevalso, quindi, su ogni remora, con cio' determinando l'accettazione del rischio dei legami esterni di quel candidato che, in base agli esiti investigativi, aveva assunto una posizione di assoluto rilievo nei rapporti con il capo clan locale, con il quale procedeva alla sistematica programmazione delle attivita' illecite da realizzare, rendendosi interprete della volonta' della consorteria mafiosa nell'adozione delle delibere comunali.
Altrettanto significativo e' il clima di intimidazione nel quale si e' svolta la campagna elettorale del 2006, che ebbe quale episodio culminante il danneggiamento per colpi di arma da fuoco di due esercizi commerciali, i cui titolari avevano espresso solidarieta' politica ad un candidato in competizione con l'attuale sindaco.
Ulteriore decisivo anello di congiunzione tra le amministrazioni succedutesi negli ultimi anni lo si individua nella figura del dirigente responsabile dell'ufficio tecnico comunale, per il quale il 27 giugno 2008 e' intervenuta la richiesta di rinvio a giudizio per concorso esterno nell'associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione e truffa aggravata. La gestione dell'ufficio tecnico comunale, la cui composizione e' rimasta inalterata al mutare delle compagini politiche dell'ente, risulta fortemente compromessa per le pressioni ed i condizionamenti della criminalita' organizzata.
Emblematica, al riguardo, e' la vicenda della gestione del locale porto turistico.
Le procedure di affidamento della struttura portuale rappresentano il coronamento di una azione impositiva del clan nei confronti del vertice dell'amministrazione comunale, tesa ad avere l'assoluta ed incontrastata disponibilita' del bene pubblico. Cio' si e' realizzato attraverso l'opera del citato dirigente dell'ufficio tecnico che, sostenuta dal sindaco pro-tempore, ha consentito la stipula del contratto per la gestione della struttura, sin dal 2003 e per i successivi quattro anni, con una ditta controllata da un locale sodalizio criminale, senza mai acquisire la certificazione antimafia, se non dopo i riferiti fermi giudiziari.
Peraltro, solo nel gennaio 2007, dopo l'acquisizione degli atti relativi al procedimento di affidamento in gestione da parte di organi investigativi, il responsabile dell'ufficio tecnico pone in essere un tentativo di dare una veste giuridicamente corretta alla vicenda chiedendo direttive riservate al sindaco. Quest'ultimo, dopo una prima risoluta determinazione diretta ad avviare con urgenza il procedimento di annullamento in autotutela dell'affidamento in gestione, converte tale orientamento, unitamente alla giunta municipale, in una richiesta di un parere pro-veritate sulla vicenda. A tal riguardo, sintomatico dello stato di penetrante condizionamento della struttura politico-amministrativa e' la circostanza che il tutto avvenga come esattamente programmato dal predetto assessore ed il locale capo clan, con cio' evidenziandosi la debolezza del sindaco nel suo ruolo di garante della legalita' e della capacita' dei poteri criminali di impadronirsi della funzione decisionale degli organi elettivi del comune di Amantea.
Gli accertamenti posti in essere dalla commissione di accesso hanno, quindi, evidenziato, inequivocabilmente, convergenti elementi sintomatici della tendenza a soddisfare gli interessi dei gruppi affaristici legati alla criminalita' organizzata da parte degli organi elettivi dell'ente, oltre che dell'apparato burocratico.
Sulla base di tali elementi, il Prefetto di Cosenza, con relazione del 3 giugno 2008, ha proposto l'applicazione della misura straordinaria prevista dall'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, al fine di evitare che sia ulteriormente compromessa la libera determinazione degli organi elettivi, che, allo stato, pregiudica il buon andamento dell'amministrazione, asservita ad interessi e ad ambienti criminali.
La valutazione della situazione in concreto riscontrata, in relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Ritenuto, pertanto, che ricorrano le condizioni indicate per l'adozione del provvedimento di cui all'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, si formula rituale proposta per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Amantea (Cosenza).
Roma, 31 luglio 2008
Il Ministro dell'interno: Maroni
 
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