Gazzetta n. 92 del 18 aprile 2008 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 19 marzo 2008
Scioglimento del consiglio comunale di San Cipriano d'Aversa, e nomina della commissione straordinaria.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Considerato che nel comune di San Cipriano d'Aversa (Caserta), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 12 e 13 giugno 2004, sussistono forme di ingerenza della criminalita' organizzata, rilevate dai competenti organi investigativi;
Considerato che tali ingerenze espongono l'amministrazione stessa a pressanti condizionamenti, compromettendo la libera determinazione degli organi ed il buon andamento della gestione comunale di San Cipriano d'Aversa;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata arreca grave pregiudizio allo stato della sicurezza pubblica e determina lo svolgimento delle istituzioni e la perdita di prestigio e di credibilita' degli organi istituzionali;
Ritenuto che, al fine di rimuovere la causa del grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario far luogo allo scioglimento degli organi ordinari del comune di San Cipriano d'Aversa, per il ripristino dei principi democratici e di liberta' collettiva;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 19 marzo 2008;
Decreta:
Art. 1.
Il consiglio comunale di San Cipriano d'Aversa (Caserta) e' sciolto per la durata di diciotto mesi.
 
Art. 2.
La gestione del comune di San Cipriano d'Aversa (Caserta) e' affidata alla commissione straordinaria composta da:
dott.ssa Silvana Riccio, prefetto;
dott. Giuseppe Marani, viceprefetto;
dott. Sebastiano Giangrande, dirigente II fascia.
 
Art. 3.
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 19 marzo 2008
Il Presidente del Senato della Repubblica nell'esercizio
delle funzioni del Presidente della Repubblica
ai sensi dell'articolo 86 della Costituzione
MARINI
Prodi, Presidente del Consiglio dei
Ministri
Amato, Ministro dell'interno Registrato alla Corte dei conti il 1° aprile 2008 Ministeri istituzionali - Interno, registro n. 3, foglio n. 320
 
Allegato
Al Presidente della Repubblica
Il comune di San Cipriano d'Aversa (Caserta), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 12 e 13 giugno 2004, presenta forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi, il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per lo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Il comune di San Cipriano d'Aversa, che e' ricompreso nel contesto territoriale dell'agro aversano, caratterizzato da elevati indici di criminalita' e dalla presenza di un cartello criminale particolarmente interessato alle attivita' edilizie ed urbanistiche e ad insinuarsi negli apparati politico-amministrativi degli enti locali, era gia' stato interessato, nell'anno 1992 da un provvedimento di scioglimento degli organi amministrativi per ingerenze della criminalita' organizzata nella vita dell'ente.
In esito a specifiche attivita' info-investigative condotte sul territorio dalle forze di polizia, dalle quali emergevano elementi riconducibili a forme di condizionamento e di infiltrazione delle locali consorterie nei confronti degli amministratori dell'ente, il prefetto di Caserta ha disposto, con provvedimento del 24 novembre 2006, l'accesso presso il comune di San Cipriano d'Aversa ai sensi dell'art. 1, comma 4, del decreto-legge 6 settembre 1982, n. 629, convertito dalla legge 12 ottobre 1982, n. 726, per gli accertamenti di rito.
La commissione di accesso, prorogata nell'incarico con provvedimento del 23 febbraio 2007, nella relazione conclusiva sugli accertamenti svolti si e' soffermata in particolare sui seguenti elementi: a) le frequentazioni ed i rapporti di parentela tra amministratori, dipendenti comunali e pregiudicati, anche appartenenti alla criminalita' organizzata; b) sui recenti risvolti investigativi che coinvolgono alcuni dipendenti ed amministratori; c) sulle procedure di affidamento dei servizi e di appalto dei lavori pubblici.
Per quanto riguarda l'esame delle posizioni individuali degli amministratori e dei dipendenti, la commissione ha messo in luce un «reticolato» di parentele e frequentazioni con persone compromesse in attivita' illecite. Al riguardo la commissione ha evidenziato che i predetti rapporti assumono il carattere della molteplicita' e si traducono, in piu' circostanze, come si dira' in seguito, in aggiudicazioni di appalti di opere pubbliche e forniture sia a soggetti collegati a destinatari di provvedimenti interdittivi antimafia, sia a soggetti gravati da condanne o precedenti di polizia per reati attinenti alle organizzazioni mafiose.
Nell'esame delle posizioni individuali la commissione si e' soffermata in particolare: 1) su un consigliere comunale, assessore fino all'ottobre 2006, che in occasione dell'arresto avvenuto nel 2003 in Germania di un noto latitante, fu controllato alla guida dell'autovettura che seguiva quella del latitante, a bordo della quale vi era la moglie di quest'ultimo; 2) sulle parentele e i precedenti penali del dirigente del settore urbanistica dell'ufficio tecnico, il cui incarico e' stato revocato solo nel maggio del 2007; 3) sulla posizione di «predominio» all'interno del Comando della polizia municipale, di un vigile urbano, fratello di un noto latitante, efferato esponente del clan camorristico dei «Casalesi», ruolo che gli ha consentito di utilizzare la sede istituzionale per incontri con pregiudicati e di disporre dell'autovettura di servizio per attivita' di carattere strettamente privato.
Il predetto vigile urbano, nonostante un provvedimento prefettizio di revoca della qualifica di agente di P.S. risalente al 1995, ha continuato ad operare presso il Comando di polizia municipale fino al gennaio 2007, quando a sua richiesta e' stato trasferito con mobilita' interna presso il settore manutenzione beni comunali.
Il predetto dipendente e', peraltro, al centro di una attivita' di indagine sfociata nell'adozione del provvedimento di perquisizione del Comando di polizia municipale, disposta, il 24 settembre 2007, dalla Direzione distrettuale antimafia. L'attivita' di indagine, finalizzata in un primo momento ad individuare le possibili protezioni a tutela della latitanza del fratello del suddetto vigile urbano, ha portato alla emissione di una informazione di garanzia a carico di nove dipendenti comunali e vigili urbani, con la contestazione al predetto vigile del reato di cui all'art. 416-bis c.p. Le indagini effettuate hanno rilevato che lo stesso, unitamente al comandante e ad altri vigili, imponeva o comunque induceva commercianti e imprenditori locali al pagamento di somme di denaro, abusando delle funzioni e dei poteri di competenza.
Il prefetto ha, altresi', riferito che, sulla base di specifica attivita' investigativa, e' emerso che un assessore di quella giunta avrebbe ospitato presso la propria abitazione di sicuro almeno un latitante, esponente di spicco della criminalita' organizzata, recentemente arrestato.
Con riferimento, infine, alle procedure di affidamento di servizi e di aggiudicazione degli appalti, l'esame operato dalla commissione di accesso mette sicuramente in evidenza l'intervento di soggetti con pregiudizi e con frequentazioni e rapporti di parentela con esponenti dei clan camorristici locali. Tale situazione, come sostenuto dal prefetto, evidenzia un'inerzia dell'amministrazione nel ruolo di controllo e di impulso che ha comportato in molti casi l'aggiudicazione di appalti e forniture a soggetti destinatari di provvedimenti interdittivi antimafia e a soggetti gravati da condanne o precedenti di polizia per reati di mafia.
Gli accertamenti posti in essere dalla commissione di accesso hanno, quindi, evidenziato, inequivocabilmente, convergenti elementi sintomatici della tendenza a soddisfare gli interessi dei gruppi affaristici legati alla criminalita' organizzata da parte degli organi elettivi dell'ente, oltre che dell'apparato burocratico.
Sulla base di tali elementi il prefetto di Caserta, con relazione del 27 novembre 2007, ha proposto l'applicazione della misura straordinaria prevista dall'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, al fine di evitare che non sia ulteriormente compromessa la libera determinazione degli organi elettivi, che allo stato pregiudica il buon andamento dell'amministrazione, asservita ad interessi e ad ambienti criminali.
La valutazione della situazione in concreto riscontrata, in relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Ritenuto pertanto che ricorrano le condizioni indicate per l'adozione del provvedimento di cui all'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, si formula rituale proposta per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di San Cipriano d'Aversa (Caserta).
Roma, 5 marzo 2008
Il Ministro dell'interno: Amato
 
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