Gazzetta n. 257 del 5 novembre 2007 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 17 ottobre 2007
Scioglimento del consiglio comunale di Lusciano e nomina della commissione straordinaria.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel comune di Lusciano (Caserta), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 13 giugno 2004, sussistono forme di ingerenza della criminalita' organizzata, rilevate dai componenti organi investigativi;
Considerato che tali ingerenza espongono l'amministrazione stessa a pressanti condizionamenti, compromettendo la libera determinazione degli organi ed il buon andamento della gestione comunale di Lusciano;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata arreca grave pregiudizio allo stato della sicurezza pubblica e determina lo svilimento delle istituzioni e la perdita di prestigio e di credibilita' degli organi istituzionali;
Ritenuto che, al fine di rimuovere la causa del grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario far luogo allo scioglimento degli organi ordinari del comune di Lusciano, per il ripristino dei principi democratici e di liberta' collettiva;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 12 ottobre 2007;

Decreta:

Art. 1.
Il consiglio comunale di Lusciano (Caserta) e' sciolto per la durata di diciotto mesi.
 
Art. 2.
La gestione del comune di Lusciano (Caserta) e' affidata alla commissione straordinaria composta da:
dott. Giacomo Barbato, viceprefetto;
dott. Giuseppe Castaldo, viceprefetto;
dott. Michele Albertini, dirigente II fascia.
 
Art. 3.
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 17 ottobre 2007

NAPOLITANO

Prodi, Presidente del Consiglio dei
Ministri
Amato, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 24 ottobre 2007 Ministeri istituzionali - Interno, registro n. 10, foglio n. 387
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Il comune di Lusciano (Caserta), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 13 giugno 2004, presenta forme di ingerenze da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi, il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per lo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Il comune di Lusciano, da tempo interessato da gravi fenomenologie criminali a causa della presenza di alcuni clan camorristici che controllano buona parte del territorio era gia' stato interessato, nell'anno 1992, da un provvedimento di scioglimento degli organi amministrativi per ingerenze della criminalita' organizzata nella vita dell'ente.
In relazione all'esito di attivita' investigative condotte sul territorio, dalle quali sono emerse situazioni di diffusa illegalita' astrattamente riconducibili a forme di condizionamento e di infiltrazione delle locali consorterie nei confronti degli amministratori dell'ente, il Prefetto di Caserta ha disposto, con provvedimento del 7 aprile 2006, l'accesso presso il comune di Lusciano ai sensi dell'art. 1, comma 4, del decreto-legge 6 settembre 1982, n. 629, convertito dalla legge 12 ottobre 1982, n. 726, per gli accertamenti di rito.
L'esistenza di fattori di inquinamento dell'azione amministrativa dell'ente locale a causa dell'influenza della criminalita' organizzata e' emersa nel corso degli accertamenti svolti dalla commissione d'accesso e confluiti nella relazione commissariale del 3 settembre 2007 che hanno messo in risalto come, nel tempo, l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato nel favorire soggetti collegati direttamente od indirettamente ad ambienti malavitosi.
L'ingerenza negli affari dell'ente e la strumentalizzazione delle scelte dell'amministrazione risultano favorite da una fitta ed intricata rete di parentele, affinita', amicizie e frequentazioni che lega alcuni amministratori ad esponenti delle locali consorterie criminali od a soggetti ad esse contigui.
Gli aspetti di condizionamento risultano evidenti negli atti con i quali e' stato violato il principio generale di separazione tra le funzioni di indirizzo politico amministrativo e l'attivita' di gestione affidata all'apparato burocratico, in particolare in alcune delibere adottate dalla giunta ma che in realta' sarebbero di competenza dell'apparato gestionale con le quali vengono dettate disposizioni specifiche per l'assegnazione dei lavori.
La tolleranza e la connivenza dell'apparato politico con dipendenti che non garantiscono la trasparenza ed il buon andamento della pubblica amministrazione sono peraltro chiaramente manifeste negli atti con i quali e' stata affidata la responsabilita' degli apparati burocratici - amministrativi ad elementi controindicati. Emblematico al riguardo e' il conferimento con decreto del Sindaco dell'incarico di responsabile del settore protezione civile ed ambientale ad un funzionario che negli scorsi anni e' stato rinviato a giudizio per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, omicidio in concorso e rapina ed inoltre interessato nel 2006 ad un'ulteriore richiesta di rinvio a giudizio per i reati di falsita' materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici continuata in concorso.
In materia di appalti di opere pubbliche e servizi la commissione di accesso ha evidenziato una gestione amministrativa caratterizzata da gravi irregolarita' ed inadempienze.
Come evidenziato le varie delibere adottate dalla giunta su materie di competenza dell'apparato burocratico, con le quali vengono dettate disposizioni specifiche per l'assegnazione dei lavori, si sono risolte in favore di soggetti appartenenti o comunque legati alla locale criminalita' organizzata.
Particolarmente rilevante a tal riguardo e' il procedimento relativo alla gara di appalto per l'affidamento del servizio di refezione scolastica. La commissione d'accesso ha evidenziato che la determina del responsabile del servizio di indizione della gara d'appalto veniva revocata con un atto della giunta e non con un'altra determina del responsabile del servizio come sarebbe dovuto accadere, circostanza che consentiva alla ditta gia' affidataria del servizio di beneficiare di due proroghe consecutive. Alla gara, successivamente indetta, partecipava una sola ditta, anche in considerazione del fatto che la procedura di pubblicazione, contrariamente a quanto previsto, e' rimasta circoscritta in ambito locale anziche' europeo come invece richiesto. Dalle informazioni acquisite dalle forze dell'ordine sono emersi elementi sintomatici sia nei confronti della ditta beneficiaria delle proroghe che di quella aggiudicataria.
Un'ulteriore vicenda dalla quale si evince l'intreccio dei rapporti tra amministrazione e locali consorterie e' quella concernente il completamento dei lavori di una delle vie del comune.
In tale occasione con delibera della giunta, che anche in questo caso deve ritenersi illegittima sotto il profilo della competenza in quanto la stessa attiene ad atti di natura gestionale, venivano dettate precise disposizioni all'ufficio tecnico sia per quanto riguarda il professionista a cui conferire l'incarico di redazione del nuovo progetto sia per quanto riguarda la ditta che, mediante trattativa privata, doveva essere assegnataria dei lavori. Dalle informazioni acquisite dall'organo ispettivo, il titolare della societa' assegnataria, in passato tratto in arresto, risulta legato da vincoli parentali ad elementi di spicco della locale criminalita' organizzata.
La commissione d'accesso ha inoltre evidenziato che in alcune gare d'appalto, le cui procedure hanno peraltro evidenziato numerosi profili di illegittimita', le ditte risultate aggiudicatarie hanno successivamente rinunciato all'esecuzione dei lavori, adducendo futili motivazioni e senza che nei confronti delle stesse ditte rinunciatarie fosse applicata alcuna penale o incameramento di quota parte della sanzione, mentre a carico degli amministratori delle societa' poi risultate aggiudicatarie sono stati evidenziati elementi di collegamento con esponenti di organizzazioni camorristiche locali.
Anche nei casi in cui viene fatto ricorso alle procedure di somma urgenza le stesse risultano carenti per quanto riguarda la motivazione che giustifica il ricorso a tale eccezionale strumento, mentre con riferimento alle rare procedure d'appalto e' stata inoltre riscontrata una partecipazione oggettivamente limitata a poche imprese, che lascia presupporre il carattere fittizio delle gare, nel chiaro intento di conferire apparente legalita' all'affidamento esperito.
L'attivita' di verifica sul piano deliberativo e provvedimentale posta in essere dalla commissione d'accesso, ha inequivocabilmente evidenziato convergenti elementi sintomatici della tendenza a favorire e soddisfare gli interessi di gruppi affaristici legati alla criminalita' organizzata da parte degli organi elettivi dell'ente, oltre che dei vertici dell'apparato burocratico.
Le indagini ispettive effettuate dalla commissione di accesso hanno conseguentemente accertato come le locali organizzazioni criminali, favorite dalla particolare situazione ambientale che come evidenziato e' caratterizzata da una fitta ed intricata rete di parentele, affinita', e frequentazioni tra amministratori comunali ed esponenti delle locali consorterie criminali, siano riuscite ad ingerirsi nella vita politico - amministrativa dell'ente configurando un concreto sviamento dell'attivita' comunale nel perseguimento degli interessi dell'intera collettivita'.
L'inosservanza del principio di legalita' nella gestione dell'ente e l'uso distorto delle pubbliche funzioni incide peraltro in modo fortemente negativo sulle legittime aspettative della popolazione ad essere garantita nella fruizione dei diritti fondamentali, minando la fiducia dei cittadini nella legge e nelle istituzioni.
Pertanto il prefetto di Caserta, con relazione del 7 settembre 2007, ha proposto l'applicazione della misura prevista dall'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
La descritta situazione di condizionamento necessita che, da parte dello Stato, sia posto in essere un intervento mirato al ripristino della legalita' mediante il recupero della struttura pubblica al servizio dei suoi fini istituzionali.
Per le suesposte considerazioni, si ritiene necessario provvedere ad eliminare ogni ulteriore motivo di deterioramento della vita amministrativa e democratica dell'ente, mediante provvedimenti incisivi a salvaguardia degli interessi della comunita' locale.
La valutazione della situazione in concreto riscontrata, in relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Ritenuto pertanto che ricorrano le condizioni indicate per l'adozione del provvedimento di cui all'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, si formula rituale proposta per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Lusciano (Caserta).
Roma, 9 ottobre 2007

Il Ministro dell'interno: Amato
 
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