Gazzetta n. 116 del 21 maggio 2007 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 24 aprile 2007
Affidamento ad una commissione straordinaria della gestione del comune di San Gregorio d'Ippona, a norma dell'articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visto il proprio decreto in data 25 gennaio 2007, con il quale, ai sensi dell'art. 141, comma 1, lettera b), n. 3, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, il consiglio comunale di San Gregorio d'Ippona (Vibo Valentia) e' stato sciolto a causa delle dimissioni della meta' piu' uno dei consiglieri;
Constatato che dall'esito di approfonditi accertamenti sono emersi collegamenti diretti ed indiretti tra ex componenti del consesso e la criminalita' organizzata locale;
Constatato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della comunita' amministrata limitandone il libero esercizio dei diritti costituzionalmente garantiti;
Ritenuto che, al fine di rimuovere la causa del grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale di San Gregorio d'Ippona, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata, mirato al ripristino dei principi democratici e di liberta' collettiva;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'iterno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 24 aprile 2007;
Decreta:
Art. 1.
La gestione del comune di San Gregorio d'Ippona (Vibo Valentia), il cui consiglio e' stato sciolto con il citato decreto, e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dottoressa Giuliana Perrotta - viceprefetto;
dott. Alfonso Mignatta - viceprefetto aggiunto;
dott. Rosario Cardi' - collaboratore amministrativo contabile.
 
Art. 2.
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 24 aprile 2007
NAPOLITANO
Prodi, Presidente del Consiglio dei
Ministri
Amato, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 7 maggio 2007 Ministeri istituzionali, Interno, registro n. 4, foglio n. 382
 
Allegato
Al Presidente della Repubblica
Il prefetto di Vibo Valentia, sulla base di rapporti informativi delle forze dell'ordine che, a seguito dell'emissione di ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti, tra gli altri, di alcuni amministratori del comune di San Gregorio d'Ippona (Vibo Valentia), per il reato associativo di stampo mafioso, non escludevano il condizionamento degli organi elettivi dell'amministrazione comunale da parte di una forte cosca mafiosa radicata nel territorio del comune, ha disposto, con provvedimento in data 4 ottobre 2006, l'accesso presso il comune di San Gregorio d'Ippona, ai sensi dell'art. 1, quarto comma, del decreto-legge 6 settembre 1982, n. 629, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 ottobre 1982, n. 726, e successive modificazioni ed integrazioni.
A seguito delle dimissioni rassegnate dalla meta' piu' uno dei consiglieri, il consiglio comunale dell'ente, i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 3 aprile 2005, e' stato sciolto con decreto del Presidente della Repubblica in data 25 gennaio 2007, ai sensi dell'art. 141, comma 1, lettera b), n. 3, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Peraltro l'esito degli accertamenti svolti tanto dalle competenti autorita' investigative quanto dalla commissione d'accesso, confluiti nella relazione commissariale conclusiva della procedura, avvalorava l'ipotesi della sussistenza di fattori di inquinamento dell'azione amministrativa dell'ente locale a causa dell'influenza della criminalita' organizzata fortemente radicata sul territorio, ponendo in risalto come, nel tempo, l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato nel favorire soggetti collegati direttamente o indirettamente con gli ambienti malavitosi.
L'ingerenza negli affari dell'ente e la strumentalizzazione delle scelte amministrative emergono da situazioni di coinvolgimento di alcuni amministratori locali con esponenti della locale criminalita', nei cui confronti l'autorita' giudiziaria ha disposto l'applicazione di misure cautelari. Le indagini hanno rilevato l'estrema pericolosita' della cosca criminale che opera nel territorio, l'organicita' della stessa con i localiambienti economico - politico - amministrativo e, comunque, un forte interesse della malavita locale al governo dell'ente, concretizzatosi, peraltro, in base ai riscontri giudiziari effettuati, anche nel condizionamento dello svolgimento delle consultazioni elettorali. La situazione di pesante ed illecita ingerenza nella vita politico-amministrativa del comune viene ulteriormente suffragata dai molteplici atti d'intimidazione posti in essere nei confronti dell'organo di vertice, con il presumibile intento di indurlo ad ottemperare ai probabili patti preelettorali.
Le risultanze dell'attivita' di accesso hanno messo in evidenza che con riferimento al dilagante fenomeno dell'abusivismo edilizio, sia stata messa in atto una sterile attivita' di contrasto da parte dell'ente, inidonea quindi al concreto raggiungimento dei fini della tutela del territorio e che costituisce un elemento indiziante della sensibilita' degli organi di governo verso gli interessi della malavita: rappresenta difatti un dato testuale che gli abusi in tale settore siano stati rilevati dalle forze dell'ordine e non dal competente ufficio.
Le sopra evidenziate situazioni di omesso controllo sull'attivita' edilizia denotano un mtreccio patologico tra l'amministrazione e il sodalizio criminoso dal quale puo' farsi fondatamente discendere una gestione della cosa pubblica indirizzata a favorire, seppure indirettamente, interessi estranei a quelli dell'amministrazione, che e' riscontrabile anche nel settore degli appalti.
Infatti l'accentuata propensione dell'amministrazione comunale a deviazioni dal sistema di legalita' viene riscontrata negli affidamenti diretti per somma urgenza dove emerge la carenza della necessaria motivazione; del pari le procedure ristrette, quali la trattativa privata previa gara informale e gli affidamenti diretti per somme urgenze non sono supportate dalle condizioni legittimanti.
La possibile devianza dell'azione amministrativa dell'ente e' rinvenibile anche nella circostanza che fra gli imprenditori affidatari di opere pubbliche risultano soggetti legati da rapporti di frequentazione e di parentela con esponenti della criminalita'. A tal riguardo, pur avendo l'ente sottoscritto con la competente Prefettura-Ufficio territoriale del Governo un protocollo di legalita', agli atti non sono state rinvenute le certificazioni antimafia relative alle imprese affidatarie di appalti.
Sintomatica di una gestione amministrativa non improntata ai principi di trasparenza e' la coincidenza dei poteri di indirizzo politico e di quelli di gestione della cosa pubblica in capo all'ex sindaco, che risulta, tra l'altro, essere titolare dell'impresa appaltatrice di lavori per il comune.
Ulteriore segnale di possibile compressione esterna sugli organi del comune viene individuato dalla commissione nella vicenda relativa alla chiusura di un esercizio commerciale il cui titolare risulta essere elemento di spicco della criminalita' organizzata. In particolare al predetto esercizio, oggetto di alcuni provvedimenti di chiusura temporanea, e' stata revocata la licenza commerciale per motivazioni preclusive con provvedimento prefettizio. Tuttavia l'ente ha reso esecutivo tale provvedimento con considerevole ritardo e solo dopo espresso sollecito da parte della competente Prefettura-Ufficio territoriale del Governo.
Anche la elargizione di contributi in materia assistenziale e' risultata effettuata in assenza dei presupposti istruttori prescritti dalla normativa regolamentare.
La commissione di accesso ha infine rilevato il grave disordine amministrativo in cui versa l'ente, caratterizzato da un sistema gestionale privo di direttive specifiche e da una confusa ripartizione dei compiti, assolutamente non adeguata alle reali esigenze della collettivita'.
Alla palese disorganizzazione ed inefficienza del sistema di riscossione dei tributi fa riscontro l'elevatissima evasione dei tributi comunali e del canone dell'acqua potabile, segno evidente di una diffusa illegalita' e della generale inosservanza dei piu' elementari precetti normativi, da cui non sono esenti alcuni amministratori e dipendenti comunali, nonche' soggetti appartenenti alla criminalita' organizzata.
Il complesso degli elementi emersi dall'accesso manifesta che la capacita' di penetrazione dell'attivita' criminosa ha favorito il consolidarsi di un sistema di connivenza e di interferenze di fattori esterni al quadro degli interessi locali, riconducibili alla criminalita' organizzata, che, di fatto, priva la comunita' delle fondamentali garanzie democratiche e crea precarie condizioni di funzionalita' dell'ente.
Il delineato clima di grave condizionamento e degrado in cui versa il comune di San Gregorio d'Ippona la cui capacita' volitiva risulta assoggettata alla influenza dei locali sodalizi criminali, l'inosservanza del principio di legalita' nella gestione dell'ente e l'uso distorto delle funzioni pubbliche hanno compromesso le legittime aspettative della popolazione ad essere garantita nella fruizione dei diritti fondamentali, minando la fiducia dei cittadini nella legge e nelle istituzioni.
Pertanto, il prefetto di Vibo Valentia, valutata la situazione riscontrata sia in ordine al contesto ambientale nel quale e' notoria la diffusione del fenomeno criminale, sia in relazione allo stato di disfunzionalita' dell'ente, con relazione del 25 gennaio 2007, ha proposto l'applicazione della misura di rigore prevista dall'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
La descritta condizione esige un intervento risolutore da parte dello Stato, mirato a rimuovere i legami tra l'ente locale e la criminalita' organizzata che arrecano grave e perdurante pregiudizio per lo stato generale dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Per le suesposte considerazioni si ritiene necessario provvedere, con urgenza, ad eliminare ogni ulteriore motivo di deterioramento e di inquinamento della vita amministrativa e democratica dell'ente, mediante provvedimenti incisivi a salvaguardia degli interessi della comunita' locale.
La valutazione della situazione in concreto riscontrata, in relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Rilevato che, per le caratteristiche che lo configurano, il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, puo' intervenire finanche quando sia stato gia' disposto provvedimento per altra causa, differenziandosene per funzioni ed effetti, si formula rituale proposta per l'adozione della misura di rigore nei confronti del comune di San Gregorio d'Ippona (Vibo Valentia) con conseguente affidamento per la durata di diciotto mesi della gestione dell'ente ad una commissione straordinaria cui, in virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite specifiche competenze e metodologie di intervento finalizzate a garantire nel tempo la rispondenza dell'azione amministrativa alle esigenze della collettivita'.
Roma, 20 aprile 2007
Il Ministro dell'interno: Amato
 
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