Gazzetta n. 120 del 25 maggio 2005 (vai al sommario)
COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA
DELIBERAZIONE 20 dicembre 2004
1° Programma delle opere strategiche (legge n. 443/2001) adeguamento s.s. 28. (Deliberazione n. 93/2004).

IL COMITATO INTERMINISTERIALE
PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA

Vista la legge 21 dicembre 2001, n. 443, che, all'art. 1, ha stabilito che le infrastrutture pubbliche e private e gli insediamenti strategici e di preminente interesse nazionale, da realizzare per la modernizzazione e lo sviluppo del Paese, vengano individuati dal Governo attraverso un programma formulato secondo i criteri e le indicazioni procedurali contenuti nello stesso articolo, demandando a questo Comitato di approvare, in sede di prima applicazione della legge, il suddetto programma entro il 31 dicembre 2001;
Vista la legge 1° agosto 2002, n. 166, che, all'art. 13, oltre a recare modifiche al menzionato art. 1 della legge n. 443/2001 e ad autorizzare limiti di impegno quindicennali per la progettazione e la realizzazione delle opere incluse nel programma approvato da questo Comitato, prevede che gli interventi medesimi siano compresi in intese generali quadro tra il Governo e ogni singola regione o provincia autonoma, al fine del congiunto coordinamento e realizzazione delle opere;
Visto il decreto legislativo 20 agosto 2002, n. 190, attuativo dell'art. 1 della menzionata legge n. 443/2001;
Visti, in particolare, l'art. 1 della citata legge n. 443/2001, come modificato dall'art. 13 della legge n. 166/2002, e l'art. 2 del decreto legislativo n. 190/2002, che attribuiscono la responsabilita' dell'istruttoria e la funzione di supporto alle attivita' di questo Comitato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che puo' in proposito avvalersi di apposita «struttura tecnica di missione»;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327, recante il testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilita', come modificato, da ultimo, dal decreto legislativo 27 dicembre 2002, n. 302;
Visto l'art. 11 della legge 16 gennaio 2003, n. 3, recante «Disposizioni ordinamentali in materia di pubblica amministrazione», secondo il quale, a decorrere dal 1° gennaio 2003, ogni progetto di investimento pubblico deve essere dotato di un Codice unico di progetto (CUP);
Visto l'art. 4 della legge 24 dicembre 2003, n. 350, e visti in particolare:
il comma 134 e seguenti, ai sensi dei quali la richiesta di assegnazione di risorse a questo Comitato, per le infrastrutture strategiche che presentino un potenziale ritorno economico derivante dalla gestione e che non siano incluse nei piani finanziari delle concessionarie e nei relativi futuri atti aggiuntivi, deve essere corredata da un'analisi costi-benefici e da un piano economico-finanziario redatto secondo lo schema tipo approvato da questo Comitato;
il comma 176, che autorizza ulteriori limiti di impegno nel biennio 2005-2006 per la realizzazione delle opere strategiche di cui alle leggi citate ai punti precedenti;
il comma 177, che reca precisazioni sui limiti di impegno iscritti nel bilancio dello Stato in relazione a specifiche disposizioni legislative;
Visto l'art. 1, comma 13, del decreto-legge 12 luglio 2004, n. 168, convertito nella legge 30 luglio 2004, n. 191, che sostituisce l'art. 4, comma 177, della legge n. 350/2003, specificando, tra l'altro, che i limiti di impegno iscritti nel bilancio dello Stato in relazione a specifiche disposizioni legislative sono da intendere quale contributo pluriennale per la realizzazione di investimenti, includendo nel costo degli stessi anche gli oneri derivanti dagli eventuali finanziamenti necessari, ovvero quale concorso dello Stato al pagamento di una quota degli oneri derivanti da mutui o altre operazioni finanziarie che i soggetti interessati, diversi dalle pubbliche amministrazioni come definite secondo i criteri di contabilita' nazionale SEC 95, sono autorizzati ad effettuare per la realizzazione di investimenti;
Vista la delibera 21 dicembre 2001, n. 121 (Gazzetta Ufficiale n. 51/2002 S.O.), con la quale questo Comitato, ai sensi del piu' volte richiamato art. 1 della legge n. 443/2001, ha approvato il 1° Programma delle opere strategiche, che riporta all'allegato 1, nella sezione «Corridoio plurimodale Tirrenico-Nord Europa» tra i «Sistemi stradali e autostradali», la voce «s.s. 28» con un costo complessivo di 278,887 Meuro ed una disponibilita' di 72,304 Meuro;
Vista la delibera 27 dicembre 2002, n. 143 (Gazzetta Ufficiale n. 87/2003, errata corrige in Gazzetta Ufficiale n. 140/2003), con la quale questo Comitato ha definito il sistema per l'attribuzione del CUP, che deve essere richiesto dai soggetti responsabili di cui al punto 1.4 della delibera stessa;
Vista la delibera 25 luglio 2003, n. 63 (Gazzetta Ufficiale n. 248/2003), con la quale questo Comitato ha formulato, tra l'altro, indicazioni di ordine procedurale riguardo alle attivita' di supporto che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e' chiamato a svolgere ai fini della vigilanza sull'esecuzione degli interventi inclusi nel 1° Programma delle infrastrutture strategiche;
Vista la delibera 27 maggio 2004, n. 11 (Gazzetta Ufficiale n. 230/2004), con la quale questo Comitato ha approvato lo schema tipo di piano economico-finanziario ai sensi del richiamato art. 4, comma 140, della legge n. 350/2003;
Vista la delibera 29 settembre 2004, n. 24 (Gazzetta Ufficiale n. 276/2004), con la quale questo Comitato ha stabilito che il CUP deve essere riportato su tutti i documenti amministrativi e contabili, cartacei ed informatici, relativi a progetti d'investimento pubblico, e deve essere utilizzato nelle banche dati dei vari sistemi informativi, comunque interessati ai suddetti progetti;
Vista la sentenza n. 303 del 25 settembre 2003 con la quale la Corte costituzionale, nell'esaminare le censure mosse alla legge n. 443/2001 ed ai decreti legislativi attuativi, si richiama all'imprescindibilita' dell'intesa tra Stato e singola regione ai fini dell'attuabilita' del programma delle inirastrutture strategiche interessanti il territorio di competenza, sottolineando come l'intesa possa anche essere successiva ad un'individuazione effettuata unilateralmente dal Governo e precisando che i finanziamenti concessi all'opera sono da considerare inefficaci finche' l'intesa non si perfezioni;
Visto il decreto emanato dal Ministro dell'interno il 14 marzo 2003 di concerto con il Ministro della giustizia e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, come integrato dal decreto dell'8 giugno 2004, con il quale, in relazione al disposto dell'art. 15, comma 5 del decreto legislativo n. 190/2002, e' stato costituito il Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere;
Visto il decreto interministeriale 20 marzo 2003, n. 5279, emanato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, con il quale sono stati individuati i soggetti autorizzati a contrarre mutui e ad effettuare le altre operazioni finanziarie, definite le modalita' di erogazione delle somme dovute dagli istituti finanziari ai mutuatari e quantificate le quote da utilizzare per le attivita' di progettazione, istruttoria e monitoraggio;
Viste le note 6 ottobre 2004, n. 560, e 14 ottobre 2004, n. 579, con le quali il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha trasmesso, rispettivamente, le relazioni istruttorie relative ai progetti preliminari delle opere «adeguamento s.s. 28 Colle di Nava: variante Pieve di Teco-Ormea con traforo di valico Armo-Cantarana» e «variante all'abitato di Imperia - Aurelia bis», proponendone l'approvazione con prescrizioni e raccomandazioni, nonche' il finanziamento della progettazione definitiva delle opere;
Vista la richiamata nota 14 ottobre 2004, n. 579, con la quale il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha trasmesso altresi' le schede ex delibera n. 63/2003 per il primo degli interventi citati;
Vista la nota n. COM/3001/1 del 5 novembre 2004, con la quale il coordinatore del predetto Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere espone le linee guida varate dal Comitato nella seduta del 27 ottobre 2004;
Considerato che l'opera di cui sopra e' compresa nell'intesa generale quadro tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e la regione Liguria, sottoscritta il 6 marzo 2002;
Considerato che questo Comitato ha conferito carattere programmatico al quadro finanziario riportato nell'allegato 1 della suddetta delibera n. 121/2001, riservandosi di procedere successivamente alla ricognizione delle diverse fonti di finanziamento disponibili per ciascun intervento;
Considerato che, alle opere afferenti la s.s. 28, sono stati attribuiti i seguenti CUP: F82C03000050001 per l'intervento Pieve di Teco-Cantarana e F82C03000060001 per la variante Imperia-Aurelia bis;
Udita la relazione del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti;
Acquisita in seduta l'intesa del Ministro dell'economia e delle finanze;
Prende atto delle risultanze dell'istruttoria svolta dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ed in particolare:
1. In linea generale:
che la s.s. 28, collegando la citta' di Imperia con la provincia di Cuneo, rappresenta una strategica via di comunicazione tra la Liguria e il basso Piemonte assicurando un tramite diretto fra il porto di Imperia e le industrie piemontesi;
che i progetti preliminari sottoposti a questo Comitato configurano una strada extraurbana secondaria di categoria C1 con due corsie di m 3,75 e banchine di m 1,50;
che il soggetto aggiudicatore e' individuato in A.N.A.S. S.p.a.;
che i progetti definitivi saranno redatti dallo stesso soggetto aggiudicatore e che l'ultimazione dell'opera e' prevista per il 2010;
che i piani economico-finanziari sintetici presentati a corredo delle relazioni istruttorie evidenziano la mancanza di un potenziale ritorno economico derivante dalla gestione, trattandosi di strada extraurbana secondaria per la quale non e' prevista l'applicazione di tariffe;
che la copertura finanziaria degli interventi e' ipotizzata a totale carico pubblico;
2. Per quanto concerne la variante tra Pieve di Teco e Ormea:
sotto l'aspetto tecnico-procedurale:
che la tratta tra Pieve di Teco e Ormea assume particolare rilevanza ai fini di un'integrale valorizzazione della s.s. 28, ponendosi quale percorso alternativo all'autostrada Savona-Torino e all'autostrada dei Fiori;
che il tracciato della variante ha uno sviluppo complessivo di circa 9.296 m, e che sul medesimo insistono quattro gallerie per un totale di m 6.362, tre viadotti e tre svincoli;
che il progetto preliminare e' stato trasmesso, il 18 maggio 2003, dal soggetto aggiudicatore al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, alle altre amministrazioni e agli organismi competenti, alle regioni interessate e agli enti gestori delle interferenze;
che e' stata data notizia dell'avvio del procedimento mediante avviso pubblicato su un quotidiano a diffusione nazionale e su quotidiani a diffusione regionale;
che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, con nota del 31 luglio 2003, in merito all'iter procedurale da seguire per la valutazione di impatto ambientale ai sensi dell'art. 18 del decreto legislativo n. 190/2002, ha comunicato che la competenza, stante la tipologia dell'opera, e' regionale ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 10 agosto 1988, n. 377;
che la regione Liguria, con delibera n. 867 del 25 luglio 2003, ha espresso parere favorevole ai fini della localizzazione, con prescrizioni di carattere ambientale ed urbanistico-territoriale, alle quali il soggetto aggiudicatore dovra' attenersi nella fase di progettazione definitiva;
che la regione Piemonte, con delibera n. 13-12320 del 19 aprile 2004, ha, del pari, espresso parere favorevole ai fini della localizzazione, con prescnzioni da recepire nella progettazione definitiva, proponendo, tra l'altro, di valutare la possibilita' di eliminare in localita' Cantarana lo svincolo a livelli sfalsati in prossimita' della galleria mediante costruzione di una rotatoria o, in subordine, di adottare l'ipotesi definita «alternativa 3» nel verbale della Conferenza di servizi, tenuta il 16 febbraio 2004, nell'ambito dell'istruttoria tecnico-regionale;
che il Ministero per i beni e le attivita' culturali, in data 14 aprile 2004, ha espresso parere favorevole, condizionatamente al rispetto delle prescrizioni indicate dalle soprintendenze competenti;
che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti propone le prescrizioni da formulare in sede di approvazione del progetto preliminare, esponendo i motivi in caso di mancato recepimento di osservazioni formulate nella fase istruttoria;
sotto l'aspetto finanziario:
che il costo complessivo dell'intervento ammonta a 200.673.600 euro di cui 144.000.000 per lavori e 56.673.600 per somme a disposizione;
che viene richiesta l'assegnazione di risorse per la progettazione definitiva, il cui costo viene quantificato in 4,781 Meuro;
3. Per quanto concerne la variante all'abitato di Imperia-Aurelia bis:
sotto l'aspetto tecnico-procedurale:
che la realizzazione della variante alla s.s. 28 «Imperia-Aurelia bis» mira a migliorare la qualita' della vita dei residenti, consentendo di evitare l'attraversamento del centro cittadino, diminuendo l'inquinamento acustico e assicurando l'interconnessione della s.s. 28 con i caselli di Imperia est ed Imperia ovest, con la s.p. n. 1 Aurelia e con la viabilita' verso l'hinterland;
che l'opera ha uno sviluppo complessivo di 11.380 m, con sette svincoli, tre ponti, otto viadotti, un ponte/viadotto e nove gallerie;
che il progetto preliminare, corredato dalla studio di impatto ambientale, e' stato trasmesso, il 5 maggio 2003, dal soggetto aggiudicatore al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, alle altre amministrazioni e enti interessati, alla regione Liguria e agli enti gestori delle interferenze;
che il Ministero per i beni e le attivita' culturali, in data 27 maggio 2004, ha espresso parere favorevole con prescrizioni;
che la regione Liguria, con delibera n. 869 del 25 luglio 2003, ha espresso parere favorevole, con prescrizioni di carattere ambientale ed urbanistico-territoriale alle quali il soggetto aggiudicatore dovra' attenersi nella fase di progetto definitivo;
che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti propone le prescrizioni da formulare in sede di approvazione del progetto, esponendo i motivi in caso di mancato recepimento di osservazioni formulate sulla base istruttoria;
sotto l'aspetto finanziario:
che il costo complessivo dell'intervento ammonta a 213.848.400,00 euro al lordo dell'IVA, di cui 150.157.000,00 per lavori e 63.691.400,00 per somme a disposizione;
che viene richiesta l'assegnazione di risorse per la progettazione definitiva il cui costo viene quantificato in 4,985 Meuro;
Delibera: 1. Approvazione progetto preliminare.
1.1. Ai sensi e per gli effetti dell'art. 3 del decreto legislativo n. 190/2002, nonche' ai sensi dell'art. 10 del decreto del Presidente della Repubblica n. 327/2001, come modificato dal decreto legislativo n. 302/2002, sono approvati, con le prescrizioni e le raccomandazioni proposte dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, anche ai fini della attestazione di compatibilita' ambientale e dell'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio:
a) il progetto preliminare dell'«adeguamento s.s. 28 Colle di Nava: variante Pieve di Teco-Ormea con traforo di valico Armo-Cantarana»;
b) il progetto preliminare della «s.s. 28: variante all'abitato di Imperia-Aurelia bis».
E' conseguentemente perfezionata, ad ogni fine urbanistico ed edilizio, l'intesa Stato-regione sulla localizzazione delle opere.
1.2. Ai sensi del citato art. 3, comma 3, del decreto legislativo n. 190/2002, l'importo di cui alla precedente presa d'atto costituisce il limite di spesa di ciascuno degli interventi di cui al punto precedente.
1.3. Le prescrizioni citate al punto 1.1, cui e' condizionata l'approvazione dei progetti, sono riportate, rispettivamente, nella prima parte degli allegati 1 e 2, che formano parte integrante della presente delibera.
Le raccomandazioni proposte dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sono riportate nella seconda parte di detti allegati. Il soggetto aggiudicatore, qualora ritenga di non poter dar seguito a qualcuna di dette raccomandazioni, fornira', al riguardo, puntuale motivazione in modo da consentire al citato Ministero di esprimere le proprie valutazioni al riguardo e di proporre a questo Comitato, se del caso, misure alternative. 2. Concessione contributo.
2.1. E' assegnato all'ANAS S.p.a. un finanziamento, in termini di volume di investimento, di:
4,781 Meuro per la progettazione definitiva dell'opera «adeguamento s.s. 28 Colle di Nava: variante Pieve di Teco-Ormea con traforo di valico Armo-Cantarana»;
4,985 Meuro per la progettazione definitiva della «s.s. 28: variante all'abitato di Imperia-Aurelia bis».
Gli oneri relativi sono imputati sul quarto limite di impegno quindicennale di cui all'art. 13 della legge n. 166/2002, come rifinanziato dalla legge n. 350/2003, decorrente dal 2005.
La quota annua di contributo non potra' comunque superare l'importo di 0,427 Meuro per il primo intervento e di 0,445 per il secondo. 3. Clausole finali.
3.1. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti provvedera' ad assicurare, per conto di questo Comitato, la conservazione dei documenti componenti i progetti preliminari degli interventi approvati con la presente delibera.
3.2. Il predetto Ministero provvedera' ad accertare che i progetti definitivi recepiscano le prescrizioni che, secondo quanto indicato negli allegati, debbono essere recepite prima di detta fase progettuale o in tale sede.
Il soggetto aggiudicatore verifichera' che, nelle fasi successive all'approvazione del progetto definitivo, vengano attuate le altre prescrizioni di cui al citato allegato, dandone assicurazione al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
3.3. Il citato Ministero delle infrastrutture e dei trasporti provvedera' a svolgere le attivita' di supporto intese a consentire a questo Comitato di espletare i compiti di vigilanza sulla realizzazione delle opere ad esso assegnati dalla normativa citata in premessa, tenendo conto delle indicazioni di cui alla delibera n. 63/2003 sopra richiamata.
3.4. In fase di approvazione dei progetti definitivi delle opere considerate questo Comitato procedera' valutare le eventuali richieste di assegnazione a carico delle risorse destinate all'attuazione del 1° Programma delle infrastrutture strategiche tenendo conto che la quota complessiva, riferita a tutti i sub-interventi relativi all'arteria in questione, non potra' superare, salvo compensazione, quella indicata nella richiamata delibera n. 121/2001.
3.5. Questo Comitato si riserva, nella suddetta fase di approvazione dei progetti definitivi e in adesione alle richieste rappresentate nella citata nota del coordinatore del Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere, di dettare prescrizioni intese a rendere piu' stringenti le verifiche antimafia, prevedendo, tra l'altro, l'acquisizione delle informazioni antimafia anche nei confronti degli eventuali sub-appaltatori e sub-affidatari, indipendentemente dall'importo dei lavori, nonche' forme di monitoraggio durante la realizzazione degli stessi.
3.6. Il Codice unico di progetto (CUP), assegnato a ciascun progetto in argomento, ai sensi della delibera n. 24/2004, dovra' essere evidenziato in tutta la documentazione amministrativa e contabile riguardante l'intervento di cui alla presente delibera.
Roma, 20 dicembre 2004

Il Presidente delegato
Siniscalco Il segretario del CIPE
Baldassarri

Registrato alla Corte dei conti il 18 maggio 2005 Ufficio di controllo Ministeri economico-finanziari, registro n. 2 Economia e finanze, foglio n. 338
 
Allegato 1 s.s. 28 «Colle di Nava» variante Pieve di Teco-Ormea, con traforo di
valico Arno-Cantarana

PRESCRIZIONI E RACCOMANDAZIONI PROPOSTE DAL MINISTERO DELLE
INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

PARTE I
Prescrizioni

1.1. Prescrizioni da sviluppare nel progetto definitivo.
Prescrizioni di carattere tecnico.
Le soluzioni progettuali dovranno essere sviluppate prevedendo la massima pulizia formale delle opere relative ai tratti stradali non in galleria, con particolare riferimento agli interventi previsti in corrispondenza degli assetti morfologici vallivi di contenuta dimensione, ccn conseguente minimizzazione dei movimenti di terra e dei riempimenti in oggi previsti.
Dovra' essere prevista l'uniformita' delle opere d'arte necessarie ed in particolare dei viadotti, evidenziando quindi l'unicita' dell'intervento che dovra' espressa con la pulizia formale delle strutture, da rendere il piu' leggere possibile con la costante riproposizione di fiancate arrotondate e/o smussate e con interposta scalmanatura orizzontale per accentuare la snellezza, nonche' con pile a sezione per quanto possibile lenticolare o al piu' circolare; si dovra' anche valutare la possibilita' di colorazione dei manufatti in c.a. con l'uso di pigmenti in impasto al fine di migliorare l'inserimento paesaggistico (con particolare riferimento a quelle realta' ambientali ancora non pesantemente trasformate in cui predomina la componente naturale).
Dovra' essere curata la continuita' formale degli interventi ed i raccordi con le preesistenze morfologiche, soprattutto in corrispondenza degli imbocchi dei viadotti e delle gallerie, approfondendo in particolare le problematiche che si evidenziano nei punti di contatto al suolo e sui contrafforti montuosi.
Le opere di sistemazione dei suoli dovranno essere improntate all'insegna del massimo mimetismo e con la riproposizione delle stesse modalita' esecutive delle opere di contenimento preesistenti sul territorio, favorendo l'uso di tecniche di ingegneria naturalistica per i versanti dei rilevati e per le trincee, con la riproposizione di sistemazioni ricorrenti a fascia e ciglione o muro in pietra, evitando l'utilizzo di materiali prefabbricati o incongrui alla realta' ligure. Nei casi in cui e' necessario prevedere muri con altezza superiore a quattro metri, gli stessi dovranno essere scalettati al fine di ridurre l'impatto percettivo; dovra' essere prevista la realizzazione di muri di altezza piu' contenuta, inclinati di 10° sulla verticale con interposta fascia di terreno a scarpata opportunamente piantumata con specie arboree tipiche dei luoghi.
La redazione del progetto definitivo dovra' valutare la possibilita' di eliminare lo svincolo di Cantarana a livelli sfalsati in prossimita' della galleria realizzando tale svincolo mediante la costruzione di una rotatoria in corrispondenza dell'intersezione tra la nuova infrastruttura e la sede attuale della s.s. 28; qualora la citata soluzione non fosse percorribile, lo svincolo di Cantarana dovra' essere riconfigurato sulla base di quanto emerso in sede di istruttoria e riassunto nell'ipotesi chiamata alternativa tre nel verbale della Conferenza di servizi dell'istruttoria tecnica regionale del 16 febbraio 2004 (vedi grafico).
Nello specifico la progettazione dello svincolo dovra':
limitare eccessivi elementi di rigidita' e geometrizzazione prediligendo soluzioni di svincolo che comportino la minima compromissione del versante;
realizzare i rami di svincolo e le corsie specializzate di accelerazione e decelerazione in conformita' al decreto ministeriale 5 novembre 2001.
L'immissione alla s.s. 28 della corrente di traffico CantaranaOrmea, dovra' avvenire in modo indiretto, mediante la realizzazione di un innesto del tipo «a salto di montone» o mediante la realizzazione di un sottopasso.
I manufatti previsti (in particolare il viadotto sul Tanaro e l'imbocco della galleria) dovranno essere progettati quali «opere d'arte» prestando particolare attenzione alla qualita' formale dell'intervento, alla finitura e al raccordo con le aree interessate.
Si ritiene opportuno valutare la possibilita' di ridimensionare il viadotto sul fiume Tanaro, riducendo al minimo la lunghezza e progettando la nuova struttura in sintonia per materiali, tecniche costruttive e disegno di insieme con il contesto paesaggistico in cui si inserisce.
Le pile del viadotto dovranno essere riprogettate ridimensionando i pulvini proposti, sovradimensionati rispetto all'altezza delle pile stesse e poco coerenti con la soluzione adottata per l'impalcato del ponte.
Le opere murarie di contenimento del tracciato stradale dovranno essere particolarmente curate dal punto di vista realizzativo, adoperando rigorosamente pietra di provenienza locale o con cromatismi coerenti con l'ambito di riferimento; i giunti dovranno essere a vista e dovra' essere curata la tessitura del rivestimento.
Si dovra' studiare una soluzione alternativa che eviti la formazione del nuovo svincolo di Acquatico, utilizzando al meglio la rotatoria gia' approvata nella medesima localita'. Prescrizioni di carattere ambientale
Compensazione e mitigazione.
Dovra' essere redatto un piano di monitoraggio ambientale a corredo del progetto definitivo, concordato con ARPA Piemonte, al fine di definire nel dettaglio i parametri da rilevare, l'ubicazione dei punti di campionamento, la frequenza dei rilievi da effettuare, la durata dei campionamenti, la strumentazione ed i metodi di analisi da impiegare, l'identificazione di soglie di riferimento per l'individuazione di situazioni anomale e critiche, le modalita' di restituzione dei dati del monitoraggio.
Le barriere antirumore previste dovranno essere ove possibile e a parita' di efficacia del tipo a barriera vegetale.
Dovra' essere curata la riprofilatura delle scarpate e la messa a dimora di vegetazione al fine di garantire una migliore ricucitura con la morfologia esistente e con il contesto naturale.
Dovra' essere chiarita, con adeguati elaborati grafici, l'effettiva entita' dei movimenti di terra previsti e di eventuali opere di contenimento.
Per quanto riguarda l'ecosistema boscato interferito dai tratti a mezza costa e dalle spalle del viadotto, nonche' dal nuovo innesto per il traffico proveniente da Ponte di Nava, dovra' essere predisposto un intervento di reimpianto di vegetazione arboreo-arbustiva, coerente con la vegetazione autoctona, tramite adeguato rilievo della vegetazione interferita.
I tratti in rilevato ed in galleria dovranno essere realizzati con la massima attenzione curando particolarmente il raccordo delle scarpate con il terreno circostante e l'inserimento armonioso delle strutture degli imbocchi delle gallerie con il paesaggio.
Il nuovo tratto di strada lungo la sponda destra del fiume Tanaro dovra' essere mascherato piantando cespugli e soprattutto alberi ad alto fusto simili a quelli esistenti nel bosco limitrofo, cosi' come le barriere antirumore dovra' essere mimetizzate con vegetazione locale.
Il terreno agrario ottenuto dalle operazioni di scotico dovra' essere adeguatamente accantonato, mantenuto e dovra' essere utilizzato nelle operazioni di ripristino ambientale.
Il piano di ripristino ambientale dovra' essere definito massimizzando l'impiego delle tecniche di ingegneria naturalistica.
Dovranno essere previsti interventi a compensazione delle aree disboscate non piu' recuperabili.
Dovra' essere prodotta una caratterizzazione faunistica di maggior dettaglio ai fini del monitoraggio ante, in corso e post-opera.
I tratti in viadotto dovranno essere progettati nelle varie componenti (pile, impalcato, ecc.) usando accorgimenti di alto valore architettonico in modo da consentire l'inserimento nell'ambiente naturale e la sua integrazione con le componenti naturali in corrispondenza degli attacchi a terra.
I materiali provenienti dallo scavo delle gallerie potranno essere utilizzati per formare terrazzamenti da rimodellare coerentemente con l'andamento naturale del terreno e da trattare con vegetazione del tipo esistente.
I tratti di strada dimessi dovranno, qualora non siano utilizzati come collegamenti locali, essere demoliti e si dovra' procedere alla ricostruzione ambientale dei luoghi di giacitura e dell'immediato intorno.
Di valutare la possibilita' di prolungare il viadotto sul Rio Tanelle e di limitare quindi il rilevato nella zona corrispondente dello svincolo di Armo onde evitare il riempimento della valle e la formazione del vasto ripiano destinato alla realizzazione della zona servizi che muterebbe radicalmente i caratteri paesaggistici dell'area. Atmosfera.
Per la definizione delle mitigazioni dell'impatto atmosferico dovra' essere meglio analizzata la prevedibile concentrazione di inquinanti in particolare in corrispondenza dello sbocco della galleria con particolare riferimento ai periodi di flusso di traffico piu' intenso. Rumore e vibrazioni.
Dovra' essere approfonditamente analizzata e risolto in sede di progetto definitivo l'effetto rombo all'uscita della galleria rispetto ai ricettori sensibili.
Nel caso gli approfondimenti sull'impatto acustico individuassero la necessita' di collocare barriere acustiche, si dovra' verificare l'impatto visivo soprattutto se localizzate sul viadotto. Geologia, idrogeologia ed acque superficiali.
Il progetto dovra' essere integrato sotto il profilo idrogeologico, con particolare riferimento a:
verifiche di stabilita';
valutazione del grado di carsismo ed eventuale presenza di organismi carsici di valenza speleologica per i settori che interessano calcari dolomitici;
indicazione del tracciato degli oleodotti presenti nella fascia interessata dal progetto;
approfondimenti di carattere idraulico ed idrogeologico per ogni opera prevista da attuarsi in conformita' ai disposti ed indicazioni tecniche desunte dai piani di bacino stralcio approvati;
attuazione puntuale e completa delle fonti di approviggionamento alternativo per coprire i bacini di utenza delle opere di captazione idropotabile e l'elaborazione dei progetti relativi alle varie ipotesi di approviggionamento idrico idropotabile.
Dovra' essere approfondito lo studio geologico e geomorfologico dell'area di interesse del tracciato in territorio piemontese con descrizione e caratterizzazione anche delle coperture detritiche e delle aree in dissesto (frane, conoidi, aree esondabili).
Dovra' essere approfondito lo studio sull'acquifero contenuto nelle rocce carbonatiche pervenendo alla delimitazione dell'acquifero e del bacino imbrifero di alimentazione; alla definizione della frequenza e delle dimensioni delle cavita' carsiche lungo le quali avviene la circolazione idrica; rilievo della presenza di sorgenti e loro caratterizzazione; misure di portata delle acque intercettate dal foro pilota, perlomeno delle portate massime; stima della portata presumibilmente intercettata dall'allargamento in galleria.
Dovranno essere progettate le opere di collettamento delle acque intercettate dalla galleria, al fine di separarle da quelle provenienti dalla garreggiata e di renderne possibile un utilizzo, anche se futuro, a favore delle comunita' locali piemontesi con modalita' da concordarsi con il gestore del Servizio idrico integrato ambito territoriale ottimale n. 4 cuneese, il quale indichera' le opportune soluzioni operative.
Dovra' essere fornita la caratterizzazione geomeccanica dell'ammasso roccioso delle rocce attraversate dalla galleria e la caratterizzazione geotecnica/geomeccanica dei versanti coinvolti in scavo riporti e dei materiali utilizzati per i rilevati; verifiche di stabilita' di scavi e riporti.
Dovra' essere svolto lo studio idrologico-idraulico delle aree di fondovalle Tanaro con analisi degli effetti sulla dinamica fluviale dell'opera in progetto in relazione alla possibile interferenza con manufatti esistenti.
Dovranno essere analizzate le possibili interferenze dell'opera con il conoide del Rio di Prale e con la dinamica torrentizia.
Dovra' essere svolta una verifica per individuare eventuali cavi irrigui a seguito della quale, e, se necessario, dovranno essere individuate le soluzioni piu' idonee per assicurare la continuita' e la funzionalita' dei cavi irrigui minori per consentire le operazioni di manutenzione agevolmente ed in sicurezza.
Dovranno essere individuati presidi di tutela per evitare contaminazioni delle acque utilizzate anche a scopo irriguo, sia durante la fase di cantiere, sia durante la fase di esercizio della strada.
In corrispondenza dello svincolo per Cantarana, i sottopassi idraulici del rio Prale e del rio della Rocca, oltre che dal punto di vista idraulico, dovranno anche garantire le esigenze di passaggio della fauna vertebrata mediante la collocazione di banchine laterali, i cui criteri costruttivi dovranno essere concordati con l'Osservatorio regionale sulla fauna selvatica - Direzione territorio rurale.
La progettazione definitiva dovra' verificare e documentare nel dettaglio le arginature previste lungo il Tanaro con planimetrie, sezioni e prospetti significativi e relativi particolari costruttivi. Prescrizioni di carattere archeologico Per le caratteristiche delle opere si richiede che venga elaborato con l'ufficio della Soprintendenza per i beni archeologici del Piemonte e della Liguria, un programma di indagini archeologiche di tipo ricognitivo con eventuali accertamenti archeologici. Tali adempimenti serviranno a valutare appieno l'impatto dell'opera sul patrimonio archeologico e orienteranno la progettazione definitiva.
Si dovra' prevedere un'assistenza costante in corso d'opera da parte di operatori specializzati sotto il controllo della Soprintendenza di competenza, al fine di evitare possibili danneggiamenti e consentire l'immediata identificazione di rinvenimenti occasionali.
Si dovra' eseguire una ricognizione archeologica preventiva che dovra' comportare prima lo spoglio bibliografico sotto l'aspetto archeologico del territorio preso in esame, integrato da ricerche di archivio nonche' dall'esame della cartografia storica e tematica moderna e dall'acquisizione ed interpretazione delle foto aeree, e, successivamente, una seconda parte di indagine sul campo di tipo intensivo su tutto il territorio soggetto agli interventi con particolare attenzione alle aree gia' note archeologicamente o maggiormente indiziate. Si segnala la necessita' di comprendere tra le aree da sottoporre a questa verifica anche quelle di deposito per il conferimento degli inerti di risulta dallo scavo delle gallerie. Prescrizioni da ottemperare nella fase di cantiere La viabilita' e le aree di cantiere dovranno essere realizzate con il massimo adattamento plano altimetrico allo stato dei suoli, con minimizzazione di scavi e riporti operando sulla pendenza e sulla lunghezza dei tracciati e sulla localizzazione delle aree a piazzale. Si dovra' altresi' provvedere alla mitigazione delle opere fisse, che dovranno essere sviluppate secondo criteri di ingegneria naturalistica e con la realizzazione di opportuni schermi vegetali.
Il progetto definitivo dovra' prevedere un quadro relativo all'approviggionamento dei materiali di cava che prevedeva l'ottimizzazione dell'impiego delle risorse derivanti dal cantiere; dovranno essere definiti i volumi di materiali/rifiuti inerti prodotti e movimentati, le modalita' operative con particolare riferimento al trasporto di tali materiali/rifiuti inerti, ed al loro eventuale stoccaggio provvisorio a alla destinazione finale.
Per tutte le lavorazioni che saranno realizzate in prossimita' dei corsi d'acqua dovranno essere adottati tutti i provvedimenti necessari per evitare intorbidamenti delle acque e sversamenti accidentali di materiali, in modo da eliminare tutte le possibilita' d'inquinamento delle acque che, nei settori piu' a valle, possono essere utilizzate a scopo irriguo.
Dovra' essere definito un mirato monitoraggio per le aree di cantiere.

----> vedere PLANIMETRIA a pag. 50 della G.U. <----

PARTE II
Raccomandazioni

La verifica di eventuale esecuzione di prospezioni archeologiche «non distruttive» di tipo geofisico con impiego combinato del metodo magnetometrico, di quello geo-elettrico e del geo-radar con particolare attenzione a quelle zone individuate come a rischio archeologico, eventualmente da integrarsi con analisi micromorfologiche, suscettibilita' magnetica e datazioni radiometriche;
La valutazione di eventuale esecuzione di verifiche di controllo archeologico tramite sondaggi e saggi di scavo, comprensivi della documentazione grafica e cartografica, dello studio di tutti i reperti e delle strutture eventualmente rinvenute, di analisi paleobotaniche e micromorfologiche, da attuarsi in quelle zone sulle quali si siano rilevate tracce di strutture o stratigrafie archeologiche.
 
Allegato 2
S.S. 28 «Colle di Nava»

Variante all'abitato di Imperia Aurelia-bis

PRESCRIZIONI E RACCOMANDAZIONI PROPOSTE DAL
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

PARTE I
Prescrizioni

1.1. Prescrizioni da sviluppare nel progetto definitivo. Prescrizioni di carattere tecnico In riferimento al ponte di progetto sul torrente Prino, si dovranno adottare soluzioni in grado di ridurre e quindi ottimizzare l'impatto visivo valutando altresi' la possibilita' di un attraversamento ortogonale dello stesso torrente.
In prossimita' dell'innesto nella s.s. 1 e allo svincolo Aurelia Ovest, si dovra' valutare la possibilita' di eliminare il rilevato quantomeno nella parte iniziale, adattandolo maggiormente alle quote attuali, ovvero, laddove non fosse perseguibile tale proposta, si dovranno verificare soluzioni progettuali atte a consentire una adeguata integrazione tra muro d'argine e rilevato, anche mediante l'utilizzo di piste ciclabili e pedonali.
In prossimita' dello svincolo n. 3 in localita' Caramagna, al fine di alleggerire e ottimizzare l'impatto paesistico dell'opera, relativamente al salto di quota tra il tracciato dell'Aurelia e la quota del terreno attuale, si dovra' valutare la possibilita' di una diversa soluzione che definisca le corsie di innesto e di uscita, sia in termini planimetrici, sia altimetrici, nonche' l'inserimento di bucature in corrispondenza della viabilita' locale, del Torrente Caramagna e delle parti murarie piu' rilevanti.
Relativamente agli svincoli n. 4 di Artallo e n. 5 di Baite', si dovranno adottare soluzioni progettuali piu' semplificate di quelle proposte al fine di ottimizzare gli impatti visivi con il paesaggio.
In fase di progettazione definitiva, gli elaborati grafici dovranno essere modificati in modo da contenere tutti gli elementi atti ad evidenziare l'adeguatezza in termini di innesti e sensi di marcia, il raccordo con il tracciato della s.s. 28. Dovra' essere inoltre eliminato dalla tav. di confronto con la zonizzazione di Piano la deviazione verso la strada a tornanti in zona BC3D.
Riguardo lo svincolo n. 6 in corrispondenza del tracciato della S.S. 28 del Colle di Nava, nella fase di redazione del progetto definitivo al fine di ottimizzare l'impatto dell'opera con il paesaggio, dovra' essere valutata la possibilita' di traslare verso monte il tracciato dell'Aurelia-bis verificando leggermente i raggi di curvatura ed abbassandolo al fine di adattarsi maggiormente alle curve di livello.
Relativamente al viadotto Rio Lagoni/Ciapasso e Rio Mortola, nella fase di redazione del progetto definitivo gli elaborati dovranno specificare e chiarire l'incongruenza rilevata tra la sezione 81 che indica un tratto in rilevato e le planimetrie di progetto che segnalano un viadotto.
Relativamente al tratto compreso tra la galleria Calderina e lo svincolo n. 8 di San Pietro, al fine di ottimizzare l'impatto dell'opera con il paesaggio, si dovranno valutare diverse soluzioni, rispetto a quella attualmente prefigurata (in rilevato), che prevedano una quota piu' bassa o a raso, o ancora una soluzione in parte in trincea e con rilevati laterali aventi funzione di schermo visivo ed acustico, con conseguente riduzione della quota percepita di rilevato e cavalcavia, in corrispondenza della viabilita' esistente.
Relativamente al tratto compreso tra lo svincolo n. 8 di San Pietro e la S.P. Aurelia Est, si ritiene che la soluzione progettuale presentata debba essere oggetto degli approfondimenti richiesti dalla regione Liguria, nonche' dal Ministero per i beni e le attivita' culturali. Si propone pertanto lo stralcio di tale tratto e la riproposizione dello stesso unitamente al progetto definitivo dell'intera infrastruttura, al fine di consentire gli opportuni approfondimenti progettuali riguardanti la tutela e la salvaguardia dei siti archeologici presenti nonche' il superamento dell'interferenza con la esistente linea ferroviaria.
Laddove il progetto preveda la demolizione di immobili dovra' essere prevista la rilocalizzazione o soluzioni alternative che garantiscono la fattibilita' dell'intervento.
La scelta progettuale proposta, e' finalizzata alla salvaguardia dell'area in sponda sinistra. In fase di progettazione definitiva si dovranno comunque adottare soluzioni finalizzate ad ottimizzare l'impatto del ponte sul torrente Prino con il paesaggio della valle.
Nella fase di redazione del progetto definitivo si dovra' ottimizzare la soluzione progettuale relativa al previsto nuovo viadotto sul torrente Impero, al fine di tutelare e salvaguardare quanto piu' possibile l'arcata residua del ponte medioevale situato nella zona;
Riguardo lo svincolo n. 6 in corrispondenza del tracciato della strada statale n. 28 del Colle di Nava, relativamente al tratto sopraelevato rispetto alla quota del terreno, si prescrive di svolgere tutti gli opportuni approfondimenti progettuali, al fine di ridurre ed ottimizzare l'impatto con il paesaggio.
Riguardo il tratto corrispondente allo svincolo Imperia Est, si dovra' valutare ogni possibile accorgimento atto ad ottimizzare la soluzione progettuale prescelta al fine della minore incidenza della stessa sul paesaggio.
Relativamente al tratto compreso tra la galleria Calderina e lo svincolo n. 8 di San Pietro, al fine di ottimizzare l'impatto dell'opera con il paesaggio, si dovranno valutare diverse soluzioni, rispetto a quella attualmente prefigurata (in rilevato), che prevedano una quota piu' bassa o a raso, o ancora una soluzione in parte in trincea e con rilevati laterali aventi funzione di schermo visivo ed acustico, con conseguente riduzione della quota percepita di rilevato e cavalcavia, in corrispondenza della viabilita' esistente.
Relativamente al tratto compreso tra lo svincolo n. 8 di San Pietro e la strada provinciale Aurelia Est, si propone lo stralcio di tale tratto e la riproposizione dello stesso unitamente al progetto definitivo dell'intera infrastruttura, al fine di consentire gli opportuni approfondimenti progettuali riguardanti la tutela e la salvaguardia dei siti archeologici presenti nonche' il superamento dell'interferenza con la esistente linea ferroviaria. Prescrizioni di carattere ambientale Compensazione e mitigazione.
In prossimita' dell'innesto nella s.s. n. 1 e allo svincolo Aurelia Ovest, in merito alla adiacenza della sede stradale alla zona residenziale BS e alla struttura ricettiva all'aria aperta, si dovranno elaborare adeguate soluzioni circa le opere di mitigazione, vista la vicinanza della sede stradale con detti volumi. Rumore e vibrazioni.
Dovranno essere effettuati degli approfondimenti sul comparto rumore per meglio definire tutti i recettori effettivamente impattati e gli interventi mitigativi da allestire presso di essi. Geologia, idrogeologia ed acque superficiali.
Si dovra' elaborare un programma di riuso degli inerti sulla base degli litotipi estratti, al fine di verificare la percentuale recuperabile e riutilizzabile in altro sito e la percentuale oggetto di discarica, indicando altresi' se a tal fine vengano utilizzati siti preferenziali, quali aree di cava, aree che richiedono recupero ambientale o riqualificazione di vecchi siti di discariche. Alla luce delle risultanze di tale programma dovra':
3) essere previsto il recupero della maggiore quantita' possibile dei materiali di risulta costituiti da terre e rocce di scavo e da inerti di sbancamento;
4) essere prevista e garantita la destinazione finale dei rifiuti inerti prodotti che superano la quantita' di 50000 mc, come previsto ai sensi dell'art. 36, comma 6, della legge regionale n. 18/1999, da definire attraverso una apposita intesa con regione e comuni.
Nella fase di studio puntuale che anticipera' il progetto definitivo del previsto tracciato stradale, dovra' essere attuato un preciso confronto con le indicazioni tecnico-normative dei Piani di bacino stralcio in vigore, al fine di rendere tutti gli interventi infrastrutturali pienamente compatibili con i Piani stessi, con particolare riferimento agli interventi di tipo idraulici prioritari del torrente Prino.
Dovranno essere previsti tutti gli opportuni ed indispensabili monitoraggi nelle aree direttamente interessate dal progetto di che trattasi, nonche' in un significativi intorno, al fine di avere un sufficiente sistema di controllo sulle eventuali ripercussioni delle opere previste su tutti i principali parametri territoriali (geologici, idrogeologici, idraulici).
In merito all'elevato numero di attraversamenti dei corsi d'acqua proposti, che rappresentano sempre una interferenza in termini idraulico-ambientali con il corso d'acqua e il suo deflusso naturale, si dovra' verificare che tali opere non aumentino le situazioni di rischio.
Relativamente all'interferenza del tracciato con le aree inondabili, dovra' essere elaborata una valutazione complessiva della compatibilita' idraulica dell'intervento che permetta la valutazione di tutte le conseguenze in termini idraulico-ambientali della realizzazione dell'opera. Si dovra' altresi' verificare la coerenza delle previsioni progettuali della viabilita' con interventi di tipo idraulico prioritari previsti nel Piano di bacino del torrente Prino.
Qualora nel corso dei lavori di scavo delle gallerie si verificassero intercettazioni di falde, dovranno essere adottati gli accorgimenti atti a garantire la sicurezza ed il mantenimento delle condizioni naturali dell'acquifero. Inoltre tali soluzioni dovranno prevedere l'impermeabilizzazione dello scavo delle gallerie ed il drenaggio, il coinvolgimento delle acque verso l'esterno per la ridistribuzione delle stesse a quanti ne hanno subito danno, oppure per la destinazione futura a nuovi utenti. Prescrizioni di carattere archeologico e tutela del patrimonio storico-artistico ed architettonico Si dovra' eseguire una ricognizione archeologica preventiva che dovra' comportare dapprima lo spoglio bibliografico sotto l'aspetto archeologico del territorio preso in esame, integrato da ricerche d'archivio relative a documentazione e/o ritrovamenti, nonche' dall'esame della cartografia storica e tematica moderna e dall'acquisizione ed interpretazione delle foto aeree. Dovra' seguire poi una seconda parte di indagine diretta sul campo mediante « field wolking» di tipo intensivo su tutto il territorio soggetto ad interventi, compresa una fascia di rispetto da determinarsi secondo circostanze, con particolare attenzione alle aree gia' note archeologicamente o maggiormente indiziate per il convergere di dati desunti dalla toponomastica, dalla geomorfologia e dalla cartografia storica. Si dovranno comprendere tra le aree da sottoporre a questa verifica anche quelle di deposito per il conferimento degli inerti di risulta dallo scavo delle gallerie. Al termine di questa fase si dovra' procedere all'individuazione delle diverse gradualita' di rischio archeologico e all'elaborazione di carte tematiche con una georeferenziazione puntuale dei dati archeologici.
Si dovra' valutare l'eventuale esecuzione di prospezioni archeologiche «non distruttive» di tipo geo-fisico con impiego del combinato del metodo magnetometrico, di quello geo-elettrico e del geo-radar con particolare attenzione a quelle zone individuate come a rischio geologico, eventualmente da integrarsi con analisi micromorfologiche, suscettibilita' magnetica e datazioni radiometriche.
Si dovra' valutare l'eventuale esecuzione di verifiche di controllo archeologico tramite sondaggi e saggi di scavo, comprensivi della documentazione grafica e cartografica, dello studio di tutti i reperti e delle strutture eventualmente rinvenute, di analisi paleobotaniche e micromorfologiche, da attuarsi particolarmente in quelle zone che a seguito delle attivita' di ricognizione archeologica e di prospezioni archeologiche «non distruttive», abbiano restituito tracce di strutture o stratigrafiche archeologiche, oppure risultino essere particolarmente indiziate come aree di possibile reperimento delle stesse.
Nel corso della realizzazione della galleria che attraversa la collina di Castelvecchio, relativa al tratto stradale a levante del torrente Impero, si dovranno adottare tutti gli accorgimenti necessari al fine di tutelare i complessi monumentali storici del castello medioevale, il cimitero antico, l'Oratorio dell'Immacolata e il Santuario di Santa Maria Maggiore; tali accorgimenti dovranno essere concordati con le soprintendenze di competenza. 1.2. Prescrizioni da ottemperare in fase di cantiere.
Relativamente all'area di cantierizzazione 1, prevista in prossimita' del casello autostradale di Imperia Ovest, compresa tra lo stesso ed il tornante dello svincolo autostradale, si dovra' valutare la possibilita' di un utilizzo maggiore della porzione di area piu' a monte ( zona di P.R.G.) riducendo l'estensione della parte piu' a valle.
In alternativa alla individuata area di cantierizzazione 2, costituita dall'attuale zona di sosta accessibile dallo svincolo autostradale che dall'adiacente area in oggi olivata, si dovra' verificare la possibilita' di utilizzare lo spazio ricompresso tra il secondo tornante di discesa dello svincolo autostradale riducendo cosi' oltre l'impatto visivo anche i necessari movimenti di terreno.
PARTE II
Raccomandazioni
Nel tratto compreso tra la via Aurelia e lo svincolo autostradale di Imperia, siano adottate soluzioni atte ad evitare trasformazioni della strada per Poggi.
 
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