Gazzetta n. 264 del 10 novembre 2004 (vai al sommario)
MINISTERO DELLE ATTIVITA' PRODUTTIVE
DECRETO 14 settembre 2004, n. 267
Regolamento recante modificazioni al decreto ministeriale 1° giugno 1998, concernente le modalita' di attuazione degli interventi imprenditoriali nelle aree di degrado urbano di comuni metropolitani.

IL MINISTRO DELLE ATTIVITA' PRODUTTIVE
di concerto con
IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Visto l'articolo 14 della legge 7 agosto 1997, n. 266, recante interventi per lo sviluppo imprenditoriale in aree di degrado urbano sociale;
Visto l'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, recante disciplina dell'attivita' di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
Vista la disciplina comunitaria in materia di aiuti di Stato a favore delle piccole medie imprese e d'importanza minore approvata dalla commissione delle Comunita' europee il 20 maggio 1992, aggiornata da quella adottata il 12 gennaio 2001 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale delle Comunita' europee L/10 del 13 gennaio 2001;
Visto il regolamento (CEE) n. 69/01 della commissione del 12 gennaio 2001 in materia di aiuti de minimis, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale delle Comunita' europee serie L/10 del 13 gennaio 2001;
Visto il regolamento concernente le modalita' di attuazione degli interventi imprenditoriali in aree di degrado urbano (decreto ministeriale 1° giugno 1998, n. 225 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 161 del 13 luglio 1998);
Tenuto conto delle problematiche emerse per l'attuazione degli interventi in aree di degrado urbano;
Ritenuto di voler modificare e sostituire il regolamento n. 225/98;
Udito il parere n. 174/04 del Consiglio di Stato espresso dalla sezione consultiva per gli atti normativi nell'adunanza del 26 gennaio 2004;
Vista la comunicazione al Presidente del Consiglio dei Ministri, a norma del citato articolo 17, comma 3, della predetta legge n. 400 del 1988, effettuata con nota n. 12626 del 25 giugno 2004;

Adotta
il seguente regolamento:

Art. 1.
Programma di intervento

1. Fino all'attuazione degli articoli 22 e 23 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 ed ai soli esclusivi fini applicativi del presente regolamento, le amministrazioni dei comuni capoluogo autorizzate a predisporre programmi di intervento per l'attuazione dell'articolo 14 della legge 7 agosto 1997, n. 266, sono, sulla base dell'articolo 17 della legge 8 giugno 1990, n. 142, le seguenti: Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino e Venezia. I programmi di intervento hanno come obiettivo prioritario il superamento di situazioni di crisi socio-ambientale in particolari aree sul territorio amministrato.
2. I programmi di intervento evidenziano:
a) le aree di degrado urbano e sociale;
b) gli indicatori che misurano il degrado socio-economico e ambientale;
c) le attivita' da intraprendere e le azioni prioritarie;
d) le iniziative da finanziare con particolare riferimento a quelle economiche ed imprenditoriali;
e) i soggetti chiamati ad attivare gli interventi programmati;
f) gli obiettivi perseguiti;
g) la durata e il fabbisogno finanziario del programma e delle singole azioni.
3. Le aree di degrado urbano e sociale devono essere geograficamente identificabili e omogenee e presentare indici socio-economici inferiori ai valori medi dell'intero territorio comunale, ovvero essere caratterizzate da crisi socio-ambientali.



Avvertenza:

Le note qui pubblicate sono state redatte
dall'amministrazione competente per materia ai sensi
dell'art. 10, comma 3 del testo unico delle disposizioni
sulla promulgazione delle leggi, sull'emanazione dei
decreti del Presidente della Repubblica e sulle
pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana,
approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n.1092, al solo fine
di facilitare la lettura delle disposizioni di legge alle
quali e' operato il rinvio. Restano invariati il valore e
l'efficacia degli atti legislativi qui trascritti.

Note alle premesse:

- Il testo dell'art. 14 della legge 7 agosto 1997, n.
266, recante interventi per lo sviluppo imprenditoriale in
aree di degrado urbano, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale
11 agosto 1997, n. 186, cosi' recita:
«Art. 14 (Interventi per lo sviluppo imprenditoriale in
aree di degrado urbano). - 1. Al fine di superare la crisi
di natura socio-ambientale in limitati ambiti dei comuni
capoluogo di cui all'art. 17 della legge 8 giugno 1990, n.
142, che presentano caratteristiche di particolare degrado
urbano e sociale, il Ministro dell'industria, del commercio
e dell'artigianato provvede al finanziamento di interventi
predisposti dalle amministrazioni comunali con l'obiettivo
di sviluppare, in tali ambiti, iniziative economiche ed
imprenditoriali.
2. Con decreto del Ministro dell'industria, del
commercio e dell'artigianato, da adottare d'intesa con il
Ministro per la solidarieta' sociale, sono determinati i
criteri e le modalita' per l'attuazione degli interventi di
cui al comma 1 anche per quanto concerne la predisposizione
degli appositi programmi da parte dei comuni. Con il
medesimo decreto possono essere previste agevolazioni di
carattere finanziario connesse ai medesimi interventi,
entro i limiti concordati con l'Unione europea.
3. Per il finanziamento delle iniziative di cui al
presente articolo e' autorizzata la spesa di lire 46
miliardi per il 1997. Tale somma e' trasferita ai comuni di
cui al comma 1, in misura proporzionale alla popolazione
residente.
4. All'onere di cui al comma 3 si provvede mediante
utilizzo delle disponibilita' previste dall'art. 1 del
decreto-legge 23 giugno 1995, n. 244, convertito, con
modificazioni, dalla legge 8 agosto 1995, n. 341.
5. Il Ministro del tesoro e' autorizzato ad apportare,
con proprio decreto, le variazioni di bilancio occorrenti
per l'attuazione del presente articolo.
6. Alla regione Friuli-Venezia Giulia e' trasferita la
potesta' di disciplinare l'ordinamento dell'Ente zona
industriale di Trieste».
- Il testo dell'art. 17, comma 3 della legge 23 agosto
1988, n. 400, recante, disciplina dell'attivita' di Governo
e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri,
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 12 settembre 1988, n.
214, S.O., cosi' recita:
«3. Con decreto ministeriale possono essere adottati
regolamenti nelle materie di competenza del Ministro o di
autorita' sottordinate al Ministro, quando la legge
espressamente conferisca tale potere. Tali regolamenti, per
materie di competenza di piu' Ministri, possono essere
adottati con decreti interministeriali, ferma restando la
necessita' di apposita autorizzazione da parte della legge.
I regolamenti ministeriali ed interministeriali non possono
dettare norme contrarie a quelle dei regolamenti emanati
dal Governo. Essi debbono essere comunicati al Presidente
del Consiglio dei Ministri prima della loro emanazione».
Note all'art. 1:
- Il testo dell'art. 22 del decreto legislativo
18 agosto 2000, n. 267, recante il testo unico delle leggi
sull'ordinamento degli enti locali, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale 28 settembre 2000, n. 227, S.O., e' il
seguente:
«Art. 22 (Aree metropolitane). - 1. Sono considerate
aree metropolitane le zone comprendenti i comuni di Torino,
Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Bari,
Napoli e gli altri comuni i cui insediamenti abbiano con
essi rapporti di stretta integrazione territoriale e in
ordine alle attivita' economiche, ai servizi essenziali
alla vita sociale, nonche' alle relazioni culturali e alle
caratteristiche territoriali.
2. Su conforme proposta degli enti locali interessati
la regione procede entro centottanta giorni dalla proposta
stessa alla delimitazione territoriale dell'area
metropolitana. Qualora la regione non provveda entro il
termine indicato, il Governo, sentita la Conferenza
unificata di cui all'art. 8 del decreto legislativo
28 agosto 1997, n. 281, invita la regione a provvedere
entro un ulteriore termine, scaduto il quale procede alla
delimitazione dell'area metropolitana.
3. Restano ferme le citta' metropolitane e le aree
metropolitane definite dalle regioni a statuto speciale.».
- Il testo dell'art. 23 del decreto legislativo
18 agosto 2000, n. 267, recante il testo unico delle leggi
sull'ordinamento degli enti locali, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale 28 settembre 2000, n. 227, S.O., e' il
seguente:
«Art. 23 (Citta' metropolitane). - 1. Nelle aree
metropolitane di cui all'art. 22, il comune capoluogo e gli
altri comuni ad esso uniti da contiguita' territoriale e da
rapporti di stretta integrazione in ordine all'attivita'
economica, ai servizi essenziali, ai caratteri ambientali,
alle relazioni sociali e culturali possono costituirsi in
citta' metropolitane ad ordinamento differenziato.
2. A tale fine, su iniziativa degli enti locali
interessati, il sindaco del comune capoluogo e il
presidente della provincia convocano l'assemblea dei
rappresentanti degli enti locali interessati. L'assemblea,
su conforme deliberazione dei consigli comunali, adotta una
proposta di statuto della citta' metropolitana, che ne
indichi il territorio, l'organizzazione, l'articolazione
interna e le funzioni.
3. La proposta di istituzione della citta'
metropolitana e' sottoposta a referendum a cura di ciascun
comune partecipante, entro centottanta giorni dalla sua
approvazione. Se la proposta riceve il voto favorevole
della maggioranza degli aventi diritto al voto espressa
nella meta' piu' uno dei comuni partecipanti, essa e'
presentata dalla regione entro i successivi novanta giorni
ad una delle due Camere per l'approvazione con legge.
4. All'elezione degli organi della citta' metropolitana
si procede nel primo turno utile ai sensi delle leggi
vigenti in materia di elezioni degli enti locali.
5. La citta' metropolitana, comunque denominata,
acquisisce le funzioni della provincia; attua il
decentramento previsto dallo statuto, salvaguardando
l'identita' delle originarie collettivita' locali.
6. Quando la citta' metropolitana non coincide con il
territorio di una provincia, si procede alla nuova
delimitazione delle circoscrizioni provinciali o
all'istituzione di nuove province, anche in deroga alle
previsioni di cui all'art. 21, considerando l'area della
citta' come territorio di una nuova provincia. Le regioni a
statuto speciale possono adeguare il proprio ordinamento ai
principi contenuti nel presente comma.
7. Le disposizioni del comma 6 possono essere applicate
anche in materia di riordino, ad opera dello Stato, delle
circoscrizioni provinciali nelle regioni a statuto speciale
nelle quali siano istituite le aree metropolitane previste
dalla legislazione regionale.».
- Per il testo dell'art. 14 della legge 7 agosto 1997,
n. 266, recante interventi per lo sviluppo imprenditoriale
in aree di degrado urbano, pubblicata nella Gazzetta
Ufficiale 11 agosto 1997, n. 186, vedasi le note alle
premesse.
- La legge 8 giugno 1990, n. 142, recante ordinamento
delle autonomie locali, e' pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale 12 giugno 1990, n. 135, S.O.



 
Art. 2.
Presentazione dei programmi di intervento e obbligo di relazione

1. Le amministrazioni comunali di cui all'articolo 1 che intendono realizzare progetti di investimento nelle aree di degrado urbano e sociale, trasmettono ai fini del trasferimento delle risorse di cui all'articolo 8, comma 1, entro centoventi giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministro delle attivita' produttive, di cui allo stesso articolo 8, comma 1, i relativi programmi di intervento sia al Ministero delle attivita' produttive che al Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
2. Eventuali variazioni del programma originario devono essere tempestivamente comunicate al Ministero delle attivita' produttive e al Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
3. I comuni hanno l'obbligo di trasmettere al Ministero delle attivita' produttive e al Ministero del lavoro e delle politiche sociali una relazione entro il mese di gennaio di ciascun anno, sullo stato di attuazione degli interventi previsti nonche' una relazione finale sulla realizzazione dei programmi ammessi alle agevolazioni nell'esercizio immediatamente precedente.
4. Le relazioni devono essere accompagnate da schede tecniche, redatte dai comuni in accordo con il Ministero delle attivita' produttive, di rilevazione qualitativa e quantitativa dei dati e degli elementi oggetto del monitoraggio degli interventi realizzati con il programma.
 
Art. 3.
Azioni finanziabili

1. I programmi di intervento presentati dai comuni possono includere il finanziamento delle seguenti azioni:
a) animazione economica, assistenza tecnica per la progettazione ed avvio di iniziative imprenditoriali, promozione per la partecipazione di imprese a fiere;
b) interventi formativi riguardanti l'auto impiego e la creazione di impresa;
c) costituzione di incubatori di nuova imprenditorialita';
d) animazione e assistenza tecnica alla costituzione di consorzi e imprese miste con partecipazione maggioritaria di imprese localizzate nell'area di intervento;
e) interventi per sviluppare l'associazionismo economico, a cooperazione aziendale;
f) interventi per la creazione di servizi nel campo dell'assistenza tecnica e manageriale, della sperimentazione, della qualita' e dell'informazione a favore delle imprese;
g) interventi per la tutela delle condizioni di lavoro e la salvaguardia dell'ambiente;
h) partecipazione o costituzione di fondi di garanzia fidi da destinare alle finalita' previste dal presente regolamento;
i) interventi su immobili a disponibilita' pubblica e infrastrutture strettamente funzionali al potenziamento e/o all'insediamento di nuove iniziative imprenditoriali o di servizi a sostegno dell'impresa.
 
Art. 4.
Agevolazioni alle piccole imprese

1. Alle piccole imprese, a fronte delle spese sostenute per la realizzazione dei progetti nelle aree di degrado urbano, sono concesse agevolazioni non superiori al limite degli aiuti de minimis, cosi' come definito dalla commissione dell'Unione europea con regolamento n. 69/2001 che ha stabilito il massimale in 100.000 euro su un periodo di tre anni.
2. Le amministrazioni comunali concedono e liquidano contributi di cui al comma 1, commisurati ai costi ammissibili alle agevolazioni secondo le seguenti misure massime espresse in equivalente sovvenzione lordo (ESL) che e' il rapporto tra il valore dell'agevolazione, al lordo di eventuali imposte gravanti su di essa e l'importo dei costi agevolati effettivamente sostenuti: ambedue gli importi, quello dell'agevolazione concessa e quello dei costi sostenuti, sono attualizzati all'anno solare di avvio a realizzazione del programma. L'agevolazione e' nei limiti del:
a) 65% per le aree depresse come definite dall'articolo 27, comma 16 della legge 22 dicembre 1999, n. 488 e riguardano quelle individuate dalla commissione delle Comunita' europee come ammissibili agli interventi dei fondi strutturali, obiettivi 1 e 2, quelle ammesse ai sensi dell'articolo 6 del regolamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio del 21 giugno 1999 al sostegno transitorio (S.T.) a titolo degli obiettivi 1 e 2 (ivi compresi i territori gia' dell'obiettivo 5b) e quelle rientranti nella fattispecie di cui all'articolo 87.3.c del trattato dell'Unione europea;
b) 50% per le restanti zone.
Per i contributi, concessi alle imprese per la produzione e per gli investimenti, i comuni provvederanno ad adeguare i propri interventi a carico delle risorse finanziarie trasferite secondo le modalita' e criteri indicati dall'articolo 72, comma 2 della legge finanziaria 2003 (legge 27 dicembre 2002, n. 289).
3. Le amministrazioni comunali, possono altresi' concedere alle piccole imprese, per la realizzazione dei progetti nelle aree di degrado urbano, le agevolazioni nei limiti di cui al comma 1 secondo ulteriori modalita', quali contributi in conto interessi su finanziamenti deliberati da banche, finanziamenti agevolati attraverso l'istituzione di fondi di rotazione nonche' sgravi su imposte locali e garanzie fidi sul fondo istituito ai sensi dell'articolo 3, comma 1, lettera h).
4. L'impresa e' tenuta a dichiarare nella domanda di agevolazione di non aver ottenuto o chiesto per le stesse spese altre agevolazioni e di impegnarsi a non richiederle per il futuro.
5. Ai fini della concessione delle agevolazioni si applicano le limitazioni ed i divieti previsti dalle disposizioni dell'Unione europea relative alla disciplina degli aiuti di Stato alle imprese.
6. I soggetti beneficiari delle agevolazioni, di cui al presente articolo, sono le piccole imprese, ivi comprese le cooperative di produzione e lavoro e le imprese sociali di cui alla legge 8 novembre 1991, n. 381 (disciplina delle cooperative sociali), che alla data di chiusura del bando per la presentazione delle domande di agevolazione rientrano nei limiti individuati nell'ambito del regime agevolativo di cui all'articolo 1, comma 2 del decreto-legge 22 ottobre 1992, n. 415, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 dicembre 1992, n. 488.



Note all'art. 4:
- Il regolamento (CEE) 69/2001 della Commissione del
12 gennaio 2001, in materia di aiuti de minimis e'
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale delle Comunita' europee
serie L/10 del 13 gennaio 2001.
- Il testo dell'art. 27, comma 16 della legge
23 dicembre 1999, n. 488, recante disposizioni per la
formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato
(legge finanziaria 2000), pubblicata nella Gazzetta
Ufficiale 27 dicembre 1999, n. 302, S.O., che aggiunge la
lettera a-bis) all'art. 1, comma 1, decreto-legge
8 febbraio 1995, n. 32, cosi' recita:
«a-bis) Per "aree depresse" a decorrere dal 1° gennaio
2000, quelle individuate dalla Commissione delle Comunita'
europee come ammissibili agli interventi dei fondi
strutturali, obiettivi 1 e 2, quelle ammesse, ai sensi
dell'art. 6 del regolamento (CE) n. 1260/1999 del
Consiglio, del 21 giugno 1999, al sostegno transitorio a
titolo degli obiettivi 1 e 2 e quelle rientranti nelle
fattispecie dell'art. 87, paragrafo 3, lettera c), del
Trattato che istituisce la Comunita' europea, come
modificato dal Trattato di Amsterdam, di cui alla legge
16 giugno 1998, n. 209, previo accordo con la Commissione,
nonche', ferme restando le limitazioni previste dalla
normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato, la
regione Abruzzo. Con la stessa decorrenza dal 1° gennaio
2000 e con le stesse limitazioni in materia di aiuti di
Stato:
1) il richiamo contenuto in disposizioni di legge e
di regolamento ai territori dell'obiettivo 1 deve
intendersi riferito anche alle regioni Abruzzo e Molise;
2) il richiamo ai territori dell'obiettivo 2 deve
intendersi riferito anche alle aree ammesse, ai sensi
dell'art. 6 del regolamento (CE) n. 1260/1999 del
Consiglio, del 21 giugno 1999, al sostegno transitorio a
titolo dell'obiettivo 2;
3) il richiamo ai territori dell'obiettivo 5-b deve
intendersi riferito alle aree ammesse, ai sensi dell'art. 6
del regolamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio, del
21 giugno 1999, al sostegno transitorio a titolo
dell'obiettivo 2;».
- Il testo dell'art. 6 del regolamento (CE) 21 giugno
1999, n. 1260, del Consiglio recante disposizioni generali
sui Fondi strutturali, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
della Comunita' europea 26 giugno 1999, n. L 161. Entrato
in vigore il 29 giugno 1999, cosi' recita:
«Art. 6 (Sostegno transitorio). - 1. In deroga all'art.
3, le regioni cui si applica, nel 1999, l'obiettivo n. 1 in
virtu' del regolamento (CEE) n. 2052/88 e che non figurano
all'art. 3, paragrafo 1, secondo comma e paragrafo 2 del
presente regolamento, beneficiano a titolo transitorio del
sostegno dei Fondi nel quadro dell'obiettivo n. 1, dal
1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2005.
All'atto dell'adozione dell'elenco di cui all'art. 3,
paragrafo 2, la Commissione stabilisce, secondo le
disposizioni dell'art. 4, paragrafi 5 e 6, l'elenco delle
zone di livello NUTS III appartenenti a tali regioni che
beneficiano a titolo transitorio, per il 2006, del sostegno
dei Fondi nel quadro dell'obiettivo n. 1.
Tuttavia nell'ambito del limite di popolazione delle
zone di cui al secondo comma e nel rispetto dell'art. 4,
paragrafo 4, secondo comma, la Commissione, su proposta di
uno Stato membro, puo' sostituire tali zone con zone di
livello NUTS III o inferiori a questo livello che fanno
parte di quelle regioni che soddisfano i criteri dell'art.
4, paragrafi da 5 a 9.
Le zone appartenenti alle regioni che non figurano
nell'elenco di cui al secondo e al terzo comma continuano a
beneficiare, nel 2006, del sostegno dell'FSE, dello SFOP e
del FEAOG, sezione "orientamento", esclusivamente,
nell'ambito del medesimo intervento.
2. In deroga all'art. 4, le regioni cui si applicano
nel 1999 gli obiettivi n. 2 e n. 5b in virtu' del
regolamento (CEE) n. 2052/88 e che non figurano nell'elenco
di cui all'art. 4, paragrafo 4 del presente regolamento
beneficiano, a titolo transitorio, dal 1° gennaio 2000 al
31 dicembre 2005, del sostegno del FESR nel quadro
dell'obiettivo n. 2, in virtu' del presente regolamento.
Dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2006, tali zone
beneficiano del sostegno dell'FSE nel quadro dell'obiettivo
n. 3 alla stregua delle zone cui si applica l'obiettivo n.
3, nonche' del sostegno del FEAOG, sezione "garanzia" nel
quadro del sostegno allo sviluppo rurale e dello SFOP nel
quadro delle sue azioni strutturali nel settore della pesca
nelle regioni non coperte dall'obiettivo n. 1».
- Il testo dell'art. 72, comma 2 della legge
27 dicembre 2002, n. 289 (legge finanziaria 2003), recante
disposizioni per la formazione del bilancio annuale e
pluriennale dello Stato, pubblicata nella Gazzetta
Ufficiale 31 dicembre 2002, n. 305, S.O., cosi' recita:
«2. I contributi a carico dei Fondi di cui al comma 1,
concessi a decorrere dal 1° gennaio 2003, sono attribuiti
secondo criteri e modalita' stabiliti dal Ministro
dell'economia e delle finanze, d'intesa con il Ministro
competente, sulla base dei seguenti principi:
a) l'ammontare della quota di contributo soggetta a
rimborso non puo' essere inferiore al 50 per cento
dell'importo contributivo;
b) la decorrenza del rimborso inizia dal primo
quinquennio dalla concessione contributiva, secondo un
piano pluriennale di rientro da ultimare comunque nel
secondo quinquennio;
c) il tasso d'interesse da applicare alle somme
rimborsate viene determinato in misura non inferiore allo
0,50 per cento annuo.».
- La legge 8 novembre 1991, n. 381, recante, disciplina
delle cooperative sociali, e' pubblicata nella Gazzetta
Ufficiale 3 dicembre 1991, n. 283.
- Il testo dell'art. 1, comma 2, del decreto-legge
22 ottobre 1992, n. 415, convertito in legge, con
modificazioni, dalla legge 19 dicembre 1992, n. 488,
recante modifiche della legge 1° marzo 1986, n. 64, in tema
di disciplina organica dell'intervento straordinario nel
Mezzogiorno, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 22 ottobre
1992, n. 249, cosi' recita:
«2. Il Comitato interministeriale per la programmazione
economica (CIPE) e il Comitato interministeriale per il
coordinamento della politica industriale (CIPI),
nell'ambito delle rispettive competenze, entro sessanta
giorni dalla data di entrata in vigore della legge di
conversione del presente decreto, previa determinazione di
indirizzo del Consiglio dei Ministri, definiscono le
disposizioni per la concessione delle agevolazioni, sulla
base dei seguenti criteri:
a) le agevolazioni sono calcolate in "equivalente
sovvenzione netto" secondo i criteri e nei limiti massimi
consentiti dalla vigente normativa della Comunita'
economica europea (CEE) in materia di concorrenza e di
aiuti regionali;
b) la graduazione dei livelli di sovvenzione deve
essere attuata secondo un'articolazione territoriale e
settoriale e per tipologia di iniziative che concentri
l'intervento straordinario nelle aree depresse del
territorio nazionale, anche in riferimento alle particolari
condizioni delle aree montane, nei settori a maggiore
redditivita' anche sociale identificati nella stessa
delibera;
c) le agevolazioni debbono essere corrisposte
utilizzando meccanismi che garantiscano la valutazione
della redditivita' delle iniziative ai fini della loro
selezione, evitino duplicazioni di istruttorie, assicurino
la massima trasparenza mediante il rispetto dell'ordine
cronologico nell'esame delle domande ed il ricorso a
sistemi di monitoraggio e, per le iniziative di piccole
dimensioni, maggiore efficienza mediante il ricorso anche a
sistemi di tutoraggio;
d) gli stanzianenti individuati dal CIPI per la
realizzazione dei singoli contratti di programma e gli
impegni assunti per le agevolazioni industriali con
provvedimento di concessione provvisoria non potranno
essere aumentati in relazione ai maggiori importi
dell'intervento finanziario risultanti in sede di
consuntivo.».



 
Art. 5.
Spese ammissibili alle agevolazioni

1. Sono ammesse alle agevolazioni di cui all'articolo 4 le spese, al netto dell'IVA, comunque connesse alla realizzazione del progetto. Tali spese possono riguardare:
a) studi di fattibilita', progettazione esecutiva, direzione lavori, servizi di consulenza e assistenza nel limite del dieci per cento del programma di investimenti;
b) acquisto brevetti, realizzazione di sistema di qualita', certificazione di qualita', ricerca di sviluppo;
c) opere murarie e/o lavori assimilati, comprese quelle per l'adeguamento funzionale dell'immobile per la ristrutturazione dei locali;
d) impianti, macchinari e attrezzature nuovi di fabbrica;
e) sistemi informativi integrati per l'automazione, impianti automatizzati o robotizzati, acquisto di software per le esigenze produttive e gestionali dell'impresa;
f) introduzione investimenti atti a consentire che l'impresa operi nel rispetto di tutte le norme di sicurezza dei luoghi di lavoro dipendente, dell'ambiente e del consumatore.
2. Per le nuove imprese l'amministrazione comunale puo' concedere agevolazioni a fronte delle spese sostenute dall'impresa in conto gestione per un periodo continuativo di attivita' non superiore a ventiquattro mesi.
3. Le spese di gestione agevolabili sono quelle documentate e relative: alle spese per materie prime, semilavorati, prodotti finiti; alle spese di locazione; alle spese per formazione e qualificazione del personale; alle spese per prestazione di servizi. Restano escluse le spese di gestione relative al personale nonche' ai rimborsi ai soci.
4. Le spese di cui al comma 1 sono agevolate se effettuate successivamente alla data di presentazione della domanda di contributo ad eccezione di quelle relative alla progettazione, studi di fattibilita' economico-finanziaria e di valutazione dell'impatto ambientale che risultino effettuate entro i sei mesi precedenti alla data della domanda.
5. L'ultimazione del progetto deve avvenire non oltre ventiquattro mesi dalla data del provvedimento di concessione dell'agevolazione; non sono ammessi alle agevolazioni i pagamenti effettuati successivamente a detta data.
6. La data di effettuazione della spesa e' quella del relativo titolo a prescindere dall'effettivo pagamento.
7. L'amministrazione comunale puo' prevedere la concessione di agevolazioni, nel limite di cui all'articolo 4, comma 1, per l'acquisto di beni con locazione finanziaria.
 
Art. 6. Modalita' di presentazione della domanda di agevolazione delle
piccole imprese

1. Le amministrazioni comunali stabiliscono le informazioni che devono essere contenute nella domanda di concessione e liquidazione dei contributi, nonche' le documentazioni, le dichiarazioni e le certificazioni da inviare a corredo della domanda.
2. Il Comune provvede direttamente all'istruttoria delle domande di cui al comma 1 ovvero assegna l'incarico dell'istruttoria ad un soggetto esterno prestatore di servizi scelto ai sensi del successivo articolo 8, comma 3.
3. I criteri e le modalita' per la selezione delle domande di contributo sono determinati e adeguatamente pubblicizzati da parte dell'amministrazione comunale.
4. Il Comune puo' stabilire per l'approvazione delle domande delle priorita' attinenti l'attivita' economica e/o l'assunzione, entro limiti percentuali, di lavoratori tra le persone domiciliate o comunque residenti nell'area di degrado.
5. L'istruttoria per la concessione del contributo e' conclusa entro centoventi giorni dalla data di chiusura del bando per la presentazione della domanda di agevolazione.
6. Le agevolazioni sono concesse tenuto conto della compatibilita' dei progetti con le caratteristiche socio-economiche dell'area di intervento, dell'affidabilita' del piano finanziario delle iniziative, della validita' sotto il profilo tecnico del progetto e della potenzialita' del mercato di riferimento.
7. Tra le modalita' di erogazione del contributo puo' essere prevista la liquidazione delle anticipazioni nella misura massima del quaranta per cento.
8. Il Comune puo' approvare, su domanda del beneficiario dell'agevolazione, variazioni del progetto e deve altresi' indicare nel bando e nel provvedimento di concessione per quali variazioni l'agevolazione viene revocata.
9. Il saldo del contributo a seguito della realizzazione del progetto di investimento e' erogato dopo le verifiche sulle spese, entro centoventi giorni dalla data di ricezione della documentazione necessaria prodotta dal beneficiario.
 
Art. 7.
Revoche e controlli

1. I soggetti beneficiari delle agevolazioni sono tenuti a fornire le informazioni richieste dall'amministrazione comunale incaricata delle verifiche e dei controlli.
2. L'amministrazione comunale puo' disporre la revoca del contributo, oltre che nell'ipotesi di cui all'articolo 6, comma 8, per inosservanza degli obblighi previsti nel presente decreto e nel provvedimento di concessione.
3. Le agevolazioni sono revocate nel caso in cui i beni oggetto dell'agevolazione sono ceduti o alienati nei tre anni successivi alla data in cui ha avuto termine il progetto.
4. Le somme da restituire, da parte del soggetto agevolato, sono rivalutate sulla base degli indici ISTAT dei prezzi al consumo delle famiglie di operai e impiegati e maggiorate del tasso legale.
5. Il Ministro delle attivita' produttive d'intesa con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali puo' revocare il trasferimento dei fondi assegnati ai Comuni, di cui al comma 1 dell'articolo 1, dopo l'approvazione dei programmi nei casi in cui:
a) i programmi non risultano posti in esecuzione dopo sei mesi dall'approvazione del programma da parte dei comuni medesimi;
b) risultano attuate, in tutto o in parte, iniziative difformi dai programmi stessi. Nel caso di difformita' parziali quando queste non alterino i programmi e le finalita' ad essi collegate, la revoca puo' essere disposta soltanto con riferimento alle parti difformi.
 
Art. 8.
Disponibilita' finanziarie

1. Con decreto del Ministro delle attivita' produttive, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, sono ripartite annualmente tra i Comuni - sulla base delle risorse di cassa disponibili - in misura proporzionale alla popolazione residente, le disponibilita' stanziate per gli interventi di cui all'articolo 14 della legge 7 agosto 1997, n. 266.
2. Le somme di cui al comma 1, sulla base delle risorse di cassa disponibili, affluiscono al bilancio comunale e l'amministrazione competente provvede all'istituzione di un apposito capitolo di spesa con contabilita' separata. Allo stesso capitolo possono affluire eventuali risorse proprie del Comune ovvero quelle assegnate da legge regionale o nazionale o da regolamento comunitario per le attivita' di programmi volti al risanamento di aree di degrado urbano e sociale.
3. I Comuni devono destinare una quota non inferiore al sessanta per cento delle disponibilita' finanziarie assegnate alla concessione di agevolazioni alle imprese di cui all'articolo 4. La quota parte delle risorse residue e' assegnata agli interventi per l'attuazione delle azioni di cui all'articolo 3. Il Comune per le attivita' di cui all'articolo 3 nonche' del comma 2 dell'articolo 6 puo' avvalersi di soggetti esterni stipulando a tal fine appositi contratti con procedure di scelta ad evidenza pubblica.
4. Le spese di cui all'articolo 2 sostenute dal Comune per l'elaborazione e la gestione del programma sono poste a carico delle risorse assegnate agli investimenti per l'attuazione dell'articolo 3 nel limite massimo del 3 per cento delle risorse stesse. Le spese sostenute dal comune per le attivita' di promozione e di pubblicizzazione dei bandi nonche' le spese per l'istruttoria e la valutazione delle domande, per le verifiche e per i controlli, per gli interventi di cui al comma 4 dell'articolo 2 sono poste a carico delle risorse assegnate alla concessione delle agevolazioni alle imprese nel limite massimo dell'8 per cento delle stesse.
5. Le disponibilita' di cui al comma 3 relative all'espletamento delle azioni di cui all'articolo 3 che non risultano essere state assegnate, nei tre esercizi successivi all'anno in cui con decreto del Ministro delle attivita' produttive sono state ripartite le risorse da trasferire per gli interventi ai sensi dell'articolo 14 della legge 7 agosto 1997, n. 266, a soggetti giuridici che devono realizzare le opere o fornire servizi, sono restituite al Ministero salvo una proroga al predetto termine - fino al massimo di un anno - su motivata istanza da parte del Comune.
6. Le disponibilita' di cui al comma 3, relative alla concessione delle agevolazioni alle imprese, che non risultano essere state assegnate nei due esercizi successivi all'anno in cui, con decreto del Ministro delle attivita' produttive, sono state ripartite le risorse da trasferire per gli interventi ai sensi dell'articolo 14 della legge 7 agosto 1997, n. 266, sono restituite al Ministero. Questi, su motivata istanza del Comune, puo' concedere una proroga al predetto termine per un massimo di un anno.
7. Le somme per interessi e rimborsi di cui al comma 1 dell'articolo 7 non impegnate entro il secondo anno dalla chiusura dell'esercizio nel quale si e' prodotta la disponibilita' delle somme stesse sono restituite al Ministero delle attivita' produttive. La relativa contabilizzazione deve essere effettuata nell'anno in cui si verifica il pagamento.
8. Il Ministero delle attivita' produttive provvede ad informare annualmente i Comuni delle somme restituite di cui ai commi 5, 6 e 7 e su loro domanda provvede ad assegnare le disponibilita' in misura proporzionale ai costi dei progetti non ammessi alle agevolazioni per mancanza di fondi nel biennio precedente.



Nota all'art. 8:
- Per il testo dell'art. 14 della legge 7 agosto 1997,
n. 266, recante interventi per lo sviluppo imprenditoriale
in aree di degrado urbano, pubblicata nella Gazzetta
Ufficiale 11 agosto 1997, n. 186, vedasi le note alle
premesse.



 
Art. 9.
Disposizioni finali

1. Dalla data di entrata in vigore del presente regolamento e' abrogato il decreto 1° giugno 1998, n. 255, del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato di intesa con il Ministro per la solidarieta' sociale.
2. Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Roma, 14 settembre 2004

Il Ministro
delle attivita' produttive
Marzano
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali
Maroni

Visto, il Guardasigilli: Castelli Registrato alla Corte dei conti il 26 ottobre 2004 Ufficio di controllo atti Ministeri delle attivita' produttive, registro n. 4, foglio n. 356



Nota all'art. 9:
- Il decreto del Ministro dell'industria, del commercio
e dell'artigianato di intesa col Ministro per la
solidarieta' sociale 1° giugno 1998, n. 225, recante
regolamento concernente modalita' di attuazione degli
interventi imprenditoriali in aree di degrado urbano e'
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 13 luglio 1998, n. 161.



 
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