Gazzetta n. 124 del 28 maggio 2004 (vai al sommario)
MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI
DECRETO 7 maggio 2004
Piano nazionale della pesca e dell'acquacoltura per l'anno 2004.

IL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI
Vista la legge 14 luglio 1965, n. 963, recante disciplina della pesca marittima;
Vista la legge 17 febbraio 1982, n. 41, e successive modificazioni, recante il Piano per la razionalizzazione e lo sviluppo della pesca marittima;
Visto il decreto ministeriale 25 maggio 2000, concernente l'adozione del VI Piano nazionale della pesca e dell'acquacoltura 2000-2002, pubblicato nel supplemento ordinario n. 121 alla Gazzetta Ufficiale n. 174 del 27 luglio 2000;
Visto il decreto ministeriale 5 novembre 2001, recante la delega di attribuzioni del Ministro delle politiche agricole e forestali, per taluni atti di competenza dell'amministrazione, al Sottosegretario di Stato on.le Paolo Scarpa Bonazza Buora;
Vista la legge 24 dicembre 2003, n. 350, recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2004), pubblicata nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 299 del 27 dicembre 2003, n. 196/L, con particolare riferimento all'art. 4, commi 29 e 30, che, nelle more dell'adozione dei decreti legislativi previsti dalle leggi 7 marzo 2003, n. 38, e 5 giugno 2003, n. 131, sancisce, in deroga agli articoli 1 e 2 della legge 17 febbraio 1982, n. 41, l'adozione del Piano nazionale della pesca e dell'acquacoltura per l'anno 2004;
Vista la comunicazione della Commissione europea al Consiglio e al Parlamento europeo COM (2002) 535 def del 9 ottobre 2002 relativa ad un Piano d'azione comunitario per la conservazione e lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel Mar Mediterraneo nell'ambito della politica comune della pesca;
Ritenuto di provvedere alla programmazione dei fondi disponibili a sostegno del Piano nazionale della pesca;
Decreta:
Articolo unico
In attuazione della legge 24 dicembre 2003, n. 350, recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2004), con particolare riferimento all'art. 4, commi 29 e 30, e' approvato l'allegato Piano nazionale della pesca e dell'acquacoltura per l'anno 2004.
Per l'attuazione del Piano sono utilizzati:
gli stanziamenti resi disponibili dalla legge finanziaria 2004 e nelle pertinenti tabelle allegate alla medesima legge finanziaria;
le somme disponibili sul fondo centrale per il credito peschereccio provenienti dal pagamento delle rate scadute di ammortamento dei mutui.
Il presente decreto sara' inviato alla Corte dei conti per la registrazione ed entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Roma, 7 maggio 2004
Il Ministro: Alemanno Regiostrato alla Corte dei conti il 24 maggio 2004 Ufficio di controllo atti Ministeri delle attivita' produttive, registro n. 3, foglio n. 100
 
Allegato
PIANO NAZIONALE DELLA PESCA E DELL'ACQUACOLTURA PER L'ANNO 2004
(ex lege n. 350/2003 - finanziaria 2004 - art. 4, commi 29 e 30)

Quadro normativo ed istituzionale di riferimento.
Il quadro legislativo e regolamentare in materia di pesca e acquacoltura e' decisamente complesso poiche' rispecchia il sistema gestionale di «multilivello» che individua fonti di diritto diverse: la Comunita' europea, le commissioni internazionali, lo Stato italiano, le regioni e le province autonome.
Il Ministero delle politiche agricole e forestali, tramite la direzione generale per la pesca e l'acquacoltura, in relazione alle funzioni amministrative di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 450/2000 e decreto ministeriale 15 marzo 2002, deve assicurare la corretta applicazione della pluralita' di norme al fine di garantire l'unitario raggiungimento degli obiettivi cui tendono le diverse fonti di diritto.
In realta', il sistema multilivello mostra una convergenza di intenti discendente da un principio internazionalmente riconosciuto: le risorse biologiche, oggetto di attivita' di pesca e di acquacoltura, sono un bene comune rinnovabile sottoposto a regole gestionali sovranazionali.
Posto questo principio-base, le molteplici configurazioni di interessi pubblici da perseguire sono riconducibili agli obiettivi generali di tutela delle risorse ittiche, sviluppo sostenibile delle attivita' produttive, sicurezza alimentare e tutela del consumatore.
Sulla base degli studi scientifici multidisciplinari applicati al settore, devono essere individuati e predisposti, in funzione degli obiettivi generali, gli interventi specifici che trovano l'adeguata realizzazione solo attraverso un'efficace sinergia tra i diversi livelli dell'amministrazione pubblica, le associazioni delle cooperative della pesca, delle imprese di pesca e di acquacoltura, e le organizzazioni nazionali sindacali dei lavoratori che rappresentano le varie realta' del settore.
Il Piano nazionale della pesca e dell'acquacoltura deve, dunque, individuare le linee strategiche per il coordinamento, la ristrutturazione e lo sviluppo del settore, indicando il programma per la realizzazione degli interventi, principalmente volti alla valorizzazione della produzione ittica e alla sostenibilita' economica e sociale, con le relative disponibilita' finanziarie applicabili.
Per la gestione del settore nell'anno 2004, la legge 24 dicembre 2003, n. 350 - legge finanziaria 2004, confermando l'orientamento finanziario precedente (art. 69 della legge n. 289/2002 - finanziaria 2003), ha disposto all'art. 4, commi 29 e 30, quanto segue:
«29. Nelle more dell'adozione dei decreti legislativi previsti dalla legge 5 giugno 2003, n. 131, e dalla legge 7 marzo 2003, n. 38, gli interventi in favore del settore ittico di cui alla legge 17 febbraio 1982, n. 41, sono realizzati dallo Stato, dalle regioni e dalle province autonome limitatamente alle rispettive competenze previste dalla parte IV del VI piano nazionale della pesca e dell'acquacoltura adottato con decreto ministeriale 25 maggio 2000 del Ministro delle politiche agricole e forestali, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 174 del 27 luglio 2000.
30. Entro il 28 febbraio 2004, in attuazione di quanto previsto al comma 29 e in deroga alle disposizioni di cui agli articoli 1 e 2 della legge 17 febbraio 1982, n. 41, e successive modificazioni, con decreto del Ministro delle politiche agricole e forestali e' approvato il piano nazionale della pesca e dell'acquacoltura per l'anno 2004.».
La finanziaria 2004 ha, dunque, innanzitutto considerato che la riforma giuridico-istituzionale del settore della pesca e dell'acquacoltura e' collegata all'esplicazione da parte del Governo, nel corrente anno, delle deleghe ricevute dalle leggi 7 marzo 2003, n. 38, e 5 giugno 2003, n. 131.
In particolare, in base alla legge 7 marzo 2003, n. 38, il Governo dovra' adottare, entro marzo 2004, su proposta del Ministro delle politiche agricole e forestali, le riforme per la modernizzazione del settore agricolo e della pesca e allo scopo prevedendo anche il riassetto dei meccanismi istituzionali per l'esplicazione dei rapporti Stato-regioni in connessione al novellato art. 117 Cost.
Inoltre, in forza della legge 5 giugno 2003, n. 131, il Governo dovra' adottare, entro giugno 2004, uno o piu' decreti legislativi finalizzati, come sottolinea la legge stessa, anche ad orientare l'iniziativa legislativa dello Stato e delle regioni fino all'entrata in vigore delle leggi con le quali il Parlamento definira' i nuovi principi fondamentali nelle materie di cui all'art. 117 Cost.
Cio' premesso, la legge finanziaria 2004 consente al presente piano di individuare gli interventi nazionali in favore del settore ittico da finanziarsi con le dotazioni di bilancio a gestione nazionale, secondo le competenze definite con esplicito riferimento ex lege alla parte IV del VI piano nazionale della pesca e dell'acquacoltura, adottato con decreto ministeriale 25 maggio 2000.
Parimenti le regioni e le province autonome predisporranno, ai sensi del comma 29 sopra riportato, gli interventi di competenza, con riferimento alla parte IV del VI piano, allo scopo utilizzando le proprie dotazioni di bilancio, tra cui quelle ascritte, per il 2004, all'apposito fondo di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 maggio 2001, correlato all'autonomia finanziaria sancita dall'art. 119 Cost.
Si rammenta che la citata parte IV del VI piano ripartisce le competenze tra Stato e regioni come di seguito riportato:
Stato: fondo centrale per il credito peschereccio, contributi a fondo perduto per l'osservatorio del lavoro; contributo a fondo perduto per iniziative dell'associazionismo; contributi per incentivi alla cooperazione; ricerca applicata alla pesca e acquacoltura; campagne di educazione alimentare; interventi sul sistema statistico; funzionamento degli organi collegiali; missioni all'estero; iniziative a sostegno dell'attivita' ittica; controllo attivita' di pesca da parte delle Capitanerie di Porto; Fondo di solidarieta'; studi di mercato (ISMEA); Commissione per la sostenibilita' (INEA).
Regioni: fondo centrale per il credito peschereccio, campagne di promozione; credito peschereccio; polizze assicurative; accordi di programma; ristrutturazione aziendale e ricapitalizzazione delle cooperative.
Considerata l'importanza dell'evoluzione giuridica in atto e del dibattito comunitario sull'adeguamento del quadro europeo, con particolare riferimento al regolamento CE 1626/94 e al regolamento CE 2287/03, agli obiettivi della nuova politica Comune della Pesca e del Piano d'azione per il Mediterraneo, il presente Piano nazionale tende a potenziare l'efficacia degli interventi, realizzati nell'ambito del VI Piano triennale, e che di seguito si richiamano sinteticamente. Stato di attuazione del VI piano triennale.
In attuazione del VI Piano e relativa proroga per l'anno 2003, nonche' allo scopo di perseguire le finalita' istituzionali di cui alle direttive sull'azione amministrativa e alle note preliminari dello stato di previsione, sono state realizzate le iniziative previste dal piano stesso, dal documento unico di programma (DOCUP) e dal programma operativo nazionale (PON).
Tali iniziative sono state finalizzate, in particolare, agli obiettivi di seguito sinteticamente riportati:
1. Sviluppo della ricerca scientifica applicata al settore e cooperazione internazionale;
2. Gestione sostenibile delle risorse ittiche anche attraverso le forme organizzate di auto-gestione;
3. Tutela della concorrenzialita' degli imprenditori nazionali in un contesto di promozione del prodotto di qualita';
4. Sviluppo dell'associazionismo e della cooperazione in un sistema di «governance»;
5. tutela dell'occupazione e sostenibilita' sociale;
6. Semplificazione e decentramento amministrativo;
7. Coordinamento del sistema statistico nazionale.
Si richiamano, nel presente documento, alcuni degli interventi effettuati:
1) sviluppo della ricerca scientifica applicata al settore e cooperazione internazionale.
Nell'ambito delle iniziative in favore della ricerca scientifica sono stati sostenuti soprattutto i progetti aventi rilevanza gestionale internazionale (grandi pelagici ed altre specie condivise) e sono state approfondite le tematiche aventi un carattere strategico, quale ad esempio il «tuna farming», ed i progetti di ricerca coordinati, fra piu' unita' operative, come quello in favore di una rete per l'acquisizione di indici di reclutamento del tonno e del pesce spada nei mari italiani. Si tratta di progetti rilevanti ai fini della valutazione e della gestione degli stock ittici nonche' per il supporto informativo necessario alla partecipazione italiana ai consessi internazionali (CGPM e ICCAT) e comunitari. Inoltre, sono stati confermati i progetti di cooperazione internazionale scientifica di nuova generazione, ossia caratterizzati da un approccio «eco-sistemico», quali Adriamed e MedsudMed. E' stato altresi' attivato, sempre sotto l'egida FAO, il progetto Eastmed.
Sono state, inoltre, ultimate le procedure di attuazione dei bandi di gara in materia di ricerca scientifica applicata al settore con l'approvazione presso la Conferenza Stato-regioni (Comitato permanente in agricoltura) del programma di intervento e la definizione delle successive attivita' amministrative.
E' proseguita l'attivita' internazionale del Governo italiano che, nel 2003, ha condotto il semestre di Presidenza dell'Unione europea. In tale semestre si e' portato avanti il lavoro svolto dalla presidenza greca uscente e si e' rafforzata la cooperazione internazionale con l'organizzazione di un incontro con i Direttori della pesca europei e dei Paesi candidati all'UE (San Vito Lo Capo, settembre 2003) e di una Conferenza ministeriale per la pesca in Mediterraneo (Venezia, novembre 2003). Sono stati efficacemente consolidati i rapporti con la Francia, la Spagna, il Portogallo, l'Irlanda e la Grecia soprattutto in funzione di una strategia comune di negoziazione con la Commissione Europea per una corretta applicazione in Mediterraneo della P.C.P.
2) Gestione sostenibile delle risorse ittiche anche attraverso le forme organizzate di auto-gestione.
- Piani di protezione.
In conformita' al regolamento CE 2369/2002, sono stati attuati, previa intesa con le regioni e con il coinvolgimento delle associazioni professionali e sindacali, i Piani di protezione delle risorse acquatiche, con l'applicazione delle misure sociali di accompagnamento alle interruzioni temporanee dell'attivita' di pesca a strascico e/o volante. I Piani di protezione si inseriscono in una strategia di lungo periodo, sostenuta dalla Commissione europea, mirante a coniugare la conservazione delle risorse ittiche, anche attraverso la previsione di aree di tutela biologica, con una gestione «sostenibile» ed «eco-compatibile» della pesca.
- Organizzazioni dei produttori e consorzi di auto-gestione.
Ai sensi del regolamento CE 104/2000, finalizzato ad una migliore organizzazione comune dei mercati, sono state riconosciute, nell'ultimo triennio, quindici nuove organizzazioni di produttori, e sono state emanate le prime disposizioni applicative delle norme comunitarie atte all'erogazione degli aiuti per l'attivazione delle organizzazioni stesse.
L'azione di incentivazione delle forme di auto-gestione e tutela delle risorse ittiche e' stata potenziata nel settore dei molluschi bivalvi con il superamento delle problematiche connesse alla barca-tipo, la creazione di un organo centrale di coordinamento dei consorzi di gestione e di talune autorita' intercompartimentali.
Nel settore della piccola pesca costiera sono state rese operative le disposizioni di legge con l'adozione di una circolare attuativa recante le modalita' per la costituzione e il finanziamento dei consorzi di settore.
- Controllo sforzo di pesca.
Ai fini del controllo dello sforzo di pesca, con un costante monitoraggio delle licenze di pesca (relative a circa 15.000 imbarcazioni), e' stato aggiornato l'archivio nazionale della flotta da pesca e si e' provveduto alle azioni di rilascio, rinnovo, cessazione delle licenze secondo i criteri ex lege. Al fine di aumentare l'efficienza di tale attivita' amministrativa e' stato perfezionato il sistema di informatizzazione del rilascio delle licenze, con l'estensione su scala nazionale della rete a tutti gli uffici periferici, sono state unificate le scadenze di numerosi adempimenti burocratici e decentrate alle Capitanerie di Porto alcune attivita' di rinnovo delle licenze.
Si e' adempiuto all'obbligo comunitario di ritiro totale delle reti da posta derivante, applicando le misure di accompagnamento sociale per i marittimi. Inoltre, sono state supportate le iniziative per la riconversione e/o diversificazione delle attivita' di pesca verso sistemi a minor impatto eco-sistemico come gli attrezzi da posta o verso altre attivita' come il pescaturismo e l'ittiturismo.
Sempre in adempimento ad obblighi comunitari (regolamento CEE 2847/93), sono state definite le procedure per l'installazione dell'apparecchiatura blue-box per la localizzazione delle unita' da pesca. Inoltre, e' stata intensificata l'attivita' di vigilanza attraverso il potenziamento del Centro Nazionale Controllo Pesca che e' stato incaricato di effettuare, oltre all'attivita' nel mare territoriale, anche puntuali azioni di controllo sul commercio dei prodotti ittici presso i luoghi di ristorazione. Inoltre, per la vigilanza sulla pesca in alto mare e' stato, con apposita Convenzione, attivato il Nucleo Ispettori Pesca (NIPE).
3) Tutela della concorrenzialita' degli imprenditori nazionali in un contesto di promozione del prodotto di qualita'.
- Modernizzazione della flotta da pesca.
Sono proseguite le azioni finalizzate all'accrescimento della competitivita' delle imprese di pesca nazionali anche attraverso la modernizzazione della flotta da pesca con l'emanazione di nuovi bandi SFOP per gli ammodernamenti e le nuove costruzioni, contemplando meccanismi di incentivazione dell'imprenditoria giovanile e femminile; analoga azione e' prevista per i prossimi tre anni. Inoltre, sono state oggetto di demolizione nell'ultimo triennio oltre 1.600 imbarcazioni per un investimento di 58 milioni di euro. Nell'ambito di tale azione e' stata attuata, a fronte di un numero di domande di finanziamento superiore allo stanziamento disponibile, una politica di riduzione dell'entita' del premio di demolizione, con effetto calmierante dei prezzi di vendita delle navi usate e conseguente maggior utilizzo di queste ai fini del nulla osta per nuove costruzioni.
- Acquacoltura.
In relazione agli obiettivi di sviluppo dell'acquacoltura, nell'ambito dell'attuazione del VI piano triennale, sono state trasferite alle regioni le funzioni amministrative in materia, permanendo all'amministrazione centrale i compiti di indirizzo e coordinamento in relazione alla stretta interazione tra pesca e acquacoltura sotto il profilo ambientale e di mercato. A livello centrale sono state supportate le iniziative volte a garantire la concorrenzialita' imprenditoriale anche attraverso la prosecuzione dell'applicazione delle polizze assicurative per i danni causati da avversita' atmosferiche e/o ambientali. In sede FAO, sotto la presidenza italiana del Comitato acquacoltura della CGPM, e' stato elaborato il codice di condotta per un'acquacoltura responsabile adottato dall'associazione nazionale di categoria.
- Tracciabilita'.
L'efficacia delle azioni volte alla modernizzazione del sistema pesca e acquacoltura, e' stata, altresi', sostenuta con l'implementazione della disciplina comunitaria di certificazione di qualita' e delle regole di etichettatura e con l'incentivazione di accordi volontari di filiera. Cio' in quanto la tracciabilita' e' garanzia non solo della tutela dei consumatori, ma anche del produttore stesso che vede il suo prodotto qualificato in relazione ai principi di sicurezza alimentare ed ambientale nonche' riconoscibile sui mercati.
- Comunicazione istituzionale.
Al fine di valorizzare la produzione della pesca e dell'acquacoltura nazionale e sostenere l'immagine del settore italiano sono proseguite le azioni di comunicazione istituzionale volte ad indirizzare il consumatore verso scelte responsabili e di qualita', promuovendo l'alta valenza nutrizionale di tutte le specie ittiche, ivi comprese le specie insufficientemente conosciute.
In attuazione del Piano di comunicazione 2003, sono proseguite le coproduzioni televisive in collaborazione con le associazioni nazionali di categoria per la realizzazione di programmi televisivi informativi sulle realta' di settore. Sono state, inoltre, condotte due campagne di sensibilizzazione ed informazione nelle scuole medie inferiori e superiori.
4) Sviluppo dell'associazionismo e della cooperazione in un sistema di «governance».
Il complesso di azioni pubbliche in favore del settore ittico e' stato realizzato con un'efficace sinergia tra i diversi livelli dell'amministrazione pubblica, le associazioni nazionali delle cooperative della pesca, delle imprese di pesca, delle imprese di acquacoltura e le organizzazioni nazionali sindacali dei lavoratori, che rappresentano le varie realta' del settore.
In particolare attraverso la cooperazione e l'associazionismo e' stata diffusa la cultura della responsabilizzazione e della compartecipazione degli operatori di settore alle politiche gestionali e di sviluppo di un'adeguata imprenditorialita'. Sono state, a tal fine, anche poste in essere alcune iniziative per l'aggiornamento professionale dei pescatori, la divulgazione delle linee guida dei codici di condotta per una pesca e un'acquacoltura responsabili (FAO) e la sensibilizzazione verso mestieri di pesca sostenibili, anche in alternativa a quelli tradizionali come ad esempio il pescaturismo e l'ittiturismo.
Sono stati, inoltre, realizzati, proseguendo l'attivita' statutariamente prevista in coerenza con gli obiettivi strategici dell'amministrazione, i programmi dei consorzi unitari relativi alla gestione del credito in favore degli operatori di settore, alla promozione dei prodotti ittici (Fiera «Seafood» di Bruxelles) e valorizzazione degli stessi, nonche' alla ricerca scientifica sulla base dei programmi di cui al precedente punto 1.
5) tutela dell'occupazione e sostenibilita' sociale.
Le azioni volte al controllo dello sforzo di pesca, come le interruzioni temporanee dell'attivita' e i piani di ritiro definitivo, sono state accompagnate da iniziative tendenti a sostenere l'occupazione, come l'erogazione di misure socio-economiche e l'incentivazione, con l'attuazione del decreto legislativo n. 226/2001, di forme professionali connesse quali il pescaturismo e l'ittiturismo.
In favore della sostenibilita' sociale sono state, altresi', realizzate azioni di aggiornamento e riqualificazione professionale attraverso le associazioni e le organizzazioni sindacali nonche' e' proseguita l'attivita' dell'Osservatorio nazionale della pesca sia nella formazione che nei servizi di monitoraggio occupazionale.
Tuttavia, e' da segnalarsi il perdurare di uno stato di grave difficolta' del settore che ha visto una diminuzione dell'occupazione da circa 44.000 addetti, per l'anno 1997, a circa 38.000, per l'anno 2003. Tale contrazione dell'occupazione e' fortemente connessa alle politiche di riduzione dello sforzo di pesca, attuate in ottemperanza alle decisioni comunitarie, che in termini di flotta hanno portato alla diminuzione del numero di navi da pesca da 18.374, al gennaio 2000, a 15.769, al maggio 2003.
Le 2.605 imbarcazioni uscite dalla flotta hanno rappresentato una riduzione di oltre il 17% in termini di tonnellaggio e del 13% in termini di potenza motore prevalentemente riferita alla pesca costiera, ossia al segmento produttivo primario della pesca italiana che costituisce tuttora l'84% della flotta nazionale. Tale abbattimento della flotta e' imputabile per oltre 1.600 imbarcazioni alla predetta politica comunitaria delle demolizioni incentivate e per le rimanenti e', invece, attribuibile a forme di abbandono volontario della pesca legato a motivazioni socio-economiche e culturali, cause di perdita accidentale o a cambio d'uso dell'imbarcazione. (dati dell'Archivio Infornatico delle Licenze di Pesca della Direzione generale per la pesca e l'acquacoltura).
In termini di catture, l'andamento complessivo dell'offerta interna della pesca marittima ha evidenziato chiaramente una continua contrazione degli sbarchi: nel solo biennio 2000/2001 si e' registrata una riduzione pari al 20% della produzione nazionale sbarcata dalla flotta italiana operante in Mediterraneo.
In termini di produzione ittica complessiva, l'andamento negativo delle catture di pesce in mare e' stato parzialmente attenuato dal trend produttivo positivo dell'acquacoltura e maricoltura nonche' dallo sviluppo delle attivita' di accrescimento del tonno rosso nelle gabbie; coniugati ad un andamento crescente dei prezzi dei prodotti ittici in generale. Nel biennio 2000/2001 il valore della produzione (PLV) della pesca marittima italiana e' sceso da 1.611 a 1.531 milioni di euro, mentre quello dell'acquacoltura e' aumentato da 482 a 501 milioni di euro.
I dati sopra sinteticamente riportati devono costituire la base di orientamento per le misure gestionali future e per le strategie da perseguire in sede comunitaria per la radicale modifica dei contenuti del regolamento CE n. 1626/94 che dovranno, innanzitutto, tendere ad attutire l'andamento negativo del settore della pesca italiana.
6) Semplificazione e decentramento amministrativo.
Sono stati unificati i termini per le scadenze dei principali documenti delle navi da pesca in modo da consentirne il rinnovo in un unico momento amministrativo ed e' stato adottato un apposito decreto che ha decentrato, con delega agli Uffici periferici delle Capitanerie di Porto, i procedimenti per le variazioni dei dati riportati sulla licenza di pesca con esclusivo riferimento alle variazioni relative alla denominazione, sede, indirizzo, R.I.P. delle imprese di pesca nonche' nome, iscrizione, proprieta' della nave da pesca. Restano all'amministrazione centrale tutti gli aggiornamenti o le modifiche delle caratteristiche tecniche della nave e degli altri elementi indispensabili al controllo unitario dello sforzo di pesca in ottemperanza agli indirizzi comunitari.
In risposta alle esigenze di raccordo tra centro e periferia, sono state, inoltre, opportunamente perfezionate e completate le procedure informatiche relative alla gestione delle licenze di pesca al fine di incrementare i livelli di efficienza dei servizi a favore degli utenti e informare in maniera sistematica la Commissione europea sulla dinamica della flotta.
Allo scopo e' stato informatizzato anche il procedimento amministrativo per il rilascio dei «nulla osta» propedeutici alla successiva attivita' gestionale delle licenze di pesca ed e' stato implementato l'archivio informatico delle licenze di pesca (ALP) per consentire agli uffici della direzione generale la visualizzazione immediata, su ogni computer collegato in rete ALP, di tutti i documenti, appositamente scansionati, relativi ad ogni singola imbarcazione da pesca (circa 15.000 unita).
E' stata data attuazione alla riorganizzazione del Ministero, articolando la direzione generale in sette unita' dirigenziali con funzioni rideterminate in relazione all'evoluzione del settore dal punto di vista produttivo e istituzionale, ed e' stato rispettato il termine di legge per l'introduzione del protocollo informatico ai fini di una completa trasparenza dei flussi documentali della direzione generale.
7) Coordinamento del sistema statistico nazionale.
E' stato dato seguito all'attuazione del regolamento CE n. 1543/2000 con la predisposizione di un sistema statistico diretto alla rilevazione dei dati biologici ed economici in materia di pesca. Cio' al fine di fornire un quadro completo di dati scientifici e statistici necessari ad una corretta gestione dell'attivita' di pesca.
Inoltre, e' stata data continuita' all'azione volta a razionalizzare e dare impulso alla produzione statistica nazionale, in collaborazione con l'ISTAT, al fine del soddisfacimento del crescente fabbisogno informativo interno, comunitario ed internazionale. Piano 2004.
La gestione del settore della pesca e dell'acquacoltura per l'anno 2004 sara' attuata in coerenza con le richiamate disposizioni della legge finanziaria 2004 e gli obiettivi strategici individuati nella nota preliminare per il 2004 e di seguito riportati:
1) accrescimento della competitivita' del sistema della pesca e dell'acquacoltura nazionale;
2) aumento della quota di produzioni di qualita' sul prodotto nazionale lordo vendibile;
3) gestione e tutela delle risorse ittiche e della biodiversita';
4) valorizzazione e tutela degli interessi della pesca nazionale e dell'acquacoltura in sede comunitaria ed internazionale.
Pertanto, la direzione generale per la pesca e l'acquacoltura predisporra', per l'anno 2004, gli interventi nazionali finalizzati al perseguimento dei predetti obiettivi strategici, potenziando le azioni attivate nell'ambito del VI piano e rispondenti a tali obiettivi, nonche' quelle necessarie in relazione ad impegni comunitari e alla riforma legislativa nazionale discendente dalle leggi n. 38/2003 e n. 131/2003.
1. Accrescimento della competitivita' del sistema della pesca e dell'acquacoltura nazionale.
Aspetto sostanziale della strategia deve essere il rafforzamento del sistema imprenditoriale nazionale di settore e la correlata applicazione di opportune politiche in favore dell'occupazione, in un quadro integrato di interventi tendenti a fornire idonee garanzie di sostenibilita' socio-economica.
Lo sviluppo delle attivita' imprenditoriali, in un comparto che registra una costante flessione produttiva, puo' essere rilanciato, innanzitutto, ultimando la riforma legislativa in itinere, voluta dalla legge delega n. 38/2003 e promuovendo un ulteriore snellimento delle procedure burocratiche.
Si tratta di portare a termine tale riforma con lo scopo di offrire al settore un nuovo quadro giuridico chiaro ed efficace nonche' compatibile con lo sviluppo delle forme di auto-gestione e di organizzazione flessibile dell'attivita' che contemplino la formazione professionale degli operatori in funzione della sicurezza della navigazione e del lavoro a bordo, delle incessanti innovazioni tecnologiche e, in generale, dei crescenti standard qualitativi che rappresentano un vero e proprio valore aggiunto alla produzione nazionale.
Particolare attenzione, dovra' dedicarsi al miglioramento dei servizi pubblici alle imprese, ivi compresi quelli di comunicazione istituzionale e di accesso alle opportunita' di modernizzazione.
A tal fine si proporra' l'implementazione del collegamento in rete MIPAF-Capitanerie di Porto nonche' l'avvio di un collegamento informatico con gli uffici regionali responsabili del settore pesca che potra' consentire anche la costituzione di una banca dati condivisa contenente le informazioni di settore ad uso della amministrazione centrale e regionale, delle associazioni ed organizzazioni nazionali di categoria o consorzi unitari dalle stesse promosse. In tale ottica, si ritiene essenziale l'instaurazione di idonei meccanismi di concerto Stato-regioni atti ad assicurare il rispetto degli obblighi comunitari di sviluppo sostenibile ed evitare effetti distorsivi sulla concorrenza imprenditoriale.
Basilare e', pertanto, l'attivazione di misure volte a rafforzare la cooperazione e le imprese del settore, sostenendo contemporaneamente le politiche per il mantenimento dei livelli occupazionali ed incentivando l'ingresso dei giovani nella filiera ittica.
In tale contesto, dovranno essere individuati, in seguito all'adozione dei decreti legislativi previsti per l'attuazione della citata legge n. 38/2003, gli strumenti concreti per la riforma del sistema pesca e acquacoltura, che prevede anche la ridefinizione della figura economica dell'imprenditore ittico, e sua equiparazione all'imprenditore agricolo, con rideterminazione della fattispecie delle attivita' connesse. A tal fine potranno effettuarsi appositi studi di orientamento della attivita' gestionale per dotare il settore di nuove potenzialita' di sviluppo dell'imprenditoria ittica e dell'occupazione anche nelle forme complementari (pescaturismo, ittiturismo, ecc.) che possono offrire opportunita' di lavoro soprattutto per i giovani imprenditori ittici.
In coerenza con gli orientamenti comunitari e ai fini della ottimizzazione della filiera pesca e acquacoltura, potranno essere previste misure di potenziamento ed integrazione della filiera stessa, tramite il rafforzamento del ruolo della cooperazione e delle imprese e favorendo, nell'ambito dell'organizzazione comune dei mercati, lo sviluppo delle organizzazioni di produttori italiane.
Un ulteriore rafforzamento delle imprese del settore potra' venire dall'applicazione degli accordi di filiera gia' previsti per il sistema agricolo ed agroalimentare con l'art. 66 della legge n. 289/2002 (legge finanziaria 2003). Cio' per consentire la realizzazione di economie di scala, accorciare la filiera distributiva contemporaneamente incrementando il reddito delle imprese e contenendo i prezzi al consumo, assicurare la tracciabilita' e il controllo della qualita' dei prodotti, a tutela dei consumatori, nonche' per contrastare la crisi produttiva.
Nel perseguimento di tali obiettivi va assicurato il coinvolgimento attivo degli operatori del settore, attraverso le associazioni nazionali, in azioni di divulgazione, comunicazione, sviluppo della professionalita' e dell'attivita' imprenditoriale. Saranno, inoltre, incentivate le forme di auto-gestione e tutela delle risorse ittiche, con particolare riferimento ai consorzi nel settore della piccola pesca costiera. In tale ottica, dovranno anche essere portate a termine le procedure per l'attivazione dei comitati di gestione previsti dal decreto ministeriale 19 giugno 2003 in relazione alle aree di tutela biologica indicate dal piano di protezione delle risorse acquatiche 2003 che dovra' essere rinnovato per il futuro. Ai fini della tutela delle risorse ittiche potra', inoltre, essere attuato un piano di ritiro delle imbarcazioni adibite alla piccola pesca a strascico, da finanziarsi anche con l'utilizzo delle risorse collegate alla «premialita» SFOP. Tali misure accompagneranno la prosecuzione dei programmi strutturali SFOP e, limitatamente alle azioni per l'ammodernamento, potra' essere prevista, come alternativa, la possibilita' di accedere al mutuo a tasso agevolato sul Fondo centrale per il credito peschereccio di cui all'art. 10 della legge n. 41/1982.
Saranno, altresi', intraprese misure per sostenere i progetti e i programmi transnazionali (legge n. 84/2001, Interreg, ecc.) finalizzati alla cogestione della filiera ed alla internazionalizzazione delle imprese. Analogamente, saranno messe a punto strategie utili ad assicurare il concreto avvio della programmazione negoziata, posta sotto l'egida del Ministero delle politiche agricole e forestali ai sensi dell'art. 4, comma 18, della legge n. 350/2003. Si tratta di due nuove opportunita' che possono contribuire a consentire al settore di affrontare efficacemente il processo di ammodernamento indispensabile per valorizzarne il ruolo nell'ambito del mercato globale.
2. Aumento della quota di produzioni di qualita' sul prodotto nazionale lordo vendibile.
Il tema della filiera e dell'integrazione delle sue fasi e' uno degli aspetti piu' interessanti per la valorizzazione della qualita' della produzione nazionale del settore ittico.
Al fine di aumentare la quota di produzioni di qualita' sul prodotto nazionale lordo vendibile, saranno adottate misure di sostegno per le produzioni a minor impatto ambientale, ivi compreso l'utilizzo in acquacoltura di novellame di allevamento di specie innovative, nell'ottica di accrescere la diversificazione dell'offerta.
Per la valorizzazione del sistema della produzione ittica nazionale possono altresi' prevedersi misure di sostegno alle imprese che adottano procedure di lavorazioni garantite, certificazioni di qualita' e tracciabilita', ivi compresi i sistemi di controllo dei metodi di produzione e di autocontrollo dei punti critici della filiera (HACCP).
L'efficacia di tali azioni sara', quindi, rafforzata con l'implementazione della disciplina di certificazione di qualita' e delle regole di etichettatura che potranno essere coadiuvate anche attraverso azioni di incentivazione degli accordi volontari di filiera. Cio' in quanto la puntuale attenzione verso l'efficacia delle regole di etichettatura e tracciabilita' e' garanzia non solo della tutela dei consumatori, ma anche del produttore stesso che vede il suo prodotto qualificato in relazione ai principi di sicurezza alimentare ed ambientale nonche' riconoscibile sui mercati.
In questo scenario sara' dato impulso alla ricerca scientifica applicata alla pesca e all'acquacoltura per rendere maggiormente competitive le produzioni nazionali, in particolare con riferimento ai processi di diversificazione e all'individuazione di metodologie per il miglioramento della sicurezza alimentare e l'elevazione degli standard di qualita'.
La ricerca scientifica dovra' costituire, pertanto, un valore indiscusso per il Paese che, in quanto tale, e' da considerarsi un elemento vitale per l'indipendenza e la ricchezza della nazione. La ricerca scientifica e' destinata a divenire sempre piu' un servizio per le finalita' di interesse generale che la programmazione pubblica e' tenuta a garantire in favore dei consumatori.
3. Gestione e tutela delle risorse ittiche e della biodiversita'.
Ai fini della protezione delle risorse acquatiche e dello sviluppo sostenibile del settore, appare necessario, in relazione agli esiti della delega al Governo di cui alla legge n. 38/2003, la creazione dei meccanismi di concerto tra l'amministrazione centrale e le regioni in modo da dare risposte coordinate a tutela della prevalenza degli interessi pubblici da perseguire congiuntamente.
In tale contesto dovra' assicurarsi un progressivo coinvolgimento, ai fini della tutela e gestione delle risorse ittiche, degli operatori di settore strutturati in consorzi, organizzazioni dei produttori ed altre forme cooperative e associative, sull'esempio di quanto realizzato per il comparto dei molluschi bivalvi e del tonno rosso.
In applicazione della normativa comunitaria che stabilisce misure tecniche per la conservazione delle risorse della pesca nel Mediterraneo e misure di accompagnamento a carattere sociale per i pescatori, si prevede di predisporre, anche per il 2004, il piano di protezione delle risorse acquatiche nel quale individuare i periodi di interruzione temporanea dell'attivita' di pesca ed altre misure di tutela dell'ecosistema marino e della biodiversita'. Tali azioni, nonche' quelle legate al monitoraggio e all'eventuale estensione delle aree di tutela biologica, richiedono il supporto della ricerca, per prevederne gli effetti, misurarne l'efficacia, introdurre elementi di flessibilita' gestionale, secondo percorsi scientifici oggettivi.
Saranno potenziate le attivita' di comunicazione istituzionale dedicate al sostegno dell'immagine dell'intero comparto ittico nazionale, anche in considerazione della problematica determinata dal rapporto pesca/ambiente. Essa avra' come obiettivi: la valorizzazione del prodotto fresco, soprattutto di specie meno conosciute; l'orientamento del consumatore verso la scelta responsabile e di qualita'; l'informazione sulle specie interdette alla pesca e al consumo (datteri, novellame, ecc.) e sui prodotti di acquacoltura; lo svolgimento di azioni specifiche a supporto di progetti speciali di carattere socioistituzionale.
4. Valorizzazione e tutela degli interessi della pesca nazionale e dell'acquacoltura in sede comunitaria e internazionale.
In tale contesto, obiettivo prioritario e' rappresentato dal rafforzamento del sistema delle rappresentanze. Il ruolo della cooperazione e dell'associazionismo dovra' divenire piu' ampio e qualificato, in raccordo con i progetti di riforma che mirano a semplificare l'assetto giuridico-istituzionale a beneficio degli operatori di settore. La cooperazione e l'associazionismo, per l'esperienza acquisita in questi ultimi anni anche attraverso le competenze attribuitegli ex lege n. 41/1982, hanno acquisito una strutturazione idonea a svolgere i ruoli sempre piu' attivi e qualificanti previsti anche dagli orientamenti comunitari. Lo svolgimento di attivita' di patronato, formazione ed assistenza sono gia' patrimonio acquisito negli anni di programmazione pluriennale del Ministero delle politiche agricole e forestali e, percio', potra' essere favorita anche la costituzione di centri di assistenza alla pesca, con compiti anche di carattere fiscale, riflettendo in tal modo modelli di gestione e di sviluppo partecipato. Cio' in armonia col piu' ampio scenario europeo, dove la cooperazione e l'associazionismo usufruiscono di deleghe anche di carattere amministrativo e creditizio e cioe' oltre le funzioni svolte per la gestione delle risorse e delle quote di pesca.
Rimane confermata, in corrispondenza del piu' ampio quadro di trasferimento di funzioni verso gli enti e le associazioni di categoria, l'azione dell'amministrazione volta al controllo e monitoraggio delle attivita' svolte dagli stessi tramite il funzionamento degli appositi nuclei gia' previsti dal VI piano triennale. I relativi oneri sono posti a carico dei medesimi enti e associazioni di categoria.
Si potra', in tal modo, anche soddisfare la crescente domanda di assistenza tecnica espressa dalle imprese in relazione alla necessita' di un'interfaccia con l'amministrazione nel contesto complesso di governance multilivello. A tal fine si favorira' l'assunzione di tale ruolo anche per la creazione di una rete fra le unita' di ricerca cooperativa e per l'internazionalizzazione della valenza associativa atta a garantire la rappresentanza degli operatori presso agli organi di consultazione e gestione internazionali (RAC, CGPM, ICCAT ecc.).
Anche la ricerca nazionale applicata alla pesca e all'acquacoltura e' sempre piu' chiamata a sostenere il settore nel confronto con un sistema europeo ed internazionale agguerrito, evoluto e fortemente strutturato, e non solo fungere da supporto alle scelte gestionali e di indirizzo della pubblica amministrazione. Una piu' efficace azione di sostegno gestionale potra' avere effetti positivi non solo a livello nazionale, ma anche nel piu' complesso quadro della politica comune della pesca.
Con riferimento alle risorse alieutiche, l'impegno messo in campo con le azioni di monitoraggio (e.g. reg. CE n. 1543/00 e 1639/01) dovra' essere supportato da programmi di ricerca metodologica ed applicata, per rendere tali azioni proficue ed inquadrate negli scenari di valutazione e gestione europei ed internazionali. Altrettanto dicasi per il confronto che la pubblica amministrazione e le associazioni del settore devono sostenere in merito al piano d'azione Mediterraneo. Un impulso alla ricerca metodologica e tecnologica e' auspicabile a questo riguardo, in un quadro di coordinamento di programmi di ricerca che, partendo dai risultati finora conseguiti, prefigurino nuovi scenari e campi di applicazione.
Per il conseguimento delle finalita' suindicate, sono ripartite le risorse finanziarie allo scopo previste dalla legge n. 350/2003 (art. 4, commi 29 e 30 - tabelle C e F ) come riportato nella allegata tabella.
Il Ministero delle politiche agricole e forestali, previa intesa con gli assessori regionali da raggiungersi entro trenta giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del decreto del Ministro di approvazione del presente piano, potra' disporre la gestione decentrata delle risorse finanziarie afferenti le seguenti voci: «legge n. 72/1992», «imprenditore ittico (decreto legislativo n. 226/2001)» e «Fondo centrale per il credito peschereccio» (indicato in tabella come «Fondo centrale»).

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Allegato

PIANO NAZIONALE DELLA PESCA E DELL'ACQUACOLTURA PER L'ANNO 2004
TABELLA C (EURO 30.358.000)

Contributi per incentivi alle associazioni 11.000.000 Contributi per osservatorio del lavoro 1.160.000 Interventi sul sistema statistico 1.700.000 Fondo di solidarieta' 4.000.000 Studio di mercato (ISMEA) 1.700.000 Imprenditore ittico (decreto legislativo n. 226/2001) 3.926.000 Spese funzionamento (missioni, organi colleggiali ecc.) 372.000
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23.858.000 Piano protezione 2004 5.000.000 Sistemi localizzazione satellitare 1.500.000
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30.358.000

TABELLA F (EURO 10.329.000)

Fondo centrale 1.000.000 Campagne educazione alimentare 2.000.000 Ricerca applicata alla pesca e acquacoltura 5.000.000 Contributi per iniziative associazionismo 1.500.000 Iniziative a sostegno attivita' ittica 829.000
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10.329.000
La ripartizione tiene conto della copertura finanziaria di cui all'art. 3, commi 1 e 3 del decreto-legge 27 gennaio 2004, n. 16, convertito in legge 27 marzo 2004, n. 77, per un importo di euro 6.500.000.
 
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