Gazzetta n. 10 del 14 gennaio 2004 (vai al sommario)
MINISTERO DELLA DIFESA
COMUNICATO
Conferimento di onorificenze al merito dell'Esercito

Con decreto 26 marzo 2003, e' conferita la seguente ricompensa:
Croce d'argento al col. Francesco De Luca, nato il 14 gennaio 1958 a Bari con la seguente motivazione:
«Comandante della Task Force "Falco" inquadrata nella Brigata multinazionale ovest nel contesto dell'operazione "Joint Guardian" in Kosovo, il col. Francesco De Luca si e' rivelato ufficiale superiore di primissimo piano sia sotto l'aspetto professionale sia sotto l'aspetto umano. Serio e determinato e' riuscito a pianificare e condurre con intelligenza e grandissima linearita' tutte le operazioni che gli sono state affidate. Grazie alle sue ottime capacita' di comando ed organizzative, la sua unita' ha sempre risposto efficacemente e con immediatezza in ogni situazione operativa, tra cui quella che ha consentito di debellare una pericolosa cellula terroristica, distinguendosi in maniera eccellente nella conduzione di delicatissime operazioni di search che raggiungevano sempre risultati di rilievo e meritando per se e per i suoi uomini ripetute attestazioni di stima. In particolare, con tempi di preavviso brevissimi, la sua unita' e' stata chiamata ad operare la notte del 29 gennaio 2002 nel villaggio di Ponosevac in prossimita' del confine albanese per intercettare un traffico illegale di armi e munizioni. Ricevuti gli ordini il col. De Luca agiva con rapidita' ed efficienza, disponendo con rara perizia gli uomini sul terreno, predisponendo un efficace sistema di osservazione ed allarme e di sicurezza a medio e largo raggio. La perfetta articolazione del dispositivo, la professionalita' dimostrata e l'elevata preparazione dei suoi uomini consentivano di ottenere la sorpresa e di sequestrare un ingente quantitativo di armi, munizioni ed esplosivo, nonche' di arrestare tre pericolosi contrabbandieri che tentavano di introdurre il carico in Kosovo. Il brillante risultato riscuoteva l'ammirazione del comandante di KFOR e delle altre unita' multinazionali presenti in teatro. Inoltre, con encomiabile tenacia, si e' fatto promotore di iniziative tendenti a migliorare le condizioni di vita della popolazione e favorire il dialogo nonche' la pacifica convivenza tra le varie etnie presenti all'interno dell'area di responsabilita' della Task Force. Nella sua lodevole e diuturna azione ha messo in luce coraggio, capacita' operativa, forte determinazione e grande spirito di sacrificio, tanto da riscuotere l'apprezzamento da parte del comandante di Kfor. Magnifica figura di comandante previdente ed energico che ha contribuito in misura determinante ad accrescere la stima e la considerazione del contingente a guida italiana nel contesto multinazionale del Kosovo». - Pec (Kosovo), 5 novembre 2001-7 febbraio 2002.
Con decreto 15 maggio 2003, e' conferita la seguente ricompensa:
Croce d'argento al ten. cc Marco Carletti, nato il 13 maggio 1973 ad Ancona con la seguente motivazione:
«Comandante di plotone Carabinieri paracadutisti del Gr. Tat. "Folgore" impegnato nel teatro di Timor Est nell'ambito dell'operazione "Stabilise", si poneva quale figura chiave per straordinaria professionalita', spiccato spirito di servizio e altissimo senso della responsabilita'. Sempre presente e disponibile, in possesso di non comune spirito d'iniziativa, apprezzato e stimato dal comando multinazionale Interfet, pur tra notevoli difficolta', si dimostrava collaboratore insostituibile nella pianificazione e condotta di attivita' operative continuative sviluppate nel difficilissimo ed impervio terreno dell'area di operazioni. In particolare, riusciva a terminare un lungo e difficile lavoro condotto in tutta l'area di interesse del contingente italiano, realizzando un documento di elevatissima valenza riportante itinerari di accesso, zone d'atterraggio elicotteri, organizzazioni gerarchiche nell'ambito delle varie etnie presenti sull'isola, principali esigenze alimentari e sanitarie della popolazione, di fondamentale importanza ai fini della successiva missione Untaet.
Validissima figura di ufficiale la cui opera e' risultata fondamentale per il successo della missione Interfet, contribuendo in maniera determinante a dare lustro al contingente nazionale ed elevando l'immagine dell'Italia nel contesto internazionale». - Dili, 12 febbraio 2000.
Con decreto 4 luglio 2003, e' conferita la seguente ricompensa:
Croce d'argento al brig. gen. Mario Marioli, nato il 6 agosto 1951 a Foligno (Perugia) con la seguente motivazione:
«Ufficiale generale di spicco, ha operato autorevolmente, con altissima professionalita', elevatissima capacita' organizzativa ed eccezionale carisma in un settore di primaria importanza, quale quello relativo alla riorganizzazione della scuola interforze NBC, assolvendo il delicato ed oneroso incarico di comandante con non comune perizia e chiara visione degli obiettivi delle Forze armate. Con costante sacrificio personale ed entusiasmo creativo, ha affrontato e risolto le diversificate e complesse problematiche attinenti al peculiare settore dimostrando spiccata intelligenza ed incondizionata dedizione al servizio e conseguendo, con estrema determinazione, brillanti risultati pienamente rispondenti alle aspettative. In particolare, in un momento di significativi mutamenti per le Forze armate, ha avuto un ruolo fondamentale nella realizzazione del progetto di rielaborazione degli iter formativi per la specializzazione NBC del personale e nello sviluppo di una eccellente e completa isola addestrativa, dedicata alla difesa Interforze NBC che ha meritato il plauso delle numerose autorita' politiche, civili e militari che hanno visitato la scuola.
Brillante esempio di comandante, di coerente responsabilita' e preclare virtu' militari che, con la sua opera incisiva, costante e proficua, ha contribuito, in maniera determinante, allo sviluppo ed al progresso dell'Esercito, accrescendone il lustro ed il decoro nel contesto nazionale ed internazionale». - Roma, 20 gennaio 2003.
Con decreti 18 dicembre 2002 sono conferite le seguenti ricompense:
Croce d'argento
Al ten. col. Dario Mario Ranieri, nato il 29 dicembre 1959 a La Tronche (Francia) con la seguente motivazione:
«Capo di stato maggiore della brigata multinazionale ovest a guida italiana impiegata nel contesto dell'operazione "Joint Guardian" in Kosovo, ha assolto il suo delicatissimo ed impegnativo incarico in maniera esemplare ed incisiva evidenziando somma perizia ed encomiabile competenza. Il perfetto stile militare che ne ha contraddistinto il tratto, il fermo rigore morale che lo ha indirizzato nella valutazione delle diverse problematiche connesse con la complessa azione di coordinamento tra personale di staff appartenente a quattro Paesi diversi (Italia, Spagna, Portogallo ed Argentina), la coerenza e la matura organizzazione mentale, hanno costituito elemento fondamentale per assicurare il raggiungimento di tutti gli obiettivi posti dal comando di Kfor. Per l'eccezionale qualita' del lavoro prodotto, nonche' per l'ampio consenso unanimemente riscosso, ha rappresentato un sicuro punto di riferimento nell'ambito dell'unita' (sia per il personale italiano sia per quello straniero).
Raro esempio di brillante e preparatissimo ufficiale di stato maggiore che con tratto raffinato e con comportamento adamantino sempre lodevole ha contribuito in misura determinante al successo della missione e ad accrescere il prestigio dell'Esercito italiano in un contesto multinazionale». - Pec (Kosovo), 3 luglio 2000 - 2 novembre 2000.
Al ten. col. Gualtiero Mario De Cicco, nato il 1° aprile 1961 a Messina con la seguente motivazione:
«Comandante della Task Force "Istrice" nel contingente Italfor, nel contesto dell'operazione "Joint Guardian" in Kosovo, si e' rivelato ufficiale superiore di elevatissimo profilo professionale ed umano che ha costantemente operato con somma perizia, rara competenza ed eccelso stile militare e che ha svolto un'assidua opera di stimolo, di correzione e di indirizzo di tutti i suoi uomini. In particolare ha attuato, nell'ambito del proprio reparto, un'accurata e capillare organizzazione interna che gli ha consentito di fronteggiare con reattivita' immediata qualsiasi emergenza. Lungimirante e metodico e' riuscito a pianificare e condurre, con intelligenza e grandissima linearita', tutte le operazioni che gli sono state affidate. In ogni attivita' e' stato alla testa dei propri uomini, riuscendo sempre a garantire loro un'efficace cornice di sicurezza, spronandoli con l'esempio, con la propria determinazione e con il proprio sprezzo del pericolo.
Magnifica figura di comandante previdente ed energico, profondamente animato da fede nel servizio e da entusiasmo nella quotidiana attivita', chiarissimo esempio di professionalita' e di alto senso del dovere che ha contribuito ad accrescere il prestigio dell'Esercito italiano nel contesto internazionale del teatro kosovaro». - Pec (Kosovo), 17 luglio 2000 - 2 novembre 2000.
Al ten. col. Paolo Fregosi, nato il 5 novembre 1956 a Malles Venosta (Bolzano) con la seguente motivazione:
«Assistente militare del comandante della brigata multinazionale ovest nel contesto dell'operazione "Joint Guardian" in Kosovo, ha espletato la sua azione con incisivita', fantasia e competenza. Pur agendo, spesso, in condizioni di lavoro particolarmente critiche, anche per mancanza di tempo, ha costantemente svolto i numerosi e complessi compiti assegnati con brillante capacita' semplificativa, con efficacia e perizia, giungendo a risultati di alto profilo unanimemente riconosciuti nel contesto internazionale. La sua azione intelligente, concreta ed essenziale, unitamente ad un puntuale contributo di pensiero, ha consentito al comandante di fronteggiare correttamente le varie situazioni.
Chiaro esempio di ufficiale emergente per encomiabile attaccamento al dovere ed elevatissimo spirito di servizio che ha contribuito in misura significativa ad accrescere il prestigio dell'Esercito italiano nel contesto multinazionale del teatro kosovaro». - Pec (Kosovo), 3 luglio 2000 - 2 novembre 2000.
Con decreti 26 marzo 2003, sono conferite le seguenti ricompense:
Croce di bronzo
Aal brig. ten. col. Andrea Mulciri, nato il 10 aprile 1964 a Bolzano con la seguente motivazione:
«Comandante di battaglione e comandante del distaccamento di Klina della Task Force "Aquila" inquadrata nella Brigata multinazionale ovest impegnata in Kosovo nell'ambito dell'operazione "Joint Guardian", il ten. col. Andrea Mulciri, caratterizzava il proprio operato con tenacia, volonta', elevatissima professionalita', fervido impegno e straordinario spirito di sacrificio. Carismatico e generoso, ha diretto e coordinato tutte le attivita' connesse con il delicatissimo incarico con straordinaria determinazione ed eccezionale chiarezza di obiettivi dimostrando doti di altissima professionalita', rara competenza e perizia, conseguendo risultati di grande valenza. La sua azione di comando, autorevole ed estremamente efficace, ha permesso al Reparto, che operava in uno dei settori piu' sensibili della Brigata, di distinguersi per efficienza, disciplina ed elevatissima operativita'. In particolare, si e' reso protagonista nella pianificazione e nella condotta del piano di reinsediamento della popolazione di etnia serba nella Valle di Osojane, riportando, in condizioni di potenziale pericolo e in presenza di forti opposizioni da parte di frange estremistiche albanesi, risultati di eccezionale livello ed assicurando il pieno e brillante assolvimento del compito.
Magnifica figura di comandante in possesso di eccezionali virtu' militari che con il suo operato, improntato a determinazione e sprezzo del pericolo, ha contribuito, in misura significativa, ad aumentare il prestigio della Brigata multinazionale a guida italiana e dell'Esercito nel delicato contesto internazionale del teatro Kosovaro». - Pec (Kosovo), 5 novembre 2001 - 3 marzo 2002.
A mar. ca. Gerardo Salvati, nato il 30 aprile 1958 a Mercato San Severino (Salerno), con la seguente motivazione:
«Sottufficiale in servizio presso il 157° Reggimento "Liguria", recatosi in banca per l'espletamento delle proprie attribuzioni era testimone di un tentativo di rapina perpetrato da tre malviventi ai danni dell'Istituto bancario. Resosi immediatamente conto di quanto stava accadendo, poneva prontamente al sicuro il valore trasportato e senza esitazione alcuna, con pronta determinazione ed audace e generoso slancio si opponeva ai rapinatori, reagendo alle loro intimidazioni ed impedendo che portassero a compimento l'azione criminale, costringendoli alla fuga con un bottino limitato. Postosi con sprezzo del pericolo all'inseguimento degli stessi, nell'attraversamento di una strada ad alta densita' di traffico, veniva investito accidentalmente da un ciclomotore che ne arrestava il generoso intento. Tutttavia, benche' ferito, prima di ricevere le cure del caso, forniva alle Forze dell'ordine, giunte sul posto, utili informazioni che consentivano la cattura dei malviventi ed il recupero della refurtiva.
Significativo esempio di ammirabile coraggio, di nobili virtu' civiche, nonche' di altissimo senso del dovere ed altruismo che ha contribuito ad elevare l'immagine dell'Esercito italiano. - Albenga, 24 giugno 2002.
Al col. Giuseppe Maria Gionti, nato il 18 maggio 1957 a Monza (Milano), con la seguente motivazione:
«Comandante della Task Force "Sauro" inquadrata nella Brigata multinazionale ovest impegnata in Kosovo nell'ambito dell'operazione "Joint Guardian", il col. Giuseppe Maria Gionti ha operato con tenacia, volonta', elevatissima professionalita', fervido impegno e straordinario spirito di sacrificio.
Ufficiale carismatico e generoso, ha coordinato e diretto tutte le attivita' con straordinaria determinazione ed eccezionale chiarezza di obiettivi, dimostrando doti di altissima professionalita', rara competenza e conseguendo risultati di grande valenza operativa riconosciuti sia in ambito nazionale che internazionale. La sua azione di comando e controllo autorevole ed estremamente efficace ha permesso al reparto di distinguersi sempre per efficienza, disciplina ed elevatissima operativita' nelle numerose operazioni di search condotte, sempre coronate da successo. Di particolare rilievo quella condotta nei pressi dell'abitato di Decane dove, grazie alla meticolosa ed ottimamente organizzata attivita' informativa effettuata in precedenza ad un'oculata articolazione del dispositivo sul terreno, alla sua professionalita' ed all'elevata preparazione dei suoi uomini riusciva a cogliere di sorpresa alcuni contrabbandieri all'interno di un'abitazione ed a sequestrare un'importante quantitativo di medicinali e di materiali sanitari di primo soccorso, presumibilmente destinati a nuclei estremisti operanti in Fyrom. Meritoria e' stata anche la sua continua opera tesa ad incrementare il dialogo tra le diverse etnie e a migliorare le condizioni di vita della popolazione locale. Le sue iniziative in questo campo hanno sempre raggiunto risultati di assoluto rilievo e hanno riscosso l'apprezzamento del comando KFOR.
Ufficiale superiore che con tratto raffinato e con comportamento sempre lodevole ha contribuito in misura determinante al successo della missione e ad aumentare il prestigio della Brigata multinazionale a guida italiana e dell'Esercito italiano nel delicato contesto internazionale del teatro kosovaro. - Pec (Kosovo) 5 novembre 2001 - 4 marzo 2002.
Con decreti 28 aprile 2003 sono conferite le seguenti ricompense:
Croce di bronzo
Al Col. Gianni Baron, nato l'8 dicembre 1952 a Hargeisa (Somalia) con la seguente motivazione:
«Ufficiale superiore dell'aeronautica militare designato quale comandante del distaccamento militare aeronautico presso l'aeroporto di Tirana - Rinas nel corso dell'operazione "Alba", assolveva il proprio compito con impegno esemplare, conseguendo risultati di piena eccellenza. In tempi estremamente ristretti ed in un contesto reso difficile dalle precarie condizioni di sicurezza e dall'inadeguatezza delle infrastrutture, riusciva ad organizzare e garantire per tutto il periodo della missione le attivita' di trasporto aereo militare e di evacuazione dei feriti, nonche' la riapertura al traffico aereo internazionale dell'unico scalo utilizzabile in Albania. Costantemente alla testa dei propri uomini, con i quali condivideva disagi e pericoli, veniva sovente impiegato con il suo reparto nelle operazioni a maggiore rischio e valenza operativa, evidenziando in ogni circostanza, insieme a rara perizia, e straordinarie capacita' di guida e di motivazione dei dipendenti ed un rendimento di straordinaria valenza per professionalita' e risultati conseguiti». - Tirana (Albania) 15 aprile 1997 - 11 agosto 1997.
Al ten. col. CC. Claudio D'Angelo, nato il 18 ottobre 1959 ad Udine, con la seguente motivazione:
«Capo cellula operazioni del comando del primo reggimento carabinieri paracadutisti "Tuscania", inquadrato nel contingente italiano della forza multinazionale di protezione (FMP) impiegata nell'operazione "Alba" in Albania, si prodigava con elevatissima professionalita', straordinaria determinazione, raro senso di responsabilita' ed eccezionale spirito di sacrificio, conseguendo risultati di assoluto pregio. Pianificando, organizzando, controllando e coordinando in modo brillante e perspicace tutta l'attivita' operativa del proprio reparto, si rendeva responsabile dell'adozione di numerose soluzioni efficaci ed aderenti, dimostrando in ogni circostanza viva intelligenza, intuito, straordinario equilibrio. La sua professionalita' si rivelava di fondamentale importanza affinche' il reggimento divenisse per le alte unita' nazionali e alleate, e per le organizzazioni internazionali e per la popolazione civile, un simbolo di efficienza universalmente rispettato ed ammirato.
Magnifico esempio di ufficiale animato da eccezionale entusiasmo, vibrato senso del dovere, fede nel servizio, chiarissimo esempio di virtu' militari che ha dato lustro all'Esercito italiano». - Tirana (Albania) 20 aprile 1997 - 17 giugno 1997
Al col. Carmelo Cutropia, nato il 21 novembre 1957 a Catania, con la seguente motivazione:
«Comandante del reggimento cavalleggeri "Guide" (19°), inquadrato nella brigata multinazionale ovest nell'ambito dell'operazione "Joint Guardian" in Kosovo dall'8 marzo 2001 al 4 luglio 2001, si imponeva all'ammirazione dei superiori, dei pari grado e dei propri uomini per le sue straordinarie capacita' di comandante, operando con giusta autorevolezza, sincera e convinta dedizione, tenace e costante impegno. Chiamato a fornire, in situazioni di costante e prolungata tensione operativa, la sua collaborazione nella pianificazione, organizzazione e condotta di operazioni militari di grande portata, ha reso un contributo sempre puntuale, immediato e qualificatissimo. Al suo comando, l'unita' ha piu' volte portato a termine con pieno successo, sequestri di armi e munizioni rendendo, di fatto, piu' sicura l'area di responsabilita'. Profondo conoscitore dello strumento militare e delle procedure d'impiego delle unita' destinate ad operare sul terreno, contribuiva con rara perizia e professionalita' alla fase preparatoria ed esecutiva, mediante l'approntamento di uno squadrone blindo inserito in una Task Force di formazione in rinforzo alla brigata multinazionale est, a comando statunitense, nel controllo del tratto di confine con la Fyrom, insistente nell'area di responsabilita' di quest'ultima e caratterizzato da intensa conflittualita'. Nella condotta di tale, delicatissima operazione, ha evidenziato una grandissima professionalita', meritando il plauso incondizionato dei superiori diretti e non, nazionali ed internazionali.
Esemplare figura militare dotata di non comune professionalita', competenza e dedizione che ha contribuito a conferire lustro e prestigio all'Esercito italiano e ad elevarne l'immagine nel contesto internazionale». - Decane (Kosovo), 8 marzo 2001 - 4 luglio 2001.
Con decreti 6 maggio 2003, sono conferite le seguenti ricompense:
Croce di bronzo
Al brig. gen. Nicola De Santis, nato il 13 marzo 1950 a Sabaudia (Latina) con la seguente motivazione:
«Ufficiale generale in possesso di eccezionali doti umane e professionali nell'incarico di vice comandante e Senior Italian Officer della Divisione multinazionale sud est nell'ambito dell'operazione "Joint Forge" condotta in Bosnia-Erzegovina ha evidenziato spiccata attitudine al comando unitamente ad una intelligente e pratica capacita' di risolvere i molteplici problemi sorti nel corso del suo mandato. Responsabile dei rapporti con le organizzazioni internazionali (fra le quali OHR, OSCE, UNHCR) nel settore di competenza, ha saputo instaurare proficui rapporti di lavoro ed interpersonali con i piu' alti rappresentanti di tali organizzazioni favorendo il raggiungimento di importanti obiettivi della missione. Ha contribuito, inoltre, con una concreta, acuta e puntuale attivita' di studio al processo di ristrut-turazione del Comando multinazionale e delle Forze armate in Bih meritando il plauso e l'incondizionata stima delle autorita' militari presenti in teatro. Ufficiale di altissimo livello, ha ricoperto un incarico di vertice in un contesto internazionale di altissima visibilita' riscuotendo unanimi consensi, contribuendo in modo significativo a dar lustro e prestigio all'Esercito ed alle Forze armate italiane. - Roma, 8 maggio 2002.
Al brig. gen. Bruno Filippi, nato il 21 giugno 1949 a Canepina (Viterbo), con la seguente motivazione:
«Ufficiale generale in possesso di elevata professionalita', equilibrio e tatto, nell'incarico di Acos Support del comando Sfor e ufficiale coordinatore rappresentante dell'autorita' nazionale (UCRAN) dell'operazione "Joint Forge" condotta in Bosnia-Erzegovina ha affrontato e risolto con intelligenza e lungimiranza le molteplici problematiche insorte nel corso del suo mandato ed ha concorso con grande generosita', impegno e determinazione al raggiungimento degli obiettivi della missione. Durante la fase di ristrutturazione del comando Sfor, ha messo in mostra elevate capacita' di pianificazione e coordinamento riorganizzando e dirigendo la delicata branca di competenza all'insegna dell'efficienza, della funzionalita' e della trasparenza conseguendo apprezzati e significativi risultati. Ha saputo gestire e salvaguardare i delicati rapporti nell'ambito del comando multinazionale dove ha fornito, in ogni circostanza, una intelligente e qualificata collaborazione, risultando prezioso punto di riferimento. Ha, inoltre, proficuamente diretto e coordinato, attraverso l'attivita' di Sfor nei confronti della Croazia (STLC), tutte le problematiche connesse anche a questo aspetto del mandato della missione di pace. Per l'insieme di attivita' condotte ed i brillanti risultati conseguiti, ha ricevuto, in piu' occasioni, il plauso, l'apprezzamento e l'incondizionata stima di tutte le autorita' internazionali con le quali ha collaborato e, in particolare, un significativo riconoscimento da parte del lt. gen. Sylvester, comandante della Sfor.
Figura di altissimo livello, in possesso di eccellenti capacita' intellettuali e professionali, ha significativamente contribuito ad accrescere, in un complesso ambito internazionale, il prestigio ed il lustro dell'Esercito, delle Forze armate italiane e della Nazione. - Roma, 8 maggio 2002.
Con decreti 1° settembre 2003, sono conferiti le seguenti ricompense:
Croce di bronzo
Al mar. ord. CC Marcello Deplano, nato il 19 agosto 1965 a Cagliari, con la seguente motivazione:
«Vice comandante di plotone Carabinieri Par. del Gr. Tat. "Folgore" impegnato nel teatro di Timor Est nell'ambito dell'operazione "Stabilise", svolgeva il proprio incarico con raro senso di responsabilita', spiccato spirito di sacrificio ed eccezionali doti umane. Sottufficiale dall'eccellente preparazione professionale, nella condotta delle attivita' svolte nella difficile ed impervia area di responsabilita', ha operato con determinazione e non comune coraggio, portando a termine con successo tutti i compiti a lui affidati. In particolare, nello sviluppo di una rischiosa operazione di liberazione ostaggi nel villaggio di Robai, ha suscitato la spontanea ammirazione e riconoscenza del Comando HQ Dili Comd a guida neozelandese, il quale considerava il buon esito di tale operazione di fondamentale importanza per la transizione della Missione Interfet ad Untaet.
Chiaro esempio di radicato senso del dovere e di elette virtu' militari, di grandissima dedizione alla causa per la quale ha saputo riversare senza risparmio tutte le sue migliori energie, ha contribuito in maniera notevolissima ad elevare l'immagine dell'Italia nel contesto internazionale». - Dili, 12 febbraio 2000.
Al ten. col. Gaetano Zauner, nato il 17 marzo 1962 a Palermo, con la seguente motivazione:
«Comandante di battaglione inserito nell'Italian Battle Group partecipante all'operazione "Essential Harvest" in F.Y.R.O.M. evidenziava raro senso di responsabilita', altissima professionalita' e grandissimo entusiasmo. Animato da spiccato senso del dovere e sorretto da motivazioni fortissime si prodigava, con assoluta determinazione per organizzare e condurre l'attivita' operativa della propria unita' contribuendo, in maniera determinante, all'assolvimento dei compiti affidati al contingente nazionale in un'area particolarmente sensibile caratterizzata da una latente contrapposizione fra le etnie presenti. Ufficiale di fervida intelligenza, professionista di indiscusse capacita', elemento di riferimento per la dedizione al servizio, e' stato esemplare nella costante opera di sostegno del proprio personale impegnato in difficili condizioni, a conferma di una interpretazione elevatissima ed incisiva della sua funzione.
Magnifica figura di comandante, che contribuiva ad elevare l'immagine del 152° Reggimento nel contesto multinazionale. Chiaro esempio di brillante competenza professionale, di spiccate capacita' operative e di encomiabile dedizione al servizio». - Petrovec (F.Y.R.O.M.), 25 settembre 2001.
Al ten. Piervincenzo Vinci, nato il 14 agosto 1969 a Roma, con la seguente motivazione:
«Comandante di complesso minore Mec. inserito nell'Italian Battle Group partecipante all'operazione "Essential Harvest" in F.Y.R.O.M. agiva in condizioni ambientali ed operative difficilissime, spesso altamente pericolose, evidenziando altissimo senso del dovere ed encomiabile capacita' organizzativa e realizzativa. Facendo leva sul suo naturale carisma otteneva la completa disponibilita' e dedizione di tutti i suoi dipendenti ai quali riusciva a trasfondere sicurezza, determinazione e dedizione al servizio che hanno contribuito ad esaltare i successi ottenuti dal contingente nazionale.
Magnifica figura di giovane comandante, chiaro esempio di brillante competenza professionale, di spiccate capacita' operative e di encomiabile dedizione al servizio, che ha contribuito ad elevare l'immagine dell'Esercito italiano nel contesto multinazionale». - Petrovec (F.Y.R.O.M.), 27 settembre 2001.
Al mar. ca. Gian Luigi Zuddas, nato il 15 settembre 1963 ad Arbus (Cagliari), con la seguente motivazione:
«Sottufficiale del 2° Reggimento Genio Pontieri della Brigata Genio, dotato di non comuni qualita' professionali e spirito di sacrificio, partecipava a Jedovnice, nella Repubblica Ceca , alla gara internazionale del campionato mondiale di motonautica, nella classe 0/250. Grazie alla sua eccellente preparazione psicofisica, conseguenza diretta di un severo impegno, di grandissima tenacia e ferrea determinazione, conquistava, con i colori della Forza armata, il titolo di campione mondiale della specialita'.
Atleta di primissimo piano, chiaro esempio di spirito di sacrificio e di saldezza di carattere che, con il risultato assolutamente rilevante conseguito nell'importante competizione sportiva, ha contribuito, in maniera determinante, ad accrescere il lustro ed il prestigio dell'Esercito italiano a livello nazionale ed internazionale». - Jedovnice (Repubblica Ceca), 5 settembre 2002 - 10 settembre 2002.
Al col. Mariano Centonze, nato il 18 maggio 1954 a Salice Salentino (Lecce), con la seguente motivazione:
«Comandante del 152° Reggimento fanteria "Sassari" e comandante dell'Italian Battle Group, partecipante all'operazione "Essential Harvest" in F.Y.R.O.M., rendeva l'unita' alle sue dipendenze perfettamente amalgamata, superbamente addestrata ed in grado di assolvere in pieno le delicate incombenze operative della missione. Sorretto da elevatissime motivazioni, costituiva elemento di immediato riferimento nelle circostanze piu' delicate e nelle operazioni di maggiore valenza operativa, nelle quali evidenziava straordinaria capacita' di guida e lucidissima visione degli obiettivi.
Impiegato in attivita' di grande valenza operativa, articolava il dispositivo sul terreno in maniera eccezionalmente efficace, facendo fronte ai molti impegni con rigore, altissima professionalita' e assolvendo le proprie funzioni con grandissima determinazione, esemplare dedizione e spiccato senso del dovere.
Chiaro esempio di comandante completo e carismatico che ha contribuito, in modo determinante, al buon esito della missione e ad elevare il prestigio del contingente e dell'Esercito italiano nel contesto internazionale». - Petrovec (F.Y.R.O.M), 25 settembre 2001.
 
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