Gazzetta n. 290 del 15 dicembre 2003 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 21 novembre 2003
Scioglimento del consiglio comunale di Montecorvino Pugliano e nomina della commissione straordinaria.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che il consiglio comunale di Montecorvino Pugliano (Salerno), rinnovato nelle consultazioni elettorali del 13 giugno 1999, presenta collegamenti diretti ed indiretti tra parte dei componenti del civico consesso e la criminalita' organizzata, rilevati dai competenti organi investigativi;
Visto che con decreto del prefetto di Salerno, in data 16 maggio 2003, preso atto dell'applicazione dell'ordinanza di custodia cautelare nei confronti del sindaco e del vice sindaco di Montecorvino Pugliano, e' stato nominato un commissario con i poteri di sindaco e giunta, in base al combinato disposto degli articoli 19, comma 5, del regio decreto 3 marzo 1934, n. 383, e 273, comma 5, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Constatato che dall'esito di approfonditi accertamenti svolti dai competenti organi investigativi sono emersi collegamenti diretti ed indiretti tra parte degli organi rappresentativi del comune di Montecorvino Pugliano e la criminalita' organizzata;
Rilevato che tali collegamenti espongono gli amministratori stessi a pressanti condizionamenti, compromettendo la libera determinazione dell'organo elettivo ed il buon andamento dell'amministrazione comunale di Montecorvino Pugliano;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata arreca grave pregiudizio allo stato della sicurezza pubblica e determina lo svilimento delle istituzioni e la perdita di prestigio e di credibilita' degli organi istituzionali;
Ritenuto che, al fine di rimuovere la causa del grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario far luogo allo scioglimento degli organi ordinari del comune di Montecorvino Pugliano, per il ripristino dei principi democratici e di liberta' collettiva;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministero dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 20 novembre 2003;
Decreta:
Art. 1.
Il consiglio comunale di Montecorvino Pugliano (Salerno) e' sciolto per la durata di diciotto mesi.
 
Art. 2.
La gestione del comune di Montecorvino Pugliano (Salerno) e' affidata alla commissione straordinaria composta da:
dott. Antonio Esposito, viceprefetto;
dott.ssa Giovanna Cerni - viceprefetto aggiunto;
rag. Mario Ombrosi - dirigente di II fascia in quiescenza.
 
Art. 3.
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.

Dato a Roma, addi' 21 novembre 2003

CIAMPI

Berlusconi, Presidente del Consiglio
dei Ministri
Pisanu, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 3 dicembre 2003 Ministeri istituzionali, registro n. 19 Interno, foglio n. 98
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Il consiglio comunale di Montecorvino Pugliano (Salerno), e' stato rinnovato nelle consultazioni amministrative del 13 giugno 1999.
A seguito di complesse indagini investigative condotte dai competenti organi, l'autorita' giudiziaria ha emesso in data 9 maggio 2003 ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere nei confronti del sindaco e di un assessore, indagati, insieme ad un componente della commissione edilizia e ad un imprenditore edile, anche per il reato di cui all'art. 416-bis c.p., nonche' nei confronti del vice sindaco e di un consigliere, indagati per reati vari con l'aggravante di aver agito al fine di agevolare l'attivita' di una organizzazione mafiosa.
In conseguenza della citata misura cautelare, con decreto del 16 maggio 2003, il prefetto di Salerno ha nominato un commissario, con i poteri di sindaco e giunta, per la temporanea gestione dell'ente.
Sulla base delle interferenze rilevate dai competenti organi investigativi nella vita amministrativa dell'ente da parte della criminalita' organizzata, al fine di verificare che non ricorressero pericoli di infiltrazione di tipo mafioso nei servizi dell'ente, il prefetto di Salerno ha disposto, in data 11 giugno 2003, l'accesso presso il comune di Montecorvino Pugliano, ai sensi dell'art. 59, comma 7, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Le risultanze dell'attivita' di accesso, conclusasi in data 8 agosto 2003, hanno evidenziato la sussistenza di obiettivi fattori d'inquinamento dell'azione amministrativa dell'ente locale, a causa dell'influenza della criminalita' organizzata, radicata nel territorio, che si e' inserita nella gestione del comune, per conseguire illeciti arricchimenti soprattutto nel settore delle opere pubbliche e degli interventi edilizi sul territorio.
Gia' in occasione della complessa attivita' investigativa che ha portato all'emissione della citata ordinanza cautelare nei confronti oltre che degli amministratori suindicati, anche di componenti delle strutture tecniche comunali, era emerso un chiaro disegno criminoso volto ad acquisire in modo diretto o indiretto la gestione ed il controllo delle attivita' economiche e di concessioni, autorizzazioni, appalti e servizi pubblici e ad instaurare una condizione di soggezione delle imprese interessate all'esecuzione di lavori pubblici. Tale disegno sarebbe stato, altresi', finalizzato, in occasione di alcune consultazioni elettorali, anche a condizionare il libero esercizio del voto.
Risulta in particolare attestato con palese evidenza il ruolo centrale assunto dal sindaco che, fin dal precedente mandato elettivo svolto presso il comune, tramite illegali intese con imprenditori e malavita organizzata, avvalendosi della capacita' intimidatrice del clan camorristico predominante, si era adoperato per eliminare ogni ostacolo all'interno dell'apparato politico e amministrativo al perseguimento delle finalita' illecite e al controllo assoluto dell'assegnazione delle concessioni per la realizzazione di opere pubbliche e di grandi complessi edilizi, al fine di trarne illeciti profitti. Tali circostanze hanno trovato conferma dalle risultanze dell'accesso esperito.
Come ampiamente esposto nella sua relazione conclusiva e parimenti posto in rilievo nel rapporto del prefetto di Salerno, cui si rinvia integralmente, il sindaco ha pertanto avuto un ruolo centrale nel favorire la pervasiva ingerenza della criminalita' organizzata nella vita dell'ente locale, nel quale si e' pertanto instaurato un sistema di cointeressenze di entita' esterne con organi amministrativi per il predominio sulle attivita' economiche connesse al settore pubblico.
La penetrazione dell'attivita' criminosa nell'amministrazione comunale e' anche resa palese dal fatto, emerso in sede di indagini, che ditte aggiudicatarie di appalti sono state oggetto di pressioni ed intimidazioni a scopo estorsivo, che hanno alterato ogni regola di concorrenza leale e di corretta gestione delle attivita' imprenditoriali.
Emblematiche della sussistenza di un sodalizio di interessi tra amministratori pubblici, apparato burocratico, imprenditori e criminalita' organizzata sono alcune vicende relative al rilascio di concessioni edilizie.
L'organo ispettivo riferisce che ad un imprenditore edile, notoriamente collegato ad ambienti della criminalita' organizzata, a pochi giorni dall'acquisto di un'area destinata a lottizzazione, venivano rilasciati i provvedimemiti concessori necessari per l'avvio della realizzazione delle opere programmate, provvedimenti che invece il precedente proprietario in tanti anni non era riuscito ad ottenere. Dopo qualche mese, sulla base di progetti che modificavano l'originario piano di lottizzazione gia' assentito dal consiglio comunale e che per questo avrebbero dovuto ottenere di nuovo il nulla osta, venivano, altresi', accordati al suddetto imprenditore provvedimenti concessori, fra l'altro privi dei prescritti pareri istruttori, per le relative opere di urbanizzazione e per l'esecuzione di opere di diverse e maggiori volumetrie, non previamente autorizzate dal consiglio comunale.
Analogamente, veniva rilasciata la concessione edilizia ad una cooperativa, collegata al predetto imprenditore, per la realizzazione di numerose unita' immobiliari da destinare al libero mercato, in assenza di preventiva regolamentazione dell'intervento edilizio e di urbanizzazione dell'area, per una volumetria di gran lunga maggiore rispetto a quella assentibile.
Sintomatico della estraneita' dell'azione amministrativa al perseguimento del pubblico interesse e' il parere favorevole espresso in ordine alla concessione edilizia per la realizzazione di complessi immobiliari sulla base di un progetto completamente difforme da quello per il quale era stato avviato l'iter procedimentale per la lottizzazione, sia per tipologia edilizia che per volumetria. La giunta comunale approvava anche il progetto esecutivo delle relative opere di urbanizzazione sulla base di una progettazione che presentava macroscopiche anomalie e differenze rispetto all'originario progetto e che avrebbe dovuto per questo passare al vaglio del consiglio comunale.
Gravi illegittimita' hanno contraddistinto la procedura di concessione edilizia per la costruzione di un fabbricato nell'ambito di un complesso edilizio gia' dichiarato abusivo e del quale era stata intimata la demolizione. Nella passata amministrazione, guidata dal medesimo sindaco, al solo reale fine di urbanizzare il complesso, era stata illegittimamente affidata, tramite trattativa privata, l'esecuzione di opere pubbliche nell'area ad esso circostante.
Anche nel settore degli appalti l'organo ispettivo ha rilevato procedure di assegnazione dei servizi del tutto anomale.
La giunta ha infatti affidato con trattativa privata i servizi di pulizia dei plessi scolastici, in violazione dei principi di imparzialita' e trasparenza, omettendo gli adempimenti richiesti dalla legge relativi alla pubblicita' dei bandi e le procedure ad evidenza pubblica previste dalla vigente normativa in materia di appalti di servizi in considerazione dell'importo complessivo del medesimo.
Illegittimita' ed irregolarita' sono emerse, altresi', in ordine all'affidamento del servizio di pulizia dei poliambulatori medici, per il quale si e' proceduto tramite asta pubblica, ma senza l'indicazione degli elementi necessari ad individuare le modalita' di espletamento del servizio e dell'importo posto a base di gara, per cui l'aggiudicazione e' stata effettuata sulla base di un'offerta indeterminata.
Il complesso degli elementi riscontrati manifesta chiaramente che si e' determinato in quell'ente uno stato di alterazione del libero convincimento, per effetto delle interferenze di fattori esterni al quadro degli interessi locali, riconducibili alla criminalita' organizzata, che pregiudicano le fondamentali garanzie democratiche.
La situazione riscontrata nel comune di Montecorvino Pugliano, l'inosservanza del principio di legalita' nella gestione dell'ente e l'uso distorto delle pubbliche funzioni, utilizzate per il perseguimento di fini contrari al pubblico interesse, hanno minato ogni principio di salvaguardia della sicurezza pubblica ed hanno compromesso le legittime aspettative della popolazione ad esser garantita nella fruizione dei diritti fondamentali, ingenerando sfiducia nella legge e nelle istituzioni da parte dei cittadini.
Il prefetto di Salerno, pertanto, con relazione del 19 settembre 2003, che qui si intende integralmente richiamata, ha proposto l'applicazione della misura di rigore prevista dall'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
La descritta condizione di assoggettamento necessita che da parte dello Stato sia posto in essere un intervento mirato al ripristimo della legalita' mediante il recupero della struttura pubblica al servizio dei suoi fini istituzionali e alla rimozione dei legami tra esponenti dell'ente locale e la criminalita' organizzata, tali da arrecare grave e perdurante pregiudizio per lo stato generale dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Per le suesposte considerazioni si ritiene necessario provvedere, con urgenza, ad eliminare ogni ulteriore motivo di deterioramento e di inquinamento della vita amministrativa e democratica dell'ente, mediante provvedimenti incisivi a salvaguardia degli interessi della comunita' locale.
La valutazione della situazione in concreto riscontrata, in relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Ritenuto, per quanto esposto, che ricorrano le condizioni indicate dall'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per lo scioglimento del consiglio comunale di Montecorvino Pugliano (Salerno), si formula rituale proposta per l'adozione della misura di rigore.
Roma, 19 novembre 2003
Il Ministro dell'interno: Pisanu
 
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