Gazzetta n. 163 del 16 luglio 2003 (vai al sommario)
MINISTERO DELLA SALUTE
DECRETO 3 luglio 2003
Modifica degli stampati e del regime di fornitura di specialita' medicinali contenenti paroxetina.

IL DIRIGENTE GENERALE del Dipartimento per la valutazione dei medicinali e la
farmacovigilanza - Ufficio di farmacovigilanza

Visto il decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive modificazioni ed integrazioni;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 7 dicembre 2000, n. 435, concernente il regolamento recante norme di organizzazione del Ministero della sanita';
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 2 febbraio 1994, n. 196, concernente il regolamento per il riordinamento del Ministero della salute, come modificato dal decreto del Presidente della Repubblica 1° agosto 1996, n. 518;
Visto il decreto ministeriale 27 dicembre 1996, n. 704, concernente il regolamento recante norme sull'individuazione degli uffici centrali e periferici di livello dirigenziale del Ministero della salute;
Visto il decreto legislativo 9 maggio 1991, n. 178, e successive modificazioni ed integrazioni;
Visto il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 540, e successive modificazioni ed integrazioni;
Visto il parere della Commissione unica del farmaco reso nella riunione del 10/11 giugno 2003;
Ritenuto a tutela della salute pubblica dover provvedere a modificare gli stampati delle specialita' a base di paroxetina;

Decreta:

Art. 1.
1. E' fatto obbligo a tutte le aziende titolari di autorizzazione all'immissione in commercio di specialita' medicinali a base di paroxetina, autorizzate con procedura di autorizzazione di tipo nazionale, di integrare gli stampati secondo quanto indicato nell'allegato 1 che costituisce parte del presente decreto.
2. Le modifiche di cui al comma 1 - che costituiscono parte del decreto di autorizzazione rilasciato per ciascuna specialita' medicinale - dovranno essere apportate immediatamente per il riassunto delle caratteristiche del prodotto e per il foglio illustrativo a partire dal primo lotto prodotto successivamente alla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale.
3. Gli stampati delle specialita' medicinali a base di paroxetina autorizzate con procedura nazionale successivamente alla data di entrata in vigore del presente decreto, dovranno riportare anche quanto indicato nell'allegato 1 del presente decreto.
Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Roma, 3 luglio 2003
Il dirigente generale: Martini
 
Allegato 1

RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO

4. INFORMAZIONI CLINICHE. 4.1. Indicazioni terapeutiche.
La paroxetina e' indicato nel trattamento dei seguenti quadri clinici:
adulti:
depressione di tutti i tipi, compresa la depressione accompagnata da ansia e prevenzione delle recidive e delle ricadute della depressione;
disturbo ossessivo compulsivo e prevenzione delle sue recidive;
disturbo da attacchi di panico con o senza agorafobia e prevenzione delle sue recidive (l'aggiunta di paroxetina alla terapia cognitiva di tipo comportamentale si e' dimostrata significativamente piu' efficace nel trattamento del disturbo da attacchi di panico rispetto alla terapia cognitiva comportamentale da sola);
disturbo d'ansia sociale/fobia sociale;
disturbo da stress post-traumatico;
bambini/adolescenti: la paroxetina non e' indicata per l'uso in bambini ed adolescenti al di sotto dei 18 anni. In particolare, studi clinici controllati non sono stati in grado di dimostrare l'efficacia e di conseguenza non supportano l'impiego di paroxetina per il trattamento di bambini ed adolescenti affetti da disturbo depressivo maggiore (vedere 4.3 Controindicazioni, 4.8 Effetti indesiderati). 4.2. Posologia e modo di somministrazione. Depressione.
Adulti: la dose raccomandata e' di 20 mg, una volta al giorno. Il dosaggio puo' essere aumentato fino a 50 mg al giorno, in base alla risposta del paziente, con aumenti graduali di 10 mg.
Bambini/adolescenti: l'efficacia e la sicurezza della paroxetina nei bambini e negli adolescenti al di sotto dei 18 anni non e' stata dimostrata. Studi clinici controllati non hanno dimostrato l'efficacia e non supportano l'uso di paroxetina nel trattamento dei bambini ed adolescenti affetti da disturbo depressivo maggiore (vedere 4.8 Effetti indesiderati). Disturbo ossessivo compulsivo.
Adulti: la dose raccomandata e' di 40 mg al giorno. La dose iniziale e' di 20 mg al giorno e puo' essere aumentata settimanalmente, con aumenti graduali di 10 mg, in base alla risposta del paziente. In alcuni casi il dosaggio puo' essere aumentato fino ad un massimo di 60 mg al giorno. Disturbo da attacchi di panico.
Adulti: la dose raccomandata e' di 40 mg al giorno. La dose iniziale e' di 10 mg al giorno e puo' essere aumentata settimanalmente, con aumenti graduali di 10 mg, in base alla risposta del paziente. In alcuni casi il dosaggio puo' essere aumentato fino ad un massimo di 60 mg al giorno.
Un basso dosaggio iniziale e' raccomandato per ridurre al minimo il potenziale peggioramento della sintomatologia da panico, come si e' osservato generalmente nel trattamento iniziale di questo disturbo. Disturbo d'ansia sociale/fobia sociale - Disturbo da stress posttraumatico.
Adulti: la dose raccomandata e' di 20 mg al giorno. Alcuni pazienti che non rispondono al trattamento con 20 mg, possono trarre beneficio da graduali incrementi posologici di 10 mg per volta, fino ad un massimo di 50 mg al giorno, in base alla risposta individuale.

INFORMAZIONI GENERALI. Interruzione del trattamento.
Come con altri farmaci psicoattivi si deve generalmente evitare un'interruzione brusca del trattamento (vedere 4.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso e 4.8 Effetti indesiderati).
Il regime a riduzioni graduali della posologia adoperato nel corso di recenti studi clinici su pazienti adulti ed in eta' pediatrica ha utilizzato un decremento progressivo del dosaggio giornaliero pari a 10 mg al giorno ad intervalli settimanali.
Adulti: qualora la dose utilizzata sia superiore a 20 mg al giorno, una volta raggiunta una dose di 20 mg al giorno, i pazienti hanno proseguito con tale dose per una settimana prima dell'interruzione del trattamento. Se si dovessero manifestare sintomi difficilmente tollerati dal paziente a seguito della riduzione della dose o in seguito alla interruzione del trattamento, in tal caso si puo' prendere in considerazione il ripristino della dose prescritta in precedenza. Successivamente il medico puo' continuare a ridurre la dose ma in modo piu' graduale.
Come per tutti i farmaci antidepressivi, il dosaggio, in base alla risposta terapeutica, deve essere aggiustato e rivisto se necessario entro le prime due o tre settimane dall'inizio della terapia.
I pazienti dovrebbero essere trattati per un periodo sufficiente ad assicurare la remissione completa dei sintomi; tale periodo puo' essere di molti mesi sia per la depressione, sia per il disturbo ossessivo compulsivo che per il disturbo da attacchi di panico.
Negli studi a lungo termine con paroxetina e' emerso che l'efficacia si mantiene per periodi di almeno un anno nel trattamento della depressione e del disturbo ossessivo compulsivo e per oltre un anno nel trattamento del disturbo da attacchi di panico.
La paroxetina dovrebbe essere assunto preferibilmente una volta al giorno, al mattino a colazione. Le compresse dovrebbero essere deglutite piuttosto che masticate.
La sospensione orale viene fornita con un bicchierino dosatore, per l'assunzione della dose prescritta (5 ml di sospensione contengono 10 mg di paroxetina). Popolazioni speciali.
Anziani: nei soggetti anziani e' stato riscontrato un aumento delle concentrazioni plasmatiche di paroxetina, tuttavia il range delle concentrazioni plasmatiche e' sovrapponibile a quello osservato in soggetti piu' giovani.
Il trattamento deve iniziare alle stesse dosi utilizzate nell'adulto e puo' essere aumentato, con incrementi di 10 mg alla volta, fino al dosaggio massimo di 40 mg al giorno.
Bambini/Adolescenti: l'efficacia e la sicurezza della paroxetina nei bambini e negli adolescenti al di sotto dei 18 anni non e' stata dimostrata. Studi clinici controllati nella depressione non sono stati in grado di dimostrare l'efficacia, e non supportano l'impiego di paroxetina nel trattamento di bambini ed adolescenti affetti da disturbi depressivi (vedere 4.3 Controindicazioni e 4.8 Effetti indesiderati). Pazienti con insufficienza renale/epatica.
In pazienti con insufficienza renale grave (clearance della creatinina &60; 30 ml/min) o insufficienza epatica grave e' stato riscontrato un aumento delle concentrazioni plasmatiche di paroxetina: pertanto si raccomanda la somministrazione delle dosi piu' basse dell'intervallo posologico. 4.3. Controindicazioni.
Ipersensibilita' nota alla paroxetina e agli eccipienti. La paroxetina non deve essere somministrata nei bambini e negli adolescenti al di sotto dei 18 anni (vedere 4.8 Effetti indesiderati). Generalmente controindicato in gravidanza e durante l'allattamento (vedere 4.6 Gravidanza ed allattamento).
La paroxetina non deve essere usata in associazione con farmaci inibitori delle monoamino-ossidasi (MAO-inibitori) o entro due settimane dalla fine del trattamento con MAO-inibitori. Analogamente, non e' opportuno iniziare una terapia con MAO-inibitori entro due settimane dalla fine della terapia con paroxetina (vedere 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione).
La paroxetina non deve essere usata in associazione a tioridazina perche', come con altri farmaci inibitori dell'enzima epatico CYP450 2D6, puo' elevare i livelli plasmatici della tioridanzina (vedere 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione).
La somministrazione di tioridanzina da sola puo' indurre prolungamento dell'intervallo QTc associato a gravi aritmie ventricolari quali torsioni di punta e morte improvvisa. 4.4. Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso.
La terapia con paroxetina deve essere iniziata con cautela come minimo 2 settimane dopo la cessazione del trattamento con MAO-inibitori e il suo dosaggio deve essere aumentato gradualmente fino a raggiungere una risposta ottimale (vedere 4.3 Controindicazioni e 4.5 Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione).
Come con latri SSRI, la paroxetina deve essere usata con cautela in pazienti gia' in trattamento con neurolettici, poiche' con questa associazione sono stati riportati sintomi suggestivi di casi di «sindrome maligna da neurolettici». Mania.
Come con tutti gli altri antidepressivi, la paroxetina deve essere usata con precauzione in pazienti con storia clinica di mania. Triptofano.
Poiche' sono stati riferiti eventi avversi in caso di somministrazione contemporanea di triptofano ed altri inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, la paroxetina non deve essere usata in corso di trattamento con triptofano (vedere 4.5 Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione). Patologie cardiovascolari.
In presenza di patologie cardiovascolari devono essere osservate le consuete precauzioni. Epilessia.
Come nel caso di altri antidepressivi, la paroxetina deve essere usata con cautela in pazienti epilettici. Convulsioni.
Complessivamente l'incidenza di convulsioni in pazienti trattati con paroxetina e' stata &60;0,1%. Il farmaco deve essere sospeso nei pazienti che presentino convulsioni. Suicidio/idee suicide e disturbi psichiatrici.
La possibilita' di tentativi di suicidio rappresenta una componente insita nel disturbo depressivo maggiore e puo' persistere finche' non si verifichi un miglioramento significativo. Poiche' possono non verificarsi miglioramenti durante le prime settimane di trattamento o in quelle immediatamente successive, i pazienti devono essere attentamente controllati fino ad avvenuto miglioramento. Altre malattie psichiatriche per cui la paroxetina e' prescritta possono anche essere associate ad un aumentato rischio di tendenze suicide. Inoltre, queste malattie possono essere associate al disturbo depressivo maggiore. Quando si trattano pazienti con altri disturbi psichiatrici si devono pertanto osservare le stesse precauzioni seguite durante il trattamento di pazienti con disturbo depressivo maggiore. Terapia elettroconvulsivante (ECT).
Esiste un'esperienza clinica limitata nella somministrazione concomitante di paroxetina con terapia elettroconvulsivante (ECT). Glaucoma.
Come con altri SSRI, la paroxetina puo' raramente causare midriasi e pertanto dovrebbe deve essere usata con cautela in pazienti con glaucoma ad angolo chiuso. Hypericum perforatum.
Gli effetti indesiderati possono essere piu' frequenti durante l'uso contemporaneo di inibitori della ricaptazione della serotonina (SRIs), nefazodone, trazodone, triptani e preparazioni a base di Hypericum perforatum.
Raramente, prevalentemente nell'anziano, e' stata riscontrata iponatriemia, che generalmente scompare con la sospensione del farmaco.
La sospensione orale di paroxetina contiene metil- e propilidrossibenzoato (parabeni): questi possono causare orticaria, generalmente reazioni di tipo ritardato come la dermatite da contatto e raramente reazioni di tipo immediato con broncospasmo.
Sono stati riportati fenomeni emorragici a livello della cute e delle mucose in concomitanza del trattamento con paroxetina. La paroxetina deve pertanto essere usata con cautela in pazienti in trattamento concomitante con farmaci che aumentano il rischio di sanguinamento (anticoagulanti; farmaci che influenzano l'aggregazione piastrinica, quali antiinfiammatori non steroidei, acido acetilsalicilico, ticlopidina, etc.) ed in pazienti con tendenza nota o predisposizione ad emorragie.
Sintomi osservati in seguito ad interruzione del trattamento con paroxetina.
Alcuni pazienti possono manifestare dei sintomi in seguito ad interruzione del trattamento con paroxetina, in particolare se il trattamento e' interrotto bruscamente (vedere 4.8 Effetti indesiderati). Si consiglia pertanto di ridurre gradualmente la dose se si decide di interrompere il trattamento (vedere 4.2 Posologia e modo di somministrazione).
Porre attenzione a non interpretare tali sintomi attribuendoli ad un peggioramento della malattia psichiatrica trattata. 4.5. Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione.
Gli studi clinici hanno evidenziato che l'assorbimento e la farmacocinetica della paroxetina non sono influenzati o lo sono solo marginalmente (ossia a un livello che non richiede alcuna modificazione del regime posologico) da:
cibo;
antiacidi;
digossina;
propranololo;
alcool: sebbene la paroxetina non aumenti gli effetti dannosi psicomotori indotti dalla assunzione di alcool, l'uso concomitante e' sconsigliato;
litio: benche' non siano state rilevate interazioni farmacocinetiche, dato che l'esperienza clinica e' limitata, la somministrazione contemporanea di paroxetina e litio deve essere intrapresa con cautela;
enzimi preposti al metabolismo dei farmaci.
Il metabolismo e la farmacocinetica diella paroxetina possono essere influenzati dalla induzione o dalla inibizione degli enzimi che metabolizzano i farmaci. Per esempio, la cimetidina, farmaco noto inibitore del metabolismo enzimatico, puo' aumentare la biodisponibilita' di paroxetina.
Qualora la paroxetina sia somministrata in concomitanza con un farmaco inibitore del metabolismo enzimatico (ad esempio sodio valproato), deve essere preso in considerazione l'uso delle dosi piu' basse dell'intervallo posologico.
In caso di somministrazione contemporanea con farmaci noti quali induttori del metabolismo enzimatico (ad esempio carbamazepina, fenitoina), non e' richiesto alcun aggiustamento della dose iniziale. Qualsiasi successiva modifica della posologia deve essere basata sulla risposta clinica (tollerabilita' ed efficacia). Interazioni tra paroxetina e altri farmaci.
La somministrazione quotidiana di paroxetina aumenta significativamente i livelli plasmatici di prociclidina; altri farmaci anticolinergici possono essere similmente influenzati. Qualora si osservassero effetti anticolinergici, la dose di prociclidina dovrebbe deve essere ridotta.
Anticonvulsivanti: carbamazepina, fenitoina, sodio valproato. La somministrazione concomitante non ha mostrato alcun effetto sul profilo farmacocinetico e farmacodinamico, in pazienti epilettici.
Laddove e' consuetudine clinica l'associazione fra un ipnoinducente a breve durata di azione e un antidepressivo, non sono stati registrati eventi avversi.
Isoenzimi P450. CYP2D6.
Come con altri antidepressivi, inclusi gli altri SSRI, la paroxetina inibisce l'enzima CYP2D6 del citocromo epatico P450. L'inibizione del CYP2D6 puo' portare all'aumento delle concentrazioni plasmatiche di farmaci in co-somministrazione, metabolizzati da questo stesso isoenzima. Fra questi sono inclusi alcuni antidepressivi triciclici (es. amitriptilina, nortriptilina, imipramina e desipramina), neurolettici fenotiazinici (es. perfenazina e tioridazina), risperidone, gli antiaritmici di classe 1 C (es. propafenone e flecainide) e metoprololo. CYP3A4.
Uno studio di interazione in vivo che prevedeva la co-somministrazione, allo steady state, di paroxetina e terfenadina, un substrato per il citocromo CYP3A4, non ha evidenziato alcun effetto della paroxetina sulla farmacocinetica della terfenadina. Uno studio simile di interazione in vivo non ha evidenziato effetti della paroxetina sulla farmacocinetica dell'alprazolam e viceversa. La concomitante somministrazione di paroxetina con terfenadina, alprazolam ed altri farmaci noti quali substrati dell'isoenzima CYP3A4 non dovrebbe costituire un rischio. Interazioni della classe degli SSRI.
Analogamente ad altri SSRI, la somministrazione contemporanea con farmaci serotoninergici [ad es. MAO-inibitori (vedere 4.3 Controindicazioni), L-triptofano] puo' portare alla insorgenza di effetti associati alla serotonina (sindrome serotoninergica; vedere 4.8 Effetti indesiderati). Il rischio connesso all'uso della paroxetina in associazione con altri farmaci attivi sul sistema nervoso centrale non e' stato sistematicamente valutato. Pertanto, si raccomanda cautela nei casi in cui ne sia necessaria la somministrazione concomitante.
I farmaci appartenenti alla classe degli antidepressivi inibitori della ricaptazione della serotonina possono accrescere il rischio di sanguinamento quando sono somministrati in concomitanza con anticoagulanti o con farmaci che influenzano l'aggregazione piastrinica (farmaci antinfiammatori non steroidei, acido acetilsalicilico, ticlopidina, ecc.) (vedere anche 4.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso). 4.6. Gravidanza e allattamento.
Sebbene gli studi sugli animali non abbiano dimostrato alcun effetto teratogeno o embriotossico selettivo, la sicurezza della paroxetina nella donna in gravidanza non e' stata stabilita; pertanto il prodotto non deve essere utilizzato durante la gravidanza o l'allattamento se non nei casi in cui il potenziale beneficio superi il possibile rischio e comunque sotto il diretto controllo del medico. 4.7. Effetti sulla capacita' di guidare e di usare macchinari.
L'esperienza clinica ha dimostrato che la terapia con paroxetina non e' associata ad alterazioni delle funzioni cognitive o psicomotorie.
Tuttavia, come con tutti i farmaci psicoattivi, i pazienti dovrebbero essere avvertiti di usare cautela nell'uso di macchinari pericolosi e nella guida di autoveicoli.
Sebbene la paroxetina non aumenti gli effetti dannosi psicomotori indotti dalla assunzione di alcool, l'uso concomitante e' sconsigliato. 4.8. Effetti indesiderati.
Alcuni degli eventi indesiderati riportati sotto possono diminuire in intensita' e frequenza pur continuando il trattamento e non comportano generalmente interruzione della terapia. Le reazioni avverse sono elencate di seguito per organo, apparato/sistema e per frequenza. Le frequenze sono definite come: molto comuni (\geq 1/10), comuni (\geq 1/100, &60;1/10), non comuni (\geq 1/1000, &60;1/100), rare (\geq 1/10000, &60;1/1000), molto rare (&60;1/10000), incluse segnalazioni isolate. Le frequenze degli eventi comuni e non comuni sono state generalmente calcolate tramite dati aggregati di sicurezza provenienti da una popolazione di oltre 8000 pazienti trattati con paroxetina nel corso di studi clinici e sono riportate come incidenza superiore a quanto osservato con il placebo. Gli eventi rari e molto rari sono stati generalmente estrapolati da dati ottenuti successivamente all'immissione in commercio e si riferiscono alla incidenza di quanto viene segnalato piuttosto che all'incidenza reale. Disturbi ematologici e del sistema linfatico.
Non comuni: sanguinamento anomalo, in particolare a carico della cute e delle mucose (per lo piu' ecchimosi), emorragie ginecologiche, manifestazioni emorragiche a carico del tratto gastrointestinale o anche di altri distretti dell'organismo.
Molto rari: trombocitopenia.
Talvolta e' stata rilevata anche porpora. Disturbi del sistema immunitario.
Molto rari: reazioni allergiche (incluse orticaria ed angioedema; edema al viso). Disturbi endocrini.
Molto rari: sindrome da inappropriata secrezione dell'ormone antidiuretico (SIADH). Disturbi del metabolismo e nutrizionali.
Comuni: diminuzione dell'appetito.
Rari: iponatremia.
L'iponatremia e' stata soprattutto riportata in pazienti anziani ed e' talvolta provocata dalla sindrome di inappropriata secrezione dell'ormone antidiuretico (SIADH). Disturbi psichiatrici.
Comuni: sonnolenza, insonnia.
Non comuni: confusione.
Rari: reazioni maniacali. Disturbi del sistema nervoso.
Comuni: vertigini, tremori.
Non comuni: disturbi extrapiramidali.
Rari: convulsioni.
Molto rari: sindrome serotoninergica (i sintomi/segni possono includere agitazione, confusione, diaforesi, allucinazioni, iperreflessia, mioclono, brividi, tachicardia e tremore).
Sono stati riportati casi di disturbi extrapiramidali, inclusa distonia oro-facciale, in pazienti con pregressi disturbi del movimento o in pazienti in trattamento con neurolettici. Inoltre, acatisia e' stata raramente riportata. Disturbi oculari.
Comuni: visione offuscata.
Molto rari: glaucoma acuto. Disturbi cardiaci.
Non comuni: tachicardia sinusale. Disturbi vascolari.
Non comuni: aumento o calo transitorio della pressione arteriosa.
Sono stati riportati aumenti o cali transitori della pressione arteriosa in seguito a trattamento con paroxetina, di solito in pazienti con preesistente ipertensione o ansia. Disturbi respiratori, del torace e del mediastino.
Comuni: sbadiglio. Disturbi gastrointestinali.
Molto comuni: nausea.
Comuni: stipsi, diarrea, secchezza delle fauci. Disturbi epato-biliari.
Rari: incremento degli enzimi epatici.
Molto rari: eventi a carico del fegato (quali epatite, talvolta associata ad ittero e/o insufficienza epatica).
Sono stati riportati incrementi degli enzimi epatici. Eventi a carico del fegato (quali epatite, talvolta associata a ittero e/o insufficienza epatica) sono stati riferiti molto raramente durante il periodo successivo all'immissione in commercio. Si consiglia di sospendere il trattamento in caso di alterazioni prolungate dei test di funzionalita' epatica. Disturbi della cute e del sottocutaneo.
Comuni: sudorazione.
Non comuni: rash cutanei.
Molto rari: reazioni di fotosensibilita'. Disturbi renali ed urinari.
Non comuni: ritenzione urinaria. Disturbi del sistema riproduttivo e mammari.
Molto comuni: disfunzioni sessuali.
Rari: iperprolattinemia, galattorrea. Disturbi generali e relativi al sito di somministrazione.
Comuni: astenia.
Molto rari: edema periferico. Sintomi osservati in seguito ad interruzione del trattamento con paroxetina.
Comuni: vertigini, disturbi sensoriali, disturbi del sonno, ansia.
Non comuni: agitazione, nausea, sudorazione.
Come molti farmaci psicoattivi, l'interruzione del trattamento con paroxetina (soprattutto se brusca) puo' portare a sintomi quali vertigini, disturbi sensoriali (incluse parestesia e sensazioni di scossa elettrica), disturbi del sonno, agitazione o ansia, palpitazioni, irritabilita', cefalea, nausea e sudorazione. Nella maggior parte dei pazienti, questi eventi sono da lievi a moderati e sono auto-limitanti. Nessun gruppo particolare di pazienti sembra essere a rischio piu' elevato per questi sintomi; si consiglia pertanto che, se non e' piu' richiesto il trattamento con paroxetina, vi sia una interruzione tramite graduale riduzione della dose (vedere 4.2 Posologia e modo di somministrazione e 4.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso). Eventi avversi osservati in corso di studi clinici su pazienti in eta' pediatrica.
Durante studi clinici su pazienti in eta' pediatrica sono stati riportati i seguenti eventi avversi in almeno il 2% dei pazienti e tali eventi si sono verificati con una incidenza per lo meno due volte superiore rispetto al placebo: diminuzione dell'appetito, tremore, sudorazione, ipercinesia, atteggiamento ostile, agitazione, labilita' emotiva (incluso pianto, fluttuazioni dell'umore, autolesionismo, ideazioni suicidarie e tentativi di suicidio. Ideazioni suicidarie e tentativi di suicidio sono stati osservati principalmente durante studi clinici con adolescenti affetti da disturbo depressivo maggiore).
In studi con regime a riduzioni graduali della posologia, i sintomi riportati durante la fase di riduzione graduale o successivamente all'interruzione del trattamento con paroxetina, osservati in almeno il 2% dei pazienti e che si sono verificati con una incidenza per lo meno due volte superiore rispetto al placebo, sono stati: nervosismo, vertigini, nausea, labilita' emotiva (incluso pianto, fluttuazioni dell'umore, autolesionismo, ideazioni suicidarie e tentativi di suicidio) e dolore addominale. 4.9. Sovradosaggio. Sintomi e segni.
Sulla base delle informazioni disponibili riguardo al sovradosaggio con paroxetina, appare evidente un ampio margine di sicurezza.
L'esperienza nei casi di sovradosaggio ha indicato che, oltre ai sintomi descritti nella sezione 4.8 Effetti indesiderati, sono stati riportati vomito, midriasi, febbre, variazioni della pressione arteriosa, cefalea, contrazioni muscolari involontarie, agitazione, ansia e tachicardia.
I pazienti si sono generalmente ripresi senza gravi sequele anche nei casi in cui la paroxetina e' stata assunta, da sola, fino a dosi di 2000 mg. Sono stati occasionalmente riferiti casi di coma o variazioni dell'ECG e, solo in casi estremamente rari, eventi fatali, generalmente quando la paroxetina e' stata assunta in associazione ad altri farmaci psicotropi, con o senza alcool. Trattamento.
Non si conosce nessun antidoto specifico.
Il trattamento deve basarsi sulle abituali misure utilizzate nel sovradosaggio con antidepressivi. Qualora appropriato, si consiglia svuotamento gastrico attraverso induzione di emesi o lavanda gastrica o entrambi. Successivamente puo' essere somministrato carbone attivo, 20 o 30 g ogni 4-6 ore nelle prime 24 ore dopo l'ingestione. E' indicata una terapia di supporto con attenta osservazione e frequente monitoraggio dei segni vitali.
 
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