Gazzetta n. 77 del 2 aprile 2003 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 12 marzo 2003
Proroga dello scioglimento del consiglio comunale di Pompei.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visto il proprio decreto, in data 11 settembre 2001, registrato alla Corte dei conti in data 13 settembre 2001, con il quale, ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e' stato disposto lo scioglimento del consiglio comunale di Pompei (Napoli) per la durata di diciotto mesi e la nomina di una commissione straordinaria per la provvisoria gestione dell'ente;
Constatato che non risulta esaurita l'azione di recupero e risanamento complessivo dell'istituzione locale e della realta' sociale, ancora segnate dalla malavita organizzata;
Ritenuto che le esigenze della collettivita' locale e la tutela degli interessi primari richiedono un ulteriore intervento dello Stato, che assicuri il ripristino dei principi democratici e di legalita' e restituisca efficienza e trasparenza all'azione amministrativa dell'ente;
Visto l'art. 143, comma 3, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri adottata nella riunione del 7 marzo 2003;

Decreta:
La durata dello scioglimento del consiglio comunale di Pompei (Napoli), fissata in diciotto mesi, e' prorogata per il periodo di sei mesi.
Dato a Roma, addi' 12 marzo 2003

CIAMPI
Berlusconi, Presidente del Consiglio
dei Ministri
Pisanu, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 19 marzo 2003

Ministeri istituzionali, registro n. 2 Interno, foglio n. 354
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica
Il consiglio comunale di Pompei (Napoli) e' stato sciolto con decreto del Presidente della Repubblica in data 11 settembre 2001, registrato alla Corte dei conti in data 13 settembre 2001, per la durata di mesi diciotto, ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, essendo stati riscontrati fenomeni di infiltrazione e condizionamento da parte della criminalita' organizzata.
Per effetto dell'avvenuto scioglimento, la gestione dell'ente e' stata affidata ad una commissione straordinaria che ha perseguito l'obiettivo del ripristino della legalita' operando in un ambiente che, a causa della permanente e condizionante influenza negativa esercitata dalla locale malavita organizzata, stenta ad affrancarsi dal radicato sistema di diffusa arbitrarieta'.
Dalle risultanze degli interventi effettuati, come rilevato dal prefetto di Napoli con relazione in data 12 febbraio 2003, emerge la necessita', nonostante i pur soddisfacenti risultati conseguiti, che venga completato il processo di risanamento e di consolidamento della legalita' avviato dalla commissione straordinaria soprattutto in quei settori ove maggiormente si erano registrate ingerenze ed interessi della criminalita' organizzata.
Significativa e' l'acquisizione al patrimonio indisponibile del comune di una villa bunker di proprieta' della famiglia di un noto capocamorra. In tale contesto appare necessario portare a compimento anche ulteriori atti sanzionatori in materia di abusivismo edilizio.
Analogamente, nel contrasto al fenomeno dell'abusivismo commerciale, per il quale la commissione straordinaria ha istituito un'apposita unita' di intervento con la partecipazione delle forze dell'ordine, e' indispensabile che vengano completate durante la gestione commissariale le verifiche tecniche e amministrative di conformita' degli esercizi commerciali.
Per verificare la regolarita' delle pratiche afferenti la materia commerciale, e' stato istituito anche un apposito nucleo di controllo interno i cui risultati hanno fatto emergere attivita' del tutto abusive anche nel settore della somministrazione di alimenti e bevande, per le quali sono state inoltrate denunce all'autorita' giudiziaria.
Il buon esito delle attivita' svolte dal predetto organo di controllo interno ha indotto la commissione straordinaria ad estendere gli accertamenti anche su tutte le autorizzazioni rilasciate dalle precedenti amministrazioni per eliminare ogni ulteriore eventuale anomalia.
Nella considerazione che il piano commerciale precedentemente vigente aveva formato oggetto di particolare attenzione sotto il profilo di possibili speculazioni ed interessi di ambienti criminali, e' necessario dare definitiva attuazione a quello ora proposto dalla commissione.
Emerge, altresi, l'esigenza di consentire la prosecuzione dell'attivita' di ripristino della legalita', sin qui posta in essere nel settore degli appalti, delle forniture, dei lavori e dei servizi e segnatamente in quello della manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti della pubblica illuminazione, in ordine al quale, essendo state rilevate ipotesi di gravi irregolarita' sia nella fase di espletamento della gara che nella fase gestionale, sono in corso indagini di polizia giudiziaria e le procedure per l'eventuale risoluzione contrattuale.
Un intervento incisivo attiene al delicato servizio della raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani affidato ad una societa', di cui il comune di Pompei e' socio. In ordine a detto servizio sono state avviate le procedure previste dalla normativa antimafia per la rescissione del contratto e l'annullamento degli atti di affidamento del servizio.
La rilevanza e la organicita' dei vari interventi posti in essere, segnatamente in materia di abusivismo edilizio e commerciale, nonche' il completamento delle procedure relative al settore degli appalti e forniture, richiedono per la loro complessita', per i connessi tempi tecnici di attuazione e per le cautele che si impongono per scongiurare il pericolo di possibili illecite interferenze, un ulteriore lasso di tempo che consenta il perfezionamento delle misure di risanamento ed ammodernamento dei settori strategici dell'ente, la cui mancata definizione potrebbe riproporre logiche speculative e anomale ingerenze.
Come evidenziato nella citata relazione prefettizia, che recepisce anche quanto concordemente rappresentato sia dalle locali forze dell'ordine che dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica nella riunione svoltasi in data 4 febbraio 2003, la situazione riscontrata nel comune di Pompei richiede un ulteriore intervento dello Stato per assicurare il buon andamento dell'amministrazione ed il regolare funzionamento dei servizi ad essa affidati, mediante l'applicazione dell'istituto della proroga della gestione commissariale, finalizzata a garantire la rispondenza dell'azione amministrativa alle esigenze ed alle attese della collettivita' e la fattiva tutela degli interessi primari, nonche' a consentire alla comunita' locale di esprimere la propria libera determinazione ed il programma di rinnovamento al di fuori di possibili condizionamenti malavitosi.
La valutazione della situazione in concreto riscontrata in relazione alla persistenza dell'influenza criminale, forte del suo consolidato insediamento, nella prospettiva di evitare la riproposizione di iniziative tese ad incidere negativamente sull'imparzialita' ed il buon andamento dell'azione amministrativa del comune di Pompei, rende necessario prorogare la gestione commissariale di ulteriori sei mesi.
Ritenuto, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'applicazione dell'art. 143, comma 3, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, vista la citata relazione del prefetto di Napoli, che si intende qui integralmente richiamata, si formula rituale proposta per la proroga della durata dello scioglimento del consiglio comunale di Pompei (Napoli) per il periodo di sei mesi.
Roma, 6 marzo 2003
Il Ministro dell'interno: Pisanu
 
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