Gazzetta n. 58 del 11 marzo 2003 (vai al sommario)
COMMISSARIO GOVERNATIVO PER L'EMERGENZA IDRICA IN SARDEGNA
ORDINANZA 31 dicembre 2002
Approvazione del piano stralcio del direttore di bacino regionale per l'utilizzo delle risorse idriche in Sardegna. (Ordinanza n. 334).

IL COMMISSARIO GOVERNATIVO
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 13 dicembre 2001 con il quale e' stato prorogato, per ultimo, lo stato di emergenza idrica in Sardegna fino alla data del 31 dicembre 2003, confermando sino a tale data i poteri Commissariali attribuiti al Presidente della Regione Autonoma della Sardegna con le pregresse Ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Vista l'Ordinanza del Ministro dell'interno n. 3196 in data 12 aprile 2002.
Considerato che la citata Ordinanza Ministeriale n. 3196 stabilisce, al comma 1 dell'art. 13, che il Presidente della Regione Autonoma della Sardegna - Commissario Delegato ai sensi dell'Ordinanza n. 2409/95 del Presidente del Consiglio dei Ministri, in deroga agli articoli 17 e 20 della legge n. 183 del 18 maggio 1989, provveda all'approvazione del Piano Stralcio di Bacino Regionale per le Risorse Idriche di cui alla predetta legge n. 183/1989, come modificata ed integrata, entro il 31 dicembre 2002, qualora non vi abbiano provveduto gli Organi istituzionalmente e ordinariamente competenti.
Considerato che tale citato Piano Stralcio risponde, tra l'altro, all'esigenza, finalizzata al superamento dell'emergenza idrica, di individuare le situazioni di squilibrio ed indicare interventi infrastrutturali e gestionali compatibili con l'equilibrio del bilancio idrico del bacino regionale.
Considerato che il suddetto Piano e' indispensabile, ai fini del governo della risorsa idrica che richiede un disegno complessivo finalizzato alla programmazione degli usi multisettoriali delle acque, organico e coerente con i vincoli di utilizzazione e valorizzazione economica e di natura ambientale introdotti dalla programmazione comunitaria e nazionale in materia.
Considerato che l'EAF (Ente Autonomo del Flumendosa), gia' incaricato dall'Assessorato Regionale dei Lavori Pubblici, ha trasmesso, con nota n. 11403, in data 24 dicembre 2002, gli elaborati progettuali relativi al "Piano Stralcio Direttore di Bacino Regionale per l'utilizzo delle risorse idriche", alla cui predisposizione ha collaborato la SOGESID S.p.A., individuata quale "service" esterno con Ordinanza Commissariale n. 327 del 10 ottobre 2002.
Considerato che i suddetti elaborati di "Piano Stralcio Direttore di Bacino Regionale per l'utilizzo delle risorse idriche" fissano i criteri e le metodologie per la pianificazione, l'individuazione e l'attuazione di interventi di carattere infrastrutturale e gestionale da attuare in regime di emergenza idrica ed in un quadro organico e coerente con il piu' generale processo di pianificazione prescritto dalla legge 18 maggio 1989 n. 183, in particolare nell'ottica della definizione del bilancio idrico di bacino, nonche' congruente con gli indirizzi programmatici fissati a livello comunitario e nazionale relativamente al ciclo integrato delle acque.
Considerato che tali elaborati sulla base dei criteri e delle metodologie in essi indicati e sentiti gli interessati di cui all'art. 10, punto h della legge n. 183/1989, saranno oggetto di sviluppo ed implementazione, ai fini di un dettagliato arricchimento dei contenuti del "Piano Stralcio Direttore di Bacino Regionale per l'utilizzo delle risorse idriche", in conformita' a quanto previsto dall'art. 17, comma 3, della legge 183/1989.
Considerato di dover fissare in 30 giorni il periodo di pubblicizzazione del Piano predetto, ed ulteriori 30 giorni per la presentazione di eventuali osservazioni da parte dei soggetti interessati.
Considerata l'opportunita' che l'EAF, incaricato con la collaborazione della Societa' Sogesid S.p.A., della predisposizione degli elaborati di sviluppo ed implementazione del Piano predetto, provveda alla pubblicizzazione del Piano stesso ed alla raccolta delle osservazioni eventualmente presentate dai soggetti interessati;

O r d i n a :
Art. 1.
Ai sensi dell'art. 13 dell'Ordinanza n. 3196 in data 12 aprile 2002 del Ministro dell'interno - Delegato per il coordinamento della Protezione Civile - e' approvato il "Piano Stralcio Direttore di Bacino Regionale per l'utilizzo delle risorse idriche" quale risultante dagli elaborati che si allegano alla presente Ordinanza per fame parte integrante e sostanziale.
 
Art. 2.
L'EAF, incaricato con la collaborazione della Societa' Sogesid S.p.A., anche della predisposizione degli elaborati di sviluppo ed implementazione del Piano predetto, provvedera' alla pubblicizzazione, per giorni trenta tramite avviso pubblico, del Piano stesso ed alla raccolta delle osservazioni eventualmente presentate dai soggetti interessati.
E' fissato in ulteriori trenta giorni dalla pubblicizzazione il termine per la presentazione di osservazioni da parte degli interessati di cui all'art. 10, punto 19 della legge n. 183/1989.
E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservare e di far osservare la presente Ordinanza.
La presente Ordinanza e' immediatamente esecutiva, ed e' pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, ai sensi dell'art. 5 della legge 24 febbraio 1992 n. 225, e sul Bollettino Ufficiale della Regione Sardegna, parte II.

Cagliari, 31 dicembre 2002

Il commissario governativo: PILI
 
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1. PREMESSA

Il Commissario governativo per l'emergenza idrica in Sardegna, in forza dell'Ordinanza del Ministro degli Interni n. 3196 del 12 aprile 2002 "provvede entro il 31.12.2002, nell'eventualita' in cui non vi provvedano gli Organi istituzionalmente e ordinariamente competenti, all'approvazione del Piano stralcio di bacino regionale per le risorse idriche"
Con Ordinanza n. 327 del 10 ottobre 2002 il Commissario governativo ha disposto l'attivazione dei Soggetti incaricati della predisposizione del relativo elaborato di "Piano stralcio di bacino regionale per le risorse idriche" da approvare con Ordinanza Commissariale entro il 31 dicembre 2002.
Il Piano che il Commissario intende approvare in forza dei poteri a lui conferiti deve:

- avere la caratteristiche di organicita' richieste dalla legge per i
piani stralcio in modo da costituire un ulteriore tassello nella
costruzione per stralci del piano di bacino regionale di cui alla
legge 183/89; - rispondere alla esigenza immediata, legata alle condizioni di
emergenza che giustificano l'intervento del Commissario
Governativo, di individuare le situazioni di squilibrio ed indicare
interventi gestionali ed infrastrutturali nell'ambito di un disegno
organico coerente con i vincoli di risorsa economica ed ambientale
introdotti dalla programmazione comunitaria e nazionale in materia
e compatibile con l'equilibrio del bilancio idrico del bacino
regionale.

Tale seconda esigenza si lega direttamente alla possibilita' di accedere alle risorse finanziarie assegnate a livello comunitario (Quadro Comunitario di Sostegno 2000 2006) e nazionale (assegnazioni di fondi per lo sviluppo delle aree depresse di cui alle delibere CIPE); tali strumenti finanziari impongono rigidi criteri di selezione degli interventi da finanziare che devono essere inquadrati in strumenti programmatici approvati e devono dimostrare la sostenibilita' economica ed ambientale delle opere previste.
Considerati i tempi ristrettissimi a disposizione, il Piano che si potra' approvare entro il 31.12.2002 avra' le caratteristiche di piano "direttore": partendo dalle informazioni e conoscenze di base gia' acquisite nell'ambito delle attivita' propedeutiche svolte (prime attivita' svolte per l'aggiornamento del Piano Acque; "Documento di base quale proposta per la definizione dell'accordo di programma quadro risorse idriche" approvato dalla Giunta regionale con deliberazione n. 35/5; ricognizione delle opere e piano d'Ambito di cui all'art. 11 della legge n. 36/94, approvati con Ordinanza del Commissario governativo n. 321 del 30 settembre 2002) il Piano fissa i criteri e le metodologie per la pianificazione ed attuazione degli interventi di carattere infrastrutturale da attuare in regime di emergenza idrica, in un quadro organico e coerente con il piu' generale processo di pianificazione prescritto dalla legge n. 183/89, ed in particolare nell'ottica della definizione del bilancio idrico di bacino, e congruente con gli indirizzi programmatici fissati a livello nazionale e comunitario per quanto riguarda il ciclo integrato delle acque.
Il Piano e' strutturato come segue:

- Inquadramento del Piano nell'ambito della normativa di riferimento
e delle attivita' in corso a cura della Regione - Definizione del percorso metodologico nel processo decisionale per
la scelta degli investimenti da realizzare; - Indicazione delle azioni di carattere gestionale da porre in essere
oltre agli investimenti infrastrutturali. - Descrizione dei "sistemi organici" di intervento assunti a base per
le successive valutazioni; - Ricostruzione dello stato attuale delle conoscenze sulle risorse e
sulle infrastrutture; - Definizione del quadro di domanda attuale e delle politiche di
controllo e governo della sua evoluzione; - Metodologie per la gestione degli impatti.

2 INQUADRAMENTO DEL PIANO NELL'AMBITO DELLA NORMATIVA DI RIFERIMENTO E DELLE ATTIVITA' IN CORSO A CURA DELLA REGIONE

Il riferimento normativo che ha ispirato la norma contenuta nell'Ordinanza n. 3196 e' costituito dalla legge n. 183/89 e dalle attivita' di programmazione, pianificazione ed attuazione esplicitati all'articolo 3 che, per quanto riguarda le risorse idriche, fa riferimento alla "razionale utilizzazione delle risorse idriche superficiali e profonde, con una efficiente rete idraulica, irrigua ed idrica, garantendo, comunque, che l'insieme delle derivazioni non pregiudichi il minimo deflusso costante vitale negli alvei, nonche' la polizia delle acqua".
Il concetto di un "Piano stralcio" deriva da quanto disposto dal D.L. 5.10.1993 n. 398 convertito con legge n. 493/93 che introduce la possibilita' di redigere ed approvare i piani di bacino idrografico "anche per sottobacini o per stralci funzionali che in ogni caso devono costituire fasi sequenziali ed interrelate rispetto ai contenuti del piano di bacino cui all'articolo 17 della legge n. 183/89".
In base alle vigenti normative la regione Sardegna, pertanto, ha in corso di approvazione o di elaborazione due "stralci" di settore del piano di bacino:

1. il piano stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico, ai sensi
dell'art. 1 del DL 11.6.98 n. 180 convertito con legge 3.8.98 n.
267; 2. il piano di tutela delle acque ai sensi degli articolo 44 del
decreto legislativo n. 152/99.

L'altro "stralcio" che in pratica e' prescritto dall'attuale normativa (legge n. 36/94 e DPCM 4.3.1996 e Dlgs n. 152/99) puo' essere considerato il piano per la "razionalizzazione dell'uso delle risorse idriche ed il controllo del bilancio idrico".
Considerato il grave stato di emergenza determinato dalle recenti vicende idrologiche, e tenuto conto dell'avvio delle attivita' inerenti l'attuazione della legge n. 36/94 con l'approvazione del Piano d'Ambito da parte del Commissario governativo con l'Ordinanza n. 321 del 30.9.2002, emerge la necessita' - nelle more della costituzione degli organismi previsti dalla legge n. 183/89 - di porre in essere le iniziative volte ad elaborare il suddetto piano per la "razionalizzazione dell'uso delle risorse idriche ed il controllo del bilancio idrico" ai sensi dell'art. 3 della legge n. 36/94.
Questo piano verrebbe a costituire il terzo tassello dei "piano stralcio", oltre quelli gia' in corso di approvazione ed elaborazione, e concorrera' alla costruzione del piano di bacino regionale previsto dalla legge n. 183/89 che dovra' essere gestito dai nuovi Organismi previsti dalla stessa legge.
Il Piano "direttore" che si propone di approvare costituisce il punto di partenza per la redazione del piano per la "razionalizzazione dell'uso delle risorse idriche ed il controllo del bilancio idrico" ai sensi dell'art. 3 della legge n. 36/94. Infatti, una volta completate le attivita' di selezione degli investimenti infrastrutturali e definito il quadro delle infrastrutture, ed acquisite le informazioni ancora carenti sulle risorse sotterranee e sulle utilizzazioni in atto, si potra' procedere, in raccordo con gli esiti ed i contenuti del Piano di tutela delle acque, alla stesura del piano per la "razionalizzazione dell'uso delle risorse idriche ed il controllo del bilancio idrico".

3 DEFINIZIONE DEL PERCORSO METODOLOGICO NEL PROCESSO DECISIONALE PER LA SCELTA DEGLI INVESTIMENTI DA REALIZZARE.

Punto di partenza della metodologia adottata e' costituito dalla considerazione che il parco di proposte progettuali esistente e gia' indicato nei precedenti atti di programmazione formalmente assunti (anche se non compiutamente adottati come nel caso del Documento di base per l'APQ del 2000) discende in massima parte da uno strumento organico di pianificazione che e' costituito dallo "Studio per la Pianificazione delle Risorse idriche" elaborato nel 1988.
Il suddetto documento, che risulta superato a causa delle significative modifiche delle caratteristiche del sistema fisico ed economico di riferimento, e mai completato in termini di processo di pianificazione, mantiene una validita' di base per quanto riguarda la metodologia di base per la classificazione dei singoli interventi infrastrutturali individuati: pertanto il quadro delle proposte progettuali di cui oggi si dispone, quale base di riferimento di un processo di selezione delle soluzioni ottimali rispetto al mutato quadro di riferimento degli obbiettivi, si inserisce nell'architettura complessiva del sistema gia' da allora complessivamente definita.
Il processo decisionale che portera' alla individuazione degli interventi infrastrutturali destinati ad attuare gli obbiettivi di programmazione in materia di opere idriche dovra' essere conforme alle disposizioni emanate in materia con la legge n. 144/99 e con riferimento ai criteri fissati dalla Delibera CIPE n. 36/2002.
L'elemento strategico fondante del processo progettuale e decisionale delle opere pubbliche e' stato individuato nella introduzione dello "Studio di fattibilita'" (SDF).
In particolare l'att. 4 della legge n. 144/99 prevede che lo studio di fattibilita':

- sia strumento ordinario preliminare ai fini dell'assunzione delle
decisioni di investimento da parte delle amministrazioni pubbliche
per opere di costo superiore a 20 miliardi di lire (10,33 milioni
di curo); - sia obbligatorio per le opere con costo superiore a 100 miliardi di
lire; - costituisca, se approvato dalle amministrazioni, titolo
preferenziale ai fini della valutazione dei finanziamenti delle
opere.

Lo SDF viene ritenuto lo strumento ottimale per effettuare le scelte di programmazione delle infrastrutture idriche a partire dal parco di possibili interventi gia' individuato nelle precedenti fasi di programmazione (Ipotesi di Accordo di Programma Quadro, Piano d'Ambito).
La programmazione "per progetti" e' lo strumento piu' idoneo ad affrontare il processo decisionale per gli investimenti pubblici in un contesto articolato su realta' territoriali portatrici di specifiche istanze nell'ambito di vincoli fissati dagli organismi centrali.
Il Piano degli interventi infrastrutturali da realizzare con le risorse finanziarie che saranno rese disponibili nei prossimi anni derivera' dalle seguenti procedure di selezione.
L'insieme degli interventi proposti ed inseriti nei precedenti atti di programmazione sono organizzati in sette "sistemi di intervento" definiti in rapporto alle correlazioni esistenti fra lo proposte progettuali, i centri di domanda interessati, le infrastrutture gia' presenti interessate per cui la "valutazione" delle proposte puo' (e deve) essere effettuata in un unico quadro di riferimento.
Di seguito si riporta l'elenco degli interventi articolati nei sette "sistemi di intervento" identificati.

====================================================================
SISTEMA 1 - POSADA CEDRINO COD. INTERVENTO ==================================================================== 12 Diga sul Posada ad Abba Luchente 13 Interconnessione comprensori Posada e Cedrino 14 Integrazione finanziamento per completamento diga Cumbidanovu
sull'alto Cedrino 15 Interventi urgenti di protezione del manto metallico di tenuta
dello sbarramento di Pedra e' Othoni 16 Ristrutturazione dello scarico di superficie diga Pedra e'
Othoni --------------------------------------------------------------------

====================================================================
SISTEMA 2 - CIXERRI COD. INTERVENTO ==================================================================== 42 Lavori integrativi sulle fondazioni della diga di Medau
Zirimilis 43 Raddoppio collegamento centrale Murtas con Diga Gennarta 6.4.2.A Schema n. 44 Iglesias - Collegamento invaso Cixerri -
Punta Gennarta 6.4.2.B Adduzione da invaso rio Casteddu a invaso rio Canonica P.A. 2 Adeguamento collegamento bidirezionale miniere Iglesias
Genna Is Abis P.A. 3 Recupero reflui Iglesias --------------------------------------------------------------------

====================================================================
SISTEMA 3 - GALLURA COD. INTERVENTO ==================================================================== 6 Condotta di derivazione della diga di M. di Deu sul rio
Pagghiolu e traversa sul rio Limbara 7 Trasformazione in condotta del canale dalla diga del Liscia 8 Traversa sul rio Enas e collegamento con il terminale della
derivazione del Liscia 9 Diga sul rio S. Simone P.A. 4 Traversa sul basso Liscia e collegamento impianto e
serbatoio Liscia --------------------------------------------------------------------

====================================================================
SISTEMA 4 - NORD OCCIDENTALE COD. INTERVENTO ==================================================================== 1 Condotta in c.a. sul rio Sette Ortas (Putifigari) 2 Collegamento tra condotta Coghinas e rete irrigua
Campanedda (Sassari) e riutilizzo reflui depurati
dell'agglomerato di Porto Torres 3 Depuratore di Sassari e adduzione acque reflue sino
all'invaso Cuga 4 Diga sul rio Badu Crabolu 10 Sollevamento dal serbatoio di Muzzone per integrare
l'irrigazione della piana di Chilivani P.A. 5 Recupero reflui Alghero P.A. 6 Ripristino e adeguamento condotta di collegamento Coghinas
Sassari P.A. 7 Derivazione medio Temo --------------------------------------------------------------------

====================================================================
SISTEMA 5 - TIRSO COD. INTERVENTO ==================================================================== 22 Intervento di risanamento sul canale adduttore
nell'impianto irriguo della media valle del Tirso 23 Lavori di completamento alla diga Cantoniera sul Tirso 24 Adeguamento della traversa di Santa Vittoria sul Tirso alle
prescrizioni del Servizio Nazionale Dighe 26 Utilizzazione dei deflussi del Flumineddu e collegamento
Tirso Flumineddu con traversa a Bau e Linu 27 Riconversione della diga di Santa Vittoria sul rio Mogoro 28 Diga sul Flumineddu a S'Allusia 29 Schema Montiferru con diga sul rio Mannu di Cuglieri a San
Marco e traverse collegate P.A. 8 Riassetto funzionale canale adduttore sinistra Tirso per
interconnessione bacini Tirso - Flumendosa --------------------------------------------------------------------

====================================================================
SISTEMA 6 - SUD SARDEGNA COD. INTERVENTO ==================================================================== 17 Diga sul rio Foddeddu, Traversa sul rio Pramaera e
collegamento 31 Integrazione finanziamento diga di Monti Nieddu 32 Completamento opere per recupero reflui civili nella zona
Serramanna - Monastir 33 Dissalatore per usi potabili e collegamenti con le reti
idriche 34 Ripristino canale principale adduttore 35 Telecontrollo integrato 38 Interconnessione basso Cixerri - Monti Nieddu 39 Diga sul basso Flumendosa e variante stradale 40 Traversa sul rio Quirra e collegamento sul basso Flumendosa 41 Completamento lavori diga sul rio Leni 3° lotto P.A. 10 Recupero reflui industriali e civili CASIC --------------------------------------------------------------------

====================================================================
SISTEMA 7 - SULCIS COD. INTERVENTO ==================================================================== 44 Completamento impianto recupero reflui San Giovanni Suergiu 45 Dissalatore --------------------------------------------------------------------

L'elaborato S1 allegato al presente documento di sintesi fornisce gli schemi descrittivi degli interventi articolati nei sette "sistemi di intervento" identificati.
Nell'ambito di ciascun sistema di intervento sara' organizzato uno studio di fattibilita' articolato come prescritto dal documento approvato dalla III Commissione CIPE il 29 maggio 2000, comprendente le analisi di seguito specificate.
La Sostenibilita' tecnico - territoriale che consiste nell'esplicitazione delle conseguenze indotte sugli assetti ambientali, morfologici e figurativi dello spazio fisico attraverso:

- la costruzione del quadro conoscitivo (stato attuale, azioni in
corso, condizioni di trasformabilita' a cui riferire le alternative
di progetto); - definizione degli obbiettivi e delle scelte di intervento
(identificazione delle funzioni da insediare e dei requisiti da
osservare nella costruzione delle soluzioni alternative); - elaborazione delle alternative di progetto attraverso
l'articolazione degli interventi che costituiscono il "sistema" in
possibili combinazioni "ottimali"; - individuazione delle fondamentali alternative tecnologiche; - esplorazioni di configurazione fisica dell'area di intervento.

La Sostenibilita' economica e finanziaria che consiste in un esame delle componenti finanziarie ed economiche dell'insieme di interventi anche attraverso lo studio delle caratteristiche gestionali, pubbliche o private piu' idonee a conseguire gli obbiettivi attesi:

- rappresentazione del contesto territoriale e socio - economico
entro cui dovranno realizzarsi gli interventi; - individuazione e quantificazione della domanda effettiva e
potenziale; - individuazione e quantificazione dell'offerta effettiva e
potenziale; - analisi del quadro delle risorse finanziarie disponibili o
attivabili, modalita' di conferimento ditali risorse per gli
interventi; - analisi finanziaria (stima dei flussi costi - ricavi; calcolo dei
flussi di cassa e dei principali indicatori della gestione;
verifica in un arco temporale sufficiente date le caratteristiche
tecniche, economiche e gestionali degli interventi); - analisi economica (costi - benefici estesa anche alle componenti
ambientali) in grado di valutare la convenienza dell'investimento
dal punto di vista della collettivita' per ciascuna alternativa; - simulazioni (analisi di sensitivita', analisi del rischio) in grado
di verificare i punti di debolezza economica e finanziaria del
sistema di interventi e le azioni o modifiche progettuali piu'
opportune.

La sostenibilita' amministrativa, istituzionale e gestionale che consiste nella verifica delle condizioni istituzionali, amministrative, organizzative ed operative necessarie affinche' si possa procedere all'effettiva realizzazione delle iniziative individuate:

- meccanismi, procedure e organizzazione del sistema di attuazione
del progetto; - calendario e modalita' che si intendono seguire per attivare i
contenuti in cui si articola l'insieme degli interventi; - individuazione di eventuali partners istituzionali e finanziari
coinvolti nell'attuazione del progetto; - procedure per assicurare circuiti tecnici, amministrativi e
finanziari efficienti; - valutazione dell'esistenza delle competenze tecniche e gestionali
necessarie ad assicurare il buon funzionamento e la corretta
manutenzione degli interventi previti.

Nella fase di costruzione delle alternative dovranno sempre e comunque essere inseriti i seguenti interventi, se non previsti fra quelli proposti, e che avranno comunque priorita' su tutti gli altri:

a) l'utilizzo delle acque reflue depurate prodotte negli impianti
ubicati nell'area di riferimento dell'insieme interessato con
volumi scaricati superiore a 1 milione di metri cubi anno; b) gli interventi - da identificare previa indagine diretta presso
gli impianti esistenti in accordo con gli Enti proponenti - atti a
realizzare:

- la piena utilizzazione delle capacita' di accumulo e regolazione; - il ripristino della funzionalita' tecnicamente accettabile dei
canali di adduzione e delle reti di distribuzione esistenti; - la misura automatica con telecontrollo dei nodi principali della
rete.

4 INDIRIZZI DI PROGRAMMAZIONE NAZIONALE E COMUNITARIA VINCOLANTI PER IL PROCESSO DI SELEZIONE

I documenti di programmazione a livello nazionale e comunitario in materia di infrastrutture idriche indicano le seguenti linee prioritarie di intervento:

- uso corretto e razionale delle risorse al fine di garantirne
l'adeguata disponibilita' nel tempo; - costruzione di efficienti sistemi di gestione che permettano di
massimizzare i benefici economici e sociali che le risorse sono in
grado di produrre in rapporto ai costi di investimento e di
gestione; - migliore utilizzazione degli schemi esistenti anche attraverso
opere di trasferimento ed interconnessione fra gli schemi; - controllo e monitoraggio delle perdite e riqualificazione delle
opere di adduzione e distribuzione; - interventi sperimentali finalizzati al risparmio della risorsa; - analisi di fattibilita' tecnico - economica per gli interventi di
importo superiore a 10,33 milioni di euro; - per gli interventi destinati (in tutto o in parte) ad uso irriguo,
dimostrazione che il valore aggiunto atteso dalla nuova produzione
agricola vendibile giustifichi l'investimento; - utilizzo delle acque reflue depurate; - ripristino della funzionalita', o nuova realizzazione di sistemi di
apparecchiature e strumentazioni finalizzate al monitoraggio dello
stato degli invasi al fine di assicurare il massimo utilizzo; - rifacimento dei tratti di canale deteriorati e, dove possibile,
copertura degli stessi anche al fine di impedire prelievi non
autorizzati; - conversione delle reti consortili a canaletta in reti tubate; - realizzazione di sistemi di automazione e telecontrollo degli
impianti irrigui e dei nodi principali delle reti per la misura dei
volumi di acqua erogati;

5 INTERVENTI URGENTI DI CARATTERE GESTIONALE

Nella more della definizione del quadro degli investimenti infrastrutturali da selezionare con le modalita' fissate nel precedente capitolo, dovranno essere attivate le seguenti azioni di carattere gestionale:
1. L'Assessorato ai LL.PP. avvalendosi della collaborazione dell'EAF e della Sogesid S.p.A., e raccordandosi con l'Assessorato della Difesa dell'Ambiente, dovra' proporre, entro il 28 febbraio 2003, il progetto di "Piano stralcio per la razionalizzazione dell'uso delle risorse idriche ed il controllo del bilancio idrico", da integrare con il Piano di tutela delle acque in corso di redazione e previa verifica dello stato attuale della conoscenza di base.
2. Sara costituto un Gruppo tecnico comprendente rappresentanti degli Assessorati interessati, del Centro Regionale di Programmazione, dei Consorzi di Bonifica, dell'EAF, dell'ERSAT, del Centro Regionale Agrario Sperimentale, della Sogesid, con l'eventuale partecipazione del Servizio Agro meteorologico Regionale e dell'INEA che avra' il compito di elaborare entro il 30 giugno 2003:

- una proposta per l'introduzione di uno schema di tariffazione per
l'uso della risorsa irrigua basato sulla misura delle quantita'
effettivamente utilizzate; - una proposta per la creazione di sistemi modellistico - informatici
di rilevamento e gestione che permettano di ottimizzare l'uso delle
risorse attraverso programmi di "quotizzazione" programmata da
assumere come strumento ordinario di governo della domanda irrigua
anche fuori dai periodi di emergenza;

3. Entro il 28 febbraio 2003 tutti i Soggetti gestori di infrastrutture che realizzano il prelievo di risorsa destinata ai vari usi, dovranno produrre una scheda tecnica identificativa di tutte le caratteristiche del manufatto di prelievo, ivi compresa la esatta localizzazione topografica, e indicare gli interventi e le apparecchiature necessarie per la realizzazione di un idoneo sistema di misurazione dei volumi e di invio telematico dei dati all'Ufficio del Commissario governativo;
4. Entro il 30 giugno 2003 l'EAF con il supporto della Sogesid dovra' elaborare un "modello di gestione pluriennale degli invasi" di cui nel presente documento si anticipano i criteri operativi di base.

----> Vedere immagine a pag. 22 della G.U. <----
RELAZIONE GENERALE

PREMESSA......................................................... 29

1.1 CARATTERIZZAZIONE DEL PIANO DI CUI ALL'ORDINANZA N. 327
DEL 10.10.2002............................................. 29
1.2 I CONTENUTI E LA STRUTTURA DEL PIANO....................... 30

2 ASPETTI GENERALI E QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO............. 31

2.1 PREMESSA.................................................... 31
2.2 LEGGE-QUADRO PER IL RIASSETTO ORGANIZZATIVO E FUNZIONALE
DELLA DIFESA DEL SUOLO-LEGGE 18.5.89 N. 183................. 32
2.2.1 Attività conoscitive.................................... 33
2.2.2 Attività di programmazione, pianificazione ed
attuazione interventi................................... 33
2.2.3 Piano di bacino......................................... 34
2.2.4 Approvazione piani di bacino di rilievo regionale....... 35
2.2.5 Attuazione degli Interventi............................. 36
2.2.6 Schemi previsionali e programmatici..................... 36
2.3 LA VALENZA DEL PIANO DI BACINO.............................. 36
2.3.1 Gli obiettivi e le priorità............................. 38
2.3.2 Gli obiettivi generali.................................. 38
2.3.3 Gli obiettivi di settore................................ 39
2.4 PIANI DI BACINO PER SOTTOBACINI O PER STRALCI............... 40
2.4.1 Piani stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico.... 40
2.4.2 Piano di tutela delle acque............................. 41
2.5 ALTRA NORMATIVA DI RIFERIMENTO.............................. 42
2.6 POTERI CONFERITI ALLE REGIONI E ALLO STATO, IN MATERIA
DI ACQUE E TUTELA DEL TERRITORIO............................ 42
2.7 STATO DI ATTUAZIONE DELLA LEGGE N. 183/89 IN SARDEGNA....... 44
2.7.1 Articolazione per "Stralci" del Piano di Bacino
della Sardegna.......................................... 44
2.7.2 Contenuti schematici del Piano stralcio per la
"razionalizzazione dell'uso delle risorse idriche ed il
controllo del bilancio idrico".......................... 45
2.7.3 Le attività avviate dalla Regione Sardegna per il
bilancio idrico......................................... 46
2.7.4 Ruolo del Piano Direttore nella definizione del
bilancio idrico......................................... 47

3 DEFINIZIONE DEI CONTENUTI DEL PIANO STRALCIO DIRETTORE DI BACINO
REGIONALE PER L'UTILIZZO DELLE RISORSE IDRICHE (ORDINANZA DEL
COMMISSARIO GOVERNATIVO N. 327 DEL 10.10.2002)................. 48

3.1 STRUMENTI E PROCEDURE PER LA SELEZIONE DEGLI INVESTIMENTI
PUBBLICI: LA CENTRALITA' DELLO STUDIO DI FATTIBILITA'....... 49
3.2 IL METODO DI SELEZIONE DEGLI INTERVENTI..................... 50
3.3 CONSIDERAZIONI FINALI....................................... 52

4 DOCUMENTI DI PROGRAMMAZIONE VINCOLANTI PER LA SELEZIONE DEGLI
INVESTIMENTI................................................... 54
4.1 LA PROGRAMMAZIONE DI RIFERIMENTO NAZIONALE E COMUNITARIA.... 54
4.1.1 Il Quadro Comunitario di Sostegno (QCS) 2000 - 2006..... 54
4.1.2 Il POR Sardegna......................................... 55
4.1.3 Le delibere CIPE per la ripartizione delle risorse per
interventi nelle aree depresse.......................... 58
4.1.4 Linee guida per il programma nazionale per l'approv-
vigionamento idrico in agricoltura e per lo sviluppo
dell'irrigazione (Delibera CIPE n. 41 del 14.6.2002).... 60
4.2 L'EVOLUZIONE DEL CONTESTO PROGRAMMATICO GENERALE............ 61
4.2.1 Direttiva - Quadro 2000/60/CE in materia di acque
(GUCE n. 327 del 22.12.2000)............................ 62
4.2.2 Strategia d'azione ambientale per lo sviluppo sostenibile
in Italia (Delibera CIPE del 2 agosto 2002)............. 63

5 INTERVENTI URGENTI DI CARATTERE GESTIONALE..................... 66

5.1 CRITERI OPERATIVI PER LA ASSEGNAZIONE DELLE RISORSE E PER LA
GESTIONE DEI SERBATOI....................................... 67

6 ELENCO DELLE PROPOSTE PROGETTUALI E DEFINIZIONE DEI "SISTEMI DI
INTERVENTO".................................................... 72

6.1 SISTEMA DI INTERVENTI N. 1 - POSADA CEDRINO................. 73
6.2 SISTEMA DI INTERVENTI N. 2 - CIXERRI........................ 75
6.3 SISTEMA DI INTERVENTI N. 3 - GALLURA........................ 78
6.4 SISTEMA DI INTERVENTI N. 4 - NORD OCCIDENTALE............... 81
6.5 SISTEMA DI INTERVENTI N. 5 - TIRSO.......................... 85
6.6 SISTEMA DI INTERVENTI N. 6 - SUD SARDEGNA................... 89
6.7 SISTEMA DI INTERVENTI N. 7 - SULCIS......................... 93

1 PREMESSA

La disposizione contenuta nell'Ordinanza del Ministro dell'interno n. 3196 del 12.4.2002 secondo la quale il Commissario Governativo provvede entro il 31.12.2002, nell'eventualita' in cui non vi provvedano gli Organi istituzionalmente e ordinariamente competenti, all'approvazione del "Piano stralcio di bacino regionale per le risorse idriche" va inquadrata nell'ambito delle attivita' complessive di pianificazione che la Regione Sardegna sta svolgendo in attuazione di specifiche norme (L. 3.8.98 n. 267 che ha convertito, con modificazioni, il decreto-legge 11.6.98, n. 180; D.lgs n. 152/99).
Il Commissario governativo, utilizzando i poteri a lui conferiti dall'Ordinanza n. 3196 del 12.4.2002, con propria Ordinanza n. 327 del 10.10.2002, ha disposto l'attivazione del gruppo di Soggetti che dovra' predisporre gli elementi per l'approvazione del suddetto piano.

1.1 CARATTERIZZAZIONE DEL PIANO DI CUI ALL'ORDINANZA N. 327 DEL 10.10.2002

Come sara' specificato nel seguito, il piano di cui all'Ordinanza del Commissario governativo deve:

- avere le caratteristiche di organicita' richieste dalla legge per i
piani stralcio in modo da costituire un ulteriore tassello nella
costruzione per stralci del piano di bacino regionale di cui alla
legge 183/89; - rispondere alla esigenza immediata, legata alle condizioni di
emergenza che giustificano l'intervento del Commissario
Governativo, di individuare le situazioni di squilibrio ed indicare
interventi gestionali ed infrastrutturali che, almeno nel medio
termine, consentano il contenimento delle suddette situazioni di
squilibrio nell'ambito di un disegno organico coerente con i
vincoli di risorsa economica ed ambientale introdotti dalla
programmazione comunitaria e nazionale in materia e compatibile con
l'equilibrio del bilancio idrico del bacino che sara' definito
quanto prima, non appena saranno stati completati gli studi e le
attivita' sugli argomenti ancora carenti della conoscenza di base
(falde idriche, catasto delle utilizzazioni).

Tale esigenza si lega direttamente alla possibilita' di accedere alle risorse finanziarie assegnate a livello comunitario (Quadro Comunitario di Sostegno 2000 - 2006) e nazionale (assegnazioni di fondi per lo sviluppo delle aree depresse di cui alle delibere CIPE); tali strumenti finanziari, come meglio specificato in seguito, impongono rigidi criteri di selezione degli interventi da finanziare che devono essere inquadrati in strumenti programmatici approvati che devono dimostrare la sostenibilita' economica ed ambientale delle opere previste.
Considerati i tempi ristrettissimi a disposizione, il piano che si dovra' approvare entro il 31.12.2002, avra' le caratteristiche di piano "direttore" poiche', partendo dalle informazioni e conoscenze di base gia' acquisite nell'ambito delle attivita' propedeutiche svolte (aggiornamento del Piano Acque, "Documento di base quale proposta per la definizione dell'accordo di programma quadro risorse idriche" approvato dalla Giunta regionale con deliberazione n. 35/5 17 agosto 2000, ricognizione delle opere e piano d'Ambito di cui all'art. 11 della legge n. 36/94) fissa i criteri e le metodologie per la pianificazione ed attuazione degli interventi di carattere gestionale ed infrastrutturale da attuare in regime di emergenza idrica, ma in un quadro organico e coerente con il piu' generale processo di pianificazione prescritto dalla legge n. 183/89, ed in particolare nell'ottica della definizione del bilancio idrico di bacino, e congruente con gli indirizzi programmatici fissati a livello nazionale e comunitario per quanto riguarda il ciclo integrato delle acque.

1.2 I CONTENUTI E LA STRUTTURA DEL PIANO

Il Piano che viene prodotto sara' strutturato come segue. a) Inquadramento del Piano nell'ambito della normativa di riferimento
e delle attivita' in corso a cura della Regione; b) Definizione del percorso metodologico nel processo decisionale per
la scelta degli investimenti da realizzare e relativi criteri di
priorita'; c) Indicazione delle azioni di carattere gestionale da porre in
essere oltre agli investimenti infrastrutturali; d) Descrizione dei "sistemi organici" di intervento assunti a base
per le valutazioni; e) Ricostruzione dello stato attuale delle conoscenze sulle risorse e
sulle infrastrutture; f) Definizione del quadro di domanda attuale e delle politiche di
controllo e governo della sua evoluzione; g) Definizione del bilancio domanda/offerta in assenza di politiche
di controllo e governo della domanda; h) Metodologie per la gestione degli impatti.

Nella presente relazione vengono trattati i punti a), b), c) e d); i punti e), f), g) e h) sono sviluppati nei seguenti allegati tecnici:

1) Allegato tecnico 1 - Le risorse idriche 2) Allegato tecnico 2 - Le necessita' d'acqua 3) Allegato tecnico 3 - Stato attuale delle gestioni e delle
infrastrutture per uso multisettoriale 4) Allegato tecnico 4 - Indirizzi metodologici per la valutazione e
gestione degli impatti 5) Allegato tecnico 5 - Ipotesi di bilancio domanda/offerta
nell'attuale assetto tendenziale di sviluppo della domanda.

2 ASPETTI GENERALI E QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO

2.1 PREMESSA

La Sardegna, come tutta la fascia del Mediterraneo, e' stata interessata negli ultimi 25 - 30 anni da fenomeni climatici caratterizzati da ricorrenti e prolungati periodi di apporti meteorici nettamente inferiori ai valori medi di lungo periodo (in alcuni anni i deflussi registrati sono stati pari al 10% dei valori medi).
Questo fenomeno, di cui non si possono ancora definire in termini di previsione statistica le caratteristiche, ha creato gravissimi squilibri fra disponibilita' e risorse per i diversi usi della risorsa idrica ampliati dalla mancanza di capacita' nel percepire e gestire in modo coordinato ed adeguato il fenomeno e della scarsa capacita' di governo in tutte le fasi del ciclo di captazione, accumulo, trasporto ed utilizzazione della risorsa.
La gravita' della situazione ha spinto il Governo a dichiarare piu' volte lo stato di emergenza idrica e, con Ordinanze di Protezione Civile, a nominare Commissari governativi con poteri straordinari di intervento sia in materia di gestione delle risorse che in materia di programmazione e realizzazione di interventi infrastrutturali.
Al momento sono vigenti il D.P.C.M. del 13 dicembre 2001 con il quale lo stato di emergenza idrica in Sardegna e' stato prorogato fino al 31 dicembre 2003 e l'Ordinanza del Ministro dell'Interno - Delegato per la Protezione Civile n. 3196 del 12 aprile 2002 che conferisce poteri speciali al Commissario Governativo Presidente della Giunta Regionale.
Nel processo evolutivo che ha riguardato la attribuzione dei poteri al Commissario governativo nelle numerose Ordinanze che si sono susseguite in questi anni, si e' passati da poteri strettamente inerenti la fase di individuazione e realizzazione di infrastrutture in grado di fornire urgenti risposte alle situazioni di carenza, alla attribuzione di poteri sostitutivi degli Organismi istituzionalmente responsabili della formulazione ed approvazione degli strumenti di pianificazione di settore prescritti dalla legislazione in materia nel frattempo intervenuta. Cio' in quanto si e' ritenuto, giustamente, che fra le cause concorrenti a determinare le condizioni di emergenza fosse da considerare la situazione di stallo istituzionale rispetto alle scelte organizzative e di pianificazione imposte dalle leggi e mai effettuate; il riferimento principale e' costituito dalla legge quadro per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo - legge 18.5.1989 n. 183 e dalla legge n. 36/94 per gli aspetti relativi al segmento idropotabile, cui si e' aggiunto il D.lgs. n. 152/99 in materia di qualita' dei corpi idrici.
E' evidente che la gestione delle situazioni di crisi causate dai fenomeni climatici prima evidenziati e le scelte gestionali ed infrastrutturali da attuare nel breve e nel medio termine sarebbero risultate molto piu' agevoli, tempestive ed efficaci in presenza di un'Autorita' di Bacino costituita e dotata degli strumenti tecnico - operativi previsti dalla legge, che avesse redatto c fatto approvare il Piano di Bacino - o lo stralcio funzionale per il bilancio e l'uso razionale della risorsa idrica - previa acquisizione del quadro conoscitivo organizzato prescritto; e se ancora, fosse stata costituita l'Autorita' d'ambita e fosse stato redatto ed approvato il Piano d'Ambito previsto dall'art. 11 della legge n. 36/94.
L'Ordinanza del Ministro dell'interno - Delegato per la Protezione Civile n. 3196 del 12 aprile 2002 prima richiamata, infatti, stabilisce all'art. 13 che il Commissario Governativo provveda, entro il 31 dicembre 2002, nell'eventualita' in cui non vi provvedano gli organi istituzionalmente e ordinariamente competenti, all'approvazione del "Piano Stralcio di bacino regionale per le risorse idriche" previsto dalla legge 18.05.89 n. 183
Il riferimento normativo che ha ispirato la suddetta norma e costituito quindi dalla legge n. 183/89 e dalle attivita' di programmazione, pianificazione ed attuazione esplicitati all'articolo 3 che, per quanto riguarda le risorse idriche fa riferimento alla razionale utilizzazione delle risorse idriche superficiali e profonde, con una efficiente rete idraulica, irrigua ed idrica, garantendo, comunque, che l'insieme delle derivazioni non pregiudichi il minimo deflusso costante vitale negli alvei, nonche' la polizia delle acqua; la redazione di un "Piano stralcio" deriva da quanto disposto dal D.L. 5.10.1993 n. 398 convertito con legge n. 493/93 che introduce la possibilita' di redigere ed approvare i piani di bacino idrografico "anche per sottobacini o per stralci funzionali che in ogni caso devono costituire fasi sequenziali ed interrelate rispetto ai contenuti del piano di bacino cui all'articolo 17 della legge n. 183/89.
Il quadro di riferimento generale per la formazione del progetto di piano e degli atti intermedi della programmazione e pianificazione di bacino e' rappresentato innanzitutto dalle norme contenute nella legge quadro, la n. 183 del 18 maggio 1989, e piu' in generale da tutte le norme che definiscono l'ordinamento istituzionale, le attribuzioni di competenza e le relative responsabilita' delle istituzioni rappresentate nell'Autorita' di bacino.
Esso contribuisce anche alla definizione della valenza del piano di bacino rispetto ai restanti strumenti della pianificazione generale e di settore e alla precisazione delle modalita' della sua formazione.
La grande rilevanza sociale ed economica delle scelte da compiere rende anche necessario che i processi decisionali siano supportati dalla conoscenza dei comportamenti, degli atteggiamenti e delle aspettative delle famiglie, delle imprese e delle collettivita' residenti nel bacino, realizzata mediante appropriate indagini ed analisi e la costituzione di strumenti di confronto e di flussi di reciproca informazione.

2.2 LEGGE-QUADRO PER IL RIASSETTO ORGANIZZATIVO E FUNZIONALE DELLA DIFESA DEL SUOLO - LEGGE 18.5.89 N. 183

La legge 18.5.89 n. 183 introduce per la prima volta criteri di pianificazione generale a difesa del suolo con lo scopo di "assicurare la difesa del suolo, il risanamento delle acque, la fruizione e la gestione del patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo economico e sociale, la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi".
Per il raggiungimento degli obiettivi previsti la legge 183/89 ha introdotto profonde innovazioni nell'organizzazione e nelle funzioni della pubblica amministrazione dedicate alla difesa del suolo, introducendo in particolare il nuovo soggetto di "Autorita' di bacino".
Ha inoltre individuato nel bacino idrografico l'ambito fisico di riferimento per gli interventi di pianificazione territoriale, suddividendo di conseguenza il territorio nazionale in bacini idrografici di rilievo nazionale, interregionale e regionale.
Con riferimento ai bacini regionali, quali quelli della regione Sardegna, tutte le funzioni operative nel settore idraulico, le attivita' conoscitive, di programmazione e pianificazione riferite ai corsi d'acqua sono demandate alle regioni (artt. 10, 16, 20).

2.2.1 Attivita' conoscitive

Le attivita' conoscitive da effettuarsi relativamente a ciascun bacino (art. 2) comprendono; "raccolta, elaborazione, archiviazione e diffusione dei dati; accertamento, sperimentazione, ricerca e studio degli elementi dell'ambiente fisico e delle condizioni generali di rischio; formazione ed aggiornamento delle carte tematiche del territorio; valutazione e studio degli effetti conseguenti alla esecuzione dei piani, dei programmi e dei progetti di opere previsti dalla presente legge; attuazione di ogni iniziativa a carattere conoscitivo ritenuta necessaria per il conseguimento delle finalita'" della legge stessa.
L'attivita' conoscitiva svolta sulla base dei contenuti di cui al DPR 18.7.95, che ha approvato l'atto di indirizzo e coordinamento concernente i criteri per la redazione dei piani di bacino e' in corso di istruttoria.

2.2.2 Attivita' di programmazione, pianificazione ed attuazione interventi

Le attivita' di programmazione, pianificazione ed attuazione degli interventi finalizzati al raggiungimento degli obiettivi della legge curano in particolare (art. 3):

"a) la sistemazione, la conservazione ed il recupero del suolo nei
bacini idrografici, con interventi idrogeologici, idraulici,
idraulico-forestali, idraulico-agrari silvo-pastorali, di
forestazione e di bonifica, anche attraverso processi di recupero
naturalistico, botanico e faunistico;

b) la difesa, la sistemazione e la regolazione dei corsi d'acqua, dei
rami terminali dei fiumi e delle loro foci nel mare, nonche' delle
zone umide; c) la moderazione delle piene, anche mediante serbatoi di invaso,
vasche di laminazione, casse di espansione, scaricatori,
scolmatori, diversivi o altro, per la difesa dalle inondazioni e
dagli allagamenti; d) la disciplina delle attivita' estrattive, al fine di prevenire il
dissesto del territorio, inclusi erosione ed abbassamento degli
alvei e delle coste; e) la difesa e il consolidamento dei versanti e delle aree instabili,
nonche' la difesa degli abitati e delle infrastrutture contro i
movimenti franosi, le valanghe e altri fenomeni di dissesto; f) il contenimento dei fenomeni di subsidenza dei suoli e di risalita
delle acque marine lungo i fiumi e nelle falde idriche, anche
mediante operazioni di ristabilimento delle preesistenti
condizioni di equilibrio e delle falde sotterranee; g) la protezione delle coste e degli abitati dall'invasione e
dall'erosione delle acque marine ed il ripascimento degli arenili,
anche mediante opere di ricostituzione dei cordoni dunosi; h) il risanamento delle acque superficiali e sotterranee allo scopo
di fermarne il degrado e, rendendole conformi alle normative
comunitarie e nazionali, assicurarne la razionale utilizzazione
per le esigenze della alimentazione, degli usi produttivi, del
tempo libero, della ricreazione e del turismo, mediante opere di
depurazione degli effluenti urbani, industriali ed agricoli, e la
definizione di provvedimenti per la trasformazione dei cicli
produttivi industriali ed il razionale impiego di concimi e
pesticidi in agricoltura; i) la razionale utilizzazione delle risorse idriche superficiali e
profonde, con una efficiente rete idraulica, irrigua ed idrica,
garantendo, comunque, che l'insieme delle derivazioni non
pregiudichi il minimo deflusso costante vitale negli alvei sottesi
nonche' la polizia delle acque; l) lo svolgimento funzionale dei servizi di polizia idraulica, di
navigazione interna, di piena e di pronto intervento idraulico,
nonche' della gestione degli impianti; m) la manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere e degli
impianti nel settore e la conservazione dei beni; n) la regolamentazione dei territori interessati dagli interventi di
cui alle lettere precedenti ai fini della loro tutela ambientale,
anche mediante la determinazione di criteri per la salvaguardia e
la conservazione delle aree demaniali e la costituzione di parchi
fluviali e lacuali e di aree protette; o) la gestione integrata in ambienti ottimali dei servizi pubblici
nel settore, sulla base di criteri di economicita' e di efficienza
delle prestazioni; p) il riordino del vincolo idrogeologico; q) l'attivita' di prevenzione e di allerta svolta dagli enti per
periferici operanti sul territorio."

2.2.3 Piano di bacino

Lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo individuato dalla legge 183/89 (art. 17) e' costituito dal piano di bacino che ha valore di piano territoriale di settore.
Il piano di bacino deve contenere, in particolare:

a) in conformita' a quanto previsto dall'articolo 2 (della L.
183/89), il quadro conoscitivo organizzato ed aggiornato del
sistema fisico, delle utilizzazioni del territorio previste dagli
strumenti urbanistici comunali ed intercomunali, nonche' dei
vincoli, relativi al bacino, di cui al R.D.L. 30 dicembre 1923, n.
3267 ed alle leggi 1 giugno 1939, n. 1089, e 29 giugno 1939, n.
1497, e loro successive modificazioni ed integrazioni; b) la individuazione e la quantificazione delle situazioni, in atto e
potenziali, di degrado del sistema fisico, nonche' delle relative
cause; c) le direttive alle quali devono uniformarsi la difesa del suolo, la
sistemazione idrogeologica ed idraulica e l'utilizzazione delle
acque e dei suoli; d) l'indicazione delle opere necessarie distinte in funzione: dei
pericoli di inondazione e della gravita' ed estensione del
dissesto; del perseguimento degli obiettivi di sviluppo sociale ed
economico o di riequilibrio territoriale nonche' del tempo
necessario per assicurare l'efficacia degli interventi; e) la programmazione e l'utilizzazione delle risorse idriche,
agrarie, forestali ed estrattive; f) la individuazione delle prescrizioni dei vincoli e delle opere
idrauliche, idraulico-agrarie, idraulico-forestali, di
forestazione, di bonifica idraulica, di stabilizzazione e
consolidamento dei terreni e di ogni altra azione o norma d'uso o
vincolo finalizzati alla conservazione del suolo ed alla tutela
dell'ambiente; g) il proseguimento ed il completamento delle opere indicate alla
precedente lettera f), qualora siano gia' state intraprese con
stanziamenti disposti da leggi speciali e da leggi ordinarie di
bilancio; h) le opere di protezione, consolidamento e sistemazione dei litorali
marini che sottendono il bacino idrografico; i) la valutazione preventiva, anche alfine di scegliere tra ipotesi
di governo e gestione tra loro diverse, del rapporto
costi-benefici, dell'impatto ambientale e delle risorse
finanziarie per i principali interventi previsti; l) la normativa e gli interventi rivolti a regolare l'estrazione dei
materiali litoidi dal demanio fluviale, lacuale e marittimo e le
relative fasce di rispetto, specificatamente individuate in
funzione del buon regime delle acque e della tutela
dell'equilibrio geostatico e geomorfologico dei terreni e dei
litorali; m) l'indicazione delle zone da assoggettare a speciali vincoli e
prescrizioni in rapporto alle specifiche condizioni
idrogeologiche, ai fini della conservazione del suolo, della
tutela dell'ambiente e della prevenzione contro presumibili
effetti dannosi di interventi antropici; n) le prescrizioni contro l'inquinamento del suolo ed il versamento
nel terreno di discariche di rifiuti civili ed industriali che
comunque possano incidere sulle qualita' dei corpi idrici
superficiali e sotterranei; o) le misure per contrastare i fenomeni di subsidenza; p) il rilievo conoscitivo delle derivazioni in alto con
specificazione degli scopi energetici, idropotabili, irrigui od
altri e delle portate; q) il rilievo delle utilizzazioni diverse per la pesca, la
navigazione od altre; r) il piano delle possibili utilizzazioni future sia per le
derivazioni che per altri scopi, distinte per tipologie d'impiego
e secondo le quantita'; s) le priorita' degli interventi ed il loro organico sviluppo nel
tempo, in relazione alla gravita' del dissesto

2.2.4 Approvazione piani di bacino di rilievo regionale

Per i piani di bacino di rilievo regionale le regioni disciplinano, elaborano e approvano i piani di bacino (art. 20) e "per esigenze di coordinamento possono elaborare ed approvare un unico piano per piu' bacini regionali, rientranti nello stesso versante idrografico ed aventi caratteristiche di uniformita' morfologica ed economico-produttiva "(art. 5 L. 7.8.90 n. 253)
Il piano di bacino deve quindi essere trasmesso entro 60 gg. dall'adozione al Comitato Nazionale per la difesa del suolo per la verifica degli indirizzi e criteri nazionali.

2.2.5 Attuazione degli Interventi

I piani di bacino sono attuati attraverso programmi triennali di intervento, secondo le direttive dell'art. 21 della L. 183/89.
Nel caso di bacini di rilievo regionale le regioni competenti adottano i programmi degli interventi (art. 22), associando le necessarie risorse finanziarie.

2.2.6 Schemi previsionali e programmatici

Ai sensi dell'art. 31 della L. 183/89 le regioni, "delimitati provvisoriamente, ove necessario, gli ambiti territoriali, adottano, ove occorra, d'intesa, schemi "previsionali e programmatici ai fini delle linee fondamentali dell'assetto del territorio con riferimento alla difesa del suolo e della predisposizione dei piani di bacino.
Con decreto DPR del 23.3.90 e' stato emanato l'atto di indirizzo e coordinamento ai fini della adozione degli schemi previsionali e programmatici.

2.3 LA VALENZA DEL PIANO DI BACINO

Il piano di bacino e' lo strumento principale per il perseguimento delle finalita' di difesa del suolo, di risanamento delle acque, di fruizione e gestione del patrimonio idrico, per gli usi di razionale sviluppo economico e sociale, e di tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi (art. 1, comma 1).
Le attivita' di pianificazione, di programmazione e di attuazione devono a tal fine riguardare le materie indicate nell'articolo 3, primo comma, e il piano di bacino, conseguentemente, deve avere i contenuti indicati nell'articolo 17, terzo comma.
L'ampiezza dei contenuti, la complessita' degli obiettivi, la molteplicita' dei soggetti coinvolti, richiedono la chiara definizione delle competenze, delle modalita' e dei criteri di formazione e attuazione del piano, in rapporto alle attribuzioni e alle responsabilita' delle diverse amministrazioni e all'esigenza della loro cooperazione, e collocano il piano di bacino in una posizione speciale rispetto agli altri piani generali e di settore.
Il piano di bacino ha valore di piano territoriale di settore (art. 17 comma 1), in quanto e' specificamente finalizzato alla tutela dell'integrita' fisica e della stabilita' del territorio interessato, ma risulta anche prevalente sugli altri strumenti di pianificazione, dal momento che deve definire le condizioni poste alle trasformazioni e agli usi del territorio e delle risorse naturali, la cui determinazione compete invece agli altri piani.
Le condizioni poste dal piano di bacino definiscono, in questo senso, i limiti delle utilizzazioni compatibili con le finalita' di tutela degli elementi fisici, sia strutturali che funzionali, del sistema idrografico di riferimento e con lo sviluppo sostenibile delle attivita' che in esso si svolgono.
Nel piano di bacino vanno percio' trattati unitariamente e in modo integrato tutti i molteplici aspetti dell'ambiente fisico del bacino idrografico che, nelle norme o nella consuetudine previgenti, competevano ad altri piani, in modo parziale o necessariamente settoriale.
Questa prevalenza del piano di bacino si riscontra, in particolare, nelle prescrizioni del quarto comma dell'art. 17, che prevedono che il piano di bacino debba essere coordinato con altri piani e programmi nazionali, regionali e sub-regionali di sviluppo economico e di uso del suolo, nonche' nelle disposizioni del comma 6 del medesimo articolo, che stabiliscono l'obbligo di adeguamento degli strumenti urbanistici alle prescrizioni del piano di bacino.
Le peculiari caratteristiche del piano di bacino teste' illustrate inducono a qualificarlo come piano integrato direttore e ad adottare specifiche modalita' di formazione e di attuazione, anche in coerenza con le competenze e le responsabilita' dei soggetti istituzionali coinvolti ai diversi livelli di governo.
Uno specifico aspetto della formazione di tutti gli atti di programmazione e pianificazione di bacino e' quello che riguarda il coordinamento con le altre pianificazioni regionali e di livello territoriale minore, anche al fine di assicurare uniformita' di azione.
Tale coordinamento e' ottenuto mediante:

- la definizione delle competenze dell'Autorita' in ordine alla
redazione degli specifici atti; - la specificazione, in sede di Autorita' di bacino, di indirizzi e
criteri comuni per la formazione del quadro conoscitivo di base e
di comuni obiettivi e strategie di pianificazione e programmazione,
l'individuazione delle problematiche e delle criticita' rilevanti
alla scala di bacino e la definizione delle conseguenti iniziative; - la formulazione e l'adozione, da parte dell'Autorita' di bacino
degli atti conseguenti.

Per quanto implicito nei criteri illustrati, va sottolineato che gli atti della pianificazione infraregionale (Province, Comunita' montane, Enti locali) rimangono conseguenti a quelli regionali, secondo competenze, procedure e criteri definiti dagli ordinamenti delle Regioni stesse.

2.3.1 Gli obiettivi e le priorita'

Le finalita' generali del piano di bacino sono fissate dalla stessa legge 183/89 (art. 1, comma 1) e possono essenzialmente essere ricondotte alla tutela dell'integrita' fisica e della stabilita' del territorio, rispetto alle quali va condizionata ogni possibile scelta di trasformazione del territorio medesimo.
Compete quindi al piano di bacino farsi carico della inscindibile unitarieta' delle diverse componenti dell'assetto fisico del territorio, e in particolare della difesa del suolo dalle acque e da ogni altro fenomeno di degrado, del risanamento delle acque, della fruizione e della gestione del patrimonio idrico, per gli usi di razionale sviluppo economico e sociale, e della tutela degli aspetti ambientali connessi.
Si tratta di finalita' complesse, rispetto alle quali il piano di bacino definisce obiettivi generali e obiettivi specifici riferiti alle diverse problematiche del sistema fisico del bacino.
La definizione degli obiettivi deriva anche dalle successive precisazioni del quadro di riferimento conoscitivo ma comporta anche scelte strategiche di fondo, non delegabili a sole valutazioni di ordine tecnico, che riguardano le priorita' e i modi di risolvere le situazioni di crisi che caratterizzano il bacino.

2.3.2 Gli obiettivi generali

Gli obiettivi generali riguardano le disfunzioni di fondo che caratterizzano il bacino e le modalita' con cui si sono sviluppate le attivita' e gli insediamenti umani nel territorio:

- costituzione di avanzati sistemi di conoscenza e di monitoraggio
dei fenomeni e dei processi naturali e determinati dall'azione
dell'uomo; - recupero della funzionalita' dei sistemi naturali, riduzione
dell'artificialita' del bacino, tutela e valorizzazione dei beni
culturali e paesistici; - tutela e recupero della qualita' dei corpi idrici del bacino e del
mare in quanto ricettore finale; - sostenibilita' delle utilizzazioni del territorio e delle risorse
naturali; - razionalizzazione e ottimizzazione dei servizi con valenza
ambientale e delle relative infrastrutture e inserimento degli
stessi nelle logiche di mercato; - crescita strutturale e funzionale degli organismi pubblici
permanenti che operano nel bacino.

2.3.3 Gli obiettivi di settore

Per i diversi aspetti del sistema fisico ai quali si rivolge il piano di bacino sono perseguiti obiettivi specifici, in coerenza con gli art. 3 e 17 della legge 183/89.
1. Per la difesa idrogeologica e della rete idrografica, le finalita' di miglioramento delle condizioni di stabilita' del suolo, di recupero delle aree interessate da particolari fenomeni di degrado e dissesto, di salvaguardia della naturalita' sono perseguite mediante:

- la definizione del quadro del rischio compatibile in relazione ai
fenomeni di instabilita' e dissesto considerati; - la definizione dei vincoli e delle limitazioni d'uso del suolo in
relazione al diverso grado di rischio; - la definizione delle esigenze di manutenzione, completamento ed
integrazione dei sistemi di difesa esistenti in relazione al grado
di rischio compatibile ed al loro livello di efficienza ed
efficacia; - la definizione di nuovi sistemi di difesa, ad integrazione di
quelli esistenti, con funzioni di controllo dell'evoluzione dei
fenomeni di instabilita' e di dissesto, in relazione al livello di
rischio compatibile da conseguire; - la sistemazione del dissesto dei versanti e delle aree instabili a
protezione degli abitati e delle infrastrutture, adottando
modalita' di intervento che privilegino la conservazione e il
recupero delle caratteristiche naturali del territorio; - la moderazione delle piene, la difesa e la regolazione dei corsi
d'acqua, con specifica attenzione alla valorizzazione della
naturalita' delle regioni fluviali; - la protezione delle coste; - il contenimento dei fenomeni di subsidenza, in relazione anche al
riequilibrio idrodinamico degli acquiferi della pianura.

2. Per la tutela della qualita' dei corpi idrici, secondo gli indirizzi fissati dal D.Lgs 152/99, il conseguimento di livelli di qualita' richiesti dalla tutela degli ecosistemi e' ottenuto mediante:

- la regolazione degli usi delle risorse idriche; - l'assunzione prioritaria di metodi di intervento che incidano sulle
fonti inquinanti e non solo sugli effetti; - il monitoraggio e il controllo dei corpi idrici in riferimento agli
usi degli stessi (potabile, vita acquatica e naturalita', irriguo,
industriale, balneare); - la tutela delle fonti idropotabili con particolare riferimento alle
acque sotterranee; - la tutela del patrimonio naturale, con riferimento sia alla vita
acquatica sia alle aree di pregio (zone umide, riserve naturali); - la minimizzazione dell'impatto sugli ecosistemi costieri con
speciale riferimento alla rimozione delle cause alla base dei
fenomeni eutrofici e tossici.

3. Per la razionalizzazione dell'uso delle risorse idriche, il conseguimento di condizioni di compatibilita' tra utilizzazione delle risorse e salvaguardia dell'ambiente naturale, di efficacia e di efficienza dell'esercizio e della manutenzione degli impianti e della gestione dei servizi sono perseguiti mediante:

- la programmazione della domanda per assicurare il bilancio idrico
futuro; - la riserva di priorita' per l'uso potabile; - la tutela dell'equilibrio quantitativo e qualitativo delle falde; - la promozione di azioni di riqualificazione dei processi
produttivi, delle tecnologie e dei prodotti stessi per diminuire i'
consumi idrici, l'inquinamento delle acque e la degradazione del
suolo; - la definizione di normative di salvaguardia delle risorse e di
vincoli sull'utilizzo in modo da garantire il deflusso minimo
vitale; - la individuazione di criteri di ottimizzazione della gestione delle
risorse e di efficienza dell'esercizio e della manutenzione degli
impianti e della gestione dei servizi.

1. Per la regolamentazione dell'uso del territorio, le finalita' della tutela ambientale, della compatibilita' delle attivita' e degli insediamenti umani e della sostenibilita' dello sviluppo economico e sociale sono perseguite mediante:

- il recupero al controllo della pubblica amministrazione delle aree
fluviali e delle aree di protezione delle risorse di rilevante
pubblico interesse; - l'istituzione di parchi e l'estensione delle aree protette; - la disciplina delle attivita' estrattive, con specifica attenzione
alla compatibilita' con l'assetto ambientale dei corsi d'acqua; - il governo dei processi di localizzazione delle attivita'
produttive, specializzando le aree da destinare agli insediamenti
produttivi e tutelando quelle con piu' elevata vocazione
naturalistica e di maggiore vulnerabilita' ambientale; - il riequilibrio ambientale delle attivita' agricole e la tutela del
territorio rurale.

2.4 PIANI DI BACINO PER SOTTOBACINI O PER STRALCI

Con il D.L. 5.10.93, n. 398, convertito con L. 493/93, si introduce la possibilita' di redigere ed approvare i piani di bacino idrografico "anche per sottobacini o per stralci relativi a settori funzionali, che in ogni caso devono costituire fasi sequenziali ed interrelate rispetto ai contenuti di cui" all'art. 17 comma 3 della L. 183/89 (art. 12 D.L. 5.10.93 n. 398).

2.4.1 Piani stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico

In particolare con la L. 3.8.98 n. 267 viene convertito, con modificazioni, il decreto-legge 11.6.98, n. 180, recante misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania.
All'art. 1 del D.L. sopra richiamato viene indicato il termine del 30.6.99, entro il quale le autorita' di bacino e le regioni adottano "piani stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico", che contengano in particolare l'individuazione e la perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico, ed adottano inoltre entro la stessa data le misure di salvaguardia per le aree a rischio idrogeologico.

2.4.2 Piano di tutela delle acque

Il decreto legislativo 11.5.99 n. 152, e successive modifiche, recante disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento delle direttive comunitarie 91/271/CEE sul trattamento delle acque reflue urbane e 91/676/CEE per la protezione delle acque dall'inquinamento proveniente dai nitrati provenienti da fonti agricole, si propone l'obbiettivo di prevenire e ridurre l'inquinamento, risanando i corpi idrici inquinati, migliorando lo stato delle acque, perseguendo usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche - con priorita' per l'uso potabile -, assicurando la capacita' di auto depurazione dei corpi idrici e la capacita' di sostenere comunita' animali e vegetali ampie e ben diversificate.
Al Titolo IV ditale decreto viene individuato, tra gli strumenti di tutela, il Piano di tutela delle acque (artt. 42, 43 e 44). In particolare l'art. 44 stabilisce che "il piano di tutela delle acque costituisce un piano stralcio di settore del piano di bacino", che deve essere adottato dalle regioni entro il 31.12.2003.
Il piano di tutela dovra' contenere quanto specificato nell'allegato 4 del citato Decreto Legislativo e, fra l'altro, la sintesi della pianificazione del bilancio idrico e le misure di risparmio e riutilizzo idrico volte ad assicurare l'equilibrio del bilancio idrico, come definito dall'Autorita' di bacino, nel rispetto delle priorita' della legge n. 36/94 e tenendo conto dei fabbisogni, delle disponibilita', del minimo deflusso vitale, della capacita' di ravvenamento della falda e delle destinazioni d'uso della risorsa compatibili con le relative caratteristiche qualitative e quantitative (Art. 22 comma 2 D. L.vo 152/99).
In merito, l'art. 3 della Legge 36/94 art. 3 (Equilibrio del bilancio idrico) l'Autorita' di bacino o, nella fattispecie le regioni - che ai sensi dell'art. 17 della stessa legge sono titolari dei poteri di Autorita' di bacino di rilievo regionale o interregionale -, definiscono ed aggiornano periodicamente "il bilancio idrico diretto ad assicurare l'equilibrio fra le disponibilita' di risorse reperibili o attivabili nell'area di riferimento ed i fabbisogni per i diversi usi". Inoltre, "per assicurare l'equilibrio tra risorse e fabbisogni, l'Autorita' di bacino competente adotta... le misure per la pianificazione dell'economia idrica in funzione degli usi cui sono destinate le risorse".

2.5 ALTRA NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Per le attivita' previste all'interno del presente "piano stralcio di bacino per le risorse idriche" si segnala inoltre la principale normativa vigente:

- Regio decreto n. 1775/93 - Testo unico delle disposizioni di legge
sulle acque e impianti elettrici, che regola i criteri per
l'utilizzazione delle risorse idriche, introducendo il procedimento
amministrativo della concessione per l'uso dell'acqua - DPR 24 maggio 1988 n. 236 in attuazione della direttiva 80/778/CEE
che introduce principi di tutela e protezione dall'inquinamento
delle acque potabili - Decreto legislativo 12 luglio 1993 n. 275 - Riordino in materia di
concessione di acque pubbliche - Legge 5 gennaio 1994 n. 36 - Disposizioni in materia di risorse
idriche - DPR 18 febbraio 1999, n. 238 - Regolamento recante norme per
l'attuazione di talune disposizioni della L. 36/94 in materia di
risorse idriche - DPCM 4 marzo 1996 - Adozione atti attuativi previsti dall'art. 4
della L. 36/94 - Decreto legislativo 2 febbraio 2001 - Attuazione della direttiva
98/83/CE relativa alla qualita' delle acque destinate al consumo
umano - Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23
ottobre 2000, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in
materia di acque (distretto idrografico, valutazione impatto
antropico, principi di economia idrica) - Direttiva 42/2001/CE - Valutazione degli effetti di determinati
Piani e Programmi -Legge n. 39, marzo 2002 - Disposizioni per gli
adempimenti comunitari - Delibera CIPE 14 giugno 2002 - Linee guida per il programma
nazionale per l'approvvigionamento idrico in agricoltura e per lo
sviluppo dell'irrigazione - Delibera CIPE 2 agosto 2002 - Strategia di azione ambientale per lo
sviluppo sostenibile in Italia, con riferimento anche all'uso
sostenibile delle risorse naturali.

2.6 POTERI CONFERITI ALLE REGIONI E ALLO STATO, IN MATERIA DI ACQUE E TUTELA DEL TERRITORIO

In sede di attuazione della legge 15 marzo 1997, n. 59, "Legge delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della pubblica amministrazione e per la semplificazione amministrativa", con il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 sono state trasferite alle regioni le funzioni concernenti la tutela del territorio (gia' in parte trasferite) e l'uso della risorsa idrica.
In particolare, le Regioni sono diventate titolari, tra l'altro, di:

- gestione del demanio idrico (concessioni di derivazione, tutela e
gestione risorse sotterranee, determinazione e riscossione dei
canoni di concessione) - progettazione, realizzazione e gestione opere idrauliche - le dighe (non di competenza del RID).

Con la successiva legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 "Modifiche al Titolo V della parte seconda della Costituzione" e' stato modificato l'art. 117 della Costituzione definendo che lo Stato ha legislazione esclusiva, tra l'altro, nel settore "tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali" e che fra le materie di legislazione concorrente - la cui potesta' legislativa spetta alle Regioni, ad esclusione dei principi fondamentali riservati allo Stato - rientra anche la "tutela della salute" e il "governo del territorio".
Altro decreto di attuazione della legge delega n. 59/97 e' il D. Lgs. 30 luglio 1999, n. 300 "Riforma dell'organizzazione del Governo" che ha anche modificato i poteri attribuiti ai diversi Ministeri. In particolare, al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio sono attribuiti anche i compiti e le funzioni statali relativi alla gestione e tutela delle risorse idriche, prevenzione e protezione dall'inquinamento idrico, difesa del mare e dell'ambiente costiero; mentre al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sono attribuite le funzioni ed i compiti statali relativi alla programmazione, finanziamento, realizzazione e gestioni delle reti infrastrutturali di interesse nazionale, comprese le reti idrauliche ed acquedottistiche.
A seguito di quest'ultimo decreto legislativo sono state apportate le conseguenti modifiche alla legge 183/89, cosi' come previsto all'art. 29 della L. 31.7.2002, n. 179 "Disposizioni in materia ambientale".
Le attribuzioni della Regione Sardegna in materia di acque sono fissate dagli articoli 3 e 14 della Legge Costituzionale 26.02.1948 (Statuto Speciale per la Sardegna).
L'articolo 3 recita." In armonia con la Costituzione e i principi dell'ordinamento giuridico dello Stato e col rispetto degli obblighi internazionali e degli interessi nazionali, delle norme fondamentali delle riforme economico-sociali della Repubblica, la Regione ha potesta' legislativa nelle seguenti materie:

h) acque minerali e termali; i) caccia e pesca; l) esercizio dei diritti demaniali della Regione sulle acque
pubbliche;

L'articolo 14 recita:" La Regione, nell'ambito del suo territorio, succede nei beni e diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare e in quelli demaniali, escluso il demanio marittimo"
Inoltre ai sensi dell'articolo 6 la Regione esercita le funzioni amministrative nelle materie in cui ha potesta' legittima in base all'articolo 3 ed esercita inoltre le funzioni amministrative ad essa delegate dallo Stato.

2.7 STATO DI ATTUAZIONE DELLA LEGGE N. 183/89 IN SARDEGNA

Con Delibera n. 45/57 del 30.10.1990 la Giunta regionale ha considerato l'intero territorio della Sardegna quale unico bacino idrografico suddiviso in sette sub - bacini comprendenti le seguenti zone:

Sulcis; Tirso; Coghinas, Mannu, Temo, Liscia; Posada, Cedrino; Sud - Orientale; Flumendosa, Campidano, Cixerri.

Nelle more della individuazione dell'Autorita' di bacino, con la stessa delibera, la Giunta ha assunto le Finzioni che l'art. 12 della legge n. 183/89 e successive modifiche, assegna al "Comitato Istituzionale"
Al momento, quindi l'Autorita' di Bacino non e' stata costituita ne' sono stati istituiti gli Organismi tecnici di supporto; le competenze dell'autorita' di Bacino vengono esercitate dalla Giunta Regionale.
La Regione Sardegna ha in corso le procedure di approvazione del piano stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico, ai sensi dell'art. 1 del DL 11.6.98 n. 180 convertito con legge 3.8.98 n. 267.
L'Assessorato della Difesa dell'Ambiente ha affidato a Societa' di servizi la "redazione del piano di tutela delle acque ai sensi degli articolo 44 del decreto legislativo n. 152/99 cosi' come modificato dal Decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 258.

2.7.1 Articolazione per "Stralci" del Piano di Bacino della Sardegna

In base alle vigenti normative la regione Sardegna, pertanto, ha in corso di approvazione o di elaborazione due "stralci" di settore del piano di bacino:

1. il piano stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico, ai sensi
dell'art. 1 del DL 11.6.98 n. 180 convertito con legge 3.8.98 n.
267; 2. il piano di tutela delle acque ai sensi degli articolo 44 del
decreto legislativo n. 152/99.

L'altro "stralcio" che in pratica e' prescritto dall'attuale normativa (legge n. 36/94 e DPCM 4.3.1996) puo' essere considerato il piano per la "razionalizzazione dell'uso delle risorse idriche ed il controllo del bilancio idrico".
Ai sensi dell'art. 3 della legge n. 36/94 l'Autorita' di bacino o le Regioni - che ai sensi dell'art. 17 della stessa legge sono titolari dei poteri dell'Autorita' di bacino - definiscono ed aggiornano periodicamente il "bilancio idrico diretto ad assicurare l'equilibrio fra le disponibilita' di risorse reperibili o attivabili nell'area di riferimento ed i fabbisogni per i diversi usi"; inoltre "per assicurare l'equilibrio tra risorse e fabbisogni, l'Autorita' di bacino competente adotta ... le misure per la pianificazione dell'economia idrica in funzione degli usi cui sono destinate le risorse".
Le indicazioni della legge n. 36/94 sono ulteriormente chiarite dalle direttive annesse al DPCM 4.3.96; in tale sede si precisa infatti che la "conoscenza del bilancio idrico e il riconoscimento degli squilibri e' indispensabile per la definizione degli interventi strutturali e non strutturali finalizzati a mitigare gli squilibri e riassicurare l'equilibrio tra disponibilita' di risorse e fabbisogni per i diversi usi."
Un ulteriore riferimento legislativo in materia e' costituito dal Decreto legislativo 12 luglio 1993 n. 275 "riordino in materia di concessione di acque pubbliche" che all'art. 3 stabilisce che le domande di concessione relative a grandi e piccole derivazioni sono "trasmesse all'Autorita' di bacino territorialmente interessata che (...) comunica il proprio parere all'ufficio istruttore in ordine alla compatibilita' della utilizzazione con le previsioni del piano di bacino (...) ai fini del controllo sull'equilibrio del bilancio idrico o idrologico".
In definitiva, anche in rapporto al grave stato di emergenza determinato dalle recenti vicende idrologiche, e tenuto conto dell'avvio delle attivita' inerenti l'attuazione della legge n. 36/94 con l'approvazione del Piano d'Ambito da parte del Commissario governativo con l'Ordinanza n. 321 del 30.9.2002, emerge la necessita' - nelle more della costituzione degli organismi previsti dalla legge n. 183/89 - di porre in essere le iniziative volte ad elaborare il suddetto piano per la "razionalizzazione dell'uso delle risorse idriche ed il controllo del bilancio idrico" ai sensi dell'art. 3 della legge n. 36/94.
Questo piano verrebbe a costituire il terzo tassello dei "piano stralcio", oltre quelli gia' in corso di approvazione ed elaborazione, e contribuira' alla costruzione del piano di bacino regionale previsto dalla legge che dovra' essere gestito dai nuovi Organismi.

2.7.2 Contenuti schematici del Piano stralcio per la "razionalizzazione dell'uso delle risorse idriche ed il controllo del bilancio idrico"

I contenuti di questo piano sono riferiti alle attivita' necessarie a razionalizzare l'uso delle risorse idriche e si riferiscono quindi al sistema delle acque superficiali e sotterranee dell'intero bacino ed esaminano i diversi elementi del bilancio idrico attuale e previsionale:

- da un lato le disponibilita' della risorsa sotto il profilo
quantitativo e qualitativo nei diversi sottobacini; - dall'altro gli usi della risorsa e la loro distribuzione
territoriale e temporale, tenendo conto del duplice obbiettivo di
garantire il preservamento della qualita' ambientale, i deflussi
minimi vitali e gli equilibri idrogeologici del sottosuolo.

In sintesi gli obbiettivi del suddetto piano sono:

- ricostruzione del quadro delle disponibilita' idriche, superficiali
e sotterranee, tenendo conto degli aspetti quantitativi e
qualitativi. Caratterizzazione specifica, qualitativa e
quantitativa, delle fonti di approvvigionamento potabile
attualmente utilizzate e di quelle potenzialmente destinabili a
tale uso; - ricostruzione del quadro dei fabbisogni idrici per i diversi usi e
della loro distribuzione territoriale e stagionale; - interpretazione dello stato di fatto (derivante dal compendio tra
disponibilita' e usi con identificazione del fattori ambientali e
territoriali sensibili), con particolare riguardo alle situazioni
di criticita' rispetto ai vincoli di minimo deflusso vitale e ai
prelievi da acque superficiali; - caratterizzazione dello stato delle infrastrutture di
approvvigionamento idrico e individuazione del quadro delle
criticita' in ordine alla potenzialita', alla qualita' ed alla
vulnerabilita' delle fonti di approvvigionamento ed alla
conflittualita' degli usi; - definizione dei criteri di accettabilita' e di compatibilita' degli
elementi del sistema; traduzione in ipotesi operative sul controllo
delle diverse componenti e stima delle esigenze future; - definizione degli schemi ottimali per il bilanciamento tra risorsa
e fabbisogno.

Il risultato delle attivita' sopra indicate dovra' descrivere i seguenti aspetti:

- idrologia e valutazione della disponibilita' della risorsa; - usi in atto e fattori ambientali e territoriali condizionanti
(stime dello stato d'uso nei vari settori, caratterizzazione
dell'utenza, fonti di approvvigionamento potabile, qualita' delle
acque superficiali e sotterranee, usi naturalistici, ambientali e
paesaggistici), con descrizione del sistema infrastrutturale di
approvvigionamento; - bilancio e problematiche emergenti (situazioni di crisi del sistema
fisico e problemi di competizione degli usi) con riferimento a
piani e programmi esistenti; - criteri e possibilita' d'intervento (definizione dei criteri,
definizione delle scelte di intervento, analisi dei costi e degli
effetti attesi).

2.7.3 Le attivita' avviate dalla Regione Sardegna per il bilancio idrico

Con deliberazione n. 9/31 del 7.3.1997 la Giunta della Regione Autonoma della Sardegna ha approvato un programma di studi cosi' articolato:

- Revisione del Piano generale delle Acque; - Nuovo Piano Regolatore Generale degli Acquedotti; - piano delle risorse sotterranee; - studio della qualita' delle acque; - studio della qualita' delle risorse non convenzionali; - supporti informatici;

Con delibera n. 29/24 del 2.7.1999 la Giunta ha affidato all'EAF l'incarico dell'aggiornamento del Piano delle Acque in Sardegna ed ha attivato con l'Universita' di Cagliari e Sassari apposita convenzione per la predisposizione del sistema informativo delle acque sotterranee.
Le attivita' sono in corso e costituiscono la base di riferimento per la stesura del piano, ma sono ancora necessari ulteriori approfondimenti per pervenire alla costruzione del bilancio idrico; in particolare al momento i fattori che impediscono di redigere un appropriato bilancio idrico di Bacini sono essenzialmente:

- la mancanza di sufficienti conoscenze sull'assetto e il
funzionamento delle falde idriche; - la mancanza di sufficienti conoscenze sull'assetto dei prelievi
idrici, anche di grande importanza (v. Catasto delle derivazioni
d'acqua);

Su questi elementi dovranno essere concentrati gli studi e le iniziative ulteriori per arrivare alla stesura del bilancio idrico.

2.7.4 Ruolo del Piano Direttore nella definizione del bilancio idrico

Il Piano "direttore" che si propone di approvare costituisce il punto di partenza per la redazione del piano per la "razionalizzazione dell'uso delle risorse idriche ed il controllo del bilancio idrico" ai sensi dell'art. 3 della legge n. 36/94. Infatti, una volta completate le attivita' di selezione degli investimenti infrastrutturali e definito il quadro delle infrastrutture, ed acquisite le informazioni ancora carenti sulle risorse sotterranee e sulle utilizzazioni in atto, si potra' procedere, in raccordo con gli esiti ed i contenuti dei Piano di tutela delle acque, alla stesura del piano per la "razionalizzazione dell'uso delle risorse idriche ed il controllo del bilancio idrico".

3 DEFINIZIONE DEI CONTENUTI DEL PIANO STRALCIO DIRETTORE DI BACINO REGIONALE PER L'UTILIZZO DELLE RISORSE IDRICHE (ORDINANZA DEL COMMISSARIO GOVERNATIVO N. 327 DEL 10.10.2002)

In Sardegna, terminata la fase propulsiva del Progetti Speciali della Cassa per il Mezzogiorno, fu elaborato nel 1988 un nuovo strumento di pianificazione dell'uso della risorsa idrica: il cosiddetto "Piano delle Acque", che ha costituito per circa un decennio l'unico riferimento per la progettazione di settore.
In effetti il processo di pianificazione non si e' mai completato, si e', infatti, interrotto alla definizione di un'"Ipotesi di Piano" riguardante la configurazione ottimale delle infrastrutture necessarie al soddisfacimento globale ed integrale di fabbisogni ipotizzati di lungo periodo.
In quanto tale essa rappresentava l'estremo superiore dei possibili assetti. Lo stesso documento presentato tracciava un percorso, metodologico ed istituzionale, per definire compiutamente il processo di pianificazione.
Era, infatti, prevista una consultazione dei diversi soggetti portatori di interessi al fine di definire i parametri di base di un sistema di supporto alle decisioni.
Tali parametri avrebbero poi portato alla individuazione della soluzione ottimale, a seguito di un'analisi costi-benefici, basata, sostanzialmente, sulla definizione del grado di sviluppo dell'idroesigenza agricola.
Come detto, tale processo non e' mai stato portato a termine e, pertanto, il documento del 1988 non contiene i necessari strumenti di indirizzo e di governo, soprattutto dal lato della domanda, tipici di un atto di pianificazione, pur risultando di fondamentale importanza quale strumento tecnico di base ai fini di un'impostazione razionale delle problematiche connesse alla gestione delle risorse idriche in Sardegna.
Se a cio' si aggiunge la riduzione dei deflussi, che si e' venuta manifestando nel decennio successivo alla redazione dello studio, risulta evidente come ormai quei quadro di riferimento deve considerarsi in gran parte superato.
Un primo tentativo di riconsiderazione di questa impostazione e' stato fatto in occasione della elaborazione del Documento di base per la definizione dell'APQ, redatto nel 2000; tale processo va completato con la introduzione di tutti i vincoli programmatici economici ed ambientali imposti dai documenti di programmazione nazionale e comunitaria, sia con riferimento alla efficienza dei sistemi di offerta attuali sia con riferimento al livello della domanda, con particolare riferimento, per questo ultimo caso, alla domanda per gli usi dell' irrigazione.
Dovendo procedere alla approvazione nei termini fissati dall'Ordinanza il presente Piano "stralcio direttore", quindi, fissa il percorso metodologico che dovra' essere seguito per procedere nella identificazione degli interventi da realizzare nel rispetto dei vincoli economici ed ambientali e utilizzando gli strumenti prescritti dalle vigenti norme in materia di valutazione degli investimenti pubblici, a partire dagli insiemi di interventi proposti come definiti nel prosieguo della relazione.

3.1 STRUMENTI E PROCEDURE PER LA SELEZIONE DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI: LA CENTRALITA' DELLO STUDIO DI FATTIBILITA'.

Il processo decisionale che portera' alla individuazione degli interventi infrastrutturali destinati ad attuare gli obbiettivi di programmazione in materia di opere idriche dovra' essere conforme alle disposizioni emanate in materia con la legge n. 144/99.
Le "misure in materia di investimenti" di cui al capo I della legge n. 144/99 delineano un complesso di strumenti e procedure atti a migliorare il processo di programmazione degli investimenti pubblici.
Oltre alla nascita nelle amministrazioni centrali e regionali dei "Nuclei di valutazione e verifica degli investimenti pubblici (NUVV), all'avvio del sistema di monitoraggio degli investimenti pubblici (MIP), uno degli elementi strategici e' stato individuato nella introduzione dello "Studio di fattibilita'" (SDF) quale elemento fondante del processo progettuale e decisionale delle opere pubbliche.
In particolare l'art, 4 della legge n. 144/99 prevede che lo studio di fattibilita':

- sia strumento ordinario preliminare ai fini dell'assunzione delle
decisioni di investimento da parte delle amministrazioni pubbliche
per opere di costo superiore a 20 miliardi di lire (10,33 milioni
di euro); - sia obbligatorio per le opere con costo superiore a 100 miliardi di
lire; costituisca, se approvato dalle amministrazioni, titolo
preferenziale ai fini della valutazione dei finanziamenti delle
opere; - costituisca, se valutato positivamente e come tale certificato dai
Nuclei regionali di valutazione, requisito indispensabile per
l'accesso ai fondi disponibili per la progettualita' (preliminare,
definitiva, esecutiva).

Secondo il documento approvato dalla III Commissione CIPE il 29 maggio 2000, gli studi di fattibilita' si devono caratterizzare da tre elementi:

- La sostenibilita' tecnico - territoriale; - la sostenibilita' economica e finanziaria; - la sostenibilita' amministrativa e istituzionale e gestionale.

Lo studio di fattibilita', inoltre, oltre ad esaminare comparativamente le piu' credibili alternative tecnico economiche dell'investimento deve individuare e motivare le scelte di tipo strumentale ritenute piu' idonee.
Lo SDF viene ritenuto lo strumento ottimale per effettuare le scelte di programmazione delle infrastrutture idriche a partire dal parco di possibili interventi gia' individuato nelle precedenti fasi di programmazione (Ipotesi di Accordo di Programma Quadro, Piano d'Ambito).
Nel seguito della presente relazione saranno specificati nel dettaglio i contenuti degli studi di fattibilita' e la metodologia di valutazione delle alternative che vengono fissati quali strumento di piano per la selezione delle proposte progettuali utili rispetto agli indirizzi programmatici prefissati.

3.2 IL METODO DI SELEZIONE DEGLI INTERVENTI

Il Piano degli interventi infrastrutturali da realizzare con le risorse finanziarie che saranno rese disponibili nei prossimi anni derivera' dalle seguenti procedure di selezione.
L'insieme degli interventi proposti ed inseriti nei precedenti atti di programmazione sono organizzati in sette "sistemi di intervento" definiti in rapporto alle correlazioni esistenti fra le proposte progettuali, i centri di domanda interessati, le infrastrutture gia' presenti interessate per cui la "valutazione" delle proposte puo' (e deve) essere effettuata in un unico quadro di riferimento.
Nell'ambito di ciascun sistema di intervento sara' organizzato uno studio di fattibilita' articolato come prescritto dal documento approvato dalla III Commissione CIPE il 29 maggio 2000, comprendente le analisi di seguito specificate.
La Sostenibilita' tecnico - territoriale che consiste nell'esplicitazione delle conseguenze indotte sugli assetti ambientali, morfologici e figurativi dello spazio fisico attraverso:

- la costruzione del quadro conoscitivo (stato attuale, azioni in
corso, condizioni di trasformabilita' a cui riferire le alternative
di progetto); - definizione degli obbiettivi e delle scelte di intervento
(identificazione delle funzioni da insediare e dei requisiti da
osservare nella costruzione delle soluzioni alternative); - elaborazione delle alternative di progetto attraverso
l'articolazione degli interventi che costituiscono il "sistema" in
possibili combinazioni "ottimali"; - individuazione delle fondamentali alternative tecnologiche; - esplorazioni di configurazione fisica dell'area di intervento.

La Sostenibilita' economica e finanziaria che consiste in un esame delle componenti finanziarie ed economiche dell'insieme di interventi anche attraverso lo studio delle caratteristiche gestionali, pubbliche o private piu' idonee a conseguire gli obbiettivi attesi:

- rappresentazione del contesto territoriale e socio - economico
entro cui dovranno realizzarsi gli interventi; - individuazione e quantificazione della domanda effettiva e
potenziale; - individuazione e quantificazione dell'offerta effettiva e
potenziale; - analisi del quadro delle risorse finanziarie disponibili o
attivabili, modalita' di conferimento ditali risorse per gli
interventi; - analisi finanziaria (stima dei flussi costi - ricavi; calcolo dei
flussi di cassa e dei principali indicatori della gestione;
verifica in un arco temporale sufficiente date le caratteristiche
tecniche, economiche e gestionali degli interventi); - analisi economica (costi - benefici estesa anche alle componenti
ambientali) in grado di valutare la convenienza dell'investimento
dal punto di vista della collettivita' per ciascuna alternativa; - simulazioni (analisi di sensitivita', analisi del rischio) in grado
di verificare i punti di debolezza economica e finanziaria del
sistema di interventi e le azioni o modifiche progettuali piu'
opportune.

La sostenibilita' amministrativa, istituzionale e gestionale che consiste nella verifica delle condizioni istituzionali, amministrative, organizzative ed operative necessarie affinche' si possa procedere all'effettiva realizzazione delle iniziative individuate:

- meccanismi, procedure e organizzazione del sistema di attuazione
del progetto; - calendario e modalita' che si intendono seguire per attivare i
contenuti in cui si articola l'insieme degli interventi; - individuazione di eventuali partners istituzionali e finanziari
coinvolti nell'attuazione del progetto; - procedure per assicurare circuiti tecnici, amministrativi e
finanziari efficienti; - valutazione dell'esistenza delle competenze tecniche e gestionali
necessarie ad assicurare il buon funzionamento e la corretta
manutenzione degli interventi previsti.

Nella fase di costruzione delle alternative dovranno sempre e comunque essere inseriti i seguenti interventi, se non previsti fra quelli proposti, e che avranno comunque priorita' su tutti gli altri:

a) l'utilizzo delle acque reflue depurate prodotte negli impianti
ubicati nell'area di riferimento dell'insieme interessato con
volumi scaricati superiore a 1 milione di metri cubi anno; b) gli interventi - da identificare previa indagine diretta presso
gli impianti esistenti in accordo con gli Enti proponenti - atti a
realizzare:

- la piena utilizzazione delle capacita' di accumulo e regolazione; - il ripristino della funzionalita' tecnicamente accettabile dei
canali di adduzione e delle reti di distribuzione esistenti; - la misura automatica con telecontrollo dei nodi principali della
rete.

3.3 CONSIDERAZIONI FINALI

1. La Regione Sardegna deve dotarsi di uno strumento di programmazione coerente con l'attuale quadro normativo in materia di risorse idriche per attingere alle risorse finanziarie nazionali e comunitarie indispensabili per affrontare i nodi strutturali del settore resi drammatici dai recenti andamenti idrologici, che si innestano in una situazione di disordine organizzativo e gestionale con conseguenze pesanti sugli utilizzatori della risorsa.
2. L'Ordinanza del Ministro dell'interno - Delegato per la Protezione Civile n. 3196 del 12 aprile 2002 stabilisce all'art. 13 che il Commissario Governativo provveda, entro il 31 dicembre 2002, nell'eventualita' in cui non vi provvedano gli organi istituzionalmente e ordinariamente competenti, all'approvazione del "Piano Stralcio di bacino regionale per le risorse idriche" previsto dalla legge 18.05.89 n. 183.
3. In effetti, tenuto conto delle specifiche normative in materia, il piano di bacino regionale previsto dalla legge n. 183/89 sara' realizzato per "stralci":

- Piano assetto idrogeologico (PAI) prescritto dalla legge 3.8.98 n.
267 che ha convertito, con modificazioni, il decreto-legge 11.6.98,
n. 180; - Piano di tutela delle acque prescritto dall'art. 44 del Dlgs n.
152/99; - piano per la "razionalizzazione dell'uso delle risorse idriche ed
il controllo del bilancio idrico" derivante dalla legge n. 36/94 e
DPCM 4.3.1996.

4. La Regione Sardegna ha in corso le procedure per l'approvazione del PAI ed ha affidato l'incarico per le attivita' propedeutiche alla stesura del piano di tutela delle acque; inoltre ha avviato gli studi ed attivita' propedeutiche per la revisione del Piano delle acque ed ha effettuato la ricognizione delle opere ed approvato il piano d'ambito.
5. Sulla base degli strumenti di pianificazione preesistenti la Regione aveva individuato un complesso di interventi infrastrutturali che possono costituire la base per una programmazione "per progetti", che in questo caso risulta uno strumento utile per affrontare il processo decisionale per gli investimenti pubblici in un contesto articolato su realta' territoriali portatrici di specifiche istanze nell'ambito di vincoli fissati dagli organismi centrali, previa definizione del nuovo quadro di riferimento programmatico organico con gli indirizzi fissati dagli organi Comunitari e nazionali e con la politica di sviluppo sostenibile indicata dalla Delibera CIPE del 2 agosto 2002.
6. Lo strumento principe per la selezione degli investimenti nell'ambito di un quadro programmatico definito e' la valutazione svolta attraverso gli studi di fattibilita' previsti dalla legge n. 144/99.
7. L'insieme degli elementi di programmazione che condizionano le scelte regionali ai fini della possibilita' di accesso alle risorse finanziarie e richiamati nei paragrafo successivo costituiscono un quadro di riferimento sufficiente per le valutazioni economiche da eseguire sui progetti.
Dato il breve tempo disponibile, che non consente di effettuare gli approfondimenti necessari alla valutazione economica degli interventi e pervenire alla scelta degli investimenti, il Piano che si propone assume le caratteristiche di "Piano direttore" in quanto, definito il quadro di domanda e offerta attuale, fissa i criteri e le modalita' con le quali si dovra' procedere nei mesi successivi alla selezione degli interventi da realizzare nel breve e medio termine a partire dall'insieme sistematizzato e organicamente rappresentato delle ipotesi progettuali di intervento gia' selezionate nelle precedenti fasi di programmazione ma riconsiderate, attraverso specifiche tecniche di valutazione basate sugli SDF, alla luce degli attuali vincoli di programmazione generale e di settore.
Di seguito si riportano ampi stralci dei documenti di programmazione nazionale e comunitaria che vengono assunti nel presente piano come vincoli da rispettare nella valutazione degli investimenti secondo la metodologia indicata.

4 DOCUMENTI DI PROGRAMMAZIONE VINCOLANTI PER LA SELEZIONE DEGLI IN VESTIMENTI

4.1 LA PROGRAMMAZIONE DI RIFERIMENTO NAZIONALE E COMUNITARIA

Si riportano di seguito alcuni stralci dei documenti di programmazione riferiti al settore del ciclo integrato delle acque.

4.1.1 Il Quadro Comunitaria di Sostegno (QCS) 2000 - 2006

Il Piano stralcio direttore di bacino regionale per l'utilizzo delle risorse idriche oggetto della presente relazione dovra' fare riferimento alle linee generali di intervento fissate a livello comunitario e nazionale in materia di infrastrutture idriche, pena la impossibilita' ad accedere alle risorse finanziarie che sono state stanziate per questo settore.
Tali linee ed indirizzi di attuazione per quanto riguarda la programmazione comunitaria sono fissati nel documento QCS - asse I risorse naturali, ciclo integrato delle acque, e vengono di seguito richiamati.

Linee di intervento

1. Interventi di adeguamento e completamento degli schemi idrici
interambito o interregionali secondo gli indirizzi contenuti
nell'art. 17 della legge n. 36/94 attraverso opere di
trasferimento, di interconnessione e di regolazione e stoccaggio
ai fini di una migliore utilizzazione degli schemi esistenti e
quindi di razionalizzare ed ottimizzare l'uso della risorsa.
Interventi di adeguamento e completamento dei sistemi depurativi
secondo gli obbiettivi di tutela ambientale del D.lgs n. 152/99.
Interventi di adeguamento e razionalizzazione delle reti di
adduzione per scopi irrigui. 2. Azioni di supporto all'attuazione della legge n. 36/94 ed
attuazione dei Piani d'ambito finalizzata alla realizzazione di
reti di collettamento e distribuzione dell'acqua e degli impianti
di depurazione e sistemi di collettamento e reti fognarie volti al
conseguimento del rispetto dei limiti fissati dal D.lgs n. 152/99. 3. Azione finalizzata alla realizzazione di interventi di controllo e
monitoraggio perdite e riqualificazione delle reti oppure
innovativi e/o sperimentali finalizzati al risparmio della
risorsa. 4. Azioni di assistenza tecnica, monitoraggio e comunicazione
finalizzate all'adeguamento tecnologico e gestionale, azioni di
alta formazione per l'attuazione della legge n. 36/94 e del Dlgs
n. 152/99; azioni di ricerca e sviluppo tecnologico per il
miglioramento della qualita' servizi

Indirizzi per l'attuazione

Il programma e' suddiviso in due fasi: la prima fase, che si esaurisce nel triennio 2000 - 2002, e' dedicata al finanziamento di interventi compresi negli Accordi di Programma Quadro; la seconda fase dovra' finanziare gli interventi previsti nei Piani d'ambito approvati.
Gli interventi proposti devono essere parte integrante o essere funzionali e coerenti ad almeno uno dei seguenti atti di programmazione: Accordo di Programma Quadro; Accordo di programma ai sensi dell'art. 17 della legge n. 36/94; Piano stralcio o Piano di bacino o Piani di Tutela delle Acque. Ciascun intervento o insieme di interventi proposti al finanziamento, di valore superiore ai 20 miliardi di lire (10,330 milioni di euro) sara' sottoposto, oltre alle normali procedure in materia di VIA, anche ad una attenta analisi di fattibilita' tecnico - economica che accerti non solo la sua attualita' e sua giustificazione economica sulla base delle possibili alternative progettuali esistenti, ma anche la capacita' da parte dell'Ente proponente di assicurare il corretto esercizio (manutenzione, gestione, rinnovamento). In particolare e' necessario che sia valutato se l'intervento proposto e' l migliore alternativa progettuale per rispondere ai fabbisogni dell'utenza. Dovra' essere inoltre presentata una analisi finanziaria che giustifichi l'uso di finanza pubblica per il finanziamento del programma o intervento in questione, proponendo un quadro di copertura dei costi di investimento ed operativi sulla base del livello attuale e previsto delle tariffe.
Nel caso di interventi destinati (in tutto o in parte) ad uso irriguo della risorsa, e' necessario che l'analisi suddetta dimostri che il valore aggiunto atteso della nuova (o rinnovata) produzione agricola vendibile ottenuta per mezzo dell'intervento giustifichi l'investimento. Cio' vale ad esempio - ma non solo - per interventi finalizzati a estensioni dell'attrezzamento di aree irrigue. Accanto a criteri di redditivita' economico - finanziaria, saranno tuttavia presi in considerazione gli effetti sull'ambiente (sostenibilita' dell'uso della risorsa), la qualita' dei prodotti e la stabilita' dell'occupazione. Tale verifica di ammissibilita' andra' svolta in base alle risultanze dello studio sull'uso irriguo della risorsa idrica previsto dalla misura 3, sottoprogramma III, del programma operativo risorse idriche del QCS 1994 - 1999. Tale indagine e' stata appositamente richiesta dalla Commissione europea al fine dell'ammissibilita' degli interventi irrigui al cofinanziamento comunitario.

4.1.2 Il POR Sardegna

Il documento di programmazione della Regione Sardegna, per la Misura 1.1. dell'Asse I "Ciclo integrato dell'acqua" indica i seguenti obbiettivi specifici:

- Garantire disponibilita' idriche adeguate (quantita', qualita',
costi) per la popolazione civile e le attivita' produttive, in
accordo con le priorita' definite dalla politica comunitaria in
materia di acque, creando le condizioni per aumentare l'efficienza
di acquedotti, fognature e depuratori, in un'ottica di tutela della
risorsa idrica e di economicita' di gestione; favorire un piu'
ampio ingresso di imprese e capitali nel settore e un piu' esteso
ruolo dei meccanismi di mercato; dare compiuta applicazione alla
legge n. 36/94 e al Dlgs n. 152/99. - Migliorare le condizioni di fornitura delle infrastrutture
incoraggiando il risparmio, il risanamento e il riuso della risorsa
idrica, introducendo e sviluppando tecnologie appropriate e
migliorando le tecniche di gestione del settore. Promuovere la
tutela e il risanamento delle acque marine e salmastre.

Contenuto tecnico

La misura 1.1. e' finalizzata a garantire sufficiente disponibilita' di risorse idriche, convenzionali e non convenzionali attraverso: la razionalizzazione e valorizzazione delle infrastrutture esistenti; l'utilizzo di tecnologie che consentano il risparmio e il riuso della risorsa; il progressivo adeguamento, nei prossimi anni, agli standard di qualita', di servizio ed ambientali, previsti dalla normativa comunitaria e nazionale. La misura da' priorita' agli interventi che contribuiscono: al miglioramento della gestione del servizio; alla realizzazione delle condizioni per l'avvio di un efficiente servizio idrico integrato; a favorire l'ingresso di gestori industriali ed il ricorso a meccanismi di concorrenza.
Nel periodo 2000 - 2002, rispettando i requisiti stabiliti dal QCS, si puntera' soprattutto a creare le condizioni di base attraverso: il completamento e la riqualificazione delle infrastrutture idriche di offerta primaria, gestite direttamente dalla Regione e dai suoi Enti (schemi acquedottistici, sistemi di raccolta e accumulo, ecc.) e delle infrastrutture fognario - depurative per le quali, in via prioritaria, e' previsto l'adeguamento agli obbiettivi di tutela ambientale del D.lgs n. 152/99.(...)
Nel periodo 2003 - 2006, oltre a quelli individuati per il primo periodo e sempre nel rispetto dei requisiti stabiliti dal QCS, saranno possibili interventi diretti: alla realizzazione di interconnessioni tra invasi esistenti e, ove necessario, di nuove infrastrutture idriche e fognario - depurative; al risanamento delle acque invasate, in collegamento con altre misure del POR (es. misura 1.2.) (...)

Misura 1.2. Ciclo integrato delle acque: sistemi irrigui delle aree agricole.

Gli interventi finanziabili sono diretti al miglioramento della gestione delle risorse idriche in modo da assicurare una piu' corretta utilizzazione delle stesse sia dal punto di vista del suo razionale utilizzo sia evitando eventuali sprechi con ulteriore finalita' di salvaguardia dell'ambiente e del corretto utilizzo delle risorse naturali e del suolo. La misura tende ad assicurare una adeguata disponibilita' idrica per le attivita' produttive agricole, favorendo pratiche e le metodologie dirette ad introdurre meccanismi atti a garantire e favorire l'economicita' della gestione delle risorse idriche. La presente misura e' strettamente collegata con la misura 4.20, relativa allo sviluppo e miglioramento delle infrastrutture rurali connesse allo sviluppo dell'agricoltura, (...).
Gli interventi ammissibili citati sono:

- acquisto di impianti di misurazione al servizio delle aziende; - razionalizzazione e ottimizzazione degli impianti consortili; - ricerca di fonti di approvvigionamento idrico alternative al
servizio di piu' aziende.

La priorita' strategica, comune a tutto l'Asse I - risorse naturali - e' costituita dall'uso corretto e razionale delle risorse naturali, al fine di garantirne l'adeguata disponibilita' nel tempo e conseguire una migliore qualita' della vita. Cio' comporta, da un lato, la realizzazione di azioni di conservazione, manutenzione, risanamento ambientale; dall'altro la costruzione di efficienti sistemi di gestione che permettano di massimizzare i benefici economici e sociali che le risorse sono in grado di produrre in rapporto ai costi di investimento e di gestione.
Specificatamente per l'acqua, coerentemente con gli indirizzi illustrati nel QCS, si punta a realizzare sensibili incrementi di efficienza nei sistemi di approvvigionamento, distribuzione, depurazione, anche mediante il coinvolgimento dei privati ed ad incoraggiare il risparmio ed il riuso della risorsa idrica. A tal fine e' necessario procedere attraverso il compimento dell'opera di organizzazione territoriale del servizio idrico integrato e del governo unico delle risorse avviata con l'approvazione della LR 29/97. Nella strategia assumono. pertanto, una rilevanza centrale la rimozione dei limiti e delle carenze di carattere normativo, organizzativo, programmatico che finora hanno ostacolato il superamento della frammentazione della gestione e il conseguimento di adeguate dimensioni gestionali come previsto dalla legge Galli. In particolare e' necessaria la chiara definizione di un quadro programmatico integrato in grado di mettere gli operatori privati nelle condizioni di valutare la convenienza economica alla gestione dei servizi ed all'investimento di propri capitali. (...)

Linee di intervento

I criteri e gli indirizzi di attuazione previsti dal QCS per ogni settore sono i applicazione per il POR Sardegna. (...)

Ciclo integrato delle acque

a) Linee di intervento per il periodo 2000 - 2002 da attuare nel
rispetto dei requisiti stabiliti, per lo stesso periodo dal QCS:

- Azioni di supporto all'attuazione della legge Galli (...); - Completamento e riqualificazione di infrastrutture fognario -
depurative e realizzazione, finalizzata alla razionalizzazione del
sistema, di nuove infrastrutture nel rispetto degli obbiettivi di
tutela ambientale del Dlgs 152/99 con il fine di aumentare la
disponibilita' di risorse idriche convenzionali e non
convenzionali. (...); - Riqualificazione, nei centri urbani, delle reti idriche (...); - Interventi di adeguamento e razionalizzazione delle reti di
adduzione per scopi irrigui.

b) Linee di intervento per il periodo 2003 - 2006 da attuare nel
rispetto dei requisiti stabiliti per lo stesso periodo dal QCS:

- Completamento e riqualificazione delle infrastrutture,
realizzazione di interconnessioni tra invasi esistenti e, ove
necessario, di nuove infrastrutture idriche e fognario - depurative
in attuazione delle previsioni del piano d'Ambito; - Risanamento delle acque invasate da attuare mediante l'integrazione
con gli interventi relativi alla difesa del suolo (misura 1.2) e a
quelli funzionali ai sostegno e allo sviluppo dei territori rurali
(Asse IV)

4.1.3 Le delibere CIPE per la ripartizione delle risorse per interventi nelle aree depresse

Il nuovo intervento ordinario di sostegno alle aree depresse del Paese e' stato attivato con la legge 7 aprile 1995 n. 104 che ha convertito il DL 8 febbraio 1995 n. 32.
Le risorse finanziarie staniate dalle varie leggi di bilancio sono assegnate alle regioni attraverso apposite delibere del CIPE che fissano le modalita' di attuazione ed i criteri di selezione degli interventi.
In particolare la Delibera CIPE 3 maggio 2002 n. 36/2002 e' quella di riferimento per l'attuale periodo di programmazione.
L'allegato 4 alla suddetta Delibera fissa i "criteri di selezione" precisando quanto segue.
I criteri di ammissibilita' e di selezione individuati in questo allegato sono stati definiti avendo a riferimento, cosi' come previsto dall'art. 73 della legge finanziaria 2002, la programmazione comunitaria in corso di attuazione, promuovendo la massima integrazione possibile con gli interventi finanziati con le risorse destinate alte aree depresse. Tali interventi saranno cosi' ancorati ad una parte dei criteri gia' concordati in partenariato con tutte le regioni in sede di definizione dei documenti di programmazione 2000 - 2006, mentre sara' aperta la possibilita', da parte di ogni singola regione, di legare gli interventi agli indirizzi di programmazione regionale.
La individuazione di questi criteri, a livello di singolo settore di intervento e con le opportune specificazioni, ove necessario, per le due ripartizioni geografiche considerate, e' stata effettuata sulla base dei seguenti presupposti:

- utilizzo dei criteri di ammissibilita' e selezione previsti dalla
programmazione comunitaria, quando questi siano finalizzati
all'attuazione di disposizioni comunitarie e nazionali vigenti ma
non ancora compiutamente recepite. E' questo il caso dei criteri
individuati per i settori dell'acqua, dei rifiuti e per la difesa
del suolo che discendono direttamente da quanto previsto dal QCS
obbiettivo I per la seconda fase di attuazione 2003 - 2006 (...);

Ciclo integrato dell'acqua

I progetti da selezionare devono risultare conformi alle seguenti disposizioni:

- legge 5 gennaio 1994 n. 36 (Galli) e legge 28 dicembre 2001 n. 488
(art. 35); - decreto legislativo 11 maggio 1999 n. 152 (che recepisce le
Direttive n. 91/71/CEE "acque reflue urbane" e n. 91/676/CEE
"nitrati") - I progetti possono essere finanziati solo a condizione che, nel
rispettivo ambito territoriale ottimale (ATO), previsto dall'art. 8
della legge 5 gennaio 1994 n. 36: - sia effettuata la ricognizione delle infrastrutture; - sia costituita l'autorita' d'ambito; - sia approvato il piano d'ambito; - ciascun intervento o insieme di interventi proposti al
finanziamento, di valore superiore a 10,330 milioni di euro, sara'
sottoposto, oltre alle normali procedure in materia ambientale,
anche ad una attenta analisi di fattibilita' tecnico - economica
che espliciti la sua giustificazione economica sulla base delle
possibili alternative progettuali esistenti, nonche' la capacita'
da parte dell'Ente proponente di assicurarne il corretto esercizio
(manutenzione, gestione, rinnovamento, ecc.). Dovra' inoltre essere
presentata un'analisi finanziaria che giustifichi l'uso di finanza
pubblica per il finanziamento del programma o intervento in
questione proponendo un quadro di copertura dei costi di
investimento ed operativi sulla base del livello attuale e previsto
delle tariffe; (...)

Risorse idriche ad uso irriguo

Nel caso di interventi destinati (in tutto o in parte) ad uso irriguo della risorsa, e' necessario che la suddetta analisi tecnico - economica dimostri che il valore aggiunto attesa dalla nuova (o rinnovata) produzione agricola vendibile, ottenuta per mezzo dell'intervento, giustifichi l'investimento (ad esempio per interventi finalizzati a estensioni dell'attrezzamento di aree irrigue). Accanto ai criteri di redditivita' economico - finanziaria, saranno tuttavia presi in considerazione gli effetti sull'ambiente (sostenibilita' dell'uso della risorsa), la qualita' dei prodotti e la stabilita' dell'occupazione. (...)

4.1.4 Linee guida per il programma nazionale per l'approvvigionamento idrico in agricoltura e per lo sviluppo dell'irrigazione (Delibera CIPE n. 41 del 14.6.2002)

Sempre in tema di approvvigionamento idrico in agricoltura il CIPE ha emanato la Delibera n. 41 del 14 giugno 2002 dal titolo "Linee guida per il programma nazionale per l'approvvigionamento idrico in agricoltura e per lo sviluppo dell'irrigazione".

Si riporta di seguito il testo del dispositivo della delibera:

Il Programma per l'approvvigionamento idrico in agricoltura e per l'adeguamento e lo sviluppo dell'irrigazione, da trasmettersi a questo Comitato dal Ministro delle politiche agricole e forestali entro 90 giorni dalla data di pubblicazione della presente deliberazione, dovra' tenere conto del piano degli schemi irrigui di cui al punto 1 della propria deliberazione n. 121/2001 e si sviluppera' secondo le seguenti linee guida:

Recupero dell'efficienza degli accumuli per l'approvvigionamento idrico

Interventi di manutenzione straordinaria e aumento delle capacita' di regolazione dei deflussi, mediante opere di interconnessione dei bacini nonche' di integrazione degli accumuli con nuovi apporti. Realizzazione di invasi di demodulazione delle portate rese disponibili dall'utilizzo idroelettrico. Ripristino di funzionalita' di apparecchiature e strumentazioni finalizzate al monitoraggio dello stato degli invasi al fine di assicurare il massimo utilizzo degli stessi.

Completamento degli schemi irrigui

Completamento delle reti delle opere "di monte" gia' realizzate e dimensionate per l'integrale fabbisogno dell'impianto.

Sistemi di adduzione

Rifacimento dei tratti di canale deteriorati e, dove possibile, ricoprimento degli stessi anche al fine di impedire prelievi non autorizzati dell'acqua.

Adeguamenti delle reti di distribuzione

Conversione di parte delle reti di distribuzione dell'acqua costituite da canalette prefabbricate funzionanti a pelo libero in reti tubate per ridurre le perdite d'evaporazione.

Sistemi di controllo e di misura

Realizzazione di sistemi di automazione e telecontrollo degli impianti irrigui e dei nodi principali della rete per la misura dei volumi di acqua erogati.

Utilizzo delle acque reflue depurate

Impiego delle acque reflue urbane, opportunamente trattate, per l'irrigazione e altre utilizzazioni agricole anche al fine di riservare a uso potabile il prelievo di acque superficiali e sotterranee di maggior pregio; realizzazione delle connessioni dei depuratori alle reti di distribuzione e/o accumulo.(...)

4.2 L'EVOLUZIONE DEL CONTESTO PROGRAMMATICO GENERALE

Un altro fattore da considerare nelle valutazioni che porteranno alla adozione delle scelte di investimento in materia di infrastrutture idriche nei prossimi anni e' l'evoluzione del quadro programmatico generale.
E' noto, infatti, che si sta affermando a livello di strategie generali di governo, a livello planetario, a livello comunitario e a livello nazionale una forte spinta verso la considerazione delle problematiche ambientali.
Risoluzioni ed accordi a livello internazionale impegnano le nazioni firmatarie a specifiche politiche di sviluppo sostenibile, armonioso ed equilibrato delle attivita' economiche, che realizzino un alto grado di protezione e miglioramento della qualita' dell'ambiente.
L'integrazione delle politiche e' un principio costituzionale dell'intera Europa. L'art. 6 del trattato di Amsterdam afferma che "le necessita' della protezione ambientale devono essere integrate nella definizione e implementazione delle politiche e delle attivita' comunitarie (...), in particolare con l'ottica di promuovere lo sviluppo sostenibile".
Il principio di integrazione afferma che la protezione ambientale non va considerata come una politica settoriale, ma come un denominatore comune per tutte le politiche. All'azione ambientale deve accompagnarsi un nuovo tipo di azione degli altri settori che devono "internalizzare" le preoccupazioni ambientali.
Tali principi sono contenuti nel vigente "quinto programma di Azione per l'ambiente della Comunita' europea" e ancora piu' riaffermati nel "sesto programma" attualmente sottoposto all'esame del Parlamento e dei Consiglio per l'adozione finale.

4.2.1 Direttiva - Quadro 2000/60/CE in materia di acque (GUCE n. 327 del 22.12.2000)

Nell'ambito degli obbiettivi complessivi della politica ambientale della Comunita' si inserisce la Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 2000/60/CE del 23 ottobre 2000 che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque.
Gli obbiettivi della direttiva sono quelli di contribuire a perseguire la salvaguardia, la tutela ed il miglioramento della qualita' ambientale, nonche' l'utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali; tale politica deve basarsi sui principi della precauzione e dell'azione preventiva, sul principio della riduzione, soprattutto alla fonte, dei danni causati all'ambiente e sul principio di "chi inquina paga".
La strategia di fondo consiste nel mantenere e migliorare l'ambiente acquatico all'interno della Comunita', attraverso misure che riguardino la qualita' integrate con misure riguardanti gli aspetti quantitativi.
La Direttiva 2000/60/CE si propone di istituire un quadro per la protezione delle acque superficiali interne, delle acque di transizione, delle acque costiere e sotterranee che:

- impedisca un ulteriore deterioramento, protegga e migliori lo stato
degli eco sistemi acquatici e degli ecosistemi terrestri e delle
zone umide direttamente dipendenti dagli ecosistemi acquatici sotto
il profilo del fabbisogno idrico; - agevoli un utilizzo idrico sostenibile fondato sulla protezione a
lungo termine delle risorse idriche disponibili; - miri alla protezione rafforzata e al miglioramento dell'ambiente
acquatico anche attraverso misure specifiche per la graduale
riduzione degli scarichi, delle emissioni e delle perdite di
sostanze pericolose; - assicuri la graduale riduzione dell'inquinamento delle acque
sotterranee e ne impedisca l'aumento; - contribuisca a mitigare gli effetti delle inondazioni e della
siccita'.

La Direttiva prevede che i Singoli Stati individuino i singoli bacini idrografici presenti nel loro territorio e li assegnino a singoli "Distretti idrografici" (definiti come la principale unita' per la gestione dei bacini idrografici confermando quindi la scelta fatta con la nostra legge n. 183/89); gli stati membri devono adottare le disposizioni amministrative adeguate, compresa la individuazione dell'autorita' nazionale competente per l'applicazione delle norme previste dalla direttiva all'interno di ciascun Distretto idrografico.
Per ciascun Distretto idrografico interamente compreso nel suo territorio ogni Stato membro provvede a predisporre un "Piano di gestione del bacino idrografico (art. 13), comprendente fra l'altro, le seguenti informazioni:

- descrizione generale delle caratteristiche del distretto
idrografico; - sintesi delle pressioni e degli impatti significativi esercitati
dalle attivita' umane sullo stato delle acque superficiali e
sotterranee; - specificazione e rappresentazione cartografica delle aree protette; - mappa delle reti di monitoraggio e rappresentazione cartografica
dei risultati dei programmi di monitoraggio; elenco degli
obbiettivi ambientali fissati per le acque superficiali, acque
sotterranee, e aree protette; - sintesi dell'analisi economica sull'utilizzo idrico prescritta
dall'articolo 5 e dall'allegato III;

Entro quattro anni dall'entrata in vigore della direttiva (dicembre 2004) gli Stati membri devono predisporre, per ogni distretto idrografico, una analisi delle caratteristiche del distretto, una analisi dell'impatto delle attivita' umane sullo stato delle acque superficiali e delle acque sotterranee, nonche' una analisi economica dell'utilizzo idrico.
La direttiva impone agli Stati membri l'obbligo di adottare misure adeguate a fare in modo che i prezzi dell'acqua riflettano il costo complessivo di tutti i servizi connessi con l'uso dell'acqua stessa (gestione, manutenzione delle attrezzature, investimenti, sviluppi futuri), nonche' i costi connessi con l'ambiente e l'impoverimento delle risorse (art. 9). A tal fine gli Stati membri dovranno contribuire entro il 2020 a porre a carico dei vari settori di impiego dell'acqua (industria, famiglie e agricoltura) i costi dei servizi idrici, anche sulla base del principio "chi inquina paga".
L'aspetto maggiormente innovativo per lo Stato Italiano (stante che l'attuale quadro legislativo nazionale costituito dalla legge n. 183/89 e dal Dlgs n. 152/99 ha gia' introdotto molti dei concetti contenuti nella direttiva) e' quello della introduzione dei concetti di economia idrica di bacino (analisi economica sull'utilizzo idrico estesa anche alle componenti ambientali) e della imposizione a carico degli utilizzatori dei costi complessivi dei servizi.

4.2.2 Strategia d'azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia (Delibera CIPE del 2 agosto 2002)

L'insieme degli impegni sottoscritti dallo Stato Italiano ai vari livelli internazionali e comunitari e la necessita' di individuare strumenti ed obbiettivi per il perseguimento di una concreta politica di sviluppo sostenibile hanno portato alla emanazione della Delibera CIPE del 2 agosto 2002 dal titolo" Strategia d'azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia".

I punti fondamentali della delibera sono:

La protezione e valorizzazione dell'ambiente vanno considerati come fattori trasversali di tutte le politiche settoriali, delle relative programmazioni e dei conseguenti interventi (...);
Gli strumenti principali individuati per il raggiungimento degli obbiettivi sono i seguenti:

- Applicazione della legislazione di protezione ambientale; - Integrazione del fattore ambientale in tutte le politiche di
settore attraverso la verifica della sostenibilita' delle singole
opere con una efficiente ed efficace applicazione della valutazione
di impatto ambientale (VIA) e la verifica della sostenibilita' di
piani e programmi mediante la valutazione ambientale strategica
(VAS) cosi' come prevista dalla Direttiva 2001/42/CE; - Integrazione del fattore ambientale nei mercati promuovendo modelli
di consumo e produzione sostenibili attraverso strumenti economici
(incentivi e disincentivi); - Consapevolezza e capacita' decisionale dei cittadini; - Contabilita' ambientale e indicatori per l'azione ambientale e lo
sviluppo sostenibile; - Rafforzare la ricerca scientifica e tecnologica sull'ambiente e lo
sviluppo sostenibile; - Finanziamento dello sviluppo sostenibile.

Gli obbiettivi individuati per l'area tematica "uso sostenibile delle risorse naturali e gestione dei rifiuti" sono:

- Riduzione del prelievo di risorse naturali non rinnovabili senza
pregiudicare gli attuali livelli di qualita' della vita; - Promozione della ricerca scientifica e tecnologica per la
sostituzione delle risorse non rinnovabili, in particolare per gli
usi energetici ed idrici; - Conservazione e ripristino dei regime idrico compatibile con la
tutela degli ecosistemi e con l'assetto del territorio;

La Delibera CIPE di che trattasi approva il documento allegato "Strategia d'azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia 2002 - 2010".
Detto documento al punto 6.2 indica priorita', obbiettivi ed azioni in materia di risorse idriche.
In particolare viene ritenuto prioritario puntare alla conservazione o ripristino di un regime idrico compatibile con la tutela degli ecosistemi, con gli usi ricreativi e con l'assetto del territorio. (...) Va considerata prioritaria la riduzione dei fabbisogni intesi come quantita' di risorsa grezza necessaria per soddisfare gli usi "dissipativi"; a tal fine occorre porre in essere interventi finalizzati al risparmio, riuso, riciclo. (...)

Il paragrafo 351 del documento testualmente specifica:

L'infrastrutturazione consente di rendere utilizzabile ogni risorsa idrica potenziale mediante ingenti investimenti e un aumento dei costi fissi del sistema (manutenzione e rinnovo del capitale investito). Questi costi costituiranno un fardello estraneo, ma inevitabile, per le generazioni future. Per questo e' opportuno puntare alla sostenibilita' economico - finanziaria, in base a cui i costi di investimento, gestione e rinnovo del capitale investito dovrebbero essere interamente a carico delle generazioni che fruiscono dei corrispondenti benefici. Per avvicinarsi a questo ideale, scegliendo un esplicito compromesso con la soddisfazione degli obbiettivi ambientali ed etici, occorre, da un lato, portare le tariffe ad un livello adeguato a coprire inizialmente almeno i costi di gestione ed ammortamento, dall'altro limitare la velocita' di crescita del capitale fisso (infrastrutture) relativo ai sevizi idrici. Quanto piu' vicine saranno le tariffe ai costi marginali, comprese le esternalita', tanto piu' efficiente sara' l'allocazione delle risorse. (...)
Il paragrafo 354 indica l'obbiettivo di riduzione delle perdite nei sistemi di adduzione - accumulo - distribuzione che richiede:

- censimento dei punti di approvvigionamento reali e misura dei
relativi prelievi; - dotazione di sistemi di monitoraggio e controllo piu' efficienti
(telecontrollo); - razionalizzazione e ottimizzazione della gestione di sistemi
idrici, in particolare i serbatoi multi uso, attraverso strumenti
modellistico - informatici; - manutenzione ordinaria delle reti esistenti; - rifacimento di porzioni consistenti dei sistemi di distribuzione,
soprattutto nel settore civile.

Il paragrafo 356 specifica l'obbiettivo di riduzione dei consumi finali, essenziale nel settore agricolo, il piu' idroesigente, che richiede:

- di sviluppare quanto piu' possibile, seguendo le vocazioni del
territorio, l'attivita' di rinaturalizzazione dei suoli; - la conversione a colture meno idroesigenti; - il miglioramento delle tecniche irrigue; - sistemi modellistico - informatici di rilevamento, monitoraggio,
previsione e gestione che permettano di ottimizzare l'uso delle
risorse (quantita' giusta al momento giusto); - informazione sul reale uso della risorsa; - ammodernamento delle reti irrigue; - imposizione, a livello di politica agricola, di vincoli e
disincentivi o, viceversa, fornitura di incentivi economico -
finanziari e organizzativi; - imposizione di uno schema di tariffazione basato sulla misura delle
quantita' effettivamente utilizzate. - (...)

Il paragrafo 357 del documento indica come fondamentale la revisione delle concessioni (prevista dal Dlgs n. 152/99) basata su una valutazione integrata e comparativa delle diverse opzioni, dove integrata significa tale da considerare allo stesso tempo gli aspetti tecnico - ingegneristici, quelli economici, quelli ambientali e quelli socio economico culturali. E' necessario che i disciplinari di concessione siano rispettati e attentamente monitorati, fornendo garanzie legalmente valide ai potenziali impattati.
Il paragrafo 358 e' dedicato al riutilizzo delle acque reflue. E' fondamentale per gli usi agricoli: libera risorse naturali per l'ambiente o per eventuali altri usi, e riduce i trattamenti terziari alla sola disinfezione. (...)

5 INTERVENTI URGENTI DI CARATTERE GESTIONALE

Unitamente alla definizione del quadro degli investimenti infrastrutturali, per i quali, soprattutto con riferimento allo scenario di medio termine, si dovranno individuare gli ordini di priorita' con le modalita' fissate nel precedente capitolo, dovranno essere attivate le seguenti azioni di carattere gestionale:

1. Il Commissario Governativo per l'Emergenza Idrica in Sardegna,
sentiti l'Assessorato dei Lavori Pubblici, l'Assessorato alla
Difesa dell'Ambiente, l'Assessorato all'Agricoltura, l'Assessorato
all'Industria, l'Assessorato alla Programmazione, proporra', entro
il 28 febbraio 2003, il progetto di "Piano stralcio per la
razionalizzazione dell'uso delle risorse idriche ed il controllo
del bilancio idrico", da integrare con il Piano di tutela delle
acque in corso di redazione e previa verifica dello stato attuale
della conoscenza di base. 2. In particolare, l'EAF e la Sogesid, con il supporto di un Gruppo
tecnico, coordinato dal Commissario Governativo per l'Emergenza
Idrica in Sardegna, comprendente rappresentanti degli Assessorati
interessati, del Centro Regionale di Programmazione, dei Consorzi
di Bonifica, dell'ERSAT, del Centro Regionale Agrario
Sperimentale, con l'eventuale partecipazione del Servizio
Agrometeorologico Regionale e dell'INEA, elaboreranno entro il 30
giugno 2003:

- una proposta per l'introduzione di uno schema di tariffazione per
l'uso della risorsa irrigua basato sulla misura delle quantita'
effettivamente utilizzate; - una proposta per la creazione di sistemi modellistico - informatici
di rilevamento e gestione che permettano di ottimizzare l'uso delle
risorse attraverso programmi di "quotizzazione" programmata da
assumere come strumento ordinario di governo della domanda irrigua
anche fuori dai periodi di emergenza;

3. Entro il 28 febbraio 2003 tutti i Soggetti gestori di
infrastrutture che realizzano il prelievo di risorsa destinata ai
vari usi, dovranno produrre una scheda tecnica identificativa di
tutte le caratteristiche del manufatto di prelievo, ivi compresa
la esatta localizzazione topografica, e indicare gli interventi e
le apparecchiature necessarie per la realizzazione di un idoneo
sistema di misurazione dei volumi e di invio telematico dei dati
all'Ufficio del Commissario governativo; 4. Entro il 30 giugno 2003 l'EAF con il supporto della Sogesid dovra'
elaborare un "modello di gestione pluriennale degli invasi" di cui
nel seguito si anticipano i criteri operativi di base.

5.1 CRITERI OPERATIVI PER LA ASSEGNAZIONE DELLE RISORSE E PER LA GESTIONE DEI SERBATOI

Si ritiene, innanzitutto, utile analizzare i principi fondamentali della normativa vigente che devono fornire le linee fondamentali per l'analisi della problematica, costituendone il supporto inderogabile.
In via preliminare si richiama la L. 183/89 che si pone l'obiettivo di "assicurare tra l'altro la difesa del suolo, il risanamento delle acque, la gestione del patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo economico e sociale e la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi".
Questi principi, richiamati solennemente nella L. 36/94 appaiono presupposto imprescindibile per qualsiasi attivita' in materia di gestione delle risorse idriche.
In tal senso, detti principi, sono stati ulteriormente ribaditi nell'ambito del D.Lgs. 152/99 che stabilisce che:

a) l'uso dell'acqua va pianificato; b) che tale pianificazione deve garantire un equilibrio tra offerta
d'acqua, nella quantita' e qualita' consentita, e la domanda per i
vari usi, cioe' un consumo idrico sostenibile.

Di qui gli articoli 22 e 23. Quest'ultimo, in particolare, reca modifiche al R.D. 1775/33, rivedendo sostanzialmente l'impostazione normativa in materia di acque.
Tali norme sono una conferma e un'attuazione di quanto gia' stabilito sia dalla L. 183/89 (art. 3, comma 7, lett. i), sia dalla legge Galli (art. 3, comma 3) i quali postulano un'esigenza di costante equilibrio, tra disponibilita' della risorsa utilizzabile o attivabile (disponibilita' che deve essere calcolata sempre in modo da garantire il livello del deflusso necessario alla vita degli alvei sottesi e l'equilibrio degli ecosistemi interessati) e le effettive diverse utilizzazioni.
Si ritiene ora indispensabile richiamare puntualmente i criteri specifici che si possono desumere dalle modifiche apportate dall'art. 23 del D.Lgs. 152/99 al R.D. 1775/33.
All'art. 9 si stabilisce che tra piu' domande concorrenti e' preferita quella che presenti la piu' razionale utilizzazione delle risorse idriche in relazione ai seguenti criteri:

a) l'attuale livello di soddisfacimento delle esigenze essenziali dei
concorrenti anche da parte dei servizi pubblici di acquedotto o di
irrigazione, evitando ogni spreco e destinando preferenzialmente
le risorse qualificate all'uso potabile; b) le effettive possibilita' di migliore utilizzo delle fonti in
relazione all'uso; c) le caratteristiche quantitative e qualitative del corpo idrico; d) la quantita' e la qualita' dell'acqua restituita rispetto a quella
prelevata.

All'art. 12 si prescrive:

Per conseguire la piu' razionale utilizzazione del corso d'acqua o per rendere tra loro compatibili alcune domande concorrenti, o per assicurare, nell'utilizzazione per forza motrice, la restituzione dell'acqua a quota utile per l'irrigazione il Ministero dei Lavori Pubblici, sentito il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, puo' invitare i richiedenti a modificare i rispettivi progetti.
L'art. 12bis prevede: Sono escluse le concessione ad uso idroelettrico i cui impianti sono posti in serie con gli impianti di acquedotto.
L'art. 2 (Usi delle Acque) prevede: L'uso dell'acqua per il consumo umano e' prioritario rispetto agli altri usi del medesimo corpo idrico superficiale o sotterraneo.
L'art. 28 (Usi Agricoli delle Acque) prevede: Nei periodi di siccita' e comunque nei casi di scarsita' di risorse idriche, durante i quali si procede alla regolazione delle derivazioni in atto, deve essere assicurata, dopo il consumo umano, la priorita' dell'uso agricolo.
In definitiva, sulla base dei principi normativi vigenti, si definiscono i seguenti criteri di compatibilita' e di priorita' degli usi delle acque:

a) l'uso potabile e' prioritario rispetto a tutti gli usi; b) all'uso agricolo e' assegnato il secondo livello di priorita': c) la produzione di forza motrice e' secondaria rispetto a qualsiasi
altro uso e, pertanto, l'acqua invasata a scopi idroelettrici puo'
essere utilizzata per fronteggiare situazioni di emergenza idrica; d) le concessioni idroelettriche per impianti posti a monte di
utilizzazioni acquedottistiche per uso civile sono vietate.

Tali principi devono essere rispettati in tutti momenti decisionali in cui si devono valutare diverse e alternative ipotesi di uso delle risorse idriche: nelle istruttorie per nuove concessioni; nelle fasi di revisione delle concessioni esistenti sulla base di norme specifiche; nelle assegnazioni temporanee in condizioni di scarsita' di risorsa disponibile.
All'interno del medesimo uso, le priorita' degli approvvigionamenti conflittuali verranno stabilite tenendo conto dei seguenti criteri:

- maggiore utilita' pubblica o generale; - piu' efficiente utilizzo dell'acqua da parte degli utenti finali a
parita' di approvvigionamento dalla risorsa primaria a seguito
dell'introduzione di innovazioni tecnologiche; - inesistenza di risorse alternative; - maggior efficacia tecnica, socioeconomica e ambientale
nell'assegnazione delle risorse del sistema di gestione.

Nella definizione delle somministrazioni mensili ai diversi usi e' necessario tener conto dell'affidabilita' delle somministrazioni future, soprattutto per gli usi prioritari, definendo un livello di allarme per ciascun sistema interconnesso di serbatoi in relazione al quale si dovranno limitare le utilizzazione sulla base dei criteri generali precedentemente indicati.
In ogni caso, per ciascun sistema di serbatoi deve essere considerato quale riserva strategica un volume idrico pari alla meta' del fabbisogno annuo idropotabile. Di tale volume non puo' essere, pertanto, mai programmata l'utilizzazione ed esso puo' essere intaccato solo in condizioni di assoluta emergenza.
Al fine di definire i volumi lordi erogabili mediamente all'anno da ciascun sistema, in assenza di piu' puntuali valutazioni, si deve fare riferimento alla seguente tabella parametrica:
----> Vedere immagine a pag. 70 della G.U. <----
Per bacini idrografici diversi da quelli sopra indicati si utilizzano i suddetti valori sulla base di criteri di similitudine idrologica.
Per il valore di deflusso medio annuo si assumera' il valore della media storica 1922-1975 ridotto al 45%.
Si ricorda che il volume erogabile medio annuo cosi' determinato e' un valore lordo a cui devono essere sottratti i valori dell'evaporazione media annua dai serbatoi, le perdite nel sistema di adduzione principale e i rilasci ambientali.
Stabilita l'erogazione ammissibile, mediante opportuno modello di simulazione si valutera' la curva di ripartizione dei volumi invasati all'inizio di ogni stagione irrigua (marzo-aprile) su una serie temporale estesa per almeno 50 anni, con passo mensile.
Per una corretta e dinamica gestione degli invasi la suddetta curva di frequenza degli stati del sistema verra' assunta come base per classificare i livelli delle scorte idriche accumulate in modo utile per le successive valutazioni e decisioni.
Pertanto le regole operative per la definizione dei volumi erogabili annualmente verranno formulate sulla base dei seguenti criteri generali:

- regime ordinario: per volumi di invaso uguali o superiori al valore
con frequenza di non superamento del 20%; - livello di vigilanza: per volumi di invaso compresi tra i valori
con frequenza di non superamento del 20% e del 10%. Poiche' si
entra in un campo di piu' bassa frequenza probabilistica e'
necessario monitorare gli andamenti climatici al fine di valutare
prontamente eventuali ulteriori fluttuazioni che riducano
ulteriormente le risorse mediamente disponibili. Contemporaneamente
e' opportuno contenere i consumi entro una prima fascia che crea
limitati disagi all'utenza; - livello di guardia: per volumi di invaso compresi tra i valori con
frequenza di non superamento del 10% e del 5%. In questo campo le
erogazioni dovranno essere significativamente ridotte rispetto a
quelle dei regime ordinario per meglio affrontare le eventuali
persistenze dei periodi di magra; - livello di emergenza: per volumi di invaso compresi tra i valori
con frequenza di non superamento del 5% e del 2%. In questo campo
non si dovrebbe mai entrare in quanto, come detto, le erogazioni
dovrebbero essere cautelativamente ridotte una volta raggiunto il
livello di guardia (vedi punto precedente). Se cio' dovesse,
comunque, succedere, significherebbe che i parametri statistici
della serie si stanno ulteriormente modificando e che quindi le
cautele nell'erogazione devono ulteriormente e significativamente
incrementarsi e deve essere rivalutato il valor medio animo di
erogazione ammissibile.

6 ELENCO DELLE PROPOSTE PROGETTUALI E DEFINIZIONE DEI "SISTEMI DI INTERVENTO"

L'insieme degli interventi proposti ed inseriti nei precedenti atti di programmazione sono organizzati in sette "sistemi di intervento" definiti in rapporto alle correlazioni esistenti fra le proposte progettuali, i centri di domanda interessati, le infrastrutture gia' presenti interessate per cui la "valutazione" delle proposte puo' (e deve) essere effettuata in un unico quadro di riferimento.
I sette "sistemi di intervento" individuati sono:

SISTEMA 1 - POSADA CEDRINO SISTEMA 2 - CIXERRI SISTEMA 3 - GALLURA SISTEMA 4 - NORD OCCIDENTALE SISTEMA 5 - TIRSO SISTEMA 6 - SUD SARDEGNA SISTEMA 7 - SULCIS

Essi non rendono conto del livello di interconnessione dei sistemi di utilizzazione proposti ed inseriti nei precedenti atti di programmazione, ma rappresentano il contesto di riferimento principale rispetto al quale i singoli interventi producono il loro effetto.
Nelle pagine seguenti si riportano i report deserittivi degli interventi articolati nei sette "sistemi di intervento" identificati.

6.1 SISTEMA DI INTERVENTI N. 1 - POSADA CEDRINO

Nell'ambito dei precedenti atti di programmazione e in particolare nel citato documento di base quale proposta per la definizione dell'APQ approvato dalla Giunta regionale con Deliberazione n. 35/5 nella seduta del 17 agosto 2000 sono compresi i seguenti interventi:

==================================================================== COD. INTERVENTO APQ ==================================================================== 11 Opere per incremento invaso alla diga Macheronis sul Posada 12 Diga sul Posada ad Abba Luchente 13 Interconnessione comprensori Posada e Cedrino 14 Integrazione finanziamento per completamento diga Cumbidanovu
sull'alto Cedrino 15 Interventi urgenti di protezione dei manto metallico di tenuta
dello sbarramento di Pedra e' Othoni 16 Ristrutturazione dello scarico di superficie diga di Pedra e'
Othoni --------------------------------------------------------------------

Degli interventi sopra riportati i seguenti sono stati recentemente finanziati:

==================================================================== COD. INTERVENTO FINANZIATO -------------------------------------------------------------------- 11 Opere per incremento invaso alla diga Macheronis sul Posada --------------------------------------------------------------------

Detti interventi in relazione alle correlazioni esistenti fra le singole proposte progettuali, i centri di domanda interessati e le infrastrutture gia' preesistenti devono essere considerati nell'ambito di un unico quadro di riferimento.
Questo quadro di riferimento ai fini delle valutazioni successive viene definito SISTEMA DI INTERVENTI N. 1 - POSADA CEDRINO.
La domanda complessiva del sistema sarebbe pari a circa 48 Mmc/anno di cui circa 5 Mmc/anno per il comparto civile (D77-Galtelli, D79-Schema 11), circa 43 Mmc/anno per il comparto irriguo (D78-Marreri Isalle Sologo, D80-Siniscola Posada Torpe).
Le risorse sono costituite dagli invasi di: Cedrino a Pedra e' Othoni (S35), Posada a Maccheronis (S36). La capacita' di erogazione complessiva del sistema sarebbe pari a circa 31 Mmc/anno.
Il sistema complessivamente avrebbe un deficit pari a circa 16 Mmc/anno.

----------------------------------------------- 12 Diga sul Posada ad Abba Luchente -----------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato a migliorare la capacita' di accumulo e di erogazione del sistema idrico, a sostegno della domanda irrigua e civile direttamente collegata all'esistente invaso di Maccheronis, caratterizzato da un notevole volume di sfioro. Prevede la realizzazione del nuovo sbarramento di Abba Luchente (S40) a monte della diga di Maccheronis.

---------------------------------------------------- 13 Interconnessione comprensori Posada e Cedrino ----------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato a conferire flessibilita' al sistema complessivo consentendo il soddisfacimento della domanda direttamente collegata agli invasi di Pedra e' Othoni sul rio Cedrino e Maccheronis sul rio Posada da entrambi i sistemi di utilizzazione. Prevede la realizzazione della linea di collegamento tra le domande irrigue direttamente collegate ai due sbarramenti.

------------------------------------------------------------------ 14 Integrazione finanziamento per completamento diga Cumbidanovu
sull'alto Cedrino ------------------------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato da un lato a migliorare la capacita' di accumulo del sistema idrico, e dall'altro alla alimentazione dell'estendimento irriguo a valle dello sbarramento (S39-Cumbidanovu). Prevede la realizzazione delle opere necessarie al completamento dello sbarramento.

------------------------------------------------------------------- 15 Interventi urgenti di protezione del manto metallico di tenuta
dello sbarramento di Pedra e' Othoni -------------------------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato all'aumento della capacita' di regolazione del sistema complessivo attraverso il recupero della piena efficienza dell'invaso.

------------------------------------------------------------------- 16 Ristrutturazione dello scarico di superficie diga di Pedra e'
Othoni -------------------------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato all'aumento della capacita' di regolazione del sistema complessivo attraverso il recupero della piena efficienza dell'invaso.
Il sistema e' caratterizzato da elevati volumi di sfioro che potrebbero essere trasferiti nei sistemi adiacenti Tirso e Gallura.
Il quadro di domanda/offerta che oggi caratterizza il sistema e' riferito a valutazioni, soprattutto per quanto riguarda la parte irrigua, che presuppongono che la stessa domanda sia una variabile indipendente, e quindi gli interventi prospettati che tendenzialmente sono riferiti a eliminare lo squilibrio, potrebbero essere diversamente articolati per il conseguimento di livelli diversi di domanda nell'ottica della ricerca di un equilibrio ottimale fra consumo delle risorse e conservazione dell'ambiente.
Da queste considerazioni e dai vincoli fissati dai documenti di programmazione nazionali e comunitari discenderanno i criteri con i quali verranno definite le diverse alternative progettuali mirate ciascuna al conseguimento di un assetto ottimale della distribuzione delle risorse.
Queste alternative saranno comunque trattate nell'ambito degli studi di fattibilita' con i criteri descritti al capitolo 3.

6.2 SISTEMA DI INTERVENTI N. 2 - CIXERRI

Nell'ambito dei precedenti atti di programmazione e in particolare nel citato documento di base quale proposta per la definizione dell'APQ approvato dalla Giunta regionale con Deliberazione n. 35/5 nella seduta del 17 agosto 2000 sono compresi i seguenti interventi:

==================================================================== COD. INTERVENTO APQ ==================================================================== 42 Lavori integrativi sulle fondazioni della diga di Medau
Zirimilis 43 Raddoppio collegamento centrale Murtas con Diga Gennarta 6.4.2.A Schema n. 44 Iglesias - Collegamento invaso Cixerri Punta
Gennarta 6.4.2.B Adduzione da invaso rio Casteddu a invaso rio Canonica --------------------------------------------------------------------

In aggiunta agli interventi suddetti il Piano di Ambito segnala fra gli interventi ritenuti possibili al fine di minimizzare i fattori di criticita' del servizio potabile:

==================================================================== COD. INTERVENTO PIANO AMBITO ==================================================================== P.A. 2 Adeguamento collegamento bidirezionale miniere Iglesias -
Genna Is Abis P.A. 3 Recupero reflui Iglesias --------------------------------------------------------------------

Detti interventi in relazione alle correlazioni esistenti fra le singole proposte progettuali, i centri di domanda interessati e le infrastrutture gia' preesistenti devono essere considerati nell'ambito di un unico quadro di riferimento.
Questo quadro di riferimento ai fini' delle valutazioni successive viene definito SISTEMA DI INTERVENTI N. 2 - CIXERRI.
La domanda complessiva sarebbe pari a circa 42 Mmc/anno di cui circa 0.1 Mmc/anno per il comparto civile (D65-Punta Gennarta), circa 42 Mmc/anno per il comparto irriguo (D67-Iglesias, D68-Siliqua), circa 0.5 Mmc/anno per il comparto industriale (D66-ZIR Iglesias).
Le risorse sono costituite dagli invasi di: Cixerri a Genna Is Abis (S25), Bellicai a Lago Monteponi (S29), Canonica a Punta Gennarta (S30), Casteddu a Medau Zirimilis (S31); dalle traverse di San Giovanni a Monte Cardinali (T19), Spiritu Santu (T20), Sa Schina de Sa Stoia (T21). La capacita' di erogazione complessiva del sistema sarebbe pari a circa 7 Mmc/anno.
Il sistema complessivo avrebbe un deficit pari a circa 36 Mmc/anno.

------------------------------------------------------------ 42 Lavori integrativi sulle fondazioni della diga di Medau
Zirimilis ------------------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato ad aumentare la capacita' di regolazione del sistema e prevede il ripristino funzionale dell'opera attualmente soggetta ad una limitazione di invaso provocata da problemi di infiltrazione sulle fondazioni dello sbarramento.

-------------------------------------------------------------- 43 Raddoppio collegamento centrale Murtas con Diga Gennarta --------------------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato al recupero di nuova risorsa ad integrazione dei volumi invasati nell'invaso di Punta Gennarta. Prevede la realizzazione di due traverse sui rii Figu (T30) e San Marco (T29) ed il potenziamento della linea di collegamento con l'invaso di Punta Gennarta.

------------------------------------------------------------------- 6.4.2.A Schema n. 44 Iglesias - Collegamento invaso Cixerri Punta
Gennarta -------------------------------------------------------------------

L'intervento prevede il soddisfacimento della domanda civile del centro di Iglesias attraverso un collegamento tra l'invaso di Genna Is Abis sul basso Cixerri e l'invaso di Punta Gennarta sul rio Canonica. Cio' permette di sfruttare gli elevati volumi di sfioro dell'invaso di Genna Is Abis ad integrazione del volumi disponibili nell'alto Cixerri.

---------------------------------------------------------------- 6.4.2.B Adduzione da invaso rio Casteddu a invaso rio Canonica ----------------------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato ad equilibrare l'uso della risorsa nei due principali distretti irrigui del basso e dell'alto Cixerri attraverso i] trasferimento di risorsa tra i due invasi di Medau Zirimilis e di Punta Gennarta.

------------------------------------------------------------------ P.A. 2 Adeguamento collegamento bidirezionale miniere Iglesias -
Genna Is Abis ------------------------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato al trasferimento di volumi dal sistema del Sud Sardegna verso il sistema Cixerri attraverso l'utilizzo a ritroso dell'esistente sistema di collegamento tra le miniere di Iglesias e il canale ripartitore sud ovest a valle della diga di Genna Is Abis. Il sistema esistente e' stato recentemente realizzato con i fondi dell'emergenza idrica. L'intervento prevede la realizzazione di un sistema di rilancio dei volumi derivati dal canale ripartitore sud ovest o dalla diga di Genna Is Abis sino ai centri di domanda dell'alto Cixerri.

--------------------------------- P.A. 3 Recupero reflui Iglesias ---------------------------------

L'intervento prevede il recupero dei reflui del depuratore consortile di Iglesias (REF7) a favore della vicina domanda irrigua dell'alto Cixerri. Prevede la derivazione dei reflui unitamente ai deflussi naturali sbarrati alla traversa sul rio Cixerri da realizzare in prossimita' dell'impianto.
Il quadro di domanda/offerta che oggi caratterizza il sistema e' riferito a valutazioni, soprattutto per quanto riguarda la parte irrigua, che presuppongono che la stessa domanda sia una variabile indipendente, e quindi gli interventi prospettati che tendenzialmente sono riferiti a eliminare lo squilibrio, potrebbero essere diversamente articolati per il conseguimento di livelli diversi di domanda nell'ottica delta ricerca di un equilibrio ottimale fra consumo delle risorse e conservazione dell'ambiente.
Da queste considerazioni e dai vincoli fissati dai documenti di programmazione nazionali e comunitari discenderanno i criteri con i quali verranno definite le diverse alternative progettuali mirate ciascuna al conseguimento di un assetto ottimale della distribuzione delle risorse.
Queste alternative saranno comunque trattate nell'ambito degli studi di fattibilita' con i criteri descritti al capitolo 3.

6.3 SISTEMA DI INTERVENTI N. 3 GALLURA

Nell' ambito dei precedenti atti di programmazione e in particolare nel citato documento di base quale proposta per la definizione dell'APQ approvato dalla Giunta regionale con Deliberazione n. 35/5 nella seduta del 17 agosto 2000 sono compresi i seguenti interventi:

==================================================================== COD. INTERVENTO APQ ==================================================================== 5 Depuratore Olbia e acque reflue alla irrigazione 6 Condotta di derivazione della diga di M. di Deu sul rio Pagghiolu
e traversa sul rio Limbara 7 Trasformazione in condotta del canale dalla diga del Liscia 8 Traversa sul rio Enas e collegamento con il terminale della
derivazione del Liscia 9 Diga sul rio S. Simone --------------------------------------------------------------------

In aggiunta agli interventi suddetti il Piano di Ambito segnala fra gli interventi ritenuti possibili al fine minimizzare i fattori di criticita' del servizio potabile:

==================================================================== COD. INTERVENTO PIANO AMBITO ==================================================================== P.A. 4 Traversa sul basso Liscia e collegamento impianto e
serbatoio Liscia --------------------------------------------------------------------

La Legge Obiettivo (delibera CIPE n. 121/2001) prevede fra le infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale:

====================================================================
INTERVENTI LEGGE OBIETTIVO ==================================================================== Collegamento Corsica Sardegna e interconnessione tra i bacini idrici per il trasferimento di risorse idriche-Collegamento Liscia Collegamento Corsica Sardegna e interconnessione tra i bacini idrici per il trasferimento di risorse idriche-Collegamento Liscia - Coghinas --------------------------------------------------------------------

Degli interventi sopra riportati i seguenti sono stati recentemente finanziati:

============================================================= COD. INTERVENTO FINANZIATO ============================================================= 5 Depuratore Olbia e acque reflue alla irrigazione -------------------------------------------------------------

Detti interventi in relazione alle correlazioni esistenti fra le singole proposte progettuali, i centri di domanda interessati e le infrastrutture gia' preesistenti devono essere considerati nell'ambito di un unico quadro di riferimento.
Questo quadro di riferimento ai fini delle valutazioni successive viene definito SISTEMA DI INTERVENTI N. 3 - GALLURA.
La domanda complessiva dei sistema sarebbe pari a circa 48 Mmc/anno di cui circa 20 Mmc/anno per il compatto civile (D81-Vignola Liscia), circa 26 Mmc/anno per il comparto irriguo (D82-Arzachena, D84-Olbia Nord), circa 2 Mmc/anno per il comparto industriale (D83-Polo Olbia).
Le risorse sono costituite dall'invaso di: Liscia a Punta Calamaiu (S37). La capacita' di erogazione complessiva dei sistema sarebbe pari a circa 33 Mmc/anno.
Il sistema complessivo avrebbe un deficit pari a circa 15 Mmc/anno.

-------------------------------------------------------------------- 6 Condotta di derivazione della diga di M. di Deu sul rio Pagghiolu
e traversa sul rio Limbara --------------------------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato alla alimentazione della domanda
 
industriale Tempio (D85) e dei futuro comprensorio irriguo di Padulo (D86) a valle dello sbarramento di M. di Deu sul rio Pagghiolu (S41) in fase di realizzazione. Prevede la realizzazione del collegamento dello sbarramento alle utenze, la realizzazione di una traversa sul rio Limbara (T24) a valle dello sbarramento, e il collegamento tra la traversa e la linea di adduzione principale ad integrazione dei volumi dell'invaso

-------------------------------------------------------------------- 7 Trasformazione in condotta del canale dalla diga del Liscia --------------------------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato ai recupero di risorsa dei sistema attraverso la eliminazione delle perdite di trasporto e al recupero della piena efficienza della linea di adduzione alle utenze. Nella successiva fase di studio verra' valutato dal punto di vista tecnico economico l'intervento piu' efficace che potra' essere o il riassetto funzionale del canale esistente o la trasformazione dello stesso in condotta.

-------------------------------------------------------------------- 8 Traversa sul rio Enas e collegamento con il terminale della
derivazione del Liscia --------------------------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato al reperimento nuova risorsa nel sistema. Prevede la realizzazione della traversa sul rio Enas (T26) e il collegamento con il distretto irriguo di Olbia Nord a sostegno dei volumi del Liscia.

------------------------------------- 9 Diga sul rio S. Simone -------------------------------------

L'intervento e' finalizzato al reperimento nuova risorsa nel sistema attraverso la realizzazione dello sbarramento sul rio S. Simone (S42). Prevede la realizzazione dell'invaso e il collegamento con il sistema sopra descritto (COD 8) a sostegno dei volumi del Liscia. E' prevista inoltre la possibilita' di integrare i volumi invasati attraverso il rilancio dei volumi derivati dalla traversa sul rio Enas.

-------------------------------------------------------------- P.A. 4 Traversa sul basso Liscia e collegamento impianto e
serbatoio Liscia --------------------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato, ad integrare la risorsa del sistema, ad alimentare la domanda civile direttamente collegata con l'invaso del Liscia a punta Calamaiu e ad integrare i deflussi dell'invaso stesso. Prevede la realizzazione della traversa sul basso Liscia (T25) e il collegamento diretto con il centro di domanda civile da un lato e con l'invaso dall'altro.
Le ipotesi di intervento sopra riportate saranno confrontate con le alternative progettuali individuate nella seconda fase di studio. Tra queste saranno analizzate anche le possibili interconnessioni con il sistema Nord Occidentale e con la vicina Corsica previste dalla Legge Obiettivo.
II quadro di domanda/offerta che oggi caratterizza il sistema e' riferito a valutazioni, soprattutto per quanto riguarda la parte irrigua, che presuppongono che la stessa domanda sia una variabile indipendente, e quindi gli interventi prospettati che tendenzialmente sono riferiti a eliminare lo squilibrio, potrebbero essere diversamente articolati per il conseguimento di livelli diversi di domanda nell'ottica della ricerca di un equilibrio ottimale fra consumo delle risorse e conservazione dell'ambiente.
Da queste considerazioni e dai vincoli fissati dai documenti di programmazione nazionali e comunitari discenderanno i criteri con i quali verranno definite le diverse alternative progettuali mirate ciascuna al conseguimento di un assetto ottimale della distribuzione delle risorse.
Queste alternative saranno comunque trattate nell'ambito degli studi di fattibilita' con i criteri descritti al capitolo 3.

6.4 SISTEMA DI INTERVENTI N. 4 - NORD OCCIDENTALE

Nell'ambito dei precedenti atti di programmazione e in particolare nel citato documento di base quale proposta per la definizione dell'APQ approvato dalla Giunta regionale con Deliberazione n. 35/5 nella seduta del 17 agosto 2000 sono compresi i seguenti interventi:

==================================================================== COD. INTERVENTO APQ ==================================================================== 1 Condotta in c.a. sul rio Sette Ortas (Putifigari) 2 Collegamento tra condotta Coghinas e rete irrigua Campanedda
(Sassari) e riutilizzo reflui depurati dell'agglomerato di Porto
Torres 3 Depuratore di Sassari e adduzione acque reflue sino all'invaso
Cuga 4 Diga sul rio Badu Crabolu 10 Impianto di sollevamento dal serbatoio di Muzzone per integrare
l'irrigazione della piana di Chilivani --------------------------------------------------------------------

La Delibera di Giunta Regionale 36/48 del 23/10/2001 prevede nel settore delle infrastrutture idriche:

===================================================
INTERVENTO D.G.R. 2001 =================================================== Adduzione delle acque reflue all'invaso del Cuga Schema idrico Buttule e Calambru ---------------------------------------------------

La Legge Obiettivo (Delibera CIPE n. 121/2001) prevede fra le infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale:

====================================================================
INTERVENTI LEGGE OBIETTIVO ==================================================================== Collegamento Corsica Sardegna e interconnessione tra i bacini idrici per il trasferimento di risorse idriche Collegamento Liscia - Coghinas Interconnessione tra i bacini idrici per il trasferimento di risorse idriche - Collegamento Coghinas - M. Lerno Interconnessione tra i bacini idrici per il trasferimento di risorse idriche - Collegamento M. Lerno - Tirso --------------------------------------------------------------------

In aggiunta agli interventi suddetti il Piano di Ambito segnala fra gli interventi ritenuti possibili al fine minimizzare i fattori di criticita' del servizio potabile:

==================================================================== COD. INTERVENTO PIANO AMBITO ==================================================================== P.A. 5 Recupero reflui Alghero P.A. 6 Ripristino e adeguamento condotta di collegamento Coghinas
Sassari P.A. 7 Derivazione medio Temo --------------------------------------------------------------------

Detti interventi in relazione alle correlazioni esistenti fra le singole proposte progettuali, i centri di domanda interessati e le infrastrutture gia' preesistenti devono essere considerati nell'ambito di un unico quadro di riferimento.
Questo quadro di riferimento ai fini delle valutazioni successive viene definito SISTEMA DI INTERVENTI N. 4 - NORD OCCIDENTALE.
Il sistema e' stato inoltre suddiviso in due sotto sistemi: 4A, comprendente i bacini del Basso Coghinas, Temo, Cuga, Bidighinzu e Mannu di Ozieri, e 4B, comprendente i bacini del Alto Coghinas, Mannu di Pattada.
La domanda complessiva del sotto sistema 4A sarebbe pari a circa 166 Mmc/anno di cui circa 39 Mmc/anno per il comparto civile (D3-Lu Bagnu, D6-Truneu Reale, D7-Bidighinzu, D9-Temo, D12-Monte Agnese, D15-Badesi), circa 99 Mmc/anno per il comparto irriguo (D1-Bassa Valle Coghinas, D8-Nurra, D18-Nurra Coghinas), circa 27 mmc/anno per il comparto industriale (D4-Porto Torres, D5-Pedra Niedda, D14-Alghero).
Le risorse sono costituite dagli invasi di: Coghinas a Casteldoria (S2), Cuga a Nuraghe Attentu (S3), Temo a Monteleone Roccadoria (S4), Bidighinzu a M. Ozzastru (S5), Rio Bunnari Alto e Rio Bunnari Basso (S8); dalle traverse di Mannu a La Crucca (T1), Rio Mascari (T2), Mannu di Mores (T3), Rio Sette Ortas a Scala Manna (T4), Rio Badde de Jana (T5), Badu Crabolu e Cumone (T6). La capacita' di erogazione del sottosistema sistema sarebbe pari a circa 161 Mmc/anno.
Il sistema e' stato inoltre suddiviso in due sotto sistemi: 4A, comprendente i bacini del Basso Coghinas, Temo, Cuga, Bidighinzu e Mannu di Ozieri, e 4B, comprendente i bacini del Alto Coghinas, Mannu di Pattada.
La domanda complessiva del sotto sistema 4A sarebbe pari a circa 166 Mmc/anno di cui circa 39 Mmc/anno per il comparto civile (D3-Lu Bagnu, D6-Truncu Reale, D7-Bidighinzu, D9-Temo, D12-Monte Agnese, D15-Badesi), circa 99 Mmc/anno per il comparto irriguo (D1-Bassa Valle Coghinas, D8-Nurra, D18-Nurra Coghinas), circa 27 mmc/anno per il comparto industriale (D4-Porto Torres, D5-Pedra Niedda, D14-Alghero).
Le risorse sono costituite dagli invasi di: Coghinas a Casteldoria (S2), Cuga a Nuraghe Attentu (S3), Temo a Monteleone Roccadoria (S4), Bidighinzu a M. Ozzastru (S5), Rio Bunnari Alto e Rio Bunnari Basso (S8); dalle traverse di Mannu a La Crucca (T1), Rio Mascari (T2), Mannu di Mores (T3), Rio Sette Ortas a Scala Manna (T4), Rio Badde de Jana (T5), Badu Crabolu e Cumone (T6). La capacita' di erogazione del sottosistema sistema sarebbe pari a circa 161 Mmc/anno.
Il sotto sistema 4A avrebbe un deficit pari a circa 4 Mmc/anno.

-------------------------------------------------------
1 Condotta in c.a. sul rio Sette Ortas (Putifigari) -------------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato al recupero di risorsa del sistema attraverso il miglioramento di efficienza della linea di collegamento tra l'invaso sul Temo e l'invaso sul Cuga e la riduzione delle perdite lungo linea, a sostegno della domanda multisettoriale della Nurra. Prevede la realizzazione di una condotta interrata in sostituzione del tratto in alveo esistente lungo la linea di collegamento.

-------------------------------------------------------------------- 2 Collegamento tra condotta Coghinas e rete irrigua Campanedda
(Sassari) e riutilizzo reflui depurati dell'agglomerato di Porto
Torres --------------------------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato al recupero ed al miglioramento della capacita' di erogazione del sistema attraverso il ripristino della efficienza e l'aumento della capacita' di trasporto della linea di collegamento tra l'invaso di Casteldoria e la domanda irrigua, civile e industriale della Nurra.

----------------------------------------------------------------- 3 Depuratore di Sassari e adduzione acque reflue sino all'invaso
Cuga -----------------------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato ad aumentare la capacita' di erogazione del sistema attraverso il riuso dei reflui depurati della citta' di Sassari a beneficio della domanda irrigua della Nurra. Prevede la realizzazione del collegamento tra i due depuratori di Caniga (REF5) e di Ottava (REF9), e il sistema irriguo, o in condizioni si surplus, l'invaso del Cuga.

------------------------------ 4 Diga sul rio Badu Crabolu ------------------------------

L'intervento e' finalizzato a migliorare la capacita' di accumulo e di erogazione del sistema a sostegno della domanda multisettoriale della Nurra. Consiste nella realizzazione di un nuovo invaso (S46) ad integrazione dei volumi dell'invaso di Monteleone Roccadoria sul Temo. Prevede inoltre la realizzazione del collegamento tra l'invaso e le traverse di Abbaidorza (T31) e Temo a Costa Barasumene (T27) direttamente collegate con l'invaso sul Temo.

--------------------------------- P.A. 5 Recupero reflui Alghero ---------------------------------

L'intervento e' finalizzato ad aumentare la capacita' di erogazione del sistema attraverso il riuso dei reflui depurati della citta' di Alghero a beneficio della domanda irrigua della Nurra. Consiste nella realizzazione del collegamento tra il depuratore di Mariotti (REF1) e l'invaso del Cuga.

------------------------------------------------------------------ P.A. 6 Ripristino e adeguamento condotta di collegamento Coghinas
Sassari ------------------------------------------------------------------
L'intervento e' finalizzato a ripristinare e migliorare la capacita' di erogazione del sistema attraverso l'adeguamento delle linee di trasporto (Coghinas I e II) che trasferiscono i volumi del Coghinas a Casteldoria verso l'area del Sassarese a beneficio della domanda civile irrigua e industriale. Le due linee oggi esistenti funzionano al di sotto della capacita' di trasporto originaria limitando l'erogazione alla domanda a fronte di una disponibilita' di risorsa certa nel bacino del Coghinas. Nella successiva fase di studio dovra' essere verificata la opportunita' di limitare l'intervento ad un semplice ripristino funzionale delle due linee esistenti o se risultera' necessario prevedere una nuova linea di trasporto.

-------------------------------- P.A. 7 Derivazione Medio Temo --------------------------------

L'intervento e' finalizzato a migliorare la capacita' di erogazione del sistema a sostegno della domanda multisettoriale della Nurra attraverso l'integrazione dei volumi della diga sul Temo. Consiste nella realizzazione di due traverse sull'alto Temo a Costa Barasumene e sul rio Abbaidorza e del collegamento tramite sollevamento alla linea di adduzione alla diga sul Temo. La domanda complessiva del sotto sistema 4B sarebbe pari a circa 66 Mmc/anno di cui circa 9 Mmc/anno per il comparto civile (D11-Monte Lemo, D13 Sos Canales), circa 56 Mmc/anno per il comparto irriguo (D10-Chilivani, D17-Perfugas).
Le risorse sono costituite dagli invasi di: Coghinas a Muzzone (S1), Mannu di Pattada a Monte Lerno (S6), Alto Tirso a Sos Canales (S7). La capacita' di erogazione del sottosistema sarebbe pari a circa 35 Mmc/anno.
Il sotto sistema 4B avrebbe un deficit pari a circa 31 Mmc/anno.

-------------------------------------------------------- 10 Sollevamento dal serbatoio di Muzzone per integrare
l'irrigazione della piana di Chilivani --------------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato al soddisfacimento della domanda irrigua della piana di Chilivani.
Consiste nella realizzazione di un impianto di sollevamento dalla diga di Muzzone sul Coghinas e della adduzione dei volumi alla utenza irrigua.
La capacita' di erogazione complessiva del sistema 4 e' pari a circa 196 Mmc/anno con un deficit pari a circa 35 Mmc/anno.
Il sistema e' caratterizzato da elevati volumi di sfioro concentrati a valle del Coghinas. Il surplus del sistema potrebbe essere trasferito nei sistemi adiacenti Tirso e Gallura.
Le ipotesi di intervento sopra riportate saranno confrontate con le alternative progettuali individuate nella seconda fase di studio. Tra queste saranno analizzate anche lo Schema idrico Buttule e Calambru previste dalla D.G.R. citata e le possibili interconnessioni con il sistema Gallura e con il sistema Tirso previste dalla Legge Obiettivo.
Il quadro di domanda/offerta che oggi caratterizza il sistema e' riferito a valutazioni, soprattutto per quanto riguarda la parte irrigua, che presuppongono che la stessa domanda sia una variabile indipendente, e quindi gli interventi prospettati che tendenzialmente sono riferiti a eliminare lo squilibrio, potrebbero essere diversamente articolati per il conseguimento di livelli diversi di domanda nell'ottica della ricerca di un equilibrio ottimale fra consumo delle risorse e conservazione dell'ambiente.
Da queste considerazioni e dai vincoli fissati dai documenti di programmazione nazionali e comunitari discenderanno i criteri con i quali verranno definite le diverse alternative progettuali mirate ciascuna al conseguimento di un assetto ottimale della distribuzione delle risorse.
Queste alternative saranno comunque trattate nell'ambito degli studi di fattibilita' con i criteri descritti al capitolo 3.

6.5 SISTEMA DI INTERVENTI N. 5 - TIRSO

Nell'ambito dei precedenti atti di programmazione e in particolare nel citato documento di base quale proposta per la definizione dell'APQ approvato dalla Giunta regionale con Deliberazione n. 35/5 nella seduta del 17 agosto 2000 sono compresi i seguenti interventi:

==================================================================== COD. INTERVENTO APQ ==================================================================== 18 Interventi sulla diga del Govossai per ripristino massimo
invaso 19 Completamento diga di Olai e opere per sollevamenti reflussi 20 Interconnessione idraulica tra gli invasi Govossai e Olai 22 Intervento di risanamento da eseguire sul canale adduttore
nell'impianto irriguo della media valle del Tirso 23 Lavori di completamento alla diga Cantoniera sul Tirso 24 Adeguamento della traversa di Santa Vittoria sul Tirso alle
prescrizioni del Servizio Nazionale Dighe 25 Derivazione dal rio Mare Foghe (Riola) 26 Utilizzazione dei deflussi del Flumineddu e collegamento
Tirso Flumineddu con traversa a Bau e Linu 27 Riconversione della diga di Santa Vittoria sul rio Mogoro 28 Diga sul Flumineddu a S'Allusia 29 Schema Montiferru con diga sul rio Mannu di Cuglieri a San
Marco e traverse collegate --------------------------------------------------------------------

La Delibera di Giunta Regionale 36/48 del 23/10/2001 prevede nel settore delle infrastrutture idriche:

====================================================================
INTERVENTO D.G.R. 2001 ==================================================================== Diga Sa Contra Ruja --------------------------------------------------------------------

La Legge Obiettivo (Delibera CIPE n. 121/2001) prevede fra le infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale:

====================================================================
INTERVENTI LEGGE OBIETTIVO ==================================================================== Interconnessione tra i bacini idrici per il trasferimento di risorse idriche - Collegamento M. Lerno - Tirso Interconnessione tra i bacini idrici per il trasferimento di risorse idriche Collegamento Tirso Casa Fiume --------------------------------------------------------------------

In aggiunta agli interventi suddetti il Piano di Ambito segnala fra gli interventi ritenuti possibili al fine minimizzare i fattori di criticità del servizio potabile: ==================================================================== COD: INTERVENTO PIANO AMBITO ==================================================================== P.A. 8 Riassetto funzionale canale adduttore sinistra Tirso per
interconnessione bacini Tirso - Flumendosa P.A. 9 Collegamento Tirso - Flumendosa --------------------------------------------------------------------

Degli interventi sopra riportati i seguenti sono stati recentemente finanziati: ==================================================================== COD. INTERVENTO FINANZIATO ==================================================================== 18 Interventi sulla diga del Govossai per ripristino massimo
invaso 19 Completamento diga di Olai e opere per sollevamento deflussi 20 Interconnessione idraulica tra gli invasi Govossai e Olai P.A. 9 Collegamento Tirso - Flumendosa --------------------------------------------------------------------

Detti interventi in relazione alle correlazioni esistenti fra le singole proposte progettuali, i centri di domanda interessati e le infrastrutture gia' preesistenti devono essere considerati nell'ambito di un unico quadro di riferimento.
Questo quadro di riferimento ai fini delle valutazioni successive viene definito SISTEMA DI INTERVENTI N. 5 - TIRSO.
La domanda complessiva del sistema sarebbe pari a circa 218 Mmc/anno di cui circa 14 Mmc/anno per il comparto civile (D19-Janna e' Ferru, D22-Torrei, D23-Gusana, D24-ASI Ottana), circa 199 Mmc/anno per il comparto irriguo (D21-Media Valle Tirso, D25-Arborea, D26-Terralba 1o lotto, D27-Terralba 2o lotto, D28-Arborea Nord, D29-Fenosu, D30-Sartuccino Perdalada, D31-Bennaxi Est, D32-Riordino Zeddiani, D33-Sinis Nord Est, D34-Milis), circa 5 Mmc/anno per il comparto industriale (D20-ASI Ottana).
Le risorse sono costituite dagli invasi di: Rio Olai (S9), Taloro Govossai (S10), Taloro Gusana (S11), Taloro Cucchinadorza (S12), Taloro Benzone (S13), Torrei (S14), Tirso a Cantoniera (S15), Tirso a Nuraghe Pranu Antoni (S16), Tirso a Santa Vittoria (S17); dalle traverse di Pabillonis (T7), Rio Mogoro (T8). La capacita' di erogazione complessiva del sistema sarebbe pari a circa 213 Mmc/anno.
Il sistema complessivo avrebbe un deficit pari a circa 5 Mmc/anno.

---------------------------------------------------------------- 22 Intervento di risanamento da eseguire sul canale adduttore
nell'impianto irriguo della media valle del Tirso ----------------------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato al recupero di risorsa del sistema attraverso il ripristino funzionale del canale adduttore principale dal quale si dipartono i sistemi di distribuzione irrigua civile e industriale della media valle del Tirso.

---------------------------------------------------------- 23 Lavori di completamento alla diga Cantoniera sul Tirso ----------------------------------------------------------

L'intervento, finalizzato al miglioramento della capacita' di regolazione del sistema attraverso il raggiungimento del massimo livello di invaso, prevede l'adeguamento delle strumentazioni di misura.

--------------------------------------------------------------- 24 Adeguamento della traversa di Santa Vittoria sul Tirso alle
prescrizioni del Servizio Nazionale Dighe ---------------------------------------------------------------

L'intervento, finalizzato al miglioramento della capacita' di regolazione del sistema attraverso il raggiungimento del massimo livello di invaso, prevede lavori di adeguamento del sopraelevamento della massima quota di regolazione realizzato dall'ente gestore.

------------------------------------------- 25 Derivazione dal rio Mare Foghe (Riola) -------------------------------------------

L'intervento a causa dei ben noti problemi ambientali che hanno causato i fenomeni di moria della fauna ittica negli stagni costieri limitrofi alla sezione di sbarramento non e' stato preso in considerazione dal presente documento. Lo stesso verra' ripreso nella successiva fase di studio con una attenta verifica delle implicazioni di carattere ambientale legate alla sua realizzazione.

------------------------------------------------------------------ 26 Utilizzazione dei deflussi del Flumineddu e collegamento Tirso
Flumineddu con traversa a Bau e Linu ------------------------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato al recupero di risorsa del sistema attraverso l'integrazione dei volumi dell'invaso del Tirso a Cantoniera. Prevede la realizzazione di una traversa sul rio Flumineddu (T34) e la derivazione, verso nord, all'invaso di Cantoniera. La nuova risorsa potrebbe essere utilizzata per alimentare l'eventuale nuova estensione irrigua dell'alta Marmilla.

-------------------------------------------------------------- 27 Riconversione della diga di Santa Vittoria sul rio Mogoro --------------------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato ad aumentare la capacita' di regolazione del sistema e prevede la trasformazione dell'attuale sbarramento di laminazione a sbarramento di accumulo (S47). Prevede inoltre il collegamento tra lo sbarramento e l'utenza irrigua di valle.

------------------------------------- 28 Diga sul Flumineddu a S'Allusia -------------------------------------

L'intervento e' finalizzato ad aumentare la capacita' di regolazione del sistema e prevede la realizzazione di un invaso (S45) a monte della traversa di Bau e Linu ed il collegamento tra lo sbarramento e la traversa.

-------------------------------------------------------------------- 29 Schema Montiferru con diga sul rio Mannu di Cuglieri a San Marco
e traverse collegate --------------------------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato ad aumentare la quantita' di risorsa disponibile nel sistema con la realizzazione di uno sbarramento sul rio Mannu di Cuglieri (S43) e delle traverse di monte sui rii Tennero (T32) e Ferralzos (T33) a favore dei distretti irrigui dell'Oristanese. Prevede inoltre il collegamento tra le traverse, il collegamento tra queste e lo sbarramento, attraverso un rilascio in alveo, e tra lo sbarramento e i distretti irrigui.

-------------------------------------------------------------------- P.A. 8 Riassetto funzionale canale adduttore sinistra Tirso per
interconnessione bacini Tirso - Flumendosa --------------------------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato al ripristino funzionale e all'incremento della capacita' di trasporto del canale anche in dipendenza del trasferimento dei volumi verso il sistema del Sud Sardegna.
Le ipotesi di intervento sopra riportate saranno confrontate con le alternative progettuali individuate nella seconda fase di studio. Tra queste saranno analizzate anche la Diga Sa Contra Ruja prevista dalla D.G.R. citata e le possibili interconnessioni con il sistema Tirso previste dalla Legge Obiettivo.
Il quadro di domanda/offerta che oggi caratterizza il sistema e' riferito a valutazioni, soprattutto per quanto riguarda la parte irrigua, che presuppongono che la stessa domanda sia una variabile indipendente, e quindi gli interventi prospettati che tendenzialmente sono riferiti a eliminare lo squilibrio, potrebbero essere diversamente articolati per il conseguimento di livelli diversi di domanda nell'ottica della ricerca di un equilibrio ottimale fra consumo delle risorse e conservazione dell' ambiente.
Da queste considerazioni e dai vincoli fissati dai documenti di programmazione nazionali e comunitari discenderanno i criteri con i quali verranno definite le diverse alternative progettuali mirate ciascuna al conseguimento di un assetto ottimale della distribuzione delle risorse.
Queste alternative saranno comunque trattate nell'ambito degli studi di fattibilita' con i criteri descritti al capitolo 3.

6.6 SISTEMA DI INTERVENTI N. 6 - SUD SARDEGNA

Nell'ambito dei precedenti atti di programmazione e in particolare nel citato documento di base quale proposta per la definizione dell'APQ approvato dalla Giunta regionale con Deliberazione n. 35/5 nella seduta del 17 agosto 2000 sono compresi i seguenti interventi:

==================================================================== COD. INTERVENTO APQ ==================================================================== 17 Diga sul rio Foddeddu, Traversa sul rio Pramaera e collegamento 30 Integrazione finanziamento progetto derivazione risorsa del
basso Flumendosa 31 Integrazione finanziamento diga di Monti Nieddu 32 Completamento opere per recupero reflui civili nella zona
Serramanna - Monastir 33 Dissalatore per usi potabili e collegamenti con le reti idriche 34 Ripristino canale principale adduttore 35 Telecontrollo integrato 38 Interconnessione basso Cixerri - Monti Nieddu 39 Diga sul basso Flumendosa e variante stradale 40 Traversa sul rio Quirra e collegamento sul basso Flumendosa 41 Completamento lavori diga sul rio Leni 3° lotto --------------------------------------------------------------------

In aggiunta agli interventi suddetti il Piano di Ambito segnala fra gli interventi ritenuti possibili al fine minimizzare i fattori di criticità del servizio potabile:

==================================================================== COD. INTERVENTO PIANO AMBITO ==================================================================== P.A. 9 Collegamento Tirso Flumendosa P.A. 10 Recupero reflui industriali e civili CASIC --------------------------------------------------------------------

Degli interventi sopra riportati i seguenti sono stati recentemente finanziati:

==================================================================== COD. INTERVENTO FINANZIATO ==================================================================== 30 Integrazione finanziamento progetto derivazione risorsa del
basso Flumendosa P.A. 9 Collegamento Tirso Flumendosa --------------------------------------------------------------------

Detti interventi in relazione alle correlazioni esistenti fra le singole proposte progettuali, i centri di domanda interessati e le infrastrutture gia' preesistenti devono essere considerati nell'ambito di un unico quadro di riferimento.
Questo quadro di riferimento ai fini delle valutazioni successive viene definito SISTEMA DI INTERVENTI N. 6 - SUD SARDEGNA.
Esso costituisce un unico sistema interconnesso nel quale gravitano i centri di domanda civile irrigua e industriale localizzati nei bacini Orientale, Flumendosa-Campidano, Leni e alto Sulcis. La ragione dell'accorpamento e' insita nella stretta dipendenza dei centri di domanda dalla principale risorsa costituita dal reticolo idrografico del Flumendosa.
La domanda complessiva sarebbe pari a circa 424 Mmc/anno di cui circa 125 Mmc/anno per il comparto civile (D35-San Michele Settimo 2, D41-Orroli, D44-S. Miali, D45-Is Barrocus, D48-Donori, D51-San Michele Settimo 1, D54-Bau Pressiu, D57-Gerrei, D58-Sarroch, D69-Villacidro, D72-Villagrande Mattu Zinnigas), circa 277 Mmc/anno per il comparto irriguo (D39-Isili, D42-Trexenta, D43-Serrenti, D46-S. Gavino 1, D47-Serramanna, D49-Leni, D50-Elmas San Sperate, D52-Quartu S.E., D53-Uta, D59-S. Gavino 2, D60-Elmas, D71-Alto Leni, D75-Tortoli, D76-Cea Tennori), circa 22 Mmc/anno per il comparto industriale (D40-Sarcidano, D55-Casie Macchiareddu, D56-Casic Sarroch, D70-ZIR Villacidro, D73-Arbatax).
Le risorse sono costituite dagli invasi di: Flumendosa a Bau Muggeris (S18), Flumineddu a Capanna Silicheri (S19), Flumendosa a Nuraghe Arrubiu (S20), Mulargia a Monte Su Rei (S21), Sa Forada de S'Acqua (S22), Fluminimannu a Is Barrocus (S23), Simbirizzi (S24), Fluminimannu a Bau Pressiu (S26), Corongiu (S27), Leni a Monte Arbus (S32), Sa Teula a Santa Lucia (S34); dalle traverse di Bau e' Mela (T9), Bau e' Mandara (T10), Flumendosa a Villanovatulo (T11), Fluminimannu a Casa Fiume (T12), Mannu a Monastir (T13), Rio Fanaris (T14), Rio di Santa Lucia (T15), Monti Nieddu (T16), S'Isca Rena (T17), Cannisoni (T22). La capacita' di erogazione complessiva del sistema sarebbe pari a circa 323 Mmc/anno.
Il sistema complessivo avrebbe un deficit pari a circa 101 Mmc/anno.

------------------------------------------------------------------- 17 Diga sul rio Foddeddu, Traversa sul rio Pramaera e collegamento -------------------------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato al recupero di risorsa e all'aumento della capacita' di regolazione del sistema a beneficio dei centri di domanda irrigua, civile e industriale del bacino orientale e a liberare risorsa nell'alto sistema del Flumendosa a favore dei sistemi vallivi maggiormente deficitari. Prevede la realizzazione della diga (S44) e della traversa (T35) e i collegamenti con l'invaso esistente di S. Lucia da un lato e con i centri di domanda dall'altro.

--------------------------------------------------- 31 Integrazione finanziamento diga di Monti Nieddu ---------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato al recupero di risorsa e all'aumento della capacita' di regolazione del sistema attraverso il completamento dei lavori necessari al pieno utilizzo del sistema idrico che fa capo alla diga di Monti Nieddu, a beneficio dei centri di domanda irrigua, civile e industriale a valle dello sbarramento. A valle dello sbarramento e' in previsione la realizzazione di un nuovo distretto irriguo (D36). L'intervento prevede la realizzazione degli interventi necessari al completamento dello sbarramento.

-------------------------------------------------------------- 32 Completamento opere per recupero reflui civili nella zona
Serramanna - Monastir --------------------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato al recupero dei reflui depurati degli impianti consortili di Serramanna (REF26) e Monastir (REF26) a favore dei vicini distretti irrigui del Campidano. Prevede l'uso diretto dei volumi attraverso la realizzazione della linea di collegamento tra gli impianti e i distretti irrigui adiacenti.

------------------------------------------------------------------- 33 Dissalatore per usi potabili e collegamenti con le reti idriche -------------------------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato al recupero di nuova risorsa per il sistema attraverso la realizzazione di un impianto di dissalazione per usi civili nell'area del Cagliaritano (DIS1). Prevede inoltre la realizzazione della linea di collegamento tra il dissalatore e la domanda civile. Poiche' l'impianto di dissalazione e' caratterizzato dai piu' elevati costi marginali fra le diverse alternative possibili, esso non puo' essere considerato, in via prioritaria, funzionale al raggiungimento dell'equilibrio del bilancio idrico multisettoriale. La sua realizzazione puo' essere d'altra parte valutata dal soggetto responsabile dell'approvvigionamento della utenze civili (Autorita' d'Ambito) al fine di incrementare l'affidabilita' e ridurre la vulnerabilita' del servizio idrico civile. In relazione a tale finalita' i costi complessivi (investimento ed esercizio) saranno a carico del sistema tariffario idropotabile in regime di project financing secondo la normativa vigente.

------------------------------------------ 34 Ripristino canale principale adduttore ------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato al ripristino funzionale del canale adduttore principale, ed eventualmente dei principali ripartitori, dal quale si dipartono i sistemi di distribuzione irrigua civile e industriale dell'intero Campidano.

----------------------------- 35 Telecontrollo integrato -----------------------------

L'intervento e' finalizzato al miglioramento del sistema di adduzione principale dell'EAF attraverso la realizzazione di un sistema di telecontrollo dei flussi idrici.

--------------------------------------------------- 38 Interconnessione basso Cixerri - Monti Nieddu ---------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato al miglioramento di efficienza del sistema complessivo attraverso il recupero dei volumi sfioranti dell'invaso di Genna Is Abis e il trasferimento verso lo schema di utilizzazione di Monti Nieddu. Prevede il ripristino funzionale del sistema di collegamento esistente tra l'invaso sul basso Cixerri e la domanda direttamente collegata all' invaso di Monti Nieddu.

-------------------------------------------------------- 39 Diga sul basso Flumendosa e variante stradale --------------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato ad aumentare la capacita' di erogazione del sistema a beneficio dei centri di domanda civile e in previsione della futura domanda irrigua (D37 - Muravera) del bacino del basso Flumendosa. La realizzazione del nuovo sbarramento di Monte Perdosu (S38), inserendosi sull'esistente sistema di collegamento tra la traversa di Isca Rena e la diga del medio Flumendosa, permette inoltre di deviare parte dei volumi invasati verso il Campidano. L'intervento prevede inoltre la realizzazione della linea di collegamento con il sistema di utenza a valle dello sbarramento.

---------------------------------------------------------------- 40 Traversa sul rio Quirra e collegamento sul basso Flumendosa ----------------------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato al recupero di risorsa per il sistema attraverso la realizzazione della traversa sul rio Quirra (T36) ad integrazione dei volumi invasati all'invaso di Monte Perdosu. Prevede inoltre il collegamento con la linea di adduzione all'utenza a valle dello sbarramento, con la possibilita' di funzionamento a ritroso per l'integrazione dei volumi invasati a Monte Perdosu.

----------------------------------------------------- 41 Completamento lavori diga sul rio Leni 3° lotto -----------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato al ripristino della capacita' di regolazione del sistema attraverso il raggiungimento del massimo invaso dello sbarramento sul rio Leni.

------------------------------------------------------ P.A. 10 Recupero reflui industriali e civili CASIC ------------------------------------------------------

L'intervento prevede il recupero dei reflui del depuratore consortile in localita' Sa Marra (REF25) a favore della vicina domanda irrigua del basso Campidano. Prevede il riutilizzo diretto dei reflui civili.
Le ipotesi di intervento sopra riportate saranno confrontate con le alternative progettuali individuate nella seconda fase di studio. Tra queste saranno analizzate anche la Diga Sa Contra Ruja prevista dalla D.G.R. citata e le possibili interconnessioni con il sistema Tirso previste dalla Legge Obiettivo.
Il quadro di domanda/offerta che oggi caratterizza il sistema e' riferito a valutazioni, soprattutto per quanto riguarda la parte irrigua, che presuppongono che la stessa domanda sia una variabile indipendente, e quindi gli interventi prospettati che tendenzialmente sono riferiti a eliminare lo squilibrio, potrebbero essere diversamente articolati per il conseguimento di livelli diversi di domanda nell'ottica della ricerca di un equilibrio ottimale fra consumo delle risorse e conservazione dell'ambiente.
Da queste considerazioni e dai vincoli fissati dai documenti di programmazione nazionali e comunitari discenderanno i criteri con i quali verranno definite le diverse alternative progettuali mirate ciascuna al conseguimento di un assetto ottimale della distribuzione delle risorse.
Queste alternative saranno comunque trattate nell'ambito degli studi di fattibilita' con i criteri descritti al capitolo 3.

6.7 SISTEMA DI INTERVENTI N. 7 - SULCIS

Nell'ambito dei precedenti atti di programmazione e in particolare nel citato documento di base quale proposta per la definizione dell'APQ approvato dalla Giunta regionale con Deliberazione n. 35/5 nella seduta del 17 agosto 2000 sono compresi i seguenti interventi:

==================================================================== COD. INTERVENTO APQ ==================================================================== 44 Completamento impianto recupero reflui San Giovanni Suergiu 45 Dissalatore per usi industriali --------------------------------------------------------------------

Detti interventi in relazione alle correlazioni esistenti fra le singole proposte progettuali, i centri di domanda interessati e le infrastrutture gia' preesistenti devono essere considerati nell'ambito di un unico quadro di riferimento.
Questo quadro di riferimento ai fini delle valutazioni successive viene definito SISTEMA DI INTERVENTI N. 7 - SULCIS.
La domanda complessiva sarebbe pari a circa 27 Mmc/anno di cui circa 22 Mmc/anno per il comparto irrigua, circa 5 Mmc/anno per il compatto industriale.
Le risorse sono costituite dall' invaso di: Palmas a Monti Pranu (S28); dalla traversa di Flumentepido (T18). La capacita' di erogazione complessiva del sistema sarebbe pari a circa 12 Mmc/anno.
Il sistema complessivo avrebbe un deficit pari a circa 15 Mmc/anno

-------------------------------------------------------------- 44 Completamento impianto recupero reflui San Giovanni Suergiu --------------------------------------------------------------

L'intervento e' finalizzato al recupero dei reflui depurati dell'impianto consortile di S. Giovanni Suergiu (REF4) a favore dei distretti irrigui direttamente collegati all'invaso di Monti Pranu. Prevede sia la possibilita' di uso diretto e sia la possibilita' di invasare i volumi eccedenti nell'invaso suddetto attraverso la realizzazione di una doppia linea di collegamento tra il depuratore e il distretto irriguo e tra il depuratore e l'invaso.

------------------------------------- 45 Dissalatore per usi industriali -------------------------------------

L'intervento e' finalizzato al ripianamento dell'elevato deficit del sistema attraverso la realizzazione di impianto di dissalazione (DIS2) per usi industriali e civili. Prevede inoltre la realizzazione delle linee di collegamento tra il dissalatore e le domande industriale e civile. Anche in questo caso valgono le stesse considerazioni gia' esposte per il dissalatore previsto nel sistema 6 (DIS1).
Le ipotesi di intervento sopra riportate saranno confrontate con le alternative progettuali individuate nella seconda fase di studio. Tra queste saranno analizzate anche la Diga Sa Contra Ruja prevista dalla D.G.R. citata e le possibili interconnessioni con il sistema Tirso previste dalla Legge Obiettivo.
Il quadro di domanda/offerta che oggi caratterizza il sistema e' riferito a valutazioni, soprattutto per quanto riguarda la parte irrigua, che presuppongono che la stessa domanda sia una variabile indipendente, e quindi gli interventi prospettati che tendenzialmente sono riferiti a eliminare lo squilibrio, potrebbero essere diversamente articolati per il conseguimento di livelli diversi di domanda nell'ottica della ricerca di un equilibrio ottimale fra consumo delle risorse e conservazione dell'ambiente.
Da queste considerazioni e dai vincoli fissati dai documenti di programmazione nazionali e comunitari discenderanno i criteri con i quali verranno definite le diverse alternative progettuali mirate ciascuna al conseguimento di un assetto ottimale della distribuzione delle risorse.
Queste alternative saranno comunque trattate nell'ambito degli studi di fattibilita' con i criteri descritti al capitolo 3.
 
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