Gazzetta n. 240 del 15 ottobre 2001 (vai al sommario)
MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
DECRETO 6 agosto 2001
Inclusione dell'area del colle della Montarana ricadente nel comune di Tarquinia in provincia di Viterbo, fra le zone di interesse archeologico, di cui all'art. 146, lettera m), del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490.

IL MINISTRO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
Visto il titolo II del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, recante "Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, a norma dell'art. 1 della legge 8 ottobre 1997, n. 352", pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 302 del 27 dicembre 1999, ed in particolare l'art. 144;
Visto l'art. 146, comma 1, lettera m), del titolo II del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490;
Vista la decisione n. 951 resa in data 13 novembre 1990 dalla VI sezione del Consiglio di Stato;
Considerato che la soprintendenza archeologica per l'Etruria meridionale, con nota n. 7117 del 23 giugno 2000 richiedeva al sindaco del comune di Tarquinia di acquisire dati in relazione all'avvenuto sbancamento in proprieta' Piersanti nella localita' Montarana rammentando nel contempo che nell'area interessata dagli interventi era stata avviata la procedura per l'apposizione del vincolo sia archeologico che paesaggistico;
Considerato che con nota prot. n. 9801 del 13 settembre 2000, la soprintendenza archeologica per l'Etruria meridionale segnalava all'ufficio centrale per i beni ambientali e paesaggistici che erano in corso lavori di sbancamento a scopo edificatorio nel comune di Tarquinia in localita' Montarana, per la realizzazione di un fabbricato ad uso abitativo sul terreno censito in catasto ai foglio n. 51, particelle n. 81 - 84 e di proprieta' dei signori Piersanti Franco e Felicioni Altavilla, e di una costruzione di una casa colonica da erigersi sul terreno censito al foglio n. 51, particelle 81 e 83 di Serra Salvatore poi volturata al sig. Batocchi Ruggero;
Considerato che con decreto ministeriale del 20 settembre 2000, ai sensi dell'art. 153 del decreto legislativo n. 490 del 1999, sono stati inibiti i lavori per la realizzazione da parte dei signori Piersanti Franco e Felicioni Altavilla di un fabbricato ad uso abitazione sul terreno censito in catasto al foglio n. 51, particelle n. 82 - 84 e di una costruzione di una casa colonica da erigersi sul terreno censito in catasto al foglio n. 51, particelle 81 e 83 di Serra Salvatore, poi volturata al sig. Batocchi Ruggero situate in localita' Montarana nel comune di Tarquinia, rilevando che tali opere, se effettuate, avrebbero compromesso l'integrita' dell'area in argomento;
Considerato che con note numeri 5524 e 7105 rispettivamente del 19 maggio e 23 giugno 2000 e da ultimo con telefax datato 13 luglio 2000, protocollo n. 7995, la soprintendenza archeologica per l'Etruria meridionale ha segnalato che erano in corso lavori di sbancamento a scopo edificatorio nel comune di Tarquinia, localita' Montarana, foglio cat. n. 51, part. 77 (ex 9 parte), per la realizzazione di abitazioni civili da parte del sig. Antonio Ghisu;
Considerato che la soprintendenza archeologica per l'Etruria meridionale con nota n. 7106 del 23 giugno 2000 ha informato il sig. Antonio Ghisu che la localita' oggetto del previsto intervento era stata inserita nella proposta di vincolo ai sensi dell'art. 146, lettera m) del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, il cui iter procedurale era in corso di definizione;
Considerato che con decreto ministeriale del 20 luglio 2000, ai sensi dell'art. 153 del decreto legislativo n. 490 del 1999, sono stati inibiti i lavori per la realizzazione da parte del sig. Antonio Ghisu di due edifici in localita' Montarana nel comune di Tarquinia, rilevando che tali opere, se effettuate, avrebbero compromesso l'integrita' dell'area in argomento;
Considerato che la soprintendenza archeologica per l'Etruria meridionale con nota n. 11109 del 16 ottobre 2000 ha inviato al comune di Tarquinia, all'ufficio centrale per i beni ambientali e paesaggistici, nonche' alla regione Lazio la proposta di inclusione fra le zone di interesse archeologico di cui all'art. 146, lettera m), del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, dell'area del colle della Montarana, posto sulla destra del fiume Marta a circa 1 km dalla sede della moderna citta' di Tarquinia, ricadente nel comune di Tarquinia in provincia di Viterbo, e cosi' delimitata: ad ovest da un tratto della carrareccia, localmente conosciuta come strada degli Orti di S. Martino, che ha origine al km 93,600 della S.P. tronco ex Aurelia, tratto compreso tra il km 0,650 e il km 1,600 misurato dal bivio sull'ex Aurelia: a sud dalla carrareccia che conduce alla proprieta' S. Benedetti fino al bivio con la strada del Patrimonio, indi proseguendo su questa direzione sud-est fino alla S.P. Tarquinia-Tuscania e ancora dalla strada provinciale fino all'incrocio col fosso Polledrara: a est dal fosso Polledrara fino al confine di proprieta' indicato da un muro a secco, siepe e staccionata che si ricollega alla carrareccia che, costeggiando l'altura conduce alla vecchia cava di gesso; a nord dalla vecchia cava di gesso indicata in cartografia con la simbologia della frana;
Considerato che con la citata nota n. 11109 del 16 ottobre 2000 la soprintendenza archeologica per l'Etruria meridionale inviava al comune di Tarquinia la proposta di vincolo per l'area predetta, corredata dalla relativa planimetria per l'affissione all'albo pretorio comunale, ai sensi dell'art. 144, comma 2, del citato decreto legislativo n. 490 del 1999 e al fine di ottemperare a quanto previsto in materia di partecipazione al procedimento amministrativo ai sensi degli articoli 7 e 9 della legge n. 241/1990;
Considerato che con successiva nota n. 11220 del 18 ottobre 2000 la predetta soprintendenza ha trasmesso all'ufficio centrale per i beni ambientali e paesaggistici la documentazione tecnico-scientifica relativa alla proposta di vincolo dell'area in questione;
Considerato che con nota n. 12917 del 29 novembre 2000 la soprintendenza archeologica per l'Etruria meridionale comunicava all'ufficio centrale per i beni ambientali e paesaggistici di aver provveduto a pubblicare in data 27 novembre 2000, sui quotidiani Il Messaggero e Il Corriere di Viterbo, la notizia dell'avvenuta affissione della proposta di vincolo, secondo le disposizioni dell'art. 140, comma 6, del citato decreto legislativo n. 490 del 1999;
Considerato che la predetta soprintendenza nella relazione acclusa alla nota sopracitata ha evidenziato come l'area sopra delimitata costituisca un comprensorio di rilevantissimo interesse archeologico, oltre che paesaggistico e ambientale, determinato dalla presenza sull'altura di consistenti resti di un abitato dell'eta' del bronzo, frequentato, senza soluzione di continuita', dal XXIII al XII secolo a.C., esempio canonico di insediamento di epoca protostorica della significativa categoria di abitati preurbani su altura, che privilegia l'occupazione di alture naturalmente delimitate, ben difendibili anche attraverso la costruzione di opere che ne accentuano l'isolamento, unita' orografiche con sommita' pianeggiante, poste preferenzialmente alla confluenza di corsi d'acqua, in posizione strategica ai fini del controllo del territorio circostante;
Considerato che, alcuni secoli dopo l'abbandono, l'altura ospito' verosimilmente una struttura rurale di epoca etrusca e successivamente ebbe una frequentazione sporadica anche in epoca rinascimentale;
Considerata la particolare correlazione tra l'abitato e la sua ubicazione, dovuta a scelte di natura politico-militari e l'importanza di tale sito per una lettura complessiva del popolamento protostorico della valle del Marta, e per la comprensione dei meccanismi che portarono alla nascita della citta' etrusca di Tarquinia e, piu' in generale, alla formazione dei centri urbani in Italia;
Considerato che la localizzazione dell'abitato della Montarana in una posizione naturalmente forte, dovuta a motivazioni di tipo militare sia tattiche che strategiche, ossia di controllo di un'ampia porzione del territorio circostante, fanno si' che esso, scelto in un momento assai precoce dell'eta' del bronzo, sopravviva ai processi di selezione dell'insediamento, documentati soprattutto nel corso della tarda eta' del bronzo;
Considerato che solo la parte sommitale del colle della Montarana, all'interno del quale ricade la maggior concentrazione di resti archeologici e' gia' stata sottoposta a specifico vincolo archeologico con decreto ministeriale 15 luglio 1997 in base alla legge n. 1089 del 1 giugno 1939;
Considerato che brevi campagne di scavo effettuate nell'anno 2000 hanno evidenziato, sulle prime pendici meridionali dell'altura, oltre a materiali e strati archeologici di scivolamento dall'alto, la presenza di installazioni in situ, quali un'area di focolare ed un muro a secco, questo attribuibile ad una struttura presumibilmente abitativa, tutte presenze ben databili al bronzo finale grazie alla presenza di materiale ceramico diagnostico;
Considerato che la comprensione dell'assetto originario del complesso insediativo, legato alla sua particolare natura di abitato su altura naturalmente munita, ben visibile in tutta la sua imponenza dalla via Aurelia, dalla ferrovia e dal mare, non puo' che essere affidata alla conservazione delle caratteristiche ambientali che ne sono il presupposto attraverso la tutela del colle nella sua interezza, zona dunque comprendente anche i fianchi scoscesi del colle, indissolubilmente collegati alla scelta dell'altura quale sede dell'antico insediamento, oggi in larga misura interessati da macchia mediterranea;
Considerato che il venir meno dell'assetto originario del luogo comporterebbe la perdita della possibilita' di apprezzare la posizione tattico-strategica del complesso e di conseguenza il significato storico originario di un paesaggio del quale il colle della Montarana costituisce ancor oggi l'elemento predominante;
Rilevato che la tutela dei valori archeologici operata dall'art. 146, comma 1, lettera m), del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, e' distinguibile da quella operata dall'art. 6 del medesimo decreto legislativo, poiche' ha per oggetto non gia' direttamente o indirettamente, i beni riconosciuti di interesse archeologico, ma piuttosto il pregevole territorio che ne costituisce il contesto di giacenza;
Considerato che da quanto sopra esposto il territorio delimitato nella perimetrazione gia' descritta e' da classificare tra le zone di interesse archeologico indicate all'art. 146, comma 1, lettera m), del decreto legislativo n. 490 del 1999, per i valori archeologico-paesistici e per l'attitudine che il suo profilo presenta alla conservazione del contesto di giacenza del patrimonio archeologico di rilievo nazionale, quale territorio delle presenze di interesse archeologico, qualita' che e' assunta a valore storico culturale meritevole di protezione;
Considerato che con circolare ministeriale n. 8373 del 26 aprile 1994 si e' rilevata la necessita' di individuare le zone definite di interesse archeologico dalla legge n. 431/1985, come modificata dal decreto legislativo n. 490 del 1999, con provvedimenti ricognitivi che ne perimetrino con esattezza i confini e specifichino la interrelazione fra i beni archeologici presenti e l'area che ne costituisce il contesto di giacenza;
Considerato che con nota n. 1124 del 29 gennaio 2001 la soprintendenza predetta trasmetteva all'ufficio centrale diverse osservazioni-opposizioni alla proposta di vincolo in questione a sensi dell'art. 144, comma 3, del citato decreto legislativo n. 490 del 1999, precisando che le stesse erano pervenute oltre i limiti temporali stabiliti dall'art. 144, comma 3;
Considerato che in data 25 gennaio 2001 sono pervenute a questo ufficio centrale le osservazioni avverso la proposta per l'apposizione del vincolo in questione da parte del sig. Batocchi Ruggero;
Considerato che con nota n. 904 del 3 marzo 2001 la soprintendenza archeologica per l'Etruria meridionale comunicava che la citata proposta di vincolo e' stata affissa all'albo pretorio del comune di Tarquinia a partire dal giorno 20 ottobre 2000, ai sensi del decreto legislativo n. 490 del 29 ottobre 1999, art. 144, comma 2;
Rilevato che alla luce di tale comunicazione anche le osservazioni prodotte dal sig. Batocchi Ruggero risultano pervenute oltre il termine stabilito dall'art. 144, comma 3, del citato decreto legislativo n. 490 del 1999;
Accertato che il sig. Batocchi Ruggero era comunque gia' a conoscenza della nota della soprintendenza del 16 ottobre 2000, prot. 11109, contenente la proposta di vincolo, come si evince dal ricorso presentato avverso la stessa proposta;
Considerato che il vincolo comporta in particolare l'obbligo da parte del proprietario, possessore o detentore a qualsiasi titolo dell'immobile ricadente nella localita' vincolata di presentare alla regione o all'ente dalla stessa subdelegato la richiesta di autorizzazione ai sensi dell'art. 151 del citato decreto legislativo n. 490 del 1999 per qualsiasi intervento che modifichi lo stato dei luoghi, e che questo Ministero puo' in ogni caso annullare tale autorizzazione entro i sessanta giorni successivi alla ricezione di detto provvedimento, corredata della documentazione idonea a consentire la dovuta valutazione ministeriale;
Visto il parere favorevole espresso dal comitato di settore per i beni ambientali e architettonici del Consiglio nazionale per i beni culturali e ambientali nella seduta del 7 dicembre 2000 nel quale, ritenuto necessario acquisire sulla proposta di vincolo effettuata dalla soprintendenza archeologica per l'Etruria meridionale anche il parere del comitato di settore per i beni archeologici, si specifica che "devono essere conservate le caratteristiche ambientali del colle nella sua interezza, e l'assetto originario del complesso insediativo: l'area in questione risulta infatti un esempio irripetibile di eccezionale interesse paesistico-ambientale-archeologico, dove la profonda fusione fra natura, architettura e territorio va preservata e tutelata rispettandone anche le prospettive e le vedute";
Visto il parere favorevole espresso dal comitato di settore per i beni archeologici del Consiglio nazionale per i beni culturali e ambientali nella seduta n. 59 del 26 gennaio 2001 in ordine alla predetta proposta, parere qui di seguito riportato "Il comitato, esaminati gli atti, esprime parere pienamente favorevole sulla proposta di vincolo ai sensi dell'art. 146 del decreto legislativo n. 490/1999, comma 1, lettera m), per il sito in oggetto, condividendo le valutazioni gia' espresse dal comitato di settore per i beni ambientali e architettonici nella seduta del 7 dicembre 2000";
Decreta:
L'area del colle della Montarana ricadente nel comune di Tarquinia in provincia di Viterbo, nei limiti sopradescritti e indicati nell'allegata planimetria, che costituisce parte integrante del presente decreto, e' compresa tra le zone di interesse archeologico indicate dall'art. 146, comma 1, lettera m), del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, ed e' quindi sottoposta ai vincoli e alle prescrizioni contenute nel medesimo decreto legislativo.
La soprintendenza archeologica per l'Etruria meridionale provvedera' a che copia della Gazzetta Ufficiale contenente il presente decreto venga affissa ai sensi dell'art. 142 del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, e dell'art. 12 del regolamento 3 giugno 1940, n. 1357, all'albo del comune di Tarquinia e che altra copia della Gazzetta Ufficiale stessa, con relativa planimetria da allegare venga depositata presso i competenti uffici del comune suddetto.
Avverso il presente atto e' ammessa proposizione di ricorso giurisdizionale avanti al tribunale amministrativo regionale del Lazio, secondo le modalita' di cui alla legge 6 dicembre 1971, n. 1034, cosi' come modificata dalla legge 21 luglio 2000, n. 205, ovvero e' ammesso ricorso straordinario al Capo dello Stato, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 24 novembre 1971, n. 1199, rispettivamente entro sessanta e centoventi giorni dalla data di avvenuta notificazione del presente atto.
Roma, 6 agosto 2001
Il Ministro: Urbani Registrato alla Corte dei conti il 18 settembre 2001 Ufficio di controllo preventivo sui Ministeri dei servizi alla persona e dei beni culturali, registro n. 6 Beni e attivita' culturali, foglio n. 185
 
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