Gazzetta n. 14 del 18 gennaio 2001 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 21 novembre 2000, n. 415
Regolamento di organizzazione dell'Istituto nazionale di documentazione per l'innovazione e la ricerca educativa, a norma degli articoli 2 e 3 del decreto legislativo 20 luglio 1999, n. 258.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visto l'articolo 87 della Costituzione;
Visto l'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400;
Visto l'articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275;
Visto il decreto legislativo 20 luglio 1999, n. 258;
Sentite, in data 27 luglio 2000, le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative;
Visto il parere del Consiglio nazionale della pubblica istruzione, reso in data 4 ottobre 2000;
Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunone del 6 ottobre 2000;
Udito, il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla Sezione consultiva per gli atti normativi nell'adunanza del 23 ottobre 2000;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 3 novembre 2000;
Sulla proposta del Ministro della pubblica istruzione, di concerto con il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica e con il Ministro per la funzione pubblica;
E m a n a
il seguente regolamento:
Art. 1.
Organi dell'Istituto
1. L'Istituto nazionale di documentazione per l'innovazione e la ricerca educativa, ente di diritto pubblico sottoposto alla vigilanza del Ministero della pubblica istruzione, con sede in Firenze, di seguito denominato "Istituto", istituito con decreto legislativo 20 luglio 1999, n. 258, di seguito denominato "decreto legislativo", che ne individua le finalita', e' dotato dei seguenti organi di amministrazione e scientifici:
a) presidente;
b) consiglio di amministrazione;
c) comitato tecnico-scientifico;
d) collegio dei revisori.



Avvertenza
Il testo delle note qui pubblicato e' stato redatto
dall'amministrazione competente per materia, ai sensi
dell'art. 10, comma 3, del testo unico delle disposizioni
sulla promulgazione delle leggi, sull'emanazione dei
decreti del Presidente della Repubblica e sulle
pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana,
approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo
fine di facilitare la lettura delle disposizioni di legge
alle quali e' operato il rinvio. Restano invariati il
valore e l'efficacia degli atti legislativi qui trascritti.
Note al preambolo:
- Si riporta il testo dell'art. 87 della Costituzione:
"Art. 87. - Il Presidente della Repubblica e' il Capo
dello Stato e rappresenta l'unita' nazionale.
Puo' inviare messaggi alle Camere.
Indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la
prima riunione.
Autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di
legge di iniziativa del Governo.
Promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di
legge e i regolamenti.
Indice il referendum popolare nei casi previsti dalla
Costituzione.
Nomina, nei casi indicati dalla legge, i funzionari
dello Stato.
Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici,
ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra,
l autorizzazione delle Camere.
Ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio
supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo
stato di guerra deliberato dalle Camere.
Presiede il Consiglio superiore della magistratura.
Puo' concedere grazia e commutare le pene.
Conferisce le onoreficenze della Repubblica.".
- Si riporta il testo dell'art. 17, comma 1, della
legge 23 agosto 1988, n. 400 (Disciplina dell'attivita' di
Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei
Ministri):
"Art. 17 (Regolamenti). - 1. Con decreto del Presidente
della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei
Ministri, sentito il parere del Consiglio di Stato che deve
pronunziarsi entro novanta giorni dalla richiesta, possono
essere emanati regolamenti per disciplinare:
a) l'esecuzione delle leggi e dei decreti
legislativi, nonche' dei regolamenti comunitari;
b) l'attuazione e l'integrazione delle leggi e dei
decreti legislativi recanti norme di principio, esclusi
quelli relativi a materie riservate alla competenza
regionale;
c) le materie in cui manchi la disciplina da parte di
leggi o di atti aventi forza di legge, sempre che non si
tratti di materie comunque riservate alla legge;
d) l'organizzazione ed il funzionamento delle
amministrazione pubbliche secondo le disposizioni dettate
dalla legge;
e) (soppressa)".
- Si riporta il testo dell'art. 21 della legge 15 marzo
1997, n. 59 (Delega del Governo per il conferimento di
funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la
riforma della pubblica amministrazione e per la
semplificazione amministrativa):
"Art. 21. - 1. L'autonomia delle istituzioni
scolastiche e degli istituti educativi si inserisce nel
processo di realizzazione della autonomia e della
riorganizzazione dell'intero sistema formativo. Ai fini
della realizzazione della autonomia delle istituzioni
scolastiche le funzioni dell'amministrazione centrale e
periferica della pubblica istruzione in materia di gestione
del servizio di istruzione, fermi restando i livelli
unitari e nazionali di fruizione del diritto allo studio
nonche' gli elementi comuni all'intero sistema scolastico
pubblico in materia di gestione e programmazione definiti
dallo Stato, sono progressivamente attribuite alle
istituzioni scolastiche, attuando al tal fine anche
l'estensione ai circoli didattici, alle scuole medie, alle
scuole e agli istituti di istruzione secondaria, della
personalita' giuridica degli istituti tecnici e
professionali e degli istituti d'arte ed ampliando
l'autonomia per tutte le tipologie degli istituti di
istruzione, anche in deroga alle norme vigenti in materia
di contabilita' dello Stato. Le disposizioni del presente
articolo si applicano anche agli istituti educativi, tenuto
conto delle loro specificita' ordinamentali.
2. Ai fini di quanto previsto nel comma 1, si provvede
con uno o piu' regolamenti da adottare ai sensi dell'art.
17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, nel
termine di nove mesi dalla data di entrata in vigore della
presente legge, sulla base dei criteri generali e principi
direttivi contenuti nei commi 3, 4, 5, 7, 8, 9, 10 e 11 del
presente articolo. Sugli schemi di regolamento e'
acquisito, anche contemporaneamente al parere del Consiglio
di Stato, il parere delle competenti commissioni
parlamentari. Decorsi sessanta giorni dalla richiesta di
parere alle commissioni, i regolamenti possono essere
comunque emanati. Con i regolamenti predetti sono dettate
disposizioni per armonizzare le norme di cui all'art. 355
del testo unico approvato con decreto legislativo 16 aprile
1994, n. 297, con quelle della presente legge.
3. I requisiti dimensionali ottimali per l'attribuzione
della personalita' giuridica e dell'autonomia alle
istituzioni scolastiche di cui al comma 1, anche tra loro
unificate nell'ottica di garantire agli utenti una piu'
agevole fruizione del servizio di istruzione, e le deroghe
dimensionali in relazione a particolari situazioni
territoriali o ambientali sono individuati in rapporto alle
esigenze e alla varieta' delle situazioni locali e alla
tipologia dei settori di istruzione compresi
nell'istruzione scolastica. Le deroghe dimensionali saranno
automaticamente concesse nelle province il cui territorio
e' per almeno un terzo montano, in cui le condizioni di
viabilita' statale e provinciale siano disagevoli e in cui
vi sia una dispersione e rarefazione di insediamenti
abitativi.
4. La personalita' giuridica e l'autonomia sono
attribuite alle istituzioni scolastiche di cui al comma 1 a
mano a mano che raggiungono i requisiti dimensionali di cui
al comma 3 attraverso piani di dimensionamento della rete
scolastica, e comunque non oltre il 31 dicembre 2000
contestualmente alla gestione di tutte le funzioni
amministrative che per loro natura possono essere
esercitate dalle istituzioni autonome. In ogni caso il
passaggio al nuovo regime di autonomia sara' accompagnato
da apposite iniziative di formazione del personale, da una
analisi delle realta' territoriali, sociali ed economiche
delle singole istituzioni scolastiche per l'adozione dei
conseguenti interventi perequativi e sara' realizzato
secondo criteri di gradualita' che valorizzino le capacita'
di iniziativa delle istituzioni stesse.
5. La dotazione finanziaria essenziale delle
istituzioni scolastiche gia' in possesso di personalita'
giuridica e di quelle che l'acquisiscono ai sensi del
comma 4 e' costituita dall'assegnazione dello Stato per il
funzionamento amministrativo e didattico, che si suddivide
in assegnazione ordinaria e assegnazione perequativa. Tale
dotazione finanziaria e' attribuita senza altro vincolo di
destinazione che quello dell'utilizzazione prioritaria per
lo svolgimento delle attivita' di istruzione, di formazione
e di orientamento proprie di ciascuna tipologia e di
ciascun indirizzo di scuola.
6. Sono abrogate le disposizioni che prevedono
autorizzazioni preventive per l'accettazione di donazioni,
eredita' e legati da parte delle istituzioni scolastiche,
ivi compresi gli istituti superiori di istruzione
artistica, delle fondazioni o altre istituzioni aventi
finalita' di educazione o di assistenza scolastica. Sono
fatte salve le vigenti disposizioni di legge o di
regolamento in materia di avviso ai successibili. Sui
cespiti ereditari e su quelli ricevuti per donazione non
sono dovute le imposte in vigore per le successioni e le
donazioni.
7. Le istituzioni scolastiche che abbiano conseguito
personalita' giuridica e autonomia ai sensi del comma 1 e
le istituzioni scolastiche gia' dotate di personalita' e
autonomia, previa realizzazione anche per queste ultime
delle operazioni di dimensionamento di cui al comma 4,
hanno autonomia organizzativa e didattica, nel rispetto
degli obiettivi del sistema nazionale di istruzione e degli
standard di livello nazionale.
8. L'autonomia organizzativa e' finalizzata alla
realizzazione della flessibilita', della diversificazione,
dell'efficienza e dell'efficacia del servizio scolastico,
alla integrazione e al miglior utilizzo delle risorse e
delle strutture, all'introduzione di tecnologie innovative
e al coordinamento con il contesto territoriale. Essa si
esplica liberamente, anche mediante superamento dei vincoli
in materia di unita' oraria della lezione, dell'unitarieta'
del gruppo classe e delle modalita' di organizzazione e
impiego dei docenti, secondo finalita' di ottimizzazione
delle risorse umane, finanziarie, tecnologiche, materiali e
temporali, fermi restando i giorni di attivita' didattica
annuale previsti a livello nazionale, la distribuzione
dell'attivita' didattica in non meno di cinque giorni
settimanali, il rispetto dei complessivi obblighi annuali
di servizio dei docenti previsti dai contratti collettivi
che possono essere assolti invece che in cinque giorni
settimanali anche sulla base di un'apposita programmazione
plurisettimanale.
9. L'autonomia didattica e' finalizzata al
perseguimento degli obiettivi generali del sistema
nazionale di istruzione, nel rispetto della liberta' di
insegnamento, della liberta' di scelta educativa da parte
delle famiglie e del diritto ad apprendere. Essa si
sostanzia nella scelta libera e programmata di metodologie,
strumenti, organizzazione e tempi di insegnamento, da
adottare nel rispetto della possibile pluralita' di opzioni
metodologiche, e in ogni iniziativa che sia espressione di
liberta' progettuale, compresa l'eventuale offerta di
insegnamenti opzionali, facoltativi o aggiuntivi e nel
rispetto delle esigenze formative degli studenti. A tal
fine, sulla base di quanto disposto dall'art. 1, comma 71,
della legge 23 dicembre 1996, n. 662, sono definiti criteri
per la determinazione degli organici funzionali di
istituto, fermi restando il monte annuale orario
complessivo previsto per ciascun curriculum e quello
previsto per ciascuna delle discipline ed attivita'
indicate come fondamentali di ciascun tipo o indirizzo di
studi e l'obbligo di adottare procedure e strumenti di
verifica e valutazione della produttivita' scolastica e del
raggiungimento degli obiettivi.
10. Nell'esercizio dell'autonomia organizzativa e
didattica le istituzioni scolastiche realizzano, sia
singolarmente che in forme consorziate, ampliamenti
dell'offerta formativa che prevedano anche percorsi
formativi per gli adulti, iniziative di prevenzione
dell'abbandono e della dispersione scolastica, iniziative
di utilizzazione delle strutture e delle tecnologie anche
in orari extrascolastici e a fini di raccordo con il mondo
del lavoro, iniziative di partecipazione a programmi
nazionali, regionali o comunitari e, nell'ambito di accordi
tra le regioni e l'amministrazione scolastica, percorsi
integrati tra diversi sistemi formativi. Le istituzioni
scolastiche autonome hanno anche autonomia di ricerca,
sperimentazione e sviluppo nei limiti del proficuo
esercizio dell'autonomia didattica e organizzativa. Gli
istituti regionali di ricerca, sperimentazione e
aggiornamento educativi, il Centro europeo dell'educazione,
la Biblioteca di documentazione pedagogica e le scuole ed
istituti a carattere atipico di cui alla parte I, titolo
II, capo III, del testo unico approvato con decreto
legislativo 16 aprile 1994, n. 297, sono riformati come
enti finalizzati al supporto dell'autonomia delle
istituzioni scolastiche autonome.
11. Con regolamento adottato ai sensi del comma 2 sono
altresi' attribuite la personalita' giuridica e l'autonomia
alle accademie di belle arti, agli istituti superiori per
le industrie artistiche, ai conservatori di musica, alle
accademie nazionali di arte drammatica e di danza, secondo
i principi contenuti nei commi 8, 9 e 10 e con gli
adattamenti resi necessari dalle specificita' proprie di
tali istituzioni.
12. Le universita' e le istituzioni scolastiche possono
stipulare convenzioni allo scopo di favorire attivita' di
aggiornamento, di ricerca e di orientamento scolastico e
universitario.
13. Con effetto dalla data di entrata in vigore delle
norme regolamentari di cui ai commi 2 e 11 sono abrogate le
disposizioni vigenti con esse incompatibili, la cui
ricognizione e' affidata ai regolamenti stessi. Il Governo
e' delegato ad aggiornare e coordinare, entro un anno dalla
data di entrata in vigore delle predette disposizioni
regolamentari, le norme del testo unico di cui al decreto
legislativo 16 aprile 1994, n. 297, apportando tutte le
conseguenti e necessarie modifiche.
14. Con decreto del Ministro della pubblica istruzione,
di concerto con il Ministro del tesoro, sono emanate le
istruzioni generali per l'autonoma allocazione delle
risorse, per la formazione dei bilanci, per la gestione
delle risorse ivi iscritte e per la scelta dell'affidamento
dei servizi di tesoreria o di cassa, nonche' per le
modalita' del riscontro delle gestioni delle istituzioni
scolastiche, anche in attuazione dei principi contenuti nei
regolamenti di cui al comma 2. E' abrogato il comma 9
dell'art. 4 della legge 24 dicembre 1993, n. 537.
15. Entro il 30 giugno 1999 il Governo e' delegato ad
emanare un decreto legislativo di riforma degli organi
collegiali della pubblica istruzione di livello nazionale e
periferico che tenga conto della specificita' del settore
scolastico, valorizzando l'autonomo apporto delle diverse
componenti e delle minoranze linguistiche riconosciute,
nonche' delle specifiche professionalita' e competenze, nel
rispetto dei seguenti criteri:
a) armonizzazione della composizione,
dell'organizzazione e delle funzioni dei nuovi organi con
le competenze dell'amministrazione centrale e periferica
come ridefinita a norma degli articoli 12 e 13 nonche' con
quelle delle istituzioni scolastiche autonome;
b) razionalizzazione degli organi a norma dell'art.
12, comma 1, lettera p);
c) eliminazione delle duplicazioni organizzative e
funzionali, secondo quanto previsto dall'art. 12, comma 1,
lettera g);
d) valorizzazione del collegamento con le comunita'
locali a norma dell'art. 12, comma 1, lettera i);
e) attuazione delle disposizioni di cui all'art. 59
del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e
successive modificazioni, nella salvaguardia del principio
della liberta' di insegnamento.
16. Nel rispetto del principio della liberta' di
insegnamento e in connessione con l'individuazione di nuove
figure professionali del personale docente, ferma restando
l'unicita' della funzione, ai capi d'istituto e' conferita
la qualifica dirigenziale contestualmente all'acquisto
della personalita' giuridica e dell'autonomia da parte
delle singole istituzioni scolastiche. I contenuti e le
specificita' della qualifica dirigenziale sono individuati
con decreto legislativo integrativo delle disposizioni del
decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive
modificazioni, da emanare entro un anno dalla data di
entrata in vigore della presente legge, sulla base dei
seguenti criteri:
a) l'affidamento, nel rispetto delle competenze degli
organi collegiali scolastici, di autonomi compiti di
direzione, di coordinamento e valorizzazione delle risorse
umane, di gestione di risorse finanziarie e strumentali,
con connesse responsabilita' in ordine ai risultati;
b) il raccordo tra i compiti previsti dalla lettera
a) e l'organizzazione e le attribuzioni
dell'amministrazione scolastica periferica, come ridefinite
ai sensi dell'art. 13, comma 1;
c) la revisione del sistema di reclutamento,
riservato al personale docente con adeguata anzianita' di
servizio, in armonia con le modalita' previste dall'art. 28
del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29;
d) l'attribuzione della dirigenza ai capi d'istituto
attualmente in servizio, assegnati ad una istituzione
scolastica autonoma, che frequentino un apposito corso di
formazione.
17. Il rapporto di lavoro dei dirigenti scolastici
sara' disciplinato in sede di contrattazione collettiva del
comparto scuola, articolato in autonome aree.
18. Nell'emanazione del regolamento di cui all'art. 13
la riforma degli uffici periferici del Ministero della
pubblica istruzione e' realizzata armonizzando e
coordinando i compiti e le funzioni amministrative
attribuiti alle regioni ed agli enti locali anche in
materia di programmazione e riorganizzazione della rete
scolastica.
19. Il Ministro della pubblica istruzione presenta ogni
quattro anni al Parlamento, a decorrere dall'inizio
dell'attuazione dell'autonomia prevista nel presente
articolo, una relazione sui risultati conseguiti, anche al
fine di apportare eventuali modifiche normative che si
rendano necessarie.
20. Le regioni a statuto speciale e le province
autonome di Trento e di Bolzano disciplinano con propria
legge la materia di cui al presente articolo nel rispetto e
nei limiti dei propri statuti e delle relative norme di
attuazione.
20-bis. Con la stessa legge regionale di cui al comma
20 la regione Valle d'Aosta stabilisce tipologia, modalita'
di svolgimento e di certificazione di una quarta prova
scritta di lingua francese, in aggiunta alle altre prove
scritte previste dalla legge 10 dicembre 1997, n. 425. Le
modalita' e i criteri di valutazione delle prove d'esame
sono definiti nell'ambito dell'apposito regolamento
attuativo, d'intesa con la regione Valle d'Aosta. E'
abrogato il comma 5 dell'art. 3 della legge 10 dicembre
1997, n. 425".
- Il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo
1999, n. 275, reca: "Regolamento recante norme in materia
di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi
dell'art. 21, della legge 15 marzo 1997, n. 59".
- Il decreto legislativo 20 luglio 1999, n. 258, reca:
"Riordino del Centro europeo dell'educazione, della
biblioteca di documentazione pedagogica e trasformazione in
Fondazione del museo nazionale della scienza e della
tecnica "Leonardo Da Vinci", a norma dell'art. 11 della
legge 15 marzo 1997, n. 59".
Nota all'art. 1:
- Per l'argomento del decreto legislativo 20 luglio
1999, n. 258, vedasi nelle note alle premesse.



 
Art. 2.
Presidente
1. Il presidente rappresenta l'Istituto; convoca e presiede il consiglio di amministrazione. Il presidente presiede altresi' il comitato tecnico-scientifico.
2. Il presidente, nel rispetto delle priorita' strategiche individuate con la direttiva annuale del Ministro della pubblica istruzione, adottate ai sensi dell'articolo 2, comma 1, del decreto legislativo, formula le proposte al consiglio di amministrazione ai fini dell'approvazione del programma annuale dell'Istituto e della determinazione degli indirizzi generali della gestione.
3. Il presidente, inoltre, formula al consiglio di amministrazione la proposta per il conferimento dell'incarico di direttore a persona in possesso dei requisiti di cui all'articolo 4.



Nota all'art. 2:
- Si riporta il testo dell'art. 2, del citato decreto
legislativo 20 luglio 1999, n. 258:
"Art. 2 (Trasformazione della biblioteca di
documentazione pedagogica in Istituto nazionale di
documentazione per l'innovazione e la ricerca educativa). -
1. La biblioteca di documentazione pedagogica, di cui
all'art. 292 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n.
297, e' trasformata in Istituto nazionale di documentazione
per l'innovazione e la ricerca educativa. L'Istituto e'
sottoposto alla vigilanza del Ministero della pubblica
istruzione. Il Ministro della pubblica istruzione con
propria direttiva individua le proprieta' strategiche alle
quali l'Istituto si uniforma.
2. L'Istituto mantiene personalita' giuridica di
diritto pubblico ed autonomia amministrativa, ed e' dotato
di autonomia contabile, patrimoniale, regolamentare e di
autonomia finanziaria come definita dal regolamento di cui
all'art. 3, comma 6.
3. All'Istituto sono trasferiti, con le inerenti
risorse, i compiti svolti dalla biblioteca di
documentazione pedagogica, con sede in Firenze.
4. L'Istituto, in collegamento con gli istituti
regionali di ricerca, sperimentazione e aggiornamento
educativi (I.R.R.S.A.E.), cura lo sviluppo di un sistema di
documentazione finalizzato alle esperienze di ricerca e
innovazione didattica e pedagogica in ambito nazionale e
internazionale oltre che alla creazione di servizi e
materiali a sostegno dell'attivita' didattica e del
processo di autonomia; rileva i bisogni formativi con
riferimento ai risultati della ricerca; sostiene le
strategie di ricerca e formazione riferite allo sviluppo
dei sistemi tecnologici e documentari ed elabora e realizza
coerenti progetti nazionali di ricerca coordinandosi con le
universita' e con gli organismi formativi nazionali e
internazionali, curando la diffusione dei relativi
risultati; collabora con il Ministero della pubblica
istruzione per la gestione dei programmi e dei progetti
della Unione europea.
5. L'istituto cura lo sviluppo delle attivita' di
raccolta, elaborazione, valorizzazione e diffusione
dell'informazione e di produzione della documentazione a
sostegno dell'innovazione didattica e dell'autonomia;
sostiene lo sviluppo e la diffusione delle tecnologie
dell'informazione, della documentazione e della
comunicazione nelle scuole; cura la valorizzazione del
patrimonio bibliografico e documentario gia' appartenente
alla biblioteca pedagogica nazionale e lo sviluppo di un
settore bibliotecario interno funzionale alla creazione di
banche dati".



 
Art. 3.
Consiglio di amministrazione
1. Al consiglio di amministrazione sono attribuite le seguenti competenze:
a) approva annualmente, nel rispetto delle priorita' strategiche individuate con la direttiva annuale del Ministro della pubblica istruzione, adottata ai sensi dell'articolo 2, comma 1, del decreto legislativo, il programma dell'Istituto, comprensivo anche dei programmi e dei progetti dell'Unione europea attuati in collaborazione con il Ministro della pubblica istruzione;
b) determina gli indirizzi generali della gestione;
c) delibera il bilancio di previsione e il conto consuntivo dell'Istituto e le eventuali variazioni;
d) conferisce l'incarico di direttore;
e) valuta l'attivita' amministrativa del direttore anche avvalendosi dei risultati dei controlli di gestione;
f) nomina i componenti del comitato tecnico-scientifico e degli altri organismi di consulenza tecnico-scientifica di cui all'articolo 5;
g) nomina i componenti del collegio dei revisori.
2. Ai fini di cui all'articolo 1, comma 1, lettera d), e dell'articolo 6 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286, il consiglio stabilisce le modalita' operative del controllo strategico. Sulla base delle risultanze del controllo strategico il consiglio:
a) individua le cause dell'eventuale mancata rispondenza dei risultati agli obiettivi;
b) delibera i necessari interventi correttivi;
c) valuta le eventuali responsabilita' del direttore, adottando le conseguenti determinazioni.
3. Il consiglio si riunisce per l'approvazione del programma annuale e per deliberare il bilancio di previsione, e le relative variazioni, nonche' il conto consuntivo; si riunisce, altresi', su convocazione del presidente ed ogni volta che ne sia richiesto da tre componenti.



Note all'art. 3:
- Per il testo dell'art. 2, comma 1 del decreto
legislativo 20 luglio 1999, n. 258, si vedano le note
all'art. 2.
- Si riporta il testo dell'art. 1, comma 1, lettera d)
e dell'art. 6 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n.
286 (Riordino e potenziamento dei meccanismi e strumenti di
monitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e dei
risultati dell'attivita' svolta dalle amministrazioni
pubbliche, a norma dell'art. 11 della legge 15 marzo 1997,
n. 59):
"Art. 1 (Princi'pi generali del controllo interno). -
1. Le pubbliche amministrazioni, nell'ambito della
rispettiva autonomia, si dotano di strumenti adeguati a:
a)-c) (Omissis);
d) valutare l'adeguatezza delle scelte compiute in
sede di attuazione dei piani, programmi ed altri strumenti
di determinazione dell'indirizzo politico in termini di
congruenza tra risultati conseguiti e obiettivi predefiniti
(valutazione e controllo strategico)".
"Art. 6 (La valutazione e il controllo strategico). -
1. L'attivita' di valutazione e controllo strategico mira a
verificare, in funzione dell'esercizio dei poteri di
indirizzo da parte dei competenti organi, l'effettiva
attuazione delle scelte contenute nelle direttive ed altri
atti di indirizzo politico. L'attivita' stessa consiste
nell'analisi, preventiva e successiva, della congruenza e/o
degli eventuali scostamenti tra le missioni affidate dalle
norme, gli obiettivi operativi prescelti, le scelte
operative effettuate e le risorse umane, finanziarie e
materiali assegnate, nonche' nella identificazione degli
eventuali fattori ostativi, delle eventuali responsabilita'
per la mancata o parziale attuazione, dei possibili rimedi.
2. Gli uffici ed i soggetti preposti all'attivita' di
valutazione e controllo strategico riferiscono in via
riservata agli organi di indirizzo politico, con le
relazioni di cui al comma 3, sulle risultanze delle analisi
effettuate. Essi di norma supportano l'organo di indirizzo
politico anche per la valutazione dei dirigenti che
rispondono direttamente all'organo medesimo per il
conseguimento degli obiettivi da questo assegnatigli.
3. Nelle amministrazioni dello Stato, i compiti di cui
ai commi 1 e 2 sono affidati ad apposito ufficio, operante
nell'ambito delle strutture di cui all'art. 14, comma 2,
del decreto n. 29, denominato servizio di controllo interno
e dotato di adeguata autonomia operativa. La direzione
dell'ufficio puo' essere dal Ministro affidata anche ad un
organo collegiale, ferma restando la possibilita' di
ricorrere, anche per la direzione stessa, ad esperti
estranei alla pubblica amministrazione, ai sensi del
predetto art. 14, comma 2, del decreto n. 29. I servizi di
controllo interno operano in collegamento con gli uffici di
statistica istituiti ai sensi del decreto legislativo 6
settembre 1989, n. 322. Essi redigono almeno annualmente
una relazione sui risultati delle analisi effettuate, con
proposte di miglioramento della funzionalita' delle
amministrazioni. Possono svolgere, anche su richiesta del
Ministro, analisi su politiche e programmi specifici
dell'amministrazione di appartenenza e fornire indicazioni
e proposte sulla sistematica generale dei controlli interni
nell'amministrazione".



 
Art. 4.
Direttore
1. L'incarico di direttore e' conferito con contratto a tempo determinato di durata triennale, rinnovabile, a persona in possesso di specifiche competenze amministrative e di organizzazione del lavoro, nonche' in materia di documentazione e di informatica applicata e di gestione dei progetti e programmi europei, in base a criteri fissati con deliberazione del consiglio di amministrazione. Esso puo' essere conferito ai dipendenti delle amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e ad estranei alla pubblica amministrazione. Il conferimento dell'incarico a personale in servizio presso le predette amministrazioni comporta il collocamento fuori ruolo.
2. Il direttore, nel rispetto degli indirizzi generali della gestione determinati dal consiglio di amministrazione, e' responsabile del funzionamento complessivo dell'Istituto, dell'attuazione del programma, dell'esecuzione delle deliberazioni del consiglio di amministrazione e della gestione del personale. A tal fine adotta gli atti di gestione, compresi quelli che impegnano l'Istituto verso l'esterno. Il direttore, tra l'altro, nell'esercizio dei suoi compiti:
a) predispone, in attuazione del programma dell'Istituto, il bilancio di previsione; predispone altresi' il conto consuntivo;
b) assicura le condizioni per la piu' efficace attuazione dei progetti e delle attivita' previste nel programma;
c) adotta gli atti di organizzazione degli uffici, delle articolazioni strutturali dell'Istituto e dei dipartimenti di ricerca previsti dal regolamento dell'Istituto; assegna il relativo personale e nomina i responsabili sulla base dei criteri previsti dal regolamento stesso;
d) stipula i contratti di prestazione d'opera e di ricerca necessari per la realizzazione dei progetti previsti dal programma sulla base dei criteri fissati nel regolamento;
e) cura l'applicazione del regolamento;
f) valuta l'attivita' dei dirigenti.
3. Il direttore partecipa alle sedute del consiglio di amministrazione senza diritto di voto. La sua partecipazione e' esclusa quando il consiglio ne valuta l'attivita'.
4. Il trattamento economico spettante al direttore e' stabilito nel contratto individuale di lavoro previa delibera del consiglio di amministrazione, tenuto conto dei livelli previsti per posizioni parificabili di analoghe istituzioni.
5. L'incarico e' revocato dal consiglio di amministrazione nei casi di grave inosservanza degli indirizzi generali della gestione e dei risultati negativi dell'attivita' amministrativa e della gestione.



Nota all'art. 4:
- Si riporta il testo dell' art. 1, comma 2, del
decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29
(Razionalizzazione dell'organizzazione delle
amministrazioni pubbliche e revisione della disciplina in
materia di pubblico impiego, a norma dell'art. 2 della
legge 23 ottobre 1992, n. 421):
"2. Per amministrazioni pubbliche si intendono tutte le
amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e
scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative,
le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento
autonomo, le regioni, le province, i comuni, le comunita'
montane, e loro consorzi ed associazioni, le istituzioni
universitarie, gli istituti autonomi case popolari, le
camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e
loro associazioni, tutti gli enti pubblici non economici
nazionali, regionali e locali, le amministrazioni, le
aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale".



 
Art. 5.
Consulenza tecnico-scientifica
1. Il comitato tecnico-scientifico ha funzioni di collaborazione per la predisposizione del programma e per la valutazione delle attivita' scientifiche. Il comitato fornisce, inoltre, i pareri richiesti dal consiglio di amministrazione e dal direttore; esso dura in carica tre anni ed e' rinnovabile per un altro triennio.
2. Il comitato e' composto da sette membri, scelti tra professori universitari ed esperti del settore, di elevata qualificazione; esso designa, al suo interno, un coordinatore scegliendo tra i professori universitari.
3. Il consiglio di amministrazione, sentito il comitato tecnico-scientifico, puo' istituire altri organismi di consulenza tecnico-scientifica, individuali o collegiali, composti da non piu' di tre membri, in relazione a motivate esigenze connesse allo sviluppo di singoli progetti e ad attivita' o gruppi di progetti ed attivita'. Essi restano in carica per la durata stabilita dal consiglio di amministrazione. Tale durata non puo' comunque superare quella del consiglio di amministrazione che li ha istituiti.
 
Art. 6.
Verifiche di regolarita' amministrativa e contabile
1. Le verifiche di regolarita' amministrativa e contabile da effettuarsi a norma del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286, sono affidate ad un collegio di tre revisori iscritti nel registro dei revisori contabili, dei quali due designati dal Ministero della pubblica istruzione e uno dal Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica. I predetti Ministeri designano altresi' ciascuno un supplente per l'eventuale sostituzione, in caso di assenza, dei componenti effettivi del collegio da essi designati. Il collegio dura in carica tre anni ed e' rinnovabile per un altro triennio.



Nota all'art. 6:
- Per l'argomento del decreto legislativo 30 luglio
1999, n. 296, vedasi in note all'art. 3.



 
Art. 7.
Autonomia regolamentare
1. Il consiglio di amministrazione delibera, entro tre mesi dalla data del suo insediamento, il regolamento per l'amministrazione, la finanza e la contabilita' di cui all'articolo 3, comma 6, del decreto legislativo, la cui adozione e' subordinata al rispetto della procedura ivi prevista. Le eventuali modifiche del regolamento sono adottate con la medesima procedura.
2. Il regolamento disciplina, tra l'altro, le procedure contrattuali, le forme di controllo interno, sull'efficienza e sui risultati di gestione complessiva dell'Istituto e l'amministrazione del patrimonio.



Nota all'art. 7:
- Si riporta il testo dell'art. 3, comma 6 del citato
decreto legislativo 20 luglio 1999, n. 258:
"6. Entro tre mesi dalla data del loro insediamento gli
organi di amministrazione degli istituti di cui agli
articoli 1 e 2 deliberano i rispettivi regolamenti per
l'amministrazione, la finanza e la contabilita' nel
rispetto dei principi dell'ordinamento contabile degli enti
pubblici. Il regolamento disciplina i criteri della
gestione, le relative procedure amministrativo contabili e
finanziarie e le connesse responsabilita', in modo da
assicurare la rapidita' e l'efficienza nella erogazione
della spesa e il rispetto dell'equilibrio finanziario del
bilancio, consentendo anche la tenuta di conti di sola
cassa. Il regolamento disciplina altresi' le procedure
contrattuali, le forme di controllo interno sull'efficienza
e sui risultati di gestione complessiva dell'Istituto e
l'amministrazione del patrimonio. Il regolamento e'
trasmesso al Ministro della pubblica istruzione e al
Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione
economica che, nel termine di sessanta giorni esercitano il
controllo di legittimita' e di merito nella forma della
richiesta motivata di riesame. In assenza di rilievi,
trascorso il suddetto termine, il regolamento e' adottato
dall'organo di amministrazione".



 
Art. 8.
Dotazione organica di personale
1. Il personale dell'Istituto e' compreso, ai fini della contrattazione collettiva, nel comparto individuato a norma dell'articolo 45 del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29.
2. La dotazione organica del personale dell'Istituto e' definita nella tabella A allegata al presente regolamento.



Nota all'art. 8:
- Si riporta il testo dell'art. 45 del citato decreto
legislativo 3 febbraio 1993, n. 29:
"Art. 45 (Contratti collettivi nazionali e
integrativi). - 1. La contrattazione collettiva si svolge
su tutte le materie relative al rapporto di lavoro ed alle
relazioni sindacali.
2. (Omissis).
3. Mediante appositi accordi tra l'ARAN e le
confederazioni rappresentative ai sensi dell'art. 47-bis,
comma 4, sono stabiliti i comparti della contrattazione
collettiva nazionale riguardanti settori omogenei o affini.
I dirigenti costituiscono un'area contrattuale autonoma
relativamente a uno o piu' comparti. Resta fermo per l'area
contrattuale della dirigenza del ruolo sanitario quanto
previsto dall'art. 15 del decreto legislativo 30 dicembre
1992, n. 502, e successive modifiche. Agli accordi che
definiscono i comparti o le aree contrattuali si applicano
le procedure di cui all'art. 46, comma 5. Per le figure
professionali che, in posizione di elevata responsabilita',
svolgono compiti di direzione o che comportano iscrizione
ad albi oppure tecnico scientifici e di ricerca, sono
stabilite discipline distinte nell'ambito dei contratti
collettivi di comparto.
4. La contrattazione collettiva disciplina, in coerenza
con il settore privato, la durata dei contratti collettivi
nazionali e integrativi, la struttura contrattuale e i
rapporti tra i diversi livelli. Le pubbliche
amministrazioni attivano autonomi livelli di contrattazione
collettiva integrativa, nel rispetto dei vincoli di
bilancio risultanti dagli strumenti di programmazione
annuale e pluriennale di ciascuna amministrazione. La
contrattazione collettiva integrativa si svolge sulle
materie e nei limiti stabiliti dai contratti collettivi
nazionali, tra i soggetti e con le procedure negoziali che
questi ultimi prevedono; essa puo' avere ambito
territoriale e riguardare piu' amministrazioni. Le
pubbliche amministrazioni non possono sottoscrivere in sede
decentrata contratti collettivi integrativi in contrasto
con vincoli risultanti dai contratti collettivi nazionali o
che comportino oneri non previsti negli strumenti di
programmazione annuale e pluriennale di ciascuna
amministrazione. Le clausole difformi sono nulle e non
possono essere applicate.
5. Le pubbliche amministrazioni adempiono agli obblighi
assunti con i contratti collettivi nazionali o integrativi
dalla data della sottoscrizione definitiva e ne assicurano
l'osservanza nelle forme previste dai rispettivi
ordinamenti".



 
Art. 9.
Reclutamento
1. Il reclutamento del personale dell'Istituto, ad eccezione del direttore si attua mediante concorso pubblico per titoli ed esami, secondo concrete modalita' di accesso e procedure individuate dal consiglio di amministrazione, in applicazione delle norme vigenti per il personale del comparto di appartenenza, come individuato ai sensi dell'articolo 8, comma 1. 2. Ai fini di cui al comma 1 sono valutati i titoli ed esperienze professionali attinenti ai compiti dell'Istituto, con particolare riferimento, per il personale specialistico e di ricerca, all'area tecnologica, informatica e telematica, documentaria, della elaborazione e realizzazione di progetti di ricerca anche a livello internazionale e della gestione di programmi della Unione europea. Sono altresi' valutate le esperienze di ricerche effettuate nell'ambito dei progetti coerenti con l'attivita' dell'Istituto a carattere nazionale e internazionale.
3. La commissione giudicatrice del concorso, composta da quattro membri esterni all'Istituto, dotati delle necessarie competenze amministrative o scientifiche, e presieduta da un professore universitario qualora il concorso riguardi il personale di ricerca, da un magistrato amministrativo designato dal consiglio di presidenza della giustizia amministrativa per le qualifiche per le quali e' richiesto come titolo d'accesso la laurea, da un funzionario con qualifica dirigenziale negli altri casi, e' nominata dal consiglio di amministrazione.
 
Art. 10.
Personale comandato o collocato fuori ruolo
1. L'Istituto, oltre al personale di cui all'articolo 8, puo' avvalersi con oneri a proprio carico, nei limiti consentiti dalle proprie disponibilita' di bilancio e comunque in numero non superiore a quindici, di personale amministrativo, tecnico, specialistico e di ricerca comandato o collocato fuori ruolo, proveniente dall'amministrazione della pubblica istruzione, dalla scuola o da altre amministrazioni dello Stato, dalle universita', da enti pubblici compresi nel comparto della ricerca, dalle regioni e dagli enti locali. 2. I comandi del personale proveniente dalla scuola, di norma di durata coincidente con quella delle attivita' cui sono riferiti, non possono protrarsi per piu' di un quinquennio e non sono rinnovabili prima che sia decorso un intervallo di almeno tre anni. Essi decorrono dall'inizio dell'anno scolastico. 3. I comandi sono disposti attraverso apposite selezioni degli aspiranti sulla base dei titoli posseduti; la concreta disciplina delle selezioni e' dettata dal consiglio di amministrazione con apposita deliberazione di carattere generale. 4. Il servizio prestato in posizione di comando o collocamento fuori ruolo e' valido a tutti gli effetti come servizio d'Istituto.
 
Art. 11.
Contratti di prestazione d'opera e contratti di ricerca
1. Nell'esercizio delle ordinarie attivita' istituzionali, l'Istituto puo' avvalersi nei limiti consentiti dalle proprie risorse di bilancio, e in relazione a particolari e motivate esigenze cui non si puo' far fronte con il personale in servizio, dell'apporto di esperti, con contratti di prestazione d'opera e contratti di ricerca.
2. La stipulazione dei contratti di ricerca avviene sulla base dei criteri generali previsti dal consiglio di amministrazione, previa procedura di valutazione comparativa, che accerti il possesso di una adeguata professionalita' in relazione alle funzioni da esercitare, desumibile da specifici ed analitici curricoli culturali e professionali con particolare riferimento alla formazione ed alla provenienza da qualificati settori del lavoro strettamente inerenti ai compiti da svolgere. 3. L'Istituto assicura adeguate forme di pubblicizzazione dei contratti che intende stipulare, fissando congrui termini per la presentazione delle domande.
 
Art. 12.
Patrimonio e risorse finanziarie
1. Le risorse finanziarie sono costituite da:
a) redditi del patrimonio;
b) contributo ordinario dello Stato comprensivo anche delle somme per le spese del personale e per la corresponsione dei compensi ai componenti degli organi a norma dell'articolo 3, comma 4, del decreto legislativo;
c) fondi annualmente assegnati per attuare i progetti e le attivita' programmate, nel rispetto della direttiva ministeriale di cui all'articolo 2, gravanti sullo stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione; d) proventi derivanti dalla gestione delle attivita' comprese convenzioni con amministrazioni o enti pubblici o privati, nazionali o internazionali, per la realizzazione di specifici programmi e obiettivi.



Nota all'art. 12:
- Si riporta il testo dell'art. 3, comma 4 del citato
decreto legislativo 20 luglio 1999, n. 258:
"4. Il compenso da corrispondere ai componenti degli
organi degli istituti e' determinato con decreto del
Ministro della pubblica istruzione di concerto col Ministro
del tesoro, del bilancio e della programmazione economica e
col Ministro della funzione pubblica".



 
Art. 13.
Associazioni con enti di ricerca e conferimento
di incarichi. Convenzioni per specifici progetti
1. L'Istituto, per la realizzazione dei fini istituzionali e per l'attuazione di progetti e lo svolgimento di ricerche con essi connesse, puo' associare alla propria attivita' enti di ricerca sulla base di convenzioni che disciplinano i diritti e gli obblighi reciproci, la durata della associazione e le sue finalita', l'utilizzo del personale dell'Istituto e degli enti, la diffusione e l'eventuale commercializzazione dei risultati. Le convenzioni disciplinano anche i rapporti economici tra l'Istituto e gli enti di ricerca e sono approvate dal consiglio di amministrazione, su proposta del direttore, udito il comitato tecnico-scientifico con motivata deliberazione che indichi le ragioni dell'associazione con altri enti o del conferimento dell'incarico e dei criteri di scelta dell'ente di ricerca.
2. L'Istituto, per le finalita' di cui al comma 1, puo' conferire ad enti di ricerca, aventi particolare esperienza nei settori attinenti ai progetti, incarichi per studi e ricerche e puo' partecipare a consorzi di ricerca scientifica. 3. L'Istituto puo' stipulare inoltre, per la realizzazione di specifici progetti, apposite convenzioni con amministrazioni ed enti pubblici e privati, nazionali ed internazionali, avvalendosi del personale individuato sulla base dei criteri definiti dalle convenzioni stesse. L'onere relativo al trattamento economico e' posto a carico dei progetti che costituiscono oggetto delle convenzioni.
 
Art. 14.
Vigilanza
1. I bilanci preventivi e le relative variazioni e i conti consuntivi, insieme alle relazioni del collegio dei revisori dei conti e a una relazione annuale sull'attivita' svolta dall'Istituto, sono trasmessi al Ministero della pubblica istruzione, per l'approvazione ai fini dell'esercizio della vigilanza di cui all'articolo 2 del decreto legislativo, nonche' al Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, a norma dell'articolo 2, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 9 novembre 1998, n. 439, e dell'articolo 13, comma 1, lettera c), del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 419.
2. I suddetti documenti contabili si intendono approvati ove il Ministero della pubblica istruzione non formuli rilievi entro sessanta giorni dal ricevimento degli stessi.



Note all'art. 14:
- Per il testo dell'art. 2 del decreto legislativo
20 luglio 1999, n. 258, si veda in nota all'art. 2.
- Si riporta il testo dell'art. 2, comma 1 del decreto
del Presidente della Repubblica 9 novembre 1998, n. 439
(Regolamento recante norme di semplificazione dei
procedimenti di approvazione e di rilascio di pareri, da
parte dei Ministeri vigilanti, in ordine alle delibere
adottate dagli organi collegiali degli enti pubblici non
economici in materia di approvazione dei bilanci e di
programmazione dell'impiego di fondi disponibili, a norma
dell'art. 20, comma 8, della legge 15 marzo 1997, n. 59):
"Art. 2. - 1. Le delibere di approvazione del bilancio
di previsione, delle relative variazioni e del conto
consuntivo degli enti pubblici non economici, qualora siano
sottoposte ad approvazione del Ministero vigilante, ai
sensi della normativa vigente, sono trasmesse, entro dieci
giorni dalla data delle delibere stesse, al Ministero
vigilante e al Ministero del tesoro, del bilancio e della
programmazione economica".
- Si riporta il testo dell'art. 13, comma 1, lettera c)
del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 419
(Riordinamento del sistema degli enti pubblici nazionali, a
norma degli articoli 11 e 14 della legge 15 marzo 1997, n.
59):
"Art. 13. -1. Le amministrazioni dello Stato che
esercitano la vigilanza sugli enti pubblici cui si applica
il presente decreto promuovono, con le modalita' stabilite
per ogni ente dalle norme vigenti, la revisione degli
statuti. La revisione adegua gli statuti stessi alle
seguenti norme generali, regolatrici della materia:
a) - b) (Omissis);
c) ridefinizione dei poteri di vigilanza secondo
criteri idonei a garantire l'effettiva autonomia dell'ente,
ferma restando l'attribuzione all'autonomia di vigilanza
del potere di approvazione dei bilanci e rendiconti,
nonche', per gli enti finanziari in misura prevalente con
trasferimenti a carico di bilanci pubblici, di approvazione
dei programmi di attivita'".



 
Art. 15.
Collegamento con gli istituti regionali di ricerca educativa
1. L'Istituto, ai fini di cui all'articolo 2, comma 4, del decreto legislativo, stabilisce un collegamento stabile con gli Istituti regionali di ricerca educativa (IRRE) e con gli uffici scolastici regionali, mediante conferenze di servizi a livello nazionale e locale, le cui modalita' di convocazione e di svolgimento e la cui periodicita' sono stabilite col regolamento dell'Istituto.
2. Le conferenze di servizio di cui al comma 1 possono essere realizzate anche per via informatica, con le modalita' previste dal regolamento.
3. Le deliberazioni assunte dalle conferenze di servizio, verbalizzate dal segretario della conferenza, sono rese pubbliche mediante affissione all'albo delle direzioni regionali interessate. Il verbale della conferenza, comprensivo delle deliberazioni, e' depositato agli atti dell'Istituto su supporto cartaceo e informatico.
4. L'Istituto si collega in via informatica con tutti gli IRRE e gli uffici scolastici regionali, per la realizzazione di un sistema di documentazione e di coordinamento delle iniziative nel settore delle biblioteche-centri di documentazione nelle scuole e delle reti scuole al quale sia possibile accedere da tutte le regioni e da tutte le istituzioni scolastiche.
5. I programmi concordati con i singoli IRRE e gli uffici scolastici regionali, devono avere caratteristiche tali da poter essere utilizzati nelle altre regioni.



Nota all'art. 15:
- Per il testo dell'art. 2, del decreto legislativo
20 luglio 1999, n. 258, si veda in note all'art. 2.



 
Art. 16.
Norme transitorie
1. Tutto il personale in posizione di comando presso l'Istituto in servizio alla data di entrata in vigore del presente regolamento, e' confermato a domanda fino all'espletamento dei concorsi previsti dal comma 2.
2. Entro sessanta giorni dalla data di insediamento del consiglio di amministrazione dell'Istituto, sulla base dei criteri stabiliti dal consiglio medesimo e nel rispetto dell'articolo 3, comma 2, lettera c), del decreto legislativo, sono indette le procedure di primo reclutamento. I relativi bandi individuano per ciascuna qualifica i riquisiti di partecipazione, le tipologie delle procedure selettive, nonche' la composizione delle commissioni esaminatrici, fermo restando quanto previsto dall'articolo 9, comma 3. Per il personale di cui al comma 1 va effettuata una specifica valutazione della competenza relativa agli ambiti di attivita' acquisita durante il servizio prestato presso lo stesso ente; in caso di parita' di punteggio e' data preferenza al predetto personale.
3. Fino alla data di adozione del regolamento di cui all'articolo 7, continuano ad applicarsi le procedure amministrative, contabili e di controllo previste dal vigente ordinamento. Sono consentite le variazioni di bilancio necessarie a fare fronte al periodo transitorio.
4. Il consiglio direttivo e il collegio dei revisori della biblioteca di documentazione pedagogica restano in carica fino all'insediamento rispettivamente del consiglio di amministrazione e del collegio dei revisori dell'Istituto, che deve intervenire nei quarantacinque giorni successivi alla data di entrata in vigore del presente regolamento. Il direttore della biblioteca di documentazione pedagogica resta in carica fino all'assunzione dell'incarico da parte del direttore dell'Istituto, che deve avvenire entro trenta giorni dall'approvazione della deliberazione del consiglio di amministrazione con cui sono individuati i criteri per il conferimento del relativo incarico. Tale deliberazione deve essere approvata dal consiglio di amministrazione entro sessanta giorni dal suo insediamento.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Roma, addi' 21 novembre 2000
CIAMPI
Amato, Presidente del Consiglio dei
Ministri
De Mauro, Ministro della pubblica
istruzione
Visco, Ministro del tesoro, del
bilancio e della programmazione
economica
Bassanini, Ministro per la funzione
pubblica Visto, il Guardasigilli: Fassino
Registrato alla Corte dei conti il 19 dicembre 2000
Atti di Governo, registro n. 123, foglio n. 15



Nota all'art. 16:
- Si riporta il testo dell'art. 3, comma 2, lettera c)
del citato decreto legislativo 20 luglio 1999, n. 258:
"2. Con regolamenti da emanarsi entro sei mesi dalla
data di entrata in vigore del presente decreto legislativo
su proposta del Ministro della pubblica istruzione, di
concerto con il Ministro del tesoro, del bilancio e della
programmazione economica e del Ministro per la funzione
pubblica, a norma dell'art. 17, comma 1, della legge
23 agosto 1988, n. 400, sono definiti:
a) - b) (Omissis);
c) la dotazione organica di personale amministrativo,
tecnico, specialistico e di ricerca e le modalita' del suo
reclutamento, prevedendo una specifica valutazione delle
competenze relative agli ambiti di attivita' degli istituti
acquisite presso il Centro europeo dell'educazione e presso
la biblioteca di documentazione pedagogica".



 
Tabella A
(prevista dall'art. 8, comma 2) DOTAZIONE ORGANICA DEL PERSONALE DELL'ISTITUTO NAZIONALE DI
DOCUMENTAZIONE PER L'INNOVAZIONE E LA RICERCA EDUCATIVA.
Direttore: una unita'.
Personale tecnico, specialistico e di ricerca: ventotto unita'.
Personale amministrativo: ventitre unita'.
 
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