Gazzetta n. 301 del 28 dicembre 2000 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 30 novembre 2000
Affidamento ad una commissione straordinaria della gestione del comune di Pignataro Maggiore.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visto il proprio decreto in data 2 ottobre 2000, con il quale, ai sensi dell'art. 39, comma 1, lettera b), n. 2, della legge 8 giugno 1990, n. 142, il consiglio comunale di Pignataro Maggiore (Caserta) e' stato sciolto a causa delle dimissioni presentate dalla maggioranza dei consiglieri;
Visto che il predetto comune e' gestito da un commissario straordinario nominato con il citato decreto;
Constatato che dall'esito di approfonditi accertamenti sono emersi collegamenti diretti e indiretti tra ex componenti del civico consenso e la criminalita' organizzata locale;
Constatato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della comunita' amministrata, limitandone il libero esercizio dei diritti costituzionalmente garantiti;
Ritenuto che, al fine di rimuovere la causa del grave inquinamento e deterioramento del comune di Pignataro Maggiore, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata, mirato al ripristino dei principi democratici e di liberta' collettiva;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 23 novembre 2000;
Decreta:
Art. 1.
La gestione del comune di Pignataro Maggiore (Caserta), il cui consiglio e' stato sciolto con il citato decreto, e' affidata, per la durata di dodici mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott. Paolino Maddaloni - viceprefetto;
dott.ssa Gerardina Basilicata - viceprefetto ispettore;
dott.ssa Emilia Tarantino - funzionario amministrativo contabile.
 
Art. 2.
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco, nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 30 novembre 2000
CIAMPI
Amato, Presidente del Consiglio dei
Ministri
Bianco, Ministro dell'interno Registrato alla Corte dei conti il 12 dicembre 2000 Registro n. 2 Interno, foglio n. 399
 
Allegato
Al Presidente della Repubblica

Il comune di Pignataro Maggiore (Caserta) e' collocato in un contesto ambientale profondamente permeato dalla radicata presenza di gruppi criminali la cui opera, mirata ad intessere intrecci finalizzati al conseguimento della propria egemonica espansione, ha causato negative ripercussioni sulla gestione dell'amministrazione locale. Pertanto, il prefetto di Caserta, avendo rilevato nell'ente illecite interferenze ad opera di esterni gruppi di potere criminoso, ha disposto nei confronti del comune di Pignataro Maggiore l'accesso ai sensi dell'art. 1, comma 4, del decreto legge 6 settembre 1982, n. 629, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 ottobre 1982, n. 726, e successive modifiche ed integrazioni.
Nelle more dell'espletamento dell'attivita' ispettiva, dieci dei sedici consiglieri comunali assegnati per legge hanno presentato le dimissioni dalla carica determinando, ai sensi dell'art. 39, comma 1, lett. b), n. 2, della legge 8 giugno 1990, n. 142, lo scioglimento del consiglio comunale, disposto con decreto del Presidente della Repubblica del 2 ottobre 2000.
Successivamente all'adozione del predetto provvedimento dissolutorio sono giunti a conclusione gli accertamenti della commissione d'accesso i cui risultati hanno evidenziato lo stato di precaria funzionalita' in cui tutti gli uffici comunali ed in modo particolare l'ufficio tecnico, che piu' direttamente ha risentito del costante ed incisivo condizionamento di carattere camorristico operato nei settori dei lavori pubblici e dell'edilizia privata.
La rilevanza delle disfunzioni e delle anomalie riscontrate in tale ambito di attivita' acquisita, peraltro, maggiore spessore ove sia correlata alla posizione professionale del sindaco. Il quale, anche in ragione degli stretti legami di parentela che vincolano la moglie a noti esponenti dei sodalizi criminosi operanti sul territorio, aveva curato i progetti edilizi di quelle famiglie.
Sintomatico del radicato grado di convergenza di interessi estranei a quelli dell'ente nel settore edilizio era stato, gia' in passato, l'episodio della riclassificazione dei terreni nel territorio comunale, che ha anche formato oggetto di indagine dei competenti organi investigativi.
In tale sede e' emerso il coinvolgimento dell'organo monocratico della disciolta compagine, che al tempo non rivestiva tale carica, nella progettazione di immobili la cui proprieta', pur mediata dalla interposizione di societa', riconduceva a personaggi legati ai maggiori clan criminali locali. Cronologicamente riconducibili all'esercizio delle funzioni sindacali sono risultate, invece, le varianti successivamente approvate sulla realizzazione degli immobili siti nei medesimi terreni.
Con specifico riguardo all'attivita' svolta dall'ente nel corso dell'ultima consiliatura, la relazione della commissione ha evidenziato numerose irregolarita' nel settore dei lavori pubblici e dell'edilizia.
Piu' in particolare, in ordine a quest'ultimo settore e' emerso come l'ufficio tecnico ad esso preposto, contravvenendo alle previsioni del regolamento edilizio, non abbia espletato l'ordinaria istruttoria preliminare delle singole pratiche, con la conseguenza che i progetti, per i quali era stata chiesta la concessione, giungevano all'esame della commissione edilizia privi degli elementi da cui risultassero osservate le prescrizioni del piano regolatore generale.
Nell'ambito dei lavori pubblici, con particolare riferimento ai lavori cimiteriali, e' stato poi riscontrato tanto un frequente ricorso all'adozione delle varianti in corso d'opera inerenti la loro realizzazione, quanto l'espletamento di procedure d'appalto affette da irregolarita'.
Esemplificativa della situazione rilevata in sede ispettiva e' la ricorrente assunzione, da parte della giunta, dell'impegno e della liquidazione di spese riservata alla competenza dei responsabili degli uffici, con palese inosservanza del principio di separazione tra attivita' di gestione e attivita' di indirizzo politico-amministrativo.
In tale quadro di diffusa disapplicazione dei criteri organizzativi previsti dalla vigente normativa e di disconoscimento della ripartizione di competenza tra organi politici e dirigenza amministrativa, e' emerso un frequente impiego dei poteri di ordinanza sindacale utilizzati per interventi che, privi degli indispensabili presupposti dell'urgenza e della necessita', dovranno invece, essere disposti con determinazioni dirigenziali.
Le riscontrate disfunzioni dell'ente si collegano all'attivita' svolta tanto dagli organi elettivi quanto dall'apparato gestionale i quali, in ragione degli imprescindibili rapporti interattivi che li collegano, non possono essere ritenuti complessivamente estranei all'irregolare andamento della vita amministrativa del comune.
Quanto ai servizi e' stato rilevato che per l'espletamento della raccolta di nettezza urbana e di spazzamento, l'ente, facendo anche in tal caso uso dello strumento dell'ordinanza sindacale, ha anomalamente proceduto a chiedere il personale a ditte private seguendo le modalita' di richiesta delle comuni forniture di beni ed omettendo il normale ricorso alle procedure previste per l'assunzione di personale avventizio.
Un ulteriore segnale di soggezione dell'apparato politico a scelte corrispondenti ad interessi estranei all'ente e' dato dalla vicenda relativa alla mancata destinazione a finalita' istituzionali o sociali degli immobili confiscati a noti pregiudicati, che ha posto in luce come l'organo consiliare sia stato incapace di esercitare l'attivita' di impulso e di controllo cui e' deputato per legge.
La penetrazione dell'attivita' criminosa nell'amministrazione comunale di Pignataro Maggiore ha favorito il consolidamento di un sistema di connivenze e collusioni che, privando di fatto la comunita' delle fondamentali garanzie democratiche, pone in pericolo lo stato generale della sicurezza civile.
La situazione riscontrata nel comune di Pignataro Maggiore, la diffusa inosservanza del principio di legalita' nella gestione dell'ente e l'uso distorto della cosa pubblica, utilizzata per il perseguimento di fini contrari al pubblico interesse, hanno minato ogni principio di salvaguardia della sicurezza pubblica e, nel compromettere le legittime aspettative della popolazione ad essere garantita nella fruizione dei diritti fondamentali, hanno ingenerato diffusa sfiducia nella legge e nelle istituzioni da parte dei cittadini.
Il prefetto di Caserta, pertanto, con relazione del 29 ottobre 2000, che qui si intende integralmente richiamata, valutata la situazione riscontrata sia in ordine al contesto ambientale nel quale e' notoria la diffusione del fenomeno criminale, sia in relazione allo stato di disfunzionalita' dell'ente, ha proposto l'applicazione della misura di rigore prevista dall'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Invero il descritto clima di condizionamento e di grave degrado che pervade il comune - la cui gestione provvisoria, a seguito del decreto di scioglimento intervenuto in applicazione dell'ordinaria ipotesi dissolutoria delle dimissioni di almeno la meta' piu' uno dei consiglieri e' attualmente affidata ad un commissario straordinario - impone che da parte dello Stato sia posto in essere un ben piu' incisivo intervento, adeguatamente mirato a sostenere il compimento di un'azione protesa al ripristino della legalita' mediante il recupero della struttura pubblica al servizio dei suoi fini istituzionali.
Ritenuto che per le caratteristiche che lo configurano, il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143 del citato decreto legislativo puo' intervenire finanche quando sia gia' stato disposto provvedimento per altra causa, differenziandosene per funzioni ed effetti, si formula rituale proposta per l'adozione della misura di rigore nei confronti del comune di Pignataro Maggiore con conseguente affidamento per la durata di dodici mesi dalla gestione dell'ente ad una commissione straordinaria cui, in virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite specifiche competenze e metodologie di intervento finalizzato a garantire nel tempo la rispondenza dell'azione amministrativa alle esigenze della collettivita'.
Roma, 22 novembre 2000
Il Ministro dell'interno: Bianco
 
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