Gazzetta n. 229 del 30 settembre 2000 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 14 settembre 2000
Proroga della durata dello scioglimento del consiglio comunale di Caccamo.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visto il proprio decreto, in data 10 marzo 1999, registrato alla Corte dei conti in data 15 marzo 1999, con il quale, ai sensi dell'art. 1 del decreto-legge 31 maggio 1991, n. 164, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 luglio 1991, n. 221, e' stato disposto lo scioglimento del consiglio comunale di Caccamo (Palermo) per la durata di diciotto mesi e la nomina di una commissione straordinaria per la provvisoria gestione dell'ente;
Constatato che non risulta esaurita l'azione di recupero e risanamento complessivo dell'istituzione locale e della realta' sociale, ancora segnate dalla malavita organizzata;
Ritenuto che le esigenze della collettivita' locale e la tutela degli interessi primari richiedono un ulteriore intervento dello Stato, che assicuri il ripristino dei principi democratici e di legalita' e restituisca efficienza e trasparenza all'azione amministrativa dell'ente;
Visto l'art. 2 del decreto-legge 20 dicembre 1993, n. 529, convertito, senza modificazioni, dalla legge 11 febbraio 1994, n. 108;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione dell'8 settembre 2000 alla quale e' stato debitamente invitato il presidente della regione siciliana;
Decreta:
La durata dello scioglimento del consiglio comunale di Caccamo (Palermo), fissata in diciotto mesi, e' prorogata per il periodo di sei mesi.
Dato a Roma, addi' 14 settembre 2000
CIAMPI
Amato, Presidente del Consiglio dei
Ministri
Bianco, Ministro dell'interno Registrato alla Corte dei conti il 20 settembre 2000 Registro n. 2 Interno, foglio n. 242
 
Allegato
Al Presidente della Repubblica
Il consiglio comunale di Caccamo (Palermo) e' stato sciolto con decreto del Presidente della Repubblica in data 10 marzo 1999, registrato alla Corte dei conti in data 15 marzo 1999, per la durata di mesi diciotto, ai sensi dell'art. 1 del decreto-legge 31 maggio 1991, n. 164, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 luglio 1991, n. 221, essendo stati riscontrati fenomeni di infiltrazione e condizionamento da parte della criminalita' organizzata.
Per effetto dell'avvenuto scioglimento, la gestione dell'ente e' stata affidata alla commissione straordinaria che ha perseguito l'obiettivo del ripristino della legalita' operando in un clima di sostanziale ostilita'.
Invero, come rilevato dal prefetto di Palermo con relazione in data 7 agosto 2000, nonostante i pur soddisfacenti risultati conseguiti con gli interventi di risanamento effettuati, lo stato di degrado ambientale e culturale ed il consolidato sistema di illegalita', che caratterizzano il territorio ed il tessuto sociale del paese, ostacolano e rallentano l'azione protesa al completo recupero dell'amministrazione della cosa pubblica ai criteri di legalita' e di buon andamento, assolutamente disattesi dal disciolto consiglio comunale.
La complessiva opera di ripristino, avviata dalla commissione straordinaria nel delineato difficile contesto in cui si e' evidenziata la scarsa collaborativita' di alcuni dipendenti comunali, ha specificamente mirato a recidere i legami inquinanti mediante la riorganizzazione burocratica dell'ente. Il fine, coniugato a quello del conseguimento dell'efficienza dei servizi offerti alla collettivita', nei quali si erano manifestati tangibili aspetti della piu' complessa crisi, e' stato perseguito anche mediante il riassetto dell'organigramma nel cui quadro e' stato disposto tanto il trasferimento a diversi settori di alcuni dipendenti, quanto la riattivazione della rilevazione magnetica delle presenze, da tempo in disuso.
Nel contempo, l'organo straordinario ha dato corso al potenziamento del corpo di polizia municipale che, costituito da quattro unita', presentava concreti profili di inadeguatezza rispetto alle esigenze locali.
Con particolare attenzione la commissione ha atteso al travagliato, e non ancora concluso, procedimento di formazione del piano regolatore generale del comune di Caccamo, la cui revisione aveva gia' costituito il punto di convergenza degli interessi delle organizzazioni criminali operanti sul territorio.
Il completamento dei vari interventi affidati alla gestione straordinaria e piu' specificamente la definizione delle procedure relative all'approvazione dello strumento urbanistico richiedono, per la loro complessita' e per le cautele imposte da pericoli di possibili illecite interferenze, un ulteriore lasso di tempo che consenta il perfezionamento delle iniziative intraprese dalla commissione, offrendo piu' ampie garanzie di legalita'.
Come evidenziato nella citata relazione prefettizia, anche nel corso della riunione, svoltasi in data 2 agosto con i rappresentanti delle forze dell'ordine e dell'autorita' giudiziaria, e' emerso che la situazione riscontrata nel comune di Caccamo impone un ulteriore intervento dello Stato per assicurare il buon andamento della amministrazione ed il regolare funzionamento dei servizi ad essa affidati, mediante l'applicazione dell'istituto della proroga della gestione commissariale, finalizzata a garantire la rispondenza dell'azione amministrativa alle esigenze della collettivita' e la fattiva tutela degli interessi primari, nonche' a consentire alla comunita' locale di esprimere la propria libera determinazione ed il programma di rinnovamento al di fuori di possibili condizionamenti malavitosi.
La valutazione della descritta situazione, correlata alla persistenza dell'influenza criminale forte del suo consolidato insediamento, rende necessario che il periodo della gestione commissariale sia protratto di ulteriori sei mesi.
Ritenuto, pertanto, che - alla stregua della richiamata relazione del prefetto di Palermo - ricorrano le condizioni per l'applicazione dell'art. 2 del decreto-legge 20 dicembre 1993, n. 529, convertito, senza modificazioni, dalla legge 11 febbraio 1994, n. 108, si formula rituale proposta per la proroga della durata dello scioglimento del consiglio comunale di Caccamo (Palermo) per il periodo di sei mesi.
Roma, 7 settembre 2000
Il Ministro dell'interno: Bianco
 
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